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Intmdu/ionc
Capitolo 1
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Addio, pap
11carico sulle spaile
Soliamo odo anni
Due fatti positivi
Il grande problema di un ragazzo
Un carattere terribile
Trionfo del Reserv e Officers
Training Corps
8 La scelta della facolt
9 (ambiano le rcgole
10 Un passo im|XHlaiMc
Un altn passo avanti
II
12 I dovuti riconoscimenti
13 Un anno speciale
14 Una bimba di nome Manmda
15 Crepacuore
16 1-upiccola Retti
17 Tre bambini speciali
18 Craig e Susan
19 I j separazione dei gemelli siamesi
20 1-i continuazione della storia
21 Allah di famiglia
22 Pensare alla grande
Dall album di famiglia
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IO
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no
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D e if ic a
Questo lib ro dedicato a m ia madre
SO M A CARSO S
che ha praticam ente sacrificato la sua vita
p er avere la certezza che m io fra te llo ed io
potessim o p artire da una buona posizione.
In tro d u z io n e
Altro sangue! Presto!"
Il silenzio della sala operatoria fu rotto da queH'ordinc
sorprendentemente tranquillo. I gemelli avevano ricevuto 50 unit
di sangue, ma la loro emorragia non si era ancora fermata!
"Non abbiamo pi questo particolare tipo di sangue**, fu la rispo
sta. "L o abbiamo usato tutto."
Il risultato di questa comunicazione fu che un panico silenzioso
si diffuse per la sala operatoria. Ogni goccia del sangue tipo A B *
negativo era stata prelevata dalla banca del sangue dell'ospedale
John*
Tuttavia i gemelli di sette mesi che dalla nascita erano
uniti alla nuca necessitavano di altro sangue o sarebbero morti sen/a
alcuna possibilit di riprendersi. Questa era la loro unica opportunit,
lunica possibilit che avevano di iniziare una vita normale.
La loro mamma. Theresa Binder. aveva cercato in tutto il mondo
un medico, ma aveva trovato una sola equipe disposta a tentare la
separazione dei due gemelli per salvare la loro vita Altri chirurghi le
avevano detto che iH>n lo si poteva fare, che sicuramente uno dei barn
bini doveva essere sacrificato. Concedere che uno dei \uoi due pre
ziosi fig li m orisse? Theresa non poteva neppure sopportare il
pensiero. Per quanto uniti per la testa, gi a llet di sette mesi ognuno
dei gemelli aveva la sua propria personalit, uno giocava mentre l'altro
ilomiiva o mangiava. Ni), era assolutamente impossibile fare qualcosa di
simile! Dopo mesi di ricerche, la donna scopri l'quipe del Johns
Hopkins.
Consapevoli d e llurgenza della situazione, molti d e llquipe chi
rurgica di 70 membri offrirono di donare il proprio sangue.
Candy Canon
Capitolo I
ADDIO. PAP
"Vostro padre non vivr pi con noi".
"Perch no?" le chiesi ancora, ingoiando le lacrime. Non riusci
vo ad accettare la strana conclusione delle parole di mia madre. "Io
amo mio padre!
Anche lui ti ama. Bennie... ma dovuto andare via. Per sempre".
"M a perch? Io non voglio che vada via. Voglio che stia qui,
con noi."
"M a lui dovuto andare..."
Ho fallo qualcosa per cui se n' voluto andare?"
"Oh. no. Bennie. nel modo pi assoluto. Tuo padre ti ama".
Scoppiai in lacrime. "Allora fallo tornare a casa"
Non posso. Non posso proprio". Le sue forti braccia mi circon
darono. cercando di confortarmi e di farmi smettere di piangere.
Lentamente, i miei singhiozzi si calmarono e mi acquietai.
Ma appena lei allent l'abbraccio per lasciarmi andare, le mie do
mande cominciarono di nuovo.
Tuo padre ha..." Mamma si ferm un istante c. per quanto fossi
giovane, sapevo che stava cercando le parole giuste per farmi capi
re quello che non volevo afferrare. "Bennie, tuo padre ha fatto delle
brutte cose. Brutte cose, veramente".
M i strofinai gli occhi con le mani. Ma tu puoi perdonarlo. Non
lasciarlo andar via".
"Non basta perdonarlo. Bennie...
"M a io voglio che lui stia qui, con Curtis, te e me!
Ancora una volta mamma tent di farmi capire perch il pap se
nera andato, ma le sue spiegazioni non avevano molto significato
per un bambino quale io ero. a otto anni di et.
Ripensandoci, non so quante ragioni potei capire per la partenza
di mio padre. Persino quello che afferravo, volevo rifiutarlo. Il mio
cuore era a pezzi perch la mamma diceva che mio padre non
sarebbe mai pi tornato a casa. E io lo amavo.
Il mio era un padre affettuoso. Spesso andava via. ma quando
era a casa mi teneva sulle sue ginocchia, felice di giocare con me in
qualunque momento lo desiderassi. Era molto paziente con me.
M i piaceva molto giocare con le enormi vene della sua grande
felice.
Mia madre, una donna giovane con pochissima istruzione, veni
va da una famiglia numerosa e contro di lei si erano abbattute molte
avversit.
Tuttavia aveva operato un miracolo nella sua vita e ci aveva
aiutalo nella nostra. Posso ancora sentire la sua voce, anche quando
le cose andavano decisamente male, dire: "Bennie. stai tranquillo,
andr tutto bene .
Ma non erano parole vuote e inutili, perch lei ci credeva ferma
mente. E poich lei ci credeva, anche Curtis ed io ci credevamo, e
questo mi infondeva una grande sicurezza e mi coasolava.
Parte della forza di mamma le veniva da una profonda fede in
Dio e. forse, anche dalla sua innata abilit di ispirare Curtis c me.
sicura di ogni parola che diceva. Sapevamo di non essere ricchi:
tuttavia anche se le cose andavano male non ci preoccupavamo di
quello chc avremmo mangiato o di dove avremmo abitato.
I
a nostra crescita senza il padre mise un grosso peso sulle spalle
di mamma. Lei non si lamentava, almeno non con noi, c non era
dispiaciuta per se stessa. Cercava di portare tutto il peso e, in qual
che modo, potevo capire quello chc slava facendo. Non importava
quanto tempo dovesse stare lontana per il lavoro, io sapevo chc lo
faceva per noi. La sua dedizione e il suo spirito di sacrificio ebbero
un profondo impatto sulla mia vita.
Sarebbe impossibile parlare delle mie imprese senza dover ini
ziare con l'influenza esercitata da mia madre. Per me, raccontare la
mia storia, vuol dire iniziare con la sua.
Capitolo 2
IL CARICO SULLE SPALLE
"Non tratteranno mio figlio in questo modo , disse mamma,
guardando il foglio i Ik- Curtis le aveva dato. "Nossignore. non
permetter che ti facciano questo". Curtis aveva dovuto leggerle
alcune parole, ma lei aveva capito hene quello che il consigliere
scolastico aveva fatto.
"M a mamma, che cos'hai intenzione di fare?" le chiesi sorpreso.
Non mi era mai passato per la mente chc qualcuno potesse far
cambiare idea alle autorit scolastiche, una volta che avevano preso una
decisione.
Domattina andr da loro e metter le cose in chiaro", disse. E dal
tono della sua voce compresi chc lavrebbe fatto.
Curtis. di due anni pi anziano di me. frequentava la scuola
media quando un consigliere scolastico decise di metterlo nel pro
gramma di studi professionali. Prima i suoi voti erano stati piuttosto
bassi, ma da pi di un anno stavano migliorando e lui era iscritto
in una scuola la cui maggioranza era di razza bianca. Mamma non
aveva dubbi che il consigliere ragionasse in modo stereotipato e chc,
secondo lui. i neri non erano capaci di studiare all'universit.
Naturalmente non fui presente al loro incontro, ma ricordo molto
bene quello che mamma ci disse quella sera: "H o detto alla signora
consigliera: M io figlio Curtis andr alluniversit; io non voglio
chc frequenti una scuola professionale". Poi mise la mano sulla
testa di mio fratello: Curtis. ora sci iscritto ai corsi di preparazione
Huniversit".
Questa storia illustra il carattere di mamma. Non era la persona
chc avrebbe permesso ai sistemi di dettare legge nella sua vita.
Mamma sapeva bene come sarebbero andate le cose per noi
ragazzi.
Mia madre una donna attraente, alta un metro e ottanta e
magra, anche se. quando eravamo bambini, io avrei detto chc era me
diamente grassottclla. Oggi soffre di artrite e di problemi al cuore, ma
non credo che abbia rallentato di molto il ntmo della sua vita
Sonya Carson ha la personalit classica di tipo A . lavoratrice
instancabile, con uno scopo nella vita, portata a dare il meglio di
s in ogni situazione c a rifiu tare di accontentarsi di meno.
IO
Forse avrei dovuto chiederle perch andava via. ma non Io feci. Ero
cos felice di stare a casa di qualcun altro perch questo comportava dei
privilegi, come un cibo migliore c un gran divertimento giocando con i
humhini dei vicini.
Avvenne cos quella prima volta, e molte altre dopo d'allora.
Mamma ci diceva che doveva andare via per alcuni giorni e di noi
si sarebbero presi cura i vicini. Poich riusciva ad arrangiare tuno e
bene con gli amici, la cosa diventava pi eccitante chc spaventosa.
Sicuro del mio amore, non mi era mai passato per la mente chc
potesse non tornare indietro.
Pu sembrare strano, ma una testimonianza della sicurezza che
sentivamo nella nostra casa. Ero gi adulto quando scoprii dove
andava la mamma quando visitava i parenti . Quando il carico
diventava troppo pesante, si faceva ricoverare in un ospedale psi
chiatrico. I.a separazione e il divorzio l'avevano latta piombare in
un terribile periodo di confusione c depressione, lo pensi) che la sua
forza interiore le fece comprendere che aveva bisogno di aiuto spe
cialistico e le diede il coraggio di cercarlo. Normalmente stava
lontano per diverse settimane alla volta.
Noi i.ivmz/1 non avemmo mai neppure la pi piccola idea dei
suoi trattamenti psichiatrici. Ma era lei che voleva cos.
Con il tempo, la mamma si ristabil dalla depressione mentale,
ma gli amici e i vicini trovavano difficile accettarla come una per
sona normale. Noi ragazzi non ne sapemmo mai nulla, perch la
mamma non ci fece mai capire quanto ne fosse ferita. Ma quelle
sue cure in ospedale psichiatrico fornirono un buon soggetto di
chiacchiere ai vicini, anche di pi. forse, perch era passata attra
verso un divorzio. Ambedue quei problemi generarono, a volte, dei
marchi difficili da accettare. La mamma non solo doveva lavorare
per provvederci una casa c darci da vivere, ma al momento del
maggior bivigno, molti dei suoi amici sparirono.
La mamma non aveva mai parlato ad alcuno dei dettagli del \uo
divorzio; per questo la gente pens alle cose peggiori c fece circola
re su di lei storie incredibili.
Decisi che dovevo andare per la mia strada", mi disse mamma
una volta, c ignorare quello che la gente diceva". Lo fece, ma la
cosa non fu certo facile. Mi fa male pensare a quante volte pianse
lacrime solitarie c amare.
Infine, non avendo alcuna risorsa a cui appoggiarsi, la mamma
comprese chc non poteva sostenere la spesa di vivere nella nostra
casa, per quanto fosse modesta. La casa era sua come parte dcHasscgnazionc legale. Cosi, dopo molli mesi in cui cerc di farcela da
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Capitolo 3
SOLTANTO OTTO ANNI
"R a tti!" gridai. "Guarda. Curi, guarda l. ho visto dei ratti! Con
raccapriccio gli indicai una grossa arca di erbacce, dietro il nostro
edifcio. " E sono pi grandi dei gatti!"
"Non sono cos grossi , replic Curtis, cercando di mostrarsi pi
maturo. "M a certo che hanno un brutto aspetto .
Niente a Detroit ci aveva preparato per la vita in una casa di
Boston. Eserciti di scarafaggi transitavano per la stan/.i e non riu
scivamo a disfarcene qualunque cosa mamma facesse. Ma avevo
pi paura delle orde di ratti, anche se non si avvicinavano mai. Per
la maggior parte vivevano fuori nell'erba o tra montagne di rifiuti.
Saltuariamente per correvano alla rinfusa negli scantinati del no
stro edifcio, specialmente durante la stagione invernale.
"Non andr mai da solo nello scantinato", dissi inflessibile pi
di una volta. Pro terron//ato a llidea di andarci da solo e non mi
sarei mosso se Curtis o lo zio W illiam non fossero venuti con me.
Talvolta, dal mucchio di erbacce uscivano anche dei serpenti chc
strisciavano lungo i marciapiedi. Una volta un grosso rettile si infi
l nello cantinato e qualcuno lo uccise. Nei giorni chc seguirono
noi ragazzi non parlavamo altroch di serpenti.
"Sapete, lanno scorso un serpente si infilato dentro uno di
quegli edifci dietro casa nostra e ha ucciso quattro bambini nel
sonno , divsc uno dei miei compagni di classe.
Loro sono capaci di divorarti , insiste un altro.
"No. chc non lo fanno", rispose il primo ridendo. "Loro ti pun
gono e poi tu muori". E allora raccont unaltra stona di qualcuno
ucciso dal morso di un serpente.
Le stonc non erano vere, naturalmente, ma ad ascoltarle cosi
spesso mi rimasero nella mente rendendomi cauto, timoroso c sem
pre in guardia dai serpenti.
M olli avvinazzati e ubriachi percorrevano la nostra zona c noi ci
abituammo a vedere bottiglie infrante, lotti interi ro\ inati, case sven
Irate e auio di pattuglia che sfrecciavano per le strade. Ben prcsio ci
adattammo a quel cambiamento di siile. Nel giro di poche settima
ne quella nuova situazione divenne perfettamente normale c com
prensibile.
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mm*'
mi" .ill(chiesa, cos quando il messaggio e la musica mi tocnioio amente. io risposi. Seguendo il sistema della nostra
..............m io . piando il pastore Ford chiese se qualcuno voleva ar>'ii-1- .1 .il Signore Ges C risto, sia C urtis sia io andammo
<iiv uni. di Ironie a tutti. Alcune settimane pi lardi, ambedue
lumino battezzati.
I
io fondamentalmente un bravo ragazzo e non avevo fatto nulla d
I* iiiicolannentc cattivo, tuttavia per la prima volta sentivo chc avevo
........ un <k II.nulo di Dio. Durante i quattro anni che seguirono ce iva i ili
Come molli bambini, non avevo alcuna idea di quello che una
persona doveva fare per diventare dottore, ma mi dicevo chc se fossi
andato bene a scuola avrei anche potuto farlo. Quando arrivai all'et
di 13 anni non ero pi cosi sicuro di voler fare il missionario, ma non
mi era mai passata la voglia di entrare nella professione medica.
C i eravamo trasferiti a Boston nel 1959 e rimanemmo l fino al
1961. Poi la mamma ci riport a Detroit perch le cose le erano
andate bene finanziariamente. Detroit era la nostra casa c. a palle
questo, mamma aveva uno scopo. Per quanto impossibile all'inizio, lei
programmava di tornare indietro e reclamare la casa in cui avevamo
vissuto.
I
a casa aveva le dimensioni di molti garage moderni, ed era uno d
quei prefabbricati quadrati della seconda guerra mondiale. I.'intera
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arca probabilmente non arrivava a 300 metri quadrati, ma era una bella
zona, dove la gente teneva il prato a tappeto ed era orgogliosa del luogo
in cui viveva.
"Ragazzi." ci disse la mamma mentre passavano le settimane c i
mesi, "abbiate pazienza. Torneremo nella nostra casa di Deacon
Street. Forse non possiamo permetterci di vivere l ora. ma ce la
faremo. Nel frattempo, possiamo usare laffitto che ne riceviamo".
Non passava un giorno senza chc la mamma ci parlasse di tornare a
casa. La sicurezza le bruciava negli occhi e io non ho mai dubitato
che un giorno ci saremmo andati.
Ci trasferimmo poi in un edificio multifamiliare oltre i binari, in
una sezione chiamata Delray. Era unarea fortemente industriale,
attraversala dai binari del treno, con molte pasticcerie e rimesse
di automobili. Era ci chc definirci un quartiere di classe mediobassa.
Noi Ire vivevamo all'ultimo piano. Mamma faceva due o tre lavori
per volta. In un posto sorvegliava i bambini e in un altro faceva le
pulizie. Qualunque fosse il tipo di lavoro chc qualcuno richiedeva, lei
diceva: "Posso farlo. In questo momento non so come, ma imparer
presto".
In effetti, non c era altro chc lei potesse fare perch non possedeva
altre abilit. Ma essendo intelligente e pronta, si era guadagnata un
sacco di buonsenso e cultura con questi lavori. Mentre lavorava, osser
vava attentamente tutto quello chc la circondava.
Era particolarmente interessata alle persone perch, per la mag
gior parte, lavorava per persone ricche. Tornata a casa ci diceva:
Questo ci chc i ricchi fanno. Cos si comportano le persone di
successo. Questo quello che pensano". E costantemente infonde
va questo modo di pensare in mio fratello e in me.
" E questo c ci chc voi ragazzi dovete fare , diceva con un
sorriso, e aggiungeva: "...c potete farlo anche meglio!"
Stranamente, mamma inizi a presentarmi queste motivazioni
quando ero tuli'altro che uno studente brillante. Beh. non del tutto
vero: ero il peggiore studente della quinta classe nella scuola ele
mentare /Uggirvi.
I
miei primi tre anni nelle elementari Iella Scuola Pubblica d
Detroit mi avevano dato delle buone basi Quando ci trasferimmo .1
Bonoo andai in quarta, c Curtis mi precedeva di due anni. Mamma
ci trasfer poi nella scuola privata di una chiesa, perch credeva chc
ci avrebbe dato una migliore istruzione chc non la scuola pubblica.
Purtroppo le cose non andarono cos. Per quanto Curtis ed io avessimo
dei buoni voti, la scuola ix*n esigeva cos tanto come avrebbe dovuto c
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Capitolo 4
DUE FATTI POSITIVI
"Non li) so", dissi, scuotendo la testa. "Voglio dire, non ne sono
sicuro" Mi sentii di nuovo terribilmente stupido, dalla cima dei capelli
fino alla punta dei piedi, n bambino davanti a me aveva letto sulla
lavagna ogni singola lettera, dallinizio alla fine, senza problemi, lo non
rime ivo a vedere abbastanza bene da poter leggere oltre la prima riga.
Va bene", mi disse l'infermiera e mi fece andare via. Un bam
bino che seguiva si fece avanti verso la tavola ottotipica per Tesa
nte oculistico. La sua voce era vivace ed efficiente. "Fa attenzione, devi
leggere senza socchiudere gli occhi".
A met della quinta classe, la scuola ei obblig a sottoporci a un
ewme della visUL Io strinsi gli occhi, cercai di mettere a fuoco e
lessi la prima riga, appena e solo la prima.
La scuola mi forn gratuitamente di occhiali. Quando andai a pren
derli, il dottore mi disse: "Figliolo, la tua vista cos cattiva che ti si
potrebbe tranquillamente definire un handicappato"
Apparentemente i mici occhi si erano rovinati gradatamente, e
non avevo idea che fossero cosi malconci. Misi gli occhiali a scuola
il giorno dopo. Ed ero esterrefatto: per la prima volta potevo vedere,
dal fondo della classe, lo scritto sulla lavagna. Ricevere quegli oc
chiali fu il primo passo che. dal fondo della classe, mi spinse verso
l'alto. Subito dopo aver corretto la vista, i mici voti migliorarono,
non eccessivamente, ma almeno mi muovevo nella giusta direzione.
Quando la pagella di met corso arriv, la signora Williamson
mi chiam a parte: "Benjam in", mi disse, "nellinsieme stai andan
do molto meglio". Il suo sorriso di approvazione mi fece sentire
come se potessi fare ancora di pi. Sapevo che voleva incoraggiar
mi ad andare avanti e migliorare ulteriormente.
Avevo una I). insufficiente, in matematica, ma quello indicava
un miglioramento. Almeno non avevo fatto fiasco completo.
Vedendo clic quel voto mi aveva fatto sentire bene, pensai: "Ho
preso una D in malemalica. Sto migliorando. C ' speranza per me.
Dopotutto, noti sono il Iximbino pi stupido della scuola". Quando uno
come me, che per la prima met dell'anno era stato in fondo alb classe,
improvvisamente sfreccia verso lalto, anche se solo dalla F alla D. pu
dare inizio alla speranza. Per la prima volta, dallentrata tlTHiggins,
sapevo di poter fare meglio di alcuni studenti della mia classe.
Ma lei dett legge come se min avesse sentito una parola di quello chc
avevo detto. Non mi piacevano le regole, ma la sua determinazione di
vederci migliorare cambi il corso della mia vita. "Da ora in poi voi
ragazzi non vedrete pi di tre progammi alla settimana".
"A lla settimana? Pensai immediatamente a tutti i meravigliosi
programmi chc avrei perduto.
Malgrado le nostre proteste, mio fratello e io sapevamo chc
quando mamma aveva deciso che non potevamo guardare continua
mente la televisione ogni protesta era sana. Tra l'altro aveva fidu*
cia in noi e noi figli aderivamo alle regole della famiglia perch
eravamo fondamentalmente dei bravi ragaz/i.
Curtis. anche se un po' pi ribelle di me. era migliorato notevol
mente nello studio. Tuttavia i suoi voti non erano abbastanza buoni
da soddisfare i desideri di nostra madre. Cos, una sera dopo l'altra,
mamma parlava con mio fratello, spronandolo a migliorare il suo
atteggiamento c a ricercare un maggior successo, supplicandolo di
non arrendersi. Nessuno di noi due aveva un vero modello di suc
cesso, o persino una figura maschile rispettabile da imitare. Credo
che Curtis, essendo pi adulto, avesse pi sensibilit di quanta non
ne avessi io. Mamma, tuttavia, non rinunciava, e poco importa quan
to fosse difficile lavorare con lui. In qualche modo, con il suo amore
e con una buona dose di determinazione, incoraggiamento e discipli
na. Curtis divenne un ragazzo pi ragionevole e cominci a credere
in s stesso.
Mamma aveva gi deciso come avremmo speso il nostro tempo
libero quando non guardavamo la televisione. "V o i ragazzi andrete
in biblioteca e sceglierete dei libri. Dovrete leggere almeno due
libri alla settimana, e alla fine di ogni settimana mi farete un reso
conto di quello che avrete letto .
Questa regola sembrava impossibile: due libri? Non avevo mai
letto un libro intero in tutta la mia vita, fatta eccezione per quelli
chc ci facevano leggere a scuola. Non riuscivo a credere che avrei
potuto finire un libro intero in una breve settimana.
Ma un giorno o due pi tardi, Curtis e io. brontolando e
protestando, svogliatamente e lentamente percorremmo, trascinando
i nostri piedi, i sette isolati chc dividevano la nostra casa dalla
biblioteca pubblica. Mamma tuttavia aveva parlato e a nessuno dei
due venne in mente di disubbidire. Il motivo? La rispettavamo.
Sapevamo che lei faceva sul serio e sapevamo anche che era meglio
per noi ubbidire. Ma la cosa pi importante era chc la amavamo.
"Bennie . mi diceva continuamente. "MOTO, se H i leggere puoi
imparare lutto quello chc vuoi conoscere. Le pone del mondo sono
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Alcuni ili questi ragazzi che tic anni prima mi avevano schernito, mi
crani) diveniaii amici. Si sentivano imbarazzati c potevo leggere il risenti
mento su pi di un volto.
Non raccontai l'episodio alla mamma. Non credevo chc le avrebbe
fatto piacere e avrebbe soltanto ferito i suoi sentimenti.
Il terzo episodio clic mi viene in mente riguarda il gioco del mgbv.
e nel nostro rione ne avevamo una quadra. Quando ero nella seconda
media giocare al rugby era il desiderio pi grande per un ragazzo.
Com'c logico, sia Curtis sia io desideravamo partecipare al gioco,
ma nessuno di noi due era abbastanza robusto. In effetti, paragonati
agli altri giocatori, eravamo piuttosto mingherlini. Ma avevamo un
vantaggio: eravamo svelti. Cos svelti chc potevamo superare qualsiasi
altra persona in campo. Poich i fratelli Carson fornivano una cos
bella prestazione, la cosa apparentemente disturbava alcuni dei bianchi
Un pomeriggio, dopo un allenamento, quando Curtis ed io lasciam
mo il campii, un gruppo di giovani bianchi, nessuno di loro sopra i
treni anni, ci circond. Prima clic dicessero una parola vedemmo sul
loro volto una chiara minaccia. Nim ero certo chc facessero parte della
banda chc mi aveva minacciato al passaggio a livello. Sapevo solo di
avere paura.
Poi uno di loro si fece avanti e disse: "Se voi giovanotti vi faie
rivedere da queste parti vi gettiamo nel fiume. Poi si voltarono c si
allontanarono.
Avrebbero messo in atto la loro minaccia? Curtis ed k>non eravamo
tanto preoccupati per questo, quanto per il fatto chc non ci volessero
nella squadra.
Capitolo 5
IL GRANDE PROBLEMA
DI UN RAGAZZO
Sapete che cosa fecero gli Indiani con gli abili usali del genera
le Custer?" chiese il capo banda.
'Diccelo!' rispose uno degli affiliali con esageralo interesse.
L i salvarono e ora il nostro C'arson li indossa!
Un altro ragazzi annu vigorosamente: Sembra proprio cos".
Sentivo il calore salirmi dal collo e dalle guance: ci stavano
provando di nuovo.
A vvicinati e ci crederai, rise il primo ragazzo, puzzano come se
fossero vecchi di cent'anni!"
determinazione sul lavoro. Alla Fine riusc a leggere dei libri abba
stanza difficili.
La zia Jean e lo zio W illiam , con cui avevamo abitato a Boston
dopo il divorzio dei mici genitori, erano diventati credenti, li loro
incoraggiarono la mamma che dopo pooo tempo si fortific nella fede.
Non essendo mai stata una persona che faceva qualcosa a met,
divenne immediatamente attiva e rimase un devoto membro di chiesa.
Dal tempo della sua conversione inizi a portare alle riunioni anche
Curtis c me.
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Capitolo 6
UN CARATTERE TERRIBILE
"Sicuramente era una cosa stupida da dire", mi stuzzicava Jcrry
mentre uscivamo insieme dopo la lezione di inglese. I ragazzi ci
circondavano da tutte le parti e la voce di Jerry sovrastava tutto
quel baccano.
Scrollai le spalle: Penso che tu abbia ragione". La mia risposta
sbagliata nella lezione dinglese della seconda superiore era stata
imbarazzante: e non avevo voglia di sentirmelo ricordare.
"Tu pensi? "L a risata di Jerry era stridula. "Ascolta. ( 'arsoli,
stata la cosa pi stupida che abbia mai sentito in tutto l'anno!
Lo guardai. Era alto e robusto c non era nemmeno uno dei miei
amici migliori. Dissi sommessamente: "Anche tu hai detto delle
cose piuttosto sciocche .
Ma davvero?
Si davvero! Proprio la settimana scorsa tu....
Le parole volarono avanti e indietro, con la mia voce rimasta
calma mentre la sua diventava sempre pi alterata. Infine mi girai
verso il mio armadietto: avevo deciso di ignorarlo c forse si sarebbe
zittito e sarebbe andato via.
Le mie dita composero la combinazione sul lucchetto. Poi. pro
prio mentre lo stavo sollevando. Jerry mi diede uno spintone. Tra
ballai c il mio caratteraccio prese fuoco. Dimenticai che era molto
pi alto e robusto di me. e non vidi i ragazzi e gli insegnanti che
affollavano il corridoio. M i scagliai contro di lui con il lucchetto in
mano. Lo colpii con violenza alla fronte, gemelle, indietreggi bar
collando con il sangue che gli sgorgava da un taglio profondo tre
centimetri.
Stordito. Jerry si port lentamente la mano alla fronte. Sent tra
le dita qualcosa di appiccicoso, abbass lentamente la mano davanti
ai suoi occhi e. vedendo il sangue, url.
Naturalmente il direttore mi interpell. Intanto mi ero calmato e
mi scusai profusamente. stato un incidente , gli dissi. Non
l'avrei mai colpito se mi fossi ricordato di avere in mano il lucchet
to". Ed era proprio questo che intendevo: mi vergognavo. 1cristiani
non perdevano mai il controllo in quel modo. Mi scusai con Jerry c
l'incidente fu chiuso.
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rabbia che avevo, corsi al lato della strada, afferrai un grosso sasso c
glielo gett; in faccia. Raramente mancavo il bersaglio quando scagliavo
qualcosa. Il sasso ruppe i suoi occhiali c gli spacc il naso.
Facevo la prima supcriore quando avvenne l'impensabile. Persi
d controllo c cercai di accoltellare un amico. Bob c io stavamo
.scollando un programma alla radiolina a transistor quando lui.
improvvisamente, cambi stazione. E tu chiami musica, quella l?
mi chiese.
migliore di quella chc piace a te", gli gridai afferrando la
manopola.
Andiamo. Canon, tu sempre....
In qucH'istante una furia cicca, chiamiamola rabbia patologica,
si impossess di me. Afferrai il coltellino da campeggio chc tenevo
in tasca, lo aprii di scatto e mi scagliai contro il ragazzo chc era
stato mio amico. Con lutt.i la forza dei miei giovani muscoli allun
gai il coltello verso il suo addome. Colpii la sua grossa, pesante
fibbia con tale forza che la lama si .spezz e cadde sul terreno.
Fissai la lama spezzata e mi sentii svenire. L'avevo quasi ucciso.
.Avevo quasi ucciso il mio amico. Se la fibbia non lavesse protetto.
Bob sarebbe stato ai mici piedi moribondo o ferito gravemente. Non
disse nulla, mi guard soltanto, incredulo. M... mi dispiace , mormo
rai lasciando cadere il coltello. Non riuscivo a guardarlo negli occhi.
Senza una parola mi voltai e corsi a casa.
Fortunatamente la casa era vuota; non avrei sopportato di ve
dere qualcuno. Corsi verso la stanza da bagno dove potevo esse
re solo e chiusi a chiave la porta. Poi crollai sul bordo della
vasca, con le gambe allungate sul linoleum clic sbattevano contro il
lavandino.
H o quasi ucciso Bob. Ho cercalo d i uccidere il mio am ico.
E per quanto cercassi di chiudere con forza gli occhi, non potevo
cancellare dalla mente la vista della mia mano, del mio coltello,
della fbbia, della lama spezzata c del viso attonito di Bob.
"Questa pazzia, mormorai infine, devo essere pazzo. I sani di
mente non cercano di uccidere i loro amici . Sentivo il freddo del
bordo della vasca sotto le mani che poi misi sul volto in fiamme.
Vado cos bene a scuola e poi faccio queste cose".
Sognavo di diventare un dottore da quando avevo otto anni, ma
con potevo realizzare questo sogno con un carattere cosi \iolen
Quando nu arrabbiavo uscivo dai limiti e non ero pi capace <li
fermarmi. Non avrei mai fatto niente di buono se non fossi stato
capace di controllare il mio temperamento. Se solo avessi potuto
fare qualcosa contro la rabbia chc mi bruciava dentro!
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Non avrei mai fatto niente di buono se non fossi cambiato. Pensai:
"Povera madre mia, le i crede in me. Nemmeno le i sa quanto suo
fig lio sia infam e".
L'infelicit mi fece sprofondare nelle tenebre. Oh. Dio. se tu non
mi d ii una mano non ho nessun altro da cui andare".
Ad un certo punto scivolai fuori della stanza da bagno e afferrai
nna Bibbia. Rientrai, la aprii c cominciai a leggere nei Proverbi. Vidi
immediatamente una sequela di versetti sulle persone irose e su
come finiscono nei problemi. Il versetto che m'impression di pi fu
Proverbi 16:32: "C h i lento a ll'ira vale pi del prode guerriero,
chi ha autocontrollo vale pi di chi espugna c itt ".
Continuavo a leggere mentre muovevo silenziosamente le lab
bra. Sentivo come se quei versetti fossero stati scritti solo e unica
mente per me. Le parole dei Proverbi mi condannavano, ma nello
Messo tempo mi davano speranza. Dopo un po' la pace cominci a
riempire la mia mente. Ix mani smisero di tremare e le lacrime
cessarono. Durante quelle ore, da solo nella stanza da bagno, qual
cosa mi era accaduto: Dio aveva sentito le mie profonda grida di
angoscia. Un senso di leggerezza scese su di me e mi resi conto chc
egli aveva operato nel mio cuore. Mi sentivo diverso. F.ro diventato
diverso.
Alla fine mi alzai, poggiai la Bibbia sul bordo della vasca da
bagno e mi diressi verso il lavandino. Mi lavai il viso e le mani,
sistemai i mici vestiti e uscii dal bagno come un giovane trasfor
mato". Il mio carattere non mi controller mai pi", mi dissi. Mai
pi. Sono libero".
0
da quel giorno, da quelle lungltc ore di battaglia con me stesso
e di grida a Dio per ricevere il suo aiuto, non ho pi avuto problemi
con il mio carattere.
Quello stesso pomeriggio decisi che ogni giorno avrei letto la
Bibbia. Ilo mantenuto quella pratica come un'abitudine quotidiana
c gioisco in particolare nel leggere i Proverbi. Persino adesso, (pian
do possibile, la prima cosa che faccio al mattino prendere la mia
Bibbia e leggerla.
Quando ci penso, il miracolo avvenuto in me aveva qualcosa di
incredibile. Alcuni dei miei amici psicologi insistono che ho ancora
il potenziale per arrabbiarmi. Forse hanno ragione, ma da quel
l'esperienza sono passati quasi vent'anni e non ho mai avuto un
altro scoppio d'ira o un problema tanto serio da dover ancora con
trollare il mio carattere.
Riesco a sopportare una quantit straordinaria di tensioni c derisioni.
Per la grazia di Dio. non mi richiede alcuno sforzo lo scuotermi
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(Li situazioni spiacevoli c irritanti. Dio ini lu aiutato a vincere, una volta e
per sempre, il mio carattere terribile.
Durante quelle ore nella stanza da bagno mi resi conto che. se le
persone potevano farmi diventare furioso, potevano anche controllarmi.
Perch avrei dovuto dare a qualcun altro tale potere sulla mia vita?
Con il passare degli anni ho spesso sorriso di quelle persone chc
facevano deliberatamente delle cose per farmi arrabbiare. Non sono
migliore di altri, ma rido interiormente di quanto le persone possa
no essere sciocche quando cercano di farmi arrabbiare. Non hanno
alcun controllo su di me.
F. questa la ragione. Da quel terribile giorno, quando avevo 14
anni, la mia fede in Dio stata strettamente personale e parte im
portante di quello che io sono. Fu in quel tempo chc cominciai a
canticchiare un inno che continua a essere il mio favorito: "Ges
tutto il mondo per me . Quando qualcosa mi irrita, quell'inno dis
solve la mia irritazione. L ho spiegato cosi ai giovani: Nel mio
cuore c la luce del sole, quali che siano le circostanze che mi
circondano .
Non ho paura di niente finch penso a Ges Cristo, al mio rap
porto con lui e ricordo chc Colui chc ha creato luniverso pu fare
tutto. Ho anche delle dimostrazioni, per mia propria esperienza, che
Dio pu fare qualunque cosa perch lui cambiato me.
Dall'et di 14 anni cominciai a guardare al mio futuro. Le lezio
ni di mia madre, e quelle di altri miei insegnanti, alla Fine erano
serv ite a qualcosa di costruttivo.
Capitolo 7
TRIONFO DEL RESERVE OFFICERS*
TRAINING CORPS
(Corpo d i addestramento degli ufficiali di riserva)
Avevo dicci anni quando cominciai a interessarmi alla clinica dell'Universit Johns Hopkins. In quei giorni sembrava che ogni televi
sione o giornale medico coinvolgesse qualcuno della Johns Hopkins.
Cos mi dissi: "Q uello il posto dove voglio andare quando sar
dottore. Quella gente sta trovando nuove cure e nuovi metodi per
aiutare i malati".
Per quanto non avessi dubbi di voler diventare un dottore, il campo
della medicina in particolare non mi era sempre casi chiaro. Per esem
pio quando avevo 13 anni cambiai programma: da medico generico
volevo diventare psichiatra. Me ne ero convinto guardando i program
mi alla televisione che mostravano degli psichiatri, in quanto si presen
tavano come degli intellettuali dinamici che sapevano come risolvere i
problemi di tutti. A quella et ero molto cosciente dei problemi finan
ziari, c pensavo chc con cos tanti matti chc abitavano negli Stati Uniti,
gli psichiatri dovevano vivere proprio bene.
Se avevo qualche dubbio circa la carriera da intraprendere, a 13
anni si dissolse quando Curtis mi abbon a Psychology Today (Psi
cologia Moderna). Era il regalo perfetto. Non essendo solo un grande
fratello ma anche un buon amico. Curtis deve aver fatto dei veri sacri
fici per spendere questo denaro, guadagnalo duramente, sole* per me.
Aveva solo 15 anni, e non era pagato molto bene nel laboratorio di
scienze, lavoro chc faceva dopo la scuola.
Curtis non era soltanto generoso con me, ma anche molto seasibile.
Poich sapeva che mi stavo interessando alla psicologia e psichiatria,
scelse quel modo per aiutarmi. Anche se trovavo che Psychology
Today fosse un giornale difficile da leggere per un ragazzo della mia
et. afferravo abbastanza dai diversi articoli e aspettavo con impazien
za l'uscita del numero seguente. Ma leggevo anche libri su quella
materia. Per un periodo mi proposi anche come una specie di
strizzaccrvelli locale.
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Capitolo 8
LA SCELTA DELLA FACOLT
Fissai il biglietto da dicci dollari che mi stava davanti sul tavolo,
sapendo chc dovevo lare una scelta. F poich avevo so lo una possibili
t, volevo essere sicu ro di fare quella g iu sti. IV r giorn i avevo ciHisidci.it*
la situazione da ogni punto di vista e avevo an ch e pregato Dio di aiutarmi.
Tuttavia sembrava chc n o n fossi capace di p re n d ere una decisione.
In quell'autunno del 1968 avevo davanti una strana situazione,
perch molte delle universit della nazione mi avevano contattato
con offerte e contributi. Tuttavia, ogni universit richiedeva una tassa
di dieci dollari non restituibili, da mandare con la domanda di iscri
zione. Io avevo esattamente dieci dollari, cos potevo iscrivermi sol
tanto ad una.
Ripensandoci, mi rendo conto chc avrei potuto chiedere del denaro
in prestito per fare molteplici domande. F possibile chc se avessi parlalo
ai responsabili della scuola, avrebbero potuto rinunciare alla tassa d'iscri
zione. Ma mia madre aveva sempre sostenuto il concetto della fiducia in
s stessi e io non volevo iniziare con un debito verso la scuola solo per
essere accettato.
In quel tempo l'universit del Michigan, ununiversit straordinaria
e sempre in testa sia accademicamente s ia negli eventi sportivi, reclu
tava attivamente studenti neri. E questa universit rinunciava alle tasse
scolastiche per quegli studenti residenti che non potevano permettersi
di pagare. Tuttavia io volevo andare oltre luniversit.
Esaminai a lungo il mio futuro, sapendo chc potevo entrare in
qualsiasi universit, delle pi celebri, ma non sapendo che cosa fare.
Essendomi diplomato ter/o della mia classe, avevo eccellenti voti
SA T e la maggior parte dei college pi rinomati facevano a gara per
avere degli studenti neri. Dopo il college, superati i corsi preparatori
allo studio della medicina e aver ottenuto una specializzazione com
plementare in psicologia, sarei stato pronto per la facolt di medici
na o. per lo meno, sarei stato sulla strada per diventare dottore.
Per lungo tempo mi sentii a disagio per il fatto chc ero arrivato terzo
nella scuola superiore. Probabilmente questo mi deriva dal carattere e
non posso proprio farci nulla. Non che dovessi primeggiare in ogni
cosa, chc avrei dovuto essere il numero uno. Se non ne fossi stato
distolto dal bisogno di approva/ione da parte dei compagni, sarei
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"Oh. in totale 1540 oppure. 1550. Non ricordo bene i miei voti di
matematica .
A lutti loro sembrava perfettamente naturale avere voti superiori
alla percentuale del novanta. Ascoltai silenzioso, rendendomi conto
che mi classificavo inferiore a ogni studente che avevo intorno. Per la
prima volta mi rendevo conto di non essere brillante come pensavo e
quell'esperienza spazz via un po della mia presunzione. Allo stesso
tempo, quellincidente fece da deterrente solo in parte perch non
sarebbe stato difficile dimostrare quello che valevo. Avrei fatto come
allaltn> iMituto c mi sarei immerso completamente nello studio, impa
rando quanto pi possibile. Allora i voti mi avrebbero posizionalo in
vetta alla classifica.
Imparai presto per chc a Yale le esercitazioni scritte erano difficili,
diverse da qualsiasi cosa avessi affrontato all'istituto superiore di
Soulhwestern. I professori si aspettavano chc noi avessimo comple
tato i compiti prima di arrivare in classe, poi li utilizzavano come base
per la lezione. Quella era un'idea totalmente nuova per me. Nell'istitu
to superiore ero stato promosso, un semestre dopo l'altro, studiando
solo ciucilo che volevo per poi preparare le altre materie negli ultimi
giorni prima degli esami, studiando giorno e notte come un matto.
Aveva funzionato alla Soulhwestern, ma fu uno shock rendermi conto
chc a Yale non sarebbe siala la stessa cosa.
Arretravo ogni giorno di pi nella mia classe, specialmente in chimica.
Non sono s ic u r i del perch non avessi lavorato di pi per tenermi alla
pari. Avrei potino trovare una dozzina di attenuanti, ma non avevano
alcuna importanza. Quello che contava era chc io non sapevo clic cosa
stesse accadendo nella classe di chimica.
Venne tutto alla luce alla fine del primo semestre, quando dovet
ti far fronte agli esami finali. Il giorno prima dell'esame vagavo per
il campus', terrorizzato e impaurito. Non potevo pi nasconderlo,
neppure a me stesso: slavo per fallire il primo anno dcll'univcrsit... e anche in malo modo.
Camminavo trascinando i piedi tra le foglie dorate chc tappezza
vano lampio marciapiede. Luce solare e ombre danzavano sulle mura
ricoperte di edera. Ma la bellezza dell'autunno era come una derisio
ne. Avevo sciupato tutto. Non avevo la pi piccola speranza di passa
re quell'esame, perch non mi ero tenuto aggiornato con i compiti.
Mentre prendevo coscienza dell'imminente fallimento, questo brillante
giovane di Detroit fiss sbalordito unaltra orribile verit: se fallivo in
chimica non sarei potuto entrare nel programma di medicina.
Mi sentii invadere dalla disperazione, mentre i ricordi della quinta
classe mi tornavano alla mente: "Chc voti lui preso oggi. Carson?
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"Ehi. tonto, hai fatto qualcosa di giusto oggi? G li anni erano passa
ti, ma potevo ancora sentire quelle voci beffarde nella mia testa.
Ma chc cosa stofacendo a Yale? Era una domanda legittima, e non
riuscivo ad allontanarla dalla mia testa. Ma chi credo di essere? Solo uno
sciocco ragazzo nero che viene dalla zona povera di Detroit, che non
ce la ptttr maifare a Yale con tutti questi studenti bravi e intelligen
ti. Diedi un calcio a un sasso e lo feci volare nellerba scura. Fu allora che
mi tlissi: Smettila! hai solo peggiorare le cose!"
Ripensai a quegli insegnanti che mi avevano pronosticalo:
"Benjamin, tu sei sveglio e intelligente. Tu farai molte cose".
E l. solitario, camminando nell'oscurit dei mici pensieri, senti
vo la mamma che diceva con insistenza: Bennie. puoi farcela!
Figlio mio. tu puoi fare qualsiasi cosa tu voglia c puoi farla meglio
di chiunque altro, lo credo in te".
M i voltai e cominciai a camminare tra gli alti edifici di stampo
classico, direno verso il dormitorio. Dovevo studiare. M i dissi: "Smetti
di pensare a i fallim ento. Puoi ancora farcela... forse . Guardai in
alto, attraverso le foglie chc palpitavano al vento, stagliate contro il
rosato tramonto autunnale Ma i dubbi insidiavano la mia mente.
Finalmente mi rivolsi a Dio: "H o bisogno di aiuto , pregai. Es
sere dottore c tutto quello che ho sempre desiderato e ora sembra una
cosa impossibile. E . Signore, io ho sempre avuto l'impressione chc
questa fosse anche la Tua volont. Ho lavorato duramente e spinto la
mia vita in quella direzione, presumendo che sarebbe stato ci chc
avrei fatto. Se per fallisco in chimica dovr trovare qualcos'altro da
fare. Ti prego, aiutami a scoprire chc cos'altro potrei tare".
Tornato in stanza, piombai sul letto. Il crepuscolo venne in fret
ta, e la stanza era buia e silenziosa. I rumori serali del campus
riempivano la camera, automobili che passavano, la voce degli stu
denti nel parco sotto la mia finestra, folate di vento chc stormivano
tra gli alberi. Suoni quieti, lo sedevo l. un giovane magro e alto,
con la testa fra le mani. Avevo fallito. M i trovavo davanti a una
sfida chc non potevo affrontare: era troppo tardi.
M i alzai e accesi la lampada sulla scrivania. "Bene", mi dissi
mentre camminavo avanti e indietro nella stanza. indubbio che
fallir in chimica e non potr quindi essere un dottore. Chc cosa mi
resta da fare allora?"
Per quanto considerassi tutte le carriere possibili e immaginabili,
non riuscivo a pensare a niente altro che a essere un medico. Ricor
dai la borsa di studio offertami da West Point. Una carriera di
insegnante? Affari? Nessuna di queste prospettive suscitava in me un
vero interesse.
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Lai mia mente sinnalz verso Dio. uno struggimento disperato, unin
vocazione. un'afferrarsi a lui: "O mi aiuti a capire quale tipo di lavoro
potrei fare, oppure open un qualche miracolo e mi aiuti a superare
questo esame".
Da quell'istante mi sentii in pace. Non avevo avuto risposta.
Dio non era intervenuto, fugando la mia confusione mentale e mostran
domi una foto di quel che avrei dovuto fare. Tuttavia sapevo chc
qualunque cosa fosse successa, lutto sarebbe andato bene.
Un barlume di speranza, anche se minima, brill nella mia apparen
temente. impossibile situazione. Per quanto mi fossi bloccato all'ultimo
scalino della classe, sin dalla prima settimana a Yale, il professore aveva
una regola chc forse poteva salvarmi. Se gli studenti incapaci riuscivano
bene nellesame finale, linsegnante avrebbe scartato molto lavoro del
semestre, lasciando che il buon punteggio del test finale avesse il suo
peso per l'ultimo esame. IVr me era Punica possibilit di superate Pesame
di chimica
Erano quasi le ventidue e mi sentivo stanco. Scossi la testa,
sapendo che quel miracolo, l'indomani mattina, non si sarebbe po
tuto realizzare.
Ben. tu devi provare", dissi ad alta voce. Devi fare tutto quello
die puoi".
Le due ore che seguirono mi videro seduto e immerso nello studio
del mio ponderoso libro di chimica, memorizzando le formule e le equa
zioni che potevano servire. Qualunque cosa fosse successa durante Pesa
me. ci sarei andato determinato a fare il meglio che potessi. Mi consolai
con la consapevolezza chc. se avessi fallito, avrei almeno avuto un "alto
fallimento".
Mentre scrivevo le formule sul foglio, sforzandomi di ricordare
quello chc per me non aveva alcun significato, nel mio intimo
sapevo perche stavo fallendo. Il corso non era stato difficile c la
verit giaceva in qualcosa di molto pi profondo. Malgrado i mici
alti voti nella scuola supcriore, in realt non avevo imparato proprio
niente riguardo allo studio. In tutto quel tempo mi ero appoggiato
sugli stessi metodi antichi, perdere il mio tempo durante il semestre
e poi lare una bella sgobbata per gli esami finali.
Era mezzanotte. l>e parole sulla pagina si confusero e la mia
mente rifiutava di ricevere altre nozioni. Mi gettai sul letto e bisbi
gliai nelle tenebre: "Signore, mi dispiace. Perdonami per aver delu
so te e me stesso . Poi mi addormentai.
Mentre dormivo feci uno strano sogno e, quando mi svegliai al
mattino, era rimasto incredibilmente nitido come se fosse appena avve
nuto. Nel sogno ero seduto nellaula di chimica completamente solo.
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La porta si apr e una figura nebulosa entr nella stanza, si ferm alla
lavagna e inizi a svolgere problemi di chimica, lo presi nota di tutto
quello clic veniva scritto.
Svegliandomi, ricordai la maggior parte di quello che era stato rcgi
strato sulla lasagna, e lo scrssi frettolosamente prima chc svanisse dalla
mia memoria. In verit dimenticai alcune delle risposte ma. ricordando i
testi, li controllai sul mio libro. Conoscevo abbastanza la psicologia da
presumere chc. durante il sonno, stavo ancora cercando di risolvere i
problemi non ris*lti.
M i vestii, feci colazione c mi diressi verso laula di chimica con
un senso di rassegnazione. Non ero sicuro di saperne abbastanza
per superare lesame c mi sentivo inebetito per il tentativo disperato
di incamerare, in una sola notte, tutto il lavoro di un semestre.
L'aula era enorme, stipala di singoli sedili di legno. C era posto
per almeno un migliaio di studenti. Nell'aula, davanti, cera una
lunga fila di lavagne. Sulla pedana era posta una grande scrivania
con un ripiano e un lavello per le esercitazioni pratiche di chimica.
I miei passi ri suonavano cupi sul pavimento di legno.
Il
professore arriv e. senza dire mollo, cominci a distribuire
gli opuscoli con le domande per lesame. Ix> guardai, seguendolo
con gli occhi intorno alla stanza. G li ci volle un po' di tempo per
distribuirli ai seicento studenti. Mentre aspettavo, notai lungo una
parete che il sole brillava attraverso i vetri delle finestre ad arco,
tra una giornata troppo bella per fallire l'esame.
Infine, con il cuore che mi batteva violentemente, aprii l'opusco
lo c Ic s m il primo problema In quell istante potevo quasi sentire la
dissonante melodia, trasmessa dalla televisione, della serie TwHigfu
Zone. In effetti sentivo di essere entralo nella "terra di nessuno". Scorsi
velocemente le domande, ridendo silenziosamente, c ricevendo la con
ferma di quello chc avevo immediatamente compreso: i problemi desa
me erano identici a quelli scritti dalla figura nebulosa del mio sogno.
Conoscevo la risposta a ogni domanda della prima pagina. Mor
morai: un dolce regalo di D io", mentre la matita scorreva per
scrivere la soluzione. Finita la prima pagina passai alla seconda c.
di nuovo, il primo problema era uno di quelli chc. nel sogno, avevo
visto scritto sulla lavagna. Non potevo crederci.
Non mi fermai per analizzare quello chc stava succedendo. Ero
cos eccitato per il fatto di conoscere le risposte esatte che scrissi
velocemente, quasi timoroso chc potessi perdere quello che ricorda
vo. Quasi alla fine della prova, quando il ricordo del sogno cominciava
a svanire, non ero pi capace di risolvere ogni problema. Ma sapevo
chc. ormai, avevo fatto abbastanza c chc avrei superato la prova.
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Capitolo 9
CAMBIANO LE REGOLE
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hX
M ezzora dopo l'in iz io dcHcsam c. ero rim asto l'u n ico studente
nell'aula. E ro tentato di andarm ene com e gli altri, ma avevo letto
lavviso e non potevo mentire dicendo di non averlo fatto. Per tutto
il tem po che scrivevo le mie risposte pregavo che D io mi aiutasse a
capire quello chc dovevo scrivere. Non feci pi attenzione ai passi
c h e si allontanavano.
Im provvisam ente la porta d e llaula si apr rum orosam ente inter
rom pendo il corso dei miei pensieri. V oltandom i, il m io sguardo
incontr quello della professoressa. Allo stesso tem po mi resi conto
che nessun altro stava ancora cercando di rispondere alle dom ande.
I,a professoressa si diresse verso di me. C on lei c 'e ra un fotografo
del Daily .\V \ di Yale chc si ferm e mi scatt delle foto.
C he sta succedendo? chiesi
una burla , disse l'insegnante. V olevam o vedere chi era lo
studente pi onesto della classe . Sorrise ancora. Sci tu .
La professoressa fece poi qualcosa di m eglio: mi porse un b i
glietto da dicci dollari.
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Capitolo IO
UN PASSO IMPORTANTE
M i hanno sem pre chiam ata C andy. m i disse. "M a il m io nom e
I Picena Rustin".
Per un attim o la guardai, incantato dal suo sorriso. Piacere di
conoscerti", replicai.
Era una delle m atricole chc avevo incontrato quel giorno al
Country Club di G rosse Pointe. Molti facoltosi cittadini del Michigan
vivevano in questa citt, e spesso i turisti venivano per am m irare le
case dei Ford e dei Chrysler.
Yale aveva organizzato un ricevim ento per le nuove m atricole e
io, insiem e a un certo num ero di anziani, partecipavo al benvenuto
per gli studenti del M ichigan. Per me aveva voluto dire m olto avere
alcuni collegam enti quando ero venuto via dal liceo e. quando pote
vo. e ro contento di incontrare e aiutare i nuovi studenti.
C andy era m olto carina. Ricordo di aver pensato: proprio una
bella ragazza. A veva un'esuberanza che mi piaceva. Era efferve
scente: si intratteneva piacevolm ente parlando a questo e a quello.
Rideva facilm ente e mi fece sentire bene durante quei pochi minuti
d ie parlam m o insiem e.
Alta quasi un m etro e ottanta, Candy era d i poco pi bassa di
ine. I suoi capelli erano vaporosam ente arruffati intorno al viso
nello stile popolare africano. Pi di tutto, per, mi sentivo attirato
dalla sua personalit effervescente. Forse perch ho la tendenza a
essere tranquillo e introverso, m entre lei era cos aperta ed estro v er
sa, I am m irai fin dal principio.
Amici com uni di Yale mi dicevano spesso: "B en. dovresti veder
li spesso con C andy . Scoprii pi tardi che quegli stessi am ici dice' ano a lei: C andy. tu e Ben C arson dovreste uscire insieme.
Sembrate fatti l'u n o per l'altro".
tju an d o c'incontram m o avevo appena iniziato il m io terzo anno
li universit e non mi sentivo pronto per un rapporto affettivo. Con
I. mancanza di soldi, con lintenzione di diventare dottore e i lunItlii anni di studio e internato che dovevo affrontare, l ultim a cosa
. Ih- avevo in m ente era l'am ore. E ro andato troppo avanti per essere
dlMnlto da una storia d am ore. C era anche un altro fattore chc
inscriva nel quadro: sono piuttosto tim ido e non avevo avuto
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molti appuntamenti. Ero uscito con piccoli gruppi, qualche volta con le
ragazze, ma non avevo mai avuto relazioni serie. E a dire il vero non ci
ivns.ivo neppure.
Una volta iniziate le lezioni, vidi Candy occasionalm ente in quan
to am bedue eravam o nel program m a di prepara/ione allo studio
della medicina. "C iao", le dicevo. "C om e vanno gli studi?
"In m odo fantastico!" mi rispondeva norm alm ente.
La prim a volta le chiesi: Sci ben inserita, allora?"
"SI. penso che, per finire, prender dei bellissim i voti".
M entre chiacchieravam o pensavo: questa ragazza dev'essere ve
ramente sveglia. E lo era.
Fui ancora pi sorpreso quando appresi chc suonava il violino nel
l'orchestra sinfonica di Yale e nella Societ di Bach. Sicuramente rum un
posto per chiunque sapesse solo suonare uno strumento. Quei giovani
erano m usicisti di classe. C on il passare delle settim ane c dei m esi,
im parai altre cose interessanti riguardo a C andy Kustm. Il fatto che
avesse un talento musicale e conoscesse la musica classica ci permette
va di fare quattro chiacchiere insieme quando ogni tanto ci vedevamo sul
campus.
T uttavia. Candy era solo u n 'a ltra studentessa, una persona sim
patica, m a non sentivo niente di particolare nei suoi confronti, f o r
se. con la testa nei libri c la m ia visione sugli studi di m edicina, non
mi perm ettevo di considerare che cosa provassi veram ente per la
brillante c ingegnosa Candy Rustin.
Intorno al periodo in cui C andy e io avevam o iniziato a parlare
pi spesso c pi a lungo, la chiesa chc frequentavo nel New Havcn
ebbe bisogno di un organista.
A vevo parlato a Candy pi volte del nostro direttore della corale.
A ubrey T om pkins, perch costui era una com ponente im portante
della m ia vita. D opo essere entrato a far parie del coro della chiesa.
A ubrey passava a prenderm i le sere del venerd per fare le prove.
Durante il secondo anno il m io com pagno di stanza. Larry Harris,
anche lui un credente, si un al coro. Spesso nelle sere del sabato
Aubrey portava sia Larry sia me a casa sua. cos conoscem m o bene la
sua famiglia. Altre volte ci mostrava le bellezze di New Haven. Fanatico
del teatro, spesse volte mi invit ad andare con lui, le sere del sabato, al
Metropolitan di New Y ori.
"Sai, C andy, le dissi un giorno. "M i c venuto in m ente qualco
sa. T u sei una m usicista e la nostra chiesa ha bisogno di qualcuno
chc suoni lorgano. C hc cosa nc pensi? T i interessa? La chiesa paga
lorganista, ma non so dirti quanto . Non esit neppure e rispose: C er
tamente sari felice di pro v aci.
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Poco prim a del giorno del R ingraziam ento del 1972. quando ero
all'u ltim o anno a Yale e Candy era al suo secondo anno, l'u fficio
am m inistrativo, ci pag le spese per reclutare giovani studenti nella
scuola superiore dell'area di Detroit. Ci diedero dei fondi per le
spese, cos io affittai una piccola Pinto. e con il resto ilei soldi
potevam o andare a m angiare in diversi ristoranti tipici. Eravam o
solam ente noi due e trascorrem m o uno splendido periodo.
P a ssam m o m o lto te m p o in sie m e e le n ta m e n te mi resi c o n to
c h e C a n d y mi p ia c e v a se m p re di p i . P i di q u a n to io ste sso
m e ne ren d essi c o n to ; pi di (p ian to a v essi m ai a p p re z z a to una
rag azza.
L universit aveva reclutato Candy e me per intervistare gli studenti
che al SA T avevano avuto il punteggio pi alto. Dopo essere andati in
tutte le scuole pubbliche di D etroit, non trovam m o un solo studente
che avesse ottenuto quel punteggio. Per trovare studenti da intervistare
Candy c io dovemm o recarci nelle comunit pi floride come Hlattmfield
H ills e Cross*- Pointe. Intervistam m o molti studenti chc volevano
discutere la possibilit di frequentare Yale, m a non ne reclutam m o
neppure uno.
I>uninie il viaggio. ( andy conobbe mia madre e alcuni dei mici amici.
Fu cos chc finim m o con il rim anere a Detroit pi a lungo di quanto
avessi programmato. Sennonch il giorno seguente avrei dovuto restitu*
re la Pinto allagenzia per le otto del mattino. Voleva dire che dovevamo
tornare a Yale senza soste.
A veva fatto m olto freddo. Il giorno prim a c era stata una leggera
nevicata e molta neve si era gi sciolta Da quando avevam o lascia
to Yale, dicci giorni prim a, non avevo avuto neppure unii notte di
com pleto riposo, a m otivo del nostro lavoro c del desiderio di p as
sare il tem po con gli am ici.
Non so se riuscir a stare sveglio", dissi a C andy con uno
sbadiglio. G ran parte del viaggio si sarebbe svolto su llautostrada
federale, il che lo rendeva piuttosto monotono.
Successivam ente Candy e io non ci trovam m o d accordo sulla
risposta che lei aveva dato. Io credevo chc avesse detto qualcosa
tipo: N on preoccuparli. Ben. ti terr sveglio io'*. Lei non aveva
dorm ito pi di quanto avessi fatto io. cos disse che le sue parole
erano state: "N on preoccuparti, Ben. tu starai sveglio.
Iniziam m o il viaggio verso il C onnecticut. 11 lim ite di velocit
per quella direzione era di 70 m iglia a llora, m a probabilm ente io
andavo quasi a 90. C hc cosa poteva essere pi noioso per il mio
co rpo stanco e la m ente assonnata, chc guardare le infinite linee
della strada luccicare in una notte buia c senza luna?
74
raggiungerla nel sonno, perch apr gli occhi: "Perch hai parcheggiato
qui? Qualcosa non va con l'auto?
"T utto bene", risposi, "to m a a dorm ire".
La m ia voce dovette suonarle tagliente, perch continu: "N on
fare cos. Ben. Mi dispiace di esserm i addorm entata. Non volevo,
credim i".
Respirai profondam ente. "V a tutto bene", le dissi, sorridendole
n ellom bra.
"N on pu essere chc tutto vada bene se non ti m uovi. Chc cosa
c che non va? Perch ci siam o ferm ati?
Mi chinai e accesi il motore. O h, mi sono riposato un m om en
to", risposi sem plicem ente, m entre com inciavo ad accelerare e mi
inserivo sulla strada.
Ben. ti prego..."
C on un senso di tim ore e di sollievo, lasciai chc l'a u to arrivasse
ad uno stop sul bordo della strada e spensi il motore.
"B ene", sospirai. "M i ero addormentato..."
Il cuore mi batteva ancora all'im p az z a ta c i m uscoli eran o tesi,
mentre le raccontavo quanto era accaduto. Ilo pensato che saremmo
morii am bedue", conclusi. Quasi non riuscivo a dire le ultime parole a
voce alta.
C andy stese la m ano e tocc la mia. "Il Signore ha risparm iato le
nostre vite. Ha un piano per noi".
Ne sono certo", risposi, sentendom i sicuro quanto lei.
N essuno di noi dorm per il resto del viaggio. Parlam m o tutto il
tem po, c le parole fluivano continuam ente tra di noi.
A un certo punto Candy disse: "B en. perch tu sei sem pre cos
gentile con m e? C om e stanotte, per esem pio. Mi sono addorm enta
ta m entre tu avresti voluto che stessi sveglia e ti parlassi.
Beh. sar sem plicem ente perch sono un bravo ragazzo".
"C redo chc ci sia qualcosa di pi. Ben .
"O h. mi piace essere carino con le studentesse del secondo anno
a Yult'".
Ben! Sii serio".
La prim a pennellata di violetto dipinse l'orizzonte. G uardavo
diritto davanti a m e con le mani ferm e sul volante. Q ualcosa di
strano m i palpit nel petto m entre Candy insisteva.
"Perch? Era difficile sm ettere di giocare, difficile lasciar cad e
re la m aschera e dire queste parole: "S uppongo chc sia perch tu mi
piaci. C redo chc tu mi piaccia m olto.
A nche tu mi piaci m olto. Ben. pi di chiunque altro abbia mai
incontrato .
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76
"A vete sentito? grid agli altri. "A l vecchio di C arson appartiene
l'universit del Michigan!"
Molti studenti rim asero im pressionati, Fd com prensibile, pcrch provenivano da fam iglie incredibilm ente ricche. I loro genitori
possedevano molte grandi industrie. In realt io avevo scherzato e.
forse, non ero stato del tutto leale. In quanto cristiano io credo chc
Dio, il m io Padre celeste, non solo ha creato l'u n iv erso m a anche lo
co n tro lla. E. per estensione, a D io appartiene l un iversit del
M ichigan c qualsiasi altra cosa.
Non ebbi mai modo di spiegarmi.
Q uando mi diplom ai a Yale, nel 1973. avevo concluso gli studi
con un discreto punteggio, sebbene fossi ben lontano d a llessere tra i
primi della classe. Ma sapevo di aver fatto del m io meglio e di averci
messo il massimo sforzo. Ero soddisfatto.
S cherzo ai com pagni a parte, non avevo dubbi di essere accettato
ad "A nn A rbor", la facolt di m edicina del M ichigan. Fu l chc mi
iscrissi e. credendo ferm am ente che D io volesse che diventassi un
dottore, non avevo dubbi: sapevo chc mi avrebbero accettato. Molti
dei miei am ici scrissero a una mezza dozzina di facolt di m edici
na. sperando d ie alm eno una li avrebbe accettati. Per due motivi io
mi misi in contatto con l'universit del M ichigan: anzitutto era nel
m io stato, il chc voleva dire spese decisam ente minori per i rim a
nenti quattro anni. Secondariam ente, q uell'universit aveva la fam a
di essere una delle m igliori di tutti gli Stati Uniti.
A vevo anche fatto dom anda alla Johns Hopkins, alla facolt di
m edicina di Yale, alla statale del M ichigan c a quella di W avne.
R icevetti presto una risposta afferm ativa d all'u n iv ersit del M ichi
gan, cos ritirai im m ediatam ente le altre dom ande. Q uando iniziai il
corso di m edicina. Candy doveva frequentare ancora d u e an n i a
Yale, m a tro v am m o il m o d o di su p erare il tem p o e lo sp azio .
C i scrivevam o ogni giorno. A ncora oggi teniam o cari degli scatoloni
pieni di lettere d am ore chc abbiam o conservalo.
Q uando potevam o perm ettercelo, am avam o telefonarci. Una volta
la chiam ai a Yale e non so chc cosa sia successo, m a nessuno dei
due sem brava capace di ferm arsi. Forse ci sentivam o troppo soli.
Forse avevam o avuto am bedue dei brutti m om enti. Ma forse aveva
m o solo bisogno di stare insiem e e m antenere il contatto, essendo
cos lontani luno dall'altra. C om unque sia, parlam m o per sei ore
filate e senza chc m e ne preoccupassi. A m avo Candy. c mi era
prezioso ognuno di quei secondi che passavo al telefono.
Fu solo il giorno seguente chc com inciai a preoccuparm i per il
pagam ento di quella telefonata. In una lettera scherzai sul fatto che
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ricerche.
L 'am m inistrazione della facolt di m edicina offriva speciali op
portunit com e istruttori c. com c laureando, riuscivo m olto bene
ricevendo onori accadem ici cos com e raccom andazioni nei mici
tirocini. A un certo punto insegnai anche 00100 fare diagnosi fisiche
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HO
Capitolo 11
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Per quanto fossi ancora uno sludcnie. potevo sem pre rispondere.
N aturalm ente, sapere di eccellere in questo cam po ebbe su di m e un
forte im patto em otivo. A vevo lavorato duram ente perseguendo una
conoscenza profonda e questo stava dando buoni risultati. F perche
no? Se dovevo diventare un dottore, sarei dovuto essere il migliore, il
pi informalo possibile!
Fu aUineirca in questo periodo che m olti dei m edici interni c o
minciarono a delegarm i alcune delle loro responsabilit. Non dim en
ticher mai la prim a volta chc uno di loro mi disse: C arso n . tu
conosci m olte c o se, perche non prendi il cercap erso n e e rispondi
alle chiam ate? Se ti trovi davanti a qualcosa che non puoi risolvere
da solo, chiam am i. Vado a sdraiarm i sul divano sperando di fare un
sonnellino.
N aturalm ente non era corretto che quel m edico facesse cos, ma
era esausto, e io mi sentivo felice per la possibilit chc avevo di fare
pratica per imparare. Cos accettai entusiasticamente. Non pass m ol
to tempo che anche gli altri medici di guardia mi offrirono il cercapersone
per le eventuali urgenze, oppure mi chiedevano di controllare i loro
malati.
Forse approfittavano di me. c in un certo senso lo facevano, in
quanto il peso di altre responsabilit significava orari pi lunghi c
lavoro extra. Ma am avo la neurochirurgia e mi entusiasm ava cos
tanto l'essere coinvolto nell'esecuzione degli interventi operatori,
che mi sarei preso anche altri incarichi, se solo lo avessero voluto.
Sono certo che i professori conoscessero quello che accadeva,
ma non ne fecero mai m enzione. Certam ente non sarei stato io a
riferirlo! Mi piaceva essere uno studente in m edicina ed e ro il pri
m o designato a occuparsi dei problem i, provandone una soddisfa
zione senza precedenti.
N on ebbi mai intralci sul lavoro e m antenni un buon rapporto
con i m edici interni. Per tutte queste opportunit, mi convinsi chc
apprezzavo questa specialit pi di qualsiasi altro di cui avessi fatto
pratica.
Spesso, cam m inando per le corsie, pensavo: Se cos straordi
nario finch sono studente, sar anche meglio quando termino l'in
ternato! Facevo ogni giorno il giro delle corsie, andavo alle lezioni
oppure nelle sale operatorie. liccitam cnto c avventura riem pivano i
miei pensieri, perche sapevo che m entre raffinavo la mia abilit,
avrei acquisiti) esperienza e aum entato la conoscenza. T utto questo
mi avrebbe portato a essere un ottim o neurochirurgo.
In quel periodo mi trovavo al quarto anno di universit ed ero
pronto per Fanno di internato.
volont per me. se questo il posto dove tu sai che dovrei stare,
aiutam i a dare le risposte che m i apriranno le p o n e di questo
istituto.
"Q uesta universit e certam ente la mia prim a scelta'*, com inciai a
dire. "E d anche la mia unica scelta. Infatti il posto dove vorrei
studiare questo autunno".
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[.'am ore che coltivai per la m usica classica aiut a unire Candy e me
e inoltre mi aiut a entrare in uno dei m ig lio ri pro g ram m i di
neurochirurgia degli Stati Uniti. Q uando lavoriam o scado in qualsiasi
cam po, per im padronirci di esp erien za e co n o scen za, riceviam o la
ricom pensa. In questo caso, alm eno, ne vidi i risultati. C redo inoltre
chc D io abbia un p ro g etto g lo b ale p er la v ita d e lle p erso n e, e i
dettagli si sviluppano lungo la via. anche se noi non abbiam o idea di
quanto stia accadendo.
Fui euforico quando ricevetti la noti/iu chc ero stato accettato nel
program m a di neurochirurgia alla Johns Hopkins. O ra avrei avuto la
possibilit di svolgere il tirocinio in quello che io consideravo il pi
importante ospedale universitario del mondo.
Svanirono i dubbi riguardanti la branca della m edicina in cui
dovevo specializzarm i. C on la fiducia proveniente da una buona
m adre, un lavoro serio e la fede in Dio. sapevo di essere un buon
m edico. E quello che non sapevo... l'avrei im parato, " losso im pa
rare a fare qualunque cosa chc altri sanno fare", dissi pi volte a
Candy.
Forse ero un p o ' troppo fiducioso, ma certam ente non sfrontato
e. sicuram ente, non mi sentivo superiore. S apevo riconoscere anche
le capacit e le abilit degli altri. Ma in ogni carriera, chc sia quella
di tecnico TV , di m usicista, di segretario o di chirurgo, un indivi
duo deve credere in s stesso c nelle sue capacit. Per ottenere il
m eglio da s stesso bisogna avere la fiducia che si esprim e cos:
"P osso fare qualsiasi cova e. se non la posso fare, so conte ottenere
aiuto".
In quel tem po la vita andava avanti m olto bene per me. A lluni
versit del M ichigan mi erano stati conferiti una variet di ricono
scim enti per il m io operato clinico e ora stavo per entrare n e ll'u lti
m a 0 forse pi im portante fase dei mici studi.
La mia vita privata era persino migliore. Candy si laure a Yale
nella prim avera del 1975 e ci sposam m o il 6 luglio, tra il secondo c
il terzo anno del corso di m edicina. Fino al nostro m atrim onio,
abitai con C urtis. A quel tem po m io fratello era ancora cclibc.
aveva ricevuto il congedo dopo quattro anni di serv izio nella M arina
e poi si era iscritto all'universit per com pletare gli studi superiori.
C andy e io affittam m o un appartam ento a A nn A rbor. c lei
trov presto lavoro nell'ufficio per la richiesta di disoccupazione.
Nei due anni chc seguirono, vagli le richieste di disoccu-pazione
e si o cc u p d e lla no stra ca sa , m en tre io c o m p letav o g li stu d i di
medicina.
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Capitolo 12
I DOVUTI RICONOSCIMENTI
I.inferm iera mi guard con indifferenza m entre m 'in c a m m in a
vo verso di lei. "S ? " chiese, ferm andosi co n In penna in m ano.
" venuto a prendere qualcuno?" Capii im m ediatam ente, dal tono
della sua voce, che pensava che fossi un inserviente. Indossavo
infatti un grem biule verde, niente indicava chc fossi un dottore.
"N on sono venuto a prendere qualcuno . La guardai e sorrisi,
rendendom i conto che le uniche persone di colore nero chc avesse
visto nella divisione erano inservienti. Perch avrebbe dovuto pen
sare diversam ente? Sono il nuovo m edico interno.
"Il nuovo medico? Ma tu non puoi... volevo dire... non intende
v o ...'' m orm or linferm iera, cercando di scusarsi senza sem brare
prevenuta.
Non im porta, le dissi, togliendola d 'im barazzo. Com e m alinte
so era abbastanza naturale. "S on o nuovo, com e avresti potuto sape
re chi ero?
La prim a volta che entrai nel reparto di terapia intensiva indos
savo il cam ice bianco (l'ab ito da scim m ia, com e noi interni lo
chiam avam o) c l'inferm iera di turno mi fece un cenno: Sei qui per
il sig. Jordan?
N o, signora, non lo sono.
Sei sicuro? mi chiese con la fronte aggrottata. lunico in
lista per la terapia respiratoria qu estoggi.
Nel frattem po mi ero avvicinato e lei poteva leggere il mio nome
sul cartellino, e la parola internista |xsta sotto il m io nome.
O h, sono davvero spiacente, mi disse, e potevo vedere che lo
era davvero.
A nche se non proferii verbo, avrei voluto dirle: N on ti preoccu
pare. Mi rendo conto chc m olte persone agiscono basandosi sulle
passate esperienze. Tu non hai mai conosciuto un m edico interno
nero, cos hai pensato chc fossi l'unico uom o di colore chc tu
avessi mai visto indossare un cam ice bianco, cio un terapista della
respirazione. Invece tacqui, sorrisi e m incam minai.
Era inevitabile che alcuni pazienti bianchi non volessero un dottore
n e ro , q u in d i p r o te s ta r o n o co n il D r L o n g . U n a d o n n a d is s e :
"Mi dispiace, ma per il m io caso non voglio un medico di colore.
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Il Doli. Long aveva una risposta pronta, proferita con voce calm a ma
ferma: "Q uella la porta c. a suo piacere, pu varcarla. M a se si ferma
con noi. sar il Dr Carson a trattare il suo caso.
lo
e ro del tu tto a ll'o s c u ro d i q u e llo c h c ac c ad ev a q u a n d o i
pazienti obiettav an o in tal m odo. S olo pi lardi ebbi d elle sp ieg a
zioni dal Dr Long, il quale rideva dei loro pregiudizi. M a non c era
u m o rism o nella su a v o ce q u a n d o d e fin iv a la sua p o siz io n e, t r a
inflessibile nell'atteggiam ento, non perm ettendo pregiudizi per il co
lore o l'etnia.
N aturalm ente mi rendev o c o n to di q u ello chc alcuni sentivano.
Sarei dovuto essere insensibile per non rilevarlo. I loro sentim enti si
m anifestavano nel modo in cui si com portavano e nella loro freddez
za, anche se non dicevano una parola. \ l a ogni volta dovevo ricor
dare a m e stesso ch e quelli e ra n o individui che p arlav an o p er s
stessi e non rappresentavan o affa tto tu tti i b ianchi. Per q u an to un
paziente fosse contrariato, appena esprim eva i suoi pensieri sapeva
chc il Dr Long l'avrebbe dim esso im m ediatam ente. E per q uanto ne
so. nessuno dei pazienti e mai andato via!
D ebbo dire, onestam ente, che non ho mai sentito un grande disa
gio. Q uando incontravo del pregiudizio, potevo sentire la voce di
m am m a che mi sussurrava: "C i sono delle persone ignoranti e sei
tu che le devi educare".
L unica pressione che ho sentito durante il m io internato, e negli
anni chc seguirono, fu un obbligo m orale autoim postom i ad agire
com e m odello per i giovani neri. Questi ragazzi dovevano sapere
chc il solo m odo per sfuggire alle situazioni deprim enti era insito in
loro stessi. Non dovevano aspettarsi che altre persone lo facessero
per loro. Forse io non posso fare m olto, ma posso alm eno prendere
ad esem pio qualcuno che ce lha fatta e che proviene da ciucila che
definita una situazione sfavorevole. In fondo, non sono diverso da
molti di loro.
Pensando alla giovent di colore, voglio anche dire che credo
c h e molti dei nostri problem i razziali saranno risolti quando noi.
chc siam o una m inoranza, starem o fermi al nostro posto e rifiutere
m o di cercare che altri risolvano i nostri problem i. La cultura in cui
viviam o ci spinge a cercar di essere il num ero uno! Senza adottare
un tale sistem a di valutazione autoccntrista, possiam o richiedere il
m eglio da noi stessi aprendo contem poraneam ente le m ani per aiu
tare gli altri.
V edo barlumi di speranza. Per esem pio, ho notato che quando
negli Stati Uniti sono arrivati i V ietnam iti, spesso dovevano affron
tare il pregiudizio di tutti gli altri, bianchi, neri e ispanici. Ma loro non
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ili
a lc u n e
fibre.
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Un punto chiave per me. durante quel periodo, fu la ricerca chc fcci
nel quinto anno. Per molto tem po il m io interesse si era concentrato nel
cam po del tum ore al cervello e della neuro-oncologia. Avrei voluto
continuare a fare questo tipo di ricerche m irate, ma non avevam o il
giusto tipo di amm ali su cui im piantare tumori cerebrali. O perando su
piccole cavie, i ricercatori avevano scoperto che, una volta ottenuti
risultati consistenti, potevano trasferire le ricerche in terapie idonee of
frendo cos un aiuto all'umanit sofferente. Q uesta una delle pi usate
fonile di ricerca per trovare cure mediche alle nostre malattie.
I ricercatori hanno fatto un gran lavoro usando topi, scimmie e cani,
ma hanno anche incontrato problemi. Dai cani venivano risultati inconsi
stenti: le scimmie erano costose in modo proibitivo; ratti e topi potevano
essere acquistati a buon mercato, ma erano cos piccoli chc trovavamo
impossibile operarli. E non era possibile neppure visualizzarti bene con la
TAC'* e la risonanza magnetica*
Per com pletare le ricerche che volevo fare, dovevo affrontare
una triplice sfida:
1) trovare una cavia relativam ente a buon mercato:
2) trovarne una che si potesse avere continuativam ente;
3) trovare un m odello abbastanza grosso da poter essere operato.
I.a risonanza m agnetica fornisce un concetto chiaro c netto della
sostanza interna, riflettendo lim m agine basata sulla stim olazione
dei protoni. Per esem pio, i protoni saranno stim olati in gradi diversi
in acqua piuttosto chc nei m uscoli o nel sangue.
Tutti i protoni forniscono segnali diversi e il com puter li presen
ta in immagine.
II m io scopo era di lavorare con un certo tipo di anim ale e lasciare
chc questo fosse la base, o il m odello, per lo sviluppo nella ricerca
dei tum ori cerebrali. Un certo num ero di oncologi c ricercatori chc
avevano preventivam ente stabilito modelli di lavoro, mi consigliaro
no: "B eh. se vai avanti e inizi la ricerca sui tum ori cerebrali, faresti
meglio a prt>gcttarc alm eno due anni di studio in laboratorio".
Q uando intrapresi il progetto ero deciso a lavorare tutto quel
tem po, e anche di pi. Ma quale cavia avrei dovuto usare? Avevo
iniziato con i ratti, m a in effetti erano troppo piccoli per i miei
scopi. E. personalm ente, odio i ratti! Forse mi facevano scattare
h i (o m o g r a fia m t i l e c o m p u te r iz z a ta s i a v s a le d i un c o m p u te r u lta m en te
te c n ic o e s o f is tic a to c h e p e r m e tte a i r a g g i X d i f o c a liz z a r e liv e lli d iv e r s i.
L a r is o n a n z a m a g n e tic a n on u tiliz z a i r a g g i X . m a un m a g n e te c h e e c c ita i
p r o to n i ( le m ic r o p a r tic e lle ) I l c o m p u te r , /* . r a c c o g lie i s e g n a li d i e n e r g ia d a
q u e s ti p r o to n i e li tr a s fo rm a in im m a g in e.
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Capitolo 13
UN AN NO SPECIALE
Non spiegai il vero m otivo a Bryant Stokes. Pensavo chc sapesse
lutto senza chc dovessi accennargliene. C osi risposi: "S em bra un
buon posto**. U naltra volta dissi: "C hi sa? Forse un giorno".
"Sarebbe un posto speciale per te", insistette.
O gni volta che lo m enzionava, davo a Stokes u n 'altra scusa, ma
pensavo seriam ente a quello chc mi diceva. Un vantaggio mi attirava
in m odo particolare. "In un a n n o l avresti tanta esperienza in
neurochirurgia m entre in qualsiasi altro posto ce ne vorrebbero
cinque".
Mi sem brava strano chc B ryant Stokes insistesse su q u e llidea,
ma lo faceva. Autorevole neurochirurgo negli Stati Uniti, proveniente
da Pcrth. Australia occidentale, Bryant e io ci intendemmo allistante.
Spesso mi diceva: "Dovresti venire in Australia ed essere titolare di
neurochirurgia nella facolt di medicina del nostro ospedale".
Cercai in vari m odi di distoglierlo dal soggetto. "G razie, m a non
credo che sia quello che vorrei fare. In un altro m om ento risposi:
"Stai scherzando! Quel continente e d all'a ltra parte del mondo:
perfori la terra a Baltim ora ed esci in A ustralia!"
Lui sorrise e mi disse: "Oppure |x>tiesti volate ed essere fi in 20 ore".
C ercai di rispondere evasivam ente c con um orism o: "S e tu sci l.
chi ha bisogno di m e o di chiunque altro?"
Per me era un soggetto di turbam ento, che naturalm ente non
m enzionai: sapevo, per sentito dire, che da anni le leggi razziali
dell'A ustralia erano peggiori di quelle del Sud-A frica. Non sarei
potuto andare l perch sono nero c loro hanno una politica razzista.
Non si rendeva conto del colore della mia pelle?
Respinsi l'idea. A parte il problem a razziale non riuscivo a ve
dere. dalla mia prospettiva, quale beneficio potesse avere per la mia
carriera andare in A ustralia per un anno, anche se era decisam ente
interessante.
Se Bryant non fosse stato cos insistente non ci avrei pensato
pi, m a ogni volta che avevam o occasione di parlarci, casualm ente
mi diceva: "Sono sicuro chc ti piacerebbe l'Australia**.
Ma io avevo altri progetti: il Dr Long, direttore della neurochirurgia
c mio consigliere, mi aveva detto che sarei potuto rimanere nella facolt
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della Johns Hopkins dopo aver ultim ato l'internato. Inoltre aveva ag
giunto: Mi piacerebbe che tu rimanessi con noi, e questo rendeva tutto
molto pi interessante.
Non potevo pensare a qualcosa di pi stim olante chc restare alla
H opkins , dove si dava m olta im portanza alla ricerca. Per me
Baltim ora era diventata il centro d elluniverso.
Per quanto possa sem brare strano, nonostante avessi liquidato il
pensiero dell' Australia, il soggetto mi perseguitava. Sembrava chc per
un periodo, ogni volta clic andavo da qualche parte, incontravo qualcu
no che mi salutava con qucUacccnto particolare.
Accendendo la T V . finivo sem pre con il vedere delle pubblicit
chc dicevano: A ndate in A ustralia c visitate la terra dei koala".
Infine chiesi a Candy: C he cosa sta accadendo? possibile chc
Dio stia cercando di dirm i qualcosa?"
"N on so", rispondeva. "M a forse sarebbe m eglio se davvero
parlassim o un p o tra di noi dell'A ustralia".
S ubito mi vennero in m ente un m ucchio di problem i, prim o fra
tutti la politica razzista: solo bianchi! C hiesi a Candy di andare in
biblioteca a cercare libri sull'A ustralia cos che potessim o farci
u n 'id e a di quella nazione.
Il giorno seguente Candy mi telefon: Ilo scoperto qualcosa
su llA ustralia che dovresti sapere . S entivo nella sua voce u n ecci
tazione inconsueta, cos le chiesi di dirm elo subito.
La politica dei "solo bianchi" che ti dava tanto fastidio", mi
dis.se. "l'A u stralia ce l'aveva. Non esiste pi. H anno abolito quella
legge nel 1968!"
Fece un pausa. Che cosa stava succedendo? "F o rse dovrem m o
considerare seriam ente quell'invito, le dissi. "F orse dovrem m o pro
prio andare in A ustralia".
Pi leggevam o, pi a Candy e a m e piaceva lidea. E in m en che
non si dica nc eravam o entusiasti. Poi discutem m o di quel paese
con alcuni am ici. A parte poche eccezioni, venim m o scoraggiati dai
nostri am ici ben intenzionati. U no di loro chiese: "M a che cosa
volete andare a fare in un sim ile posto?
Un altro mi disse: "N on ci pensate nem m eno. Ritornerete in una
settim ana.
"N on vorresti chc Candy passasse quella prova, vero?" disse un
altro. Come! Ha gi avuto un periodo brutto. A ndare laggi per lei
sarebbe peggio!"
Non potei trattenerm i dal sorridere alle parole del m io amico,
l a sua preoccupa/ione era che fossim o felici ed elim inassim o le
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D opo pochi mesi dal mio rientro, il prim ario della neurochirurgia
pediatrica diede le dimissioni per diventare primario della chirurgia alla
B row n U niversity. In quel periodo av ev o gi svolto m ollo del m io
lavoro nella neurochirurgia pediatrica e il Dr Long propose al comitato
direttivo d i affidarmi lincarico di primario di quel repano.*
D isse al com itato chc. nonostante avessi solo 33 anni, avevo una
vasta gamm a di esperienze e un'abilit eccezionale. "H o piena fiducia
chc il Dr Carson sia alla ltc //a di assumere tale incarico, mi disse pi
lardi.
N eppure una persona nel c o n sig lio d i q u e llisiitu io " ra z z ista
obiett.
Quando il Dr Long mi inform della mia nomina, mi sentii veramente
felice. Ero profondamente grato c riconoscente. Continuai a ripetermi
per lungo tem po: Non riesco a credere che sia accaduto proprio a
me. Mi sembrava di essere com e un bambino
chc avesse realizzato il suo sogno. Guardatemi! A 33 anni sono il
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c^Kra/Joni.
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Non avrei mai avuto l'abilit chc ho oggi, se altri chirurghi non mi
avessero lasciato intervenire su casi interessanti che. per la loro difficol
t. comportavano un'enorm e responsabilit.
Entro un anno della mia nom ina al Johns Hopkins affrontai uno
degli interventi pi difficili della m ia vita. Il nom e della bambina
era M aranda, e non potevo certo sapere quale influen/a avrebbe
avuto sulla mia carriera.
L esito del caso ebbe un effetto straordinario su llatteg g iam en
to d e lla p ro fe ssio n e m cdica v e rso un p ro c e d im e n to c h iru rg ic o
controverso.
Capitolo 14
NO
Il
pericolo di m orire soffocata era troppo alto, co si iniziarono ad
alim entarla attraverso un sondino nasogastrico. P er quanto le crisi
interessassero il lato destro. M aranda stava dim enticando com e canim inare, parlare, m angiare e apprendere, aveva anche bisogno di una
terapia continua. Don C olbum . del W ashington Post, scrisse in un
articolo che M aranda "v iveva la sua vita nei b revi intervalli tra una
convulsione e l'altra*'. Ne era libera solo durante il sonno.
Poich gli attacchi peggioravano, i genitori di M aranda la porta
rono da uno specialista all'altro , ricevendone delle diagnosi d isp a
rate. Pi di un m edico la defin una ritardata mentale epilettica.
Ogni volta che la fam iglia andava da un nuovo m edico, piena di
speranza, o in una nuova clinica, ne ripartiva sem pre pi delusa.
Provarono con m edicinali, diete e. su consiglio di un m edico, anche
con un tazza di caff forte due volte al giorno.
T erry mi inform: Mia figlia ha preso 35 diversi tipi di m edici
ne. Spesso gliene prescrivevano cosi tante che arrivava persino a
non riconoscerm i pi.
Tuttavia. L uis e Terry Francisco rifiutavano di rinunciare alla
loro unica figlia. Facevano molte dom ande e leggevano ogni artico
lo di letteratura medica inerente al caso che potessero trovare. Luis
possedeva un piccolo superm ercato e le loro entrale erano davvero
m odeste. Ma questo non li distoglieva dal proposito: "Se c un
posto qualsiasi sulla terra dove potrebbero aiutare M aranda, noi Io
scoprirem o".
NcHinvem o del l >H4 i genitori della bim ba appresero finalm en
te il nome della malattia della figlia. Il Dr Thom as Rcllcy. del centro di
epilessia infantile d e llospedale di D enver, dop o aver consultato un
altro neurologo pediatrico, sugger una possibile spiegazione: encefalite
di Rosmussen. infiammazione del tessuto cerebrale estremamente rara,
lui malattia progrediva lentamente, ma inesorabilmente.
Se la diagnosi era corretta, R cllcy sapeva che il tem po a disposi
zione era ben poco. Q uel tipo di encefalite porta, progressivam ente,
alla paralisi di un lato del corpo, a un ritardo m entale e, infine, alla
motte.
S olo con un intervento sul cerv ello c era la possibilit di salvare
M aranda. A D enver i d o tto ri av ev an o p o sto la bam bina so tto una
c o p ertu ra di barbiturici per 12 o re c quindi in stato so p o ro so tipo
co m a, nella sp eran za ch c ferm an d o l'a ttiv it c ereb rale p o tessero
ferm arsi anche le convulsioni. M a quando M aranda si risvegliava le
crisi ricom inciavano im m ediatam ente. Q uesto dim ostr chc la c au
sa di quella form a di epilessia non era dovuta all'irregolarit elettri
ca del cerv ello , ma a un p rogressiv o d eterio ram en to d ello stesso.
Ili
112
114
115
* l.'in te r v e n to c o n o s c iu to c o m e e m is fe r o c to m ia f u te n ta to 5 0 a n n i f a d a !
D r W a lte r D a n d y , u n o d e i p r im i n eu ro c h iru rg h i a l J o h n s H o p k in s. T r e s o n o 1
n o m i d e i c h iru rg h i p i im p o rta m i n e lla M orta d e lla n e u ro c h iru r g ia : H a r \e y
C u sh in g . W a lte r D a n d y e A . E a r l W a lk er, 1 tr e r e s p o n s a b ili d e l la d ir e z io n e d e lla
n e u ro c h iru r g ia n e lla H o p k in s a p a r tir e d a lla f in e d e ll'8 0 0 .
D a n d y te n t u n a e m ts fe r o c lo m ia s u un p a z ie n te a ff e tto d a tu m o re, m a q u e l
p a z ie n te m o r i T ra il IV.W e il l**4l un c e r to n u m e ro d i ch iru rg h i in iz i a fa r e
q u e l tip o d 'in te r v e n to T u tta u a g li e ffe tti c o lla te r a li e la m o r ta lit a s s o c ia ti
a ll' in te rv e n to e r a n o c o s i g r a t i c h e l etn isfe ro c io m ia f u p r e s to a c c a n to n a la S e i
1 9 5 0 l' in te n e n to f u r ip r e s o , c o m e p o s s ib ile s o lu zio n e , n ei c a s i d i e m ip le g ia
in fa n tile a s s o c ia ta a lle c r is i e p ile ttic h e . A b ili n e o c h ir u rg h i r ip r e s e r o n u o v a m e n te
q u e s to tip o d i in te r v e n to d a to ch e o r a a v e v a n o l'a iu to s o f is tic a lo
d e l l e le ttro e n c e fa lo g r a m m a e. in d iv e r s i p a z ie n ti s e m b r a v a c h e tu tta l'a ttiv it
e le ttr ic a a n o rm a li- p r o v e n is s e i l i una p o n e ilei e t n t U o V>. hi
, prm I ( den ti
r is u lta li d e lla e m is fe r o c to m ia n on f o s s e r o sta ti v a lid i, o r a i ch iru rg h i erarut
c e n i d i /X fte r f a r e un la v o r o m ig lio r e e co n m in o n e ffe tti c o lla te r a li. C o s i p r o
v a r o n o e f e c e r o c ir c a 3 0 0 in te n e r iti d i q u e s to tip o . M a , d i n u o v o , la m o lyilil e
la m o r ta lit r is u lta r o n o p i n a t e M o lli p a z ie n ti a v e v a n o e m o r r a g ie c h e p o r la
s a n o a lla m o n e g i in s a la o p e r a to r ia A ltn s v ilu p p a v a n o f id r o c e fa lo o si
r itr o v a v a n o c o n g r a v i d a n n i n e u ro lo g ic i. In a m b e d u e i c a s i s i v e r if ic a ta la
m o n e o v e i m a a m a n c a r e la fu n zio ru ilit fis ic a
116
Il
Capitolo 15
CREPACUORE
In un certo senso stavo adottando un procedim ento chirurgico che
avrebbe segnato la strada, sem pre chc ci fossi riuscito. I chirurghi
avevano registrato pochi cavi di recupero com pleto e funzionale, pei
cui la m aggior parte di loro non consideravano valido l'intervento di
emisferoctomia.
C om unque, io avrei fatto del m io meglio. Andai in sala operatoria
convinto di due cose: anzitutto, se non intervenivo, Maranda sarebbe
peggiorata e sarebbe m orta. In secondo luogo, m i e ro preparato ac
curatamente per questo intervento, c ora avrei lasciato il risultato nelle
mani di Dio.
Chiesi al D r Neville Knuckcy. uno dei chirurghi intemi, di essere il
mio a ss iste n te . L a v c v o c o n o s c iu to d u ra n te l a n n o tra sc o rs o in
A ustralia, era venuto alla Hopkins per fare pratica e io lo consideravo
straordinariamente abile.
Fin d all'in izio dell'intervento avem m o dei problem i: invece delle
cinque ore previste restam m o intorno al (avolo op erato rio per dicci
ore. Richiedevamo continuamente sangue per la trasfusione. Il cervello
di M aranda era m olto infiam m ato e, dovunque toccassim o con uno
strum ento, com inciava a sanguinare. Non fu solam ente un intervento
lungo, m a anche uno dei pi difficili che avessi mai fatto.
La dram matica operazione inizi semplicemente, con una incisione
praticata sulla cute del cranio. L assistente aspir il sangue mentre io
cauterizzavo i piccoli vasi, l'n o a lla volta applicammo dei fili d'acciaio
sullincisione per tenerla pervia. La piccola sala operatoria era fresca c
silenziosa. Poi incisi pi profondam ente sul secondo strato di cute.
Suturam m o ancora piccoli vasi sanguigni mentre il tubo dcU'aspinitorc
liberava il campo operatorio dal sangue.
Fcci sci fori nel cranio di M aranda, ciascuno della dim ensione di
un b o ttone da cam icia. Q uei fori fo rm av an o un sem icerch io
com inciando dalla parte anteriore d ell'o recch io sinistro e. risalendo
lungo la tem pia, facevano un saliscendi dictfo lorecchio. O gnuno di
essi veniva riem pito con della cera liquida p u rificata per p o ter
lubrificare la lam a della sega. Poi con un seghetto ad aria com pressa
seguii i fori praticando u n incisione e sollevando il parietale sinistro
della scatola cranica di M aranda per visualizzare la dura m adre del
cervello, chc era gonfia e dura in m odo anorm ale, rendendo cos pi
difficile l'intervento. L 'anestesista iniett un farm aco nella cannula
intra venosa per ridurre il gonfiore. Neville poi inser un sottile catetere
uttraverso il cervello fino al cen tro della testa, con il quale avrebbe
drenato l'eccesso di liquido.
Lentam ente, per o tto lunghe e faticose ore. avanzai con prudenza
nelfem isfero sinistro del cervello di Maranda. infiam m ato a dism isu
ra. I piccoli strumenti chirurgici si m uovevano attentam ente, un m illi
m etro alla volta, spostando pazientem ente i tessuti dai vasi sanguigni
vitali, cercando di non toccare o danneggiare le altre parti delicate
del cervello. I grossi vasi sanguigni, alla base della m assa cerebrale,
sanguinarono abbondantem ente mentre ricercavo quella linea, sottile
e d elicata, che separa cerv ello e vasi. N on era facile m anipolare il
cerv ello per separarlo dalle vene che portavano la vita in quel picco
lo corpo.
Maranda perse una quantit impressionante di sangue durante lin
tervento. e noi sostituim m o quasi il doppio del suo norm ale volum e
sanguigno. Durante quelle lunghe tire, le infermiere informavano i geni
tori su quanto avveniva attorno al tavolo operatorio. Mi chiesi spesso
chc cosa pensassero, durante quella lunga attesa. Q uando i miei pen
sieri si rivolsero a Dio. lo ringraziai per averm i dato la sapienza e per
aver guidato le mie mani.
finalm ente, l'intervento term in e il cranio di M aranda fu ricucilo
con suture ben forti. Poi N eville ed io ci allontanam m o dal tavolo
operatorio m entre il tecnico di sala mi toglieva dalle m ani lultim o
strum ento. Mi perm isi il lusso di m uovere le spalle e ruotare la testa.
Il D r Neville, io e il resto del personale sapevam o di aver rim osso con
successo lemisfero sinistro del cervello di Maranda. L'im possibile era
stalo compiuto. Che succeder ora? mi chiesi.
Non sapevam o se gli attacchi epilettici si sarebbero ferm ati. Non
sapevam o neppure se M aranda avrebbe mai cam m inato o parlato.
Potevam o fare solo una cosa: aspettare e vedere.
Neville ed io arretrammo mentre le infermiere sollevavano e toglieva
no i teli sterili e gli anestesisti slaccavano e sbloccavano i vari strumenti
che avevano registralo i segni vitali della bim ba durante l'intervento.
Le venne poi tolta la cannula dell'ossigeno e Maranda cominci a respi
rare da sola. L'osservai attentamente cercando di captare ogni possibile
movimento, ma non ce n'erano. Dopo lintervento si era mossa legger
mente al risveglio, ma quando l'infermiera la chiam non fece un gesto e
n o n a p r g li o c c h i. E p re sto , p e n s a i g u a rd a n d o il D r N e v ille .
Si sveglier tra non mollo. M a l'avrebbe fatto? Non avevam o modo
di saperlo.
119
I
coniugi Francisco avesano passato oltre dieci ore nella sala d attesa
preparata per le famiglie degli operandi. A vevano declinato il suggeri
mento di uscire per prendere una bibita o fare una breve passeggiata cd
erano rimasti l. pregando e sperando. Bisogna dire chc le stanze sono
graziose, dipinte con colori delicati e com ode, com e pu esserlo una
sala d attesa. S parse un p o ' dovunque si vedevano riviste, libri e
persino dei puzzles. tutto quello che aiuta a far passare il tempo. Ma.
come una delle infermiere mi disse pi tardi, quando le ore del mattino
si prolungarono in quelle del pomeriggio, i Francisco diventarono m ol
to silenziosi. Era evidente la preoccupazione chc segnava il loro viso.
Seguii la barella di M arinila fuori della sala operatoria. Sembrava
cos piccola e vulnerabile sotto il lenzuolo verde pallido, mentre lausiliaria la trasportava verso il reparto di terapia intensiva pediatrica.
Un flacone di liquido per endovena pendeva da u n asta della barella.
G li occhi della bim ba erano gonfi perche era stata sotto anestesia per
dieci ore. La grande quantit di liquido somministratole aveva alterato
le funzioni del suo sistema linfatico, provocando il gonfiore. Il tubo ilei
respiratore, d ie le era rimasto in gola per dieci ore, le aveva tum efatto
le labbra e il viso sem brava addirittura grottesco.
I
coniugi Francisco, attenti a ogni rum ore, sentirono la barella
chc cigolava nel corridoio c corsero a incontrarci. "U n m om ento",
disse dolcem ente T erry. C on gli occhi arrossati e il viso pallido, si
avvicin alla barella, si chin c baci la figlia.
(li occhi di M aranda si aprirono per un secondo: "P ap e m am
m a. vi am o tanto", disse.
Terry scoppi in lacrim e di gioia, c Luis asciug il suo pianto
con la mano.
" Ila parlato!" grid u n inferm iera. " Ila parlato!
Rim asi im m obile, sorpreso cd eccitato, partecipando silenziosa
m ente a q u elfin crcd ib ile evento. A vevam o sperato chc si ripren
desse. m a nessuno di noi credeva che potesse m igliorare cos in
fretta. Ringraziai silenziosam ente il Signore p er av er rid a to la vita a
quella bim ba stupenda. Im provvisam ente mi sentii m ancare il fiato
dallo stupore, m entre il mio cervello afferrava il significato della
conversazione tra figlia e genitori.
M aranda aveva aperto gli occhi e riconosciuto i genitori. Poteva
parlare, ascoltare, pensare e rispondere.
Le avevam o rim osso la parte sinistra del cervello, la parte domi
nante che controlla il linguaggio. E ppure M aranda aveva parlato!
Era leggerm ente agitata, scom oda sulla stretta barella, e m uoveva la
iMmba destra c il braccio destro, esattam ente la zona controllata dalla
met del cerv ello chc avevamo rimosso!
Il
successo dcU 'intervcnto era straordinario e im portante per
M aranda e la sua fam iglia, ma non mi venne in m ente chc fosse
anche una notizia da pubblicare sui giornali. Era, vero, un evento
eccezionale, ma se avessi tallito, nel tem po a venire un altro neuro
chirurgo avrebbe potuto avere successo. Tuttavia sem inava che il
p e n siero g enerale fosse ch e e ra una g rossa n o tizia per i gio rn ali.
I reporter com inciarono a venire, inform andosi, chiedendo dichiara
zioni e notizie. Don C olbum . del Washington Post, mi fece u n in
tervista c poi scrisse un im portante articolo, incredibilm ente lungo
e accurato, descrivendo l intervento c seguendo quindi la fam iglia.
II program m a televisivo "Evrning Xfagazine" present un servizio
M iil'cm isfcroctom ia diviso in due parti.
D opo qualche tem po Maranda svilupp u n infezione che fu p re
sto risolta con gli antibiotici. C ontinu a m igliorare c fece progressi
straordinari. Da quando c stato fatto l'intervento, n ell'ag o sto del
1985, la bim ba ha realizzato il suo unico, grande desiderio: non ha
pi avuto attacchi epilettici. T uttavia difetta di un valido coordina
m ento m otorio nelle dita della m ano destra c cam m ina in modo
leggerm ente claudicante. ben vero, per, chc anche prim a d e ll'in
tervento M aranda zoppicava leggerm ente. O ra prende lezioni di
danza.
M aranda apparve in telev isio n e, nello show di Phil D onatine.
Il produttore voleva chc partecipassi an c h 'io alla trasm issione, ma
rifiutai linvito per varie ragioni. A nzitutto sono interessato a ll'im
m agine chc proietto. Non intendo diventare un personaggio dello
spettacolo o essere conosciuto com e un celebre dottore. Seconda
riam ente. mi rendo conto dell'intrinseco pericolo di essere intervi
stato. riconosciuto c am m irato sui circuiti televisivi. Il fatto che se
senti dire troppo spesso chc sci una persona straordinaria finirai con
il crederlo, anche se farai del tuo m eglio per resistere.
Terzo, sebbene avessi sostenuto gli esam i scritti per ottenere l'atte
stato e operare com e neurochirurgo, non avevo affrontato ancora gli
esam i orali. Per eseguire quel test, i candidati siedono davanti ad una
commissione di neurochirurghi e. per un giorno intero, gli vengono poste
ogni specie di dom ande. Il buonsensi) mi sugger che non avreb b ero
a c ce tta to v o len tieri le m ie in terv iste , co n sid eran d o m i v an ito so c
presuntuoso. Pensai quindi chc. apparendo in u n 'in terv ista telev isi
va. avrei perso invece di guadagnare. C os rifiutai.
121
Q uarto m otivo, non volevo suscitare gelosie tra gli altri m edici e
subire m agari delle critiche quali: O h. questo luom o che crede di
essere il pi bravo dottore del m ondo. Infatti c andata cos con altri
d o tto ri, veram ente bravi, chc si so n o esp o sti a q u esto genere di
interviste televisive.
Parlai con John Frecm an circa queste apparizioni pubbliche dato
che anche lui vi era coinvolto. John c anziano, professore da anni
cd e una persona chc io rispetto enorm em ente. (li dissi: "John, non
c niente chc ti possano fare e non im porta quello chc altri dottori,
gelosi di te. pensino o facciano. T i sei guadagnato u n 'o ttim a reputa
zione e sei m o lto rispettato da tutti. C os, pensando a tu tto questo,
mi sono chiesto se non sarebbe meglio che vi andassi tu".
John non era entusiasta allidea di doversi presentare in televisio
ne. ma com prese le mie ragioni. Si present quindi nello show di Phil
Donahuc e spieg com e funziona l'cm isfcroctomia.
Anchc se quello era il m io pom o incontro con i m edia, ho sempre
ev itatn certi tipi di apparizioni alla televisione, alla radio c sui giornali.
V aglio attentam ente ogni proposta prim a di decidere se ne vale la
pena. "Q u a l lo sco p o d i q u e sta in te rv ista ? c h ic d o . e q u e sta
la dom anda principale da cui esigo una risposta. Se la m otivazione
chc vogliono pubblicizzare me oppure fornire unora d'intrattenim ento
televisivo, dico subito chc non intendo averci mente a chc fare.
M aranda p ro ced e ben e, pur m an ca n d o le la m et sin istra del
c erv ello , p er quel fen o m en o che ch ia m iam o p lasticit. S appiam o
c h e le d u e m et del ce rv e llo non so n o se p arate co s rig id am en te
com e ritenevam o una volta. Per q uanto i due em isferi abbiam i fun
zioni ben distinte, uno ha m aggiore responsabilit per il linguaggio e
l'a ltro per la capacit artistica. Ma nel cervello dei bam bini c una
considerevole sovrapposizione. Nella plasticit, le funzioni un te m
p o d irette da un insiem e di cellule nel cerv ello , vengono sostituite
d a un a ltro gru p p o d i e sse . N essu n o riesc e a c a p ire e sa tta m e n te
com e funzioni.
La m ia teoria, e altri esperii in m ateria sono d accordo, che
quando i bambini nascono hanno delle cellule non differenziate, che
non si sono sviluppate in quelle chc poi saranno le loro specifiche
funzioni. O , come dico talvolta: "N on sono ancora cresciute". Se qual
cosa avviene alle cellule gi differenziate, queste cellule indefinite han
no ancora la capacit di cam biare e sostituire q uelle che sono state
distrutte e prendere il Ioni posto. Avanzando negli anni, queste cellule
multipotcnziali o totopotcnziali si differenziano ancora cos che ne ri
m angono poche chc. a lloccorrenza. possono cam biare in qualcosa
d'altro.
122
124
Guardare il dolore scolpito sui volti dei genitori della piccola era pi
di quanto potessi affrontare. Jennifer era figlia unica. I.a mamma aveva
dei grossi problemi di salute ed era in cura all'istituto Nazionale della
Salute di Bcihcsda. Considerando i suoi problem i personali e quelli
avuti dalla sua bimba, mi chiesi: Non somigliano forse alle prove e
C ' una paura che va olire le parole, oltre i pensieri razionali c molli dei
genitori che vedo arrivare alla Hopkins si presentano con quel tipo di
disperazione.
Anche adesso non sono del (ulto sicuro di aver complctumcnte supe
rato la morte di Jennifer. Ogni volta chc un paziente muore sento una
profonda ferita, proprio com e la sentono le persone quando muore un
membro della loro famiglia. Uscii da quella depressione ricordandomi
chc ci sono molte persone fuori che hanno bisogno di aiuto, e non
giusto nei loro confronti che mi solferini su questi fallimenti.
Pensando alla mia reazione, mi rendo conto chc quando op ero e
accade chc il paziente non reagisca bene, sento una profonda re
sponsabilit per l accaduto. Probabilmente tutti i dottori che hanno
un profondo interesse per i loro pazienti reagiscono in quella manie
ra. Alcun e v o lte mi sono torturato pensando: Se non avessi fa llo
So
anche di dover 3girc razionalmente su questo soggetto. Spes
so trovo conforto nel sapere chc il paziente sarebbe morto comun
que. e che noi abbiamo fallo un tentativo disperato di salvargli la
vita. Riconsiderando la storia del m io im pegno chirurgico e del
lavoro che facciam o alla Hopkins, ricordo a me stesso che m igliaia
di persone sarebbero morte se noi non avessim o operato.
Alcune persone accettano i loro fallimenti m eglio di altre. Da quanto
gi detto o v v io , probabilmente, che io ho bisogno di 'arrivare' cd
agire il m eg lio chc posso, cos non accetto facilm ente i miei
fallimenti. M olte volte ho detto a Candy: "Suppongo chc il Signore
lo sappia, cos nella sua bont impedisce che m i accada spesso".
M algrado il dolore che provai per Jennifer e i giorni chc ci
vollero perch il tormento si alleviasse, non credo nel rimanere
emotivamente lontano dai m iei pazienti. L avoro c opero su esseri
umani, tutti creature di D io. pcisone nel dolore chc hanno bisogno
di aiuto. Non riesco a capire com e potrei operare sul cervello di una
bambina, avere la sua vita nelle mie mani, c non esserne coinvolto.
M i sento particolarmente legato ai bambini, che sembrano cos
indifesi c non hanno ancora avuto la possibilit di vivere una vita
piena.
127
Capitolo 16
L A PICCOLA BETH
Bcth Ushcr cadde da un'altalena nel 1985 c accus soltanto un
piccolo colpo, niente che. allora, destasse grosse preoccupazioni.
D opo breve tempo quel piccolo urto provoc il suo prim o attacco
epilettico, o cos pensarono. Che cos altro poteva esserne la causa?
Bcth. nata nel 1979, era stata una bimba in perfetta salute.
Una convulsione epilettica qualcosa di spaventoso, s p e c ia l
m ente per dei g en ito ri chc non ne hanno mai vista una prim a.
Il personale m edico interrogato rispose che non c era nulla di cui
preoccuparsi. Beili non sembrava malata, non agiva da malata, cos
i dottori tranquillizzavano i genitori: Questo pu succedere dopo
un colp o alla testa. l>e convulsioni smetteranno presto .
M a le convulsioni non cessarono. Un mese dopo Bcth ebbe un
secondo attacco e i genitori iniziarono a preoccuparsene seriamen
te. I dottori diedero delle m edicine alla bimba per fermare le crisi e
i genitori ripresero fiducia: ora sarebbe andato tutto bene. Ma alcu
ni giorni dopo Bcth ebbe un'altra convulsione: le m edicine non
l avevano fermata. Malgrado le venissero somministrati medicinali
validi, g li attacchi ripresero con m aggiore frequenza.
Il padre di B elli, Brian Ushcr, era l'assistente allenatore della
squadra di football all'universit del Connecticut. La madre. Kathy
U sher, aiutava il dipartim ento atletico del club per la raccolta di
fondi. Brian c Kathy cercarono di ottenere ogni sorta di informazioni
m ediche, posero dom ande, parlarono alle persone dentro e fuori
dall'universit, decisi a trovare un qualsiasi modo chc facesse cessa
re g li attacchi della figlia . M algrado tutto, per, le convulsioni au
mentavano di frequenza.
Bisogna riconoscere, per, chc Kathy Usher una ricercatrice
infaticabile. Un giorno, nella biblioteca, lesse un articolo sulle
em isfcroctom ic che praticavamo al John v Hopkins. L o stesso giorno
telefon al Dr John Frccman. "V o rre i avere inform azioni m aggiori
sullcmisfcroctomia , inizi. N el giro di pochi minuti aveva esposto la
triste storia di Bcth.
John le fiss un appuntamento per il lu glio del 1986. ed essi
portarono la bimba a Baltimora. L i incontrai quello stesso giorno c
parlammo a lungo della situazione di Bcth. John c io l'esaminammo
128
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131
132
Johns Hopkins.
"P orti Denise da noi , dicem m o, e valuteremo la situazione".
M a trasportarla dal N u ovo M essico a Baltimora non era un com
pito facile, in quanto Denise aveva un respiratore. C i richiedeva
uno speciale sistema di trasporto. M a ce la fecero.
D op o aver valutato la situazione della bambina, alla Hopkins ci
fu una controversia se praticare o meno unemisferoctom ia. Diversi
neurologi pensavano che saremmo stati paz/i ad affrontare un sim i
le intervento. F. avevano delle buone ragioni: anzitutto Denise era
troppo avanti negli anni. Secondariamente, gli attacchi provenivano
da una zona che rendeva g li interventi m olto rischiosi, se non addi
rittura impossibili. In terzo luogo, a m otivo d egli spasmi, l'ad ole
scente si trovava in una d iffic ile condizione clinica. Bisogna dire
poi che aveva aspirato del liquido, cos aveva anche problemi
polmonari.
Un m edico in particolare predisse: Probabilmente morir sul
tavolo operatorio a causa del suo stato generale, piuttosto che per
l intervento di cm isferoctom ia . N on che volesse essere d ifficile,
ma esprim eva la sua opinione dettata da una pnxx.cupaz.ione pro
fonda c sincera.
M a i dottori Frccman. V inin g e io non fum m o d'accordo. Erava
m o i tre chirurghi direttamente coin volti ne II intervento e avevam o
una discreta es p e rie n za , o ltre a essere fid u c io s i di sapere
suUcmisfcroctom ia pi di chiunque altro. Pensavamo inoltre di
conoscere m eglio di chiunque altro alla Hopkins, le sue possibilit. Sen
za l intervento sarebbe morta, e anche in fretta. Inoltre, malgrado tutti i
suoi vari problem i fis ic i, era ancora una possibile candidata
133
all'cm isferoctom ia. Infine stabilimmo che dovevam o essere noi tre a
determinare chc cosa fare e a chi.
Ci rivolgem m o ai critici in diverse conferenze, sostenendo i nostri
argomenti con l'evidenza e l'esperienza proveniente dai casi gi intra
presi. Abbiam o una sala per le conferenze d ove invitiamo anche altri
che non sono della nostra cerchia. N ello spazio di alcuni giorni presen
tammo tutte le possibili tesi c coinvolgem mo il personale della Hopkins
che ritenevamo interessato alle condizioni di Denise.
A causa della controversia, l'intervento fu rimandato pi volte. N or
malmente saremmo andati avanti e l avremmo fatto, ma fronteggiava*
mo un tale contrasto che dovevam o procedere forzatamente in modo
calm o e attento. La nostra opposizione meritava di essere ascoltata e
noi insistevamo sulla necessit c sulla validit deU intervcnto.
Il neurologo chc ci criticava fin con lo scrivere delle lettere al
direttore della neurochirurgia, al direttore della chirurgia, al presidente
d ellospedale e ad alcune altre persone. Sosteneva che, considerando la
sua professione medica, per nessun m otivo la Johns Hopkins avrebbe
dovuto permettere quell'intervento. Ne spiegava poi le motivazioni.
Forse era inevitabile chc il contrasto derivasse dal caso di Denise,
ma quando la questione assunse importanza fu d ifficile tenere i
sentimenti personali fuori della situazione. C red evo nella sincerit
del neurologo coin volto e anche nel suo interesse di non coin vo lge
re la Hopkins in un avventura di quel genere, cos non ho mai
considerato i suoi argomenti com e un'accusa personale. Per quel
chc mi riguarda, riuscii a stare fuori della controversia personale,
ma alcuni dei miei amici e collaboratori ne furono veramente coin
volti.
M algrado tutti gli argomenti di quel neurologo, noi tre restammo
convinti che l'unica possibilit di Denise stava n ell intervento. Non
ci era stato proibito di praticarlo c nessun dirigente aveva fatto
obiezioni. A v e v a m o quindi la libert di operare a nostra discrezio
ne. Tuttavia esitavamo, non volendo fam e un caso personale. A v e
vam o la sensazione che se l avessim o fatto, la controversia sarebbe
esplosa e avrebbe toccato la sensibilit d i tutto il personale
ospedaliero.
Per giorni chiesi al Signore di aiutarci a risolvere questo proble
ma. C i pensavo sopra andando avanti a indietro al lavoro. Pregavo
al riguardi mentre facevo il g iro del reparto e quando mi inginoc
chiavo accanto al letto la sera. Tuttavia non riuscivo a vedere come
sarebbe andata a finire.
Poi la situazione si risolse da sola: il nostro 'critico se ne and per
partecipare a una conferenza oltremare di cinque giorni e mentre era
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135
Capitolo 17
il
lampada
137
Questa fu un altra situazione in cui fui felice di non aver dato ascolto
alle critiche.
Da allora ho eseguito solo un'altra craniectomia ma, di nuovo,
ho dovuto affrontare l'opposizione.
N ell'estate del 1988 ci ritrovammo in una sim ile situazione se
non che Charles. di 10 anni, era in uno stato peggiore. Era stato
investito da un'auto.
Quando la capo inferm iera mi disse che le pupille di Charles
erano diventate fisse e dilatate, compresi chc qualcosa doveva esse
re fatto. Quel giorno eravam o particolarmente impegnati in sala ope
ratoria, cos mandai un m edico a spiegare alla madre che ritenevo
necessario intervenire immediatamente sul bimbo. A vrem m o rimosso
una porzione del cervello quale tentativo disperato di salvargli la vita
Il m ed ic o le disse: "P otreb b e non riuscire, ma il Dr Carson pensa
chc valga la pena di tentare".
Q uella povera madre fu assolutamente sconvolta e turbata. N o.
nel m odo pi assoluto , grid, non vi permetto di farlo! Non potete
fare questo al m io bimbo! Lasciatelo piuttosto morire in pace .
"M a se lo facciamo abbiamo una possibilit..."
"U n a possibilit? lo v o g lio pi di una possibilit!" Continu a
scuotere la testa. "Lasciatelo stare". Com prendevam o la sua reazio
ne. ma in quei momenti Charles non rispondeva pi agli impulsi.
Purtroppo, tre giorni prima le avevam o detto che le condizioni
del bambino erano cos gravi che probabilmente non ce l'avrebbe
fatta a riprendersi.
D oveva farsi forza e affrontare la fine inevitabile. Poi. a ll'im
provviso. un m edico le andava a chiedere il consenso per fare un
intervento radicale senza, tuttavia, fornirle la certezza che Charles
l'avrebbe superato nel m odo m igliore.
Quando il dottore torn e mi rifer la conversazione, andai a
parlare personalmente con la mamma di Charles. Passai m olto tem
po a spiegarle che non avrem m o tagliato a pezzi suo fig lio ma
avrem m o fatto qualcosa di positivo. L ei esitava ancora, l-e dissi:
"Perm etta chc le racconti di una situazione sim ile chc abbiamo
avuto qui da noi. Era una bimbetta di nome B o-B o..." Quando
terminai aggiunsi: "A s c o lti, non so che cosa succeder con questo
intervento. E possibile chc non vada bene, ma non vedo com e
possiam o rinunciarvi quando c ancora un raggio di speranza.
* Per motivi di pfi\-acy ho cambialo il tuo nome.
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Capitolo 18
CRAIG E SUSAN
N ella stanza li C raig W am ick si erano stipate 25. 30 persone e.
qu a n d o v i e n tra i, stavan o ten en d o una riu n io n e di p reg h iera .
Si alternavano a chiedere un miracolo al Signore nel momento che Craig
entr in sala operatoria. Era sorprendente vedere cosi tante persone
ammassate in una stanza, ma era ancora pi straordinario sapere che
erano v enute per pregare con e per Craig.
Mi fermai pochi minuti nella stanza e pregai con loro. Mentre
stavo |x r uscire Susan, la m oglie di Craig, mi si avvicin rivolgen
dom i un caldo sorriso: Ricorda quello che ha detto tua madre".
Non lo dim entico", risposi, fin troppo consapevole delle partile
della mia mamma, perch una volta le a v e v o ripetute a Susan:
Bennic. se tu chiedi qualcosa al Signore credendo chc egli lo fari,
allora lo far di sicuro'*.
Ricordalo anche tu", le dissi.
" I o credo", rispose, credo veram ente". Anchc senza che lo d i
cesse, p otevo leggere sul suo volto la fiducia nella riuscita d e ll in
tervento. Procedendo per il corridoio ripensai a Susan e Craig e a
tutto quello che trapelava dalla loro vita. A veva n o avuto una quan
tit incredibile di prove e non era assolutamente finita.
Susan W am ick un'eccellente infermiera diplomata chc lavora
nel reparto neurochirurgico infantile. 11 marito ha una malattia chiamata
V on Ilipp el-L in d au ( V H L ) c le persone con questa rara malattia
sviluppano molteplici tumori cerebrali c della retina. una condizione
ereditaria. Anche il padre di Craig, nel periodo di qualche anno, aveva
sviluppalo quattro tumori cerebrali.
Il problema di C raig inizi nel 1974 quando era ancora studente
universitario e apprese di avere un tumore. Poche persone conosce
vano il V H L c. di conseguenza, nessuno dei professori che esamin
C raig sapeva d egli altri tumori, lo non avevo ancora incontrato
questo giovane e ci fu un altro neurochirurgo che lo oper cd estrasse
il tumore. Continuando a camminare lungo il corridoio, ripensai a
quello che aveva passato negli ultimi 13 anni.
Poi i m ici pensieri si rivolsero a Susan: da parte sua aveva attraversato tante prove quanto Craig. 1 ammirai per essere stata cos
dedicata nel prendersi cura del marito c assicurarsi che fosse stato
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permanenti .
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operatorio e il capo veniva tenuto stretto in una struttura chc gli impedi
va di muoversi. Ancora una volta i dottori lo rasarono e gli strofinarono
energicamente la lesta. U n infermiera pos un lenzuolo sterile su di lui
con una piccola fessura di plastica sopra il punto da incidete. I/intcrvento ebbe inizio.
Fu nuovamente qualcosa di difficile. Infine arrivai al punto dove si
trovava il tronco cerebrale. Sussurrai al personale: Ora vado a pratica
re un piccolo foro nel tronco cerebrale .
Presi uno strumento bipolare, un p iccolo strumento elettrico per
la coagulazione, c aprii il tronco, chc com in ci a sanguinare
profusamente. Ogni volta chc lo toccavo sanguinava. Il m io assi
stente continu ad aspirare il sangue per mantenere sgombro il
campo operatorio, mentre mi chiedevo: ora che cosa faccio?
Pregai in silenzio e con fervore: O Signore, aiutami a sapere quello
M i resi conto chc ero stata avvolta cos intensamente dal dolore e
dalla confusione che a v e v o pensato soltanto a Craig c a me, senza
considerare q u ello chc poteva esserci nel cuore e nei pensieri del
Dr Carson.
C era un uom o chc sapeva mascherare bene le sue em ozioni e
tuttavia, in quel momento, non lo stava facendo proprio al meglio. Pen
sai: Quest'uomo rimuove la met del cervello delle persone e inter
B EN C A R S O N :
Il pom eriggio che segu il secondo intervento al tronco cerebrale,
facevo il m io giro c andai a vedere Craig. Non credevo ai mici
occhi: stava seduto sul letto. L o fissai a lungo c poi. per nascondere
la mia sorpresa, g li dissi: "M u o v i il braccio destro .
L o mosse.
Ora il sinistro".
V id i ancora una reazione normale.
G li chiesi di m uovere i piedi c tutto quello chc mi venne in
mente. Tutto era nella norma. Non sapevo spiegarmi com e potesse
esserlo, ma lo era. Craig aveva ancora problemi di deglutizione ma
tutto il resto sembrava a posto.
Dissi: Suppongo chc D io abbia qualcosa a che fare in questo".
"Suppongo chc D io abbia tutto a chc vedere in questo , mi
rispose.
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Capitolo 19
L A SEPARAZIONE
DEI GEMELLI SIAMESI
" V o le v o uccidere loro e... anche me , disse The re va Rindcr nel
gennaio del 1987, quando, a ll ottavo mese di gestazione, questa
donna di ven t anni ricevette l'incredibile e tremenda notizia chc
avrebbe partorito due gemelli siamesi.*
"O h . m io D io !" grid. "N o n pu essere vero! Non avr due
gem elli, avr un orribile c terribile m ostro!" N ei tre giorni che
seguirono piarne continuamente. N ella sua distretta, questu futura
madre contemplava ogni m odo possibile per evitare la nascita dei
piccoli.
Theresa pens anzitutto di ingoiare una overdose di sonniferi,
per uccidere s stessa e i bambini. Non potevo andare avanti c.
per un periodo, mi sem br Tunica soluzione per loro e per m e .
M a quando si trov sul punto di farlo, non riusc a trovare il corag
g io di inghiottire le pillole. Alcuni dei suoi pensieri sfioravano
l'assurdo, contemplando qualsiasi possibile espediente solo per tro
vare la pace c uscire da quell'incubo. A v e v a anchc considerato di
saltare gi dalla finestra di un grattacielo c, qualsiasi soluzione
contemplasse, ripeteva nella sua mente: " V o g lio solo m orire".
M olti gem elli siamesi uniti al cranio m uoiono alla nascita o
subito dopo. Per quanto ne sappiamo, non pi di 50 tentativi erano
stati fatti per separare questo tipo di gem elli. Di questi, meno di
dieci operazioni avevano portato ad avere due bimbi normalmente
separati. A parte l abilit dei chirurghi, il successo dipende, per la
m aggior parte, da quanto tessuto e di quale tipo condividono i
bimbi.
Dei piccoli, quali i Hinder. uniti nella parte occipitale del cranio,
non erano mai stati separati prima con la sopravvivenza di ambedue.
La nascila di gemelli siamesi si verifica una volta ogni 70.000 - 100fflO
nascile. I l caso di gemelli uniti per la lesta u verifica solo una volta ogni 2-2
milioni e m e lo d i nascile I gemelli siamesi Chang ed Eng (1811-18741 riceveilero quel nome dal luogo di mite ila. il Siam e P T. Hatnum li eslN sia in
America sia in Eurofm,
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Altri gemelli siamesi uniti alle anche o al petto, sono stati separati con
successo. Anchc in questo caso, quando due bimbi nascono con il
corpo unito, un tentativo di separarli c un interv ento estremamente deli
cato, con una possibilit di so p ra v vi\ c ra id lC si M ||n intorno 50%.
Quei gem elli infatti condividono dei biosistemi chc. se danneggiali,
possono provocare la morte di entrambi.
La mattina d el quarto g io rn o T h e resa si rese im provvisam ente
conto che non solo si sarebbe tolta la %ila. il clic era p a terribile, ma
con il suo suicidio avrebbe assassinato due altri esseri che avevano
diritto alla vita. Si mise cosi il cuore in pace, sapendo chc comunque
avrebbe dovuto affrontare la situazione. Ora doveva superare il trau
ma e con vivere con le inevitabili conseguenze. Anchc altri genitori
c'erano riusciti.
S o lo alcuni mesi prima Theresa e Josef, il m anto trcntascttcnne.
erano entusiasti al pensiero di avere un figlio . A ll'in iz io della gravi
danza il dottore li aveva informati chc avrebbero avuto due gem elli.
Theresa ricorda: Ero incredibilmente felice e riconoscente al Signore
per questo stupendo d op p io regalo'*.
Aspettando l arrivo dei gem elli questa coppia acquist a Ulm,
nella Germania occidentale, abitini per i piccoli, una doppia culla e
una doppia carrozzina.
I due bim bi. Patrick e Benjamin, nacquero con parto cesareo il
2 febbraio 1987. Pesavano in totale 4 chili e m ezzo ed erano uniti
nella parte occipitale del capo.
Subito dopo la nascita i gem elli furono portati in un ospedale per
bambini e Theresa non li vide, se non tre giorni pi tardi. Quando
pot vedere i suoi piccoli, il marito era al suo fianco pronto a
sostenerla e. se necessario, a portarla fuori della stanza.
Davanti a lei c erano i bimbi uniti per la testa: li fiss. Parole
tipo m ostri" si spensero sulle sue labbra, c Theresa vide solo due
minuscoli maschietti, i suoi figli, e il cuore le si sciolse. Lacrime
com inciarono a scorrerle sul viso. Il marito l attir a s e, insieme,
abbracciarono i loro figli. "S iete nostri", bisbigli ai bimbi, " c io vi
am o con luna me stessa'*.
Per quanto i giorni chc seguirono fossero veramente d iffic ili c a
volte strazianti, in Theresa Binder l'am ore materno non mut, an/i
crebbe in lei un amore protettivo. Quei genitori dovettero imparare
com e tenere in braccio i piccoli cd essere sicuri che, ambedue,
fossero sostenuti bene.
Poich i loro visi erano contrapposti, per nutrirli Theresa d o v e
va accom od arli su un cu scino c tenere un biberon in ogn i mano.
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all altro rimasero delle piooolc brecce. Dufresnc avrebbe dovuto attendere
un altro momento per installare la copertura di titanio.
Dovem mo anche fronteggiare il problema di non avere cuoio capellu
to a sufficienza per coprire ambedue le teste dei bimbi. Cos, tempora
neamente. chiudemmo la testa di Ben jamin con una struttura chirurgica.
Dufresne dovette pianificare un secondo intervento per creare un cranio
fisicam ente accettabile, sempre chc i p iccoli avessero continuato a
migliorare.
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Capitolo 20
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iettino.
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Capitolo 21
AFFARI DI FAMIGLIA
La voc e di Candy al m io fianco, concitata, mi s veg li alle due
del mattino da un sonno profondo: Ben. Ben! Svegliati!
M i sprofondai ancora di pi nel cuscino. Era stato un giorno
pesante, quel 26 m aggio 1985 e l'a v e v o passato nella nostra chiesa,
impegnato in una com petizione per corridori chiamata: "S celte sa
lutari . A v e v a m o invitato le persone a correre per uno, cinque o
dieci chilometri. Insieme ad altri dottori avevo fatto, alla svelta, un
e siime fisico e a v e v o fornito un profilo fMfljpO i v i sonali-. mentre gli
esperti provvedevano a dare suggerimenti sul m odo di vivere e.
quindi, correre m eglio.
Candy, all'ultim o mese di gestazione, aveva fatto anchc lei una
bella camminala. Ora mi dava delle gom itale dicendomi: S veglia
li! M o d e lle forti contrazioni!
Forzai i m iei occhi ad aprirsi: Che frequenza hanno?"
"O g n i due m inuti!"
C i volle solo un mom ento perch il m essaggio mi penetrasse nel
cervello: "Presto, v e stiti!" le dissi, mentre saltavo dal letto. A v e v a
mo una m ezz ora di auto per arrivare alla Hopkins. Il nostro primo
figlio, nato in Australia, era arrivato dopo otto ore di travaglio e calco
lammo che questo sarebbe arrivato un po prima.
" I dolori sono cominciati solo alcuni minuti fa ", disse Candy,
facendo penzolare i piedi fuori del letto e mettendosi diritta. A met
stanza mi disse: "B en . i dolori sono m olto pi frequenti . La sua
voce era cos calma e serena che si sarebbe detto stesse com m en
tando il tempo. Non ricordo quello chc risposi A n c h 'io ero piutto
sto calm o, mentre mi vestivo metodicamente.
"Credo chc il bambino stia arrivando , disse Candy. O r a !
"S e i sicura?" gridai, afferrandola per le spalle e aiutandola a
tornare a letto. M i accorsi chc la testa del bim bo com inciava a
intravvcdcrsi. l e i giaceva quietamente sul letto e spingeva, mentre
io mi sentivo perfettamente a posto e non particolarmente eccitato.
Candy si comportava com e se partorire un bambino fosse qualcosa
chc le avveniva ogni due mesi. Ricordo chc mi sentivo particolar
mente riconoscente per l'esperienza fatta in passato sul parto, ren
dendomi conto per chc quelli chc a v e v o visto io erano avvenuti in
circostanze m igliori!
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ma v e d evo l'im possibilit di fare tutto. Conclusi cos chc, tanto per
cominciare, la cosa pi importante era la mia famiglia c quindi dovevo
essere un buon marito c un buon padre. A v r e i cos riservato i finesettimana alla mia famiglia.
Secondariamente, non avrei perm esso alle m ie attivit mediche
di risentire delle mie decisioni. Conclusi chc avrei fatto di tutto per
essere il m iglio r neurochirurgo di repano e contribuire per quanto
possibile al benessere dei m ici pazienti.
T erzo, v o le v o essere un buon m odello per i nostri giovani.
Anche se sono convinto che la decisione era quella giusta, il proces
so non fu facile. V olle dine fare un bilancio del m io tempo, rinunciare a
ci chc amavo fare, anche cose che avrebbero favorito la mia carriera.
Per esempio, mi sarebbe piaciuto fare pi pubblicazioni nel campo me
dico. con dividere quello chc a v e v o imparato e stim olare la ricerca.
M i sentivo spinto a tenere delle conferenze e c erano varie possibilit di
parlare in incontri nazionali. Questo, naturalmente, mi avrebbe permesso
di avanzare rapidamente nei ranghi accademici.
Grazie a D io molte di queste cose stanno accadendo comunque, ma
non cos in fretta com e sarebbe successo se avessi potuto dedicarvi pi
tempo.
Fra importante anchc poter trascorrere pi tempo nella mia chiesa di
Spencervillc. della quale sono anziano. Sono anche direttore d ell Asso
ciazione Lega Vita e Salute, il chc significa che presento programmi
particolari c coordino gli altri medici. Per esempio sosteniamo attivit
quali maratone e io aiuto a coordinare gli eventi c organizzo le visite
mediche. I -i nostra denominazione insiste sul benessere fisico e spiritua
le. Insegno anche in corsi per adulti in cui discutiamo i vari aspetti del
cristianesimo c la loro importanza nella vita di ogni giorno.
Fu nel 1985 che cominciai a fare i primi passi per avere pi tempo
liberi. Il lavoro in ospedale era cos aumentato che dovem m o assu
mere un altro neurochirurgo pediatrico, il quale mi tolse buona parte
del peso. Acquisire un aln o m edico fu un passo avanti per la Hopkins
perch fin dalla nascita dell'istituto nel secolo scorso la neurochirurgia
pediatrica era stata nelle mani d i un unica persona. Tuttora ci sono
pochi ospedali che hanno due primari. Stiamo attualmente preveden
d o d i avere tre chirurghi e. probabilm ente, una d ivisio n e di
neurochirurgia pediatrica, perch abbiam o un alto numero di casi e
non vediamo alcun segno di diminuzione.
A g li in izi del 1988 confessai a me stesso chc. per quanto avessi
lavorato duramente cd efficacem en te, non avrei mai com pletato il
la v o ro neppure se fossi rim asto in osp ed ale tutta la notte. C os
presi la d ecisio n e, una che avrei mantenuto, con l'a iu to d i D io:
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Capitolo 22
PENSARE A L L A GRANDE
Candv c io condividiam o un sogno, un sogno ancora incompiu
to. Il nostro desiderio di vedere un fondo nazionale scolastico
istituito per giovani chc abbiano capacit negli studi, ma non il
denaro necessario. Questo fondo scolastico li aiuterebbe a ottenere
qualsiasi tipo di istruzione vogliano, e l accesso a qualsiasi istituto
in cui desiderino studiare. M olti fondi sono orientati troppo politi
camente e dipendono dal fatto di conoscere k persone o avere
dietro gente importante.
Sogniam o un programma scolastico che riconosca dei veri talen
ti in ogni campo. Sogniam o di ricercare giovani di talento chc
meritano una possibilit di successo, ma non sarebbero mai in gra
do di ottenerla per la mancanza di fondi.
M i piacerebbe m oltissimo essere nella posizione di poter fare
qualcosa per aiutare a rendere questo sogno una realt.
Pensare alla grande una pratica della mia vita. Mentre vado
avanti v o g lio vedere m igliaia di persone m eritevoli, c di ogni razza,
progredire e avanzare nei posti direttivi a m otivo delle loro capacit
e della loro affidabilit. Persone con sogni e im pegno possono ren
derlo possibile.
Un adolescente africano mi ha chiesto: Qual la chiave del suo
successo? Non era una domanda inconsueta. L a vevo sentita cos
tante volte che, per finire, ho elaborato una risposta particolare:
Pensa alla grande , gli dissi.
PENSARE A L I A ( .R A N D E
T A L E N T I
Impara a riconoscere c accettare i doni che D io ti ha dato (tutti
noi ne abbiamo). Sviluppa questi talenti c usali nella carriera chc
scegli. Ricorda che questi doni ti assicurano un vantaggio se sai
approfittare di quello che D io ti ha dato.
TEM PO
Impara l'importanza del tempo. Quando sci puntuale le persone
possono dipendere da te c cos dimostri la tua affidabilit.
SPERANZA
N on andare in giro con il v iso tirato, aspettando che ti capiti
qualcosa di brutto. Anticipa cose buone c vedile quando arrivano.
O NEST
Quando fai qualcosa di disonorevole, d evi fare qualcos altro di
disonesto per coprire il tutto. La tua vita diventa disperatamente
complicata. La stessa cosa avviene per le bugie. Se sei sincero non
hai bisogno di ricordare quello chc hai detto la volta precedente.
Dire sempre la verit rende la vita sorprendentemente facile.
D IS C E R N IM E N T O
Ascolta c impara dalle persone che sono gi state l dove tu vuoi
andare. Trai profitto dai loro errori invece di ripeterli. L e g g i buoni
libri com e la Bibbia, perche spalancano nuovi mondi di conoscenza.
CORTESIA
Sii cortese con le persone, con tutte le persone. Se tu sei gentile
con loro, loro saranno gentili con te. Prende meno energia essere
cortese chc essere m alvagio. Essere gentile, am ichevole e utile
decisamente meno faticoso c riduce di m olto hi pressione.
CONOSCENZA
La consapevolezza la chiave per una vita indipendente, la chia
ve per tutti i tuoi sogni, le tue speranze e le tue aspirazioni. Se sci
perspicace, c in particolare pi perspicace di chiunque altro nel tuo
campo, diventi inestimabile c potrai stabilire i tuoi prezzi.
LIBRI
L'apprendim ento attivo dalla lettura m igliore d e ll apprendi
mento passivo, quale ascoltare delle conferenze o guardare la tele
visione. Quando leggi, la tua mente deve lavorare guardando le
lettere e collegandolc per formare le parole. Le parole poi si c o m
pongono in pensieri e concetti.
Sviluppare una buona abitudine alla lettura com e essere un
cam pione nel sollevam ento pesi. Non c possibile chc un campione
vada un giorno in palestra c sollevi 200 chili. Deve tonificare prima
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speciale sulla mia vita. D opo aver letto l articolo, un uomo mi scrisse.
ra un assistente sociale e a v e v a un fig lio di 13 anni che voleva
intraprendere la stessa attivit del padre. Tuttavia le cose non erano
andate bene: erano stati sfrattati e il padre aveva perduto il lavoro.
Cos lui e suo fig lio non sapevano dove trovare il prossimo pasto, il
m ondo g li si era rovesciato addosso. Era cos depresso che era
tentato di commettere un suicidio. Poi prese il News e lesse l articolo.
Cos mi scrisse:
"Ixi sua stona ha dato una grand'e svolta e speranza alla mia
vita. I l suo esempio m i ha ispirato ad andare avanti e fare qualcosa
di nuovo: infatti ora ho un nuovo lavoro e le cose vanno decisa
mente meglio. Q uell'articolo lia cambiato la mia vita .
I lo anche ricevuto un certo numero di lettere da parte di studenti
di varie scuole che non andavano, ma dopo aver letto articoli su di
me. averm i visto in televisione o sentii) parlare, erano stati stimola
ti a raddoppiare i loro sforzi, l-anno dei tentativi per imparare e
questo vuol dire chc saranno il m eglio che possono essere.
{ I s t r u 7*or.
segno uno n jp o jt a )
J Michael Jackson
J L a rry Bird
Dr. Ben Carson
Barbara W alters
U Ronald Reagan
P.S. Chiunque con 'm en o cervello"
sarebbe in grado di risponderei
Jimmic Hankey
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l'atten zion e delle riviste o non hanno una grande fama. d iffic ile
nascondersi quando sei in un cam po com e il m io. in un luogo com e
il Johns Hopkins c fai del tuo m eglio. Quando qualcuno di noi qui
fa qualcosa di eccezionale, i giornali Io scoprono c la notizia viene
divulgata. C onosco m olte persone in altri campi, m eno famose, che
hanno fatto d elle cose eccezion ali, ma d iffic ile che se ne sappia
qualcosa.
lin o dei miei traguardi c assicurarmi che i giovani apprendano l at
tivit di questi individui intelligenti c capaci, cos che possano .nere
una variet di m odelli. Quando i giovani hanno dei m odelli validi,
possono cambiare e puntare i loro sguardi verso fini pi alti.
Un altro scopo incoraggiare i giovan i a guardare a loro stessi
c ai talenti che D io ha donato loro. Tutti noi abbiam o queste capa
cit. Il successo nella vita si fonda sul riconoscimento c sull'uso del
nostro materiale grezzo".
lo sono un buon neurochirurgo. Questo non vuole essere un
vanto, ma c un modo di riconoscere l'abilit innata chc D io mi lia dato.
In izian d o con d eterm inazione e usando l'a b ilit d e lle m ie mani,
procedetti nello sviluppo e neU'affinam cnto delle m ie capacit.
Pensare alla gran d e e usare i nostri talenti non significa che.
lungo la strada, non avrem o difficolt. L e avrem o, tutti nc abbiamo.
Come affrontianK) questi problemi determina come le cose finiranno.
Se scegliamo di vedere come barriere gli ostacoli sul nostro sentiero,
ci bloccheremo. Saremo tentati di mormorare: Non possiamo vincete.
Sono loro che non ci lasceranno vincere".
Tuttavia se scegli annidi vedere gli ostacoli come se fossero steccati,
possiam o sempre saltare sopra di essi. Non vero chc le persone
famose hanno problemi minori: ma hanno deciso chc niente potr impe
dire loro di andare avanti.
Qualunque direzione sceglieremo di prendere, se comprendiamo chc
ogni steccato chc saltiamoci rafforza e ci prepara per il prossimo, siamo
gi sulla \ia del successo.
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