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Potete inizialmente basarvi su esempi, ma alla fine dello studio dovete essere in grado di spiegare fatti,
principi e interpretazioni in termini generali. Solo dopo avere raggiunto questa chiarezza di idee, dedicatevi a
studiare le dimostrazioni, a fare i conti per derivare le formule che descrivono quantitativamente il problema,
e se necessario aprite una parentesi per andare a riguardare dei risultati (ricavati in precedenza) che
vengono richiamati nellargomento presente oppure per rispolverare uno strumento matematico necessario
nei calcoli. Quando avete completato la trattazione teorica, chiedetevi cosa e come le formule raggiunte vi
premettono di descrivere, che cosa dovete conoscere e quale tipo di trattazione occorre usare; per questo
scopo sono utilissimi i problemi svolti nel testo. Solo alla fine, dedicatevi a come utilizzare gli strumenti
raggiunti nelle applicazioni, cercate di risolvere di nuovo i problemi svolti nel testo (lasciate passare il tempo
necessario per scordarvi la maggior parte della soluzione che avete letto) e infine risolvete i problemi alla
fine del capitolo (vedi la parte successiva di questo scritto). Alla fine del capitolo, pensate a delle domande
da farvi, come se doveste esaminarvi allorale e cercate di rispondervi; oltre a quelle pensate da voi,
prendetene qualcuna dalla sezione Domande alla fine di ogni capitolo del testo, e se non siete sicuri sulla
scelta, chiedete al docente di indicarvene qualcuna. In questa fase lideale sarebbe ritrovarsi con almeno un
vostro compagno di studi, e porsi a vicenda le domande che si sono pensate. Laltro deve essere convinto
della vostra risposta e chiedervi di ripetere e chiarire dove non soddisfatto, e viceversa.
Inventatevi una relazione orale su quanto avete appreso (massimo 15-20 minuti di riassunto) alla fine di
ogni giorno di studio, alla fine di ogni settimana e alla fine di ogni area del programma (Meccanica del
punto, Sistemi di corpi e Urti, Dinamica rotazionale, Fluidodinamica, ecc)
La Pratica : Alcuni di voi forse si ritroveranno a chiedersi Perch riuscivo a risolvere i problemi del
corso di Analisi (o Geometria o Informatica) e invece ho tanta difficolt con i problemi di Fisica ? Eppure
la teoria mi pare proprio di averla capita. Questo avviene perch (semplificando brutalmente i concetti) in
alcune discipline le applicazioni seguono, nei termini del problema e nelle parole con cui viene formulato, la
terminologia introdotta nella teoria: si studia una parabola come curva in geometria analitica, si studia
come trovare gli zeri, il massimo, lasse ecc. E il problema chiede di trovare (ad es.) la parabola che passa
per certi punti del piano, o che ha il massimo e una tangente assegnati e cos via.
Ora considerate il seguente esempio: (A) Vi trovate su una torre alta 100 metri nel mezzo di una pianura
senza rilievi, laria trasparente e la visibilit totale; il vostro amico guarda lorizzonte e vi chiede: Da qui
si vede molto pi lontano che dalla strada, secondo te fino a che distanza riusciamo a vedere dallalto di
questa torre? Cio, secondo te quanto dista lorizzonte ? E quando siamo a livello della strada ?. Provate a
trovare la risposta; nella lezione introduttiva del corso il docente toccher questo stesso esempio,
delineandone la soluzione.
Adesso considerate questaltro problema di geometria: (B) Sia dato un punto X esterno ad una
circonferenza C di raggio R e distante R+h dal centro. Si consideri la semiretta CX che dal centro di C passa
per X e la retta passante per X e tangente alla circonferenza. Si trovi la lunghezza dellarco intercettato su C
dalla semiretta CX e dalla tangente.
Non sembra, ma il problema il medesimo, la soluzione la stessa e gli strumenti da usare anche (A)
proprio un problema puramente matematico e si risolve con le relazioni di base della trigonometria
(Ipotenusa per coseno dellangolo eguale cateto adiacente) e con la geometria della circonferenza.
Dov allora la difficolt ? Nel caso (B) la formulazione tale da rendere immediatamente chiari gli
strumenti che dovete usare, lesercizio destinato a farvi imparare ad usare le relazioni trigonometriche ed il
legame tra angoli e archi. Nel caso (A) invece il problema richiede anche la interpretazione di una situazione
della vita reale (o quasi), capire quali strumenti (Fisici? Matematici? Chimici?) vanno usati per risolverlo,
riformulare il problema in termini adatti allo strumentario che avete deciso di applicare e rispondere
trasformando la soluzione in una affermazione comprensibile a chi vi ha posto il problema. Tra laltro,
notate che il testo (A) vi permette immediatamente di eliminare alcuni fenomeni accidentali quali la
presenza di ostacoli sulla visuale e l'opacit dellaria. Nella vita reale probabilmente dovrete capire da soli
cosa essenziale e cosa accidentale.
Nellaffrontare un problema, essenziale partire col piede giusto cercate per quanto possibile di
organizzare il vostro approccio con metodo:
1) Leggete il problema, almeno due volte, e comunque fino a che non avete capito bene il testo
2) Riducetelo alle informazioni essenziali e provate a riformularlo con altre parole
3) Fate un diagramma con tutti gli elementi forniti, mettete i simboli alle grandezze e non cambiateli pi nel
corso della soluzione. Ogni volta che introducete una nuova variabile nella soluzione chiedetevi cosa
rappresenta e come legata a quelle gi introdotte, anche quando vi sembra ovvio.
4) Identificate con chiarezza quali sono le grandezze date e quali le incognite. Il problema pu chiedere una
sola grandezza come risposta, ma nei diagrammi e nelle equazioni possono comparire pi di una
incognita.
5) Identificate i principi su cui si basa linterpretazione del fenomeno attorno a cui formulato il problema
(Es.: un corpo viene lanciato da una molla lungo un piano inclinato: ci saranno la forza di gravit, la
forza elastica, c attrito?, si conserva lenergia?, ecc.)
6) Scegliete quali strumenti usare e richiamate le formule fondamentali
7) Confrontate le formule nelle varie forme in cui possono essere usate con i dati che avete, cercate di
trasformare le formule in equazioni che risolvano il problema (permettano cio di trovare tutte le
incognite: spesso si sbaglia perch si trova la risposta in funzione di qualcosa che nel problema non
dato).
8) Dopo avere ottenuto le equazioni che risolvono il problema ed avere ben chiarito cosa va ricavato, fate
quanto pi possibile i conti con le grandezze algebriche (i simboli), e solo alla fine sostituite i valori
numerici. Spesso infatti in una formula compaiono grandezze non date nel problema, ma durante la
soluzione esse si eliminano usando altre equazioni, per cui non risulta necessario conoscere il loro valore
per risolvere il problema.
9) Ogni volta che introducete una nuova grandezza o una nuova equazione, controllatene le dimensioni sia
nelle relazioni che definiscono la grandezza, sia nei due membri delle equazioni.
10) Controllate la grandezza che costituisce la soluzione ed il valore che assume con i dati del problema,
chiedetevi se con essa avete risolto la domanda del problema. Il valore trovato credibile ? Non avete
per caso risposto che unauto deve viaggiare a velocit vicine a quelle della luce o che le occorre
unenergia pari a quella di unesplosione nucleare? Controllatene le dimensioni fisiche.
11) Se state risolvendo un esercizio del libro di cui riportata la soluzione, solo ora andate a controllarne
lesattezza. Se per caso trovate che la vostra soluzione non coincide, la prima cosa da fare capire cosa
avete fatto di sbagliato. Un errore di metodo molto comune quello di riprendere daccapo il problema,
tentando un approccio diverso, ma senza capire ne cosa cera di sbagliato nel primo approccio, ne
perch con il secondo (o il terzo) approccio il problema invece viene risolto correttamente; se
commettete questo errore, come se non aveste fatto il problema.
12) Chiedetevi se esiste un altro modo, magari completamente diverso, per risolvere il problema. Spesso
sono possibili pi approcci, tutti egualmente accettabili. Riuscire a trovarli una riprova di avere capito
bene come si risolve un problema.
13) Se avete tempo, provate a riformulare il problema, assumendo come data la grandezza che avete appena
trovata e cercando di trovare come incognita una grandezza che invece era data nel problema originale.
Provate anche a cambiare il tipo di problema mantenendo la stessa tecnica di soluzione (Ad esempio,
usando la conservazione dellenergia, una volta risolto il problema Un corpo cade da unaltezza di 30m.
Calcolare dopo quanto tempo tocca terra, potete riformularlo come Una palla lanciata da terra
impiega 3 secondi per cadere dal punto pi alto della sua traiettoria. Che altezza ha raggiunto nel
lancio?.
Svolgere un problema con le modalit illustrate ora, richiede tempo, ma soprattutto con i problemi pi
complicati, molto meglio farne tre con tutti i dettagli che cinque arrivando a malapena alla soluzione e
senza capire come.
Nello svolgimento del problema, cercate di ragionare con linearit e mostratelo nella sequenza dei vostri
conti: quando sbagliate qualcosa, non usate bianchetto o cancellazioni. Tirate una riga sulla parte errata e
riprendete il conto a partire dall'ultimo passaggio o ragionamento giusto. Scrivete sempre chiaramente i segni
(+ e -) e non cercate di mimetizzarli se vi viene un dubbio su di essi.
Un altro errore di metodo che si compie spesso quello di andare sul libro, a caccia di una formula che
riporti tutte le grandezze note del problema. E molto pi importante capire il principio da applicare, e poi a
colpo sicuro derivare (dalla vostra memoria, sarebbe meglio) la formula opportuna per la soluzione.
Ricordate in special modo che le formule senza le definizioni delle grandezze che vi compaiono sono
totalmente inutili, e quindi se decidete di usare una certa formula chiedetevi sempre se le cose che vi
compaiono sono identificabili con quelle che il problema vi d.
Ricordate anche che mentre nel libro ci sono centinaia di formule, quelle essenziali sono poche decine
(pensate al numero di articoli dei codici che uno studente in giurisprudenza deve memorizzare). Le altre si
possono derivare con pochi e semplici passaggi matematici da quelle fondamentali. Cercate quanto pi
possibile di memorizzare le formule fondamentali e come possono essere maneggiate, piuttosto che dieci
loro varianti.
Siate curiosi : Gli strumenti ed i principi che acquisirete nel corso di Fisica, come in tutti i corsi che
seguirete, si applicano allo stesso mondo che incontrate ogni giorno fuori delle mura della Facolt. Provate a
chiedervi durante un viaggio in auto, durante una gita, o ad un concerto se un fenomeno che attira la vostra
attenzione pu essere spiegato, almeno parzialmente, con i principi acquisiti in fisica o negli altri corsi. Se vi
trovate su una torre, tentate di essere voi per primi a chiedervi quanto lontano si riesce a vedere allorizzonte.
Scoprirete per esempio che nel fare la doccia in una cabina col telo di plastica vi troverete soggetti all'effetto
Venturi, che mentre venite trasportati nella folla che percorre i corridoi di uno stadio verso il parterre di un
concerto vi troverete soggetti a forze simili a quelle che agiscono su una particella di fluido in una condotta
idrica, e che guidando in auto potrete verificare molti dei tipi di moto che studierete in cinematica.