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RIASSUNTO
1. INTRODUZIONE
velocit particolarmente modesta (da 0.2 a 0.4 m/s), effettuata nella parte bassa
dellambiente e con temperatura di poco inferiore a quella media del locale.
Laria fresca cos introdotta tende a diffondersi senza turbolenza, rimanendo aderente
al pavimento, spostando lentamente verso lalto laria circostante pi calda,
favorendo e utilizzando i moti convettivi dovuti alla presenza di sorgenti termiche
localizzate. Questa tipologia caratterizzata da portate di aria immessa pi elevate
rispetto al caso precedente, ma, come gi esposto, con velocit e differenze di
temperatura ridotte.
c) distribuzione a flusso laminare orizzontale o verticale, che consiste nellimmissione
di aria da ampie porzioni di parete o di soffitto, con velocit uniforme dellordine di
0.4 0.5 m/s, che attraversa lambiente con movimento simile a quello di un pistone
fino ad essere ripresa dal lato opposto a quello di introduzione. In questo caso
lobiettivo principale lottenimento di un elevatissimo grado di purezza dellaria
ambiente con bassissimo grado di turbolenza, purezza dipendente essenzialmente
dalla qualit e quantit dellaria immessa. Ne conseguono rilevanti portate daria con
temperatura molto prossima a quella media dellambiente.
Nei sistemi impiantistici operanti con parziale o totale aria esterna, i diversi tipi di
distribuzione e quindi di terminali di immissione e di ripresa, influenzano in modo
determinante i noti parametri caratteristici di:
- efficienza locale e media di ventilazione;
- efficienza di ricambio dellaria;
- et locale o media dellaria in ambiente [1].
Vengono nel seguito presi in esame i terminali di distribuzione dellaria adatti a
ciascuna delle tre modalit di distribuzione descritte.
- Rapporto d'induzione: l'aria immessa con una certa velocit trascina nel suo
movimento ("induce") anche parte dell'aria ambiente
circostante, talch in ogni punto del getto si avr una portata
totale in movimento Wt superiore a quella Wi della sola aria
immessa; in ogni punto del getto si definisce quindi il
rapporto d'induzione:
I = Wt/Wi
Fisicamente l'induzione pertanto legata alla velocit del
getto ed al suo sviluppo perimetrale, derivando da questo
che i dispositivi ad elevato rapporto di induzione potranno
tipicamente essere del tipo ad ugelli (alta velocit) o a
sviluppo lineare (alto perimetro) o comunque conformati in
modo tale da generare ampie zone di "richiamo" dell'aria
circostante, come ad esempio certi tipi di diffusori a soffitto.
- Caduta: La situazione d'isotermia nella realt ben difficilmente si
verifica, essendo quasi sempre l'aria immessa pi calda o
pi fredda di quella ambientale; tale diversit di temperatura
(e quindi di densit) determina nel primo caso una tendenza
naturale del getto ad innalzarsi, nel secondo ad abbassarsi
("cadere"). Sempre con riferimento alla fig. 1, ad ogni
distanza dal punto dimmissione, ovvero ad ogni valore del
lancio, si pu quindi definire la caduta come la distanza
(positiva o negativa) fra la quota dellasse del getto nel
4 I terminali di distribuzione dellaria
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 7 - Diffusore a soffitto a flusso elicoidale con alette direzionali mobili interne
Fig. 13 - Diffusore lineare a feritoia con cilindretti orientabili per installazione a soffitto
Tabella 1
Velocit di Rapporto Lancio Posizionamento
Tipologia di
uscita (m/s) induzione
terminale
da-a da-a L M B Parete Soff. Pav.
Bocchette ad alette 28 24
Diffusori a coni 1,2 4 38
Diffusori spiroidali 26 4 12
Diffusori lineari 26 4 12
Ugelli 4 20 5 50
dove:
tx = temperatura locale a bulbo secco dellaria (nel punto di misura), C
tc = temperatura a bulbo secco media di set point (benessere) dellaria in ambiente, C
vx = velocit locale dellaria (nel punto di misura), m/s
0.15 = velocit di riferimento considerata ottimale, m/s.
La situazione ottimale si verifica quando il parametro si azzera. Durante lestate
risulta normalmente tx < tc e quindi entrambi i termini di temperatura e velocit sono
negativi quando vx maggiore di 0.15 m/s: in tale situazione i due termini si sommano
contribuendo entrambi alla sensazione di freddo.
Durante linverno generalmente tx > tc e qualsiasi velocit superiore a 0.15 m/s
contribuisce a ridurre leffetto di riscaldamento dovuto a tx.
I diagrammi di fig. 16 illustrano la percentuale di occupanti che lamentano insoddi-
sfazione per presenza di corrente daria, in funzione dei parametri locali di velocit e
temperatura; i diagrammi individuano altres il luogo dei punti con = 0 che separa le
zone caratterizzate da sensazione di caldo e di freddo. Da essi si evince che la zona pi
critica ai fini della sensazione di corrente daria quella compresa approssimativamente
fra 0.75 m e 1.5 m dal pavimento (corrispondente alla regione del collo degli occupanti).
percentuale di punti nei quali risultano soddisfatte le due condizioni sopra indicate.
Quanto pi alto il valore di ADPI, tanto pi si approssimano le condizioni ideali.
Le guide ASHRAE [4] forniscono utili indicazioni su questo parametro in
relazione ai tipi di terminale di distribuzione dellaria e ai carichi termici specifici in
ambiente (W/m2).
A differenza di quanto accade per i sistemi a flusso turbolento, nei quali si sfrutta
leffetto di mescolamento per omogenizzare in ambiente temperatura, umidit relativa e
purezza dellaria, i sistemi a dislocamento si basano sulla naturale tendenza dellaria pi
fresca introdotta nel locale dal terminale, a stratificare diffondendosi nella parte bassa
del locale medesimo. Conseguentemente laria pi calda, spostata verso lalto dal flusso
entrante e ulteriormente accelerata dalle correnti convettive create dalle sorgenti
termiche localizzate (persone, computer, lampade, ecc.), tende a raccogliersi nella parte
prossima al soffitto, dalla quale pu essere aspirata dai terminali di ripresa dellimpianto.
Appare subito evidente che questa tipologia distributiva trova la sua naturale
applicazione solo in regime di raffrescamento, a meno che non si impieghino sistemi di
riscaldamento radiante a soffitto.
Caratterizzano la distribuzione a dislocamento una bassa velocit di introduzione
dellaria (0.2 0.4 m/s) ed un differenziale di temperatura piuttosto modesto
(max. 6 7C) rispetto alle condizioni richieste nella zona occupata. Normalmente la
zona di influenza di un terminale pu avere un raggio variabile da 2 3 m fino a 7 8 m.
La fig. 17 illustra schematicamente il campo di flusso generato da un ipotetico
terminale a dislocamento; appare evidente come leffetto di spostamento combinato con
le correnti convettive favorisca il trasporto degli inquinanti leggeri verso la parte alta
dellambiente e quindi verso laspirazione con conseguente miglioramento della qualit
dellaria nella zona occupata.
14 I terminali di distribuzione dellaria
Fig. 17
d'aria, nei sistemi a flusso unidirezionale, sia determinata esclusivamente dall'area della
superficie di immissione dell'aria: da ci deriva l'importanza della oculata scelta della
parete da adibire all'introduzione dell'aria.
Fig. 19 Camera bianca con flusso non laminare (riduzione degli inquinanti per diluizione)
I terminali di distribuzione dellaria 17
Fig. 20 Camera bianca con flusso laminare (riduzione degli inquinanti per spostamento)
Fig. 21
I canali forellati (vedi fig. 15) realizzano invece un campo di moto dellaria
tipicamente turbolento ad elevato grado di induzione, con un comportamento ricondu-
cibile a quello degli ugelli a lunga gittata; questa caratteristica li rende adatti anche
allimpiego sia in regime invernale che in regime estivo e in presenza di fonti di calore
concentrate in ambiente.
Anche in questo caso i dati per un corretto dimensionamento sono forniti dai
costruttori, qualcuno dei quali ha avviato anche programmi di ricerca molto approfondita
sul comportamento e le prestazioni del sistema [3].
6. APPLICAZIONI
Si ritiene di fornire alcune indicazioni sulle principali applicazioni dei singoli tipi
di terminali rispetto alla configurazione e alle caratteristiche degli ambienti.
I terminali di distribuzione dellaria 21
RIFERIMENTI