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Capitolo 9 - Le frane

Capitolo 9 Le frane
DEFINIZIONI
n

Movimenti in massa: movimenti di masse di


materiale sulla superficie della terra che
avvengono prevalentemente in seguito
all'azione della gravit
Hanno carattere non selettivo
La distanza di trasporto di norma ridotta
(zona di erosione e di deposito a breve
distanza)
Esempi: frane, sprofondamenti, valanghe,
subsidenza
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Capitolo 9 Le frane

Frana:
Il movimento di roccia, detrito o
terra lungo un versante
(Cruden, 1991: UNESCO WP/WLI)

Capitolo 9 - Le frane

SPROFONDAMENTO

Localit Bo+egone, Grosseto 29/01/99


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SUBSIDENZA
Tasso di
subsidenza
(mm/year)

Mappa di
subsidenza o4enuta
con la tecnica dei PS
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DEFINIZIONI
n

Trasporto in massa (mass transport):


movimenti di masse di materiale che
avvengono prevalentemente in seguito
all'azione delle acque correnti superficiali.
carattere selettivo (condizionato dalla
granulometria)
trasporto per distanze anche rilevanti
Esempi: piene fluviali, piene di detrito

N.B. Alcuni tipi di frane hanno caratteristiche


intermedie fra movimenti in massa e
trasporto in massa (i.e. colate di detrito)
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PIENE DI DETRITO

Capitolo 9 - Le frane

DESCRIZIONE DELLE FRANE

1. Fisionomia
2. Morfometria
3. Tipo di movimento
4. Tipo di materiale
5. Contenuto dacqua
6. Velocit
7. Attivit
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FISIONOMIA

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FISIONOMIA
1) coronamento
2) scarpata principale
3) punto sommitale
4) testata
5) scarpata
6) corpo principale
7) piede
8) punto inferiore
9) unghia
10) superficie di rottura
11) unghia della superficie di rottura
12) superficie di separazione
13) materiale spostato (o franato)
14) zona di distacco (o di abbassamento)
15) zona di accumulo
16) distacco
17) massa distaccata (o abbassata)
18) accumulo
19) fianco
20) superficie originaria del versante

ESEMPIO DI FISIONOMIA

Frana di
La Conchita,
California
Marzo, 1995

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ESEMPIO DI FISIONOMIA

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MORFOMETRIA

1. larghezza della massa spostata


2. larghezza della superficie di
rottura
3. lunghezza totale
4. lunghezza della massa spostata
5. lunghezza della superficie di
rottura
6. profondit della massa spostata
7. profondit della superficie di
rottura
8. lunghezza della linea di mezzeria
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TIPI DI MOVEMENTO
1. Crollo
2. Ribaltamento
3. Scivolamento
4. Espansione
5. Colamento
6. Frane complesse: combinazione di
diverse tipologie
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TIPO DI MOVIMENTO
1. Frane per crollo (falls)
Distacco e conseguente
caduta di una massa di
materiale da un pendio
molto ripido.
Frana di crollo in roccia (sinistra) e in
terreno (a destra)

Il materiale si muove in caduta


libera poi, dopo raggiunto il
versante, si pu muovere per
rimbalzo e/o rotolamento
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TIPO DI MOVIMENTO
1. Frane per crollo (falls)

Zion Na<onal Park, USA

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2. Frane per ribaltamento (topples)


Rotazione, attorno ad un
punto, di un blocco di
roccia o di detrito, sotto
lazione della gravit, di
pressioni esercitate da
blocchi adiacenti e/o
dellacqua nelle fratture
Frequenti in ammassi
rocciosi fratturati
Pu evolvere in crollo
(o scorrimento)
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2. Frane per ribaltamento (topples)

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3. Frane per scorrimento o scivolamento (slides)


Movimento lungo una superficie di rottura o entro una fascia
relativamente sottile di intensa deformazione di taglio.

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3. Frane per scorrimento o scivolamento (slides)


Si distinguono ulteriormente, in funzione della geometria
della superficie di scivolamento, in:
3.1 Rotazionale
3.2 Traslativo
3.3 Composto

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3.1 Frane per scorrimento rotazionale (rotational slide):


Scivolamento rotazionale:
la massa si muove lungo una superficie di rottura curva
il movimento comporta la rotazione all'indietro dei blocchi in cui
la massa viene smembrata
interessa terreni omogenei, terre compattate artificialmente e
ammassi rocciosi intensamente fratturati
sono generalmente movimenti lenti

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3.1 Frane per scorrimento rotazionale (rotational slide):


movimento lungo una superficie curva, concava verso lalto

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3.1 Frane per scorrimento rotazionale (rotational slide):

Isola di Sheppey, UK

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3.2 Frane per scorrimento traslativo (traslational slide):


Scivolamento traslativo:
La massa scivola lungo una o pi superfici piane
Il movimento controllato dall'andamento di superfici di
discontinuit (faglie, superfici di stratificazione, etc)
Sono generalmente movimenti rapidi

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3.2 Frane per scorrimento traslativo (traslational slide):

Borgo Tassignano,
Bologna

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3.3 Frane di scivolamento composto (compound slide):


il movimento avviene su una superficie composta da
elementi planari e curvi
la superficie di rottura condizionata da discontinuit
di vario tipo
presenza di deformazione interna (formazione di
trincee, graben, controscarpate).
Deformazione interna

Graben

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4. Frane per espandimento laterale (lateral spreads)


Si verificano nel caso di un materiale a comportamento
rigido (competente) (roccia, terra parzialmente cementata)
sovrapposto a materiale a comportamento plastico (meno
competente).

Si verifica una estensione e conseguente fratturazione del


materiale rigido in seguito al flusso plastico del materiale
sottostante (argilla, argillite, gesso, ecc.)
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Capitolo 9 - Le frane

4. Frane per espandimento laterale (lateral spreads):


In roccia: indicate anche come espansione a blocchi
Espansioni di blocchi:
in ammassi rocciosi fratturati
sovrapposti a materiali meno
competenti (es. argilliti).
il contrasto di competenza fra
ammasso roccioso e
substrato determina
l'apertura di fratture
nell'ammasso roccioso e
l'estrusione dei materiali del
substrato

Tipiche evidenze: fratture,


trincee
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4. Frane per espandimento laterale (lateral spreads):


In terreni: indicate anche come espansione per
liquefazione in quanto causate da liquefazione di
terreni poco competenti.

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4. Frane per espandimento laterale (lateral spreads):

Espansione per
liquefazione di
argille sensibili
(quick-clays)

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5. Frane per colamento (flows)


Movimento distribuito in maniera continua nella massa
spostata, con superfici di taglio multiple e temporanee.
Si distinguono ulteriormente, in funzione del materiale
coinvolto, in:
5.1 Frane per colamento in
roccia (flows in bedrock):
fenomeni lenti, continui, pi
o meno costanti nel tempo,
simili a movimento di un
fluido viscoso (creep)

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5.2 Frane per colamento in


terreni e in detriti (earth
flows, debris flows):
caratterizzate da contenuti
dacqua e velocit
estremamente variabili
(colamenti di terreni) oppure
fenomeni rapidi, innescati
da precipitazioni intense e
che si muovono per lunghe
distanze entro aste
torrentizie (colate di detrito
incanalate)

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5.2 Frane per colamento in terreni e in detriti (earth flows,


debris flows)
Area di
alimentazione

Canale di frana
Area di
accumulo

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Capitolo 9 - Le frane

5.2 Frane per colamento in terreni e in detriti (earth flows,


debris flows)

Esempio di frana di colamento in terreno

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5.2 Frane per colamento in terreni e in detriti (earth flows,


debris flows)

substrato roccioso
alterato, terreno, etc.

substrato
roccioso

Colate di detrito
(debris flow)

Valanghe di detrito: Colate di


detrito, di grandi dimensioni,
estremamente rapide, sono
identificate anche con il nome
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6. Frane complesse (complex)


Combinazione di due o pi tipi di movimento tra i 5 descritti
in precedenza.

Esempio di frana di tipo complesso


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6. Frane complesse (complex)

Crollo valanga di detrito

Scivolamento
rotazionale - colamento

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Fenomeni di erosione superficiale dei versanti


Soliflusso: colamento lento di una massa fluida molto
viscosa (superficiale). Si manifesta in terreni fini fluidificati
(saturi) a seguito di precipitazioni o in regioni periglaciali
durante periodi di disgelo (geliflusso).
Evidenze: lobi, terrazzette, increspature

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Fenomeni di erosione superficiale dei versanti


Soil creep o reptazione: movimenti parziali di detriti che
ricoprono il versante (particella per particella). Causati da
circolazione acqua nel terreno, imbibizione, disseccamento,
gelo-disgelo.
Evidenze: forma incurvata dei tronchi di alberi, increspature

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Fenomeni di erosione superficiale dei versanti

Soliflusso

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TIPI DI MATERIALE
ROCCIA
roccia lapidea: resistenza a compressione uniassiale
>25MPa
roccia debole: resistenza a compressione uniassiale
<25MPa
TERRENO SCIOLTO
detrito: pi del 20% con d>2mm (ghiaia, ciottoli, massi)
terra: pi dell 80% con d<2mm
granulare: prevalgono d>0.06 mm (sabbia)
coesiva: prevalgono d<0.06 mm (limo e argilla)
organica: prevalgono materiali organici
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CONTENUTO DACQUA
SECCO: assenza di acqua
il materiale si comporta come un solido
UMIDO: acqua non libera
il materiale si comporta come un solido plastico
BAGNATO: acqua libera
il materiale si comporta in parte come un liquido
MOLTO BAGNATO: materiale fluido
il materiale fluisce come un liquido

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VELOCITA
IUGS/WGL (1995)
classe
1

descrizione
ESTREM.
LENTO

danni osservabili
Impercettibile senza strumenti di monitoraggio. Costruzione
di edifici possibile con precauzioni.

MOLTO
LENTO

Alcune strutture permanenti possono non essere danneggiate


dal movimento.

LENTO

Possibilit di intraprendere lavori di rinforzo e restauro


durante il movimento. Le strutture meno danneggiabili
possono essere mantenute con frequenti lavori di rinforzo se
lo spostamento totale non troppo grande durante una
particolare fase di accelerazione.
MODERATO Alcune strutture temporanee o poco danneggiabili possono
essere mantenute

RAPIDO

Evacuazione possibile. Distruzione di strutture, immobili ed


installazioni permanenti.

MOLTO
RAPIDO

Perdita di alcune vite umane. Velocit troppo elevata per


permettere l'evacuazione delle persone.

ESTREM.
RAPIDO

Catastrofe di eccezionale violenza. Edifici distrutti per


l'impatto del materiale spostato. Molti morti. Fuga
impossibile.

scala delle velocit


16 mm/anno

5 10-10 m/s

1.6 m/anno

5 10-8 m/s

13 m/mese

5 10-6 m/s

1.8 m/h

5 10-4 m/s

3 m/min

5 10-2 m/s

5 m/s

5 m/s

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ATTIVITA DELLE FRANE

Stato
Distribuzione
Stile

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STATO DI ATTIVITA
Stato di attivit: informazioni note sul tempo in cui
si verificata la frana

1. Attiva: frana che si sta muovendo al momento


dellosservazione
2. Sospesa: frana che si mossa entro l'ultimo ciclo
stagionale ma non attiva attualmente
3. Riattivata: frana di nuovo attiva dopo essere stato
inattiva

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STATO DI ATTIVITA
4. Frana inattiva: frana che si
mossa l'ultima volta prima
dell'ultimo ciclo stagionale. Le
frane inattive si possono
suddividere ulteriormente in:
5. Quiescente: frana inattiva
che pu essere riattivata dalle
sue cause originali.
6. Naturalmente stabilizzata: frana inattiva che non pi
influenzata dalle sue cause originali; fenomeno per il quale le
cause del movimento sono state naturalmente rimosse (es. se
il fiume che erodeva l'unghia della frana ha cambiato corso).
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STATO DI ATTIVITA
7. Artificialmente stabilizzata:
frana inattiva che stata protetta
dalle sue cause originali da
misure di stabilizzazione (es. se
l'unghia della frana stata
definitivamente protetta
dall'erosione).
8. Relitta: frana inattiva che si sviluppata in
condizioni geomorfologiche o climatiche
considerevolmente diverse dalle attuali. Le
frane relitte sono inattive ma comunque
possono essere riattivate dall'attivit
antropica.
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RICONOSCIMENTO STATO DI ATTIVITA


AGvi

Scarpate, terrazzi e crepacci con bordi neD

Crepacci e depressioni privi di riempimento secondario

InaGvi

Scarpate, terrazzi e crepacci con bordi arrotonda<

Crepacci e depressioni con riempimento secondario

Movimen< di massa secondari sulle scarpate


Nessun movimento di massa secondario sulle scarpate


Strie fresche sulla supercie di ro4ura e i piani di taglio


marginali
Superci di fra4ura fresche sui blocchi

Strie assen< o degradate sulla supercie di ro4ura e i


piani di taglio marginali
Superci di fra4ura degradate sui blocchi


Sistema di drenaggio sconvolto. numerosi ristagni
d'acqua e depressioni a drenaggio interno

Creste di pressione a conta4o con i margini di
scorrimento
Assenza di sviluppo di suolo sulle esposizioni della


Sistema di drenaggio integro

Fessure marginali e argini abbandona<


supercie di ro4ura
Presenza di vegetazione a crescita rapida

Sviluppo di suolo sulle esposizioni della supercie di


ro4ura
Presenza di vegetazione a crescita lenta


Dierenza ne4a di vegetazione nelle zone interne ed
esterne alla frana
Alberi inclina< senza ricrescita ver<cale


Nessuna dierenza di vegetazione nelle zone interne ed
esterne alla frana
Alberi inclina< con ricrescita ver<cale sul tronco inclinato
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DISTRIBUZIONE DI ATTIVITA

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.

in avanzamento
retrogressivo
mulM-direzionale
in diminuzione
connato
costante
in allargamento
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Capitolo 9 - Le frane

STILE DI ATTIVITA

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.

in avanzamento
retrogressivo
mulM-direzionale
in diminuzione
connato
costante
in allargamento
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CAUSE DELLE FRANE

Cause preparatorie o predisponenti: fattori


intrinseci di instabilit legati, essenzialmente,
alle caratteristiche litologiche, strutturali,
tessiturali, giaciturali dei materiali costituenti
il pendio
Cause scatenanti o innescanti: agiscono su
un pendio in genere gi intrinsecamente
instabile e sono cos definite perch
innescano il movimento franoso (intense
precipitazioni, attivit sismica, ecc.).
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CAUSE DELLE FRANE


La rottura lungo una superficie avviene quando le forze che favoriscono il
movimento (forze destabilizzanti, forze di taglio sul versante) superano le
forze che si oppongono al movimento (forze stabilizzanti, resistenza al
taglio del materiale), cio quando:

F = (forze stabilizz.) / (forze destabil.) < 1

Fattore di sicurezza

I fattori che determinano linstabilit di un versante possono quindi


essere suddivisi in:
1. fattori che determinano un aumento delle forze di taglio sul
versante
2. fattori che determinano una riduzione della resistenza al
taglio del materiale

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CAUSE DELLE FRANE


1. fattori che determinano un aumento delle forze di taglio sul versante
a) Rimozione del sostegno laterale
erosione (fluviale, marina, dovuta ai ghiacciai)
scioglimento di ghiacciai vallivi
attivit antropiche: tagli, cave, canali, rimozione di strutture di
sostegno
b) Sovraccarichi
aumento del peso di volume per saturazione del terreno ad opera
delle piogge
accumulo di neve
accumulo di detriti sulla sommit del pendio
accumulo di materiale vulcanico
crescita della vegetazione
azioni antropiche: costruzione di rilevati, edifici ed infrastrutture;
discariche minerarie, di rifiuti; perdite dacqua da condotte idriche,
fognature, serbatoi artificiali
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CAUSE DELLE FRANE


1. fattori che determinano un aumento delle forze di taglio sul versante
c) Aumento artificiale della pendenza del pendio (riporto)
d) Spinte laterali
filtrazione sub-parallela al pendio
congelamento dellacqua nelle fessure
rigonfiamento delle argille
e) Sollecitazioni transitorie
terremoti
attivit vulcanica
attivit antropiche: vibrazioni prodotte da esplosioni, treni in
transito, macchinari in funzione, ecc.

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CAUSE DELLE FRANE


1. fattori che determinano un aumento delle forze di taglio sul versante:
TAGLI ALLA BASE

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CAUSE DELLE FRANE


1. fattori che determinano un aumento delle forze di taglio sul versante:
SOVRACCARICHI SUL VERSANTE

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CAUSE DELLE FRANE


2. fattori che determinano una riduzione della resistenza al
taglio del materiale

= c + ( - uw)tan

La riduzione di resistenza al taglio


pu essere determinata da:

uw

supercie di taglio

riduzione dello sforzo normale () sulla supercie di ro4ura potenziale


aumento della pressione dellacqua (uw)
riduzione della4rito tra i granuli ()
riduzione della coesione (c)

I fattori che riducono la resistenza al taglio possono essere


suddivisi in:
a) Condizioni che determinano bassi valori iniziali di resistenza al taglio
b) Fa4ori che inducono riduzioni degli sforzi eeDvi ( = - uw)
c) Fa4ori che inducono riduzioni dei parametri di resistenza al taglio (c, )

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CAUSE DELLE FRANE


2. fattori che determinano una riduzione della resistenza al
taglio del materiale
a) Condizioni che determinano bassi valori iniziali di resistenza al taglio
composizione e tessitura dei materiali
orientazione delle discontinuit (faglie, fratture, ecc.)
alternanza di strati litoidi su materiali deboli
alternanza di livelli permeabili ed impermeabili
esposizione del versante e intensit dei processi di alterazione
presenza di superfici di taglio preesistenti
b) Fattori che inducono riduzioni degli sforzi effettivi
innalzamento della superficie piezometrica
fenomeni di filtrazione (es. sifonamento)
fenomeni di liquefazione
fenomeni di carico non drenato in terreni a bassa permeabilit
c) Fattori che inducono riduzioni dei parametri di resistenza al taglio
processi di alterazione e degradazione
essiccamento e fratturazione delle argille
dissoluzione chimica del cemento

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CAUSE DELLE FRANE


2. fattori che determinano una riduzione della resistenza al
taglio del materiale
SATURAZIONE DEL TERRENO

2
Inltrazione

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