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Come affrontare il corso (e lesame) di Fisica Generale

per il CdL in Ingegneria dell'Informazione e Automazione (Ord.270)


Massimo Brambilla, Dipartimento di Fisica, Politecnico di Bari. Gennaio 2014
Perch un corso di Fisica ?
Un corso di Fisica, in particolare un corso pensato e ritagliato per le esigenze di formazione di un Corso di
Laurea in Ingegneria, presenta aspetti particolari che vale la pena di esaminare pi in dettaglio.
1 In un corso di Fisica si acquistano conoscenze dei fenomeni fondamentali che spiegano perch il mondo
e luniverso sono fatti cos come li conosciamo, ed in questo corso ci si focalizzer su quelli che
verranno sviluppati nei corsi successivi verso applicazioni di rilievo per l'Ingegneria. Per questo ci
sarnno (e.g.) la meccanica e l'elettrostatica, mentre non si tratter la teoria della gravitazione classica o
della relativit. Una conoscenza dei fenomeni quantistici alla base della dispositivistica
elettronica/optoelettronica e fotonica, esulano dalla portata di questo corso e dovrebbero essere trattati in
un corso tra il 3' anno L3 e il 1' anno LM.
2 Tuttavia il corso non assolutamente un insieme di fatti e formule: per ricordare la forma
dell'interazione tra i dipoli elettrostatici, basta andare in una biblioteca pubblica e consultare
unenciclopedia. Invece per capire che quella formula che risolve un particolare problema, bisogna
avere compreso i fondamenti dei fenomeni elettrici.
3 Un aspetto importante del corso sar la capacit di comprendere in quali condizioni, sulla base di quali
fatti sperimentali e con quali approssimazioni, vengono sviluppate le teorie, le applicazioni e le
equazioni presentate. Questo anche perch la Fisica non una disciplina fissa e consolidata, neppure nei
suoi aspetti meno "esoterici": senza andare a scomodare bosoni di Higgs e calcolatori quantistici, pensate
che solo nel 2002 fu data una interpretazione fisica rigorosa dei meccanismi microscopici fondamentali
che determinano i coefficienti di attrito tra superfici solide.
4 Oltre all'insieme di conoscenze delle leggi fondamentali del mondo che ci circonda, il corso diventer
anche uno strumentario di base, da cui poi lo studente evolver verso strumenti pi sofisticati e pi
mirati per la professione.
5 Infine, proprio per quanto detto sopra, ricordate che non si dimostra (per esempio quando si sostiene
lesame) di avere compreso la fisica semplicemente ripetendo il contenuto dei capitoli o riproducendo
una serie di formule. A volte unincertezza che viene superata fermandosi e riflettendo dimostra la
padronanza dellargomento, invece unesposizione a memoria che si blocca senza rimedio davanti ad
una domanda imprevista rivela lacune nella comprensione.
Dunque, nel corso verranno spiegati fenomeni naturali, principalmente quelli pi semplici e che vediamo
tutti i giorni (o quasi), spiegando come stato possibile isolare i fenomeni di interesse, come dalla
osservazione della natura stato possibile stabilire delle leggi di carattere generale e come lapplicazione
degli strumenti matematici importante per questa generalizzazione.
Un errore che si commette spesso quello di pensare alle leggi fisiche come una serie di verit universali e
assolute. Invece un aspetto importantissimo del processo con cui una legge viene derivata quello di
eliminare i fenomeni che influenzano ci che vogliamo studiare, ma sono irrilevanti o accidentali (ad
esempio, se voglio descrivere come cadono tutti i corpi, devo prescindere per esempio dal mezzo dove si
muovono: aria, acqua, catrame, una superficie di vetro o un foglio di carta vetrata). Inoltre occorre anche
tenere ben presente entro quali limiti valida la descrizione dei fenomeni proposti. Fatto questo, si fa
appello agli esperimenti ed ai principi fondamentali per trovare una legge fisica. E infine, poi necessario
capire come gli elementi accidentali possono essere ricompresi nella descrizione e come potrebbero
modificare la interpretazione raggiunta. Occorre almeno tentare di farlo in linea di principio, poich di solito
basta poco per rendere molta complessa la trattazione di un fenomeno fisico.
In pratica, dunque, un elemento fondamentale proprio il metodo con cui le conoscenze proposte vengono
costruite. Apprendere questo metodo e riuscire a riprodurlo in modo personale e corretto, un risultato
importante che in generale garantisce non solo una buona riuscita nel corso, ma anche lacquisizione
permanente di una capacit individuale di ragionare, aumentare le proprie conoscenze in modo non
nozionistico ed applicarle per trovare soluzioni originali a problematiche nuove. Naturalmente la Fisica non
la sola disciplina che offre questa struttura metodologica, ma di certo una di quelle dove questo aspetto
fondamentale.

Lattitudine alla soluzione dei problemi


Nella vostra vita reale e lavorativa sar molto improbabile che (facciamo ora degli esempi immaginari) il
vostro capo-progetto irrompa trafelato in ufficio, chiedendovi di calcolare la velocit di caduta di un corpo.
Pi facilmente la domanda sar del tipo Mi calcoli le specifiche degli ammortizzatori da porre alla base del
nuovo modello di ascensore per evitare, danni permanenti agli occupanti, in caso di distacco della cabina. E
voi dovrete capire che il problema va diviso in segmenti ed affrontarli nella corretta sequenza(*):
1) occorre rivolgersi ad esperti di medicina ossea ed interna per sapere quali sono i danni al corpo umano a
seconda della velocit di impatto contro una superficie (un problema analogo ai crash-test sulle auto),
2/a) sulla base degli studi di fisica, studiare la velocit di caduta della cabina, a seconda delledificio e del
piano a cui avvenuto lincidente, ma anche
2/b) ricordare che quanto studiato nel corso di fisica riguardava la caduta in assenza di attrito, e che in questo
caso invece, oltre allattrito con laria nella tromba dellascensore, ci sar anche un forte attrito con i cavi di
guida e le pareti,
3) cercare dunque di completare la trattazione della caduta introducendo lattrito o almeno trovare una
formulazione chiara del problema, per avvalervi della consulenza di un esperto esterno,
4) calcolare la forza elastica che le molle degli ammortizzatori devono esercitare (ed in quale tratto massimo:
non si pu foderare un grattacielo di ammortizzatori!) per ridurre la velocit di caduta ai valori accettabili
valutati al punto 1 e senza che la brusca decelerazione provochi altri danni alle persone,
5) partendo da questa stima della forza, occorre cercare le specifiche dei materiali (e delle tecniche) con cui
vengono realizzate le molle e gli ammortizzatori (in questo vi serviranno le conoscenze di altri corsi, come
quello di scienze dei materiali, etc.);
in questo modo si arriva a determinare una soluzione che pu credibilmente essere sottoposta ad un test;
ovviamente serviranno vari test per arrivare ad un dispositivo pienamente soddisfacente poich quasi mai un
problema reale pu essere risolto con la sola teoria, per quanto accurata essa sia. [Se credete che questo
esempio sia irrealistico, al link http://www.gardaland.it/park/Attrazioni/Energy/space-vertigo/ viene
mostrata l'attrazione ove il pubblico viene fatto cadere da una torre alta 40m senza che nessuno si sia mai
fatto male.]
Da questo esempio dovrebbe essere chiaro che le conoscenze di leggi fisiche, formule e principi vari che
acquisirete nel corso di Fisica saranno solo una parte del bagaglio utile. Anzi, col passare del tempo,
scorderete come si ricava un momento di inerzia; tuttavia, se avrete acquisito il metodo, non vi sar
difficile rispolverare le nozioni con laiuto di un buon testo. Oggi, invece, il momento in cui le conoscenze
di Fisica devono essere inquadrate in una scaffalatura da costruire contemporaneamente ad esse.
La capacit di sviluppare tutte le tecniche e le strategie per raggiungere la soluzione (tecnologicamente
originale ed innovativa o economicamente competitiva) ad un problema nuovo e magari non formulato in
maniera netta viene chiamata in inglese problem solving, ed tra le competenze pi apprezzate in un
ingegnere, tanto che sono molteplici le agenzie specializzate nel fornire questo tipo di consulenza alle
aziende.
Per questo motivo, nel corso vi verr chiesto spesso di elaborare autonomamente dei problemi, e nelle prove
desonero e desame troverete quesiti teorici e problemi applicativi nella forma di domande cui dovrete
indicare lesatta risposta. La capacit di decifrare il problema proposto e di trovare lo strumento efficace
per arrivare alla risposta importante per mostrare di avere acquisito i contenuti del corso.
(*) La sequenza descritta ovviamente solo un esempio e non vuole rappresentare lapprossimazione di una
vera soluzione ingegneristica.
Come (e quanto) studiare
Provate a fare un conto delle ore di studio a vostra disposizione: da 168 ore in una settimana toglietene 56
per il sonno (otto ore tutte le notti una stima abbondante), circa 20 per i pasti e il vestirsi, 20 ore di lezione
e tutta la giornata di domenica ed il sabato pomeriggio (12+9 ore). Restano quindi 52 ore in cui collocare lo
studio individuale ogni settimana, cio 676 ore in 13 settimane di semestre, che sono molte pi del
necessario per studiare con profitto per 30 CFU in un semestre (con profitto vuol dire: acquisendo i
contenuti e superando lesame con un voto pi che sufficiente).
Tuttavia molto spesso lo studente resta fisicamente a contatto con i libri per molte ore, molte pi di quanto
non sia necessario, perch il problema la scarsa efficienza del metodo di studio, che purtroppo dovrebbe
essere stato sviluppato nelle scuole superiori. In questo paragrafo forse ci saranno molte banalit, ma tutte
quante sono state scritte perch nel passato ci sono stati studenti in crisi con lesame di Fisica che hanno

rivelato queste difficolt.


Innanzitutto tenete presente che seguire la lezione richiede attenzione: non il luogo in cui prendere appunti
copiando pari pari tutto quello che il docente dice o scrive; la lezione il momento in cui capire largomento
e linsieme delle conoscenze che vengono proposte. Gli appunti sono il problema minore: il corso
strutturato in modo da seguire il libro di testo, e nei pochi argomenti in cui ci sono elementi in pi, il docente
esplicitamente vi dir quali essi siano e dove potete studiarli (in genere su un testo complementare presente
in biblioteca).
Inoltre il docente deposita in biblioteca una copia delle trasparenze del corso, in generale con cadenza
settimanale. E quindi inutile ricopiare tutte le formule e le figure che verranno presentate. Una buona idea
invece quella di tenere sempre il libro aperto durante la lezione e seguire ragionamenti e conti sulle pagine di
esso. Nella lezione il docente offre delle spiegazioni pi incisive, fa degli esempi e commenta schemi e
dimostrazioni. Questi elementi aggiuntivi sono proprio quelle cose che meritano di essere appuntate. Quando
prendete appunti, fatelo con precisione: in fisica c una differenza radicale tra la forza esercitata da un
corpo e la forza esercitata su un corpo. Ma evitate di essere dispersivi: abbreviate i termini, accorciate le
frasi allessenziale: annotare tutta una lunga frase del docente pu farvi perdere la frase successiva, meglio
appuntare solo le 4-5 parole che contengono il concetto fondamentale. Dedicate un minimo di tempo
(mezzora dovrebbe bastare) a espandere gli appunti presi a lezione in una forma pi articolata, e che voi
possiate comprendere bene; lideale farlo abbastanza presto, prima che la memoria della lezione si perda.
Se il docente lascia allo studio individuale un paragrafo del libro (ad esempio, quando contiene una
applicazione semplice dei contenuti della lezione), cercate di analizzare il paragrafo appena possibile,
affiancandogli il testo e gli appunti della lezione. Se trovate delle difficolt a comprenderne i contenuti,
dedicate unora o due allo studio della lezione e del paragrafo e se i problemi persistono contattate il docente.
Quando vi dedicate allo studio individuale, pianificate la suddivisione del tempo: pianificate quali corsi
seguirete con assiduit e quali preparerete in modo differito; decidete quindi quanto tempo dedicare a
ciascuno, nellarco della settimana e nel corso delle giornate che dedicherete allo studio individuale.
Fissatevi in anticipo degli obiettivi per ciascun giorno dedicato allo studio e per ciascuna settimana. Una
volta deciso per quante ore studierete Fisica in un giorno/pomeriggio, fatelo senza interruzioni e, per quanto
possibile, evitando interferenze esterne.
Dovrete trovare il metodo che meglio vi si addice, cio che vi permette il migliore rendimento: per alcuni
preferibile studiare per un lungo periodo (alcune ore) la stessa materia, in altri casi invece la concentrazione
tende a precipitare dopo un paio dore e quindi preferibile completare un argomento, darsi un po di tempo
libero per rilassarsi e poi passare ad un'altra materia. Non esiste una ricetta valida per tutti e se non conoscete
gi le vostre preferenze, sperimentate tutti i metodi possibili, scegliendo quello che pi vi soddisfa.
Molto spesso nelle ore dedicate allo studio individuale, vi ritroverete ad allontanarvi con la mente
dallargomento che state studiando; anche se la mente non va molto lontano: forse fantastica sulla scienza,
sulla carriera futura e le eventuali applicazioni di quanto state leggendo In ogni caso quel tempo non sar
utile per apprendere largomento che state studiando e raggiungere lobiettivo che vi siete prefissati per quel
giorno. Cercate di evitare queste dispersioni: se avete avuto prova che riuscite ad applicarvi meglio quando
un fattore esterno vi d una scadenza precisa (un appello desame, un viaggio imminente, ecc.), cercate di
crearvi delle scadenze artificiali, oppure incentivatevi con piccoli premi, materiali o di tempo libero, per
ogni obiettivo raggiunto.
La Teoria: Quanto entrate nellargomento di studio, ricordate che se riuscite ad avere la prospettiva
dellargomento, avete gi la strada tracciata: lungo essa poi disporrete le dimostrazioni, le formule e i
risultati. Ma prima date una lettura generale del capitolo (se largomento copre un capitolo), cercate di capire
di quale fenomeno o principio si sta parlando, a quali oggetti/sistemi si applica, quali sono le evidenze da cui
si parte, come le si interpretano e in quale modo vengono trascritte in formule, a quali altri principi
fondamentali gi visti si collega largomento e la sua spiegazione, quale il risultato a cui si perviene, quali
(eventualmente) sono i limiti della spiegazione trovata, che cosa la spiegazione ci permette di descrivere e
calcolare. Ci vorr del tempo: una pagina di testo di Fisica richiede molto pi tempo per essere letta e
compresa rispetto ad una pagina di narrativa o saggistica: leggetela pi volte se serve e dove non siete sicuri
di capire cercate di riscrivere con parole vostre i concetti che avete letto. Alla fine scrivete, o enunciate o
raccontate al vostro compagno/a di studi i capisaldi del capitolo, usate il pi possibile le vostre idee. Non
accettate incertezze: se non riuscite a spiegarlo quasi sempre a causa di qualche buco nella
comprensione, non della mancanza delle parole giuste. Siate precisi nelluso dei termini-chiave e se non vi
chiara la definizione di un termine o la differenza tra due parole che vi trovate a scambiare in un
ragionamento, tornate sul testo (o rivolgetevi al docente): ad esempio massa e peso sono due termini che
in Fisica non possibile usare in modo equivalente.

Potete inizialmente basarvi su esempi, ma alla fine dello studio dovete essere in grado di spiegare fatti,
principi e interpretazioni in termini generali. Solo dopo avere raggiunto questa chiarezza di idee, dedicatevi a
studiare le dimostrazioni, a fare i conti per derivare le formule che descrivono quantitativamente il problema,
e se necessario aprite una parentesi per andare a riguardare dei risultati (ricavati in precedenza) che
vengono richiamati nellargomento presente oppure per rispolverare uno strumento matematico necessario
nei calcoli. Quando avete completato la trattazione teorica, chiedetevi cosa e come le formule raggiunte vi
premettono di descrivere, che cosa dovete conoscere e quale tipo di trattazione occorre usare; per questo
scopo sono utilissimi i problemi svolti nel testo. Solo alla fine, dedicatevi a come utilizzare gli strumenti
raggiunti nelle applicazioni, cercate di risolvere di nuovo i problemi svolti nel testo (lasciate passare il tempo
necessario per scordarvi la maggior parte della soluzione che avete letto) e infine risolvete i problemi alla
fine del capitolo (vedi la parte successiva di questo scritto). Alla fine del capitolo, pensate a delle domande
da farvi, come se doveste esaminarvi allorale e cercate di rispondervi; oltre a quelle pensate da voi,
prendetene qualcuna dalla sezione Domande alla fine di ogni capitolo del testo, e se non siete sicuri sulla
scelta, chiedete al docente di indicarvene qualcuna. In questa fase lideale sarebbe ritrovarsi con almeno un
vostro compagno di studi, e porsi a vicenda le domande che si sono pensate. Laltro deve essere convinto
della vostra risposta e chiedervi di ripetere e chiarire dove non soddisfatto, e viceversa.
Inventatevi una relazione orale su quanto avete appreso (massimo 15-20 minuti di riassunto) alla fine di
ogni giorno di studio, alla fine di ogni settimana e alla fine di ogni area del programma (Meccanica del
punto, Sistemi di corpi e Urti, Dinamica rotazionale, Fluidodinamica, ecc)
La Pratica : Alcuni di voi forse si ritroveranno a chiedersi Perch riuscivo a risolvere i problemi del
corso di Analisi (o Geometria o Informatica) e invece ho tanta difficolt con i problemi di Fisica ? Eppure
la teoria mi pare proprio di averla capita. Questo avviene perch (semplificando brutalmente i concetti) in
alcune discipline le applicazioni seguono, nei termini del problema e nelle parole con cui viene formulato, la
terminologia introdotta nella teoria: si studia una parabola come curva in geometria analitica, si studia
come trovare gli zeri, il massimo, lasse ecc. E il problema chiede di trovare (ad es.) la parabola che passa
per certi punti del piano, o che ha il massimo e una tangente assegnati e cos via.
Ora considerate il seguente esempio: (A) Vi trovate su una torre alta 100 metri nel mezzo di una pianura
senza rilievi, laria trasparente e la visibilit totale; il vostro amico guarda lorizzonte e vi chiede: Da qui
si vede molto pi lontano che dalla strada, secondo te fino a che distanza riusciamo a vedere dallalto di
questa torre? Cio, secondo te quanto dista lorizzonte ? E quando siamo a livello della strada ?. Provate a
trovare la risposta; nella lezione introduttiva del corso il docente toccher questo stesso esempio,
delineandone la soluzione.
Adesso considerate questaltro problema di geometria: (B) Sia dato un punto X esterno ad una
circonferenza C di raggio R e distante R+h dal centro. Si consideri la semiretta CX che dal centro di C passa
per X e la retta passante per X e tangente alla circonferenza. Si trovi la lunghezza dellarco intercettato su C
dalla semiretta CX e dalla tangente.
Non sembra, ma il problema il medesimo, la soluzione la stessa e gli strumenti da usare anche (A)
proprio un problema puramente matematico e si risolve con le relazioni di base della trigonometria
(Ipotenusa per coseno dellangolo eguale cateto adiacente) e con la geometria della circonferenza.
Dov allora la difficolt ? Nel caso (B) la formulazione tale da rendere immediatamente chiari gli
strumenti che dovete usare, lesercizio destinato a farvi imparare ad usare le relazioni trigonometriche ed il
legame tra angoli e archi. Nel caso (A) invece il problema richiede anche la interpretazione di una situazione
della vita reale (o quasi), capire quali strumenti (Fisici? Matematici? Chimici?) vanno usati per risolverlo,
riformulare il problema in termini adatti allo strumentario che avete deciso di applicare e rispondere
trasformando la soluzione in una affermazione comprensibile a chi vi ha posto il problema. Tra laltro,
notate che il testo (A) vi permette immediatamente di eliminare alcuni fenomeni accidentali quali la
presenza di ostacoli sulla visuale e l'opacit dellaria. Nella vita reale probabilmente dovrete capire da soli
cosa essenziale e cosa accidentale.
Nellaffrontare un problema, essenziale partire col piede giusto cercate per quanto possibile di
organizzare il vostro approccio con metodo:
1) Leggete il problema, almeno due volte, e comunque fino a che non avete capito bene il testo
2) Riducetelo alle informazioni essenziali e provate a riformularlo con altre parole
3) Fate un diagramma con tutti gli elementi forniti, mettete i simboli alle grandezze e non cambiateli pi nel
corso della soluzione. Ogni volta che introducete una nuova variabile nella soluzione chiedetevi cosa
rappresenta e come legata a quelle gi introdotte, anche quando vi sembra ovvio.
4) Identificate con chiarezza quali sono le grandezze date e quali le incognite. Il problema pu chiedere una
sola grandezza come risposta, ma nei diagrammi e nelle equazioni possono comparire pi di una

incognita.
5) Identificate i principi su cui si basa linterpretazione del fenomeno attorno a cui formulato il problema
(Es.: un corpo viene lanciato da una molla lungo un piano inclinato: ci saranno la forza di gravit, la
forza elastica, c attrito?, si conserva lenergia?, ecc.)
6) Scegliete quali strumenti usare e richiamate le formule fondamentali
7) Confrontate le formule nelle varie forme in cui possono essere usate con i dati che avete, cercate di
trasformare le formule in equazioni che risolvano il problema (permettano cio di trovare tutte le
incognite: spesso si sbaglia perch si trova la risposta in funzione di qualcosa che nel problema non
dato).
8) Dopo avere ottenuto le equazioni che risolvono il problema ed avere ben chiarito cosa va ricavato, fate
quanto pi possibile i conti con le grandezze algebriche (i simboli), e solo alla fine sostituite i valori
numerici. Spesso infatti in una formula compaiono grandezze non date nel problema, ma durante la
soluzione esse si eliminano usando altre equazioni, per cui non risulta necessario conoscere il loro valore
per risolvere il problema.
9) Ogni volta che introducete una nuova grandezza o una nuova equazione, controllatene le dimensioni sia
nelle relazioni che definiscono la grandezza, sia nei due membri delle equazioni.
10) Controllate la grandezza che costituisce la soluzione ed il valore che assume con i dati del problema,
chiedetevi se con essa avete risolto la domanda del problema. Il valore trovato credibile ? Non avete
per caso risposto che unauto deve viaggiare a velocit vicine a quelle della luce o che le occorre
unenergia pari a quella di unesplosione nucleare? Controllatene le dimensioni fisiche.
11) Se state risolvendo un esercizio del libro di cui riportata la soluzione, solo ora andate a controllarne
lesattezza. Se per caso trovate che la vostra soluzione non coincide, la prima cosa da fare capire cosa
avete fatto di sbagliato. Un errore di metodo molto comune quello di riprendere daccapo il problema,
tentando un approccio diverso, ma senza capire ne cosa cera di sbagliato nel primo approccio, ne
perch con il secondo (o il terzo) approccio il problema invece viene risolto correttamente; se
commettete questo errore, come se non aveste fatto il problema.
12) Chiedetevi se esiste un altro modo, magari completamente diverso, per risolvere il problema. Spesso
sono possibili pi approcci, tutti egualmente accettabili. Riuscire a trovarli una riprova di avere capito
bene come si risolve un problema.
13) Se avete tempo, provate a riformulare il problema, assumendo come data la grandezza che avete appena
trovata e cercando di trovare come incognita una grandezza che invece era data nel problema originale.
Provate anche a cambiare il tipo di problema mantenendo la stessa tecnica di soluzione (Ad esempio,
usando la conservazione dellenergia, una volta risolto il problema Un corpo cade da unaltezza di 30m.
Calcolare dopo quanto tempo tocca terra, potete riformularlo come Una palla lanciata da terra
impiega 3 secondi per cadere dal punto pi alto della sua traiettoria. Che altezza ha raggiunto nel
lancio?.
Svolgere un problema con le modalit illustrate ora, richiede tempo, ma soprattutto con i problemi pi
complicati, molto meglio farne tre con tutti i dettagli che cinque arrivando a malapena alla soluzione e
senza capire come.
Nello svolgimento del problema, cercate di ragionare con linearit e mostratelo nella sequenza dei vostri
conti: quando sbagliate qualcosa, non usate bianchetto o cancellazioni. Tirate una riga sulla parte errata e
riprendete il conto a partire dall'ultimo passaggio o ragionamento giusto. Scrivete sempre chiaramente i segni
(+ e -) e non cercate di mimetizzarli se vi viene un dubbio su di essi.
Un altro errore di metodo che si compie spesso quello di andare sul libro, a caccia di una formula che
riporti tutte le grandezze note del problema. E molto pi importante capire il principio da applicare, e poi a
colpo sicuro derivare (dalla vostra memoria, sarebbe meglio) la formula opportuna per la soluzione.
Ricordate in special modo che le formule senza le definizioni delle grandezze che vi compaiono sono
totalmente inutili, e quindi se decidete di usare una certa formula chiedetevi sempre se le cose che vi
compaiono sono identificabili con quelle che il problema vi d.
Ricordate anche che mentre nel libro ci sono centinaia di formule, quelle essenziali sono poche decine
(pensate al numero di articoli dei codici che uno studente in giurisprudenza deve memorizzare). Le altre si
possono derivare con pochi e semplici passaggi matematici da quelle fondamentali. Cercate quanto pi
possibile di memorizzare le formule fondamentali e come possono essere maneggiate, piuttosto che dieci
loro varianti.
Siate curiosi : Gli strumenti ed i principi che acquisirete nel corso di Fisica, come in tutti i corsi che
seguirete, si applicano allo stesso mondo che incontrate ogni giorno fuori delle mura della Facolt. Provate a

chiedervi durante un viaggio in auto, durante una gita, o ad un concerto se un fenomeno che attira la vostra
attenzione pu essere spiegato, almeno parzialmente, con i principi acquisiti in fisica o negli altri corsi. Se vi
trovate su una torre, tentate di essere voi per primi a chiedervi quanto lontano si riesce a vedere allorizzonte.
Scoprirete per esempio che nel fare la doccia in una cabina col telo di plastica vi troverete soggetti all'effetto
Venturi, che mentre venite trasportati nella folla che percorre i corridoi di uno stadio verso il parterre di un
concerto vi troverete soggetti a forze simili a quelle che agiscono su una particella di fluido in una condotta
idrica, e che guidando in auto potrete verificare molti dei tipi di moto che studierete in cinematica.

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