Sei sulla pagina 1di 11
‘Raravhi 8. Maris Asuna” Vics Castilla - 36085, Pistpabbondanit (9) eeurierereoememeranensns reseanameanrerr a ‘Chioss Arciptetaie “Santa Maria Assunia - R911 Secale Ploteabhondantd GS) 4 oko Atctenetild isla} ” ‘ UA SPERAM “HA SETE DI TE, SIGNORE, di Santa Maria Maddalena la ig iturgia ci fatto ripetere [i pitt volte questa invocazione che esprime il desiderio ardente che aveva questa donna, liberata da Gesi dalla persecuzione diabolica, di ritrovare il corpo strazinto del suo Maestro, non pitt nel sepolcro aperto e vuoto. Per analogia, l'arsura che siamo costreiti a subire in questi giorni di canicola, la brama di essere vicini ad una sorgente di acqua limpida e fresca, sotto Vombra di un albero secolare che ‘svetia nelle nostre contrade, ci aiutano a comprendere lo stato d’animo della Santa. Si, 8 proprio vero: la sete dell’anima @ pitt profonda e fastidiosa di quella del corpo. Il salmisia descrive questa nostra situazione: “come Ja cerva anela ai corsi @acqua, cosi Vanima mia anela a Te, 0 Dio. Lianima mia ha sete, ha sete del Dio vivente: quando verrd e vedrd il volio di Dio?” (Salmo 42). Gesii é venuto sulla terra per estinguere in noi la sete del cuore. Fgli, fatto: uomo come noi, stanco riarso dal sole, chiede a noi Pacqua che placa Parsura del corpo, per darci in cambio il Suo spirito, fonte viva della grazia. ‘Mentre sedeva sul. pozzo di Giacobbe “Dammi da bere” chiese alla donna samaritana e, al suo diniego, aggiunse “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi é Colui che ti dice « dammi da bere » tu stessa gliene avresti chiesto ed Egli ti avrebbe dato acqua viva..... Chiungue beve quest'acqua avra di nuovo sete, ma chi beve delVacqua che 0 gli dard, non avrd pitt sete, anzi Yacqua che io gli daro diventerd in lui sorgente di acqua che zampilla per Ia vita eterna (Cfr. Giovanni 4). P? inutile illudersi, tutte le ricchezze del Mondo, tutti piaceri della terra, tutto Ox 2 luglio 1998, memoria | Hp 4 UANIMA MIA” iS Hil potere che riusciamo ad lich faifotenere, non riscono plcare beat Ai desideri del nostro cuore. i Lo aveva capito S$. jAgostino, il quale dopo avere ‘eercato la felicia negli onori e nelle soddisfazioni che offre il mondo, nelle sue “Confessioni” ha lasciato scritto questa frase che solca tutti i secoli: “O Signore, Ta ci hai fatti per Te ed il nostro cuore & inquieto finché non riposa in Te”. I vostri antenati lo sapevano ¢ lo sperimentavano nella loro esistenza quotidiana, che era molto pit dura della nostra. Essi nella fede trovavano la forza, la serenita ed anche la gioia di guardare al futuro con la speranza che non delude, proprio perché fondata su Dio: per questo seppero edificare con grande sacrificio templi maestosi. Noi affascinati dalle meravigliose scoperte della scienza ¢ della tecnica, spesso ci facciamo abbagliare da queste realta che invece di avvicinarci a Dio, ce lo fanno dimenticare, con la conseguenza della nostra infelicita esistenziale e della nostra perenne insoddisfazione. il giornalino parrocchiale che il vostro Parroco sta portando avanti con molto impegno, vi offre Poccasione di riscoprire le vostre radici cristiane e quindi & un mezzo per orientarci verso Dio, unico che con il dono del suo Spirito vi pud rendere felici gid qui, ora, nella nostra esistenza terrena, sia pure in mezzo alle inevitabili tribolazioni, in attesa della felicita piena che Gesi ci ha preparato nel Paradiso. La Vergine Santissima, assunta in cielo, sia la stella luminosa che vi guida verso Dio e vi sostiene nel cammino della fede. Il vostro Vescovo } Antonio Santucci. me) | San VINCENZO FERRER! a vita di San Vincenzo Ferreri, nostro protettore, trova la sua giusta dimensione di eccezionalita. e prodigiosité se inserita nella particolare epoca in cui visse. Egli si trovo ad operare negli anni compresi tra la fine del medio evo e gli inizi dell’'umanesimo. Un periodo, questo, travagliato per le rivalita tra impero ¢ papato, scosso dalla divisione dei cattolici che provocd il grande scisma d’Occidente con la Chiesa divisa tra papa e antipapa. Proprio in questo contesto si inserisce Vintensa opera di predicazione di riconciliazione realizzaia da San Vincenzo ¢ culminata nel 1416 con un grande contributo alla soluzione del grave problema dello scisma. Egli nacque il 23 gennaio 1350 a Valenza in Spagna da don Guglielmo Ferreri e da donna Costanza Miguel. Fu chiamato Vincenzo in onore di S. Vincenzo Martire (alcune sue reliquie sono custodite in una piccola urna nella nostra Chiesa di Santa Maria Assunta) festeggiato a Valenza proprio il 22 -gennaio giorno del suo martirio, Manifesto subito una forte propensione per la preghiera e la mortificazione. Dotato di straordinaria intelligenza, compi rapidamente ¢ con grande profitio gli studi, A diciotto anni decise di abbracciare la vita religiosa ¢ scelse Yordine dei Domenicani, detti frati predicatori, per realizzare al meglio il suo ideale apostolico: predicare Ia parola di Dio in ogni angolo della terra. Entro a far parte dell’ordine il 6 febbraio 1368 e indossd l’abito che lo ritrae nelle immagini pid conosciute: tonaca e scapolare bianchi, cappa ¢ cappuccio neri. Trascorse In sua vita passando di terra in terra, predicando nelle piazze, nelle Chiese e nei campi davanti a plebei, semplici, nobili e scienziatie ricorrendo a G2 las “...Speranza nostra. miracoli per convertire i peccatori, salvare dai pericoli, risuscitare i morti, comandare la natura e guarire gli ammalati. Nel 1895 dopo la visione in sogno di Gest Cristo accompaganto da una schiera di Angeli improntd la sua predicazione sulla dottrina che riguarda il destino umano: cioé la morte, il gindizio individuale e quello universale. Attivita questa che gli guadagné il nome di angelo dell’apocalisse, ‘Mori alleta di settanta anni il 5 aprile 1419 Vannes (Francia), nella cui Cattedrale sono conservate alcune sue reliquie, altre furono portate a Valenza citta in cui era nato. Non si conosce con esattezza il periodo in cui S, Vincenzo Ferreri venne proclamato Patrono di Pietrabbondante. Dai documenti esaminati dal nostro concittadino Antonino Di lorio presso Parchivio storico diocesano di Trivento, si rileva che nel 1741 era nostro protettore San Carlo Borromeo la cui fama era giunta fino a noi perché era stato gestore della Badia di S. Vincenzo al Volturno dal 1560 al 1566 e aveva dato prova della sua caritd evangelica nelle _terribilipestilenze divampate in quei tempi anche nelle nostre contrade. (continua)

Potrebbero piacerti anche