SICUREZZA VOLO
Torniamo sullargomento dellentrata in- PREMESSA:
Nuccio Caristia Basta! volontaria in IMC cui abbiamo gi dedicato
ampio spazio, con un articolo su una entrata
Lo voglio involontaria e uno sugli stage organizzati dal
raccontare. Club Astra per conoscere (ed evitare) lIMC
e per assimilare i concetti fondamentali del
Ormai sono controllo del velivolo in assenza di visibilit
esterna. Pubblichiamo con piacere il rac-
passati alcuni conto di una entrata involontaria accaduta
durante un raid a una formazione di quattro
anni e posso velivoli, tutti dotati di autopilota sui due as-
si (decisivo in questo caso, vista lassenza
ragionevolmente di turbolenza). Racconto di condivisione
che ci viene proposto dopo qualche anno
sostenere di dallaccaduto, dopo che il tutto stato me-
esserne uscito tabolizzato, analizzato e messo nel bagaglio
delle esperienze di vita e di volo. Racconto
vivo; e il tempo che ci ha indotto a contattare il protagonista
per approfondire i motivi e i fattori che hanno
ha anche portato a questo evento. Il tutto perch, e
non ci stancheremo mai di ricordarlo, rite-
dissolto il timore niamo radicalmente sbagliato lapproccio
drastico di tutti coloro che liquidano il pro-
di raccontare blema IMC dicendo non ci si deve entrare,
qualcosa che e l si fermano; il fatto che nessun pilota si
sogna di entrare volontariamente in condi-
ha a che fare zioni di assenza totale di visibilit esterna,
ma entrarci involontariamente possibile
con un tab anche se si vigili e attenti; in condizioni
meteo subdole bastano a volte tre o quattro
secondi di distrazione o di semplice incer-
tezza, e in quei casi anche effettuare una
semplice virata di 180 per uscire immedia-
tamente cosa molto impegnativa, alla qua-
le bene che tutti i piloti siano preparati. La
parola dunque allamico Nuccio (rb)
L
argomento quello che continua
ad alimentare, negli hangar e sui
vari forum, una delle pi accani-
te guerre di religione: il volo in IMC. Poco
importa se intenzionale o meno, non fa dif-
ferenza una volta che ci sei dentro. Lo voglio
raccontare non per dire se sono (siamo) stati
bravi o semplicemente fortunati, ma perch
ancora oggi, a distanza di anni, non ho dato
risposta ad alcuni dubbi che continuano a
ronzarmi in testa.
UN VOLO
SENZA
CERTEZZE
900 Aprile 2015
Lentrata in IMC pu
essere subdola,
questione davvero
di pochi istanti
LA METEO ERA UNO SCHIFO
Eravamo di ritorno da uno dei nostri raid
doltralpe. Il teatro delle operazioni: la Fran-
cia continentale, dalla Normandia alla valle
del Rodano. Il tempo: uno schifo. Ci ave-
vamo provato, il giorno prima, a partire dal
campo di Val Saint Pre (LFRW), ma la piog-
gia ci schiacciava verso il basso mentre le
colline si protraevano in alto per toccare le
nuvole grigie. Manovrare in ambiti ristretti in
quel poco di cielo che rimane ti crea ansia
quando sai che in aria ci sono altri tre velivoli
che come te stanno cercando scampo. Ci
materializziamo sul campo da cui eravamo
partiti provenendo ognuno da una direzione
diversa e quelle che erano voci isolate in cuf-
fia diventano adesso delle tangibili certezze.
Ci ritroviamo intorno a un tavolo per proget-
tare la via di fuga del giorno dopo. Siamo
sempre alla ricerca di certezze nella vita e
nel volo, ma ogni ragionevole certezza uma-
na porta con s una banda di tolleranza o di
approssimazione che si chiama dubbio.
Usiamo tutti gli strumenti generatori di
certezze che abbiamo a disposizione, ma
tra ci che lo strumento ti dice e ci che il
tuo cervello recepisce che si insinua il dub-
bio. Ne usiamo molti di strumenti affinch
la certezza prevalga sul dubbio, e alla fine
tiriamo la conclusione: domani ci sar il sole
sul campo, potremo scavalcare la pertur-
bazione a 6000 piedi e poi trovare di nuovo
il sole a destinazione. Il sole abbagliante di
una giornata tersa ci consente di smarcare la
prima delle voci nella check list delle certez-
ze. Ci avviamo raggiungendo al pi presto
i 6000 piedi mentre in lontananza vediamo
quelle nuvole grigie da cui eravamo scappati
il giorno prima. Smarchiamo il secondo item
della lista e mi godo il cielo azzurro. La per-
turbazione ci pare ben identificabile e netta
Un primo tentativo di rientro si rivelato
impossibile, siamo stati costretti a tornare
indietro
Aprile 2015 901
SICUREZZA VOLO
La giornata passa incollati alle previsioni: domani sembra la giornata buona, ci sar il
sole, ma la perturbazione si solo spostata e forse ci attende al varco
n Tutti sappiamo che in IMC non
si entra e tutti crediamo che sia
possibile evitarlo sempre. Per
questo quando accade la prima
sensazione la sorpresa m
Si decolla con il sole, la perturbazione laggi di fronte a noi e
dovremmo passarla a 6000 ft, poi dimprovviso cambia tutto
nei suoi contorni, ma sono le sfumature che
ti fregano. Avremmo dovuto aggiungerle nel-
la check list delle certezze e da ora in poi ci
saranno sempre.
INCREDIBILE: SIAMO DENTRO!
Distratti e ingannati dalla riconoscibilit
della perturbazione non ci rendiamo conto
che il contorno che sta cambiando. Il cielo
diventato un po meno azzurro, ma la variazio-
ne non degna di considerazione n tale da
infrangere le ragionevoli certezze che ormai si
sono consolidate da pi di 20 minuti di volo.
incredibile come possa essere subdolo il
cielo: e gi, quel cielo che tanto amiamo e nel
quale ci rifugiamo nei nostri voletti domenicali.
Quel cielo azzurro da cui non ti aspetti tradi-
menti. Ma non sempre le cose sono come
appaiono, e forse talvolta il cielo non azzurro
come credi. Anche nella vita ci sono circo-
stanze in cui gli amici ti fanno venire qualche
dubbio e allora ne resti sorpreso. La sorpresa
improvvisa e violenta per definizione. Sono
quelle gocce che si presentano improvvise sul
parabrezza e che sgretolano istantaneamen-
902 Aprile 2015
te le tue certezze. La sorpresa ti coglie impre-
parato e incredulo. Come possibile, ti chiedi.
Ripassi mentalmente tutta la tua esperienza
di volo per ritrovare un episodio analogo che
ti possa servire ad analizzare la situazione. Si,
trovo quella volta che provai il disorientamen-
to spaziale, ma ne uscii. Oppure quelle volte
quando decollo nella nebbia per bucare un
breve strato che conosco. Ma qui mi accor-
go che stiamo scrivendo un altro capitolo, un
nuovo capitolo nel libro dellesperienza. Ci sei
dentro e non hai capito come ci sia potuto
succedere. Allucinazioni? Non credo, siamo
in quattro. E qui mi vengono in mente gli altri e
ho timore a chiamarli. Ma mi convinco subito
che non pu essere successo nulla di grave
dato che se cos fosse stato avrei sentito urla-
re in cuffia. Ci siete dentro? chiedo, Si sono
le tre risposte. Non so quanto tempo sia pas-
sato dallinizio della storia, ma mi sembra gi
uneternit. Avete acceso lautopilota?. Si. che ormai lazzurro ci ha tradito mostrando
Pensate di poter continuare?. Si. Ormai ho
stracciato da un pezzo la check list delle cer-
tezze. Sono risposte tranquille, senza ansia
o agitazione; forse perch siamo pietrificati.
Allora razionalizzo e la separazione diventa
lunico serio problema. Chiedo di comunicare Dopo pi di unora finalmente usciamo in
a turno la propria distanza dal waypoint a cui una luce abbagliante, sopra azzurro,
tutti eravamo puntati e di sceglierci una sepa- proseguiamo
razione verticale di qualche centinaio di piedi
luno dallaltro. La filastrocca di km e quota Siamo l e andiamo avanti sperando che fini-
sar lunico argomento di conversazione per sca. Perdiamo la cognizione del tempo. Su
circa unora e un quarto. Le Mans chiamo laeroporto per chiedere le
condizioni meteo: Rain, 1km visibility, 600
STABILIZZATI SU UN SENTIERO ft ceiling. Basta per salutarli e continuare
INVISIBILE senza fare cenno ad altro. Siamo stabilizzati
fisicamente e spiritualmente su un sentiero
Mi viene il dubbio del ghiaccio, ma la piog- che non vediamo. La situazione ci pare con-
gia che scorre sul parabrezza e sul bordo trollabile, seppur inusuale. Poco dopo Pieri,
dellala mi fa capire che non ci sono le con- credendo di intravedere il terreno, decide di
dizioni. Accendo lo stormscope per verifica- andare a verificare con i suoi occhi e mano-
re se davanti avessimo una cellula tempo- vra per scendere. Lo sentiamo dire: qui
ralesca embedded, ma nulla di tutto ci. come ieri. Ritorno su. Ho visto cose che voi
Montagne nemmeno a parlarne, dato che umani non potreste immaginare, direbbe
siamo sufficientemente alti. Acqua tanta, quel tale. Striature ondulate di grigio nelle
alternata a mille sfumature di grigio dato nuvole che mi danno un senso di orienta-
mento orizzontale. Trovarsi dentro un sorta
la sua vera faccia. La turbolenza leggera. di bolla daria nella quale intravedi i contorni
Non abbiamo tempo o voglia di fare altro, delle nuvole che ti avvolgono, giusto il tem-
evidentemente siamo presi dalla situazione po di apprezzarne la meraviglia e rientrare
e siamo concentrati a percepirne qualunque nellovatta. Unascendenza improvvisa che
evoluzione. Ormai non c paura n panico. mi fa togliere la manetta.
Aprile 2015 903
SICUREZZA VOLO
USCITI FUORI,
RIMANGONO I DUBBI
A un certo punto intravedo in alto a destra,
nel grigiore, una sorta di chiarore. Mi sento
tranquillo al punto di decidere di andare a
vedere. Stacco lautopilota e manovro guar-
dando solo gli strumenti. Salgo di 1000 piedi
e via via che mi avvicino il grigio diventa sem-
pre pi chiaro fino a diventare bianco, una
luce cos bianca e abbagliante che non ho
mai visto prima in vita mia. Non vi nascondo
di aver pensato che fosse quella famosa luce
bianca che dicono presentarsi nel momento
del trapasso. Insisto e improvvisamente
mi sento come catapultato fuori, quasi spu-
tato dentro un cielo azzurrissimo e un sole
accecante. Mi guardo dietro e vedo le nu-
vole bianche a forma di cavolfiore nelle quali
eravamo stati dentro per circa unora e un
quarto. Sono fuori e avverto gli altri che via
via mi comunicano di esserne usciti anche
loro. Percorriamo il resto della tratta come
se nulla fosse stato, e atterriamo a S. Ram-
bert DAlbon (LFLR) dopo aver percorso pi
di 600 km, di cui circa 180 dentro le nuvole.
Nessuno di noi aveva esperienza di volo in
IMC se non per qualche sporadico tentativo,
904 Aprile 2015
da autodidatti, di volo con la testa dentro
gli strumenti. Certamente lautopilota ci ha
dato una grande mano, oltrech tecnica
direi psicologica. Il pi giovane del gruppo,
Giovanni, aveva solo 300 ore di volo. Alcu-
ni dubbi per mi sono rimasti. Perch una
SI, MA RAGIONIAMOCI SU
Dopo aver letto questo articolo stato naturale fare a Nuccio le domande che, immaginiamo,
molti lettori vorrebbero fare.
Volo Sportivo - La prima domanda la pi
scontata: perch non siete subito tornati in-
dietro?
Nuccio Caristia - Ho avuto e ho ancora
quel dubbio. Ma nessuno ci ha pensato un
solo istante. Il gruppo apparso dopo la mia
chiamata, ma fino a quel momento eravamo
ognuno solo con se stesso.
VS E oggi, ad alcuni anni di distanza, pensi
sia stata la decisione giusta?
NC - La chiave di volta, secondo me, sta nel
poter esercitare una decisione quando hai la
possibilit di farlo. chiaro che il giorno pri-
volta dentro non abbiamo provato a ritor-
nare o ad alzarci di quota? Tuttora non so
dare una risposta. Ma forse, come in tutte
le cose, una questione di equilibrio e forse
per noi quello che abbiamo fatto era il giusto
equilibrio per una situazione in cui bisognava
ma siamo riusciti a non entrare in IMC e quin-
di ce ne siamo tornati al campo in condizio-
ni di visibilit, seppur scarsa. Il giorno dopo
ci siamo trovati dentro senza accorgercene.
Qui dovete fare un atto di fede. Tu ci conosci,
sai che siamo piloti con buona esperienza e
ti assicuro che nessuno di noi pensava che
ci stessimo infilando nelle nuvole, semplice-
mente perch non si vedevano dove erava-
mo noi. Chi non lo prova non lo pu nemme-
no immaginare, ed proprio su questo che
mi aspetto le critiche pi aspre. Ed proprio
per questo che siamo stati esitanti per tanti
lasciarsi trascinare dagli eventi. Una volta a
terra, superata la meraviglia di vedere le pro-
tezioni delle eliche completamente mangiate
dalla pioggia, ci siamo guardati con lespres-
sione di quelli che dicono cosa abbiamo fat-
to?, questa come la raccontiamo?. Beh!
anni a raccontarlo.
VS Una volta dentro c stata anche unaltra
decisione da prendere, quella di continuare.
NC Ero inizialmente sopraffatto dalla sor-
presa, dallincredulit su ci che stava succe-
dendo; la tensione, il fatto che eravamo quat-
tro aerei abbastanza vicini, avevo la convin-
zione che virare in IMC fosse una roulette rus-
sa; poi il tempo che passa e il sapere che se
mi facevo prendere dal panico ero morto mi
sono aggrappato a tutte le mie risorse, il sen-
tirsi catturato dalle nuvole che non vedevi,
ma vedevi la pioggia che copriva il parabrez-
za, ha creato un contesto in cui sono rimasto
bloccati. Poi, in parallelo, mi sono reso con-
to che stavo volando e che mi dovevo forzare
Proseguendo la situazione migliora e le nuvole pian piano si diradano
n Volare con gli occhi sugli
strumenti serve e salva la vita,
ma lautopilota in questi casi
risolutivo sia sul piano pratico
che su quello psicologico m
Labbiamo raccontata cos, qualche anno
dopo. La frase che forse meglio sintetizza il
finale lha detta Francesco: Non siamo stati
sfortunati ad entrare in IMC perch ci abbia-
mo messo del nostro, ma siamo stati molto
bravi ad uscirne. Se preferite possiamo an-
a non farmi prendere dallagitazione (che poi
si addirittura trasformata in tranquillit).
VS - Cosa ricordi con pi emozione?
NC- Trovarsi in una bolla daria dentro le nu-
vole una cosa che avevo visto solo con lae-
reo di linea, e oggi posso dire che stata le-
sperienza pi bella. Lasciami citare Charles
Lindbergh: What freedom lies in flying, what
Godlike power it gives to men. I lose all con-
sciousness in this strong unmortal space
crowded with beauty, pierced with danger.
Ho provato in unaltra circostanza, e lho po-
tuto raccontare, il disorientamento spaziale.
Ma, come ho scritto, questo stato un altro
capitolo.
VS - Che insegnamento ne hai tratto?
La traccia del volo: oltre 600 km dei quali
circa 180 in condizioni IMC
che ammettere che siamo stati quattro mi-
racolati, ma mi chiedo, e vi chiedo: i miracoli
nel volo fanno statistica?
NC - Certamente non quello di infilarsi alle-
gramente in IMC, n tanto meno quello che
una volta infilatici se ne pu uscire altrettan-
to allegramente. stato un episodio in cui le
persone, gli strumenti, la situazione e la fortu-
na hanno fatto la differenza. Giovanni, tra lal-
tro, era un novellino in termini di ore, ma gli
avevo consentito di partecipare perch ave-
vo capito che era uno curioso del volo. Sap-
piamo quante persone (prive di preparazione
e dei necessari strumenti) si ammazzano in
queste circostanze, ma non possiamo mini-
mizzare il fatto che qui eravamo in quattro ae-
roplani. Quindi, forse, lequazione IMC = Mor-
te ammette delle eccezioni nel nostro tipo di
volo.
Aprile 2015 905