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Capitolo 5 LECONOMICITA
Lequilibrio istituzionale si ha quando tutti i membri del soggetto distituto condividono i valori, gli obiettivi, le
strutture, le modalit dellistituto e le logiche organizzative, e quando ricevono ricompense e benefici equi rispetto
ai contributi forniti. Lequilibrio istituzionale caratterizzato dalla durabilit e dallautonomia. Si ha equilibrio
istituzionale, ossia Economicit quando listituto in grado di attrarre risorse sufficienti per remunerare tutte le
condizioni di produzione e di consumo utilizzate per svolgere le combinazioni economiche. Essa la capacit
dellistituto di operare senza accumulare perdite. Leconomicit una condizione necessaria per la vita duratura di
un istituto, poich un principio ed un obiettivo essenziale per un buon governo distituto. Lazienda deve svolgersi
secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da consentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole. La
continuit e lo sviluppo di un istituto hanno un valore per i suoi membri attuali ma anche per quelli futuri e per
tutta la collettivit. Lautonomia si verifica quando non vi un ricorso sistematico ad interventi di sostegno o di
copertura delle perdite da parte di altri istituti. Il principio di economicit si concretizza attraverso: il perseguimento
di fini economici istituzionali e nel rispetto delle condizioni di svolgimento dellattivit economica. Questultimo
principio si suddivide in: equilibrio reddituale, monetario, efficienze, flessibilit e congruit delle remunerazioni.
Lequilibrio reddituale, ossia lequilibrio tra componenti positivi e negativi di reddito, esprime lattitudine della
gestione di rimunerare tutti i fattori produttivi compresi il capitale di prestito e quello di rischio. Esso deve essere
valutato in funzione del tempo e all oggetto di riferimento, infatti potrebbe fare riferimento oltre che alla singola
azienda anche ad un gruppo aziendale. Nel primo caso si tratter di Equilibrio Aziendale, nel secondo di Equilibrio
di Gruppo. Si ha economicit quando presente un buon livello di efficienza, espressa in termini di rendimento
fisico-tecnico dei processi produttivi. Solo in particolari condizioni le inefficienze possono essere trasferite
allesterno, senza danneggiare lequilibrio reddituale dellazienda, penalizzando altre aziende. Per efficienza
sintende la relazione che intercorre tra i risultati conseguiti e i mezzi impiegati. Essa si persegue applicando
metodi di lavoro che consentano di svolgere le operazioni senza sprechi di risorse e tempi, ma ricercando
linnovazione dei processi. Leconomicit dazienda ricerca la flessibilit, ossia la predisposizione di strutture e
combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsi allambiente. Inoltre data dalla congruit dei prezzi-costi
sostenuti e del capitale-risparmio e del lavoro, viene perseguita anche da aziende familiari o di produzione. Il
giudizio di adeguatezza o di congruit comporta lesame delle condizioni di ambiente che caratterizzano i diversi
mercati in cui le imprese operano. Per affermare che unazienda economica occorre che rimuneri in modo
soddisfacente il capitale proprio. Leconomicit strettamente correlata al conseguimento dellequilibrio
monetario, ossia alla capacit di far fronte agli impegni di pagamento. Le diverse manifestazioni temporali dei
costi e ricavi e dei flussi di redditi monetari si traduce in fabbisogno finanziario. E compito della gestione
finanziaria ricercare la copertura di tale fabbisogno, provvedendo alla raccolta dei mezzi finanziari sufficienti per
consentire lo svolgimento dellazienda. Il fluire del tempo lelemento cruciale che determina e giustifica la
necessit di considerare attentamente il rispetto dellequilibrio monetario. Tale vincolo pu spingere lazienda a
ricorrere eccessivamente allindebitamento pregiudicando il suo equilibrio reddituale e sua stessa sopravvivenza. Il
principio di economicit non sidentifica con il criterio della massimizzazione del profitto, esso si traduce nel
rispetto delle condizioni favorevoli al durevole mantenimento e allo sviluppo dellazienda, intesa come mezzo per
conseguire i fini dellistituto. Nellazienda familiare leconomicit viene conseguita se la produzione dei redditi da
lavoro e da gestione patrimoniale consente di coprire i consumi in misura adeguata alla posizione sociale e al
tenore di vita della famiglia. Questa produzione di redditi pu generare risparmio in grado di alimentare il
patrimonio. Lequilibrio monetario pu giocare un ruolo importante, che si risolve con la creazione di un fondo di
mezzi liquidi sufficienti a fronteggiare le uscite monetarie concentrate in dati periodi dellanno. Si ha economicit
dello Stato e degli istituti della P.A. se si realizzano i fini e se: la produzione e il consumo di beni pubblici siano
soddisfacenti per il funzionamento e lo sviluppo sociale ed economico di una collettivit, la corresponsione di
remunerazioni adeguate ai collaboratori e ai finanziatori, lelevata efficienza delle combinazioni economiche
realizzata mediante ladozione di buone tecniche di gestione, di organizzazione e rilevazione, limposizione di
tributi ripartiti secondo equit, lattuazione di una gestione patrimoniale che produca redditi convenienti e la
realizzazione di un risultato di risparmio o di un disavanzo contenuto. In molti istituti no profit solo una parte dei
costi coperta da ricavi provenienti da cessione di beni a terzi; lequilibrio reddituale si realizza su donazioni
volontarie provenienti da soggetti privati o pubblici. Il difficile equilibrio reddituale rende fragile anche lequilibrio
monetario e ci pu mettere a rischio la vita dellistituto e la sua autonomia. Gli istituti no profit, visto il divieto di
distribuire il profitto ai suoi membri, sostituiscono alla massimizzazione del profitto, quella della qualit del bene
prodotto. Tutti gli istituti no profit economicamente non autosufficienti, sono tra loro in competizione per
lacquisizione delle donazioni, che rappresentano il prezzo che i donatori sono disposti a pagare per i beni che
saranno goduti da altri.
Dopo aver stabilito il significato di rilevazione e aver precisato che questa nozione si identifica con
quella pi moderna e diffusa di sistema informativo, ci soffermeremo ad analizzare i seguenti temi:
1. Processi che stanno a fondamento delle rilevazioni
2. Gli oggetti della rilevazione
3. Diversi utilizzi dellinformazione allinterno dellazienda di produzione
Con il termine rilevazione si intende solo la raccolta o la rappresentazione ordinata di dati che
quantificano determinati caratteri dei fatti o fenomeni oggetto di osservazione.
La ragioneria la disciplina che si occupa delle rilevazioni e determinazioni quantitative, studiando i
metodi che risultano pi adeguati per conseguire gli scopi conoscitivi richiesti dallinvestigazione
scientifica e dalla pratica aziendale.
Le rilevazioni elementari (1) e le rilevazioni statistiche (3) vengono denominate nel loro insieme
Rilevazioni extra-contabili.
Attivit di rilevazione
1) I processi di rilevazione
- 2 CLASSIFICAZIONE
Questa seconda classificazione fa riferimento alle aree funzionali in cui queste sorgono e vengono
prevalentemente utilizzate.
Informazioni logistiche
Informazioni commerciali
Informazioni di produzione
Informazioni per la ricerca e lo sviluppo
I supporti della contabilit, la quale si avvale del metodo della partita doppia, sono:
Il piano dei conti: Strumento di attuazione della contabilit e consiste in un elenco di costi,
ordinati e collegati tra loro, in vista degli obiettivi conoscitivi che si intendono perseguire e
tenendo conto delle norme vigenti e delle esigenze interne dellazienda.
Regole di registrazione dei fenomeni: riguardano i modi e i tempi di iscrizione dei conti.
La contabilit generale si avvale di una prima nota dalla quale si prende avvio per le registrazioni sul
giornale e sul mastro, secondo il metodo della partita doppia.
Il giornale accoglie gli accadimenti e i relativi valori in ordine cronologico, mentre il mastro (insieme di
conti funzionanti) li accoglie in ordine sistematico per classi di fenomeni.
Allinterno della contabilit generale sono ricompresi altri sottoinsiemi contabili come:
Contabilit finanziaria (rileva i movimenti monetari e i rapporti di debito e di credito con le
banche)
Contabilit clienti (rapporti di credito con i clienti)
Contabilit fornitori (rapporti di debito con i fornitori)
CONTABILIT GENERALE
lordinato sistema di scritture dal quale deriva la formazione del bilancio di esercizio
Questo documento amministrativo costituisce il principale flusso informativo che lazienda indirizza ai
soggetti partecipanti allimpresa.
Nel conto economico del bilancio desercizio i componenti negativi di reddito sono classificati
essenzialmente per condizioni di produzione inserite nei processi economici aziendali.
Costi di acquisizione dei fattori produttivi = Componenti negativi di reddito = Costi elementari
COSTO DI PRODUZIONE: somma dei valori attribuiti ai fattori produttivi impiegati o utilizzati in una
data attivit.
Costi di fabbricazione
Costi di sezione o di centro
Costi di commessa
Costo di prodotto
ecc.
Il COSTO DI PRODUZIONE pu considerarsi come il risultato di una ripartita attribuzione di costi
elementari (o costi di acquisizione dei fattori produttivi) ad un dato oggetto.
Questi costi elementari, quando si riferiscono ai processi o ai risultati produttivi tra i quali vengono
ripartiti, si distinguono in:
- costi speciali o diretti: relativi a fattori produttivi che partecipano in modo esclusivo alla
coordinazione produttiva oggetto di determinazione del costo di produzione. (attribuzione
diretta)
- costi comuni o indiretti: sono, invece, quelli relativi a fattori che concorrono allo
svolgimento di pi coordinazioni produttive. (attribuzione indiretta)
La classificazione dei costi elementari in speciali e comuni una suddivisione relativa che dipende
soltanto dalloggetto di riferimento. Cambiando loggetto cambia anche la classe del costo elementare.
Gli oggetti di calcolo dei costi di produzione sono definiti anche con riguardo ad un certo periodo di
tempo:
- COSTI CONSUNTIVI: quando il periodo di tempo gi decorso
- COSTI PREVENTIVI: quando tale periodo ancora da decorrere
Costi effettivi: gli oggetti di calcolo possono essere espressione di una realt effettuale (passata,
in atto o prevista);
Costi ipotetici: gli oggetti di calcolo possono rappresentare possibilit alternative che avrebbero
potuto o potrebbero realizzarsi nei programmi di gestione futura.
Tra questi vanno compresi i Costi standard: i quali ipotizzano un certo livello di efficienza nello
svolgimento dellattivit produttiva.
o COSTI DI PRODUZIONE PARZIALI (costi dei vari centri operativi, il costo primo o diretto di
prodotto, il costo di fabbricazione comprensivo dei costi diretti e di quote di costi comuni di
fabbricazione).
o COSTI DI PRODUZIONE COMPLETI (costo comprensivo o pieno costo economico-tecnico
che si ottiene aggiungendo al costo complessivo elementi figurativi di costo).
La contabilit analitica nasce come naturale sviluppo delle rilevazioni extra-contabili dei costi di
produzione (contabilit dei costi rilevazione dei costi di produzione). Essa elabora i costi e i ricavi
provenienti dalla contabilit generale, al fine di svolgere analisi spaziali e temporali del risultato
reddituale che servono per risolvere problemi di gestione.
Lo scopo primario di questa contabilit fornire una serie di informazioni gestionali periodiche, dai costi
di produzione ai risultati parziali per combinazione produttiva, indispensabili per condurre la gestione
dimpresa soddisfacendo esigenze conoscitive e operative.
Nel caso in cui nella contabilit analitica vengano inseriti i costi standard si ottiene una contabilit
analitica a costi standard. Il costo standard un costo ipotetico, che ammette una certa ipotesi di
funzionamento della gestione. Il costo standard un costo-obiettivo, utile per valutare alternative di
azione, ma nel contempo anche un termine di confronto dei costi consuntivi.
Le variazioni (dette anche scostamenti, o varianti), risultato del processo di scomposizione che si
fonda su una logica differenziale, alimentano una successiva analisi volta a ricercare le ragioni profonde
cui devono collegarsi tali variazioni sia per individuare linsorgere di fatti nuovi, non previsti nella
determinazione delle condizioni operative programmate, sia per mettere in luce eventuali responsabilit
di organi di governo.
La contabilit a valori standard costituisce un supporto informativo utile per sviluppare processi di
controllo, processi direzionali tesi ad assicurare che gli obiettivi, in questo caso i valori standard,
vengano realizzati. Interrelazione tra processi di rilevazione e processi decisionali.
Negli ultimi tempi insieme ai valori stanno acquistando particolare peso nella gestione dimpresa le
quantit non monetarie. Rispetto ai primi, queste hanno la capacit, da un lato, di anticipare
laccertamento degli accadimenti aziendali e, dallaltro, di seguire in modo diretto e continuo il
comportamento dellazienda nel suo sistema competitivo. Il livello di servizio accordato alla clientela, la
qualit e laffidabilit del prodotto offerto, oltre al costo, costituiscono sempre pi i fenomeni da
parametrare e da seguire nel tempo. Su questa linea sono sorte metodologie come:
Value management
Activity based Management
I quali attraverso un sistema di indicatori prevalentemente non monetari, consentono di collegare
lambiente esterno con loperativit aziendale.
Capacit di anticipare la visione degli accadimenti: le quantit non monetarie possono essere
considerate i fattori determinanti dei valori e delle quantit economiche complesse come il reddito ed
il capitale di funzionamento.
Dalla contabilit direzionale si ottiene un flusso di output chiamato reporting che consente di
soddisfare tre fondamentali bisogni direzionali:
1. Stabilire le tendenze evolutive del rapporto impresa-ambiente, per cogliere in via anticipata le
minacce e le opportunit;
2. Verificare se si stanno realizzando gli obiettivi reddituali, competitivi e sociali prestabiliti;
3. Disporre di una base dati che consenta di creare e richiamare archivi di dati che interessano, di
formattare loutput nei modi ritenuti pi idonei per visualizzare e rappresentare i fenomeni e di
sviluppare processi di scelta in modo funzionale alla varie esigenze operative.
Risulta importante il rispetto di regole di comportamento per non essere sommersi da informazioni con
il pericolo di ridurre invece che di sviluppare le conoscenze.
Tali regole sono:
Principio di selettivit
Principio di pertinenza
Bilanciamento tra tempestivit e attendibilit
Analizziamo i sistemi di autoregolazione con i quali si assegnano gli obiettivi e le risorse e si valutano a
posteriori tutti i risultati conseguiti.
Sistemi di pianificazione
Sistemi di programmazione
Sistemi di controllo
Essi sono strettamente collegati con i sistemi informativi dai quali traggono gli elementi conoscitivi
indispensabili per la loro concreta applicazione.
La pianificazione strategica il processo mediante il quale vengono definiti gli obiettivi, le politiche e
gli assetti delle combinazioni economiche dellazienda. Si tratta di stabilire dove limpresa intende
operare, quali obiettivi si intendono perseguire, come si vuole operare in quel contesto, e cos via.
La pianificazione strategica pu ispirarsi a tre finalit:
1. elaborare obiettivi e piani a medio e lungo periodo, ossia di esplicitare le strategie aziendali
2. decidere lassegnazione delle risorse strategiche alle varie coordinazioni e combinazioni parziali
attivando anche processi di contrattazione tra le corrispondenti unit organizzative.
3. Produrre condizioni organizzative quali lorientamento allinnovazione, al lungo periodo,
allintegrazione, al continuo collegamento con le variabili del sistema competitivo e cos via.
2. Il controllo un processo che, sulla base di un continuo riscontro tra obiettivi e risultati, volto
ad assicurare la realizzazione degli obiettivi aziendali.
Con il controllo si segnala la presenza di problemi decisionali spingendo al riesame della
congruenza degli indirizzi seguiti.
In chiave organizzativa, il controllo stimola il comportamento degli operatori aziendali
indirizzandolo verso il conseguimento degli obiettivi dellimpresa.
Il controllo si attua a mezzo del reporting che viene alimentato dalle risultanze della contabilit
direzionale integrata.