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CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE di Airoldi, Brunetti, Coda

Capitolo 1 LE PERSONE, LATTIVITA ECONOMICA, LECONOMA AZIENDALE


Gli uomini si procurano i beni e i servizi di cui necessitano per soddisfare i propri bisogni svolgendo lAttivit
Economica. Tuttavia a causa di problemi legati alla scarsit delle risorse, luomo interagisce con soggetti diversi
detti Operatori Economici, originando un sistema economico. I soggetti che partecipano allattivit economica sono:
Famiglie, Imprese, Stato ed Istituti No Profit. Essi sono i protagonisti ed il centro motore del Sistema
Economico, nellambito dei quali vengono prese decisioni relative alle scelte pi adatte per adeguare i mezzi
limitati al soddisfacimento dei bisogni della collettivit. Le azioni delluomo sono determinate dalla necessit di
soddisfare i propri bisogni, ossia stati dinsoddisfazione che provocano situazioni di disagio. Distinguiamo i Bisogni
Naturali, legati alla sfera biologica degli uomini; Sociali che riguardano la spiritualit, letica e lestetica;
Essenziali, necessari per la sopravvivenza; Voluttuari, influenzati dalla civilt ed avvertiti solo dopo aver
soddisfatto quelli primari, e variano secondo le abitudini, della moda e del livello sociale e culturale. I bisogni degli
uomini si sono modificati con il trascorrere delle epoche e delle evoluzioni sociali. Luomo primitivo, per
sopravvivere, doveva procurarsi il cibo, combattere contro gli animali e trovare un riparo. Oggi luomo moderno
tende a migliorare la qualit della vita soddisfacendo nuovi bisogni. E, infatti, insito nella natura umana, non
appena si raggiunge un certo livello di vita, desiderare di migliorarlo ulteriormente. I bisogni delle persone si
dispongono in gerarchia, cio variano in base ai redditi disponibili. Essi si soddisfano attraverso limpiego di beni o
di servizi disponibili in quantit limitata. I beni si distinguono in: Economici, ossia merci o servizi limitati rispetto al
fabbisogno umano e lindividuo sostiene un onere per procurarlo; Non Economici, sono beni liberamente
disponibili in quantit e qualit sufficienti per tutti; Primari e Voluttuari; Complementari, che soddisfano un
determinato bisogno solo se impiegati congiuntamente; Fungibili, che possono essere sostituiti ad altri nel
soddisfacimento di un dato bisogno; Differenziabili, sono beni che hanno caratteristiche diverse rispetto a quelli
analoghi offerte da altre imprese; Commodities, sono beni offerti con caratteristiche uguali da tutte le imprese; Di
Consumo, acquistati per soddisfare un determinato bisogno senza subire altre trasformazioni, Strumentali,
utilizzati per produrre altri beni; Ad utilizzo singolo o durevoli a seconda che esauriscano la loro attivit con un
solo utilizzo o in pi utilizzi; A consumo individuale o collettivo; Pubblici o Privati. LAttivit Economica
consiste nello svolgimento di operazioni di produzione e consumo dei beni economici, mediante le operazioni di
trasformazione tecnica che si svolgono in tutti gli istituti e che riguardano trasformazioni fisiche, spaziali e logiche
sulle merci, dati e conoscenze, ed operazioni di negoziazione che caratterizzano gli Istituti ed i sistemi economici
nei quali essi operano. Le Negoziazioni si classificano secondo loggetto scambiato, che siano beni pubblici, privati,
mezzi monetari, copertura di rischi e lavoro. Le negoziazioni si svolgono secondo condizioni di scambio e forme
contrattuali, dove spesso si aggiungono cooperazione e competizione fra gli Istituti ed operazioni di configurazione
e di governo degli Istituti attraverso la determinazione dellAssetto Istituzionale, organizzazione, rilevazione e
informazione. Le imprese operano allinterno di un mondo molto complesso, con il fine principale di produrre
remunerazioni, ossia redditi; ci perseguito anche dai lavoratori e dai conferenti di capitale proprio. La produzione
economica un insieme di operazioni attraverso le quali i beni sono trasformati con limpiego di energie umane e
materiali, in modo da renderli idonei a soddisfare i bisogni. I fattori di produzione sono: materie prime,
infrastrutture, lavoro, risorse naturali, beni pubblici e liberi. I fattori di produzione sono fondamentali per ogni
impresa e suscitano, nelle persone che le conferiscono, interessi economici nei riguardi dellimpresa. I fattori
principali sono: il Lavoro, inteso come complesso di azioni svolte dagli uomini che dedicano in modo continuo la
propria attivit lavorativa presso limpresa, ed il Capitale, destinato ad essere impiegato per originare una
produzione. I fattori principali di produzione fanno capo allimpresa, intesa come insieme di persone che hanno
interessi economici primari e, di conseguenza, il diritto-dovere di governarla. Per oltre due secoli, i giuristi hanno
rappresentato lessenza economica della persona umana usando la figura dellHomo Oeconomicus, soggetto
egoista, orientato alla massimizzazione dei propri redditi in maniera coerente e previdente nel tempo. Le moderne
ricerche economiche tendono, invece, ad adottare la figura di persona umana, membro di una societ, che svolge
lattivit economica per soddisfare i propri bisogni, che compiono le loro scelte economiche con razionalit limitata
e che condividono i valori della solidariet, della lealt e del progresso. Nella psicologia delle persone esiste un
fattore che influenza il comportamento di ciascuno attraverso esperienze di mercato e le scelte sono dettate da
preferenze che, a loro volta, sono influenzate da bisogni fondamentali, da abitudini, dalle caratteristiche dei beni,
da esperienze passate, dalle caratteristiche delle persone con cui sinteragisce, con lobiettivo di massimizzare il
proprio benessere individuale. LAttivit Economica comporta una serie di continue scelte e decisioni che le
persone seguono attraverso la logica della razionalit assoluta o limitata. Il soggetto che prende una decisione,
adottando la razionalit assoluta, in grado didentificare il problema da affrontare, gli obiettivi da raggiungere
saranno perfettamente chiari, tutte le informazioni sono disponibili, compir un esame esaustivo di tutte le
conseguenze legate alle diverse scelte, le alternative saranno confrontabili ed il decisore sceglier lalternativa
migliore. Acquisire informazioni perseguendo razionalit assoluta, comporta costi e tempi, poich essendo
disponibili solo in parte, si possono presentare contrasti fra le alternative ed il decisore, dovr tener conto anche
delle preferenze della collettivit. Per questi motivi la razionalit assoluta, in realt un modello autoptico poich
limitato. Secondo leconomista Herbert Simon, gli individui, pi che fare scelte ottimali fanno scelte soddisfacenti,
per i vincoli svolti dalle organizzazioni e per i limiti imposti dal sistema cognitivo umano. Il decisore parte da attese
iniziali, una prima ricerca porta ad individuare qualche possibile soluzione, la valuta e si potranno avere
caratteristiche inferiori, pari o superiori rispetto alle attese. In seguito avviene la correzione delle attese, attraverso
cui il decisore esamina altre possibili soluzioni, valuta le alternative ed infine avviene la scelta. Per perseguire i loro
fini, le persone interagiscono tra loro sia occasionalmente sia in maniera pi o meno stabile. Lazione individuale
nellambito di una societ produce benefici individuali e collettivi, lottenimento di tali benefici richiede
comportamenti appropriati che sono influenzati dallappartenenza dei singoli a gruppi sociali ed a collettivit. Il
gruppo sociale composto da un piccolo numero di componenti che condividono valori di fondo, orientato al
perseguimento di obiettivi comuni, si forma spontaneamente, ha una struttura sociale interna, sviluppa norme che
tutti i membri devono rispettare, coeso e permane nel tempo se si raggiunge un equilibrio tra quello che ciascun
membro fornisce al gruppo e quello che si ottiene, decade quando si rompe questequilibrio. Ogni gruppo sociale
deve avere un leader che lo guidi, una debole leadership porta al declino del gruppo. Attorno ad ogni persona che
occupa una certa posizione in una collettivit si forma un sistema di attese di comportamento, ossia un Ruolo. Un
gruppo in equilibrio quando i ruoli sono coerenti e complementari, se le attese sono incoerenti ed incompatibili si
originano tensioni di ruolo che compromettono lefficacia e lesistenza del gruppo. Ogni giorno le imprese prendono
svariate decisioni, e per sostenerle al meglio devono essere fra loro coordinate, coerenti ed in concorrenza. Ogni
processo decisionale richiede limpiego di tempo ed energia da parte dei decisori, tali risorse essendo scarse,
possono comportare che alcuni processi decisionali inizino ma siano subito conclusi, mentre altri possono arenarsi
senza neanche iniziare. Le scelte che scaturiscono dai processi decisionali implicano lutilizzo di risorse limitate e di
conseguenza scelte e soluzioni possono essere in concorrenza fra loro, infatti, uno stesso problema pu trovare pi
soluzioni e spetter ai decisori scegliere quella pi soddisfacente da adottare. Nelle decisioni le persone apportano
ai problemi differenti priorit ed attribuiscono unelevata criticit. Una scelta si compie se viene presentata in modo
compiuto e convincente come risposta ad un problema percepito come rilevante ed urgente. I processi decisionali
delle imprese sono parzialmente strutturati con meccanismi di razionalit e le loro strutture organizzative sono
influenzate da procedure e routine che, si suppone, coerenti con gli stessi obiettivi aziendali. Lattivit economica
svolte dalle persone soggetta a spinte divergenti, poich le persone hanno differenti valori e bisogni e le risorse
disponibili sono limitate. La ragion dessere della societ e la condizione essenziale per il loro efficace
funzionamento la Cooperazione tra le persone che vi fanno parte, che produce una Rendita Organizzativa che
spetta a tutti quelli che cooperano. Tuttavia limperfetta conoscenza dei contributi individuali e dei risultati
realizzabili, d inizio ad una serie di comportamenti opportunistici che porteranno a loro volta, sfiducia nel
personale. La costituzione di un rapporto di fiducia nasce da comportamenti virtuosi, funzionali alla
massimizzazione del benessere individuale e ci porter lindividuo ad avere buone relazioni sociali, bassi costi di
transazione, ideali di giustizia, equilibrio e progresso. Tali concetti sono espressi da Mc Gregor con lanalisi delle
profezie auto verificanti ossia la Teoria di X e Y. Lassetto organizzativo coerente con lipotesi organizzativa della
natura umana, causa comportamenti restrittivi ed opportunistici (Teoria X). Poich le persone sono soggette ad un
assetto costrittivo e limpossibilit di esprimere giudizi comporta limpossibilit di assumere responsabilit
complesse, fanno s che si creino delle situazioni di sfiducia reciproca. Invece, quando le persone tendono ad
assumersi responsabilit spontaneamente ed abbiano atteggiamenti leali, sidentificano con lazienda, con i suoi
obiettivi e con la professione (Teoria Y), si sviluppano assetti istituzionali che favoriscono lefficienza e la
soddisfazione, in quanto la persona si realizza, produce di pi ed il profitto aumenta. Le scienze economiche si
articolano in: economia aziendale e politica. Entrambe hanno in comune lattivit di produzione e il consumo dei
beni atti a soddisfare i bisogni. Leconomia politica osserva aggregati complessi per cui elabora teorie economiche,
mentre leconomia aziendale analizza aggregati minori, studia i fenomeni aziendali e le teorie economiche utili per
tutti i tipi distituti. Le scienze economiche sono orientate al cambiamento, allinnovazione e alla ricerca di migliori
modalit per lo svolgimento dellattivit economica. Il principale obiettivo delleconomia massimizzare la
disponibilit delle risorse scarse, ossia dei beni economici e linnovazione economica, fonte di progresso economico
come strumento di progresso civile.

Capitolo 2 GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA


La complessa societ umana si articola in altre societ che si aggregano secondo relazioni molteplici. Le persone
tendono a far parte di gruppi per produrre risultati non ottenibili con le risorse individuali e per soddisfare i bisogni
di socialit mediante relazioni interpersonali. Ogni societ persegue il bene comune dei suoi membri. Lazione
coordinata degli istituti, che operano in contesti dinamici, d origine alla rendita organizzativa e al risultato
residuale. La rendita organizzativa un vantaggio economico originato dalla cooperazione fra pi persone volte
allo stesso fine, attraverso la stipulazione di patti che determinino contributi e ricompense. Il Risultato Residuale
frutto della cooperazione e dellincertezza, ed quanto residua dopo aver remunerato tutti sulla base di patti. La
vita delle persone nella societ caratterizzata dalla nascita e dallo sviluppo di Istituzioni, ossia da regole e
strutture di comportamento stabili per singoli e gruppi. Le societ che assumono caratteri istituzionali sono detti
Istituti, ossia elementi costituiti per durare nel tempo, ordinati ed autonomi. Le scienze distinguono gli istituti in
famiglie, ossia societ umane naturali ed organizzazioni, orientate al raggiungimento di scopi specifici e dotati di
regole di comportamento. Lattivit economica si svolge negli istituti, dove avviene lattivit di produzione e di
consumo dei beni economici. Le imprese sono istituti tipicamente economici, le famiglie e lo Stato presentano
caratteri di natura sociale, etica, politica e religiosa. Negli istituti no profit in alcuni casi prevalgono contenuti
economici, in altri contenuti sociali e politici. Leconomia aziendale studia lordine delle aziende: lazienda di
consumo, di gestione patrimoniale, familiare, di produzione, lazienda composta pubblica e lazienda no profit. I vari
istituti si distinguono per: le finalit dominati, il fine economico immediato, i portatori degli interessi economici
istituzionali, di quelli non istituzionali ed i processi economici caratteristici. La famiglia listituto primario della
societ, le sue finalit dominanti sono di ordine sociale, etiche e religiose, ed il fine economico immediato consiste
nellappagamento dei bisogni delle persone che la compongono. Tra i fini economici della famiglia rientra il
soddisfacimento di attese economiche dei non membri della famiglia e ci rappresenta il soddisfacimento degli
interessi economici non istituzionali. La famiglia unazienda di consumo combinata con fattori lavoro e studio, il
suo patrimonio formato da beni di conferimento da eredit e da risparmio, i redditi derivano dal lavoro e dalla
gestione patrimoniale, e partecipa al finanziamento delle produzioni e dei consumi degli istituti mediante il
pagamento dei tributi. I redditi percepiti non vengono interamente spesi e contribuiscono alla creazione del
risparmio che pu essere impiegato acquistando beni, quote di societ e concedendo prestiti. Limpresa un
istituto con caratteri dominanti e finalit di tipo economico. Il fine economico immediato dellimpresa la
produzione di remunerazione, i portatori degli interessi economici istituzionali sono i prestatori di lavoro ed i
conferenti di capitale di rischio, cui sono destinate le remunerazioni prodotte dallimpresa, che diventano redditi e
patrimoni della famiglia di cui i membri sono lavoratori e conferenti di capitale di risparmio. I portatori degli
interessi economici non istituzionali sono i fornitori, i clienti, i conferenti di capitale di risparmio e lo Stato. Le
imprese sono aziende di produzione di processi economici come le trasformazioni tecniche, le negoziazioni di beni,
di credito e di rischi. Lo Stato e gli istituti pubblici hanno lo scopo di perseguire il progresso sociale e spirituale
dei suoi membri e si articolano in varie amministrazioni territoriali. Nelle aziende composte pubbliche si attuano
processi economici di produzione di beni pubblici cui segue la raccolta dei tributi. I fini economici immediati sono
lappagamento dei bisogni delle persone che rientrano nella politica territoriale mediante la produzione e il
consumo dei beni pubblici e la remunerazione dei lavoratori. I portatori degli interessi economici istituzionali sono
tutti i componenti dellentit politica ed i lavoratori, mentre i portatori degli interessi economici non istituzionali
sono i fornitori, i conferenti di capitale di prestito ed altri istituti. Gli istituti no profit sono di natura privata e
prevedono il divieto di distribuire il reddito ed il patrimonio fra i suoi membri. Essi sispirano a finalit di ordine
sociale, morale e culturale e nascono dallopportunit di dare spazio ad attivit di solidariet, nelle quali possono
ritrovarsi sia gli interessi dei singoli sia della collettivit. I portatori degli interessi economici istituzionali sono gli
associati, i donatori, lo Stato ed i lavoratori, mentre i portatori degli interessi economici non istituzionali sono i
fornitori, i conferenti di capitale di prestito, i clienti e lo Stato. Gran parte dellattivit di produzione non si svolge
allinterno delle famiglie, poich non sarebbe conveniente se non impossibile quando si vogliano adottare
tecnologie progredite. Le persone specializzate sono pi efficienti rispetto ad unit meno specializzate e la
produzione ottenibile da unit produttive specializzate sono superiori a quelli ottenibili da una famiglia. Per questo
conveniente produrre grandi volumi di uno stesso bene da cedere, piuttosto che produrre piccoli volumi di beni
destinati allautoconsumo familiare. Esse possono operare come entit autonome scambiandosi gli input e output
del mercato, ma ci comporta Costi di Transazione, ossia costi di negoziazione particolarmente elevati quando la
razionalit limitata delle persone deve confrontarsi con molta incertezza e complessit e quando comportamenti
opportunistici rendono difficile la ricerca di partner per realizzare scambi, conviene quindi aggregarsi in ununica
autorit in cui i costi dintegrazione sono pi bassi rispetto a quelli del mercato. Oltre allistituto della famiglia, il
formarsi dimprese, Stato ed istituti no profit, deriva dallopportunit di sfruttare lefficienza delle imprese che
operano nei mercati stimolati dalla concorrenza, dalle competenze, dalle capacit imprenditoriali finalizzate a
massimizzare il benessere individuale, dalla necessit dinterventi statali quando lazione privata provocherebbe
inefficienza o iniquit. Allinterno di ogni istituto possono venirsi a creare delle realt e situazioni molto diverse
dovute al dinamismo ambientale, del mercato e allinnovazione. I tipi di sistema economico sono: Il Modello
dellAutoconsumo formato da famiglie che svolgono tutte le attivit di produzione e consumo. In questo sistema
non vi sono forme di specializzazione economica ma presente una ripartizione di compiti; Nel Modello
Atomistico di Mercato esistono persone che svolgono in autonomia la propria attivit lavorativa specializzata
senza raggrupparsi in imprese e le loro attivit sono coordinate da meccanismi di mercato; Nel Modello della
Gerarchia Totale lorganizzazione statale pianifica lintera attivit economica; Nel Modello della Pluralit di
istituti specializzati il sistema economico e sociale costituito da numerosi istituti. Una delle caratteristiche pi
importanti dei sistemi economici la specializzazione che comporta vantaggi, poich le attivit si svolgono
rapidamente, efficacemente, con meno fatica e si hanno risultati di migliore qualit. Tali vantaggi sono detti
Economie di Specializzazione, determinate da: limpiego ottimale delle competenze individuali limitate e
disomogenee, differenziazione degli orientamenti manageriali e tecnici, riduzione dei costi di apprestamento e di
passaggio tra le fasi, migliori performance degli impianti specializzati ed identificazione e motivazione al lavoro.
Una forte specializzazione pu demotivare una mansione e pu produrre svantaggi come: alti costi di
coordinamento che aumentano quanto sono maggiori i rapporti fra i soggetti che svolgono lattivit economica, i
costi di rigidit e gli investimenti specifici, che frenano la flessibilit ed il cambiamento, e la demotivazione che
porta ad attribuire alle persone compiti isolati, semplici e ripetitivi che frenano i bisogni della socialit, stima e
realizzazione. La specializzazione cresce allestendersi dei mercati, in modo tale che le imprese possono ingrandirsi
e specializzarsi, maggiori sono le dimensioni del mercato e maggiori sono gli incentivi per gli investimenti di ricerca
e sviluppo.

Capitolo 3 LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DISTITUTO


Linsieme delle operazioni economiche svolte dalle persone in un istituto forma le combinazioni economiche
generali. Leconomia aziendale si occupa delle azioni e dei fenomeni che si manifestano nellazienda e nel suo
ambiente, che costituiscono il Sistema degli Accadimenti, nellambito del quale una posizione dominante
costituita dalle combinazioni economiche generali. Esse sono costituite dallinsieme delle operazioni economiche
svolte delle persone allinterno di un istituto e si articolano in coordinazioni e combinazioni economiche parziali e
delle negoziazioni. Le coordinazioni economiche parziali sono insiemi di processi caratterizzati da una
funzione, e da un insieme di competenze specialistiche applicate al loro svolgimento. Le coordinazioni parziali delle
imprese sono riconducibili alla Configurazione dellAssetto Istituzionale, alla Gestione suddivisa in caratteristica,
finanziaria, patrimoniale, tributaria ed assicurativa, allOrganizzazione e Rilevazione. Le operazioni di
configurazioni dellassetto istituzionale determinano la nascita, la trasformazione e lo svolgimento
dellimpresa, dove si decidono i fini, i campi di attivit, le strutture di governo e le alleanze dellazienda. Per le
imprese sono di primaria importanza le scelte di configurazione del capitale proprio, ossia le scelte in merito ai
conferenti di capitale di rischio e in quale misura rispetto al fabbisogno monetario dellimpresa. La Gestione un
complesso di operazioni attraverso le quali limpresa attua la produzione economica. La Gestione Caratteristica
linsieme delle operazioni di gestioni che identificano la funzione economico-tecnica di ciascunimpresa ed
origina costi e ricavi e, per differenza, un risultato operativo della gestione caratteristica. Nelle imprese
manifatturiere la gestione caratteristica si articola nelle operazioni di: ricerca e sviluppo, acquisto di merci e servizi
destinati alla produzione, fabbricazione, commercializzazione e logistica. La Gestione Finanziaria linsieme
delle operazioni volte a coprire il fabbisogno finanziario, ossia dei mezzi monetari necessari per avviare limpresa e
per sostenerne lo sviluppo. Il fabbisogno finanziario nasce perch nelle imprese gli incassi derivanti dalle vendite si
manifestano dopo ai pagamenti derivanti dagli acquisti. Esso pu essere coperto ricorrendo al capitale proprio o di
rischio e a quello di prestito. La gestione finanziaria una gestione passiva, poich comporta interessi passivi sul
capitale di terzi e remunerazione del capitale proprio. Pu accadere che, per un certo periodo, limpresa abbia
mezzi monetari eccedenti rispetto al fabbisogno della gestione caratteristica; in questi casi si attiva la Gestione
Patrimoniale che consiste nellinvestimento di tali mezzi monetari al fine di trarne un reddito. Linvestimento pu
consistere, nellacquisto di titoli di Stato o di azioni di altre imprese. La gestione patrimoniale , in linea di principio,
una gestione attiva. La Gestione Assicurativa consiste nella copertura dei rischi dimpresa mediante la
sottoscrizione di contratti di assicurazione. Questa una gestione tipicamente passiva, in quanto comporta il costo
di premi assicurativi e indennizzi a fronte di danni equivalenti. La Gestione Tributaria consiste nella liquidazione
e nel pagamento di una vasta gamma di tributi che le imprese corrispondono allo Stato a fronte dei beni pubblici
ricevuti; per tanto una gestione tipicamente passiva poich comporta solo oneri. Tutte le gestioni, con i loro costi
e i ricavi concorrono a determinare il risultato dellimpresa. Analogamente, tutte le gestioni, con i loro pagamenti e
riscossioni, determinano i flussi monetari dellimpresa e la sua solvibilit. Analizzare la gestione secondo il profilo
reddituale significa indagare i costi ed i ricavi, mentre secondo il profilo monetario significa studiare i flussi delle
entrate e delle uscite. Le operazioni di organizzazione comprendono attivit riconducibili alla progettazione
dellassetto organizzativo dellimpresa e alla gestione dei prestatori di lavoro. La progettazione dellassetto
organizzativo consiste nella progettazione della struttura organizzativa dellimpresa, mentre la gestione dei
prestatori di lavoro consiste nellattuazione dei sistemi operativi di gestione del personale. Tra le operazioni di
organizzazione, di particolare rilevanza sono le negoziazioni di lavoro, che si sostanziano in contratti che limpresa
stipula con i prestatori di lavoro. Queste hanno unevidente criticit al livello di assetto istituzionale e dei sistemi
economici locali, nazionali e sopranazionali. Le operazioni di Rilevazione sono svolte dalle imprese per
predisporre dati e informazioni. Molte imprese attuano pi combinazioni economiche parziali, ossia operano in pi
aree daffari. Una combinazione economica parziale definita da una combinazione prodotto-mercato, ossia una
gamma di prodotti destinata ad un certo mercato. Le imprese che attuano pi combinazioni economiche parziali si
dicono Imprese Diversificate. Le combinazioni economiche delle imprese possono riguardare: operazioni per
acquisire e trasformare gli input necessari per la produzione, per cedere i beni offerti dallimpresa, operazioni
dimpostazione e di governo dellattivit aziendale. Lo svolgimento delle combinazioni economiche si attua
attraverso insiemi di operazioni interne ed esterne. Tra le operazioni di gestione esterna rivestono primaria
importanza le Negoziazioni, ossia le operazioni attraverso le quali limpresa acquisisce da terzi le condizioni di
produzione e cede i propri prodotti o condizioni di produzione. Le grandi classi di negoziazione svolte dallimpresa
sono: la negoziazione di beni privati, pubblici, di lavoro, di capitale di rischio, di prestito e di rischi particolari .
Quando si svolge una negoziazione, i soggetti coinvolti sostengono dei costi di attivazione e di gestione della
negoziazione, denominati Costi di Transazione. Ci significa che il compratore sostiene 2 costi, il costo dacquisto
della merce al quale si devono sommare i costi di transazione, ma anche il venditore che ottiene un ricavo, deve
decurtare i costi sostenuti per attivare e gestire la transazione. Le negoziazioni reali non si svolgono mai in
condizioni di perfetta trasparenza, conoscenza, lealt ed equilibrio di potere delle parti, ossia non si svolgono in
condizioni di razionalit assoluta e di mercati perfetti. Lo Stato svolge un ruolo essenziale nei sistemi economici,
intervenendo attraverso la produzione diretta o indiretta di alcuni beni pubblici o privati, regolamentando la
produzione ed il consumo di altri beni, imponendo tributi e ridistribuendo le ricchezze. Alcuni Stati intervengono in
molti settori, altri restringono le proprie aree dintervento lasciando spazio alle famiglie, alle imprese, agli istituti no
profit alimentando dibattiti sempre aperti. Lo Stato interviene nella produzione e nel consumo dei beni economici
quando considerato politicamente critico o quando giudica che lasciando la produzione di un bene ad imprese
private si otterrebbero esiti negativi dal punto di vista politico. Le ragioni di possibile inefficacia del mercato sono:
lesistenza di beni pubblici puri, beni senza competitivit e non escludibili, per questo le imprese private non
potrebbero farsi pagare ed interviene lo Stato imponendo tributi; il formarsi di mercati non concorrenziali e di
monopoli naturali, senza controlli le imprese private ne trarrebbero vantaggi indebiti, cos interviene lo Stato come
produttore o regolatore; il fenomeno dellesternalit positive/negative, lesistenza di mercati incompleti, ossia spazi
di mercato lasciati vuoti dalle imprese giudicati interessanti, ma che invece, secondo lo Stato sono critici; le
asimmetrie informative riguardano beni complessi e difficili da giudicare, ed il consumatore potrebbe preferire un
fornitore pubblico; la redistribuzione del reddito, lo Stato rende accessibili beni critici a prezzi non di mercato;
imporre il consumo di beni di merito, lo Stato incentiva il consumo di beni che i cittadini non percepiscono come
tali, ed infine garantire uno Stato di diritto, in modo tale che intervenga con leggi per far s che lattivit economica
si svolga correttamente. Le aree tipiche dintervento dello Stato sono: la difesa nazionale, giustizia, sicurezza
pubblica, relazioni internazionali, istruzione e cultura, assistenza e previdenza, sanit, trasporti, comunicazioni e
sviluppo economico. La Gestione Caratteristica dello Stato si svolge attraverso: lemanazione di leggi e
regolamenti, il trasferimento di mezzi monetari e la produzione di beni pubblici. La Gestione Tributaria si
compone dei processi di definizione delle caratteristiche dei tributi, di accertamento, prevenzione e repressione
dallevasione fiscale e di riscossione. Limposizione dei tributi pu essere vista come il corrispettivo della
produzione ed erogazione dei servizi pubblici. La Gestione Patrimoniale dello Stato si compone di operazioni
dinvestimento e disinvestimento in beni da reddito e rivalutazione finalizzate alla produzione di ricavi addizionali a
quelli della gestione caratteristica. La Gestione Finanziaria molto rilevante, poich spesso lo Stato e gli istituti
pubblici non riescono a coprire i loro costi con le entrate tributarie e devono coprire i loro deficit ricorrendo
allindebitamento. Il fabbisogno finanziario dello Stato pu essere soddisfatto con varie forme di debiti di
finanziamento, che si configura con lemissione di titoli. La Gestione Assicurativa si svolge secondo modalit
analoghe a quelle dellimpresa dovendo coprire numerosi rischi particolari. In alcuni casi lo Stato diviene anche
lassicuratore di famiglie, imprese, istituti no profit, quando sorgono particolari eventi dannosi come le calamit
naturali. La progettazione dellassetto istituzionale dello Stato evolve quando si decide: in quali aree
intervenire, quali rapporti configurare con i prestatori di lavoro, con quali forme realizzare per la produzione e
lerogazione di beni pubblici, quanto e come interagire con altre pubbliche amministrazioni, come impostare il
sistema fiscale e come strutturare le relazioni con i cittadini attraverso organi elettivi ed amministrativi. Le
operazioni di organizzazione e di gestione del personale dello Stato, riguardano limpostazione della
struttura organizzativa e dei sistemi operativi in modo da assicurare buoni livelli di efficienza, motivazione e
flessibilit organizzativa. Le operazioni di rilevazione e dinformazione sono pi complesse rispetto a quelle
delle imprese poich devono rappresentare anche le dimensioni politiche e sociali degli obiettivi e dei risultati dello
Stato. La Famiglia listituto nel quale si compie gran parte dellattivit economica di consumo e dove si
predispongono le condizioni necessarie per soddisfare i bisogni delle persone. Nei sistemi economici evoluti, le
famiglie esternalizzano molte attivit di produzione, al di fuori di quelle considerate critiche, come leducazione,
lassistenza e quelle che comportano diseconomie di specializzazione e di dimensione. La Gestione
Caratteristica delle aziende familiari si compone dallattivit di produzione di redditi mediante il lavoro esterno
ed interno alla famiglia, e lattivit di consumo. La Gestione Patrimoniale, consiste nellimpiego del risparmio
dinvestimenti destinati a produrre redditi addizionali rispetto a quelli derivanti dal lavoro esterno ed influisce sulle
scelte di consumo/risparmio. La loro Gestione Finanziaria formata dalle operazioni di negoziazioni, di credito e
di prestito che fanno sorgere debiti di finanziamento, pagamenti di quote capitale ed interessi. La Gestione
Tributaria delle famiglie consiste nella liquidazione e nel pagamento delle imposte, tasse e contributi a fronte
del diritto di accedere ai beni prodotti dallo Stato. La Gestione Assicurativa incide sulla vita dei membri e sulla
copertura di danni. La progettazione dellassetto istituzionale della famiglia attiene al regime patrimoniale
tra i coniugi, le relazioni economiche con parenti, eventuali affidamenti ed adozioni, suddivisione del lavoro interno
ed esterno e le relazioni con i prestatori di lavoro domestico. Gli Istituti no profit nascono quando soggetti privati
ritengono che sia utile e doveroso che certe persone dispongano di beni che gli altri istituti non offrono nei modi
opportuni, inoltre godono di alcuni vantaggi normativi e fiscali. La gestione caratteristica degli istituti no
profit molto eterogenea poich essi sono molto vari. Esistono Inp nei quali avvengono processi di acquisto,
trasformazione e cessione a clienti che pagano dei corrispettivi, altri nei quali i destinatari della produzione sono gli
stessi membri dellistituto ed Inp di pura erogazione come enti di beneficenza. La Gestione Tributaria degli Inp
fortemente collegata con quella caratteristica. La loro presenza riduce lintervento da parte dello Stato e, per
questo, le agevolazioni fiscali vanno a compensare i costi che altrimenti lo Stato dovrebbe sostenere. La Gestione
Patrimoniale degli Inp pu essere del tutto trascurata in quanto difficilmente generano risparmio. Lincertezza
dei redditi costanti limita molto la loro capacit di assumere debiti di finanziamento che richiedono rimborsi, per
questo anche la Gestione Finanziaria risulta limitata. La Gestione Assicurativa assume varia rilevanza in
relazione allattivit da essi svolta. La progettazione del loro assetto istituzionale unattivit molto critica,
soprattutto nei casi in cui chi fornisce contributi non usufruisce dei servizi erogati. La progettazione deve poter
costruire e proteggere limmagine dellistituto e garantire una buona autonomia, prevista anche per la realizzazione
delle operazioni di organizzazione. Infine le operazioni di rilevazione e dinformazione devono tener conto
della dimensione sociale degli obiettivi e dei risultati raggiunti.

Capitolo 4 GLI ASSETTI ISTITUZIONALI


Listituto un insieme soggetti che offrono contributi, ricevono ricompense o traggono benefici. Per listituto
essenziale un governo unitario poich si muove in contesti dinamici, i contributi di tutti i soggetti devono essere
combinati ed organizzati in modo che assicuri il perseguimento del bene comune, ed un solo organo ha la
responsabilit delle ultime decisioni, ossia lUnit del comando. Per realizzare un governo distituto efficace occorre
delineare il Soggetto distituto, di soggetti ossia il soggetto al quale assegnare il diritto-dovere di governare, ed il
Fine dIstituto, ossia esplicitare a quali finalit ed obiettivi debba ispirarsi lazione del soggetto distituto ed infine
configurare la Struttura di Governo. Lassetto istituzionale consiste nellindividuazione dei portatori dinteresse
nei confronti dellistituto, dei contributi che forniscono, dei benefici che ottengono, del soggetto distituto, dei fini
istituzionali e delle strutture di governo che combinano diversi fattori in un equilibrio dinamico e duraturo, in questo
caso tendono a rimanere stabili sia il soggetto distituto sia la struttura di governo, invece si modificano quando lo
sviluppo dellistituto richiede diversi portatori dinteressi, contributi e ricompense. Attorno a ciascun istituto si
originano interessi e rapporti di forza contrattuale di varia natura, che dipendono dalla concentrazione della
domanda e dellofferta, dagli investimenti specifici e dallasimmetria informativa fra le parti. Le principali classi di
soggetti che offrono contributi alle imprese e ne ottengono ricompense sono: i Prestatori di Lavoro che
conferiscono il loro lavoro in cambio di una remunerazione, condizioni di lavoro positive e stabilit del rapporto
lavorativo, mentre lazienda attende da essi: lealt, obbedienza, impegno, disponibilit al cambiamento e
socializzazione tra i prestatori di lavoro. I conferenti di capitale di rischio conferiscono mezzi monetari, sono
soggetti al rischio dimpresa e si aspettano una remunerazione composta dalla liquidazione degli utili ed un
guadagno in conto capitale. Lattesa dellimpresa di poter far conto su soggetti disposti ad investire capitale di
rischio e che gli eventuali azionisti non compromettano lautonomia e la sopravvivenza dellimpresa. I fornitori
apportano allimpresa varie condizioni di produzione, le loro attese sono: standard di qualit chiari, rapporto
stabile, condizioni economiche remunerative, idee e proposte utili per lo sviluppo delle competenze tecniche e
commerciali; mentre le attese dellimpresa sono: qualit costante, prezzi contenuti, tempi di pagamento adeguati,
consegne tempestive e garanzie. I conferenti di capitale di prestito apportano mezzi monetari messi
allimpresa per un dato periodo a fronte del rimborso del capitale ed il pagamento degli interessi. Sono interessati
alla trasparenza dellimpresa finanziata, alla solidit e redditivit, al rimborso puntuale del capitale e degli interessi.
Le attese dellimpresa sono: condizioni generali favorevoli, variet e flessibilit delle modalit del finanziamento,
supporto tecnico per la scelta delle forme di finanziamento ed una relazione duratura. I clienti acquistano i
prodotti e gestiscono il loro rapporto secondo varie condizioni di scambio e richiedono allimpresa standard di
qualit chiari, prezzi adeguati, garanzie ed innovazione. Le imprese perseguono una stabile relazione e
cooperazione nello sviluppo del know-how tecnico e commerciale. Infine gli alleati istituzionali sono le imprese
partner, come i consorzi, le joint ventures e le reti di franchising. Essi hanno il compito di tutelare il marchio e
limmagine di unimpresa e si aspettano quote associative, stabilit e cooperazione, mentre le attese delle imprese
nei loro confronti sono: sviluppo di una politica comune ed una collaborazione proficua. I concorrenti giocano un
ruolo importante nel mondo economico, poich stimolano la competizione. Ciascunimpresa dovrebbe gestire
attentamente le relazioni con le altre imprese, adottando una competizione leale, che si rispetti la normativa, per
creare anche a delle alleanze. Lo Stato legato alle imprese da rapporti che originano contributi, ricompense e
attese. Esso produttore ed erogatore di beni pubblici e si aspetta che le imprese non adottino pratiche di
evasione ed elusione fiscale, mentre le imprese si attendono beni pubblici di alta qualit, apparati statali efficienti,
imposizione non elevata ed equit del sistema fiscale. Le collettivit locali istaurano particolari relazioni con le
imprese che simpegnano a fornire lavoro agli abitanti di una certa area geografica. Si aspettano generali
condizioni di benessere; invece limpresa si aspetta di ricevere impegno e fedelt da parte dei propri lavoratori e
contesti sociali e politici favorevoli. Loperatore famiglia occupa un ruolo primario nel sistema economico, in
quanto la produzione, il consumo, il risparmio e gli investimenti dipendono dalle scelte e dallattivit economica dei
suoi membri. I soggetti che offrono contributi alle famiglie e che ne ottengono ricompensa sono: i membri, i
prestatori di lavoro presso la famiglia, i fornitori, lo Stato, gli istituti presso cui i membri prestano lavoro, le altre
famiglie legate da rapporti di parentela e gli istituti cui la famiglia ha prestato capitale di rischio. I soggetti che
offrono contributi e ottengono ricompense dello Stato sono: le famiglie, imprese, istituti no profit, i conferenti di
capitale di prestito, i fornitori di beni privati, le imprese pubbliche, i prestatori di lavoro, le amministrazioni
pubbliche locali e gli altri Stati. Gli interessi convergenti negli istituti no profit fanno capo ai soci, ai finanziatori,
collettivit locali, Stato, conferenti di capitale di prestito, fornitori di beni privati, prestatori di lavoro e agli altri
istituti no profit. Per una vita economica duratura di un istituto necessario istituire relazioni di cooperazione
affinch i contributi dei soggetti si rendano disponibili. In unimpresa ideale dove fra tutti i soggetti sinstaurano
relazioni trasparenti, di fiducia e cooperazione si avrebbero dei vantaggi dintegrazione comune: minori costi di
transazione e di coordinamento, maggior valore degli input, maggiore soddisfacimento dei bisogni di socialit,
estesi ed efficienti processi di apprendimento collettivo. Per realizzare un buon livello dintegrazione occorre
superare vari ostacoli che derivano da: obiettivi differenti, competizione per la remunerazione date le risorse
limitate, informazione incompleta e futuro incerto. Nei risultati ottenuti attraverso un lavoro congiunto, difficile
definire il contributo del singolo e decidere a chi attribuire i risultati residuali. Per realizzare lintegrazione si agisce
su leve come: la definizione degli organismi massimi di governo e dei soggetti cui attribuire i risultati reddituali,
unattenta progettazione dellassetto organizzativo ed adottare meccanismi dintegrazione con soggetti esterni. La
partecipazione di tutti i portatori dinteressi al governo distituto, determinerebbe delle situazioni negative, come:
elevati costi di governo e complessit organizzativa, qualit e tempi delle decisioni inadeguati alla vita dellistituto
e mancato riconoscimento della criticit di alcuni contributi. La nomina del Soggetto dIstituto importante per
massimizzare la possibilit che listituto perduri nel tempo ed in autonomia. Ad esso affidato il diritto-dovere di
governare, di godere dei risultati residuali e su di esso ricade il rischio distituto. In tutti gli istituti, gli interessi
istituzionali coincidono con le attese delle persone che compongono il soggetto distituto, mentre gli interessi degli
altri soggetti sono detti interessi non istituzionali, economici e non, ed economici istituzionali. Linsieme dei
portatori degli interessi istituzionali economici e non, costituisce il soggetto distituto, mentre gli interessi
economici istituzionali costituiscono il Soggetto Economico che esercita le prerogative di un governo economico,
fissa gli obiettivi, le strategie, le politiche dellistituto, sceglie i soggetti che contribuiranno alla vita economica
dellistituto, progetta ed attua strutture di governo, di controllo e sorveglia il funzionamento dellistituto. Esso
sispira ai principi di economicit, ossia la capacit dellistituto di svolgersi in autonomia economica senza il ricorso
a coperture di perdite ed adottare strutture, processi, atteggiamenti e comportamenti ispirati alla logica della
partecipazione e del confronto. Il soggetto distituto ed il soggetto economico della famiglia sono composti da tutti i
suoi membri. Rilevanti interessi possono essere portati da persone di altre famiglie legate da rapporti di parentela e
si considerano rapporti non istituzionali, a meno che non si configuri un gruppo economico di aziende familiari. Il
governo economico dellazienda familiare unico ed unitario e comporta decisioni complesse ed articolate poich
implicano significati non solo economici. Le imprese possono richiedere differenti assetti di governo che, in alcuni
casi sar centrato su una sola categoria di portatori dinteressi, mentre in altri sar affidato a pi categorie di
produttori dinteressi. Nel caso in cui in unimpresa il soggetto distituto ed economico siano formati dallinsieme
dei conferenti di capitale di rischio e dei prestatori di lavoro, lassegnazione dei diritti di propriet da luogo ad un
efficace governo economico. La maggior parte delle imprese configurata secondo il metodo capitalistico, cio si
assegnano i diritti di propriet soltanto ai conferenti di capitale di rischio, poich si presume che esercitino
maggiore influenza sul governo delle imprese. Quando si adotta uno schema a 2 classi di portatori dinteressi, si
manifesta il problema della formazione degli organi di governo, che si supera con la creazione di assemblee che
nominano i rappresentanti ed i membri dellorgano decisionale di governo ed il problema della determinazione e
della divisione del reddito residuale complessivo. Il fine immediato dellimpresa rappresentato soprattutto dalla
produzione di remunerazione per i membri del soggetto economico. Le prerogative di un governo economico
riguardano le scelte per lassetto istituzionale, di configurazione delle combinazioni produttive, di assetto tecnico,
organizzativo e per lorganismo personale. Il contemperamento degli interessi un principio generale di
conduzione degli Istituti, poich chi governa, deve tener presente le attese di tutti i portatori dinteressi e deve
ricercare soluzioni che le soddisfano in modo equilibrato. Una strategia che agevola il soddisfacimento di tutte le
attese e quella di crescere limpresa in termini dimensionali e di qualit delle combinazioni economiche. Molto
spesso linsieme delle persone che dovrebbe esercitare il governo economico non coincide con quello che, di fatto,
lo esercita, poich viene esercitato da persone che lo rappresentano solo in parte, oppure che sia esercitato da
persone estranee al soggetto economico. In questi casi si tratta di Soggetto Economico Improprio, una situazione
molto pericolosa per limpresa poich iniqua. Lo Stato costituito da istituti pubblici, come Regioni, Provincie e
Comuni, sono istituti di tipo politico-sociale caratterizzati da fini e processi di tipo economico e definite Azioni
Composte Pubbliche. I loro fini economici istituzionali sono: il soddisfacimento dei bisogni pubblici e la
remunerazione dei prestatori di lavoro. Anche nello Stato possono crearsi soggetti economici impropri quando
lazienda pubblica diventa strumento delle organizzazioni politiche o di particolari categorie di utenti anzich
strumento di realizzazione del bene comune. Le prerogative di governo economico negli istituti pubblici si
esercitano attraverso organi collegiali. Negli istituti no profit il soggetto distituto pu far capo a: gli associati che si
aggregano per soddisfare bisogni comuni coprendo i costi con quote e tariffe, ai donatori pubblici e privati ed ai
prestatori di lavoro. Sono interessi istituzionali economici: le attese di soddisfacimento dei bisogni comuni degli
associati e le attese di remunerazione dei prestatori di lavoro non volontario, mentre gli economici non istituzionali
sono quelli dei donatori.

Capitolo 5 LECONOMICITA
Lequilibrio istituzionale si ha quando tutti i membri del soggetto distituto condividono i valori, gli obiettivi, le
strutture, le modalit dellistituto e le logiche organizzative, e quando ricevono ricompense e benefici equi rispetto
ai contributi forniti. Lequilibrio istituzionale caratterizzato dalla durabilit e dallautonomia. Si ha equilibrio
istituzionale, ossia Economicit quando listituto in grado di attrarre risorse sufficienti per remunerare tutte le
condizioni di produzione e di consumo utilizzate per svolgere le combinazioni economiche. Essa la capacit
dellistituto di operare senza accumulare perdite. Leconomicit una condizione necessaria per la vita duratura di
un istituto, poich un principio ed un obiettivo essenziale per un buon governo distituto. Lazienda deve svolgersi
secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da consentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole. La
continuit e lo sviluppo di un istituto hanno un valore per i suoi membri attuali ma anche per quelli futuri e per
tutta la collettivit. Lautonomia si verifica quando non vi un ricorso sistematico ad interventi di sostegno o di
copertura delle perdite da parte di altri istituti. Il principio di economicit si concretizza attraverso: il perseguimento
di fini economici istituzionali e nel rispetto delle condizioni di svolgimento dellattivit economica. Questultimo
principio si suddivide in: equilibrio reddituale, monetario, efficienze, flessibilit e congruit delle remunerazioni.
Lequilibrio reddituale, ossia lequilibrio tra componenti positivi e negativi di reddito, esprime lattitudine della
gestione di rimunerare tutti i fattori produttivi compresi il capitale di prestito e quello di rischio. Esso deve essere
valutato in funzione del tempo e all oggetto di riferimento, infatti potrebbe fare riferimento oltre che alla singola
azienda anche ad un gruppo aziendale. Nel primo caso si tratter di Equilibrio Aziendale, nel secondo di Equilibrio
di Gruppo. Si ha economicit quando presente un buon livello di efficienza, espressa in termini di rendimento
fisico-tecnico dei processi produttivi. Solo in particolari condizioni le inefficienze possono essere trasferite
allesterno, senza danneggiare lequilibrio reddituale dellazienda, penalizzando altre aziende. Per efficienza
sintende la relazione che intercorre tra i risultati conseguiti e i mezzi impiegati. Essa si persegue applicando
metodi di lavoro che consentano di svolgere le operazioni senza sprechi di risorse e tempi, ma ricercando
linnovazione dei processi. Leconomicit dazienda ricerca la flessibilit, ossia la predisposizione di strutture e
combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsi allambiente. Inoltre data dalla congruit dei prezzi-costi
sostenuti e del capitale-risparmio e del lavoro, viene perseguita anche da aziende familiari o di produzione. Il
giudizio di adeguatezza o di congruit comporta lesame delle condizioni di ambiente che caratterizzano i diversi
mercati in cui le imprese operano. Per affermare che unazienda economica occorre che rimuneri in modo
soddisfacente il capitale proprio. Leconomicit strettamente correlata al conseguimento dellequilibrio
monetario, ossia alla capacit di far fronte agli impegni di pagamento. Le diverse manifestazioni temporali dei
costi e ricavi e dei flussi di redditi monetari si traduce in fabbisogno finanziario. E compito della gestione
finanziaria ricercare la copertura di tale fabbisogno, provvedendo alla raccolta dei mezzi finanziari sufficienti per
consentire lo svolgimento dellazienda. Il fluire del tempo lelemento cruciale che determina e giustifica la
necessit di considerare attentamente il rispetto dellequilibrio monetario. Tale vincolo pu spingere lazienda a
ricorrere eccessivamente allindebitamento pregiudicando il suo equilibrio reddituale e sua stessa sopravvivenza. Il
principio di economicit non sidentifica con il criterio della massimizzazione del profitto, esso si traduce nel
rispetto delle condizioni favorevoli al durevole mantenimento e allo sviluppo dellazienda, intesa come mezzo per
conseguire i fini dellistituto. Nellazienda familiare leconomicit viene conseguita se la produzione dei redditi da
lavoro e da gestione patrimoniale consente di coprire i consumi in misura adeguata alla posizione sociale e al
tenore di vita della famiglia. Questa produzione di redditi pu generare risparmio in grado di alimentare il
patrimonio. Lequilibrio monetario pu giocare un ruolo importante, che si risolve con la creazione di un fondo di
mezzi liquidi sufficienti a fronteggiare le uscite monetarie concentrate in dati periodi dellanno. Si ha economicit
dello Stato e degli istituti della P.A. se si realizzano i fini e se: la produzione e il consumo di beni pubblici siano
soddisfacenti per il funzionamento e lo sviluppo sociale ed economico di una collettivit, la corresponsione di
remunerazioni adeguate ai collaboratori e ai finanziatori, lelevata efficienza delle combinazioni economiche
realizzata mediante ladozione di buone tecniche di gestione, di organizzazione e rilevazione, limposizione di
tributi ripartiti secondo equit, lattuazione di una gestione patrimoniale che produca redditi convenienti e la
realizzazione di un risultato di risparmio o di un disavanzo contenuto. In molti istituti no profit solo una parte dei
costi coperta da ricavi provenienti da cessione di beni a terzi; lequilibrio reddituale si realizza su donazioni
volontarie provenienti da soggetti privati o pubblici. Il difficile equilibrio reddituale rende fragile anche lequilibrio
monetario e ci pu mettere a rischio la vita dellistituto e la sua autonomia. Gli istituti no profit, visto il divieto di
distribuire il profitto ai suoi membri, sostituiscono alla massimizzazione del profitto, quella della qualit del bene
prodotto. Tutti gli istituti no profit economicamente non autosufficienti, sono tra loro in competizione per
lacquisizione delle donazioni, che rappresentano il prezzo che i donatori sono disposti a pagare per i beni che
saranno goduti da altri.

Capitolo 6 MODELLI DI RAPPRESENTAZIONE DELLECONOMICITA


Per una consapevole partecipazione alla vita dellimpresa, tutti i soggetti coinvolti hanno il diritto-dovere di
conoscere le condizioni del suo svolgimento, ed i risultati e le prospettive in termini di economicit. Questa
esigenza condivisa da tutti i soggetti che forniscono contributi e che si attendono ricompense come: i prestatori
di lavoro, i conferenti di capitale di rischio, fornitori, clienti e Stato. Inoltre esigenze di conoscenza fanno capo a chi
esercita il governo economico dellimpresa e a tutte quelle persone che devono prendere decisioni costantemente
per assicurare lo svolgimento dellazienda secondo economicit. Sono: gli amministratori, direttori generali,
commerciali, di produzione ed amministrativi. Per le esigenze di conoscenze, le imprese costituiscono dei sistemi
informativi, ossia strutture e procedure che raccolgono, elaborano, conservano e distribuiscono i dati e le
informazioni aziendali. Essi forniscono dati ed informazioni utili per valutare leconomicit dellimpresa, attraverso i
modelli: di equilibrio reddituale, monetario, istituzionale, della competitivit, delle competenze e delle risorse, del
valore del patrimonio, ma soprattutto il modello del bilancio desercizio, che coglie gli elementi essenziali
delleconomia di unimpresa. La sua utilit massima se lo si integra con altri modelli che evidenziano gli aspetti
cruciali della vita dimpresa. Ogni modello di rappresentazione delleconomicit utile per varie analisi e gli
amministratori li usano per ladeguato svolgimento del ruolo di governo economico. Il modello di bilancio
fornisce indicazioni se lattivit economica svolta sta producendo gli utili attesi e di quali beni limpresa dispone e
quali diritti vanta. Il corretto governo delle imprese richiede continui supporti dinformazione e la misurazione
periodica delle performance ad interventi temporali non troppo lunghi. Tutte le imprese stilano un bilancio, per
ragione di ordine pratico e giuridico, almeno una volta lanno. In questo modo la vita continuativa dellimpresa
viene spezzata in sezioni annuali e ci richiede particolari accorgimenti per lefficace rappresentazione del reddito e
del capitale. La costruzione del bilancio desercizio si fonda su: lesercizio generale, gli esercizi particolari e
annuali, il principio di competenza, i costi, i ricavi ed i componenti positivi e negativi di reddito, il reddito
desercizio, il capitale di funzionamento e lunitariet del sistema dei valori di bilancio. La continuit dei processi
economici dimpresa fa sorgere valori comuni a 2 o pi esercizi annuali e che devono essere spezzati quando si
redige il bilancio desercizio, come le condizioni produttive pluriennali e le rimanenze desercizio. Le rimanenze
finali sono le produzioni in corso con le quali si apre lesercizio del periodo amministrativo successivo che, rispetto
allesercizio precedente, entrano come input e denominate rimanenze iniziali. Nella costruzione del reddito
desercizio il problema del frazionamento di valori comuni a pi esercizi, si risolve applicando il principio di
competenza. In sua mancanza devono essere rappresentati solo i valori prodotti nellesercizio e i valori utilizzati
per produrre. La tavola del reddito costituita da componenti positivi e negativi di reddito. Ma solo alcuni
componenti positivi sono ricavi e solo alcuni componenti negativi sono costi. Il costo il prezzo pattuito per
ottenere la disponibilit di un fattore produttivo, che quindi un componente negativo di reddito. Lacquisto di un
bene pluriennale un costo, ma si attua il processo di ammortamento e nel reddito desercizio entrer la quota di
ammortamento di competenza dellesercizio. Il reddito desercizio linsieme dei valori dei componenti positivi e
negativi di reddito suscitati dagli accadimenti che si sono svolti in un certo periodo di tempo e coerenti secondo il
principio di competenza. Il risultato reddituale quel valore che si configura come utile o perdita ed la
remunerazione di una condizione di produzione. Il capitale di funzionamento linsieme dei valori delle attivit,
passivit e del capitale netto determinato alla fine di ogni periodo desercizio, il bilancio desercizio un sistema
unitario di valori. Nella struttura del reddito desercizio occorre disporre in buon ordine i componenti negativi di
reddito, ossia il valore delle condizioni di produzione secondo il principio di competenza, ed i componenti positivi di
reddito, ossia i valori ottenuti dallattivit economica. I tipici input ed i componenti negativi di reddito sono: Materie
prime, Servizi, Immobili, Impianti, Macchinari, Attrezzature dellimpresa a cui corrispondono le Quote di
ammortamento, le immobilizzazioni di terzi che originano Canoni di Locazione o Fitti Passivi, il lavoro fornito dai
prestatori di lavoro come Stipendi, Contributi e Quote Tfr, i beni pubblici statali sottoforma di Tributi vari e Imposte
sul Reddito, i mezzi monetari apportati a titolo di capitale di prestito da terzi che originano Interessi Passivi, la
copertura dei rischi garantite a fronte di Premi Assicurativi, le Rimanenze Iniziali e il capitale di rischio che
remunerato con lUtile o la Perdita desercizio. Tipici output sono: i prodotti finiti e venduti che danno origine ai
Ricavi di Vendita, la produzione in corso ossia le Rimanenze Finali desercizio, gli Interessi Attivi della gestione
patrimoniale, i dividendi, le plusvalenze e i fitti attivi. Per la costruzione del capitale di funzionamento, le tipiche
attivit sono: disponibilit monetarie sottoforma di cassa o c/c, crediti di regolamento verso clienti, rimanenze
finali, immobilizzazioni materiali ed immateriali, crediti di prestito, quote di capitale di rischio di altre imprese e
partecipazioni. Le tipiche passivit sono: i Debiti di Regolamento verso fornitori, di Finanziamento, Obblighi nei
confronti dei prestatori di lavoro e dello Stato, inoltre i componenti al netto sono: il Capitale Sociale e gli utili
maturati ma non distribuiti, ossia le Riserve. Riguardo ai processi di redazione del bilancio desercizio, devono
svolgersi secondo logiche e tecniche che permettano di redigere il bilancio in modo efficiente e corretto. E un
processo che comporta la registrazione dei valori che si svolgono lungo lintero periodo amministrativo. Tutte le
imprese tengono nota degli accadimenti economici rilevanti, e per redigere efficientemente il bilancio desercizio
occorre selezionarli e registrare periodicamente a fine anno i relativi valori. Il sistema degli accadimenti
linsieme di azioni e fenomeni che si manifestano nellazienda e nel suo ambiente. Il sistema delle operazioni,
ossia le combinazioni economiche, formato dalle attivit di produzione economica svolta dalle persone che
compongono lorganismo personale dellazienda. Il sistema delle quantit economiche lespressione del sistema
delle operazioni. Lutilizzazione delle quantit economiche ed i calcoli che comportano danno origine a stime e
congetture di quantit economiche. Le stime sono determinazioni approssimate ad un fenomeno che non si
conosce in modo definitivo. Per la stima ci si avvale di ipotesi che attengono al grado di probabilit della differenza
tra il dato stimato ed il dato effettivo. Le congetture sono valori immaginati, frutto di calcoli fondati su ipotesi-
finzione, utili a scopi dinvestigazione economica. Se le ipotesi-finzione sono molteplici si avranno pi dati
congetturali ciascuno con un suo significato e una specifica utilit. Sono esempi di dati congetturali le quote di
ammortamento. Le quantit economiche e le qualit stimate e congetturate sono il fondamento di tutte le
misurazioni, calcoli e previsioni che si compiono in azienda. Nellambito del sistema delle quantit economiche
dazienda e delle quantit stimate e congetturate si individuano vari sottosistemi, il pi importante il sistema
dei valori di azienda, che offre le basi per impostare modelli di valutazione e di rappresentazione
delleconomicit. Esso accoglie la moneta come espressione del valore e che trova la sua origine nelle operazioni di
scambio che limpresa intrattiene con i terzi. Limpresa operando in uneconomia di scambio monetario, attraverso
la moneta assolve la funzione di facilitare e semplificare i rapporti di scambio. Il divenire economico dellimpresa si
manifesta sia con valori riferiti ad un istante (quantit-fondo), sia con valori riferiti ad un lasso di tempo
(quantit-flusso). Il reddito desercizio si compone di quantit-flusso, mentre il capitale di funzionamento di
quantit-fondo. Questi due aspetti sono tra loro strettamente collegate, poich le operazioni svolte risentono delle
condizioni preesistenti e condizionano quelle successive. Tutti i valori che esprimono strumenti di regolamento degli
scambi si denominano valori numerari, si tratta di mezzi monetari liquidi disponibili, di crediti e debiti di
regolamento, sono non numerari tutti gli altri valori. Le operazioni di gestione esterna aziendale producono:
variazioni numerarie e non numerarie positive, negative e variazioni non numerarie, ossia variazioni di condizioni di
produzione. I valori si rilevano nel momento in cui si manifesta la variazione numeraria, che viene ad identificarsi
nel momento in cui si emette o si riceve la fattura, in modo da ottenere valori caratterizzati da un certo grado di
certezza e per poter effettuare riscontri in tempi brevi. I valori, poi, si rilevano attraverso il metodo della partita
doppia, in base al quale ogni valore sorto per effetto delle operazioni dazienda si rileva 2 volte, con segno opposto,
in appositi conti. Sotto la voce Attivo, si collocano tutti i valori numerari e non numerari attivi e che non hanno
immediato significato di componenti di reddito, mentre sotto la voce Passivo si collocano i valori numerari e non,
che assumono significato di componenti di reddito. Sotto la voce Costi si pongono i valori che hanno significato di
incremento di condizioni di produzione e di componenti negativi di reddito, nei Ricavi sinseriscono le condizioni di
produzione ed i componenti positivi di reddito. Il capitale di funzionamento uno schema costituito per ordinare
linsieme delle condizioni di produzione di propriet dellimpresa in un certo momento, ossia le attivit, linsieme
delle obbligazioni e degli impianti nei confronti dei vari soggetti che hanno fornito i contributi, ossia le passivit. Gli
obblighi nei confronti dei conferimenti di capitale di rischio si denomina Capitale Netto. Infine, i valori totali delle
attivit sempre pari al totale delle passivit e del capitale netto.

Capitolo 7 ANALISI DELLECONOMICITA E CAPITALE ECONOMICO


Le sintesi di bilancio permettono di esprimere giudizi sulla capacit dellazienda di rispettare il principio di
economicit e quali sono le condizioni che potranno favorire leconomicit futura. Inoltre, formano il cosiddetto
bilancio desercizio, che oltre ad essere uno strumento conoscitivo a disposizione degli organi direttivi e di governo
economico, viene contemplato dalla legge ordinaria quale supporto informativo periodico obbligatorio per tutelare
gli interessi di quanti entrano in contatto con lazienda. Per rendere pi efficace la lettura e lanalisi delle sintesi di
bilancio si utilizzano: la riclassificazione e la costruzione di indici. La riclassificazione delle sintesi del bilancio
consiste nel riesporre le voci ed i valori in esse contenute, ma in un ordine diverso, con lobiettivo di ottenere
informazioni ulteriori rispetto a quelle offerte dagli schemi originari. Il Conto Economico la sintesi dalla quale si
ottiene la misura del reddito prodotto nel periodo e si ricavano le informazioni per laccertamento della capacit di
reddito tendenziale, per valutare se il risultato reddituale consente un giudizio positivo sulleconomicit
dellazienda. La riclassificazione del conto economico secondo il criterio a ricavi e costo del venduto,
mette in luce il contributo delle singole gestioni alla formazione del reddito netto, derivante dalla gestione
caratteristica, patrimoniale, finanziaria, tributaria e da eventi straordinari. Dalla struttura del conto economico si
evidenziano, oltre al reddito netto: il risultato operativo della gestione caratteristica, il risultato operativo che
somma il risultato operativo della gestione caratteristica ai proventi derivanti dalla gestione patrimoniale, il reddito
lordo di competenza, che tiene conto del risultato operativo e degli oneri finanziari ed il reddito prima delle imposte
che considera oltre al risultato lordo, le sopravvivenze e le insussistenze attive e passive. Lo Stato Patrimoniale
la fonte primaria dinformazioni per lanalisi finanziaria, per accertare la solvibilit dellimpresa, ma non sempre i
valori contenuti in esso sono classificati per favorire questanalisi. Per ci si utilizza il criterio di riclassificazione
finanziario, con il quale si cerca di capire come gli investimenti, dellattivo, sono stati finanziati dalle voci del
passivo e del netto. Gli elementi dellattivo esprimono investimenti dai quali si attendono flussi di entrate, mentre
gli elementi del passivo e del netto rappresentano le forme o le fonti di finanziamento utilizzate per coprire gli
investimenti. Per classificare gli elementi dellattivo si adotta il criterio della liquidit, cio della loro attitudine di
trasformarsi in mezzi monetari senza danneggiare la gestione operativa, mentre per gli elementi del passivo e del
netto si adotta il criterio della scadenza, cio il termine entro il quale occorre far fronte agli impegni. Lattivo
corrente si classifica in: liquidit immediate, rappresentate da fondi liquidi disponibili e da titoli; liquidit differite,
ossia crediti di regolamento; e disponibilit, costituito dalle rimanenze. Lattivo fisso si suddivide in:
immobilizzazioni finanziarie, che comprendono crediti esigibili oltre lanno, partecipazioni e crediti di finanziamento;
immobilizzazioni materiali ed immateriali nette, espresse al netto delle quote di ammortamento. Il passivo e
netto comprende: il passivo corrente, rappresentato dai debiti di regolamento; il passivo consolidato, che
comprende debiti con scadenza entro lanno e fondo Tfr; il capitale netto, composto da capitale sociale, riserve ed
utili dellesercizio. La differenza tra attivo e passivo corrente evidenzia il capitale circolante netto che un
indicatore di equilibrio monetario in quanto mette in relazione investimenti e fonti che esercitano un influsso sulla
dinamica monetaria dellanno successivo. Da uno stato patrimoniale riclassificato possibile trarre giudizi su: la
composizione e la struttura degli impieghi, delle fonti di finanziamento e lequilibrio strutturale tra natura e
variabilit delle fonti e degli investimenti. Il bilancio non esplicita i movimenti monetari manifestatisi nellesercizio,
ma vi un apposito documento detto Rendiconto delle variazioni dei mezzi monetari che evidenzia le dinamiche
monetarie e di esprimere giudizi sullequilibrio monetario dellimpresa. La costruzione di questo documento si
effettua partendo dal reddito netto e procedendo a ritroso, cio sommando al reddito netto desercizio: i valori che
non hanno determinato movimenti monetari, le variazioni di capitale circolante netto, gli investimenti, le variazioni
di capitale proprio e di passivit consolidate. Gli indici di bilancio permettono di formulare giudizi
sulleconomicit della gestione dellazienda, poich sono quozienti che hanno la capacit di sintetizzare e
quantificare fenomeni complessi. Gli indici analizzano la redditivit, ossia il rapporto tra una configurazione di
reddito ed unaltra grandezza a questa correlata; la solidit, espressione della solvibilit, cio della capacit di far
fronte agli impegni; la liquidit, come indicatore della solvibilit a breve, cio della capacit di far fronte ai
pagamenti. Gli indici di redditivit misurano la capacit dellazienda di produrre reddito, e quindi di remunerare
adeguatamente tutte le condizioni di produzione. Lindice che esprime i risultati delimpresa la redditivit del
capitale proprio detto Roe, per la quale il reddito netto viene rapportato al capitale netto. Esso misura il
rendimento del capitale netto, cio lincremento potenziale del capitale netto prima della distribuzione del reddito
sottoforma di dividendi. Questo indice va confrontato con il costo figurativo del capitale proprio, ossia il sacrificio
sopportato dai portatori di capitale-risparmio per aver investito mezzi finanziari nellazienda. Se il Roe risulta
maggiore di questo, si pu affermare che vi equilibrio reddituale. Fattori determinati del Roe sono: il Roa che
esprime la redditivit della gestione operativa, il Rapporto dIndebitamento serve ad apprezzare la solidit
patrimoniale dellimpresa, cio la capacit di far fronte agli impegni verso terzi; tale quoziente sarebbe nullo se
uguale ad 1, ed ha un effetto moltiplicativo se maggiore di 1 ed il Tasso dincidenza esprime il peso dei
componenti di reddito estranei alla gestione operativa, cio gli oneri finanziari, le imposte, le sopravvenienze e le
insussistenze attive e passive; di solito questindicatore ha un valore inferiore ad 1 perch i componenti di reddito
negativi estranei alla gestione operativa risultano superiori a quelli positivi. La redditivit del capitale proprio
dipende da: la redditivit operativa, lindebitamento finanziario e lincidenza del reddito netto sul reddito operativo.
La redditivit operativa pu essere suddivisa in redditivit delle vendite Ros e in Tasso di rotazione dellattivo
circolante. Il Ros misura il grado di convenienza economica delle vendite effettuate nellesercizio. Il Tasso di
rotazione dellattivo circolante esprime la relazione tra una dimensione operativa dellazienda ed una
strutturale, ed indica il numero di volte che lattivo netto gira in un anno per effetto dei ricavi di vendita, per questo
un indicatore di efficienza della gestione. I principali indici di solidit sono il Rapporto dIndebitamento che
esprime la relazione che intercorre tra lattivo netto ed il capitale netto, e quindi indica il peso del capitale di terzi.
Il grado di copertura delle immobilizzazioni che esprime il rapporto tra il capitale netto e le immobilizzazioni
tecniche nette. Lindebitamento pericoloso quanto maggiori sono gli oneri finanziari che esso genera, cos un
basso grado di copertura delle immobilizzazioni determina una situazione grave quanto pi le immobilizzazioni
tecniche risultano inutilizzate e difficilmente realizzabili. Gli indicatori utilizzati per la liquidit sono il Quoziente di
disponibilit, che si ottiene rapportando lattivo corrente al passivo corrente; il Quoziente di liquidit espresso
come rapporto tra le liquidit, immediate e differite ed il passivo corrente. Nel passaggio dal Roa al Roe ha un ruolo
fondamentale leffetto leva finanziaria che si produce dalla differenza tra il Roa ed il costo medio del capitale di
terzi. Se il Roa rende pi di quanto costa il capitale di terzi, limpresa aumenta la propria redditivit del capitale
proprio. Leffetto leva finanziario tanto pi potente quanto maggiore la differenza tra Roa e capitale di terzi e
quanto maggiore la quota di Roa finanziata da mezzi di terzi anzich dal capitale netto. Esistono tre principali
nozioni di capitale: il Capitale di Funzionamento che linsieme dei valori delle attivit, delle passivit e del
capitale netto determinato al termine di ciascun periodo costruito in ipotesi di continuit di funzionamento
dellimpresa; il Capitale di Liquidazione, ossia il valore delle attivit, delle passivit e del capitale netto
determinato in ipotesi di liquidazione; ed il Capitale Economico, ossia il valore complessivo dellazienda in ipotesi
di cessione. Determinare il capitale economico significa esprimere un apprezzamento sullattitudine del patrimonio
di un impresa a produrre redditi futuri. La sua determinazione si realizza mediante lattuazione dei flussi di redditi
attesi futuri, ad un adeguato tasso per un periodo di tempo illimitato, ed necessario formulare alcune ipotesi sui
flussi di reddito futuri e sul tasso di attualizzazione, che tenga conto del tempo e del rischio connesso allo
svolgimento della gestione futura.

I SISTEMI DI RILEVAZIONE E DI INFORMAZIONE

8.1 I processi di rilevazione: i sistemi informativi

Dopo aver stabilito il significato di rilevazione e aver precisato che questa nozione si identifica con
quella pi moderna e diffusa di sistema informativo, ci soffermeremo ad analizzare i seguenti temi:
1. Processi che stanno a fondamento delle rilevazioni
2. Gli oggetti della rilevazione
3. Diversi utilizzi dellinformazione allinterno dellazienda di produzione

Con il termine rilevazione si intende solo la raccolta o la rappresentazione ordinata di dati che
quantificano determinati caratteri dei fatti o fenomeni oggetto di osservazione.
La ragioneria la disciplina che si occupa delle rilevazioni e determinazioni quantitative, studiando i
metodi che risultano pi adeguati per conseguire gli scopi conoscitivi richiesti dallinvestigazione
scientifica e dalla pratica aziendale.

Sistema informativo aziendale:


1. Rilevazioni elementari: quando si ha riguardo ai documenti originari di raccolta (fattura, nota
di accredito, bolla di spedizione, ecc.)
2. Rilevazioni contabili: quando si utilizza il conto (tavola a due sezioni che accoglie valori con
segno)
3. Rilevazioni statistiche: quando si utilizzano altri strumenti di raccolta diversi dal conto
(tabelle, grafici, diagrammi, schede,ecc.)

Le rilevazioni elementari (1) e le rilevazioni statistiche (3) vengono denominate nel loro insieme
Rilevazioni extra-contabili.

Attivit di rilevazione

SISTEMA DELLE INFORMAZIONI:


Linsieme dei dati (espressione immediata di un fenomeno economico prescindendo dalla sua idoneit
a supportare processi decisionali) e delle informazioni (insieme di dati elaborati in modo da
aumentare la razionalit della decisione), interni ed esterni allazienda, passati e previsti che
scaturiscono come output dal sistema informativo.

1) I processi di rilevazione

Metodo della partita doppia [pag. 276]


Processi di raccolta dei valori derivanti dallo scambio (emissione delle fatture, registrazione dei
loro estremi in appositi registri, rilevazioni dei valori in un libro giornale e in un libro mastro);
In sede di chiusura dellesercizio, vanno svolti processi di rielaborazione per inserire i valori
stimati e congetturati derivanti dalle valutazioni delle operazioni ancora in corso;
Infine, occorre avviare processi di rappresentazione dei valori nelle sintesi di bilancio.
Assieme a questi, si possono anche prevedere processi volti a diffondere linformazione di bilancio
allinterno e allesterno dellorganizzazione e a fornire linterpretazione per la presa di coscienza o
per stimolare nuove decisioni.
2) Gli oggetti di rilevazione

- 1 CLASSIFICAZIONE (del sistema delle informazioni)


Questa prima classificazione distingue le informazioni in relazione ai livelli decisionali ai quali esse
danno un supporto conoscitivo.
Tre tipi di informazioni di supporto:
Allattivit di pianificazione strategica: informazioni prevalentemente esterne, di dati
previsivi e approssimati che servono ad orientare lazienda nelle decisioni di
posizionamento strategico;
Allattivit direzionale: si rilevano dati e informazioni prevalentemente interni che
servono per impostare il processo di programmazione e controllo;
Allattivit operativa ed esecutiva: informazioni analitiche necessarie per lo
svolgimento dellattivit corrente (anagrafe dei clienti, caratteri degli ordini di vendita,
ecc.).

- 2 CLASSIFICAZIONE
Questa seconda classificazione fa riferimento alle aree funzionali in cui queste sorgono e vengono
prevalentemente utilizzate.
Informazioni logistiche
Informazioni commerciali
Informazioni di produzione
Informazioni per la ricerca e lo sviluppo

3) Le finalit della rilevazione

Nellazienda di produzione le finalit perseguite con la rilevazione sono essenzialmente le seguenti:


a) Informative o indicative
b) Prescrittive o decisorie
c) Valutative o di controllo
Per quanto riguarda la prima finalit, si tratta di attirare lattenzione degli operatori aziendali sui
fenomeni e sui fatti aziendali. (finalit che richiama i problemi che si manifestano nella conduzione
dazienda)
La seconda finalit evoca, invece lutilizzo dellinformazione per intraprendere una scelta, per indicare
una via da percorrere che, sulla base delle informazioni disponibili, viene giudicata pi conveniente o
pi opportuna. (finalit che punta a risolvere i problemi esposti sopra, favorendo lindividuazione di vie
di soluzione).
La terza finalit fa riferimento alla rilevazione dei risultati. Linformazione assolve ad una funzione di
apprezzamento dellattivit svolta. Non basta per accertare il risultato per giudicare unazione, un
comportamento, ma il giudizio deve scaturire da un confronto con un obiettivo programmato.

8.2 Dalla contabilit generale alla contabilit direzionale


La contabilit generale un sistema informativo che si fonda sul conto, quale strumento elementare
di raccolta dei valori e che ha per obiettivo principale la misurazione di quantit complesse come il
reddito di esercizio e il capitale di funzionamento.
Il conto una tavola a due sezioni che accoglie valori di segno opposto; un mezzo per verificare
lesattezza della raccolta e della classificazione dei valori.
Allinterno del conto sono possibili classificazioni multiple, variamente combinate, in contrapposizione
tra loro. Nasce cos il metodo contabile della partita doppia, un metodo che il risultato della realt di
funzionamento dellazienda in uneconomia monetaria dalla quale scaturisce il sistema dei valori.

I supporti della contabilit, la quale si avvale del metodo della partita doppia, sono:
Il piano dei conti: Strumento di attuazione della contabilit e consiste in un elenco di costi,
ordinati e collegati tra loro, in vista degli obiettivi conoscitivi che si intendono perseguire e
tenendo conto delle norme vigenti e delle esigenze interne dellazienda.
Regole di registrazione dei fenomeni: riguardano i modi e i tempi di iscrizione dei conti.

La contabilit generale si avvale di una prima nota dalla quale si prende avvio per le registrazioni sul
giornale e sul mastro, secondo il metodo della partita doppia.
Il giornale accoglie gli accadimenti e i relativi valori in ordine cronologico, mentre il mastro (insieme di
conti funzionanti) li accoglie in ordine sistematico per classi di fenomeni.

Allinterno della contabilit generale sono ricompresi altri sottoinsiemi contabili come:
Contabilit finanziaria (rileva i movimenti monetari e i rapporti di debito e di credito con le
banche)
Contabilit clienti (rapporti di credito con i clienti)
Contabilit fornitori (rapporti di debito con i fornitori)

CONTABILIT GENERALE
lordinato sistema di scritture dal quale deriva la formazione del bilancio di esercizio
Questo documento amministrativo costituisce il principale flusso informativo che lazienda indirizza ai
soggetti partecipanti allimpresa.

Nel conto economico del bilancio desercizio i componenti negativi di reddito sono classificati
essenzialmente per condizioni di produzione inserite nei processi economici aziendali.

Costi di acquisizione dei fattori produttivi = Componenti negativi di reddito = Costi elementari

COSTO DI PRODUZIONE: somma dei valori attribuiti ai fattori produttivi impiegati o utilizzati in una
data attivit.
Costi di fabbricazione
Costi di sezione o di centro
Costi di commessa
Costo di prodotto
ecc.
Il COSTO DI PRODUZIONE pu considerarsi come il risultato di una ripartita attribuzione di costi
elementari (o costi di acquisizione dei fattori produttivi) ad un dato oggetto.
Questi costi elementari, quando si riferiscono ai processi o ai risultati produttivi tra i quali vengono
ripartiti, si distinguono in:
- costi speciali o diretti: relativi a fattori produttivi che partecipano in modo esclusivo alla
coordinazione produttiva oggetto di determinazione del costo di produzione. (attribuzione
diretta)
- costi comuni o indiretti: sono, invece, quelli relativi a fattori che concorrono allo
svolgimento di pi coordinazioni produttive. (attribuzione indiretta)
La classificazione dei costi elementari in speciali e comuni una suddivisione relativa che dipende
soltanto dalloggetto di riferimento. Cambiando loggetto cambia anche la classe del costo elementare.

Il costo di produzione presenta una molteplicit di configurazioni in relazione alloggetto di riferimento e


ai criteri di calcolo adottati. Quanto alloggetto, si individuano due grandi classi di costo di produzione:
1. I costi di processi produttivi che riguardano sia operazioni e processi elementari (costo diretto di
fase produttiva), sia operazioni e processi svolti da un centro operativo (costo di centro
operativo), sia infine coordinazioni di operazioni e processi rivolte alla produzione e talvolta
anche alla vendita di merci e servizi (costo di commessa, costo di lotto di produzione, ecc.);
2. I costi di prodotti che riguardano risultati parziali di attivit produttive (costo unitario medio di
prodotto, costo di prodotti tecnicamente congiunti).

Gli oggetti di calcolo dei costi di produzione sono definiti anche con riguardo ad un certo periodo di
tempo:
- COSTI CONSUNTIVI: quando il periodo di tempo gi decorso
- COSTI PREVENTIVI: quando tale periodo ancora da decorrere

Costi effettivi: gli oggetti di calcolo possono essere espressione di una realt effettuale (passata,
in atto o prevista);
Costi ipotetici: gli oggetti di calcolo possono rappresentare possibilit alternative che avrebbero
potuto o potrebbero realizzarsi nei programmi di gestione futura.
Tra questi vanno compresi i Costi standard: i quali ipotizzano un certo livello di efficienza nello
svolgimento dellattivit produttiva.

o COSTI DI PRODUZIONE PARZIALI (costi dei vari centri operativi, il costo primo o diretto di
prodotto, il costo di fabbricazione comprensivo dei costi diretti e di quote di costi comuni di
fabbricazione).
o COSTI DI PRODUZIONE COMPLETI (costo comprensivo o pieno costo economico-tecnico
che si ottiene aggiungendo al costo complessivo elementi figurativi di costo).

La contabilit analitica nasce come naturale sviluppo delle rilevazioni extra-contabili dei costi di
produzione (contabilit dei costi rilevazione dei costi di produzione). Essa elabora i costi e i ricavi
provenienti dalla contabilit generale, al fine di svolgere analisi spaziali e temporali del risultato
reddituale che servono per risolvere problemi di gestione.

Lo scopo primario di questa contabilit fornire una serie di informazioni gestionali periodiche, dai costi
di produzione ai risultati parziali per combinazione produttiva, indispensabili per condurre la gestione
dimpresa soddisfacendo esigenze conoscitive e operative.

Nel caso in cui nella contabilit analitica vengano inseriti i costi standard si ottiene una contabilit
analitica a costi standard. Il costo standard un costo ipotetico, che ammette una certa ipotesi di
funzionamento della gestione. Il costo standard un costo-obiettivo, utile per valutare alternative di
azione, ma nel contempo anche un termine di confronto dei costi consuntivi.

La scomposizione aumenta il potenziale conoscitivo dellinformazione. In luogo di un valore, che


espressione della realt effettivamente svolta, si ottiene sia quanto avrebbe dovuto essere il valore se
le condizioni di funzionamento si fossero svolte secondo le ipotesi programmate, sia la variazione da
questo livello dovuta alla prestazione effettiva, articolata per singoli determinanti.

Le variazioni (dette anche scostamenti, o varianti), risultato del processo di scomposizione che si
fonda su una logica differenziale, alimentano una successiva analisi volta a ricercare le ragioni profonde
cui devono collegarsi tali variazioni sia per individuare linsorgere di fatti nuovi, non previsti nella
determinazione delle condizioni operative programmate, sia per mettere in luce eventuali responsabilit
di organi di governo.

La contabilit a valori standard costituisce un supporto informativo utile per sviluppare processi di
controllo, processi direzionali tesi ad assicurare che gli obiettivi, in questo caso i valori standard,
vengano realizzati. Interrelazione tra processi di rilevazione e processi decisionali.

Sistema di informazioni periodiche e non periodiche, chiamato contabilit direzionale integrata.


Essa formata da:
1. Contabilit generale
2. Contabilit analitica
3. Sottosistema di budget e standard (programma di esercizio, costi e ricavi standard)
4. Sottosistema delle variazioni (o scostamenti o varianti)
5. Sottosistema di rilevazioni elementari ed extra-contabili (volte a misurare dati e
informazioni sia di ambiente competitivo sia espressivi di fattori critici sia di unaltra natura,
comunque funzionali alla gestione dimpresa.

Negli ultimi tempi insieme ai valori stanno acquistando particolare peso nella gestione dimpresa le
quantit non monetarie. Rispetto ai primi, queste hanno la capacit, da un lato, di anticipare
laccertamento degli accadimenti aziendali e, dallaltro, di seguire in modo diretto e continuo il
comportamento dellazienda nel suo sistema competitivo. Il livello di servizio accordato alla clientela, la
qualit e laffidabilit del prodotto offerto, oltre al costo, costituiscono sempre pi i fenomeni da
parametrare e da seguire nel tempo. Su questa linea sono sorte metodologie come:
Value management
Activity based Management
I quali attraverso un sistema di indicatori prevalentemente non monetari, consentono di collegare
lambiente esterno con loperativit aziendale.

Capacit di anticipare la visione degli accadimenti: le quantit non monetarie possono essere
considerate i fattori determinanti dei valori e delle quantit economiche complesse come il reddito ed
il capitale di funzionamento.

Dalla contabilit direzionale si ottiene un flusso di output chiamato reporting che consente di
soddisfare tre fondamentali bisogni direzionali:
1. Stabilire le tendenze evolutive del rapporto impresa-ambiente, per cogliere in via anticipata le
minacce e le opportunit;
2. Verificare se si stanno realizzando gli obiettivi reddituali, competitivi e sociali prestabiliti;
3. Disporre di una base dati che consenta di creare e richiamare archivi di dati che interessano, di
formattare loutput nei modi ritenuti pi idonei per visualizzare e rappresentare i fenomeni e di
sviluppare processi di scelta in modo funzionale alla varie esigenze operative.
Risulta importante il rispetto di regole di comportamento per non essere sommersi da informazioni con
il pericolo di ridurre invece che di sviluppare le conoscenze.
Tali regole sono:
Principio di selettivit
Principio di pertinenza
Bilanciamento tra tempestivit e attendibilit

8.3 I sistemi di pianificazione e di programmazione e controllo

Analizziamo i sistemi di autoregolazione con i quali si assegnano gli obiettivi e le risorse e si valutano a
posteriori tutti i risultati conseguiti.

Sistemi di pianificazione
Sistemi di programmazione
Sistemi di controllo

Essi sono strettamente collegati con i sistemi informativi dai quali traggono gli elementi conoscitivi
indispensabili per la loro concreta applicazione.

I sistemi di autoregolazione costituiscono un modello di comportamento gestionale.

o Lanticipazione degli accadimenti interni e esterni aziendali;


o la definizione di obiettivi di breve e di lungo termine collegati con il reperimento e
lassegnazione di adeguate risorse;
o il continuo confronto tra obiettivo e risultati.
Questi sono i principi su cui impostare lazione manageriale in qualsiasi azienda che coinvolgono i
diversi livelli organizzativi.

La pianificazione strategica il processo mediante il quale vengono definiti gli obiettivi, le politiche e
gli assetti delle combinazioni economiche dellazienda. Si tratta di stabilire dove limpresa intende
operare, quali obiettivi si intendono perseguire, come si vuole operare in quel contesto, e cos via.
La pianificazione strategica pu ispirarsi a tre finalit:
1. elaborare obiettivi e piani a medio e lungo periodo, ossia di esplicitare le strategie aziendali
2. decidere lassegnazione delle risorse strategiche alle varie coordinazioni e combinazioni parziali
attivando anche processi di contrattazione tra le corrispondenti unit organizzative.
3. Produrre condizioni organizzative quali lorientamento allinnovazione, al lungo periodo,
allintegrazione, al continuo collegamento con le variabili del sistema competitivo e cos via.

La missione dellazienda unenunciazione formulata dagli organi di governo economico e di


direzione, a carattere pressoch permanente, volta a specificare lambito competitivo in cui limpresa
intende operare, a fornire un quadro di riferimento per regolare i rapporti con gli interlocutori sociali e a
stabilire gli obiettivi da perseguire.
In chiave organizzativa il processo di pianificazione pu coinvolgere direttamente un insieme pi o
meno vasto di persone operanti in azienda e pu svolgersi con contenuti di contrattazione pi o meno
intensi.

Il sistema di programmazione e di controllo si manifesta sotto forma di processi che portano a


correlare esplicitamente tra variabili:
1. Le unit organizzative
2. Gli obiettivi
3. Le risorse
I processi di programmazione e controllo assegnano alle unit organizzative, definite dalla struttura, gli
obiettivi da realizzare in un certo arco temporale e le relative risorse.

I sistemi di programmazione e di controllo coprono orientano lattenzione allefficienza e al breve


periodo (tipicamente un anno) e sono potenti strumenti di coordinamento.
Sono, inoltre, importanti riferimenti per la valutazione dei risultati e, dunque, per i sistemi di
ricompensa.

1. La programmazione il processo che individua le alternative di azione concrete da attuare in un


periodo, di regola annuale, stabilendo le risorse da impiegare e definendo i compiti dei vari
responsabili.
Il risultato di questo la definizione di un programma di esercizio o budget che contiene
lindicazione dei risultati economici attesi dalle diverse posizioni organizzative coinvolte.
La programmazione un atteggiamento attivo. Programmare significa pensare al futuro in modo
attivo tentando di anticipare i problemi da risolvere e le attivit da svolgere, definendo i
responsabili dei vari compiti e le risorse da utilizzare, e in relazione a questo, esprimendo gli
obiettivi e le azioni assegnate in termini economici.

2. Il controllo un processo che, sulla base di un continuo riscontro tra obiettivi e risultati, volto
ad assicurare la realizzazione degli obiettivi aziendali.
Con il controllo si segnala la presenza di problemi decisionali spingendo al riesame della
congruenza degli indirizzi seguiti.
In chiave organizzativa, il controllo stimola il comportamento degli operatori aziendali
indirizzandolo verso il conseguimento degli obiettivi dellimpresa.
Il controllo si attua a mezzo del reporting che viene alimentato dalle risultanze della contabilit
direzionale integrata.

I sistemi di programmazione e controllo possono assumere diverse configurazioni, ne vediamo due:

1. Il sistema di programmazione e controllo inteso come un tipico strumento di controllo


organizzativo. Evidente quando per ciascuna unit organizzativa vengono specificati numerosi
obiettivi quantitativi di tipo economico e tecnico; il grado di raggiungimento degli obiettivi la
base fondamentale di valutazione per le decisioni relative alle retribuzioni e alla carriera.
- Alta centralit del sistema di programmazione e controllo (peso fondamentale nel
determinare i comportamenti delle persone).
- Ci che conta quanto scritto in budget (in casi non rari il budget viene utilizzato come
unico strumento di guida delle aziende).
Questa prima configurazione pu adattarsi a situazioni aziendali caratterizzate da compiti
semplici, ripetitivi e stabili.
2. Il sistema di programmazione e controllo pu essere considerato come uno dei numerosi
strumenti di indirizzo e di guida del comportamento dei prestatori di lavoro.
- Contano i comportamenti, la qualit delle relazioni interpersonali, le basi poste per i risultati
di lungo periodo, ecc.
- La valutazione delle prestazioni non basata sul grado di raggiungimento degli obiettivi di
budget.
- Questo sistema ha bassa centralit e pu essere visto come strumento di attivazione e di
sostegno del controllo individuale.
Questa seconda configurazione necessaria quando sono forti i fabbisogni di dinamicit e di
multidimensionalit ed i bisogni di stima e di realizzazione.

Il sistema di programmazione e controllo orienta tipicamente allefficienza di breve periodo; ci pu


produrre effetti negativi se alto il fabbisogno di dinamicit e se questo non presidiato da altre
condizioni organizzative (es. da un sistema di pianificazione strategica).

Capitolo 9 LA STRUTTURA DELLAZIENDA, LAMBIENTE ECONOMICO, IL SISTEMA COMPETITIVO


La vita delle aziende originata ed alimentata da decisioni che si compongono di processi. Nellazienda
importante individuare le decisioni da prendere, da chi, in quali tempi e sequenze e secondo quali logiche e
procedure. Lesigenza di decidere dettata dal continuo dinamismo interno ed esterno dellimpresa. Le decisioni
che riguardano il campo economico sono soggette al vincolo di scarsit delle risorse, simpongono attente e
rigorose analisi di convenienza economica che possono essere svolte ricorrendo a modelli di analisi economica per
decisioni, sono adottate in condizioni dincertezza e comportano un certo grado di rischio che massimo quando le
scelte sono molto innovative, sono razionali, ma soggette a limiti di razionalit e a rischi di ritualizzazione, e
producono conseguenze ampie e stabili sulle condizioni future. Le decisioni dellimpresa, vengono prese in modo
che la consentano flessibilit ed il futuro sviluppo. Il sistema di governo strategico delle imprese si articola in scelte
che riguardano: la configurazione del sistema prodotto, con il quale presentarsi nei mercati per sollecitare la
domanda e per fronteggiare i concorrenti; il dimensionamento della capacit produttiva, lestensione
interfunzionale ed estensione verticale, attraverso cui decidere quali attivit svolgere allinterno dellazienda e
quali far svolgere ad altri; lestensione orizzontale, per scegliere se attivare una o pi combinazioni parziali; la
gestione patrimoniale, finanziaria e tributaria; che riguardano la formazione e lo sviluppo del patrimonio materiale
ed immateriale dellazienda, relative allassetto organizzativo e allorganismo personale, si tratta di suddividere i
compiti, coordinarli e sviluppare le competenza delle persone e retribuire le loro prestazioni; lassetto istituzionale,
riguarda i rapporti da stringere con i portatori dinteressi, come distribuire i diritti di propriet, come configurare gli
organi di governo e di controllo. La struttura di ogni azienda si compone: dellassetto istituzionale, della
configurazione delle combinazioni economiche, del patrimonio, dellorganismo personale e dellassetto
organizzativo. Lassetto istituzionale la configurazione dei portatori dinteressi e dei contributi che forniscono
allazienda e dei benefici che ne ottengono. Progettare lassetto istituzionale significa scegliere i soggetti che
compongono listituto e che interagiscono con esso. Le scelte dellassetto istituzionale consiste nel decidere:
lassetto proprietario di base, la forma giuridica, linsieme degli organi di governo e di controllo, le modalit di
interazione tra limpresa ed i suoi interlocutori e la partecipazione ad aggregati interaziendali e al relativo governo .
La configurazione delle combinazioni economiche lassetto delle attivit svolte dellazienda attraverso i suoi
membri. Significa decidere con quanti e quali sistemi di prodotto proporsi a quali categorie di clienti ed in quali
mercati. Queste decisioni ne comportano altre relative alla configurazione dei sistemi di prodotto e quale strategia
competitiva adottare, quali attivit svolgere allinterno dellazienda e quali esternalizzare, come dimensionare le
capacit produttive, e quale peso e ruolo assegnare alle gestioni della gestione caratteristica. Il Patrimonio
formato dalle varie condizioni produttive materiali ed immateriali utilizzate dallistituto per svolgere la propria
attivit economica. I principali fattori che lo determinano sono: le competenze distintive, il patrimonio commerciale,
lassetto tecnico e la localizzazione territoriale. Lorganismo personale linsieme delle persone che prestano il
loro lavoro nellistituto. Si determina attraverso: quali organismi professionali privilegiare, come dimensionare
lorganismo personale in relazione al carico di lavoro, come aggiornare i profili professionali e quali condizioni
attivare per perseguire il rispetto e la cooperazione. Lassetto organizzativo definisce la struttura interna e le
modalit di svolgimento dei processi aziendali e consegue dalla struttura organizzativa, la distribuzione del potere
e dei sistemi operativi. Progettare la struttura organizzativa significa ripartire le attivit aziendali in compiti da
assegnare alle persone e mettere in atto le condizioni necessarie affinch le attivit si svolgano in modo integrato.
Ogni configurazione ha una propria coerenza, ognuna produce effetti sulle altre componenti ed ogni intervento di
riprogettazione di una macrovariabile pu richiedere adattamenti nelle altre per assicurare nuova coerenza. Esse
sono influenzate anche dallambiente nel quale lazienda opera. Ogni istituto una realt unitaria, dinamica e
complessa, ed sempre possibile che si verifichino situazioni tra loro contraddittorie. Lunitariet del governo
economico si realizza con la formulazione e la realizzazione di strategie aziendali. Lesigenza di un indirizzo
strategico unitario si sottolinea con il concetto di orientamento strategico di fondo. La strategia, oltre ad essere
un insieme di mosse per raggiungere determinati fini, include anche il campo dazione dellimpresa. La strategia
dimpresa si compone dellorientamento strategico di fondo e degli indirizzi strategici. LOSF linsieme di idee
guida, valori ed atteggiamenti che definiscono lidentit dellimpresa, ossia definiscono che cosa limpresa fa o
vuole fare, come e perch fare impresa. Gli indirizzi strategici sono rappresentati da scelte strategiche che
definiscono in quali aree competitive lazienda intende operare ed in che modo affrontare la concorrenza, quali
decisioni prendere a livello finanziario, tecnologico e di marketing. I caratteri di unitariet delle combinazioni
economiche sono: la complementariet, che si manifesta tra i fattori produttivi ed insiemi di operazioni; la
fungibilit, che si manifesta tra differenti fattori produttivi e classi di operazioni; la comunanza, riguarda uno stesso
fattore di produzione o insiemi di operazioni che concorrono ad ottenere pi risultati, esse sono unevidente fattore
di unitariet delle combinazioni economiche; la congiunzione, attraverso cui da uno stesso processo produttivo
escono pi risultati, detti risultati congiunti; luniformit dei fattori di produzione, dei processi produttivi e dei
prodotti, si manifesta nella standardizzazione, nelluniformazione attraverso cui in molti campi dellattivit umana
si manifesta lesigenza di adottare standard comuni a tutte le aziende, e nella modularit, che prevede la
progettazione di componenti che possono concorrere alla produzione di differenti prodotti complessi.
Linterdipendenza analizza in termini organizzativi tutti i caratteri dellunitariet delle combinazioni economiche.
Tanto pi forti sono questi caratteri e pi elevata sar linterdipendenza tra le unit che compongono lazienda.
Lambiente di un istituto linsieme di condizioni e di fenomeni esterni che ne influenzano la struttura e la
dinamica. Lambiente economico dazienda si compone di: mercati, insiemi omogenei di negoziazioni di beni
privati, di rischi e di credito di prestiti; strutture di domande e offerte di lavoro, capitale proprio e di beni
pubblici; settori, insiemi di aziende con combinazioni economiche simili ed operanti in stessi mercati e strutture di
domande ed offerte; e politiche economiche, monetarie e finanziarie. Lambiente non economico rilevante
per la struttura e la dinamica delle aziende, ed composto da fenomeni e condizioni come: sistemi di valori
caratterizzanti la collettivit sociale, la normativa giuridica nazionale ed internazionale, stato e dinamica delle
scienze, tecnologie e tecniche, infrastrutture e configurazione fisica e climatica del territorio. La natura varia delle
aziende e del loro ambiente, portano a definire i confini dellazienda rispetto allambiente e alluniverso. Tale
confine non definibile, e per la sua identificazione si ricorre a: la struttura giuridica formale, ossia gli elementi
dellazienda sono stabiliti dalla normativa vigente laddove si definisce il campo dazione degli organi di governo
economico; e linfluenza, mediante cui i confini si estendono fin dove gli organi di governo economico esercitano
uninfluenza nei processi decisionali. I confini dellazienda sono modificabili e la loro estensione oggetto delle
scelte di governo economico. La definizione di ambiente pu essere articolata non solo per lazienda, ma anche per
gruppi economici o aggregati. Un mercato un complesso dinamico di negoziazioni che riguardano scambi,
capitale propri e lavoro ed hanno per oggetto dei beni che si manifestano con continuit, con caratteri omogenei e
con elevata interazione reciproca. Si ha un mercato quando molte negoziazioni con oggetto simile sono attuate
continuamente e con elevata frequenza da un certo insieme di aziende. Non tutte le negoziazioni sono qualificabili
come mercati, poich possono risultare casi unici, ossia negoziazioni fuori mercato alle quali non si possono
applicare condizioni omogenee e concorrenti di mercato. Uno stesso bene pu essere negoziato in mercati distinti,
anche in funzione di distinti aziende clienti o per differenti bisogni soddisfatti dallo stesso bene. I mercati sono
complessi dinamici ed i loro caratteri e confini variano nel tempo, i caratteri fondamentali dei mercati sono la
domanda e lofferta che sono funzioni di articolati insiemi di variabili. Attraverso lanalisi della domanda e
dellofferta si spiega lorigine, la dinamica ed il grado di differenziazione delle condizioni tipiche delle negoziazioni
che compongono il mercato. Un settore un insieme omogeneo di aziende legate da relazioni di interdipendenza.
Le ricerche che hanno ad oggetto lo studio dei settori sono quelle finalizzate ad interventi di politica economica in
determinati settori. Lanalisi del settore riguarda la sua struttura, il grado di concentrazione, si valuta se produce
distorsioni della collettivit, se si presentano strutture e comportamenti di monopolio che frenano lefficienza e
linnovazione e consentono lapplicazione di prezzi-ricavo a livelli pi alti di quelli giudicati equi dalla collettivit. In
alcuni casi, lanalisi pu portare ad un eccessivo frazionamento del settore o si possono provocare eccessive forme
di concorrenza. Lanalisi di economia industriale porta a formulare interventi di politica economica che tendano
a ridurre concentrazioni monopolistiche e proteggere o rafforzare un settore. Lanalisi delle interdipendenze
settoriali riguarda i flussi di produzione, di consumo e dei mezzi monetari, una tipica analisi delleconomia
politica e della politica economica. Attraverso lo studio del contesto competitivo delle aziende di produzione si
concentra lattenzione sul comportamento competitivo delle aziende che compongono il settore, concorrenti in uno
stesso mercato. Nellambito degli studi del contesto competitivo, particolare importanza ha il modello struttura-
comportamento-risultati, tipico delle analisi economia industriale. I settori di aziende concorrenti sono insiemi di
aziende di produzione che producono beni equivalenti e che indirizzano la loro offerta ad insiemi di aziende clienti e
potenziali. La struttura del settore si analizza secondo il suo grado di concentrazione, la struttura dei costi delle
aziende ed il livello delle barriere alentrata, ossia il livello degli ostacoli che dovrebbero essere superati da
unazienda esterna al settore per potervi entrare. Il grado di concentrazione si spiega dalla struttura dei costi che
rilevante quando sono maggiori le economie di scala. Tipici esempi di struttura-comportamento-risultati sono: la
struttura di concorrenza perfetta, dove si presentano bassi livelli di economie di scala, di concentrazione e di
differenziazione dei prodotti, le imprese si concentrano sullefficienza tecnica ed i prezzi-ricavo sono dettati dal
mercato; nella struttura di oligopolio non differenziato, sono possibili forti economie di scala, le aziende concorrenti
sono poche ed offrono prodotti molto simili e tendono a concordare politiche di prezzi uniformi e quanto pi
possibile alti ma limitati che scoraggino lingresso di concorrenti nel settore; nella struttura di oligopolio
differenziato, si presentano alti livelli di economia di scala, di concentrazione e di differenziazione dei prodotti, vi
sono elevate barriere allentrata che mantengono basse la competitivit nel settore che alimentata dalla
pubblicit, dalla ricerca e dallo sviluppo come strumenti per rinnovare la differenziazione dei beni. La redditivit
maggiore quanto alte sono le barriere allentrata, la concentrazione del settore e la differenziazione dei prodotti. I
settori sono configurati da relazioni di concorrenza, ma anche di cooperazione. Ciascuna azienda partecipa a tanti
settori quanti sono i mercati in cui opera, quindi a ciascun mercato corrispondono uno o pi settori di aziende in
posizione di offerta o domanda. Le persone che operano nelle aziende mostrano una variet di modalit
dinterpretazione dinamiche tra laziende e lambiente. Le diverse visioni delle relazioni dinamiche sono modelli
cognitivi che spiegano i comportamenti delle aziende e rappresentazioni schematiche di valori, atteggiamenti e
comportamenti che caratterizzano i contesti economici, politici e sociali differenti nel tempo e nello spazio. Le
principali visioni sono: dellefficienza economica relativa, della pressione economica reciproca, dellinterazione
multicentrica. Per lazienda, lambiente una variabile rispetto cui adattare la propria configurazione ed il proprio
comportamento, ed essa opera nei confronti dellambiente ricercando innovazioni atte a realizzare le proprie
finalit. Una parte fondamentale dellambiente economico delle imprese rappresentata dal sistema competitivo,
uno spazio economico popolato di clienti, fornitori e concorrenti, dove limpresa presenta i suoi sistemi di prodotto.
Il sistema competitivo rappresentabile in termini di aziende e relazioni interaziendali. La scelta del sistema
competitivo nel quale operare una scelta di governo economico e la sua analisi si realizza attraverso il modello
della concorrenza allargata, dove il termine settore indica le imprese in concorrenza ma anche i clienti, i fornitori, i
potenziali entranti nel settore ed i produttori di beni sostitutivi. La concorrenza indica le forze esercitate sulle
imprese dalle relazioni di competizione, come: la rivalit tra i concorrenti, il potere contrattuale dei fornitori, dei
clienti, le minacce dingresso e di sostituzione. La rivalit tra i concorrenti tanto pi accesa quanto il settore
frammentato, il tasso di crescita della domanda dei prodotti basso, i prodotti sono indifferenziati, i costi fissi e le
barriere alluscita sono elevati, cio molto difficile cambiare settore a causa della specificit degli investimenti
effettuati, per i costi di dismissione delle strutture e per i costi degli accordi sindacali. Unaccesa rivalit implica
forti pressioni sui risultati reddituali e sui prezzi. I fornitori hanno un forte potere se il loro settore pi concentrato
di quello della concorrenza, se rappresenta dei potenziali entranti e se i beni offerti sono specifici. Il potere dei
clienti maggiore se si tratta di clienti importanti, se il loro settore particolarmente concentrato, se sono bassi
costi di passaggio da un fornitore ad un altro e se si dispongono di informazioni approfondite sui beni e sui
potenziali entranti; e la sensibilit al prezzo che dipende dalla sostituibilit dei beni acquistati, dal rapporto costo-
qualit e dallintensit della competizione. Le minacce dingresso di nuovi concorrenti e di sostituzione
rappresentano un freno alla redditivit del settore. Esse dipendono dalla solidit delle barriere allentrata e dai suoi
determinanti quali: il fabbisogno di capitale, le economie di scala, i vantaggi di costo assoluti, le differenziazioni dei
prodotti, laccesso ai canali distributivi, le politiche pubbliche di regolamento e controllo e i rischi di ritorsione da
parte dei concorrenti nel settore. La configurazione delle forze determina la redditivit media di un settore. Ogni
settore pu essere segmentato per raggruppamenti strategici, ossia da insiemi dimprese concorrenti caratterizzate
da strategie simili. I principali cambiamenti che possono avvenire in un sistema competitivo sono: le dinamiche
congetturali, ossia mutamenti reversibili nel tempo; le dinamiche strutturali interne ad un sistema
competitivo, ossia i fattori che determinano cambiamenti permanenti, come: il ciclo di vita, che rappresenta
levoluzione delle vendite di un prodotto o di un settore nel tempo. Fasi tipiche di questo modello sono:
introduzione, sviluppo, maturit e declino. Inoltre, il grado di concentrazione e di frammentazione, che si presenta
quando pi imprese concorrenti su uno stesso mercato si uniscono. Linternalizzazione ed esternalizzazione,
linternazionalizzazione, che aumenta con lespansione del raggio dazione delle imprese, ed il ciclo di sostituzione
di un bene, che pu ridurre lo spazio operativo dei concorrenti di un sistema competitivo fino a causare il declino
del sistema con necessit di riconversione. Le dinamiche di ricomposizione di pi sistemi competitivi,
attraverso cui si assiste alla nascita di nuovi sistemi competitivi. Il successo strategico delle imprese non
garantito dal solo fatto di operare di un sistema competitivo debole, ma dipende anche dalle competenze distintive
possedute dallimpresa e dalla capacit di utilizzarle e rinnovarle per sollecitare la domanda dei clienti e per
distinguersi dai concorrenti.

Capitolo 10 LE SCELTE DI CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA PRODOTTO E DELLA FORMULA


COMPETITIVA
Ciascuna impresa si propone ai propri clienti, e sfidando i concorrenti, con uno o pi sistemi di prodotto. Un
sistema prodotto un insieme unitario di beni e di condizioni di scambio. In ogni relazione di scambio con i clienti
limpresa offre degli elementi come le caratteristiche fisiche dei prodotti, lampiezza dei prodotti fungibili e
complementari, lassistenza tecnica, il marchio, il prezzo, le condizioni di pagamento e consegna; questi elementi
compongono il sistema di prodotto. Esso un complesso con il quale limpresa ricerca il consenso dei clienti e sfida
la concorrenza. La progettazione del sistema di prodotto un passaggio cruciale per leconomicit dellimpresa, da
cui dipendono i componenti positivi e negativi di reddito. A seconda della configurazione del sistema prodotto, i
clienti percepiscono lutilit del bene attribuendogli un valore e attraverso la comparazione delle condizioni
proposte da altre imprese, sono disposti ad acquistarlo in certi prezzi e volumi. Per massimizzare i volumi di
vendita, limpresa deve cercare di arricchire il prodotto, e ci comporta costi e prezzi pi elevati che possono
ridurre la domanda; perci occorre trovare un buon equilibrio tra diverse variabili: 1) caratteristiche materiali HARD
2) servizi collegati ai beni offerti 3) caratteristiche immateriali SOFT 4) prezzo ed altre condizioni contrattuali. Il
modello della formula competitiva di Normann pone in relazione il sistema competitivo, la struttura e le
risorse aziendali e il sistema prodotto: MACROVARIABILI (allinterno MICROVARIABILI - i fattori critici di successo,
competenze distintive e vantaggi competitivi). Il sistema competitivo lo spazio abitato dai clienti e concorrenti
con i quali limpresa si rapporta costantemente. La struttura e le risorse aziendali sono linsieme delle condizioni
fisiche, patrimoniali, relazionali ed organizzative di cui limpresa dispone per rispondere alle esigenze dei clienti e
fronteggiare la concorrenza. Queste sono condizioni che permettono di elaborare ed offrire un sistema prodotto
originale e competitivo. Inoltre, limpresa deve sviluppare strutture e risorse che contengano competenze distintive
in modo tale da essere difficilmente imitabili e che sia possibile offrire un buon sistema prodotto. Il sistema
competitivo comprende i clienti attuali e potenziali e le loro attese, e rappresenta il punto di partenza per la
progettazione del sistema prodotto. Le attese pi critiche dei clienti si dicono fattori critici di successo, che
variano a seconda dei clienti ed evolvono nel tempo. Alcuni esempi sono: la funzionalit tecnica continua e
duratura dei prodotti, leconomicit dacquisto e duso, la flessibilit duso, lintegrabilit, compatibilit e la
personalizzazione, il soddisfacimento dei bisogni di prestigio, di status, di ostentazione e didentificazione,
lappagamento dei bisogni estetici, di solidariet e di salvaguardia dellambiente, laffidabilit del fornitore e
laccessibilit, comparabilit e sperimentabilit del prodotto in fase dacquisto. Il sistema prodotto si compone delle
caratteristiche materiali e la gamma dei beni offerti, i servizi collegati, le caratteristiche immateriali e le condizioni
di scambio. Le caratteristiche materiali si suddividono in attributi fisici, ossia quegli elementi immediatamente
percepibili, gli attributi tecnico-funzionali, sono le propriet tecnologiche e di lavorazione che consentono di
svolgere determinate funzioni duso, ed estetici che qualificano gli attributi estetici. Spesso le aziende apportano
una gamma di beni in cui il cliente sceglie a seconda delle sue esigenze specifiche. I servizi collegati ai beni offerti
si distinguono in servizi pre-vendita, come le informazioni di supporto alla scelta e la consulenza, e servizi post-
vendita come la consegna, listallazione, lassistenza, la manutenzione, le riparazioni e laggiornamento. Le
caratteristiche immateriali comprendono limmagine e la reputazione di un sistema prodotto, mentre il prezzo e le
altre condizioni contrattuali definiscono diverse condizioni per i clienti. Il vantaggio competitivo linsieme degli
elementi che distinguono il sistema di prodotto di una determinata azienda da quello dei concorrenti. Il vantaggio
di differenziazione consiste nellofferta di un sistema di prodotto diverso da quello della concorrenza. Si ha un
vantaggio di differenziazione, anche quando il sistema prodotto possiede caratteristiche che i concorrenti non
hanno, o quando completamente unico e non esistono competitori. Il vantaggio di costo, che si ha quando il
sistema di prodotto ottenuto con costi unitari bassi e che consentono di offrirlo ai clienti con un prezzo pi basso
di quello dei concorrenti. Il vantaggio si realizza quando si traduce in un premio di prezzo, e pu manifestarsi in:
eccellenza intrinseca dei materiali e delle lavorazioni, efficienza nei consumi degli input, alta meccanizzazione ed
automazione, robustezza, capacit di autodiagnosi, disponibilit di ricambi, modularit, versatilit, adattabilit,
ampia gamma di beni fungibili e complementari offerti, ricchezza di documentazione ed informazioni, reperibilit e
facilit di prova, servizi pre e post vendita, marche, marchi, insegne, griffe, contratti chiavi in mano, alto livello
stilistico ed artistico, contenuto etico, ecologico, salutistico ed esclusivit attuata mediante volumi limitati e
vendita attraverso canali specializzati e selezionati. Combinando il tipo di vantaggio competitivo e lampiezza del
mercato di sbocco si ottengono: leadership di costo, dove il leader domina un mercato ampio con costi pi bassi
della concorrenza; strategie di differenziazione, che possono essere perseguite anche da pi aziende operanti
in uno stesso mercato, ciascuno con un sistema prodotto; le strategie di focalizzazione orientate ai bassi costi e
alla differenziazione, attraverso cui le aziende dominano i mercati ridotti dove spesso non si riescono a
soddisfare pienamente i bisogni. Per poter offrire un sistema di prodotto con un vantaggio competitivo coerente
con i fattori critici di successo nel mercato di sbocco, occorre disporre di strutture e risorse adeguate. Le
competenza distintive sono risorse peculiari di unazienda, non facilmente imitabili ed utili per configurare i sistemi
prodotto particolarmente apprezzati dalla clientela, come: speciali capacit di progettazione dei prodotti, strutture
produttive efficienti, elevata capacit di accumulo e di diffusione delle conoscenze, rapporti di fiducia e
cooperazione con i clienti, con reti distributive ed esperti, patrimonio dimmagine e reputazione, marche e marchi,
grandi strutture ed archivi di documentazione, strutture logistiche di distribuzione e presentazione dei prodotti,
buone competenze distruzione dei clienti, affidabili strutture per lassistenza pre e post vendita e relazioni di
fiducia e cooperazione. Nelle aziende o nelle combinazioni parziali di successo, la formula competitiva composta
da: un sistema prodotto dotato di un vantaggio concorrenziale di costo o di differenziazione, un mercato in cui sono
compresi i fattori critici di successo, una struttura dotata di competenze distintive ed una relazione di coerenza tra
vantaggio competitivo, fattori critici di successo e competenze distintive, che consente il raggiungimento di buoni,
duraturi e competitivi risultati reddituali. Il prezzo un elemento cruciale del sistema prodotto ed in particolare
delle condizioni di scambio. Le scelte di politica del prezzo riguardano la progettazione del sistema prodotto ed il
tipo di vantaggio competitivo ricercato. I volumi ed i ricavi di vendita sono influenzati dal prezzo, ma anche da
fattori come: i redditi dei consumatori, i prezzi dei beni fungibili e complementari e dagli investimenti in pubblicit,
che producono effetti di aumento della domanda di un bene, senza variazioni sostanziali. Lelasticit della
domanda al prezzo la sensibilit della quantit domandata alle variazioni di prezzo, calcolata relativamente al
prezzo di partenza. Essa si misura con e si misura rapportando la variazione % della domanda in corrispondenza
alla variazione % del prezzo. Se lelasticit < di 1 si dice che la domanda anelastica, se > di 1, elastica. Essa
dipende da la sostituibilit del bene, maggiore il numero dei beni considerati sostituiti e maggiore la sensibilit
del prezzo. Se gli acquirenti considerano un bene facilmente sostituibile, non accetteranno aumenti di prezzo e
sposteranno i propri acquisti verso altri prodotti. Lincidenza del bene sulla spesa complessiva, lelasticit dipende
da quanto il bene importante per il consumatore e quanto peso d nella spesa complessiva e lutilizzo del bene,
poich essa varia a seconda dellutilizzo che il cliente fa del bene acquistato. Limpresa, durante la determinazione
del prezzo del proprio prodotto, si pu trovare in condizione di: una concorrenza perfetta, limpresa non ha scelta in
merito alla fissazione del prezzo, che viene dettato dal mercato; basata sulla differenziazione, in questo caso
limpresa agisce sulla differenziazione tecnica del prodotto e sulla determinazione del prezzo; monopolio stabile,
che si ha quando limpresa sola presente nel mercato, ha la massima discrezionalit nel fissare il prezzo, in modo
da massimizzare la redditivit; ed un monopolio instabile, che si ha quando esistono altre imprese in grado di
imitare un sistema prodotto, e limpresa potr fissare un prezzo alto producendo e vendendo piccoli volumi, oppure
fissare un prezzo basso puntando su grandi volumi.

Capitolo 11 LE SCELTE DI STANDARIDIZZAZIONE E DI DIMESIONE


I caratteri dellimpresa moderna sono: la meccanizzazione e standardizzazione dei processi, dei componenti e dei
prodotti, parcellizzazione del lavoro e la produzione in grandi volumi. La standardizzazione uno dei pilastri
dellefficienza delle economie moderne, che rende possibili e convenienti le produzioni di massa ed la base per la
realizzazione delle economie di scala, di saturazione della capacit produttiva e di apprendimento. La
standardizzazione riguarda prodotti, attraverso cui si producono molti beni con caratteristiche identiche per lunghi
periodi; processi, che permettono di ottenere riduzioni dei costi unitari di produzione; e componenti, che
consentono la riduzione dei costi di fabbricazione e di uniformazione dei componenti. Quando i componenti
assumono un elevato livello di complessit si definiscono Moduli. Modularizzare significa articolare un bene
complesso in pi sottosistemi che possono essere prodotti e progettati indipendentemente, ma che devono poter
funzionare insieme, formando un bene complesso. Perch questo avvenga, occorre che unentit stabilisca le
regole che devono essere rispettate da coloro che progettano e producono i singoli moduli. In molti casi i fenomeni
di standardizzazione sono rilevanti non solo per la singola azienda che riduce i propri costi, ma anche per la
generalit degli utenti che traggono vantaggio dal fatto che sul mercato siano presenti prodotti standardizzati e tra
loro compatibili. Una manifestazione di questi vantaggi collettivi rappresentata dellesternalit di rete che
derivano dal fatto che numerosi utenti utilizzano gli stessi strumenti di comunicazione e lutilit per ciascuna
persona aumenta con il crescere del numero di utenti collegati alla stessa rete. In presenza di forti esternalit, le
imprese competono fra loro per laffermazione per proprio standard, che quando diventa dominante impone a tutti
gli utenti di adeguarsi. Alcuni settori si caratterizzano dalla presenza dimprese di grandi dimensioni, mentre in altri
convivono grandi e piccole imprese. Diventa importante capire quando e perch le grandi dimensioni sono
necessarie per essere efficienti e competitivi. Quando si parla di scelte di dimensionamento delle attivit aziendali,
si fa riferimento alla Capacit Produttiva, che il numero massimo dei prodotti producibili in un certo periodo. La
Cp si applica a tutte le attivit che si svolgono nelle aziende. La Cp nominale il valore massimo atteso dalloutput,
senza interruzioni o soste, mentre quella torica il valore massimo delloutput ottenibile. La produzione effettiva
spesso risulta inferiore alla Cp teorica ed il mercato non in grado di assorbire tutta la produzione realizzabile da
unazienda. Le economie di scala sono le riduzioni dei costi unitari che si ottengono installando ed utilizzando
capacit produttive maggiori. Spesso pi le dimensioni delle imprese sono maggiori, pi sono in grado di realizzare
le produzioni con costi pi bassi rispetto alle imprese pi piccole. Le Economie di Scala si misurano confrontando i
costi medi unitari di due diverse capacit produttive e si calcola dividendo i costi totali di produzione per la
produzione effettiva, ipotizzando per entrambe uno stesso grado di utilizzo. Le condizioni che rendono possibile le
Eds sono: indivisibilit di alcuni componenti, maggior produttivit degli input per effetto della specializzazione,
propriet geometriche dei contenitori, maggiore efficienza degli impianti di maggiori dimensioni, minori costi
unitari allacquisto derivanti da una maggiore forza contrattuale. I costi delle aziende si suddividono in costi fissi,
che non variano al variare dei volumi di produzione per un dato periodo, e variabili, poich variano al variare dei
volumi della produzione. I costi variabili sono i costi sostenuti per lacquisto di materie prime, delle provvigioni e dei
diritti dautore; mentre i costi fissi sono i costi di campagne pubblicitarie, di affitto, delle polizze assicurative, di
manodopera, delle manutenzioni, delle consulenze legali ed amministrative e le quote di ammortamento. Tipici di
questa categoria sono i costi di ricerca e sviluppo, di formazione del personale e una buona parte dei costi di
marketing. Le economie di assorbimento della Cp determinano minori costi unitari allaumentare del grado di
utilizzo di una Cp e sono maggiori quanto maggiori sono i Cf totali. Per realizzare grandi economie di scala
occorre istallare grandi capacit produttive, mentre le economie di saturazione comportano maggiori volumi in
un certo impianto. Un altro importante fenomeno quello delle economie di apprendimento, che sono delle
riduzioni di costo unitario dovuto ad un accumulo di esperienza, che si realizzano ogni volta che si producono
quantit addizionali di beni. Man mano che si accumula esperienza sono possibili riduzioni di costo, a parit di
qualit e miglioramenti qualitativi del prodotto a parit di costi. Le economie di esperienza sono riduzioni
regolari e prevedibili dei costi unitari del prodotto, che si realizzano al crescere del volume della produzione.
Lottenimento di riduzione dei costi ed il mantenimento della velocit di apprendimento richiedono uno sforzo
mirato ed un impegno costante, altrimenti i costi potrebbero lievitare e la velocit di apprendimento ridursi.
Pertanto se lazienda vuole ottenere nuove e sostanziali riduzioni sui costi, deve realizzare innovazioni di prodotto e
di processo, che consentano di velocizzare la produzione, ridurne la complessit e gli scarti ed aumentarne la
qualit. Le economie sono dovute a: crescente abilit nello svolgimento delle attivit, poich la capacit delle
persone dimparare ad adottare nuovi e migliori modi di lavorare e che consentano di svolgere meglio e
velocemente le attivit, si acquisisce solo con lesperienza; migliore selezione delle risorse produttive, poich
lesperienza consente di comprendere meglio quali siano le risorse produttive pi opportune e convenienti per lo
svolgimento di unattivit; coordinamento pi efficiente, poich le persone nello svolgimento delle attivit devono
interagire ed utilizzare impianti ed attrezzature varie; inoltre una pi elevata programmabilit dellattivit,
lesperienza accresce la prevedibilit degli accadimenti e la capacit di dare risposte rapide ed efficaci alle
eccezioni, cosi possibile programmare meglio lattivit attribuendo alle operazioni tempi e risorse effettivamente
necessari; le semplificazioni dei prodotti e dei processi, poich, quando cresce lesperienza si riesce a comprendere
se vi la possibilit di semplificare i processi ed i prodotti per ottenere costi pi bassi e prodotti migliori. Le
economie di esperienza sono legate allapprendimento delle persone che lavorano in azienda, e possono dare
luogo a: minori costi per riduzioni di sprechi nelluso delle risorse, miglioramenti qualitativi dei prodotti a parit di
costi, e un migliore sfruttamento delle risorse a disposizione. La conoscenza dei risparmi e dei costi ottenibili per
effetto dellesperienza, serve a: comprendere quale potrebbe essere landamento dei costi nellazienda per un
lungo periodo, decidere le politiche di prezzo, comprendere i vantaggi di costo ottenibili rispetto ai concorrenti ed
assumere decisioni sulla divisione del lavoro aziendale. Le strategie di replicazione puntano a sfruttare
competenze presenti nel patrimonio aziendale, applicandole a pi combinazioni parziali uniformi. Il risultato
economico influenzato da molteplici fattori, tra cui la struttura dei costi, ossia il peso relativo dei costi fissi e dei
variabili. I fattori che lo determinano sono: gli elementi strutturali, come la Cp, lesperienza, la specializzazione, la
modularizzazione e lestensione verticale ed orizzontale. Sono costi strutturali poich determinano la struttura e la
modalit di funzionamento dellazienda. Lanalisi costi-volumirisultati consente dillustrare e modellizzare le
relazioni che esistono fra i volumi di beni prodotti e venduti da unimpresa ed i risultati conseguiti. Gli effetti che si
possono ottenere per migliorare il risultato dellattivit economica, possono essere: variazioni nei volumi, nei costi
e nei prezzi di vendita. Durante la costituzione dellimpresa utile effettuare una serie di simulazioni, valutando i
risultati connessi a diversi scenari ed ipotesi e al vario combinarsi dei prezzi di vendita, dei costi e dei volumi.
Analizzare costi-volumi-risultati, significa: analizzare il variare del risultato economico al variare dei volumi di
vendita, identificare il punto di pareggio, confrontare diverse ipotesi di configurazione dei prezzi e dei costi per
identificare le soluzioni migliori in termini di risultato economico atteso, confrontare diverse ipotesi
dinternalizzazione ed esternalizzazione al fine didentificare la soluzione migliore. I costi variabili si definiscono
cos, poich strettamente e direttamente correlati alla produzione e alla vendita. Sommando i costi fissi ed i costi
variabili si ottengono i costi totali di gestione caratteristica. Dividendo i costi totali per il volume dei beni prodotti e
venduti, si ha il costo totale unitario. Analizzando i costi totali complessivi ed unitari si verifica: se allaumentare dei
volumi i costi variabili totali aumentano, mentre i costi fissi rimangono invariati, e se allaumentare dei volumi i
costi variabili unitari restano invariati, mentre diminuisce la quota unitaria di costi fissi e, di conseguenza,
diminuisce il costo unitario. Il punto di pareggio, pu essere inteso come lammontare delle vendite che
consente di coprire tutti i costi aziendali oppure come il numero dei pezzi da produrre e vendere par andare a
pareggio o come fatturato da conseguire per andare a pareggio. Il margine di contribuzione unitario dato
dalla differenza fra i ricavi e i costi variabili unitari. Esso pu essere definito come il contributo che la vendita di
ogni bene porta alla copertura di costi fissi di gestione caratteristica e alla formazione del reddito operativo. Il MDC
pu essere calcolato sottraendo ai ricavi totali i costi variabili totali, moltiplicando il margine di contribuzione
unitario per i volumi prodotti e venduti. Il MDC percentuale pu essere ottenuto rapportando il MDC unitario ai
ricavi unitari, o rapportando il MDC totale ai ricavi totali. Il Rischio Operativo espresso dalla probabilit di
realizzare risultati reddituali negativi o positivi in relazione al variare dei volumi di produzione e vendita.
Lelasticit operativa rappresentata dal rapporto fra costi variabili totali e costi fissi al punto di pareggio. La
formula del punto di pareggio adatta per ottenere il volume delle vendite che consente di coprire i costi di
gestione caratteristica, finanziari e fiscali, in modo da ottenere un risultato residuale netto pari a 0.

Capitolo 12 LE SCELTE DI ESTENSIONE VERTICALE ED ORIZZONTALE


Lestensione delle combinazioni economiche di unimpresa determinata da scelte che riguardano: la dimensione,
lestensione interfunzionale, ossia decidere quante e quali funzioni svolgere, lestensione verticale, ossia il numero
e la disomogeneit delle fasi della produzione svolte e dallestensione verticale, ossia il numero e la disomogeneit
delle aree strategiche daffari nelle quali si decide di operare. Ogni impresa deve decidere quante risorse investire
in ciascuna funzione, decidere in merito alla numerosit e alla disomogeneit delle aree strategiche daffari nelle
quali operare, cio scegliere il proprio grado di estensione orizzontale. Queste scelte dipendono soprattutto dalle
economie di raggio dazione. Esse sono le economie ottenibili grazie allampliamento della variet dei beni
prodotti, ossia sono i vantaggi economici che conseguono alla gestione congiunta di due o pi aree strategiche
daffari. Le strategie di ampliamento della gamma dei prodotti e servizi offerti si dicono strategie di
diversificazione, che indicano le combinazioni economiche che comprendono la realizzazione di prodotti diversi. Per
ottenere tali vantaggi occorre che le diverse attivit produttive utilizzino risorse materiali o immateriali,
condividendole ed utilizzandole unitariamente. Le risorse materiali presentano il vincolo della capacit produttiva,
affinch si realizzino dei vantaggi economici necessario che esse abbiano sufficiente capacit produttiva. Le
risorse immateriali, come limmagine dellazienda, la creativit, le competenze del personale, il know-how
tecnologico e la conoscenza dei clienti, non presentano limiti di capacit produttiva, poich possono essere
utilizzati allinfinito. Le ragioni per cui pu risultare pi conveniente realizzare prodotti diversi piuttosto che
realizzarli in due combinazioni autonome risiede nella possibilit di un migliore sfruttamento delle risorse. Le
economie di scopo sono dovute a: condivisione di elementi materiali della struttura produttiva e di vendita e alla
condivisione delle risorse immateriali. Le economie di scopo possono essere raggiunte anche attraverso accordi ed
alleanze fra imprese differenti, ossia nellambito di aggregati interaziendali. Unimportante decisione economica
la scelta dellintegrazione verticale dellazienda, ovvero quali attivit svolgere e quali far svolgere alle altre
aziende. La fase dinternalizzazione caratterizzata da vantaggi come: la riduzione dei costi di transazione nei
confronti dei clienti e fornitori, sinternalizzano le competenze strategiche e si riduce laccesso dei concorrenti alle
risorse strategiche. Mentre gli svantaggi sono riconducibili al fatto che si devono investire ingenti capitali per la
fase internalizzata, sono probabili diseconomie di scala o di saturazione della capacit produttiva e la riduzione
della flessibilit strategica avendo investito tutto in una stessa area strategica. Per tali scelte cruciale lanalisi dei
costi di transazione che si sommano ai costi dacquisto e ai costi di produzione interna nel determinare i costi totali.
La transazione si manifesta quando un bene o un servizio viene trasferito attraverso uninterfaccia
tecnologicamente separata. Per decidere cosa internalizzare ed esternalizzare occorre valutare i costi di
realizzazone, di acquisto, i prezzi di vendita ed i costi di coordinamento interno o esterno. I costi di
coordinamento interno sono rappresentati dal costo della funzione direttiva e ci richiede limpiego di
consistenti risorse per tenere sotto controllo costi ed efficienza. Invece esternalizzando le attivit, diminuiscono i
costi di coordinamento, ma occorre sostenere costi delle transazioni esterne. Le esternalizzazioni comportano costi,
poich: occorre raccogliere informazioni necessarie sui fornitori, sugli acquirenti, negoziare e predisporre un
contratto per ogni transazione e premunirsi per prevenire comportamenti indesiderati da parte dei contraenti. Gli
elementi che incidono sui costi di transazione esterna sono: la complessit informativa, che quando aumenta fa s
che il mercato diventi meno trasparente ed aumenta anche il grado dincertezza sullesito della transazione; la
specificit delle risorse, che si ha quando uno o pi contraenti in una transazione devono sostenere dei costi
rilevanti per cambiare interlocutore; la possibilit di comportamenti opportunistici o inadeguati, molti dei costi
verrebbero meno se le persone non tendessero a comportarsi in modo opportunistico, ovvero non tendessero a
conseguire i propri interessi a scapito di altri con astuzia ed inganno. Se non esistessero i comportamenti
opportunistici, non sarebbe necessario premunirsi con clausole contrattuali e non vi sarebbero rischi.

Capitolo 14 LE SCELTE DI FORMAZIONE E DI SVILUPPO DEL PATRIMONIO


Il patrimonio di unazienda linsieme delle condizioni di produzione e di consumo in un dato momento. Possono
essere positive come cassa, crediti, immobili e rimanenze; negative come debiti e obbligazioni; materiali come
impianti e macchinari; immateriali come le competenze tecniche, limmagine commerciale e le relazioni di fiducia;
monetarie, come disponibilit di cassa, debiti e crediti; esogene, tratte dallambiente ed endogene, prodotte
internamente. Il patrimonio una componente fondamentale della struttura di ogni azienda, dove si riflette
lintera storia dellimpresa e delle circostanze ambientali nelle quali opera, ed la base della sua vita futura. Nel
patrimonio si accumulano i punti di forza e debolezza dellazienda ed il risultato dei processi di acquisizione,
trasformazione e ricombinazione di vari elementi. Il capitale di funzionamento un sistema di valori positivi e
negativi delle condizioni patrimoniali di unazienda. Esso una rappresentazione del patrimonio sottoforma di
valori economici come: valori di cassa, crediti, debiti, impianti e capitale netto. Le condizioni patrimoniali sono
classificabili in: condizioni materiali, costituite dagli elementi patrimoniali che hanno una manifestazione logica, e
condizioni immateriali, come marchi e brevetti, conoscenze e know how, reti di relazioni esterne, reputazione ed
immagine e coesione interna, elementi patrimoniali che non hanno forma fisica, ma che hanno una certa rilevanza
strategica. Le condizioni monetarie sono elementi che si presentano sottoforma di cassa, debiti, crediti e capitale
netto, che condizionano le opportunit e i vincoli dazione delle imprese consentendo di effettuare certi
investimenti ed affrontare dei rischi. Le condizioni dambiente non sono di pertinenza dellambiente, ma possono
essere fonti di importanti economie di scala. Sono: infrastrutture di comunicazione e trasporto, servizi della Pa,
distretti e cultura sociale. Le condizioni patrimoniali distintive sono: specifiche dellazienda, hanno un alto impatto
sul valore attribuito dal cliente ai prodotti dell'azienda, sono difficilmente replicabili e imitabili da altre imprese, in
quanto sono frutto di apprendimento collettivo e basate su conoscenze tacite e codificate in particolari linguaggi.
Le condizioni patrimoniali distintive possono essere caratteristiche di un solo prodotto, oppure comuni a tutti, in
questo caso tali competenze si dicono core competences. Queste sono alla base per lattivazione e lo sviluppo di
nuovi sistemi di prodotto e delle strategie di estensione verticale e di diversificazione. Una ricca dotazione di
competenze distintive e di competenze core un ottimo presupposto per la vita duratura dellimpresa. Ciascuna
impresa dotata di un patrimonio di risorse differenti rispetto ad altre, poich caratterizzate da differenti potenziali
di redditivit e sviluppo. Questultimi dipendono dallintensit delle competizioni derivanti da stessi settori e dalla
configurazione delle condizioni patrimoniali disponibili per ogni impresa. La configurazione del patrimonio frutto
di molte scelte strategiche quali: integrazione verticale ed estensione orizzontale, dimensionamento della capacit
produttiva, fusioni, acquisizioni ed alleanze, localizzazione, struttura del capitale proprio e dei terzi, gestione del
personale e progettazione dellassetto organizzativo. Le scelte di configurazione del patrimonio dellimpresa
dovrebbero ispirarsi ad indirizzi strategici come: basare le scelte dingresso in nuovi mercati sulle proprie
competenze distintive e centrali, scegliere le modalit di sfruttamento delle competenze distintive, sfruttare le
economie di replicazione, attuare operazioni di fusione ed acquisizione per unire competenze complementari,
internalizzare i processi che producono competenze distintive, puntare su modelli organizzativi originali da cui
possono scaturire processi di apprendimento differenti, impostare strategie orientate allo sviluppo delle
competenze distintive ed evitare i processi di cambiamento che mettano in crisi i processi di apprendimento. Le
competenze distintive possono diventare fattore di rigidit, poich molte condizioni hanno cicli economici e tecnici
di lunga durata e le imprese potrebbero cercare di sfruttarle il pi a lungo possibile anche quando le condizioni di
mercato ne consiglierebbero labbandono, le immobilizzazioni tecniche possono avere una destinazione specifica
ed essere utilizzati solo per lo svolgimento di determinati processi, le routine nelle quali sincorpora il know-how
aziendale tendono a permanere nel tempo anche se obsolete. Limpresa deve dotarsi anche di competenze
dinamiche che permettono di arricchire, rinnovare, ricombinare e sostituire le competenze distintive esistenti. In
particolare occorre sviluppare assetti organizzativi che massimizzino la capacit di integrare gli elementi
dellimpresa in competenze solide e distintive, stimolare lapprendimento attraverso la ripetizione e la
sperimentazione e riconfigurare le strutture e le competenze aziendali in forma innovativa.

Capitolo 15 LE SCELTE DI ORGANIZZAZIONE


Lassetto organizzativo dellimpresa linsieme delle variabili che configurano lorganismo personale e definiscono,
indirizzano e coordinano i comportamenti delle persone che lo compongono. Quando si progetta lassetto
organizzativo si decide quante persone e con quali caratteristiche sono necessarie per svolgere le combinazioni
economiche dellimpresa, quali compiti deve svolgere ogni persona, con quali obiettivi, modalit e risorse, come e
quanto la persona deve essere retribuita e quali percorsi professionali le persone possono o devono compiere in
relazione al variare delle combinazioni economiche dellazienda. Le variabili organizzative sono le strutture ed i
processi che indirizzano i comportamenti delle persone. Esse sono: le strutture organizzative di base e delle singole
unit aziendali, la distribuzione del potere, i sistemi operativi, di pianificazione, di informazione e di gestione del
personale. Lorganismo personale un insieme unitario di persone che, con il proprio lavoro, partecipano allo
svolgimento dellattivit aziendale. Esso un complesso dinamico, poich la sua dimensione e sua composizione
varia in relazione al variare delle combinazioni economiche e degli assetti tecnici ed organizzativi. Una dinamica di
particolare rilievo il processo di apprendimento, un fattore di crescita di livelli di efficienza nello svolgimento
delle attivit correnti. Oggi cruciale realizzare una coerenza dinamica tra lorganismo personale e gli altri
elementi della struttura aziendale, ossia realizzare la flessibilit dellorganismo personale. Lorganismo personale si
analizza attraverso le caratteristiche delle singole persone e dei gruppi che lo compongono, ossia le variabili
individuali e sociali. Le variabili individuali rilevanti per lanalisi economico-aziendale sono riconducibili a
competenze professionali, a conoscenze, capacit tecnico-specialistiche e relazionali; i valori, ossia convinzioni e
credenze relative allattivit economica; ed i bisogni, percezioni di carenza di condizioni che si soddisfano mediante
il lavoro. Tra le persone che compongono lorganismo personale di unazienda, si formano varie relazioni.
Lorganismo personale caratterizzato anche da variabili sociali, ossia dallintensit e dalla qualit delle relazioni
che connettono le persone in gruppi ed aggregati. Le manifestazioni pi importanti delle variabili sociali sono: la
coerenza tra gruppi sociali e formali, la coesione, la cooperazione o il conflitto tra i gruppi, la cultura aziendale ed
organizzativa. La coesione allinterno dei gruppi formali non sempre sinonimo di cooperazione ed integrazione,
spesso si formano rapporti di tensione o conflitto con impatti negativi sullefficienza aziendale. Le condizioni
necessarie per attivare coesione e collaborazione tra i membri di un gruppo sono: far s che le persone abbiano
valori condivisi o compatibili, assicurarsi che vi sia una forte leadership, e adottare incentivi che premino i risultati
del gruppo. La cultura aziendale causa ed effetto delle scelte aziendali di fondo, ed linsieme di idee
fondamentali che un gruppo ha sviluppato imparando a governare la dinamica dazienda e di ambiente; si tratta di
idee che bene trasmettere a tutti i membri dellazienda. La cultura sempre un prodotto distintivo di un gruppo
sociale, quanto pi esso stabile e maggiori sono la durata e lintensit delle esperienze del gruppo, tanto pi la
sua cultura definita forte. Esse svolgono una funzione di stabilizzazione dellambiente aziendale interno e delle
sue relazioni con quello esterno, le persone che entrano a far parte del gruppo devono apprendere la relativa
cultura ed adattare le proprie idee a quelle che garantiscono lequilibrio aziendale. La cultura organizzativa
riguarda gli aspetti critici del sistema organizzativo, come: il rapporto persona-azienda, la struttura organizzativa e
la dinamica aziendale. Ciascuna impresa deve progettare il proprio assetto organizzativo in funzione delle proprie
caratteristiche specifiche. Non esistono soluzioni organizzative ottime e valide in ogni circostanza, ma ciascuna
impresa deve ricercare i propri equilibri. Questa visione detta contingency dove le principali regole di coerenza
riguardano relazioni tra: bisogni delle persone e la struttura delle singole unit organizzative e larticolazione della
strategia e della struttura organizzativa di base. Secondo il principio dellorientamento alle persone, lassetto
organizzativo deve motivare le persone al lavoro e nella collaborazione. Le competenze delle persone, oltre ad
essere competenze individuali e collettive, sono soprattutto parti importanti del patrimonio dellimpresa. Gli organi
direttivi e di governo economico delle aziende hanno la responsabilit di progettare lassetto organizzativo, in modo
tale da creare condizioni favorevoli allo svolgimento delle attivit lavorative. E attraverso lefficienza che si
persegue linnovazione organizzativa e tecnica, non mediante la pressione sullo sforzo dei prestatori di lavoro. La
struttura organizzativa la configurazione unitaria ed ordinata degli organi aziendali e dei compiti di responsabilit
assegnati. Essa costituita da organigrammi e da mansioni, e definisce i ruoli ufficiali in quanto esplicita per ogni
posizione i comportamenti attesi. Per le imprese la progettazione della struttura organizzativa consiste nella scelta
di strutture elementari, funzionali, divisionali ed a matrice. Sostanzialmente significa scegliere come dividere e
coordinare il lavoro tra le varie persone ed unit. Ogni struttura organizzativa ha i suoi vantaggi e svantaggi in
termini di specializzazione e coordinamento. Nello svolgimento di unattivit aziendale, occorre decidere come
organizzare il lavoro di ogni unit e dimportanza cruciale sono le teorie dei bisogni e della motivazione del lavoro,
ossia la motivazione a prestare il proprio lavoro con impegno e con spirito cooperativo e costruttivo. Una persona
motivata al lavoro solo se prevede che tale prestazione le consentir di soddisfare i propri bisogni. In caso
contrario, egli potr decidere di non svolgere lattivit lavorativa o di svolgerla con poco impegno necessario per
non perdere il lavoro. I bisogni che possono essere soddisfatti con il lavoro, secondo la scala di Maslow sono: i
bisogni elementari, di socialit e di autorealizzazione. I sistemi operativi sono complementari alla struttura
organizzativa nella funzione dindirizzo dei comportamenti delle persone. Si distinguono: sistemi di pianificazione,
programmazione e dinformazione, nel quale rientrano i sistemi di pianificazione strategica che esplicitano i fine, le
politiche e le strategie alle quali tutti devono ispirarsi; i sistemi di programmazione e controllo, che indica quali
obiettivi da realizzare e con quali risorse; ed i sistemi informativi, che produce e distribuisce informazioni. Nei
sistemi di gestione del personale, fanno parte: il sistema di dimensionamento degli organi, che determina il numero
di ogni unit aziendale ed i relativi carichi di lavoro; il sistema di ricerca e selezione del personale, che individua e
vaglia le persone da inserire; ed il sistema retributivo, che definisce le politiche di retribuzione di ogni persona.
Esse sono determinate da: il valore della posizione occupata, la prestazione realizzata rispetto agli obiettivi ed i
livelli retributivi concorrenti nel mercato del lavoro. In sede di analisi si deve tener conto che la retribuzione non
lunico elemento di ricompensa avente influsso sui livelli di soddisfazione e di motivazione dei prestatori di lavoro.
Spesso la soddisfazione e la motivazione dei prestatori di lavoro sono legate al clima organizzativo e al contenuto
delle mansioni. Il sistema di carriera definisce i percorsi professionali e determina i criteri relativi in base ai quali le
persone possono compiere i passi previsti. Ad esso collegato il sistema di valutazione del potenziale in base al
quale si analizzano le persone per cercare coloro che abbiano le giuste competenze per lavanzamento di carriera.
Il sistema di addestramento e di formazione determinano conoscenze, capacit, atteggiamenti ed orientamenti dei
prestatori di lavoro. Sono dei processi continuativi che stimolano lo sviluppo delle competenze individuali,
attraverso corsi di tipo tecnico-specialistico che sispirano ad obiettivi di efficienza e specializzazione, e corsi di tipo
culturale-interfunzionale che sispirano alla funzionalit e alla multidimensionalit. Molte scelte di organizzazione,
sono volte a fronteggiare la complessit dellimpresa. I fattori che la determinano sono: la numerosit degli
elementi da governare, la loro disomogeneit, linterdipendenza che li lega, dalla pressione esterna sui risultati e
da quella interna derivante dalle scelte del top management. La complessit pu essere gestita secondo 4 livelli ed
a seconda del grado di complessit affrontato. Nel primo livello la complessit nulla e gli strumenti utilizzati per
gestirla sono regole, procedure e programmi; nel secondo livello la complessit bassa e gli strumenti utilizzati
sono la gerarchia; nel terzo la complessit medio/alta e lo strumento per gestirla la delega su obiettivi; infine
nel quarto livello la complessit alta e gli strumenti per gestirla sono: i sistemi informativi verticali, le relazioni
laterali, la socializzazione, le attivit autonome, la gestione dellambiente e le risorse eccedenti.

Capitolo 16 LE SCELTE DI AGGREGAZIONE INTERAZIENDALE


Molti istituti includono combinazioni economiche che potrebbero essere svolte in altri istituti. Le relazioni tra gli
istituti non sono solo relazioni di scambio condotte secondo regole di mercato, ma anche delle relazioni nelle quali
si condividono scelte di governo e risultati economici. Le scelte di aggregazione interaziendale, influenzano la
configurazione degli istituti coinvolti. Il fenomeno degli aggregati caratterizza tutti i sistemi economici evoluti e nei
tempi recenti si manifestato con particolare intensit coinvolgendo tutti i settori. Lo sviluppo dei grandi aggregati
dimprese private ha prodotto molti vantaggi per il processo tecnico, economico e civile, e reso possibile e
conveniente le forme di organizzazione economica differenti rispetto ai concorrenti. Il fenomeno degli aggregati
aziendali condizionato dal progresso tecnologico, dallo sviluppo dei mercati finanziari, dai contesti culturali,
giuridici e dalla sperimentazione di nuovi modelli organizzativi in grado di ridurre i costi di transazione. Gli
aggregati aziendali sono condizioni che facilitano od ostacolano laggregazione o che spingano gli aggregati a
disaggregarsi. Le circostanze che spingono laggregazione sono: le economie di scala, di raggio dazione, di
transazione, lintegrazione delle competenze distintive, la condivisione dei rischi e le rendite monopolistiche. Le
economie di scala contribuiscono a determinare le aggregazioni di combinazioni economiche e di aziende simili
alla ricerca di dimensioni economicamente convenienti. Molte alleanze tra imprese si realizzano per conquistare
nuovi mercati; limpresa che dispone di validi prodotti e che vuole aumentare i volumi di vendita si allea con le
imprese che hanno clienti e canali commerciali ai quali i prodotti potrebbero essere destinati. Molte si aggregano in
reti franchising per realizzare grandi dimensioni e sfruttare le economie di scala e di replicazione. Le economie di
raggio dazione spingono laggregazione di attivit disomogenee. Le economie di transazione, si manifestano
quando si aggregano combinazioni economiche o aziende interdipendenti ed i costi di gestione siano minori
rispetto a quelli che si sosterrebbero nel caso contrario. Per realizzare una combinazione economica, occorre
combinare le competenze distintive di diverse imprese, ci pu avviene con forme di aggregazione molto
differenti che originano la fusione dimprese con varie competenze e la formazione di joint ventures dove
convergono solo le competenze che devono essere combinate. La condivisione dei rischi tra pi imprese pu
diventare un fattore di aggregazione quando si avviano progetti innovativi, ed un eventuale esito negativo pu
avere gravi ripercussioni sulleconomia. Le rendite monopolistiche, ossia accordi, contratti a lungo termine,
acquisizioni e fusioni. Altre forze aggreganti sono: le reti di relazioni sociali, lorientamento al dominio e le relazioni
di solidariet e di affinit politica. Nei sistemi economici agiscono anche forze contrarie allaggregazione come:
lultracomplessit organizzativa, il fabbisogno di differenziazione degli orientamenti manageriali, il rischio di
erosione delle conoscenze e delle competenze distintive e la separazione dei rischi. Formando aggregati aziendali
sinternalizzano le transazioni con vari strumenti di coordinamento e comportano un elevato livello di complessit
organizzativa dellaggregato. Il fabbisogno di differenziazione degli ordinamenti manageriali consiste nellesigenza
di gestire combinazioni economiche il cui successo basato su leve competitive e differenti. Inoltre, gli aggregati
producono relazioni di congiunzione tra i rischi relativi alle differenti combinazioni. Altre forze disaggreganti sono:
lorientamento allindipendenza e alla competizione e le divergenze di valori e dinteressi. Esistono anche dei fattori
ambientali che possono giocare a favore o a sfavore degli aggregati aziendali, come: i sistemi di comunicazione e
di trasporto, il mercato dei capitali, la normativa economica e la cultura economica e politica prevalente. Il formarsi
di ampi aggregati aziendali agevolato da estesi ed efficienti sistemi di comunicazione e di trasporto, poich
spesso gli aggregati operano su aree geografiche molto estese in termini di mercato di acquisto e di vendita e di
localizzazione delle unit operative di trasformazione tecnica e di commercializzazione. Il livello di efficienza del
mercato dei capitali pu essere il fattore dominante in senso positivo o negativo, la trasparenza del mercato dei
capitali agevolano od ostacolano alcune forme di operazioni di aggregazione o disaggregazione. La normativa che
regola i sistemi economici la variabile determinante in questo contesto, poich talvolta certi aggregati sono
costruiti esclusivamente per fruire dei vantaggi offerti e concessi dalla normativa civile e fiscale. Gli aggregati che
si configurano possono essere: gruppi economici, associazioni formali ed informali di aziende ed aggregati
intraziendali. I gruppi economici sono: gruppi privati e pubblici di aziende di produzione, joint ventures e gruppi di
gestioni patrimoniali familiari. Si ha un gruppo economico quando pi combinazioni di produzione sono istituite e
rette da un unico soggetto economico che ha la potest di governo economico. Possono venirsi a creare gruppi con
strutture molto varie: con o senza societ capogruppo detta holding, e con funzioni differenti. Una forma particolare
di gruppo economico si ha quando due o pi aziende danno vita ad una combinazione economica congiunta
mantenendo, in maniera autonoma, anche le altre combinazioni economiche, ossia la joint ventures. Anche attorno
al nucleo di una famiglia possono generarsi gruppi economici, e ci accade soprattutto nelle famiglie con gestioni
patrimoniali vaste ed articolate. Le associazioni formali di aziende sono composte da: consorzi, cartelli, associazioni
franchising, licenze, concessioni, le associazioni in accordi quadro, di categoria e di aziende di consumo. Un
consorzio un aggregato costituito da pi aziende che si aggregano per svolgere in comune una coordinazione
parziale. Un cartello un insieme di aziende che si associano per lelaborazione e lattuazione di politiche e
programmi comuni atti a ridurre la competizione. Sono composti da aziende concorrenti o potenziali con prodotti
scarsamente differenziati. Gli aggregati di franchising composti da unazienda centrale detta franchisor e da
aziende ad essa collegate dette franchisee. Lazienda centrale trasferisce alle associate il diritto duso di un
marchio comune ed un insieme di conoscenze tecniche, organizzative e gestionali, mentre le aziende associate
simpegnano a rispettare le modalit di svolgimento delle combinazioni economiche stabilite dallazienda centrale
in modo che i beni prodotti e venduti da ciascunassociata presentino caratteri uniformi e costanti di elevata
qualit. Tra le aziende in rapporti di fornitura si possono costruire aggregati formali mediante la stipulazione di
accordi quadro, dove si definiscono le modalit di svolgimento delle operazioni interne delle aziende in relazione
di scambio. Le aziende di produzione si aggregano in associazioni di categoria configurata per settore, dimensioni,
per natura del soggetto economico e per localizzazione, che manifestano i propri interessi e linee comuni in vari
contesti. Le associazioni di famiglie sono volte a tutelare gli interessi in merito alla qualit dei beni di consumo
acquistati, alle loro modalit di distribuzione commerciale, alle forme e ai contenuti delle campagne promozionali e
pubblicitarie. Fra le associazioni informali di aziende distinguiamo: le reti di subfornitura, le costellazioni di aziende,
i distretti e le intense informali. Le reti di subfornitura sono composte da unazienda principale con combinazioni
economiche esternalizzalizzate e da aziende fornitrici dove gran parte della loro attivit economica trova sbocco
nel rapporto di fornitura che si svolge secondo le modalit determinate dallazienda principale. Le costellazioni di
aziende si concretizzano quando laggregato composto da un numero ridotto di aziende di dimensioni omogenee
e con combinazioni economiche complementari che risultano relativamente autonome ed integrate fra di loro. Il
distretto costituito da imprese connesse da relazioni di mercato e settore e localizzate in una stessa area
geografica. Le intense informali si attuano in varie relazioni interaziendali. Gli aggregati intraziendali sono
pluralit di combinazioni economiche aggregate in una stessa entit giuridica. Le forme ricorrenti sono: aziende
multiunit, con pi stabilimenti, filiali ed uffici; aziende integrate verticalmente e diversificate. Gli aggregati
aziendali sono realt dinamiche che attraversano fasi di preparazione, formazione, evoluzione, trasformazione ed
eventuale cessazione, ci pu accadere per ragioni economiche, tecniche e sociali.

Capitolo 17 LE SCELTE DI ASSETTO ISTITUZIONALE


Le scelte di assetto istituzionale determinano la configurazione di un istituto, poich portano a decidere: chi ha il
diritto-dovere di governarlo, fissare gli obiettivi, prendere le ultime decisioni, decidere delleventuale cessazione,
chi deve ricevere e disporre dei risultati reddituali dellistituto, configurare gli organi di governo economico e di
controllo e decidere con quali istituti instaurare delle relazioni. I sistemi economici sono molto complessi, dinamici,
incerti, ambigui e poco trasparenti ed in tali contesti impossibile decidere e valutare con rigore i contributi e le
ricompense di ciascun soggetto. I vari soggetti si presentano con differenti competenze, valori, energie,
propensioni al rischio, patrimoni economici, relazionali e basi di potere, di conseguenza essi reagiscono in modi
differenti secondo lincertezza e lambiguit. Gli assetti istituzionali devono essere progettati in modo da
favorire la libert e variet di espressione, si produca un senso di equit e che i costi delle soluzioni adottate siano
il pi possibile contenuti. Nelle economie liberiste, la maggior parte delle imprese configurata secondo il modello
della societ per azioni, ossia i diritti di propriet fanno capo ai conferenti di capitale di rischio (azionisti) e viene
configurata come Impresa Capitalistica. Essa la forma dominante, ma talvolta, vi sono istituti con assetti
proprietari differenti. La ripartizione dei diritti di propriet nei vari istituti determina la configurazione dei sistemi
economici e sociali, e i differenti sistemi politici che consentono, incentivano ed impongono soluzioni
scoraggiandone e vietandone altre. La teoria di tipo Contingency di Hansmann afferma che non esiste un assetto
proprietario ottimale per qualsiasi tipo dimpresa, poich deve essere scelto in funzione dei costi di market
contracting e di ownership derivanti da alternativi assetti proprietari. I diritti di propriet fanno capo ad una
categoria di persone che interagiscono con limpresa, fornendole input e acquisendo gli output. Tali soggetti sono
definiti Patron dellimpresa e ciascuno deve sostenere dei costi che compongono i Costi di Transazione. I costi di
market contracting dipendono da: la forza contrattuale dellimpresa, gli investimenti specifici effettuati dai
patrons e dallasimmetria informativa. Mentre, i costi di ownership si distinguono in: costi di monitoring,
sostenuti dai proprietari per comunicare tra loro e per trasmettere gli ordini ai manager, costo delle decisioni
collettive che sono alti quanto maggiore il numero dei patrons e pi disomogenei sono i loro interessi ed i costi di
assunzione del rischio. La soluzione pi efficiente quella che minimizza i costi di transazione sostenuti da tutti i
patrons. Nellambito delle classi dimpresa distinte per assetto proprietario, troviamo: imprese ad assetto
proprietario capitalistico, non capitalistico, misto e limitati. Nellambito del modello capitalistico si distinguono
importanti fattispecie riguardo al grado di concentrazione del capitale di rischio, alla natura pubblica o privata dei
titolari di capitale di rischio e alla distribuzione dei redditi di voto e remunerazione. Nelle imprese ad assetto
proprietario non capitalistico i diritti di propriet non sono assegnati ai conferenti di capitale di rischio, ma a
cooperative e consorzi, nei quali si pongono dei limiti allacquisizione dei risultati reddituali e per questo simili agli
istituti no-profit. Fra le imprese ad assetto proprietario misto, distinguiamo le imprese, dove i diritti di
propriet sono ripartiti fra i conferenti di capitale di rischio e i prestatori di lavoro. Nelle imprese a diritti di
propriet limitati, i diritti di governo sono esercitati da soggetti esterni allimpresa. La scelta di assetto
proprietario molto complessa perch si deve tener conto di molte esigenze che possono dar luogo a situazioni
differenti. Le prerogative degli organi di governo e di controllo delle imprese sono regolate da varie leggi e
regolamenti. Nel caso delle S.p.A. italiane quotate in borsa, le norme pi rilevanti definiscono i compiti dei vari
organi come: lassemblea ordinaria degli azionisti che approva il bilancio, nomina e revoca gli amministratori, i
sindaci, il presidente del collegio sindacale; il Consiglio di Amministrazione, costituito da persone cui affidata
lamministrazione, che compiono le operazioni per lattuazione del soggetto sociale, valuta lassetto organizzativo,
amministrativo e contabile della societ, esamina i piani strategici, individuali e finanziari, e valuta landamento
della gestione; il Collegio Sindacale vigila sullosservanza della legge e dello Statuto, su una corretta
amministrazione, sulladeguatezza dellassetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla societ e
sul suo corretto funzionamento. Il Controllo Contabile sulla societ esercitato da un revisore contabile o da una
societ di revisione che verifica la regolare tenuta della contabilit, dei fatti di gestione nelle scritture contabili,
verifica che il bilancio desercizio e quello consolidato corrispondano alle scritture contabili. Nelle societ quotate, il
consiglio di amministrazione deve costituire un Comitato per il Controllo Interno, che lo assiste nella scelta della
societ di revisione con cui verifica ladeguatezza dei principi contabili per la stesura dei bilanci e verifica il
funzionamento del Sistema di Controllo Interno, e un Comitato per la Remunerazione e per gli eventuali piani di
Stock Options e di assegnazione delle azioni. Ha il compito di formulare proposte per la remunerazione degli
amministratori delegati e dellalta direzione della societ. Le imprese sono soggette a molti controlli provenienti da
vari soggetti esterni i quali influenzano i comportamenti aziendali, come le verifiche di organi dispettorato e di
polizia, le associazioni di varie categorie di portatori dinteressi ed aggregati interaziendali, nel caso in cui
unazienda ne faccia parte. Questi soggetti possono attivare strutture e meccanismi speciali per curare i propri
interessi. Nel caso in cui le imprese operano in pi Paesi, devono rispettare le norme locali e integrarle a livello
complessivo. Le scelte in merito alle strutture di governo delle imprese sono fortemente vincolate dalla normativa
vigente, ma esistono spazi decisionali a disposizione di ciascunimpresa, come: la scelta di varie forme dimpresa in
termini di assetto di base dei diritti proprietari (societ di capitali, Cooperativa e Partnership), allinterno di ciascuna
macrocategoria si offrono varie opzioni (societ di capitali, S.r.l. e S.p.A.), per ciascuna forma giuridica la scelta
degli organi da attivare parzialmente libera, ciascun organo pu essere progettato con una certa libert in termini
di composizione e di funzionamento e nella realizzazione delle modalit dinterazione con le rappresentanze dei
diversi portatori dinteresse. Il processo decisionale comprende: la decisione della strategia da realizzare, capire
quali sono i contributi necessari, valutare il rapporto con i fornitori, stimare a quali condizioni i soggetti sono
disposti a partecipare, valutare fra le scelte realizzabili quelle pi accettabili sul piano culturale ed in termini di
legittimazione e compiere le scelte di assetto proprietario di base alla forma giuridica, alla composizione e al
funzionamento degli organi di governo e controllo. La configurazione dellassetto di governo, oltre per singoli
istituti, si pone anche per aggregati interaziendali, dove occorre decidere quali organi e meccanismi attivare per
governare laggregato, adattare le attese di tutti i soggetti secondo equit combinando i loro contributi in un
disegno di sviluppo condiviso ed efficace. Gli strumenti di governo utilizzabili sono di varia natura, come impegni di
cooperazione, sistemi di pianificazione e programmazione, strutture comuni allaggregato, condivisione dei diritti di
propriet e rapporti sociali di stima e fiducia.

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