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La profondità strategica turco-russa nel Caucaso meridionale

by Zaur Shiriyev

Published in Analisi & Reportages, Italiano,

on 27/05/2010

http://www.medarabnews.com/2010/05/27/la-profondita-strategica-turco-russa-nel-
caucaso-meridionale/

Original Version: Turkish-Russian strategic depth in South Caucasus

La Turchia e la Russia hanno per tradizione interessi vitali nel Caucaso meridionale;
non possono permettersi di ignorare questa regione; sebbene sia presto per parlare
delle implicazioni della “partnership strategica” turco-russa in quest’area, entrambi
i paesi hanno il massimo interesse ad assicurare una stabilità duratura nel Caucaso
– scrive l’analista Zaur Shiriyev

***

La recente “diplomazia pendolare” della Turchia tra Mosca, Baku e Tbilisi ha


confermato, seppur indirettamente, la profondità strategica della sua politica
estera, mentre il paese aspira a diventare un leader regionale e ad imporsi a livello
eurasiatico.

I buoni rapporti con gli stati del Caucaso meridionale risultano importanti per
raggiungere entrambi gli scopi.

La storica visita del presidente russo Dmitri Medvedev in Turchia ha fornito


un’opportunità per affrontare il discorso delle relazioni tra Mosca e Ankara
nell’instabile regione del Caucaso meridionale. Ancora più importante è stato
l’arrivo a Batumi (in Georgia), lunedì 17 maggio, del primo ministro turco Recep
Tayyip Erdoğan, proveniente da Baku, la capitale dell’Azeirbaigian, dove aveva
affermato che il suo paese non avrebbe ratificato un accordo per normalizzare i
rapporti con l’Armenia fino a quando il conflitto del Nagorno-Karabakh non sarebbe
stato risolto.

La politica estera turca nel Caucaso meridionale dovrebbe come prima cosa mirare
a risolvere tutte le dispute pendenti, che si sono accumulate negli anni passati a
causa della sua inerzia diplomatica. La spola diplomatica di Erdoğan nel sud del
Caucaso fa però sorgere spontaneo un interrogativo cruciale: può la profondità
strategica della Turchia – dovuta alla sua storia ed alla sua posizione geografica, e
alla sua cosiddetta “partnership strategica” con la Russia (come i media in Turchia
hanno recentemente definito le relazioni turco-russe ) – giocare un ruolo nel
restituire stabilità al Caucaso meridionale?

Le relazioni tra Turchia e Russia si sono sviluppate costantemente nel corso degli
anni ’90; su un binario parallelo, Mosca e Ankara sono state entrambe molto attente
ad evitare che le tensioni nel Caucaso potessero contagiare i loro rapporti bilaterali.
Sebbene alcune di queste tensioni possano apparire come il risultato di semplici
contrapposizioni bilaterali, il conflitto russo-georgiano sta a dimostrare come ciò
non sia più vero in un mondo globalizzato, e ancor meno in questa regione così
interconnessa. Un miglioramento di tale portata nelle relazioni turco-russe dovrebbe
(in teoria) portare grandi vantaggi alla situazione politico-economica del Caucaso
meridionale, un ponte tra due grandi partner commerciali. Maggiori prospettive di
sviluppo economico e di integrazione regionale dovrebbero aprirsi nel Caucaso.

Ma l’ostilità russa nei confronti della Georgia, e la sua ossessione riguardo al ruolo
giocato dalle potenze occidentali in quel paese, complicano di fatto i rapporti russi
con tutti i paesi caucasici e dimostrano ancora una volta l’importanza dei benefici
che un’azione strategica congiunta di Turchia e Russia avrebbe nella regione. Il
“congelato” riavvicinamento tra turchi e armeni ha anch’esso un effetto negativo,
visto che sia Ankara che Mosca hanno interessi comuni nella regione.

Secondo Eduard Popov – direttore del ‘Centro sul Mar Nero e il Mar Caspio’
dell’Istituto Russo di Sudi Strategici, attualmente in visita presso il ”Centro di Studi
Strategici”, un think tank con sede a Baku – le relazioni turco- russe si stanno
sviluppando in una partnership strategica nella regione. Popov sostiene, ad ogni
modo, che è necessario più tempo per migliorare i rapporti turco-armeni e quelli
russo-georgiani, prima che gli effettivi approcci di Mosca e Ankara possano portare
la pace nella regione.

Le lezioni della storia

In effetti una vera pace nel Caucaso meridionale richiede due importanti
cambiamenti strategici. Uno ci viene insegnato proprio dalla storia: non si possono
ignorare i conflitti irrisolti, se si vuole stabilizzare la regione. Questa stabilizzazione
dovrebbe cominciare ottenendo reali progressi nel risolvere i conflitti locali, spesso
chiamati “conflitti congelati”. In effetti questo termine non è appropriato, in quanto
questi conflitti sono tutt’altro che “congelati” – essi sono vivi e vegeti, con sviluppi
di diversa intensità e numerose conseguenze negative. Ciò che è congelato,
purtroppo, è il processo di risoluzione del conflitto stesso.
Sarebbe più accurato pensare questi territori fuori controllo come “gli ultimi
frammenti di un impero”, in cui le tragedie e le ingiustizie del XX secolo si
protraggono senza alcuna soluzione definitiva. Di certo, la presenza di conflitti
irrisolti è il maggiore impedimento allo sviluppo della democrazia nei paesi del
Caucaso meridionale.

L’altra lezione che si può trarre è di tipo geopolitico: Mosca ed Ankara, infatti, hanno
interesse a stabilizzare l’intera regione caucasica e le altre zone limitrofe. Questa è
probabilmente la ragione per cui si sono proposte come mediatrici nel conflitto in
corso tra l’Armenia e l’Azerbaigian per il Nagorno-Karabakh. Al momento la Russia
parteggia per l’Armenia piuttosto che per l’Azerbaigian; una tale parzialità però
impedisce un’effettiva mediazione. L’iniziativa detta “Piattaforma del Caucaso”, che
è stata resa pubblica da Erdoğan il 13 agosto 2008 a Mosca, ha portato comunque a
nuovi sviluppi: per la prima volta, l’intesa tra Turchia e Russia è stata apertamente
sfruttata per risolvere problemi nell’area geografica limitrofa ai due paesi.

Diversamente dall’Organizzazione per la Cooperazione Economica nel Mar Nero, che


ha sempre evitato queste tematiche, è stato annunciato che la Piattaforma per la
Stabilità e la Cooperazione nel Caucaso (Caucasus Stability and Cooperation
Platform , CSCP) sarà orientata verso la risoluzione dei problemi. Adesso sia Mosca
che Ankara sono impegnate a rivitalizzare la CSCP, con sforzi più seri e continuati
rispetto al passato. Ma per avere successo, la Turchia deve impegnarsi con
fermezza per ottenere la promessa, da parte di tutti gli attori nella regione, di
ripudiare l’uso della forza come mezzo di risoluzione dei conflitti.

In conclusione, la Turchia e la Russia hanno per tradizione interessi vitali nel


Caucaso meridionale; non possono permettersi di ignorare questa regione.
Sebbene sia presto per parlare delle implicazioni della “partnership strategica”
turco-russa in quest’area, entrambi i paesi hanno il massimo interesse ad assicurare
una stabilità duratura nel Caucaso. Questa è l’unica vera preoccupazione strategica
per questi due paesi vicini.

Zaur Shiriyev è un analista di politica estera residente in Azerbaijan

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