‘Raravhi 8. Maris Asuna”
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‘Chioss Arciptetaie “Santa Maria Assunia - R911 Secale Ploteabhondantd GS) 4 oko Atctenetild isla} ”‘
UA SPERAM
“HA SETE DI TE, SIGNORE,
di Santa Maria Maddalena la ig
iturgia ci fatto ripetere [i
pitt volte questa invocazione che
esprime il desiderio ardente che aveva
questa donna, liberata da Gesi dalla
persecuzione diabolica, di ritrovare il
corpo strazinto del suo Maestro, non pitt
nel sepolcro aperto e vuoto.
Per analogia, l'arsura che siamo
costreiti a subire in questi giorni di
canicola, la brama di essere vicini ad una
sorgente di acqua limpida e fresca, sotto
Vombra di un albero secolare che ‘svetia
nelle nostre contrade, ci aiutano a
comprendere lo stato d’animo della Santa.
Si, 8 proprio vero: la sete dell’anima
@ pitt profonda e fastidiosa di quella del
corpo.
Il salmisia descrive questa nostra
situazione: “come Ja cerva anela ai corsi
@acqua, cosi Vanima mia anela a Te, 0
Dio. Lianima mia ha sete, ha sete del Dio
vivente: quando verrd e vedrd il volio di
Dio?” (Salmo 42).
Gesii é venuto sulla terra per
estinguere in noi la sete del cuore. Fgli,
fatto: uomo come noi, stanco riarso dal
sole, chiede a noi Pacqua che placa
Parsura del corpo, per darci in cambio il
Suo spirito, fonte viva della grazia.
‘Mentre sedeva sul. pozzo di
Giacobbe “Dammi da bere” chiese alla
donna samaritana e, al suo diniego,
aggiunse “Se tu conoscessi il dono di Dio
e chi é Colui che ti dice « dammi da
bere » tu stessa gliene avresti chiesto ed
Egli ti avrebbe dato acqua viva.....
Chiungue beve quest'acqua avra di nuovo
sete, ma chi beve delVacqua che 0 gli
dard, non avrd pitt sete, anzi Yacqua che
io gli daro diventerd in lui sorgente di
acqua che zampilla per Ia vita eterna
(Cfr. Giovanni 4).
P? inutile illudersi, tutte le ricchezze
del Mondo, tutti piaceri della terra, tutto
Ox 2 luglio 1998, memoria | Hp 4
UANIMA MIA”
iS Hil potere che riusciamo ad
lich faifotenere, non riscono plcare
beat Ai desideri del nostro cuore.
i Lo aveva capito S$.
jAgostino, il quale dopo avere
‘eercato la felicia negli onori e nelle
soddisfazioni che offre il mondo, nelle sue
“Confessioni” ha lasciato scritto questa
frase che solca tutti i secoli: “O Signore, Ta
ci hai fatti per Te ed il nostro cuore &
inquieto finché non riposa in Te”.
I vostri antenati lo sapevano ¢ lo
sperimentavano nella loro esistenza
quotidiana, che era molto pit dura della
nostra. Essi nella fede trovavano la forza, la
serenita ed anche la gioia di guardare al
futuro con la speranza che non delude,
proprio perché fondata su Dio: per questo
seppero edificare con grande sacrificio
templi maestosi.
Noi affascinati dalle meravigliose
scoperte della scienza ¢ della tecnica, spesso
ci facciamo abbagliare da queste realta che
invece di avvicinarci a Dio, ce lo fanno
dimenticare, con la conseguenza della
nostra infelicita esistenziale e della nostra
perenne insoddisfazione.
il giornalino parrocchiale che il
vostro Parroco sta portando avanti con
molto impegno, vi offre Poccasione di
riscoprire le vostre radici cristiane e quindi
& un mezzo per orientarci verso Dio, unico
che con il dono del suo Spirito vi pud
rendere felici gid qui, ora, nella nostra
esistenza terrena, sia pure in mezzo alle
inevitabili tribolazioni, in attesa della
felicita piena che Gesi ci ha preparato nel
Paradiso.
La Vergine Santissima, assunta in
cielo, sia la stella luminosa che vi guida
verso Dio e vi sostiene nel cammino della
fede.
Il vostro Vescovo
} Antonio Santucci.me) |
San VINCENZO FERRER!
a vita di San Vincenzo Ferreri, nostro
protettore, trova la sua giusta
dimensione di eccezionalita. e
prodigiosité se inserita nella particolare
epoca in cui visse.
Egli si trovo ad operare negli anni
compresi tra la fine del medio evo e gli
inizi dell’'umanesimo. Un periodo, questo,
travagliato per le rivalita tra impero ¢
papato, scosso dalla divisione dei cattolici
che provocd il grande scisma d’Occidente
con la Chiesa divisa tra papa e antipapa.
Proprio in questo contesto si
inserisce Vintensa opera di predicazione
di riconciliazione realizzaia da San
Vincenzo ¢ culminata nel 1416 con un
grande contributo alla soluzione del grave
problema dello scisma.
Egli nacque il 23 gennaio 1350 a
Valenza in Spagna da don Guglielmo
Ferreri e da donna Costanza Miguel. Fu
chiamato Vincenzo in onore di S.
Vincenzo Martire (alcune sue reliquie
sono custodite in una piccola urna nella
nostra Chiesa di Santa Maria Assunta)
festeggiato a Valenza proprio il 22
-gennaio giorno del suo martirio,
Manifesto subito una forte
propensione per la preghiera e la
mortificazione.
Dotato di straordinaria intelligenza,
compi rapidamente ¢ con grande profitio
gli studi, A diciotto anni decise di
abbracciare la vita religiosa ¢ scelse
Yordine dei Domenicani, detti frati
predicatori, per realizzare al meglio il suo
ideale apostolico: predicare Ia parola di
Dio in ogni angolo della terra.
Entro a far parte dell’ordine il 6
febbraio 1368 e indossd l’abito che lo
ritrae nelle immagini pid conosciute:
tonaca e scapolare bianchi, cappa ¢
cappuccio neri.
Trascorse In sua vita passando di
terra in terra, predicando nelle piazze,
nelle Chiese e nei campi davanti a plebei,
semplici, nobili e scienziatie ricorrendo a
G2
las
“...Speranza nostra.
miracoli per convertire i peccatori, salvare
dai pericoli, risuscitare i morti, comandare
la natura e guarire gli ammalati.
Nel 1895 dopo la visione in sogno di
Gest Cristo accompaganto da una schiera
di Angeli improntd la sua predicazione
sulla dottrina che riguarda il destino
umano: cioé la morte, il gindizio
individuale e quello universale. Attivita
questa che gli guadagné il nome di angelo
dell’apocalisse,
‘Mori alleta di settanta anni il 5
aprile 1419 Vannes (Francia), nella cui
Cattedrale sono conservate alcune sue
reliquie, altre furono portate a Valenza
citta in cui era nato.
Non si conosce con esattezza il
periodo in cui S, Vincenzo Ferreri venne
proclamato Patrono di Pietrabbondante.
Dai documenti esaminati dal nostro
concittadino Antonino Di lorio presso
Parchivio storico diocesano di Trivento, si
rileva che nel 1741 era nostro protettore
San Carlo Borromeo la cui fama era giunta
fino a noi perché era stato gestore della
Badia di S. Vincenzo al Volturno dal 1560
al 1566 e aveva dato prova della sua caritd
evangelica nelle _terribilipestilenze
divampate in quei tempi anche nelle
nostre contrade.
(continua)