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TOPOLOGIA GENERALE
e primi elementi di topologia algebrica
Dipartimento di Matematica
Universit`a di Trento
Via Sommarive 14
38050 - Povo (TN)
iii
Indice
iii
Indice
iv
I Topologia generale
1 Spazi topologici
1.1 Generalit`a . . . . . . .
1.2 Confronto tra topologie
1.3 Base di una topologia .
1.4 Applicazioni continue .
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4 Superfici topologiche
4.1 Variet`a topologiche . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.2 Somma connessa . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.3 Triangolazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.4 Orientabilit`a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.5 Teorema di classificazione delle superfici compatte
iv
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3
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11
13
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33
33
38
40
44
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- Prima parte
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49
49
51
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55
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Indice
II Topologia algebrica
63
5 Omotopia
65
5.1 Omotopia di applicazioni continue . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
5.2 Tipo domotopia - Retratti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
5.3 CW-complessi finiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
6 Il gruppo fondamentale
6.1 Il gruppo fondamentale . . . . . . .
6.2 Omomorfismo indotto . . . . . . .
6.3 Teorema di invarianza per omotopia
6.4 Il gruppo fondamentale di S1 . . .
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75
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80
81
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99
. 99
. 100
. 103
. 104
Parte I
Topologia generale
Capitolo
Spazi topologici
`
1.1 GENERALITA
Definizione 1.1. Sia X un insieme e P(X) una famiglia di sottoinsiemi di X
con le seguenti propriet`a:
1. , X .
2. La famiglia e` chiusa rispetto
allunione: data una collezione {Uj }jJ tale
S
che Uj j si ha che Uj .
3. La T
famiglia e` chiusa rispetto alle intersezioni finite: se U1 , U2 allora
U1 U2 .
La coppia (X, ) e` detta spazio topologico; la famiglia e` detta topologia, mentre
gli elementi di sono chiamati aperti della topologia.
Esempi 1.2.
a) (X, P(X)): Topologia discreta.
b) (X, {, X}): Topologia grossolana (o banale).
c) (X, c ), c = {} {X} {U | U c e` un insieme finito}: Topologia cofinita.
Se {Uj }jJ sono elementi non banali di allora per ogni j si ha |Ujc | <
+. Allora ( Uj )c = Ujc , e quindi, per ogni j, ( Uj )c Ujc ; essendo
|Ujc | < + allora anche |( Uj )c | < + e quindi Uj .
Se U1 , U2 sono elementi non banali di (e quindi |U1c | < +, |U2c | < +)
allora (U1 U2 )c = U1c U2c e` un insieme finito, in quanto unione finita di
insiemi finiti, e pertanto U1 U2 .
3
1. Spazi topologici
Dimostrazione. Esercizio.
Definizione 1.5. Sia x X; un intorno di x e` un sottoinsieme W X che contiene un aperto U che contiene x: x U W . Normalmente dicendo intorno
sottintenderemo intorno aperto.
Definizione 1.6. Sia Y X; un punto y Y e` interno a Y se esiste un intorno W
di y tale che W Y .
.
Linsieme di tutti i punti interni di Y si chiama interno di Y , e si denota con Y
e` il piu` grande aperto di X contenuto in Y .
Equivalentemente Y
.
Osservazione 1.7. Y e` aperto Y = Y
Dimostrazione. ) Se Y e` aperto costituisce un intorno di ogni suo punto,
quindi ogni punto di Y e` punto interno.
S
) Per ogni y Y esiste un aperto Uy tale che y Uy Y , quindi Y = Uy e`
aperto in quanto unione di aperti.
Definizione 1.8. Sia Y X; un punto x X e` di aderenza per Y se per ogni
intorno Wx di x si ha Wx Y 6= .
Linsieme di tutti i punti di aderenza di Y in X si chiama chiusura di Y in X, e si
denota con Y . Equivalentemente Y e` il piu` piccolo chiuso di X che contiene Y .
Osservazione 1.9. Y e` chiuso Y = Y .
Dimostrazione. Esercizio.
.
Definizione 1.10. La frontiera di Y , denotata con Y , e` linsieme Y \Y
= (0, 1), Y = [0, 1] e Y = {0, 1};
Esempio 1.11. Se Y = [0, 1) in (R, ) allora Y
considerando lo stesso insieme come sottospazio di R con la topologia delle
= , Y = [0, +) e Y = [0, +).
semirette si ha invece Y
Esempio 1.12. Sia X = [1, 1] con la topologia dellesempio 1.2 g) e sia Y =
[1/4, 1].
Y non contiene aperti del secondo tipo, mentre qualsiasi sottoinsieme di Y che
= Y \ {0}.
non contiene lo zero e` aperto. Quindi Y
I chiusi non banali di X sono i sottoinsiemi che contengono lo zero e quelli che
hanno intersezione vuota con (1, 1), quindi Y e` chiuso e Y = Y .
La frontiera di Y e` quindi costituita dal punto 0, Y = {0}.
1.2 CONFRONTO TRA TOPOLOGIE
Sia X un insieme e 1 e 2 due topologie su X.
Definizione 1.13. Si dice che 1 e` piu` fine di 2 (1 2 ) se ogni aperto di 2 e` un
aperto di 1 . Si dice che 1 e` strettamente piu` fine di 2 (1 2 ) se 1 e` piu` fine di
2 ed esiste un aperto di 1 che non e` aperto di 2 .
5
1. Spazi topologici
Questa e` una relazione dordine parziale: due topologie diverse possono non
essere confrontabili.
Esempio 1.14. Sia X = R e siano 1 la topologia discreta, 2 la topologia euclidea, 3 la topologia dei dischi, 4 la topologia delle semirette.
Si verifichi che 1 2 , 3 , 4 e che 2 3 , 4 , mentre 3 e 4 non sono confrontabili.
1.3 BASE DI UNA TOPOLOGIA
Definizione 1.15. Sia (X, ) uno spazio topologico. Un sottoinsieme B e` una
base per se ogni aperto non vuoto di e` unione di elementi di B.
Proposizione 1.16. (Caratterizzazione delle basi) Se B e` una base per una topologia
su X, allora
1) x X B B t.c. x B.
2) B1 , B2 B t.c. B1 B2 6= e x B1 B2 B3 B t.c. x B3 B1 B2 .
Viceversa, dato un insieme X e una famiglia di sottoinsiemi B che ha le propriet`a 1) e 2)
esiste ununica topologia su X che ha B come base.
La condizione 2).
B1
B2
x
B3
[
iI
Bi ) (
[
jJ
Bj ) =
(Bi Bj ).
iI, jJ
1. Spazi topologici
Dimostrazione. Esercizio.
Esempio 1.21. In R2 i dischi senza bordo e i rettangoli senza bordo sono basi per
la stessa topologia (quella euclidea).
B2
B1
B2
x
B
1 2 .
f e` continua.
) Ovvio.
) Scegliamo Y = X, come la topologia discreta e f = IdX .
d) Y ha la topologia banale (X, ), f : (X, ) Y
f e` continua.
) Ovvio.
) Scegliamo X = Y , come la topologia banale e f = IdY .
La definizione di continuit`a si puo` dare anche utilizzando i sottoinsiemi chiusi.
Proposizione 1.25. f : X Y e` continua
chiuso in Y .
Dimostrazione. Esercizio.
8
Osservazione 1.26. Nel caso in cui (X, ) = (Y, ) = (R, ) la definizione (1.22)
e` equivalente allusuale definizione di continuit`a dellanalisi.
Dimostrazione. Sia f : R R una funzione tale che, per ogni x0 R e per
ogni > 0 esiste tale che se ||x x0 || < allora ||f (x) f (x0 )|| < .
Vogliamo mostrare che questa funzione e` continua nel senso della Definizione
(1.22), cio`e vogliamo mostrare che, se U e` un aperto del codominio allora f 1 (U )
e` aperto. Sia x0 un punto di f 1 (U ); mostreremo che tale punto e` punto interno.
Sia y0 = f (x0 ); y0 e` contenuto in U , che e` aperto; pertanto esiste > 0 tale che
(y0 , y0 + ) U . In corrispondenza di tale esiste tale che se ||x x0 || <
allora ||f (x) f (x0 )|| < ; in particolare se ||x x0 || < allora f (x) U .
Pertanto (x0 , x0 + ) e` un intorno di x0 contenuto in f 1 (U ).
Supponiamo ora che f soddisfi la Definizione (1.22), e sia x0 un punto del dominio. Sia > 0 e sia U = f 1 ((f (x0 ) , f (x0 ) + )); essendo controimmagine di
un aperto, U e` aperto. Il punto x0 e` interno ad U , quindi esiste un intorno di x0 ,
che possiamo assumere del tipo (x0 , x0 + ), contenuto in U . Limmagine di
tale intorno e` contenuta in f (U ) (f (x0 ) , f (x0 ) + ) e lasserto e` provato.
Se si conosce una base per la topologia di Y e` sufficiente verificare la continuit`a
sugli elementi della base:
Proposizione 1.27. Sia f : (X, ) (Y, ) unapplicazione tra spazi topologici, e sia
B una base per . Allora f e` continua se e solo se f 1 (B) per ogni B B.
Dimostrazione. Se f e` unapplicazione continua allora f 1 (B) per ogni
B B perche gli elementi di B sono particolari elementi di .
Viceversa,
se f 1 (B) per ogni B B, poich
V si puo`Sscrivere come
S
S e ogniS
1
1
V =
Bi con Bi B, si ha f (V ) = f ( Bi ) =
f 1 (Bi ) e f 1 (Bi )
in quanto unione di elementi di .
Esercizio 1.28. Sia (X, ) linsieme N2 con la topologia dei divisori.
Si provi che le applicazioni fk : X X definite ponendo fk (n) = kn sono continue,
mentre lapplicazione g : X X definita ponendo g(n) = n + 1 non lo `e.
Definizione 1.29. Unapplicazione f : X Y si dice aperta se f (U ) e` aperto in
Y per ogni U aperto in X. Unapplicazione f : X Y si dice chiusa se f (C) e`
chiuso in Y per ogni C chiuso in X.
Osservazione 1.30. f puo` essere aperta, chiusa, aperta e chiusa senza essere
continua. Verificare che
1. Se (X, ) = (Y, ) = (R, s ) e f : X Y e` definita ponendo f (x) = x2
allora lapplicazione f e` chiusa, non aperta e non continua.
2. Se (X, ) = (R2 , ) e (Y, ) = (R, ) e f : X Y e` definita ponendo
f (x, y) = x allora lapplicazione f e` aperta, non chiusa e continua (Cf.
sezione (2.2)).
9
1. Spazi topologici
10
Capitolo
b) Allo stesso modo due intervalli di R che non includono gli estremi, con la
topologia indotta dalla topologia euclidea, sono tra loro omeomorfi.
c) Due semirette (, a) e (, b) con la topologia indotta da quella euclidea sono omeomorfe.
Per mostrare questo fatto e` sufficiente considerare lomeomorfismo f :
(, a) (, b) definito ponendo f (x) = x + (b a).
d) Due semirette (, a) e (b, +) con la topologia indotta da quella euclidea sono omeomorfe.
In questo caso un possibile omeomorfismo e` dato da f : (, a) (b, +)
definita ponendo f (x) = x + (b + a).
e) Gli intervalli di R che non includono gli estremi, con la topologia indotta
da quella euclidea, sono omeomorfi alle semirette prive dellestremo con
la topologia indotta da quella euclidea.
In virtu` degli esempi precedenti basta mostrare che lintervallo (0, 1) e`
omeomorfo alla semiretta (1, +), e cio` si ottiene considerando lomeomorfismo f : (0, 1) (1, +) definito da f (x) = 1/x.
f) Gli intervalli di R che non includono gli estremi, con la topologia indotta
da quella euclidea, sono omeomorfi a R con la topologia euclidea.
Basta mostrare che lintervallo (/2, /2) e` omeomorfo a R, e cio` si ottiene considerando lomeomorfismo f : (/2, /2) R dato da f (x) =
tan(x).
g) Gli intervalli di R che non includono gli estremi, con la topologia indotta
da quella euclidea, non sono omeomorfi agli intervalli di R che includono
gli estremi, con la topologia indotta da quella euclidea. Lo dimostreremo
piu` avanti, utilizzando la nozione di connessione (Cf. Esempio (3.43)).
h) La sfera n-dimensionale meno un punto con la topologia indotta da quella
euclidea e` omeomorfa a Rn con la topologia euclidea.
Scegliamo come punto il polo nord N = (0, 0, . . . , 0, 1) e definiamo unapplicazione p : Sn \ {N } Rn , detta proiezione stereografica.
Tale applicazione associa a un punto P di Sn \ {N } Rn+1 il punto delliperpiano di equazione xn+1 = 0 ottenuto intersecando la retta per N e P
con tale iperpiano.
Le equazioni di p sono le seguenti:
xn
x1
,...,
.
p(x1 , . . . , xn+1 ) =
1 xn+1
1 xn+1
12
Linversa di p, p1 : Rn Sn \ {N } e` data da
P 2
2y1
2yn
yi 1
P ,...,
P ,
P
p (y1 , . . . , yn ) =
1 + yi2
1 + yi2 1 + yi2
E semplice verificare che p e la sua inversa sono applicazioni continue che
danno quindi lomeomorfismo cercato.
1
Esercizio 2.6. Sia X linsieme [0, 1] {2} con la topologia che ha come base gli
aperti della topologia indotta da quella euclidea su [0, 1] e gli insiemi della forma
(a, 1) {2} con a [0, 1). Si consideri lapplicazione f : [1, 1] X definita
ponendo
(
|x| x 6= 1
f (x) =
2 x=1
Si stabilisca se tale applicazione `e continua quando [1, 1] ha rispettivamente la
topologia grossolana, la topologia cofinita, la topologia euclidea o la topologia discreta.
2.2 PRODOTTI E TOPOLOGIA PRODOTTO
Siano (X, X ) e (Y, Y ) due spazi topologici.
Definizione 2.7. La topologia prodotto XY su X Y e` la topologia su X Y che
ha come base BXY = {UX VY | UX X , VY Y }. Un aperto della base viene
detto aperto elementare della topologia prodotto.
Esempio 2.8. Siano (X, X ) = (Y, Y ) = (R, ); allora per il criterio di equivalenza delle basi, la topologia prodotto su R2 e` la topologia euclidea.
Dato uno spazio prodotto X Y , sono naturalmente definite due applicazioni,
X : X Y X, tale che X (x, y) = x e Y : X Y Y , tale che Y (x, y) = y,
dette proiezioni sui fattori.
X YG
GG
GGY
GG
GG
#
ww
ww
w
ww
w
{w
X
X
Y
Le proiezioni sui fattori sono applicazioni continue, anzi, la topologia prodotto
e` la topologia meno fine che rende continue le proiezioni.
Osservazione 2.9. Le proiezioni sono applicazioni aperte.
Dimostrazione. Sia A un aperto di X Y ; tale insieme si puo` scrivere come
unione di aperti elementari:
[
A = (Ui Vi ),
iI
13
Y
W
y
HH
HHY
HH
H
h
/X
@@
v
@@
vv
@@
vv
v
@
v X
f
@
{vv
g
14
15
X
1
f (f(A))
f(A)
/Y
X/X
Y /Y
I /A
E immediato verificare che g e` biunivoca; g e` continua per la propriet`a
universale del quoziente; la continuit`a di g 1 seguir`a dal Corollario (3.26).
19
t [0, 1/2]
t [1/2, 1]
/ S1
w;
ww
g www
ww
ww
w
w
e
S1
I /A
E immediato verificare che g e` biunivoca; g e` continua per la propriet`a
universale del quoziente; la continuit`a di g 1 seguir`a dal Corollario (3.26).
/ D2
u:
u
u
g uuu
u
u
u
uu
uu
S1 I
(S1 I)/A
t [0, 1/2]
(2tx, 1 4t2 )
p
p(x, t) =
.
(2(1 t)x, 1 4(1 t)2 )
t [1/2, 1]
0 0
(x, y) = (x , y )
(x, y) (x0 , y 0 ) {x, x0 } = {0, 1} e y = y 0 ;
{y, y 0 } = {0, 1} e x = x0
lo spazio quoziente rispetto a tale relazione di equivalenza e` detto Toro; si
puo` dimostrare che tale spazio e` omeomorfo al prodotto S1 S1 .
Q
P
CILINDRO
Q
NASTRO DI
TORO
MOEBIUS
0 0
(x, y) = (x , y )
(x, y) (x0 , y 0 ) {x, x0 } = {0, 1} e y = 1 y 0 ;
{y, y 0 } = {0, 1} e x = x0
lo spazio quoziente rispetto a tale relazione di equivalenza e` detto Bottiglia
di Klein.
e) Consideriamo la relazione di equivalenza in I I tale che
0 0
(x, y) = (x , y )
(x, y) (x0 , y 0 ) {x, x0 } = {0, 1} e y = 1 y 0 ;
{y, y 0 } = {0, 1} e x = 1 x0
vedremo che lo spazio quoziente rispetto a tale relazione di equivalenza e`
omeomorfo al piano proiettivo reale RP2 .
22
BOTTIGLIA
SFERA
PIANO PROIETTIVO
DI KLEIN
REALE
Osservazione 2.31. Gli ultimi due spazi (il piano proiettivo reale e la sfera) possono essere visti anche come quozienti di D2 (anzi, questo e` il modo con cui
solitamente vengono rappresentati come quozienti):
v1
w1
v2 w2
v w v = w, R
... = ... , R
vn+1
wn+1
23
R2
Consideriamo ora la circonferenza S1 . Ogni retta di R2 per 0 taglia la circonferenza in due punti diametralmente opposti (antipodali) e viceversa, data una
coppia di punti diametralmente opposti sulla circonferenza, essa individua ununica retta di R2 per 0.
R2
l
A
O
R2
O
A
Un altro modello di RP1 e` dunque dato dalla semicirconferenza con i due estremi A identificati.
A cosa corrispondono gli aperti di RP1 in questo nuovo modello? Ci sono due
tipi diversi di elementi della base della topologia: quelli che contengono il punto
A e quelli che non lo contengono. Entrambi i tipi di aperti sono, come nel caso
precedente, intersezioni di aperti di RP1 con la semicirconferenza; li vediamo
rappresentati entrambi in figura.
R2
1
A
2
2
1
A
1
A
Torniamo al modello della retta proiettiva dato dal fascio di rette di R2 per 0 e
consideriamo la retta y = 1 (omeomorfa a R1 )
R2
R3
Gli aperti di RP2 sono gli insiemi di rette di R3 per 0 i cui punti formano un
sottoinsieme aperto di R3 nella topologia euclidea.
R3
Ogni retta per 0 taglia la sfera in due punti antipodali e viceversa, data una
coppia di punti antipodali sulla sfera, essa individua ununica retta di R3 per 0.
28
R3
l
A
O
A
Quindi unaltro modello di RP2 e` dato dalle coppie di punti antipodali su una
superficie sferica.
Una base per gli aperti in questo modello di RP2 e` formata dalle coppie di
calotte sferiche aperte antipodali, che sono intersezioni degli aperti nel modello
precedente con la sfera S2 .
R3
R3
l
B
A
O
1
2
2
Gli aperti che non intersecano il bordo del disco sono gli stessi della topologia
euclidea, mentre quelli che intersecano il bordo sono come in figura.
Torniamo al modello di piano proiettivo come stella di rette di R3 per 0, e
consideriamo il piano di equazione z = 1 (che e` omeomorfo a R2 ).
R3
30
Ogni retta della stella, che non giace sul piano z = 0, taglia in un punto,
mentre le rette sul piano z = 0 non hanno intersezione con .
Quindi RP2 meno un fascio di rette e` in corrispondenza biunivoca con R2 (in
realt`a questa corrispondenza biunivoca e` un omeomorfismo, se su R2 prendiamo la topologia euclidea).
Dunque, insiemisticamente RP2 e` un R2 a cui sono stati aggiunti dei punti che
corrispondono alle rette di un fascio di rette, e cio`e un RP1 .
31
Capitolo
Propriet`
a topologiche
Definizione 3.1. Una propriet`a P e` invariante per omeomorfismi se ogniqualvolta uno spazio topologico X ha la proprieta P, allora ogni spazio topologico
omeomorfo a X ha la propriet`a P. Una propriet`a invariante per omeomorfismi
e` detta propriet`a topologica.
3.1 SPAZI COMPATTI
Definizione 3.2. Sia X uno spazio topologico;
S un ricoprimento aperto di X e` una
famiglia di aperti U = {Ui }iI tale che X iI Ui .
Definizione 3.3. Sia U = {Ui }iI un ricoprimento di X; V = {Uj }jJ con J I e`
un sottoricoprimento di U se V e` ancora un ricoprimento di X.
Definizione 3.4. Uno spazio topologico X si dice compatto se e solo se per ogni
ricoprimento aperto U e` possibile trovare un sottoricoprimento V costituito da
un numero finito di elementi.
Esempi 3.5.
a) Uno spazio topologico in cui linsieme degli aperti e` finito e` compatto.
Lasserto segue dal fatto che ogni ricoprimento aperto e` finito.
In particolare un insieme finito e` compatto con qualsiasi topologia e un
insieme qualsiasi con la topologia grossolana e` compatto.
b) Un insieme infinito con la topologia discreta non e` compatto.
Per dimostrarlo e` sufficiente prendere come ricoprimento aperto di X quello formato dai suoi punti. Per tale ricoprimento e` evidentemente impossibile trovare un sottoricoprimento finito.
33
` topologiche
3. Proprieta
Vi
Ux
Per ogni x X il sottospazio {x} Y ' Y e` compatto, quindi esiste un sottoricoprimento finito di V che copre {x} Y ; denotiamo gli aperti di tale sottoricoprimento con {Uix Vix }i=1,...,n , ricordando che Uix , Vix sono particolari Ujk e Vjk .
35
` topologiche
3. Proprieta
ex = Tn U x ; al variare di x X gli U
ex costituiscono un ricoprimento aperto
Sia U
i=1 i
di X, dal quale, per la compattezza di X e` possibile estrarre un sottoricoprimenext }t=1,...,m .
to finito {U
xt
U xt x V i
U jkx V jk
Wj
Esercizio 3.15. Sia R la retta reale con la topologia euclidea, e sia A = {a, b}
un insieme formato da due elementi distinti con la topologia banale. Sia infine
Y = R A lo spazio prodotto.
Si considerino i seguenti sottoinsiemi di Y :
Z = ((1, 1) {a}) ([2, 2] {b}),
W = ((1, 1) {a}) ((2, 2) {b}),
e si stabilisca se Z e W sono compatti.
Esercizio 3.16. Sia I = [0, 1] lintervallo unitario e sia X = I {}; si consideri
la topologia su X una cui base `e formata dai sottoinsiemi U I tali che U `e un
aperto della topologia indotta su I dalla topologia euclidea e dai sottoinsiemi V del
tipo (a, 1) {}. Si stabilisca se (X, ) `e uno spazio topologico compatto.
Esistono altre nozioni di compattezza, oltre a quella da noi considerata, detta
anche compattezza per ricoprimenti; particolarmente importante e` la compattezza
per successioni.
Definizione 3.17. Una successione {xn }nN si dice convergente al punto x X se
per ogni intorno U di x esiste n0 N tale che xn U per ogni n n0 .
Definizione 3.18. Uno spazio topologico X si dice compatto per successioni se ogni
successione ammette una sottosuccessione convergente.
Definizione 3.19. Uno spazio topologico X verifica il Primo assioma di numerabilit`a se per ogni punto x X esiste una famiglia di intorni {Unx }nN con la
propriet`a che per ogni intorno V di x esiste n
N tale che Unx V . Una tale
famiglia e` detta sistema fondamentale di intorni per il punto x.
Definizione 3.20. Uno spazio topologico X verifica il Secondo assioma di numerabilit`a se ammette una base numerabile per la topologia.
Esercizio 3.21. Mostrare che se uno spazio topologico verifica il secondo assioma
di numerabilit`a, allora verifica anche il primo.
Le due nozioni di compattezza non sono equivalenti: abbiamo che se X e` compatto per ricoprimenti e verifica il primo assioma di numerabilit`a allora X e`
compatto per successioni, mentre il viceversa e` vero se X verifica il secondo assioma di numerabilit`a.
Un esempio di spazio che verifica i due assiomi e` dato da Rn : preso x Rn un
sistema fondamentale di intorni di x e` dato dai dischi aperti centrati in x di raggio 1/n, mentre una base numerabile e` data dai dischi aperti a centro razionale
e raggio razionale.
Per un approfondimento a riguardo delle diverse nozioni di compattezza si
veda lAppendice.
37
` topologiche
3. Proprieta
A
0, 1
0, 1/2, 1
S1 {1}
X/A
S1
S1 S1
D2
` topologiche
3. Proprieta
b) Uno spazio topologico in cui non esistono due aperti disgiunti e` evidentemente connesso.
Di conseguenza uno spazio topologico con la topologia grossolana, uno
spazio infinito con la topologia cofinita, Rn con la topologia dei dischi e R
con la topologia delle semirette sono spazi connessi.
c) Q con la topologia indotta da (R, ) non e` connesso.
` topologiche
3. Proprieta
111111
000000
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
A x,y
(x,y)
` topologiche
3. Proprieta
Definizione 3.50. Sia X uno spazio topologico e x, y X; diciamo che x e` connesso ad y se esiste un sottospazio connesso D X che contiene x e y. Questa
relazione e` una relazione di equivalenza, e le classi di equivalenza sono dette
componenti connesse di X.
Esercizio 3.51. Nel piano R2 , dotato della topologia euclidea, si considerino i
seguenti sottospazi: D1 = {(x, y)|(x+2)2 +y 2 1}, D2 = {(x, y)|(x2)2 +y 2 1},
1 = D1 , 2 = D2 , A = (1, 0). Siano X = D1 D2 , Y = 1 2 e sia
X = X/Y ; si denoti con : X X la proiezione sul quoziente. Si stabilisca se
X e X \(A) sono spazi connessi.
Esercizio 3.52. Sia X la retta reale con la topologia euclidea, sia Y la retta reale
con la topologia dei dischi e sia Z = X Y con la topologia prodotto. In Z si
considerino i seguenti sottospazi con la topologia indotta:
D1 = {(x, y) Z | (x + 1)2 + y 2 < 1}
D2 = {(x, y) Z | x2 + (y 2)2 < 1}
D3 = {(x, y) Z | (x 1)2 + y 2 < 1}
Si stabilisca se qualcuno dei sottospazi U1 = D1 D2 , U2 = D1 D3 , U3 = D2 D3
`e connesso.
3.4 SPAZI CONNESSI PER ARCHI
Definizione 3.53. Sia X uno spazio topologico. Un arco o cammino in X e` unapplicazione continua f : I X; x0 = f (0) e` detto punto iniziale del cammino,
x1 = f (1) e` detto punto finale. Se x0 = x1 allora il cammino e` detto cammino
chiuso o cappio.
Definizione 3.54. Il cammino costante di punto base x0 e` lapplicazione costante
x0 : I x0 X. Dato un cammino f : I X il cammino inverso f : I X e` il
cammino f(t) = f (1 t).
Definizione 3.55. Dati due cammini f, g tali che f (1) = g(0), e` possibile definire
il cammino prodotto:
(
f (2t)
t [0, 1/2]
(f g)(t) =
g(2t 1) t [1/2, 1]
lapplicazione f g e` continua per il seguente
Lemma 3.56. (Lemma dincollamento) Sia X uno spazio topologico e A, B due sottoinsiemi chiusi di X tali che X = A B; siano f : A Z e g : B Z due applicazioni
continue tali che f (x) = g(x) se x A B; allora lapplicazione h : X Z definita
ponendo
(
f (x) x A
h(x) =
g(x) x B
44
e` continua.
Dimostrazione. Esercizio.
Definizione 3.57. Uno spazio topologico X e` connesso per archi se x, y X esiste
un cammino che ha x come punto iniziale e y come punto finale.
Esempi 3.58.
a) (Rn , ) e` connesso per archi.
Infatti, se x e y sono due punti di Rn , il cammino : I Rn definito
ponendo (t) = (1 t)x + ty congiunge x e y.
b) Un aperto convesso di Rn e` connesso per archi. In particolare In e Dn sono
connessi per archi.
Esercizio 3.59. Stabilire se sono o meno connessi per archi gli spazi topologici g)
e h) degli esempi (1.2).
Proposizione 3.60. Sia A un aperto connesso di Rn ; allora A e` connesso per archi.
Dimostrazione. Sia x0 un punto di A, e consideriamo il sottoinsieme W =
{x A | arco che congiunge x0 e x}.
Vogliamo dimostrare che W e` aperto; a tal fine mostreremo che ogni suo punto
e` punto interno.
Sia x W e sia : I A un cammino che congiunge x0 a x; poiche A e` aperto
x e` un punto interno di A, percio` A contiene un disco aperto Br (x), centrato in
x e di raggio opportuno.
Ogni punto z in Br (x) e` contenuto in
W , perche puo` essere congiunto a x dal
cammino : I A definito ponendo
z
x0
` topologiche
3. Proprieta
Esercizio 3.69. Sia I lintervallo [0, 1] con la topologia euclidea, e sia J lintervallo
[0, 1] con la topologia i cui aperti non banali sono gli intervalli [0, k) con 0 < k 1.
Sia X = J I con la topologia prodotto. Dimostrare che Z = {0, 1} I `e connesso
per archi.
47
Capitolo
Superfici topologiche
` TOPOLOGICHE
4.1 VARIETA
Definizione 4.1. Uno spazio topologico X si dice localmente euclideo se ogni suo
n (o, equivalentemente, a Rn ).
punto x ha un intorno aperto U omeomorfo a D
n lomeomorfismo; la coppia (U, ) e` detta carta locale, U e` detto
Sia : U D
dominio della carta locale.
Diamo senza dimostrazione il seguente:
Teorema 4.2. Se x appartiene ai domini di due diverse carte locali, n non cambia.
(Teorema di invarianza della dimensione).
Proposizione 4.3. Se X e` connesso, allora n e` lo stesso per tutti i punti, e viene detto
dimensione di X.
n, e
Dimostrazione. Sia p0 X un punto con un intorno aperto omeomorfo a D
n }.
consideriamo il sottoinsieme W = {p X | p ha un intorno omeomorfo a D
n ; ogni punto di U ha U come
Sia q W e sia U un intorno di q omeomorfo a D
intorno, e quindi U W e W e` aperto.
Analogamente, se q 6 W , allora q possiede un intorno V omeomorfo ad un disco
m , con m 6= n, e lo stesso e` vero per ogni punto di V , quindi V W c e
aperto D
W c e` aperto. Poiche W e` non vuoto, aperto e chiuso nel connesso X segue che
W = X.
Definizione 4.4. Uno spazio topologico connesso, di Hausdorff, localmente euclideo a base numerabile si dice variet`a topologica.
Osservazione 4.5. Poiche una variet`a topologica e` connessa, la sua dimensione
e` ben definita.
Osservazione 4.6. E necessario richiedere che una variet`a topologica sia uno
spazio di Hausdorff, in quanto tale condizione non e` conseguenza dellessere
49
4. Superfici topologiche
localmente euclideo.
Si consideri lo spazio X ottenuto come prodotto di R con la topologia euclidea
e di uno spazio formato da due punti a, b con la topologia discreta, e sia Y il
quoziente di X ottenuto identificando i punti (x, a) e (x, b) se x > 0.
Si puo` dimostrare (esercizio!) che Y e` localmente euclideo, ma non di Hausdorff.
Esempio 4.7. Alcuni esempi di variet`a topologiche
a) Rn .
b) Cn (`e omeomorfo a R2n ).
c) Sn . La sfera di dimensione n e` coperta da due aperti omeomorfi a Rn :
U = Sn \ {N = (0, 0, . . . , 0, 1)} e U = Sn \ {S = (0, 0, . . . , 0, 1)} e x e x
sono cos` definite
n
xn
x1
,...,
1 xn+1
1 xn+1
x1
xn
,...,
1 + xn+1
1 + xn+1
x : U R : (x1 , . . . , xn+1 )
n
x : U R : (x1 , . . . , xn+1 )
Ogni punto di R2 e` equivalente modulo L ad un punto contenuto nel quadrato Q := [0, 1] [0, 1]. Due punti di Q non appartenti al bordo individuano classi distinte, mentre i punti di Q sono equivalenti se hanno la stessa
ascissa o la stessa ordinata. Ritroviamo cos` la rappresentazione del toro
come quoziente del quadrato.
Sia ora < 21 , e, per ogni x in R2 sia
Bx = {y R2 | |x y| < }.
Per ogni x, in Bx non cadono due punti equivalenti, e percio` la restrizione
|Bx : Bx (Bx ) e` un omeomorfismo.
Consideriamo linsieme {(Ux , x )}, ove Ux = (Bx ) e x = (|Bx )1 . Tale
insieme costituisce una famiglia di carte locali i cui domini coprono il toro.
50
xi1 xi+1
xn
x0
,...,
,
,...,
xi
xi
xi
xi
.
Proposizione 4.8. Uno spazio topologico connesso e localmente euclideo e` connesso per
archi.
Dimostrazione. Fissiamo un punto p X e consideriamo il sottoinsieme W =
{q X | esiste un arco congiungente p a q}.
n e sia : U D
n lomeomorfismo;
Sia U un intorno di q omeomorfo a D
ogni punto r di U puo` essere congiunto a q usando il cammino ottenuto come
immagine inversa via del segmento che congiunge (r) a (q), quindi U W
e W e` aperto.
Analogamente, se q 6 W , allora nessun punto di un intorno V omeomorfo ad
n puo` essere congiunto a p; pertanto W c e` aperto.
un disco aperto D
Poiche W e` non vuoto, aperto e chiuso nel connesso X segue che W = X.
In dimensione 1 la classificazione delle variet`a topologiche e` molto semplice:
Teorema 4.9. Una variet`a topologica di dimensione 1 e` omeomorfa a S1 o a R.
La situazione e` molto piu` complessa gi`a per n = 2, e questo e` il caso che studieremo, aggiungendo lipotesi della compattezza. Da ora in poi ci occuperemo
cio`e solo di superfici topologiche compatte, cio`e di variet`a topologiche compatte
di dimensione 2.
4.2 SOMMA CONNESSA
Siano S1 e S2 due superfici compatte; fissiamo due punti x S1 , y S2 e due
intorni Ux e Uy omeomorfi a D2 , e sia h un un omeomorfismo h : Ux Uy .
Sia Y = (S1 \Ux )q(S2 \Uy ) e sia la relazione dequivalenza le cui identificazioni
non banali sono
x0 y 0 x0 Ux , y 0 Uy
e y 0 = h(x0 )
51
4. Superfici topologiche
b
b
1111
0000
0000
1111
0000
1111
0000
1111
111
000
000
111
000
111
000
111
a
d
T2 = T1 # T 1
aba1 b 1cdc1d
b
52
4.3. Triangolazioni
Definizione 4.12. Indichiamo con Uh la superficie che si ottiene facendo la somma connessa di h piani proiettivi reali.
Vediamo in figura come rappresentare la somma connessa di due piani proiettivi
reali come quoziente di un poligono.
1111
0000
0000
1111
0000
1111
0000
1111
a
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00000
00000
11111
00000
11111
00000
11111
U2 = U 1 # U 1
aabb
4.3 TRIANGOLAZIONI
Definizione 4.13. Un triangolo geometrico in X e` unapplicazione : T 0 X
che sia un omeomorfismo sullimmagine, dove T 0 e` un triangolo (non degenere) di R2 . Con abuso di linguaggio chiameremo triangolo geometrico anche
limmagine di .
Definizione 4.14. Una triangolazione di una superficie topologica X e` una collezione di triangoli geometrici tale che ogni punto di X appartiene a un triangolo geometrico e nella quale le possibili intersezioni di due diversi triangoli
geometrici sono
Linsieme vuoto;
Un punto, che sia vertice di entrambi;
Limmagine omeomorfa di un segmento, che sia lato di entrambi.
Le superfici topologiche sono tutte triangolabili. La dimostrazione di questo
fatto e` al di l`a della portata di queste note.
53
4. Superfici topologiche
Teorema 4.15. (Teorema di Rad`o) Ogni superficie e` triangolabile e ogni superficie compatta ammette una triangolazione finita.
Osservazione 4.16. Per la validit`a del teorema precedente la condizione che una
superficie sia uno spazio topologico a base numerabile e` essenziale.
Esempio 4.17. Consideriamo il toro. Le prime due suddivisioni in figura non
sono triangolazioni (ci sono triangoli con due lati in comune o con due vertici in
comune senza il lato corrispondente in comune), la terza s`.
`
4.4 ORIENTABILITA
Una trattazione rigorosa del concetto di orientabilit`a per variet`a topologiche
e` al di fuori della portata di queste note; utilizzeremo una definizione intuitiva applicabile solo al caso delle superfici, ed enunceremo diversi fatti senza
dimostrarli.
Definizione 4.18. Unorientazione di un triangolo geometrico e` uno dei (due)
versi di percorrenza dei suoi vertici. Unorientazione di induce unorientazione dei suoi spigoli.
Due triangoli adiacenti di una triangolazione si dicono coerentemente orientati se
le loro orientazioni inducono orientazioni opposte sullo spigolo comune.
54
g 0.
h 1.
4. Superfici topologiche
a
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00000000
00000000
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a
a
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b 11111111
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c
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a
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c
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b 11111111
c
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00000000
11111111
T2
T1
T2
T3
T4
T5
T6
T5
T6
T4
56
T5
T5
T6
T4
T3
T4
T3
T2
T1
T2
T1
a
P
a
Q
In figura vediamo come sia possibile eliminare coppie adiacenti del primo tipo
se il poligono ha almeno quattro lati. Se il poligono ha solamente due lati ci sono
due possibilit`a: o e` del tipo aa1 e quindi la superficie e` una sfera, o e` del tipo
aa e quindi la superficie e` un piano proiettivo reale.
Passo 3: Riduzione dei vertici ad un unico nome.
Supponiamo di aver ripetuto il secondo passo finche e` stato possibile; i vertici
del poligono non sono necessariamente tutti identificati tra di loro, ma possono
appartenere a diverse classi di equivalenza. Mostriamo ora come, con una serie
57
4. Superfici topologiche
c
a
1111111111111111
0000000000000000
0000000000000000
1111111111111111
c
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1111111111111111
b
0000000000000000
1111111111111111
P
Le operazioni mostrate in figura fanno diminuire i vertici nella classe di equivalenza di Q di ununit`a e fanno aumentare i vertici nella classe di equivalenza di
P di ununit`a.
Alternando il passo 2 ed il passo 3 (perche e` necessario il passo 2?) arriviamo
ad un poligono in cui tutti i vertici devono essere identificati e in cui non sono
presenti coppie adiacenti del primo tipo.
Passo 4: Rendere adiacenti le coppie del secondo tipo.
Vogliamo mostrare che e` possibile rendere adiacenti tutte le coppie del secondo
` per ogni coppia non adiacente del secondo tipo operiamo un
tipo. Per far cio,
taglio tra gli estremi finali della coppia scelta, come in figura, ed incolliamo in
corrispondenza della coppia medesima.
b
b
111111111
000000000
000000000
111111111
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b 1111111111
a
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0000000000
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b
a
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b 1111111
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11111111111
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11111111111
0000000
1111111
0000000
1111111
Se nel poligono ci sono solo coppie del secondo tipo, dopo un numero finito
di applicazioni del passo 4 otteniamo una superficie il cui poligono e` del tipo a1 a1 . . . ah ah , cio`e una superficie Uh , e abbiamo finito. Nel caso che ci siano
coppie del primo tipo continuiamo con il
Passo 5: Raggruppare le coppie del primo tipo.
Supponiamo quindi che ci sia almeno una coppia del primo tipo. In tal caso ne
deve esistere unaltra tale che queste due coppie si separano a vicenda.
58
Infatti, se cos` non fosse, ci troveremmo in una situazione come quella in figura,
in cui tutti i lati nella parte rossa si identificano con lati nella parte rossa (in alto)
e tutti i lati nella parte blu si identificano con lati nella parte blu (in basso).
Questa situazione non e` possibile, perche in tal caso i due estremi di a non vengono identificati, in contraddizione con il passo 3.
Pertanto esistono due coppie del primo tipo che si separano a vicenda come in
figura, e tali coppie possono essere raggruppate tagliando due volte in corrispondenza degli estremi finali dei lati.
b
111
00000000000
11111111111
000
000
111
00000000000
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111
c
a
a
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111
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000
111
c
11
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11
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11
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000
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11
d 111
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11
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00
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00
11
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11
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111
00
11
000
111
00
11
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00
11
d
11111111
0000
1111
00000000
0000
1111
00000000
11111111
0000
1111
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11111111
0000
1111
00000000
11111111
0000 a
1111
00000000
11111111
0000
1111
00000000
11111111
Se nel poligono compaiono solo coppie del primo tipo, dopo un numero finito
di applicazioni del passo 5 otteniamo una superficie il cui poligono e` del tipo
1
1 1
a1 b1 a1
e una superficie Tg , e abbiamo finito. Resta aperto
1 b1 . . . ag bg ag bg , cio`
il caso in cui nel poligono compaiano coppie del primo e del secondo tipo, cio`e
1
che il poligono sia del tipo a1 b1 a1
1 b 1 . . . c1 c 1 . . . .
Tale caso viene risolto dal seguente lemma
Lemma 4.27. La somma connessa di un toro e di un piano proiettivo e` omeomorfa alla
somma connessa di tre piani proiettivi.
Dimostrazione. Abbiamo gi`a visto che la bottiglia di Klein e` omeomorfa alla
somma di due piani proiettivi, quindi basta mostrare che la somma connessa
di un toro e di un piano proiettivo e` omeomorfa alla somma connessa di una
bottiglia di Klein e di un piano proiettivo.
59
4. Superfici topologiche
Mostreremo che entrambe sono omeomorfe alla superficie quoziente del poligono
dadbab1 .
b
11
00
00
11
00
11
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11
c 11
00
00
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00
11
00
11
b
b
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00000000000000
00000000000000
11111111111111
d
00000000000000
11111111111111
c
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11111111111111
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
c
a
11111111111111
00000000000000
00000000000000
11111111111111
d
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
c
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
b
b
d
111111
000000
000000
111111
000000
111111
d
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
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111111
000000
111111
a
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
11
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1111111111111111111
0000000000000000000
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11
0000000000000000000
1111111111111111111
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1111111111111111111
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11
11
0000000000000000000
1111111111111111111
00
0000000000000000000
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1111111111111111111
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11
0000000000000000000
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11
60
11111111111111111111
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11111111111111111111
00000000000000000000
11111111111111111111
00000000000000000000
11111111111111111111
00000000000000000000
11111111111111111111
00000000000000000000
11111111111111111111
00000000000000000000
11111111111111111111
00000000000000000000
11111111111111111111
00
11
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11
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11111111111111
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00000000000000
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00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
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11111111111111
00000000000000
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00000000000000
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00000000000000
11111111111111
00000000000000
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00000000000000
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00000000000000
11111111111111
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11111111111111
00000000000000
11111111111111
Esempio 4.28. Concludiamo con un esempio di applicazione dei passi della dimostrazione del teorema: classificare la superficie il cui poligono rappresentativo e` il seguente:
abca1 cb.
P
P
b
Q
b
111111
000000
000000
111111
000000
111111
c
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
Q111111
000000
000000
111111
000000
111111
e
000000
111111
000000
111111
b
000000
111111
000000
111111
000000
111111
000000
111111
P
111111111111111
000000000000000
000000000000000
111111111111111
000000000000000
111111111111111
c
000000000000000
111111111111111
d
000000000000000
111111111111111
000000000000000
111111111111111
000000000000000
111111111111111
000000000000000 P
111111111111111
11111111111111
00000000000000
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
00000000000000
11111111111111
c
00000000000000
11111111111111
e
00000000000000
11111111111111
00000000000000
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00000000000000
11111111111111
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000000000
000000000
111111111
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000000000
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000000000
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000000000
111111111
e 111111111
e
000000000
f
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111111111
000000000
111111111
000000000
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000000000
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000000000
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P
P
b
b
11111111111111
00000000000000
00000000000000
11111111111111
00000000000000
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00000000000000
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c
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e
00000000000000
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00000000000000
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00000000000000
11111111111111
Q
11111111111111
00000000000000
P 11111111111111
Q
00000000000000
00000000000000
11111111111111
c
00000000000000
11111111111111
00000000000000
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d
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00000000000000 P
11111111111111
P
b
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0000000000
0000000000
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0000000000
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0000000000
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0000000000
1111111111
0000000000
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f
e
0000000000
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0000000000
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0000000000
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0000000000
1111111111
0000000000
1111111111
d
P
P
Q
P
a
c
P
b
P
b
P
d
Q
d
61
Parte II
Topologia algebrica
63
Capitolo
Omotopia
5.1 OMOTOPIA DI APPLICAZIONI CONTINUE
Il toro e la sfera non sono omeomorfi. Come si puo` dimostrare? Intuitivamente
la sfera ha la propriet`a che ogni cammino chiuso puo` essere deformato con continuit`a al cammino costante, mentre nel toro questo non e` vero. Vedremo ora
come si puo` formalizzare questo concetto.
P
f0
e
65
F (x, 1) = f1 (x).
5. Omotopia
In tal caso scriveremo f0 f1 ; poniamo poi ft (x) = F (x, t). Abbiamo cio`e una
famiglia di funzioni continue che varia con continuit`a.
Esempi 5.2.
a) Sia X = Y = Dn ; lapplicazione identica f0 = IdDn e lapplicazione
costante che manda ogni elemento di Dn in 0, f1 = 0 sono omotope.
Unomotopia tra di esse e` data da F (x, t) = (1 t)x.
b) Sia X = Y = Rn \{0}; lapplicazione identica f0 = IdRn \{0} e lapplicazione
x
sono omotope. Unomotopia tra di esse e` data da F (x, t) =
f1 (x) =
||x||
x
(1 t)x + t
.
||x||
c) Sia X uno spazio topologico qualsiasi; ogni arco f : I X di punto iniziale x0 e` omotopo allarco costante di base x0 tramite lomotopia
F (s, t) = f ((1 t)s).
Come mostra il terzo esempio lomotopia non e` ancora la nozione adeguata per
formalizzare lesempio dei cammini sulla sfera e sul toro. In quel caso, infatti,
tutti i cammini intermedi devono avere lo stesso punto iniziale e lo stesso punto
finale. Introduciamo quindi una nuova definizione:
Definizione 5.3. Siano f0 , f1 : X Y applicazioni continue e A X un sottospazio. Le applicazioni f0 e f1 si dicono omotope relativamente ad A se esiste
unomotopia F : X I Y tra f0 ed f1 tale che
F (a, t) = f0 (a) = f1 (a) a A, t I .
In particolare, nel caso dei cammini, avremo la seguente
Definizione 5.4. Due cammini che abbiano lo stesso punto iniziale e lo stesso
punto finale si dicono omotopi se sono omotopi relativamente a {0, 1}.
66
Quindi due cammini : I X e : I X sono omotopi se esiste unapplicazione F : I I X continua tale che
F (s, 0)
F (s, 1)
F (0, t)
F (1, t)
=
=
=
=
(s);
(s);
(0) = (0) = x0 ;
(1) = (1) = x1 .
x
e g : Sn1 Rn \{0}
||x||
linclusione.
Dobbiamo verificare che g f IdRn \{0} e che f g IdSn1 .
La prima affermazione segue dallesempio (5.2) b), mentre la seconda e`
immediata, essendo f g = IdSn1 .
67
5. Omotopia
Definizione 5.10. Una propriet`a omotopica e` una propriet`a invariante per equivalenze omotopiche.
Definizione 5.11. Sia A X un sottospazio, e i : A X linclusione.
1. A si dice retratto di X se esiste unapplicazione continua r : X A tale
che r i = IdA .
2. A si dice retratto di deformazione se esiste unapplicazione continua r : X
A tale che r i = IdA e i r IdX .
Intuitivamente un sottospazio A e` un retratto di deformazione di X se X puo`
essere deformato con continuit`a fino a farlo coincidere con A.
Osservazione 5.12. Se A e` retratto di deformazione di X, allora A ha lo stesso
tipo di omotopia di X.
Osservazione 5.13. Sia X un sottospazio di (Rn , ) e sia A un sottospazio di X.
Se esiste una retrazione r : X A tale che per ogni x X il segmento che
unisce il punto x al punto r(x) e` tutto contenuto in X, allora lapplicazione
F :X IX
(x, t) 7 (1 t)x + t(i r(x))
e` unomotopia relativa ad A tra IdX e i r.
Pertanto se esiste r siffatta, A e` retratto di deformazione di X.
Esempi 5.14.
a) Un sottospazio stellato di Rn e` contraibile.
b) Sia T il toro ottenuto da I I come quoziente rispetto alla relazione di
equivalenza tale che (x, y) (x0 , y 0 ) {x, x0 } = {0, 1} e y = y 0 oppure
{y, y 0 } = {0, 1} e x = x0 , e sia A la circonferenza quoziente del segmento
{0} I rispetto alla relazione indotta da ; allora A e` retratto di T , ma non
e` retratto di deformazione.
Per mostrare che A e` un retratto di T basta considerare lapplicazione R :
T A indotta dallapplicazione r : I I {0} I che manda (x, y) in
(0, y).
Per mostrare che A non e` un retratto di deformazione di X e` necessario
utilizzare il gruppo fondamentale (Cf. Proposizione (7.17)).
c) R2 \{P1 , . . . , Pk } ha 1,...,k S1 come retratto di deformazione. La retrazione e` definita diversamente in regioni diverse di R2 \{P1 , . . . , Pk }, come in
figura:
68
d) R3 \r ha S1 come retratto forte di deformazione. La retrazione e` data componendo la proiezione sul piano perpendicolare alla retta con la retrazione
di R2 meno un punto su S1 .
e) Se X e` un poligono di R2 con 2k lati identificati a coppie, allora X\{P },
dove P e` un punto interno al poligono, ha un bouquet di k circonferenze
come retratto di deformazione.
Infatti il poligono meno il punto ha il bordo come retratto di deformazione,
e la retrazione e lomotopia i r A IdX passano al quoziente (esercizio!).
In particolare RP2 \{P } S1 e T1 \{P } S1 S1 .
Esercizio 5.15. Si consideri X (R2 , ) e A X come in figura:
A
5. Omotopia
X
in cui A, X e Y sono spazi topologici, i : A X e` linclusione e f e` unapplicazione continua. Vogliamo costruire un nuovo spazio topologico incollando X e
Y tramite f , identificando cio`e i punti di A con le loro immagini.
Per far cio` consideriamo lo spazio topologico X qY e in esso consideriamo la relazione di equivalenza generata dallidentificazione x f (x) per ogni x A.
Si dice spazio di aggiunzione di (X, Y, A, f ) lo spazio topologico Z = (X q Y )/.
Definizione 5.17. Un CW-complesso finito X di dimensione N e` uno spazio
topologico costruito nel modo seguente:
1. X 0 e` uno spazio finito e discreto;
2. Per 0 < n N lo spazio topologico X n e` ottenuto da X n1 attaccando
un numero finito Jn di coppie (X, A) = (Dni , Sin1 ) mediante applicazioni
X n1 ;
continue ni : Sn1
i
3. X = X N .
Il sottospazio X n X e` detto n-scheletro di X. Ogni coppia (Dni , Sin1 ) ha una
mappa caratteristica ni , che e` la composizione
Dni , X n1 ti Dni X n , X.
Limmagine di ni (Dni \ Sn1
) e` denotata con eni ed e` detta n-cella; si noti che
i
ni |Dn \Sn1 e` un omeomorfismo.
i
Definizione 5.18. Un sottocomplesso di un CW-complesso finito X e` un sottoinsieme chiuso A costituito da ununione di celle di X.
70
Esempi 5.19.
a) La sfera Sn .
Una sua possibile struttura di CW-complesso e` data prendendo come X 0
un punto, e attaccando una coppia (Dn , Sn1 ) mediante lapplicazione costante f : Sn1 X 0 .
Alternativamente e` possibile prendere come X 0 un punto, costruire la sfera Sn1 mediante lattaccamento di una n 1 cella come sopra, ottenendo X n1 e quindi attaccare due n-celle (Dn , Sn1 ) mediante lapplicazione
identica Sn1 X n1 .
b) Il disco Dn .
Una sua possibile struttura di CW-complesso e` data prendendo come X 0
un punto, attaccando una coppia (Dn1 , Sn2 ) mediante lapplicazione costante f : Sn2 X 0 e ottenendo percio` X n1 = Sn1 e attaccando quindi
una coppia (Dn , Sn1 ) mediante lapplicazione identica f : Sn1 X n1 .
c) Lunione a un punto di k circonferenze.
Sia X 0 un punto, e ad esso si attacchino k coppie (D1 , S0 ) mediante le
applicazioni costanti fi : S0 X 0 .
d) Il toro.
Sia X 0 un punto. Ad esso si attacchino due coppie (D1 , S0 ) mediante le
applicazioni costanti fi : S0 X 0 , ottenendo cos` come X 1 lunione ad un
punto di due circonferenze.
Si attacchi ora una coppia (D2 , S1 ) mediante lapplicazione f : S1 S1 S1
definita ponendo
(1 + cos(8t), sin(8t))
f (t) =
(1 + cos(8t), sin(8t))
t [0, 1/4]
t [1/4, 1/2]
t [1/2, 3/4]
t [1/4, 1/2]
5. Omotopia
b) Sia X lunione di S2 R3 con il disco D2 {0}. Allora X e` omotopicamente equivalente allunione a un punto di due sfere.
Possiamo considerare la struttura di CW-complesso di X ottenuta ponendo X 0 = (1, 0, 0), attaccando una coppia (D1 , S0 ) mediante lapplicazione
identica IdS0 : S0 X 0 e tre coppie (D2 , S1 ) come in figura.
Il sottocomplesso costituito da X 1 e da una delle celle due dimensionali e`
un sottocomplesso contraibile.
1111111111111111
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0000000000000000
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72
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111111111111111
c) Lo spazio topologico costituito da tre circonferenze in (R2 , ) come in figura e` omotopicamente equivalente a un bouquet di 3 circonferenze. Vediamo in figura la struttura di CW-complesso e il sottocomplesso contraibile.
Capitolo
Il gruppo fondamentale
6.1 IL GRUPPO FONDAMENTALE
Sia X uno spazio topologico e x0 un suo punto.
Definizione 6.1. Un cammino : I X tale che (0) = (1) = x0 e` detto cappio
di punto base x0 .
Consideriamo il seguente insieme
(X, x0 ) ={Classi di equivalenza di cappi omotopi con punto base x0 }.
Per dimostrare che la sfera non e` omeomorfa al toro dovremmo dimostrare che
A spazi topologici omeomorfi corrisponde lo stesso insieme.
(S2 , x0 ) e (T, y0 ) sono insiemi diversi.
` mostreremo innanzitutto che linsieme
In realt`a quello che faremo sar`a di piu:
(X, x0 ) possiede una struttura di gruppo, e dimostreremo quindi che
A spazi topologici omeomorfi corrispondono gruppi isomorfi.
(S2 , x0 ) e (T, y0 ) sono gruppi non isomorfi.
Definizione 6.2. Sia X uno spazio topologico e x0 X un suo punto; sia (X, x0 ) =
definito come sopra e siano [], [] (X, x0 ).
Si definisce il prodotto di [] e [] nel seguente modo:
[][] = [ ].
Il fatto che tale operazione sia ben definita segue dalla seguente
Proposizione 6.3. Siano e due cammini in X tali che sia definito il prodotto ,
e siano e altri due cammini tali che e ; allora .
75
6. Il gruppo fondamentale
Teorema 6.4. (X, x0 ) e` un gruppo (in generale non abeliano) rispetto al prodotto di
classi di equivalenza di cappi appena definito.
Il risultato discende dai tre lemmi seguenti.
Lemma 6.5. Siano , e cammini tali che siano definiti i prodotti e . Allora
( ) ( ).
Dimostrazione. Dobbiamo mostrare che ( ) e ( ) sono omotopi;
questi due cammini si scrivono in questo modo
s 0, 21
(2s)
(())(s) = (4s 2) s 12 , 43
(4s 3) s 34 , 1
s 0, 14
(4s)
(())(s) = (4s 1) s 14 , 21
(2s 1) s 12 , 1
I1
I2
I3
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0000000
0000000
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0000000
1111111
00000000
11111111
s = (t+1)/4
s = (t+2)/4
s ai
;
b i ai
f2 (s) =
s t+1
4
t+2
t+1 =
4
4
quindi
f1 (s) =
76
s
t+1
4
4s
t+1
4st1
4
1
4
= 4s t 1
s
f3 (s) =
1
t+2
4
t+2
4
4st2
4
4t2
4
4s t 2
.
2t
0, 4
t+1
t+1 t+2
F (s, t) = (4s t 1)
, 4
s
4
4s t 2
s t+2
,1
4
2t
Lemma 6.6. Sia un cammino con punto iniziale x0 e punto finale x1 e siano x0 e x1
i cammini costanti x0 (s) = x0 e x1 (s) = x1 . Allora
x0 x1 .
Dimostrazione. Mostriamo che x0 e sono omotopi;
La figura mostra un modo di deformare i cammini uno nellaltro (il primo intervallo e` quello del cammino costante, il secondo quello di ):
t
I1
I2
00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
11111111
00000000
0000000000000
1111111111111
00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
00000000
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00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
00000000
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1111111111111
00000000
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1111111111111
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1111111111111
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1111111111111
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1111111111111
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0000000000000
1111111111111
00000000
11111111
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1111111111111
00000000
11111111
0000000000000
1111111111111
0
1
0
1
0
1
0
1
s=(t1)/2
In modo analogo allesempio precedente (ma piu` semplice) otteniamo la seguente omotopia:
1t
s
0, 2
x0
1t
F (s, t) =
2s + t 1
s 2 ,1
t+1
Lemma 6.7. Sia un cammino con punto iniziale x0 e punto finale x1 ; siano x0 e x1
i cammini costanti x0 (s) = x0 e x1 (s) = x1 e sia
il cammino inverso. Allora
x0
x1 .
77
6. Il gruppo fondamentale
Dimostrazione.
Per mostrare che
e x0 sono omotopi utilizziamo la
seguente applicazione:
x0
(2s t)
F (s, t) =
(2s + t 1)
x0
s 0, 2t
s 2t , 12
s 21 , 2t
2
,
1
s 2t
2
Gr
(X, x)
: (X, x) (Y, y)
IdX
(X, x) ' (Y, y)
(X, x)
: (X, x) (Y, y)
Id(X,x)
(X, x) ' (Y, y)
(X, a0 )
(A, a0 )
6. Il gruppo fondamentale
(X, x0 )N
(Y, (x0 ))
nn
nnn
n
n
nn uf
nw nn
NNN
NNN
N
NNN
'
(Y, (x0 ))
commuta, cio`e = uf .
Teorema 6.15. (Teorema dinvarianza per omotopia) Siano X e Y spazi topologici, e
sia : X Y unequivalenza omotopica. Allora : (X, x) (Y, (x)) e` un
isomorfismo.
Dimostrazione.
X e Y sono spazi topologici omotopicamente equivalenti,
quindi esistono : X Y e : Y X tali che IdX e IdY .
Sia F unomotopia tra e IdX , e sia f (t) = F (x, t); f e` un arco che congiunge
((x)) a x. Applicando il Lemma (6.14) a e IdX otteniamo il seguente
diagramma commutativo:
(X, x)M
(Y, (x))
MMM
MMM
Id(X,x) MMM&
(X, ((x)))
nnn
nnn
n
n
n uf
nv nn
(X, x)
Poiche uf e` un isomorfismo, allora e` un isomorfismo; in particolare cio`
implica che e` suriettiva.
Applicando ora il Lemma (6.14) allomotopia G tra e IdY e otteniamo il
seguente diagramma commutativo
(Y, (x))
/ (X, ((x)))
PPP
PPP
PPP
Id(Y,(x)) PPP(
(Y, (((x))))
kkk
kkk
k
k
kkk ug
ku kk
(Y, (x))
Abbiamo indicato con
e lomomorfismo indotto da tra i gruppi (X, ((x)))
e (Y, (((x)))), poiche, essendo i punti base diversi, tale omomorfismo non
e` quello precedentemente indicato con .
Poiche ug e` un isomorfismo, allora
e e` un isomorfismo; in particolare e`
iniettiva. Quindi e sono isomorfismi.
80
omeomorfismo j
Definizione 6.19. Lapplicazione p e` detta applicazione di rivestimento mentre line e` detto fibra di x.
sieme p1 (x) X
e
Osservazione 6.20. Per ogni x X la topologia indotta dalla topologia di X
1
sulla fibra p (x) e` la topologia discreta.
Esempi 6.21.
a) Ogni omeomorfismo e` un rivestimento.
b) p : R S1 cos` definita: p(t) = (cos(2t), sin(2t))).
c) Ponendo coordinate polari nel piano R2 possiamo definire pn : S1 S1 in
questo modo: pn (1, ) = (1, n).
d) Sia p : Sn RPn la proiezione sul quoziente rispetto allidentificazione
dei punti antipodali di Sn . Allora p e` un rivestimento.
e X un rivestimento e f : Y X unapplicazione
Definizione 6.22. Sia p : X
e che fa commutare il diagramma
continua. Unapplicazione continua fe : Y X
seguente, se esiste, e` detta sollevamento di f .
fe
X
?
e
X
81
6. Il gruppo fondamentale
e:IX
e(0) = x
e0 .
Dimostrazione. Poiche X e` coperto da aperti uniformemente rivestiti da p,
esiste una famiglia di aperti {Uj }jJ uniformemente rivestiti da p tali che la famiglia {1 (Uj )}jJ costituisce un ricoprimento di I.
Esprimendo 1 (Uj ) come unione di intervalli: 1 (Uj ) = (aij , bij ) si ottiene
un nuovo ricoprimento aperto di I.
Poiche I e` compatto e` possibile trovare un numero finito di tali intervalli lo coprono, e quindi una successione di punti 0 = t0 < t1 < < tm = 1 con la
propriet`a che per ogni k esiste jk J tale che ([tk , tk+1 ]) e` contenuto in Ujk .
Costruiamo ora il sollevamento induttivamente su [0, tk ].
e con
Per k = 0 poniamo
e(0) = x
e0 ; supponiamo di aver definito
ek : [0, tk ] X
11111
00000
00000
11111
00000
11111
00000
11111
00000
11111
82
ek (t)
t [0, tk ]
ek+1 (t) =
(p|W )1 (t) t [tk , tk+1 ]
La continuit`a di
ek+1 segue dal Lemma (3.56), e lunicit`a dal Lemma (6.23).
Diamo senza dimostrazione il seguente fondamentale
Teorema 6.25. (Teorema di Monodromia) Siano e cammini omotopi in X, tali che
(0) = (0) = x0 ; sia x
e0 p1 (x0 ), e siano
e e e gli unici sollevamenti di e con
e
punto iniziale x
e0 . Allora
e(1) = (1).
Possiamo ora trovare il gruppo fondamentale della circonferenza
Teorema 6.26. Sia S1 R2 la circonferenza unitaria, e sia x0 = (1, 0).
Allora (S1 , x0 ) ' Z, e un generatore e` dato dalla classe del cammino : I S1 cos`
definito: (t) = (cos(2t), sin(2t)).
Dimostrazione. Consideriamo lapplicazione p : R S1 definita ponendo
p(t) = (cos(2t), sin(2t)). Scegliamo come punto base il punto x0 = (1, 0) e sia
un cappio di punto base x0 ; per il Lemma (6.24) esiste un unico sollevamento
e tale che
e(0) = 0.
3
/
e(1)
83
6. Il gruppo fondamentale
84
Capitolo
(i )
G = {1}.
85
b) S = {x}
c) S = {a, b}
G = {1, a, b, a1 , b1 , ab, ba, . . . } =: Z Z (Prodotto libero).
Non e` abeliano.
d) In generale, se card(S) = n, allora G = Z Z Z e` detto gruppo libero
a n generatori. La sua struttura dipende solo dalla cardinalit`a di S, non
dalla natura degli elementi di S.
Relazioni
Nellinsieme W delle parole, oltre alla relazione , definita sopra, possiamo introdurre altre relazioni di equivalenza. Fissato un sottoinsieme R W , diciamo
che due elementi di W sono Requivalenti
w1 R w2
se si ottengono uno dallaltro mediante un numero finito di operazioni del tipo
i) Inserire o cancellare xx1 o x1 x con x S.
ii) Inserire o cancellare r o r1 con r R.
Linsieme W/R e` un gruppo rispetto alla giustapposizione
[w1 ]R [w2 ]R = [w1 w2 ]R ,
detto gruppo con presentazione hS | Ri; linsieme S e` chiamato insieme dei generatori, mentre linsieme R e` linsieme dei relatori (o delle relazioni).
Osservazione 7.4. Il gruppo hS | Ri e` il quoziente del gruppo libero hS | i rispetto al sottogruppo generato dalle classi di equivalenza degli elementi di R.
Esempi 7.5.
a) h | i = {1}
Gruppo banale.
@@ j
@@ 1
@@
@
i1
U1 UH2
HH
HH
H
i2 HHH
$
U2
>X
~~
~
~
~~
~~ j2
n7
nnn
n
n
nnn
nnn
MMM
MMjM1
MMM
M&
PPP
PPP
PP
i2 PPP'
8
qqq
q
q
qq
qqq j2
i1
(U1 U2 , Px0 )
(X, x0 )
(U2 , x0 )
Consideriamo delle presentazioni per (U1 , x0 ), (U2 , x0 ) e (U1 U2 , x0 )
(U1 , x0 )
= hS1 | R1 i
(U2 , x0 )
= hS2 | R2 i
(U1 U2 , x0 ) = hS | Ri
Il Teorema di Seifert-Van Kampen ci permette di trovare il gruppo fondamentale
di X conoscendo quello di U1 , quello di U2 e quello di U1 U2 . In particolare
I generatori di (X, x0 ) sono lunione dei generatori
di (U1 , x0 ) e dei generatori di (U2 , x0 ).
U1
U2
U1
U2
Gli insiemi Ui sono omeomorfi a dischi di dimensione due, e percio` contraibili, quindi i loro gruppi fondamentali sono banali:
(Ui , x0 ) = h | i.
88
U1
U2
U1
U2
Il gruppo fondamentale della circonferenza {(x, y) | (x+1)2 +y 2 = 1} e` ciclico infinito generato dalla classe del cammino (t) = (cos(2t)1, sin(2t));
laperto U1 ha tale circonferenza come retratto di deformazione, quindi
abbiamo un isomorfismo
(S1 , x0 )
[]
(U1 , x0 )
/
[i ]
89
[]
(U1 , P )
/
[i ]
(U1 , x0 )
/
]
[i
a e = i
b abbiamo
Ricordando che (K, P ) = ha, b | i, e detti = i
che
(U1 , x0 ) = h, | i.
Laperto U2 e` contraibile, e percio` (U2 , x0 ) = h | i.
Lintersezione U1 U2 ha una circonferenza passante per x0 come retratto
` confondendo con i possiamo scrivere
di deformazione, e percio,
(U1 U2 ) = h | i.
90
a
P
x0
a
P
a
a
a
b
a
a
P
x0
[ba1 ba]
(U1 , P )
[i bi a1 i bi a]
(U1 , x0 )
bi a1 i bi a]
[i
bi a1 i bi a = i
b i
a1 i
b i
a = 1 .
Pertanto i
Ripetiamo il procedimento con la classe dellimmagine di in (U2 , x0 ).
poiche tale gruppo e` banale, avremo che anche i2 sar`a banale: i2 = 1.
Possiamo quindi concludere che
(K, x0 ) = h, | 1 = 1i.
91
Q
a
b
P
P
b
11111111111111111
00000000000000000
00000000000000000
11111111111111111
000000000
111111111
00000000000000000
11111111111111111
000000000
111111111
00000000000000000
11111111111111111
00000000000000000
11111111111111111
92
g 0.
h 1.
a_2
b_2
a_2
b_1
11
00
00
11
00
11
a_1
b_1
1111
0000
a_1
11
00
00
11
a_2
b_2
b_2
a_2
b_1
11
00
00
11
a_1
b_1
1111
0000
a_1
b_1
a_2
a_1
b_2
11
00
00
11
a_2
b_2
b_2
a_2
b_1
11
00
00
11
00
11
a_1
b_1
1111
0000
a_1
94
Pertanto si ha che
(Tg , x0 ) = h1 , 1 , . . . , g , g | 1 1 11 11 . . . g g g1 g1 = 1i
Del tutto analoga (e lasciata come esercizio) e` la procedura per calcolare il gruppo fondamentale delle superfici Uh , che porta alla seguente conclusione:
(Uh , x0 ) = h1 , . . . , h | 12 . . . h2 = 1i.
Per mostrare che i gruppi fondamentali che abbiamo calcolato non sono tra
loro isomorfi, calcoliamo i loro abelianizzati; innanzitutto scriviamo il gruppo fondamentale di Uh con una presentazione diversa: ponendo
e = 1 . . . h
scriviamo
(Uh , x0 ) = h1 , . . . , h1 ,
e|
e2 = 1i
Quindi si ha
Ab((Tg , x0 )) = Z2g
Ab((Uh , x0 )) = Zh1 Z2
Come prima cosa osserviamo che gli abelianizzati dei gruppi delle superfici
orientabili non hanno torsione, mentre in quelli delle superfici non orientabili
la torsione e` presente. Tali gruppi non sono percio` isomorfi.
Inoltre Ab((Tg , x0 )) 6' Ab((Tg0 , x0 )) se g 6= g 0 , quindi avremo che (Tg , x0 ) e
(Tg0 , x0 ) sono gruppi non isomorfi se g 6= g 0 , e quindi Tg e Tg0 sono superfici
non omeomorfe se g 6= g 0 . Analogamente si conclude che Uh e Uh0 sono superfici
non omeomorfe se h 6= h0 .
7.4 GRUPPO FONDAMENTALE E RETRAZIONI
Sia X uno spazio topologico, A X un sottospazio e a A. Riassumiamo
le condizioni necessarie sui gruppi fondamentali e sullomomorfismo indotto
dallinclusione tra i gruppi fondamentali perche A possa essere un retratto o un
retratto di deformazione di X.
Proposizione 7.17. Condizione necessaria affinche un sottospazio A di X sia un retratto e` che, per ogni a A, denotati con i : (A, a) (X, a) e r : (X, a) (A, a)
gli omomorfismi indotti dallinclusione i : A X e dalla retrazione r : X A si
abbia
r i = Id(A,a) ;
in particolare i e` iniettivo e r e` suriettivo.
Condizione necessaria affinche un sottospazio A di X sia un retratto di deformazione e`
che, per ogni a A si abbia (X, a) ' (A, a).
Dimostrazione. La prima parte e` il contenuto della Proposizione (6.13), mentre
la seconda e` una conseguenza del Teorema (6.15).
95
Esempi 7.18.
a) S1 non e` un retratto di D2 .
(A, P )
hb | i
(X, P )
/ ha, b | aba1 bi
(A, P )
/
hb | i
A
C
Esercizio 7.20. Sia RP2 il disco unitario con i punti antipodali del bordo identificati, e sia limmagine in RP2 di un diametro del disco. `e un retratto e/o un
retratto di deformazione di RP2 ?
a
97
Appendice
1
.
f (x) M
99
Dimostriamo ora che (C1) (C). Supponiamo per assurdo che S X sia
un sottoinsieme infinito che non ammette punti di accumulazione in X. Senza
perdit`a di generalit`a possiamo assumere che S sia numerabile.
Le ipotesi su S implicano che, per ogni x X esiste un intorno Ux 3 x tale che
U S contiene un numero finito di punti di S.
Per ogni sottoinsieme finito F S sia UF lunione degli intorni Ux tali che Ux
S = F ; gli aperti UF costituiscono un ricoprimento aperto numerabile (vedi
Osservazione (A.6)) di X, che quindi ammette un sottoricoprimento finito.
Ma ogni aperto del sottoricoprimento contiene al piu` un numero finito di punti
di S, e giungiamo percio` ad una contraddizione.
Osservazione A.6. I sottoinsiemi di N di cardinalit`a finita fissata sono numerabili, in quanto possono essere visti come sottoinsiemi del prodotto cartesiano di
un numero finito di copie di N.
Quindi i sottoinsiemi di cardinalit`a finit`a sono unione numerabile dei sottoinsiemi di cardinalit`a finita fissata.
Definizione A.7. Diciamo che X e` compatto per ricoprimenti se vale (D), compatto
per successioni se vale (B), numerabilmente compatto se vale (C).
Proposizione A.8. X compatto per ricoprimenti X numerabilmente compatto.
Dimostrazione. Immediata.
Proposizione A.9. X compatto per successioni X numerabilmente compatto.
Dimostrazione. Sia S un sottoinsieme infinito di X; da S estraiamo un sottoinsieme numerabile S 0 : scegliamo un punto x1 S, un punto x2 S \ x1 , e cos`
via. Per ipotesi esiste una sottosuccessione {xnj } convergente a x X.
Il punto x e` un punto di accumulazione per S; infatti ogni suo intorno contiene
definitivamente la sottosuccessione, e quindi infiniti punti di S.
Proposizione A.10. X numerabilmente compatto X pseudocompatto.
Dimostrazione. Sia f : X R continua e sia Un X il sottoinsieme cos` definito: Un = {x X | |f (x)| n}. I sottoinsiemi Un costituiscono un ricoprimento numerabile di X, dal quale e` quindi possibile estrarre un sottoricoprimento
finito.
Esempio A.11. Sia X lintervallo [0, 1] con la topologia i cui aperti non vuoti
sono i sottoinsiemi il cui complementare e` numerabile.
Tale spazio non e` numerabilmente compatto: per mostrarlo si consideri il ricoprimento costruito nel seguente modo: sia xn = n1 , sia U = X \ {xn }nN e siano
Un = U {x1 , . . . , xn }. Da tale ricoprimento aperto (numerabile) non e` possibile
estrarre un sotto ricoprimento finito.
X e` pseudocompatto perche e` iperconnesso (cio`e non esistono due aperti a intersezione vuota). Infatti ogni funzione continua su uno spazio iperconnesso
101
e` costante (infatti se limmagine di f contenesse due punti a, b con a 6= b sarebbe possibile prendere aperti disgiunti in R che contengono a e b, e le loro
controimmagini darebbero aperti disgiunti in X, contro lipotesi).
Riassumiamo quanto visto fino ad ora col seguente diagramma
Compatto per
ricoprimentiG
GGGG
GGGG
GGGG
GGGG
GGGG
G '
7?
v
vvvvv
v
v
v
vvvv
vvvvv
v
v
vvvv
Numerabilmente
compatto
+3
Pseudocompatto
Compatto per
successioni
Proposizione A.19. Se X verifica il primo assioma di numerabilit`a e X e` numerabilmente compatto X compatto per successioni.
Dimostrazione. Sia S = {xn }nN una successione di punti di X. Se linsieme
S e` costituito da un numero finito di punti, allora almeno uno si ripete infinite
volte e troviamo la sottosuccessione convergente.
Possiamo dunque assumere S sia un insieme infinito. Tale insieme ammette
quindi un punto di accumulazione x S.
Sia {Unx } un sistema fondamentale numerabile di intorni di x; per ogni m si conx
x
sideri m
1 Ui e si prenda un punto della successione appartenente a Um .
Ogni intorno V di x contiene Unx per qualche n, e quindi contiene definitivamente la sottosuccessione cos` costruita.
A.3 COMPATTEZZA IN SPAZI METRICI
Definizione A.20. Uno spazio topologico X si dice separabile se contiene un sottoinsieme Y denso e numerabile.
Osservazione A.21. Uno spazio metrico e` separabile se e solo se verifica il secondo assioma di numerabilit`a.
Dimostrazione. Se Y e` denso e numerabile possiamo considerare le bolle di
centro nei punti di Y e raggio razionale. Tali aperti costituiscono una base numerabile per la topologia indotta dalla metrica.
Viceversa, denotata con B = {Bi }iN la base numerabile, per ogni elemento Bn
della base si scelga un punto xn Bn , e sia Y = xn . Tale insieme e` chiaramente
numerabile; mostriamo ora che e` denso.
Sia x X qualsiasi, e sia U un suo intorno aperto. Laperto U contiene almeno
un elemento della base, e quindi U Y 6= ; pertanto Y e` denso in X.
Corollario A.22. Per uno spazio metrico separabile la compattezza per ricoprimenti, la
compattezza per successioni e la numerabile compattezza sono propriet`a equivalenti.
Osservazione A.23. Uno spazio topologico che verifica il secondo assioma di
numerabilit`a e` separabile. Infatti la seconda parte della dimostrazione precedente non fa uso della metrica.
Esempio A.24. Sia X un insieme non numerabile con la topologia i cui aperti
non vuoti sono i sottoinsiemi che contengono un punto p fissato. Con tale topologia X e` separabile, in quanto il sottoinsieme {p} e` denso, ma non verifica il
secondo assioma di numerabilit`a.
Quindi, per spazi topologici non metrici la separabilit`a e il II assioma di numerabilit`a non sono equivalenti.
Il risultato principale di questa sezione e` mostrare che, per spazi metrici, varie
nozioni di compattezza sono equivalenti:
103
107