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Proprieta elastiche dei solidi | corpi solidi di norma hanno una forma un volume non facilmente modifica bili; da questo fatto deriva per astrazione la nozione di corpo ideale indeformabile o corpo rigido. In realtatuti i corpi solid si deformano sotto I'azione di sollecitazio- ni meccaniche. Le deformazioni descritte nel seguito sono tute di tipo elastico,intendendo con questo termine che al cessare della sollecitazione il corpo ritona nella configura~ zione originaria, A parte i casi degli esempi 7.3 e 7.4, tratteremo sempre situazioni di equilibrio statico: Ia sollecitazione, applicata ad un corpo in quiete, lo deforma e cid causa da parte del corpo una reazione eguale e contraria. Inoltre assumeremo che i processi siano isotermi, cio? si svolgano a temperatura costante 7.1 Trazione e compressione Quando un materiale viene sollecitato tramite una forza, che chiamiamo carico, di piccola intensitd, esso subisce una deformazione proporzionale al carico; tale deformazione & elastic nel senso sopra precisato. La proporzionalita tra deformazione e carico costituisce la legge di Hooke, evidenziata nello studio ci una molla. Se applichiamo una forza F all’estremo di tuna molla,fissata nell’ alto estremo ad un punto vincolato, essa subisce un allun- ‘gamento Aix, raggiungendo una configurazione di equilibrio, eon Ax proporzionale 2 F, Lallungamento origina nella molla una reazione elastica, proporzionale all'allungamento stesso, laquale fa equilibrio a F. ‘Uno studio della dformazione elastica di un corpo solido pud essere realizato uttizzando il semplice dispositive in figura 7.1. Una sbatra solida omogenea & posata su un tavolo e bloccata a una estremita; all’ altraestremita viene applicata tuna forza di modulo F, per esempio dovota alla forza peso della massa. In questo caso carico& di trazione e, come nella situazione con uta molla, si raggiunge un cequilibrio in cui la reazione elastica della sbarra eguaglia la forza applicata. Se la sbarra subisce lazione di una forza di verso contrario alla precedente, si parla di compressione. ‘Nella pratica, pit che i valori assoluti della deformazione e del carico, si utiliz~ zano quelli specific 0 unitari Si definisce come cavico specifico 0 unitario oi apporto tra la forza applicata ortogonaimente a una superficie e la superficie stessa, ovvero la forza applicata ortogonalmente all'unit di superficie, Analo- ‘gamente la deformacione specifica 0 unitaria €, detta anche allungamento lineare tunitario, & Vallungamento subito da un materiale di lunghezza unitaria ovvero il rapporto tra allurgamenio ¢ lunghezza. In Formule ay Figura 7.1 Carico specifico Deformazione specifica 246 Proprietelostiche de soli Modulo di Young Figura 7.2 Figura 7.3 (Esempio 7.1) ‘Secondo Ia legge di Hooke, carico specificoe allungamento unitari per piccoli valori del carico sono proporzionali ed il loro rapporto & definite come miodulo di Young 0 modulo di elasticita E 72) La (7.2) rappresenta la relazionetraallunzamento linearee forza applica, in funzione delle dimensioni geometriche del solidoe delle sue caratteritiche elasi- che. Un alto valore di E determina, a part di carico specifico, un allungamento specifico minore. In figura 7.2 riportatil grafico comunemente sato nello stu io delle proprieta clastic di un corpo sttoposto a razione o compressione. ‘Nella tabella 7.1 sono elencatii valor del modulo di Young di alcuni material, alla temperatura di 20°C, Da (7.1) (.2)si vede che V unitd di misuradi E,eguale aquelladi 0, il Nim’; einvece éadimensionae ‘Tabella 7.1 Modulo di Young Moteriale E acciaio 2.4: 10" Nim? alluminio 70-10" argenco 10" ferro 10" gomm 5-80-10" ‘tone 91-10" piombo L410" patina 15-10" polietlene 114-108 ame 1-10" tungsteno 35-10" velo per finest 70-10" 11 modulo di Young presenta, in genere, peri metalli valori decrescent al re scere dela temperatura, Fino a che non si verfichi una trasformazione di fase cio una modifica dell struturacristalina, Ad esempio, per lalluminio, il modulo di Young varia da 7+ 10" Nim? alla temperatura di 20°C (temperatura ambiente) a 5-10" Nin? a 500°C, mentre peril ferro varia da 2 10" Nim, a20°C,a 15 10" Nim?a S00°C. Esempio7.1 | Determinare per un filo di allumino, di diamettod = 2 mm e lunghezea 1 = 1.2 m, | Fatlungamento per effeto di una sollecitazione a trazione con carico F= 120. Soluzione | La sezione del filo & @ . s=s(2) =a0s=3.18. 10% (2) x00 peranto i carco specifi vale F__ 10 | oa 2) am a Nit 34-10" 2-1 Introduzione Le onde si manifestano in un insieme di fenomeni molto importanti sia dal punto di vista pratico, sia dal punto di vista fisico. Oltre alle onde del mare, le pitt note per la loro evidenza, esempi di onde (non altrettanto isibili») sono il suono, Ie onde radio, la stessa luce. Grazie alle onde sonore possiamo parlare © ascoltare, € quindi comunicare a distanza. Le conde radio consentono la trasmissione a distanza della voce e dell'immagine, onché dell'informazione. La luce che colpisce i nostri occhi ci permette di vedere. L’energia proveniente dal Sole che investe la Terra, rendendo Possibile la vita sul nostro pianeta, si propaga pure attraverso onde. Le varie onde citate corrispondono a meccanismi fisici diversi, ma hanno in comune a caratteristia di essere perturbazioni di una qualche proprieta fisica rispetto a una situazione di «equilibrio»: tali perturbazioni, originate in una definita regione dello spazio da una sorgemte, si propagano altrove, Producendo, con un certo ritardo, effetti osservabil. In una prima importante classificazione si distingue fra onde di natura meccanica € onde elettromagnetiche. Le prime, alle quali appartengono il suono, le vibrazioni delle corde di strumenti musicali, € anche le pericolose ‘onde sismiche dei terremoti, sono riconducibili a oscllazioni del mezzo nel quale si propagano. Le seconde (onde radio, infrarosso, luce, radia- ione ultravioletta, raggi X, raggi gamma) sono associate a oseillazioni del campo elettromagnetico. In questo capitolo ci occuperemo in modo parico- lare delle onde meccaniche; tuttavia, poiché molti altri fenomeni ondulatori sono deseritti da equazioni analoghe a quelle delle onde meccaniche, la loro trattazione versa effettuata con una generalith tale da consentire una apida estensione a questi casi, in particolare alle onde elettromagnetiche (che verranno considerate pid avanti). Molte caratteristiche delle onde clas- siche illustrate in questo testo trovano analogie anche in singolari proprieta dei sistemi materiali a livello microscopico, per i quali, nella meccanica quantistica, 10 stato dinamico & rappresentato da una «funzione d'ondae avente significato probabilistico. La conoscenza ¢ lo studio delle onde meccaniche hanno preceduto quelli delle onde elettromagnetiche, influenzando notevolmente anche lo sviluppo delle teorie ondulatorie della luce. In particolare, poiché per le onde meceani- che & necessario un mezzo di propagazione, il binomio onda-mezzo apparve inscindibile ai fisici del XIX secolo, che si posero quindi alla ricerca del supporto delle onde luminose. La ricerca fu vana perché la luce, come tutte le onde eletiromagnetiche, non richiede alcun mezzo di propagazione. Non potendolo trovare si fini con linventarlo, col dargli un nome. «etere>, con Vattribuirgli proprieta incredibili. Come sara discusso nel seguito, la velociti FIGURA 2-1 {La cava oscila in direzione per- pendicolare @ quella lungo cu si propaga Tonca (onda trasversal) = FIGURA 2.2 Le onse sonote si prepagano pela stessa drezione in cu oscilla ‘mezzo (onde longitudinal), FIGURA 23 I martell A genera urvonda lon itudinae nala bara, i martelo B Unienda trasversale wT eH Figura 2.4 nda longitudinale in una ella 21 INTRODUZIONE 65 delle onde elastiche su una corda aumenta col erescere della tensione e al diminuire della densita. Cosi. dovendosi giustificare elevata velocita della luce (circa 300 000 km/s), e ragionando per analogia, si suppose che questo fantomatico etere avesse due proprieta fra loro difficilmente coneiliabili: una densita estremamente bassa e nel contempo proprieta di rigidit®: migliori di quelle dell'acciaio. Tl concetto di etere sopravvisse. sotto altra forma, anche quando fu chiara la natura elettromagnetica della luce; solo con lo sviluppo della teoria della Relativita se ne dimostrd la completa inutilita Un‘altra importante differenza fra le onde, ai fini di una loro preliminare classificazione, riguarda la distinzione fra onde trasversali € onde longitu dinali Sono trasversali quelle in cui la perturbazione (del mezzo o del campo elettromagnetico) ha luogo in direzione perpendicolare a quella in cui Ponda si propaga; sono longitudinali quelle in cui gli spostamenti del mezzo © la direzione di propagazione sono fra loro paralleli. Se una corda clastica tesa fra i suoi estremi viene perturbata, gli spostamenti dalla configurazione di equilibrio sono diretti perpendicolarmente alla direzione della corda, lungo la quale si propaga l'onda, che & quindi trasversale (fig. 2-1), Nel caso di un’onda sonora, invece, le perturbazioni del mezzo, che consistono di compressioni e rarefazioni, avvengono nella stessa direzione in cui si propaga onda. Si tratta in questo caso di un'onda longitudinale (fig. 2-2). Nei liquidi e nei gas si possono propagare solo onde longitudinali in quanto mancano effetti di coesione tali da richiamare il mezzo verso Ia posizione di equilibrio, come invece avviene, per esempio, nel caso di una corda, Leonde del mare parrebbero contraddire quest affermazione, in quanto sono una combinazione di onde trasversali ¢ di onde longitudinali. In realt, se si escludono onde di piccola ampiezza dovute alla tensione superficiale, agli effetti di richiamo del mezzo sono prodotti dalla forza di gravita; inoltre le particelle del mezzo descrivono traiettorie ellittiche € non rettilinee. Nel testo non tratteremo te onde del mare, se non per qualche esemplificazione Nei solidi si possono propagare sia onde longitudinali sia trasversali, -a seconda di come il mezzo viene perturbato. Se esso pud essere sche- matizzato come una barra, Ia percussione esercitata da un oggetto che la colpisce, come il martello A in figura 2-3, da origine a un'onda longitudinale (analoga a quella di figura 2-4), mentre quella esercitata dal martello B provoca un'onda trasversale. Ovviamente, nello stesso mezzo solide pos- sono propagarsi simultaneamente sia onde trasversali che longitudinali: in particolare cid si verifica nella Tetra, per effetto di perturbazioni di origine sismica, ‘Va infine sottolineato che le particelle che costituiscono il mezzo materiale in cui sipropagano onde meccaniche non traslano, ma si muovono attorno alla loro posizione di equilibrio, Un'onda, quindi, non comporta trasferimento di materia: in effetti, cid che si trasferisce & Ienergia fornita dalla sorgente; vengono inoltre trasferiti quanti di moto ¢ (nelle onde trasversali) momento angolare. ‘Come mostreremo, di queste (e altre) proprieta sono dotate sia le onde ‘meccaniche sia quelle elettromagnetiche: cid & dovuto in particolare al fatto che per esse valgono equazioni differenziali aventi strutture analoghe. In questo capitolo ci limitiamo a studiare le onde che si realizzano in condizioni fisiche tali da permettere una trattazione mediante equazioni ditfe- renziali lineari e che pertanto soddisfano il principio di sovrapposizione. Lo Onde in mezzi elastici In questo capitolo ci occuperemo di una vasta categoria di fenomeni caratte- rizzati dal fatto che una perturbazione, esercitata su una qualche grandezza fisica in una regione limitata di spazio, si propaga nello spazio citcostante con modalita che dipendono di norma dal tipo di perturbazione e dalle caratteristiche del mezzo che riempie lo spazio. Per esempio, & esperienza comune osservare come un sasso lanciato in uno specchio d'acqua inizial- ‘mente in quiete produca nell'acqua una perturbazione ondosa, che si manife- sta con l'apparire di una serie di anelli concentrici di liquido perturbato che si allontanano regolarmente dal punto dove @ caduto il sasso. In questo caso, la grandezza fisica che viene perturbata @ la localizza 2ione delle particelle di liquido intorno alla toro posizione di equilibrio. Per convincersene basta porre sulla superficie del liquido delle particelle (ad esempio segatura) che ci consentano di individuarne il movimento: si osser- vera come Varrivo del‘onda produca nelle particelle di liquido via via interessate al fenomeno un moto oscillatorio su orbita chiusa centrata in- torno a una posizione fissa; passata ’onda le particelle tornano in quiete nella stessa posizione di equilibrio che occupavano prima dell'artivo del- Yonda stessa. Si osserva in sostanza che cid che si propaga non é materia, ma solo il movimento di materia prodotto dalla caduta del sasso. Nel caso in esame potremo considerare Ponda come propagazione di uno stato di moto nella materia. Osserviamo che la propagazione dell’onda (cio’ della pertur- bazione nello stato di moto del liquido) comporta trasferimento di energia: sia di energia cinetica, perché le particelle via via interessate dall'onda acquistano una certa velociti; sia di energia potenziale perché le stesse particelle cambiano di quota nel campo della gravita. Gli anelli che si osservano rappresentano Iuoghi geometrici di punti dotati ad ogni istante della stessa velocita; 0, pitt sinteticamente, di punti che si muovono in fase. Tali luoghi geometrici si dicono fronti d’onda Nell’esempio in esame, @ fronte d’onda una circonferenza centrata nel punto di impatto del sasso, essendo costituita da punti che si trovano ad avere in sincronismo un certo stato di moto (ad esempio quello proprio della cresta dell’onda), Si osserva sperimentalmente che la distanza relativa fra due fronti Perturbazione ondosa onde in uno stagno Propagasione delVonda Front donda ») 384 Meccanica - Termodinamica 1x1] Velocita di propagazione Onde sferiche ¢ onde plane Onde elastiche Onde smorzate Propagazione del suono Onde clettromagnetiche onda resta invariata con Vevolvere della perturbazione: i vari fronti d’onda si allontanano dal centro tutti con Ia stessa velocita di propagazione, Nel caso di propagazione nello spazio anziché su una superficie (ad ‘esempio nel caso di onde sonore), se il mezzo @ isotropo € non ci sono ostacoli i fronti d’onda sono sferici: si dice allora che si ha a che fare con onde sferiche. Spesso la porzione di fronte d’onda che ¢i interessa @ assimila- bile a un piano: cid accade soprattutto quando ci troviamo lontani dal punto dove Fonda é stata generata. Si dice allora che si ha a che fare con un‘onda ppiana. Noi limiteremo qui la nostra attenzione sostanzialmente a onde piane, Come abbiamo gia detto, le modalita con cui il fenameno ondoso evolve dipendono dalle proprieta fisiche del mezzo, ¢ in particolare dalla natura delle forze di richiamo delle particelle di fluido perturbato verso la loro posizione di equilibrio, 11 caso pitt semplice si ha quando tale forza di Tichiamo pud essere schematizzata come una forza clastica. In questo eapi- tolo noi ci limiteremo per Fappunto a studiare onde elastiche, cio perturba- zioni meccaniche in mezzi clastici. In realta, la forza elastica di richiamo & sempre accompagnata da una forza dissipativa: noi supporremo che i relativi effetti siano trascurabili, Quando questi non sono pil trascurabill, le onde divengono onde smorzate. Se gli effetti dissipativi divengono dominanti, i fenomeni di propagazione ondosa non si manifestano pit: & quanto accade fad esempio se_un sasso viene lanciato in uno stagno di fango anziché Gacqua; si manifesta solo un disturbo localizzato nello spazio € nel tempo. passato il quale si ripristina Ja situazione di quiete iniziale Le onde elastiche, benché costituiscano una schematizzazione, sono tuttavia adeguate a descrivere con sufficiente approssimazione molti feno- meni di notevole interesse: in particolare, la propagazione del suono in un fluido, ¢ in particolare nelMaria: 0 le onde meccaniche in una corda tesa o in un solido. Fenomeni di propagazione ondosa si manifestano anche in altri campi della fisica, Di importanza fondamentale sono le onde elettromagnetiche (luce, raggi X, onde radio, ecc.) che per le particolari proprieta del campo elettromagnetico possono propagarsi anche in assenza di un mezzo di sup- porto, cio’ nel yuoto. Di queste ci occuperemo in un altro volume. 394 Meceanica - Termodinamica [x3] X.3. Onde elastiche longitu Consideriamo una sbarra di materiale elastico omogeneo, di sezione costante S. Le dimensioni longitudinali della sbarra (lungo cui si sceglie l'asse delle x) siano molto maggiori delle dimensioni trasversali ‘Supponiamo che nella sbarra si propaghi una perturbazione longitudinale ‘a(x, . Un elemento della sbarra, di lunghezza imperturbata dx, a causa della dislocazione a(x, 1) rispetto alla sua posizione di equilibrio, viene Tichiamato verso la pasizione di equilibrio stessa dalle forze dF di reazione elastica su di esso agent Per tale elemento, potremo scrivere il secondo principio della dinamica (proiettato sull’asse x) nella forma dF = dma = oSdx -a [x19] dm ®& Ja massa dell’elemento; a @ la sua accelerazione {a = a Uo oF) soela densita del materiale La forza di richiamo F(x) che agisce sulla sezione della sbarra di coordinata x pud essere scritta, in virth della legge di Hooke (eq. V.31). ES a ; nel nostro caso: come F(x) F(x) =~ ES = [x20] au Infatti $* rappresenta V'allungamento per unita di lunghezza a che la sbarra subisce. La forza dF subita dall'elemento compreso fra x ex + dx & data dalla differenza fra la forza agente sulla sezione x + dx e la forza agente sulla sezione aF = Fox) ~ Fos + dx) = - ax e tenendo conto della [X.20]: ape 2h ay os Sas ox Sostityendo al primo membro della [X.19} Es 24 dx = psa 2% ax i da cui in definitiva: [x21] E questa una equazione delle onde, caratterizzata dalla velocita di propaga- zione: 1X22] vetocitd a propagecione detPonda tongtudinae Notiamo che tale velocita dipende dalle caraiteristiche del mezzo, ma non dalla particolare perturbazione a(x, 0) Risolvendo la [X.21] con le opportune condizioni iniziali, si pud determi- nare la forma esplicita della perturbazione ———— In base a considerazioni di carattere generale, si stabilisce che la funzione ele PeHseae valoda EX deve essere del tipo fix — m1) per onde progressive e jlx + vt) per onde Tegressive, dove v @ la velocita di propagazione (in modulo), e i verso di Tiferimento per la progressivitd o regressivita @ auello.nositivo dell’asse delle a(x, 1) = a(x = or) Consideriamo infatti una generica perturbazione progressiva: all'istante 1 =f la corda appaia cosi come mostrato in figura (tratto continuo). In assenza di dissipazione (cioe ipotizzando che la forma della perturbazione non cambi durante la propagazione) all'istante f; > f, la configurazione della corda sara quella riportata in tratteggio. E come dire che tutta la figura é traslata con velocita v nel verso positivo dell'asse delle x; nellintervallo di tempo 4, ~ t essa é traslata di un tratto v(%~ 1). In termini matematici, cid & deseritto dalla funzione: Onda progressiva a(x, 1) = fr ~ wt) 1x2) Infatti, supponiamo che Pargomento a della funzione [X.2] abbia un certo valore @ ottenuto specificando x = ¥ allistante 1 = 1 a 0, Allistante 1 = lo stesso valore @ per Pargomento lo si ottiene se vale la [X.2] — in una posizione ¥ tale che: Fo- w= Fm, x3] Affinché valga Ia [X.3] deve essere ¥” — 3 by ~ wh = v(t ~ 4), cide: [x4] La posizione x corrispondente @ un assegnato valore dellargomento della 1X2] si sposta con velocita pari a v. La [X.2) rappresenta dunque una perturbazione che procede con velociti ve forma invariata nel verso positivo dell’asse delle x. Analogamente, si mostra che la Onda regressiva a(x, = flr + oF) [xs] rappresenta un’onda regressiva Una proprieta generale di una funzione del tipo fix * v1) @ quella di soddisfare la seguente equazione differenziale del secondo ordine alle deri vate parziali at 1X6 V.8, Nek ayn'to versus allanol nd ffuraat came te A mrmbot Slt), L064, Sle k), 4 lb) em bX pr ener de dearer oe na proate Blonde . ‘ La velocita di propagazione di un’onda in un mezzo dipende dalle caratteristiche fisiche del mezzo in cui si propaga. A Per esempio, in una sbarra solida, si propaga un‘onda longitudinale di spostamento di velocita dove E @ il modulo di Young e p & la densit& del materiale; su una corda tesa si propaga un’onda di spostamento trasversale la cui velocita @ espressada_v = |, con py densitalineare di massa; in un gas si propagano un‘onda di pressione, un’onda di densita e un’onda di spostamento, con la stessa velocita, data dav ff - dove 8 81 macuto compressa del gas, 16.2 ONDE PIANE ARMONICHE Sempre nel paragrafo 10.1 é stata descritta onda piana armonica; riassumiamo quile varie formule La funzione d’onda @ data da EG.1) = Eysenk(x— vt) oppure E(x, 1) = E,sen(ix Ww), (16.3) E(x t) = &,cosk(x — vt) oppure E(x, 1) = &,cos(kx - wt) , (16.4) dove si sono mostrate esplicitamente le due possibili forme seno 0 cosena e, nelle (264), si@ portato alinterno dela parentes&,& Vampiezza dell onda owero 'Ivalore massimo della funzione d'onda, 4 @ il numero d’onde, «2 la pulsazione dellonda: = w= ke (163) La hunghezza donda on on ae om nek (16.6) ¢ rappresenta la periodicité spaziale dell'onda; nella figura 16.5 & mostrato V'aspetto spaziale dell'onda ad un dato istante, I periodo dell'onda é mn ra 16.7) € rappresenta la periodicita temporale dell’onda, vista nella figura 16.6 come oscilla- zione armonica in una data posizione. Mettendo insieme (16.5, 16.6, 16.7) si trova che i due periodi, spaziale e tem- porale, sono legati dalla relazione A=oT 6.8) da cui, ricordando che la frequenza di oscillarione v é Vinverso del periodo T, v=1/T, siarrivaa 69) ay Le espressioni (16.5, 168, 16.9) mostrano, in tre modi diversi, il legame che existe in un’onda armonica tra la velocita di propagazione, il periodo spaziale (espresso tramite 2.0 f) e il periodo temporale (espresso tramite T 0 V0 @); le te grandezze non sono dunque indipendenti. Larelazione (16.8) inoltre di un altro significato alla lunghezza d'onda: Ja lunghezza d’onda rappresenta la distanza percorsa da un’onda armonica in un tempo pari al periodo. In figura 16.7 @ rappresentata una sinusoide che avanza con velocita v (si tratta in sostanza della figura 16.5 ripetuta negli istanti 4, § + 7/4, & + 7/2, 4 + 37/4); si vede che nel tempo T il punto P della sinusoide avanza di . S Figura 16.7 Rappresentazione di alcune fasi della propagazione di un’onda sinusoi dale su una corda tesa. ‘Figiia 165 Definizione di lunghezza d'on- aa, feo Figura 16.6 Definizione di periodo. 454 CAPITOLO 16 Onde meccaniche L'unita di misura del periodo @ il secondo (5), della frequenza hertz (*), della pulsazione (rad/s). L'argomento delle funzioni (16.4) 905.0 = br= a si chiama fase dell'onda armonica. Questa relazione esprime la propagarione della fase dell’onda che assume lo stesso Valore per x =, = ( € per x ( tali che x = x, + 0(t ~ 4); si tratta di un diverso modo di dire che la sinusoide &( 1) avanza con velocita v. Aspetti energetici della propag: jone ondos:t Quando in un mezzo elastico inizialmente in quiete si produce un‘onda, il ‘mezzo comincia a muoversi in un campo di forze, acquistando cosi energia cinetica e potenziale; si é gia aecennato che per tale motivo la propagazione di un’onda & accompagnata da un trasferimento di energia fra parti diverse del mezzo. Diamo ora T'espressione esplicita del contenuto energetico dell‘onda elastica, partendo dall'ipotesi che ogni elemento del mezzo possa essere considerato come un oscillatore armonico vineolato ad oscillare intorno a una posizione fissa. La legge del moto di ogni elemento & pertanto: ale, ) = A sin(ky ~ of) Ricordiamo (vedi es. E.V.7) che Penergia totale (cinctica pitt potenziale) di un oscillatore armonico di massa m che oscilli con pulsazione « ¢ ampiczza A si mantiene costante nel tempo, e pud essere scritta nella forma ovvero (tenuto conto che © mos?) 1 atten an ores Pee Consideriamo, per fissare le idee, una sbarra molto lunga di materiale elastico, Se un estremo della sbarra viene sollecitato da una sorgente oscil- ante, nella sbarra si propaga un‘onda. Via via che Vonda si propaga, una nuova porzione della sbarra, precedentemente ferma, comincia a muoversi ed acquista dunque energia. Questa cnergia viene rifornita dalla sorgente, € per arrivare fino al fronte del treno c’onda fluisce anche attraverso ogni sezione della sbarra gia interessata dall’onda In generale, data un’onda piana che si muova nella direzione dell'asse x, ci proponiamo di calcolare ('energia meccunica che fluisce nell unitd di tempo attraverso una sezione di area unitaria disposta perpendicolarmente alla direzione di propagazione. Tale grandezza dE 37) "asa os7] viene deta intensind detl’onda © si misura nel sistema SI in wattlm. Inensita di wwonda E evidente che la quantita di energia dE che fluisce nel tempo dt altraverso una sezione elementare di area dS ortogonale alla velocita 8 pari allenergia contenuta in un volumetto di base dS e di altezza vdr; @ pud dungue essere scritta come I as! dB = udSvdi dove con w abbiamo indicato lenergia per unita di volume posseduta dal mezzo elastico interessato dall’onda. Abbiamo dunque: dE asant*? [X38] Dvaltra parte il calcolo detl’energia per unitd di volume uw pud essere effettuato facilmente tramite la [X.36]. L'energia dE posseduta dalla massa dm del mezzo elastico (sia dV il volume della massa dm) & infatti semplice: mente, secondo la [X.36]: fe dunque aw dove g & la densita del mezzo. Sostituendo nella [X.38] abbiamo infine ae Tu -v=5 007A’ [X39] Fissato il mezzo (cio® fissati @ © v) 'intensitd di un‘onda ¢ proporzionale al quadrato della sua ampiezza A e al quadrato della sua pulsazione w (0 della sua frequenza v) Liintensita serve, in particolare, per caratterizzare suoni ¢ remori in rapporto alle sensazioni uditive. Per esempio la soglia di udibiliti, ciok la minima intensita che viene percepita da un orecchio umano normale, di- pende dalla frequenza e vale: Login = 3» 10? wattim? ay seaio 1000 Hz Soglia di udibitiva di un suono Toogtig = 7+ 10"? wattim? a vy = 4000 Hz sextin Specialmente in acustica, si usa misurare V'intensita in decibel (db). A tal fine si introduce una intensitd di riferimento ly = 10" wattim?, Vintensita in decibel @ quindi definita dalla relazione Decibel Tgp) = 10 logy Wig) [X.40] L’uso di una scala Jogaritmica per lespressione della intensita dei suoni ¢ particolarmente comoda perché lapparato sensoriale dell'uomo (orecchio) ha una reazione pressoché logaritmica al variare della intensita dei suoni (tis- sata la frequenza). Espresse in decibel, le due soglie di udibilita sopra citate_ valgono: Fsogiia (AD) 10 logy, (3) = 4,77 db a 1000 Hz Taggiy (AD) = 10 login (7) = 8,45 db a 4000 Hz Soglia delta 11 sistema nervoso umano reagisce con sensazione di dolore a un eccesso di sensazione dolorosa in¢ensita sonora. Valori tipici della soglia dolorosa si aggirano intorno a 120 db. Esempi di intensita sonore tipiche Soglia di Conversazione a voce normale (aistanza 1m) ‘Traffico intenso (distanza qualche metro) 80 db Aerco al decollo (distanza decina dim) > 120 db potenza W della sorgente sia costante: cid vuol dire che nelunita di tempo viene ‘viata nello spazio una quantita costante di energia pari a W. Consideriamo ora due sfere Cy e Cy centrate in S, di ragei rispettvi ny ed ry. In assenza di effetti dssipativi nel mezzo, sia la superficie sferica C, che la superficie sferica Cy saranno attraversate a regime, nel unita di tempo, da quantita di energia fra loro uguali. Tali quantita di energia W possono essere scritte rispettivamente come prodotto fra le intensita che Fonda haa distanza ry ed ry da $e le superlii 4zri e any di C, ¢ di Cy Dungue: W = 40031 Do ai ne ones ei 2% nh a oe : 4, Ay Limensita dé taronda sferica, in asseuca ai effeai dissipucvt, deeresce i misura inversamente proporsionate al qiadruto delle distanca dalla sargeme, Poiché Vintensita & proporzionale all'ampiezza al quadrato A” (vedi eq, [X.39]) questa stessa legge si esprime, in termini di ampiezza, nella forma: lampiezza A di un‘onda sferica, in assenza di effeti dissipativi, decresce in misura inversamente proporzionale alla distanza dalla sorgente. In sintesi: Decremento con ta distanza della intensitd di un'onda sferica Onda sferica senza dissipazione: [xj > tk 18.7 PRINCIPIO DI SOVRAPPOSIZIONE In numerose circostanze accade che due o pit onde viag- gino simultaneamente e indipendentemente nello stesso ‘mezzo di trasmissione, Si pensi per esempio al suono pro- dotto da un orchestra: linsieme & senza dubbio complica- to ma un buon orecchio pud distinguere tra i suoni emessi dai diversi strumenti, Un altro esempio interessante & quello degli elettroni di un'antenna per la ricezione di se- gnali radiotelevisivi: i] moto degli elettroni & dovuto alla ricezione simultanea del segnale di diverse emittenti; cio- nhonostante & possibile estrarre un unico segnale e sintoniz~ zare l'apparecchio su una particolare stazione trasmittente; in linea di principio il segnale cosi osservato & Io stesso che si otterrebbe se lemittente selezionata fosse unica ricevuta dall antenna, Gli esempi appena menzionatiillustrano efficacemente it eosiddetto principio di sovrapposizione: quando pit onde si combinano in un punto del mezzo di trasmissione, lo sco: stamento risultante delle particelle del mezzo @ la somma degli scostamenti che si osserverebbero se ciascuna onda Viaggiasse da sola. Si supponga, per esempio, che due onde si propaghino simultaneamente lungo la medesima corda te- sae si denotino con yy(x,) € y2(,) gli scostamenti che si osserverebbero in presenza della sola onda 1 e della sola ‘onda 2. Lo scostamento della corda in presenza delle due onde & dato da 26D = OLD + Gt) 8.34) Nel caso delle onde meccaniche il principio di sovrapposi- zione vale se la forza di richiamo che agisce nel mezzo ela. stico varia linearmente con lo scostamento dalla posizione di equilib. In Figura 18.12 & riportata una sequenza di istantanee di uno dalf'altro a partire dal punto di coordinata x La pulsazione w con cui ogni punto oscilla & la stessa; essi oscillano tutti all'unisono con la pulsazione propria delle due onde componenti, pulsazione legata dunque alla lunghezza d’onda 2 dalla relazione aaw =k wo =kv= =; ovvero, in termini di frequenza Nodi delonda staztonaria Ventri delVonda stazionaria oe v . | [X.52 vat [X.s2] Un caso notevole di onde stazionarie si verifica in una corda vibrante bloccata agli estremi da due fermi rigidi A € B. Nei punti A ¢ B un’onda, generata ad esempio pizzicando la corda, si riflette; e si realizzano cosi le condizioni richieste affinché si generi un'onda stazionaria Le condizioni al contorno, specificate dal fatto che i punti A e B devono rappresentare due nodi (trattandosi di punti bloccati, in essi Tampiezza di ‘oscillazione dell’onda stazionaria non pud che essere nulla), impongono precisi vincoli alle lunghezze d’onda consentite per Poscillazione. Pitt precisa- mente, deve essere L owero 1 = 24 n intero) [X33] 2. In questi casi si dice che la corda Armoniche superiori vibra su armoniche superiori In generale, quando una corda vibra, il modo di vibrazione dominante & rappresentato dall’armonica fondamentale, con un contributo minore di armoniche superiori (€ di eventuali altri modi non mulipli dovuti al fatto che Vonda non & rigorosamente stazionaria). 1 mescolamento dei vari modi, cosi come & reso alla nostra sensazione uditiva anche dalla amplificazione della Timbro di uno strumemo casa armonica, costituisce il cosiddetto timbro di uno strumento. tere armonica ‘warts armonica Figura 16.30 Onde armoniche stazionarie in una corda con entrambi gti estremi fis IL PRINCIPIO DI HUYGHENS Data una sorgente che genera un'onda sferica nello spazio, ogni elemento di un fronte d'onda, ad un generico istante t, si pud considerare formalmente come una sorgente di onde sferiche secondarie tra loro in fase. II fronte d’onda relativo ad un istante successivo tdi é rappresentato dalla superficie inviluppo delle onde sferiche secondarie a tale istante di tempo. IL principio costituisce uno strumento di calcolo molto utile, in quanto consente di determinare Girettamente il fronte d’onda ad un certo istante una volta noto quello ad un qualsiasi istante precedente (0 successivo). E” uno strumento particolarmente utile per dimostrare le leggi delle riflessione e della rifrazione ¢ la propagazione ondosa in presenza di ostacoli o fenditure. bo ted 16.7) EFFETTO DOPPLER. { ese Quando una sorgente di onde 5 ¢ un rivelatore di onde R si muovono una ri- spetto all'altro, la frequenza percepita dal rivelatore risulta in generale diversa dalla frequenza propria della sorgente. I] fenomeno venne evidenziato per la Effetto Doppler prima volta con le onde sonore ¢ chiamato effetto Doppler, dal nome dello sco- pritore; esso si oserva con tutti tipi di onde, anche quelle clettromagnetiche e in particolare luminose. Chiamiamo 2, ¢ Vo la lunghezza d’onda e la frequenza delle onde sferiche ar- moniche emesse dalla sorgente; queste si propagano isotropicamente nel mezzo con velocita v ¢ vengono percepite dal rivelatore. Supponiamo inizialmente che, fissato un determinato sistema di riferimento, sorgente, rivelatore e mezzo siano in quiere. () ‘ondamo ce siamo defini ome onda una peri mquee exo sferica, su cui la fase @ costante; supponendo di far coincidere un fronte d’onda con una cresta d’onda, la successiva cresta @ distante A, come spazio c T, come tempo dalla prima, con differenza di fase 27. In un tempo At V'onda avanza di v At a ¢ in questa distanza sono contenuti N = vAt/A, fronti d’onda tutti in fase tra loro. Fisiia1620 ‘Quindi il rivelatore nel tempo At viene attraversato da questi N front d’onda ov- Rappresentazione schematica VETO peruepisce NV oscillazioni nel tempo At: cid equivale a dire che misura la fre- dell’onda emessa da una sor quenza (numero di oscillazioni al secondo) gente ferma che si propaga verso Un Fivelatore fermo, at” 2,at ~ F, coincidente con la frequenza propria della sorgente. La descrizione precedente viene modificata quando vi @ uno stato di moto re- lativo tra sorgente € rivelatore. Vediamo il problema prima in modo qualitativo. Supponiamo che la sorgente si muova con velocita ¥ inferiore alla velocita di pro agazione delle onde, lungo Ia retta congiungente § con R e nel verso da Sa R. Nella figura 16.21 sono rappresentati alcuni fronti d’onda emessi dalla sorgente a @ © eames Rapprevenuzione schemata dell'efleno Doppler con la sorgente si :muove verso il ivelatorefermo (a) e il ivelatore si mueve vers Iason gente ferma (b). intervalli di tempo pari a T,; in ogni periodo 7, la sorgente si & spostata di vs Ty che & minore di A, in quanto v¢ 0, Yq > Ya) che di allontana- mento (U5 <0, %q <¥%)- ‘Supponiamo adesso che la sorgente sia ferma e che invece sia in moto il rivela- tore, con velociti v, Iungo la retta congiungente S con R; supponiamo inoltre che R si stia avvicinando ad, S. Nel dato sistema di riferimento la distanza tra i fronti d’onda é sempre A,, perd il numero di fronti d’onda che interessano il rive- latore & N= (v + 0,)4t/A,, in quanto la velocita dell’onda rispetto aK & v + v, Quindi N _v+0__v40, a7 acl (16.33) Se R si allontana da S la frequenza V, percepita & minore di Vy se invece R si av Vicina alle sergente $ la frequenza percepita é maggiore ‘Le equazioni (16.32) e (16.33) possono essere compendiate in un"unica for- ‘mula, relativa al caso in cui la sorgente S si muova con velocita 0, e il rivelatore con velocita 0, parallele tra loro. Si applicano entrambe le correzioni vste: Ia ve- Tocita dellonda relatva al rivelatore &U+ Up, la dstanza tra ifiont d'onda & Ay ~ u,T,~ (0-2) Tye si ottiene vtrry, (16.34) v9, Si intende sempre che la velociti della sorgente ¢ del rivelatore siano minori in modulo della velocité di propagazione ‘Osserviamo che se U, € U, hanno stesso modulo e stesso verso V,= ¥g: cid che importante é il moto relative. Tuttavia (16.52), (16.88), € (16.84) che le riassume, non sono simmetriches leffetto non é lo stesso se la sorgente é fermae ilrivelatore 0, vg— —¥,) 0 8 i rivelatore é fermo € la sorgente gli si awicina si awicina (Us ). Sia infati 1 Vt e yee. e Vf non & eguale a vj a meno che non sia vj « u*. Solo per velocita piecole ri- spetto av le formule (16.82) ¢ (16.83) danno risultati praticamente coincidenti € non é possibile stabilire se & in moto la sorgente o il rivelatore. ‘La non simmetria dell'effetto Doppler nelle onde meccaniche risulta dalla trat- tazione dei due casi che abbiamo svolioall'inizio: la velocita dell'onda vista dal ri- velatore non é la stessa nei due casi. Abbiamo supposto finora che il moto del ricevitore o della sorgente avvenga comungue lungo la congiungente tra i due. Se cid non accade, & necessario considerare la componente della velocita lungo tale direzione. Per esempio: Ns ee ate pasSHsbSSHEBEEDEDInSSOUBESEDEE Vy ea $ Cid implica che se I’angolo & di 90° non c’é effetto Doppler. ProsLemt 16. 16.2 163 164 165 166 16.7 168 Un filo ceso ha una massa m =0.24 kg ed unaluaghezza 1 2.5 m. Si vogliono produrre onde armoniche che ab- biano ampiezza A =0.05 m, lunghezza d’onda A =0.5 m, che sipropaganosulfiloalla velacitiv =20 m/s. Calcolare lapotenza J, del generatore, trascurando gli attic Un filo di massa m = 0.24 kg e lungo L ~ 60 cm, sotto posto ad una tensione T = 80 N. Un oscillatore eletrico che funziona alfa frequenza v = 50 Hz genera onde mec: ccaniche sul filo. La potenza dell'osillatore & #,, = 350 W, Calcolare Pampiezza A delle oscillazion\. ‘Un'onda sonora piana armonica di pulsazione @= 2-10" rad/se intensiea I = 10-*W/me, spud propagarein ariae in acqua, per le quali densita e velocita di propagazione sono rispetiivamente: p, = 1.29 kg/m’, », = 344 m/s, py= 10° kg/m ev, = 1495 m/s. Calcolare mei due mezzi: a) la Iunghezza d’onda 2,,b) l'ampiezza A, dell'onda di spo- stamento ec) I'ampiezza dell'onda di pressione Ap, Un’onda sonora piana armonica di frequenza v= 500 He eampiezza A = 10* msi propaga in atiaa presione nor- male © temperatura ¢ = 20°C (p = 1.29 kg/m’). Caleo- lare: a) l'ampiezza dell'onda di pressione 4p. b) sita Fdell‘onda e c)ilsuo livello sonoro B. Lintensiti diun‘onda sonora sferica ad una eerta di- stanza é J, =0.5 W/m" alla frequenza v, = 1000 Hz. Caleo- late: a) Vintensicd & alla stessa distanza, se Pampiezza dll‘onda rimane costante e la frequenza vale v, = 2500 Hz, b) Tintensitd J, se Ta frequenza viene dimezata e Vampiezza viene raddoppiata, Un altoparlante produce nelaria a 20°C wn sono di Frequenza v= 2000 Hz e intensiti f= 5.6 + 10" W/m a distanza 1, = 6 m, Nell ipotesi di emissione isotropa, cal. ccolare: a) Vintensit alla distanza r, = 80m « Pampiezza dell'onda di pressione Ap, alle due distance, Una detonazione nell'atmosfera produce ad una di stanza r,= 400 m un'onda ci pressione ip, = 20 Pa. Cal colate: a i livelo sonoro 8, ¢ b) il ivello sonore Ban Kin di distansa nelVipotest che nom vi sia asorbi mento nellaria. Si astuma per Ia densiti dell arin p 1.20 kg/m e per la veloc b= $40 m/s. In una strada cittadina di grande taffico il livello sonora diusno prodott dal passaggio di 100 macchine al minuto 168) 16.10 16.11 16.12 16.13 16.14 & paria 8, =80 dB. Calcolare illietlo sonoro B, notturno, quandoil traffico scende a5 macchine al minuto. Una sirena emette nellaria un suono di frequenza 1080 He € si muove alla velociti v, = 10.8 m/s allontae nandosie dirigendosi verso tna collina, Calcolare: a) la frequenza ¥, del suono percepita proveniente diretta ‘mente dalla Sirena, b) la frequenza Vj, del suano riflesso dalla collina, Determinare: ¢) la frequenza ¥, dei batt- sti cei due stoni, specificanda se tali batimenti sono rivelabili dall‘orecchio. Si assuma v = 343 m/s come ve- locita del suono. Rimanendo fermi ad un semaforo si semte il suono della sirena di un‘auro della polizia che passa. Mentre (auto si sawicina la frequenza percepita 2 v, = 560 Hz, quando si allontana é v,= 480 Hz. Calcolare la velocita v, dell'aut, assumendo v = $43 m/s, Un paracadutista trasporta una sorgente di onde sonore di frequenza v= 1800 Hz. In fase di atcerraggio, quando Ja sua velocita di discesa & v,, un osservatore a terra per cepisce un suono di frequenza v, = 1850 He, Caleolare la velocita di discesa v,, asumenda v = 343 m/s, Un aereo a reazione vola ad una velociti v,= 1.5 Mach, Vonda d'urto raggiunge il suolo nelt'stante f= 11 ¢ dopo il passaggio dell'aereo sulla vertiale. Caleolare: a) rangolo @ che Vonda d'urto forma con la direzione di volo dellaereo eb) I'altezza h dell'acreo. Si assurma v =| 330 m/s come velocita del suono nellaria, Due onde (x, ¢) = asen(@i~ hx) € 4(8, 0 = asen(ar+ -bs), con a= Lem, @ = 200 rad/s € A= 50 cm, si propa ano in versi opposti lungo x Calcolare: a) lequazione della onda risultante s(x, 4) ponendo s(0, t) = 0-€ b) la ddistanza Av tra due nodi e due ventri consecutiv In una corda tesa esiste un’onda stazionaria rappresen: tata dall'equazione: la 0) = 05 sen0.2x-c0s8000 dove le lunghe2ze sono date in centimets e il tempo in second. Caleolare: a} la hunghezza d'oncda A, b) la fre= quenza ¥, c) Ia velocita v delle onde trasversalt sul corda ed) la hunghezza L della corela se essa vibra nella sua quaria armonica, 482 CAPITOL 16 ai 16.15 Una corda Iunga 1 ~ 50 em ha una massa per uni Iunghezza p, = 20-10" kg/m. Caleolare la tensione 7: a evi deve esser tesa la corda affinche la frequenza fonda. rental sia rispettiamente ¥y, = 50 Hz e ¥j.= 1000 He. 16.16 Un filo di rame, densité p= 9+ 10° kg/m’, lungo Z = 80 tem e di raggio r= 1 mm, &teso con tensione T= 10° N. Caleolare: a} la frequenza fondamentale ¥, di vibrazione, ») la corrispondente hunghezza d’onda A. Determinare i quanto varia W, sec) si raddoppia la tensione, 4) si rad doppia la massa per unita di lunghezza, e) si raddoppia il raggio, ) si raddoppia la langhezza. 16.17 Una corda di chitarra hinga L ~ 60 em, sottoposta ad una tensione T= 50 N, ha massa per unita di lunghezza 1p, =0.1 g/cm. Caleolare la frequenza v, pitt alta udibile al di soo della frequenza massima V,,.= 20 KHz. 16.18 Un tubo é tappato ad un estremo; soffiande all'intemo si sente una frequenza di risonanza v, = 80 Hz, Caleo- lare la minima lunghezza L,., del tubo, assumendo v = 340 m/s 16.19 Una canna dongano & lunga L = 4.8 m. Caleolave la fre- quenza fondamentale a f = 0°C: a) se la canna @ aperta vy, €) se la canna & chiusa v, Ripetere il calcolo ¢) per ¢ =20% 16.20 Due armoniche successive di una canna é’organo hanno Iunghezza d’onda 2, = 36 cm ¢ 2, = 28 cm. Determinare: a) sea canna d’organo é chiusa 6 éaperta e calcolare: b) Ja lunghezza L della canna, ¢) la frequenza fondamen: tale y, se la temperatura 8 {= 27°C 16.21 Un cortidaio di cemento, stretto e hinga L = 20m, & cchiuso ad entrambe le estremiti. Calcolare quante fre- {quenze di risonanza », si possono produrre, tra ¥, = 500 Hz. ¥, ~ 1000 He, assumendo v = 340 m/s. (Onde meccaniche 16.22 16.23 16.24 Ducaltopatlanti alimentat dam unico oseillatore di fe ‘quenza ¥= 31M Hz, sono posti sina pareve adistanza 2m. Unascoltatorestain in punto P difrontead uno dei dduealtopartand ad una distanza =m. Assumend per la velocitd del suono v = 340 m/s, caleolare: a) Ia diffe rena di fase 49 con cui Ie onde dei due altopatlanti tag sglungono P, b) Ia frequenza v" prossima a V = 800 He a Cui deve essere aggiustato Foscillatore affinché V'ascolts- tore in P percepiseaintensita minima (nulla) 80 s0— Pi Due altoparlanti, alimentati da un unico oscillator, sono posti a distanza d= 1.5 m e vengono uditi a di- stanza L = 12m, A tale disianza, nel punto O sullasse, si pereepisce un massimo dintensiti; spostandesi lange Masse x si percepisce un‘alternanza di minim e di mas simi d'intensita dstanziati di Ax = 0.4 m. Usando Pap prosiimazione ¢/L<< 1, € per la velocita del suono v = 540 m/s, calcolare Ia frequenza v delloscilatore, ° a ° ° L Lorecchio umano pud awertire, se opportunamente a: Fenato, battimenti d'intensita che hanno un periodo t = 2s, Calcolare la precisione con cui bisogna regolare la tensione T delle corde ai due pianoforti che devono suomare insieme alla frequenza ¥, = 400 He ¢ alla fre- ‘quenza ¥, = 1000 Hz, 496 Solurion’ a problemi ei Onde 16.1 p= 0.096 kg/m , ve 2 =40 Ha, w= 251 rad/s. aidna/s A [Pe 108m © 2, 4.60m 5 pata v= 151 W 14.1 ms" 3.85.em 16.2 p= 0.4 kg/m 163 a) L=2Rv/@ , 108m, A= 58-10% m 1 b) tet pata ) 13 ©) 4p=pvwA , Ap=0.03Pa © Ap,=1,73Pa 16.4 a) @=5.14- 10" rad/s, v= a1 VT = 20.055 \203 - 343 ms PL@A=1.30-107 Pa; b) J=Af*/(2pv) = 2.18-107 W/m? 6) B01 L844 165 bt 16.6 14Pa b) Ap, =0.70Pa , Ap, 167 168 169) 16.10 16.11 16.12 b) 195 m/s, h=v,fg0 = 4868 m 16.3, 2 /A= 0.125 em" , (x51) =2sen0.125.x005 2001 5 ti tee Sas om b) ae F 16.14 a) R= 02cm", 2= 314m © v-a/kelbms! 5 ab Soluiot ai problemi 6! Onde 1615 T=41p,v3=2-10V3 , a) 7, 200 N Py 16.16 ») p,=px?=288- kg/m , b) AyeBLav/y= Lim 5 d) Vy=¥)/V2=83.1He 5 fl Vir wy/2= 588 He 1617 v B eper n= 339 = 188 m/s, Yy=0/2L= 117.5 Hey 2 = 166.2 He 70.7 m/s, 2 ns 2-108, ns3395 aE 19073 He 16.18 A~%~495m , 1 17.26 He 7.88 He 16.19 a) 0, oe + il che non & possibile; e la canna é chiusa deve essere (2n + 1)A,= (2n+3)2, 5 a, a Incannaé chiusa jb) L=“P=63em 5 ¢) v= 20.055 /800— 3474s", vy=0/4L = 1378 He a ye taAS He, qaZbeto , elI7 , ianles8 Gequne teat yeZasone, wagbese ca 1a 8018 28) Hee 945 (n= 119 He saat a) 2=Le1a90m , apa BE (eed —a) =o by A’ = 20 +a?—a) = 1.211 m , v’=280.8 Hz Qms ya 3.23. Dall'esempio 16.5: send, 16.28 Dall'esempio 16.5: send, = x AL persend = (gO = = seca: gg = Som = SE Om) dda cui la distanza tra un massimo ¢ un minimo & x= 44 | 4-0.1m , v= 3400 He 2d ar. er y= 2 47-109 per y= 1000He 4 Figura 16.23 497

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