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AMBROSINO
INDICE
IV.
IV.1
IV.1.1
IV.2
IV.3
IV.4
IV.4.1
IV.4.2
IV.5
IV.5.1
IV.5.2
IV.5.3
IV.5.4
IV.
lo stato x0 in cui si trova il sistema nell'istante in cui inizia l'azione di controllo non
in genere noto con certezza;
d(t)
u(t)
M(p)
y(t)
x0
Esempio 4.1 Controllo del livello di un serbatoio con valvola di prelievo. Si consideri il serbatoio cilindrico,
con superficie di base S, mostrato in Fig.4.2, in cui presente una valvola di prelievo sul fondo la quale viene
azionata, in maniera non nota, da un utente.
v(t)
Elettro
Pompa
h(t)
qi(t)
qu(t)
IV-1
Si supponga di voler controllare il livello del liquido nel serbatoio agendo sulla tensione di comando
dell'elettropompa.
In questo caso l'ingresso di controllo u(t) del sistema la tensione di comando v(t) dell'elettropompa; la
portata di uscita qu(t) gioca il ruolo di ingresso di disturbo d(t). Supponiamo inoltre che il legame tra la
tensione di alimentazione dell'elettropompa e la portata di ingresso sia di tipo algebrico e lineare, ossia:
qi (t ) kv(t )
con k costante dipendente dal rendimento della pompa, dalle tubazioni e dal dislivello tra pelo libero del
serbatoio e pelo libero del pozzo da cui si pompa. Poich tale costante non mai perfettamente nota e, per di
pi, pu variare, il modello del sistema risulter essere incerto. In particolare esso si scriver come:
Sy ku d .
La rappresentazione i-s-u sar allora:
k
x 0x
S
1 u
S d
u
y (1) x 0 0
d
Esempio 4.2 Controllo della temperatura interna di un frigorifero. Si consideri il frigorifero mostrato
schematicamente in Fig.4.3.
f
Compressore
Vaporizzatore
Indicando con:
Cc
Cf
Kaf
Kfc
Ccc K fc ( f c )
C f f K fc ( c f ) K af ( a f ) q
In questo sistema, l'ingresso di controllo la potenza frigorifera q(t), che un ingresso manipolabile a
piacere, mentre la temperatura esterna dell'ambiente a(t), che non manipolabile, un ingresso di disturbo.
Ponendo:
u ( t ) q( t )
d (t ) a (t )
y (t ) f (t )
IV-2
x1 (t ) f (t ) ,
x(t )
x2 (t ) c (t )
Cf
x (t )
K fc
C
c
y (t ) 1
0 x ( t ) 0
K fc
Cf
x (t ) C f
K
0
fc
Cc
K af
u (t )
C f
d (t )
u (t )
0
d (t )
Il problema di controllo, in questo caso, consiste nel portare e mantenere la temperatura del frigorifero ad un
assegnato valore costante, malgrado la presenza di variazioni di temperatura ambiente e l'incertezza sui valori
di alcuni parametri del modello, in particolare C c e K fc .
IV.1
Schemi di controllo
Per il calcolo del segnale di controllo in un generico istante t, in seguito detto istante
corrente, il controllore pu avvalersi, durante il funzionamento del sistema, di varie
informazioni. Tra queste dovr esserci, ovviamente, l'informazione sul segnale di
riferimento. Altre informazioni possono riguardare il valore del disturbo e/o il valore
dell'uscita controllata all'istante corrente. In base al tipo di informazioni utilizzate dal
controllore per il calcolo del segnale di controllo si definiscono i seguenti schemi di
controllo.
Schema di controllo in anello aperto (in inglese feedforward). In questo schema il
controllore calcola il valore del segnale di controllo solo in base al segnale di riferimento.
Questo pu essere noto interamente apriori, ed in tal caso l'azione di controllo pu essere
precalcolata: il caso, ad esempio, di alcune fasi di lavaggio delle lavatrici domestiche le
quali vengono preventivamente decise senza portare in conto l'effettiva efficienza delle
operazioni di lavaggio stesse. In altri casi il segnale di riferimento pu essere deciso
durante il funzionamento, per cui il controllore chiamato a calcolare in linea il segnale di
controllo sulla base della sola conoscenza di un modello matematico nominale del sistema
da controllare e, eventualmente, di un disturbo nominale. Lo schema di controllo
mostrato in Fig.4.4.
d(t)
yr(t)
u(t)
Controllore
Sistema
controllato
y(t)
d(t)
yr(t)
errore
u(t)
Controllore
Sistema
controllato
y(t)
Compensatore
yr(t)
+
errore
+
-
Controllore
u(t)
d(t)
Sistema
controllato
y(t)
Figura 4.6 Sistema di controllo in anello chiuso con compensazione del disturbo
IV-4
u(t)
y(t)
d(t)
+
yr(t)
u(t)
e(t)
y(t)
y(t ) Wyr (t ) GK yr (t )
(4.1)
y(t ) Wd d (t ) d (t )
(4.2)
Dal punto di vista della sensitivit rispetto al disturbo, pertanto, possiamo dire che, nel caso
di controllo in anello aperto, il disturbo si propaga completamente sull'uscita, senza alcuna
attenuazione. Per quanto riguarda invece la sensitivit rispetto alle variazioni parametriche
del modello matematico dell'impianto, detta G una generica variazione del legame
ingresso-uscita dell'impianto e W la corrispondente variazione del legame ingressouscita del sistema di controllo complessivo, definendo la sensitivit di W rispetto a G
come:
SG
W
G
(4.3)
W d (GK )
K
G
dG
(4.4)
IV-5
Nel caso di sistema di controllo a ciclo chiuso con semplici passaggi si ricava che il
legame riferimento-uscita dato da:
y (t ) Wyr (t )
GK
y r (t )
1 GK
(4.5)
1
d (t )
1 GK
(4.6)
Dalla (4.6) si evince che, nei sistemi di controllo a ciclo chiuso il disturbo si propaga
sull'uscita attenuato del fattore 1 GK . Ovviamente, perch questa attenuazione sia
sensibile, deve essere 1 GK 1 e quindi
K
1
G
(4.7)
Per quanto riguarda la sensitivit alle variazioni parametriche, cos come fatto per ottenere
la (4.4), con semplici passaggi si ottiene:
SG
K
1 GK 2
(4.8)
y a1 y (t ) a2 y(t ) bu(t )
Supponiamo di voler imporre all'uscita, mediante un sistema di controllo, uno spostamento
a gradino. Sostituendo l'andamento desiderato di y(t) nell'E.D, facilmente si vede che, per
ottenere uno spostamento finito e istantaneo del carrello, sarebbe necessario applicare al
carrello una forza impulsiva, ossia di durata infinitesima e ampiezza infinita. Tale segnale
in forza non ovviamente realizzabile da nessun attuatore reale, n, daltra parte, sarebbe
sopportabile dal carrello.
Questo esempio mette in evidenza due cose:
a) a causa della limitatezza dei segnali di controllo attuabili, impossibile ottenere una
perfetta uguaglianza, istante per istante, tra il segnale di riferimento e l'uscita
controllata, per cui bisogna essere disposti ad accettare la presenza di uno scostamento,
o errore, tra questi due segnali; il problema di progetto, pertanto, va formulato
definendo, in qualche modo, dei requisiti o specifiche sull'errore tollerabile almeno in
alcune condizioni di funzionamento molto significative;
b) l'entit dello scostamento, e quindi dell'errore tollerabile, dipende dalla tipologia del
segnale di riferimento; infatti, nel caso in cui il riferimento abbia un andamento pi
"dolce" del gradino, come ad esempio nel caso di segnali a rampa o di segnali
sinusoidali, si intuisce che, a parit di vincoli sul segnale di controllo, l'errore pu
essere mantenuto in limiti pi contenuti, e in alcuni casi annullato. Lo stesso discorso
pu essere fatto con riferimento ai segnali di disturbo che il sistema di controllo
chiamato a reiettare.
In una corretta formulazione di un problema di controllo, pertanto, si dovr specificare:
-
valore di regime; il parametro solitamente impiegato per fissare tale specifica il tempo
di assestamento; talvolta, nelle applicazioni in cui interessa essenzialmente che l'uscita
raggiunga in un tempo massimo prefissato il valore di regime, anche se poi compie
oscillazioni pi o meno ampie intorno a tale valore, viene usato il tempo di salita;
2. la seconda, detta precisione dinamica, tende a fissare lo scostamento massimo rispetto
al valore di regime che si disposti a tollerare una volta che l'uscita ha raggiunto, per la
prima volta, il valore di regime stesso; il parametro usato per specificare tale
comportamento desiderato la sovraelongazione.
Errore dovuto al disturbo. Di tale errore viene di solito specificato il solo comportamento
desiderato a regime. Anch'esso ovviamente va riferito alla classe di segnali di disturbo
assunta.
IV.3
Come detto nei paragrafi precedenti, un controllore automatico compara il valore effettivo
dell'uscita controllata con il segnale di riferimento, ne determina lo scostamento o errore,
e produce un segnale di controllo volto a portare l'errore entro i limiti fissati dalle
specifiche. La strategia utilizzata dal controllore per calcolare il segnale di controllo
definisce il cosiddetto tipo di azione di controllo.
I pi semplici controllori industriali vengono classificati, sulla base del tipo di
azione di controllo da essi esplicata, in due grasse categorie:
1. Controllori a due posizioni, anche detti controllori on-off o controllori a rel;
2. Controllori di tipo Proporzionali-Integrale-Derivativo, anche detti controllori PID o
regolatori standard.
Tali controllori sono probabilmente i pi diffusi in molte applicazioni sia di tipo industriale
che per il controllo di macchine di uso domestico. La loro ampia diffusione, legata alle
buone prestazioni che essi sono in grado di garantire su molti impianti che potremmo
definire di tipo "non patologico", ha portato negli anni ad un notevole sforzo tecnologico
legato agli aspetti realizzativi. Le tecnologie realizzative utilizzate vanno, in ordine
cronologico, dalla tecnologia meccanica o elettrica, alla tecnologia idraulica, a quella
pneumatica, per poi passare, negli anni settanta, alla tecnologia elettronica, e negli anni
novanta, alla tecnologia digitale.
Nel seguito noi ci limiteremo ad illustrati i tipi di azione di controllo esplicate da tali
controllori senza trattare il problema tecnologico relativo alla loro realizzazione. La
comprensione di tali tipi di azione e degli effetti da esse prodotte fondamentale per poter
effettuare la scelta del tipo di azione pi adatta a ciascuna applicazione.
IV-9
IV.4
Controllori a rel
Tali controllori, come detto precedentemente, dispongono in genere di solo due condizioni
di funzionamento; queste, in molti casi, sono semplicemente acceso e spento.
Controllori di questo tipo, che sono interpretabili come dei semplici interruttori automatici,
sono di semplice realizzazione e quindi poco costosi; per questa ragione trovano larga
applicazione sia in sistemi industriali (sistemi di regolazione di livello, di regolazione di
temperatura in forni industriali, etc.) che in applicazioni domestiche (frigorifero,
scaldabagno, impianto di riscaldamento, etc.).
La tipica caratteristica di funzionamento ingresso-uscita mostrata in Fig.4.10.
yr(t)
u
U1
u(t)
e(t)
U2
y(t)
U
u (t ) 1
U 2
se e(t ) 0
se e(t ) 0
In altri termini, il segnale di controllo resta al suo valore minimo o a quello massimo
a seconda che l'errore sia negativo o positivo. Ovviamente i due valori del segnale di
controllo possono essere "acceso" e "spento".
Esempio 4.3 Controllo della temperatura interna di un frigorifero. Si consideri nuovamente il frigorifero
discusso nell'esempio 4.2. Per il controllo della temperatura si potr utilizzare un controllore a rel in cui il
compressore viene avviato quando la temperatura interna supera il valore desiderato (e(t)<0), spento
quando scende al di sotto. Lo schema di controllo risultante mostrato in Fig.4.11.
a(t)
r(t)
on
e(t)
+
-
u(t)
off
Compr.
q(t)
Frigorifero
f(t)
Il sistema di controllo mostrato in Fig.4.11, che utilizza un rel ideale con una
caratteristica del tipo mostrato in Fig.4.10, presenta il seguente inconveniente: allorch la
temperatura del frigo raggiunge quella desiderata, il rel tende a commutare a frequenza
elevata mantenendo l'errore intorno allo zero; tali commutazioni in alta frequenza sono da
evitare in quanto provocherebbero una notevole usura sia del rel stesso che del
compressore riducendo il loro tempo di vita. Per evitare tale inconveniente si ricorre ai
cosiddetti rel con isteresi, la cui caratteristica mostrata in Fig.4.12.
IV-10
u
yr(t)
u(t)
e(t)
U1
-e
e+ e
U2
y(t)
r(t)
e(t)
+
-
on
off
u(t)
-e-
e+
Compr.
q(t)
Frigorifero
f(t)
Figura 4.13 Controllo della temperatura di un frigorifero mediante rel con isteresi
IV.4.1 Progetto di un controllore a rel per un sistema del I ordine
Consideriamo un sistema del primo ordine descritto da unE.D. i-u del tipo:
y y Gu
(4.9)
yr(t) +
e(t)
-
u(t)
y y Gu
y(t)
(4.10)
IV-11
Figura 4.15 Tipica risposta di un sistema del primo ordine controllato con rel
Come si pu notare, a partire dallistante in cui luscita raggiunge per la prima volta il
valore yr , il segnale di controllo diventa periodico. Vediamo come i parametri di
funzionamento del sistema, ossia il tempo di salita Ts e lampiezza degli intervalli di
chiusura Ton e apertura Toff del rel sono legati ai parametri di progetto del controllore.
Per quanto riguarda il tempo di salita Ts da 0 al 100% di y r , poich fino al primo
spegnimento luscita data da:
y(t ) GU (1 e
risulta:
GU (1 e
Ts
) yr
da cui:
Ts log
GU
GU yr
(4.11)
GU
il fattore di sovralimentazione del sistema di controllo, valori
yr
tipici di Ts in funzione di tale fattore sono forniti in Tabella 4.1.
Indicando con
1.25
1.5
Ts
1.6
1.1
0.69
0.41
Tabella 4.1
Per quanto riguarda invece Ton , poich durante la fase on del rel luscita data da:
IV-12
y(t ) ( yr )e
GU (1 e )
GU yr
GU yr
(4.12)
y(t ) ( yr )e
Toff log
yr
yr
(4.13)
se 0 , sia Ton che Toff 0 , cio la frequenza di commutazione del rel tende
allinfinito.
Ton
100 il coefficiente di
T
parzializzazione, valori tipici di tali parametri in funzione del fattore di sovralimentazione
per il caso di 5% yr e 10% yr , sono riportati nelle Tabelle 4.2 e 4.3,
rispettivamente.
Detto T Ton Toff il periodo del segnale di controllo e
1.25
1.5
0.51
0.30
0.20
0.15
80%
67%
50%
33%
1.25
1.5
1.05
0.61
0.40
0.30
80%
67%
50%
33%
per avere piccoli valori del tempo di salita Ts bisogna aumentare il fattore di
sovralimentazione ; ci comporta un aumento della frequenza di
commutazione e il sovradimensionamento dellattuatore;
IV-13
Il limite di utilizzazione dei controllori a rel sta proprio nella difficolt nel trovare
un'adeguata soluzione di compromesso tra queste due opposte esigenze.
Supponiamo ora che sul processo intervenga un disturbo costante che produca come
effetto una diminuzione della risposta a regime pari a y d . In tal caso la condizione (4.10)
che garantisce la commutazione del rel va riscritta nella forma:
GU yd yr
(4.14)
y y Gu
Figura 4.16 Tipica risposta di un sistema del secondo ordine controllato con rel
IV-14
per avere piccoli errori bisogna utilizzare soglie differenziali molto basse, specie nel
caso di 1; ci, soprattutto in presenza di rumore di misura su y, pu dar luogo a
inutili e frequenti commutazioni del rel che possono danneggiare sia lattuatore che
limpianto;
IV.5
Regolatori PID
I regolatori PID sono dispositivi di controllo nei quali la variabile di controllo u(t) viene
generata come somma di tre contributi detti, rispettivamente, azione proporzionale, azione
integrale, azione derivativa. Nel seguito vengono anzitutto descritti questi tre tipi di
azione.
Per meglio illustrare gli effetti dei tre tipi di azione, faremo riferimento al problema
del controllo della posizione verticale del sistema massa-molla-smorzatore illustrato in
Fig.4.17. E' interessante notare che tale sistema pu essere interpretato come una
rappresentazione schematica del sistema di sospensione attiva di un autoveicolo o di un
velivolo.
(4.15)
IV-15
Supponiamo che obiettivo del controllo sia quello di portare la massa sospesa dalla
posizione di equilibrio ad una nuova posizione costante garantendo un comportamento
preassegnato sia in transitorio che a regime. In tale ipotesi il segnale di comando sar un
segnale a gradino del tipo:
yr (t ) Yr 0 1(t )
u(t ) K P e(t )
ove KP detto coefficiente dell'azione proporzionale o guadagno proporzionale.
yr(t)
e(t)
u(t)
KP
y(t)
my by ky K P e K P ( yr y )
per cui l'E.D. tra riferimento e uscita :
my by (k K P ) y K P yr
(4.16)
Come si vede, se, come quasi sempre accade, K P 0 , l'effetto che si ottiene
interpretabile come quello legato ad un aumento della rigidezza della molla o alla presenza
di una molla virtuale di rigidezza K P . Valutiamo i parametri essenziali della risposta a
gradino di tale sistema.
-
KP
k KP
IV-16
b
2 ( k K P )m
y (m)
0.14
KP=1000
0.12
KP=500
0.1
0.08
KP=200
0.06
KP=100
0.04
0.02
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
t (s)
IV-17
Figura 4.19 Risposta al gradino del sistema massa-molla smorzatore con controllo proporzionale
Come visto, uno degli effetti benefici dell'aumento del guadagno proporzionale KP quello
di far diminuire l'errore a regime. In generale vi anche un altro effetto benefico, vale a
dire l'aumento della velocit di risposta. A questi vantaggi, tuttavia, si accompagna sia un
aumento notevole dell'ampiezza del segnale di controllo, e questo potrebbe essere non
compatibile con il sistema di attuazione scelto e/o con limpianto, che un aumento della
sovraelongazione.
Esempio 4.5. Si consideri nuovamente il sistema meccanico dell'esempio 4.4, con gli stessi valori dei
parametri. Supponiamo per che questa volta il segnale di forza, comandato dal controllore, venga generato
da un attuatore (per esempio un motore elettrico) che, a sua volta, sia un sistema dinamico del primo ordine
con guadagno unitario e costante di tempo =0.02s, ossia descritto da un'E.D. del tipo:
f 50 f 50u
dove f(t) la forza effettivamente generata sul sistema e u(t) l'uscita del controllore. Lo schema di controllo
a ciclo chiuso si presenta come in Fig.4.20.
yr(t)
e(t)
u(t)
f(t)
Attuatore
KP
-
y(t)
Sistema
meccanico
Figura 4.20 Schema di controllo del sistema massa-molla smorzatore con sistema di attuazione
Gli andamenti delluscita e del segnale di forzamento a ciclo chiuso, mostrati in Fig.4.21, confermano
le considerazioni precedentemente fatte. Inoltre lo studente interessato pu facilmente verificare in
simulazione che, allaumentare di K P , il sistema a ciclo chiuso diventa instabile. Ci, a differenza di quanto
accade nellesempio precedente, dovuto al fatto di aver portato correttamente in conto la dinamica
dellattuatore.
y (m) 0.12
f (N)
0.1
20
15
KP=200
KP=200
0.08
10
KP=100
0.06
KP=100
KP=50
KP=50
0.04
0
0.02
0.2
0.4
0.6
0.8
t (s)
-5
0
0.2
0.4
0.6
0.8
t (s)
Figura 4.21 Risposta al gradino e segnale di controllo del sistema massa-molla smorzatore + attuatore con
controllo proporzionale
IV-18
u (t ) K I e( )d
0
yr (t ) +
e(t )
K I e(t )dt
u(t )
y(t )
my by ky K I e( ) d
0
Derivando primo e secondo membro, e tenendo presente che per t>0 il segnale di
riferimento costante e quindi le derivate successive di y(t ) e(t ) yr coincidono con le
derivate del segnale di errore, si ha:
me be ke K I e 0
(4.17)
IV-19
E' da notare che tale risultato vale quale che siano i valori dei parametri del sistema e
di quello KI del controllore purch il sistema a ciclo chiuso sia asintoticamente stabile. Se il
sistema da controllare asintoticamente stabile, tale vincolo sicuramente soddisfatto per
bassi valori di KI. Al crescere di KI il sistema tende in generale verso l'instabilit. Inoltre
possibile mostrare che:
utilizzando un controllo di tipo integrale, il sistema a ciclo chiuso tende ad esibire una
velocit di risposta pi bassa rispetto a quella che si ha con un controllore proporzionale;
per aumentare la velocit di risposta bisognerebbe aumentare il guadagno KI , ma un tale
aumento tende a generare un aumento dell'ampiezza delle oscillazioni con tendenza verso
l'instabilit.
Mostriamo quanto detto con un esempio.
Esempio 4.6. Si consideri nuovamente il sistema meccanico dell'esempio 4.4 con gli stessi valori dei
parametri. Il comportamento del sistema a ciclo chiuso utilizzando un controllore di tipo integrale con diversi
valori del coefficiente dell'azione integrale KI mostrato in Fig.4.23.
y (m)
0.14
KI=50
0.12
0.1
0.08
KI=20
KI=8
0.06
0.04
0.02
10
t (s)
Figura 4.23 Risposta al gradino del sistema massa-molla smorzatore con controllo integrale
Come si pu notare, l'errore a regime va sempre a zero. E' evidente tuttavia la minore velocit di risposta del
sistema rispetto a quello con azione proporzionale. Tale velocit di risposta non pu essere recuperata
semplicemente aumentando KI ; infatti un aumento di tale coefficiente tende a portare velocemente il sistema
verso l'instabilit.
de(t )
dt
IV-20
yr (t ) +
e(t )
KD
de(t )
dt
u(t )
y(t )
my by ky K D e K D y
per cui l'E.D. tra riferimento e uscita :
my (b K D ) y ky 0
(4.18)
Come si vede, l'effetto che si ottiene interpretabile come quello legato ad un aumento del
coefficiente di attrito dello smorzatore (se K D 0 ). Valutiamo i parametri essenziali della
risposta a gradino di tale sistema.
-
Per quanto riguarda la risposta in transitorio, gli effetti dell'azione derivativa possono
essere intuiti tenendo presente che, poich essa interpretabile come un aumento del
coefficiente di attrito dello smorzatore, la sua presenza comporta un aumento del
coefficiente di smorzamento delle radici dell'equazione caratteristica. Questo
confermato dal calcolo analitico di tale coefficiente che risulta per la (3.70) pari a:
b KD
2 km
IV-21
u (t ) K P e(t ) K I e( ) d K D
0
de(t )
dt
1
u (t ) K P e(t )
TI
e( ) d TD
0
de(t )
dt
(4.19)
a cui corrisponde una struttura realizzativa di principio del tipo di quella mostrata in
Fig.4.25.
TD
yr(t)
e(t)
1
TI
de(t )
dt
+
e(t ) dt
KP
u(t)
y(t)
1
IV-22
e(t)
v(t) +
u(t)
Regolatore PID
y(t)
Processo
IV-23
Supponiamo che il processo sia descritto da unE.D. i-u del I ordine del tipo:
v v Gu ,
y vd ,
(4.20)
e il controllore dallequazione:
u K P ( yr y)
(4.21)
y y d Gu
e, sostituendo lespressione di u data dalla (4.21). si ottiene:
y y d G K P ( yr y)
da cui, con semplici passaggi, si ottiene:
1 GK P
y y
GK P
1
yr
d
1 GK P
1 GK P
(4.22)
GK P
1
Yr 0
D0
1 GK P
1 GK P
(4.23)
1
.
1 GK P
Analogamente, lerrore a regime tra segnale di riferimento e segnale di uscita in assenza di
disturbo risulta pari a:
Come si vede, leffetto del disturbo sulluscita risulta essere attenuato del fattore
e Yr 0
GK P
1
Yr 0
Yr 0
1 GK P
1 GK P
100
1 GK P
(4.24)
IV-24
1 GK P
(4.25)
19
1
Yr 0 D0 0.95Yr 0 0.05D0
20
20
ossia lerrore nellinseguimento del riferimento pari al 5%, mentre leffetto del disturbo
sulluscita viene attenuato del 95%. Il sistema, inoltre, risulta essere 20 volte pi veloce,
anche se in pratica tale velocit risulta essere minore a causa delle inevitabili saturazioni
degli organi di attuazione del segnale di controllo.
Controllore proporzionale: processo del secondo ordine.
Supponiamo che il processo sia descritto da unE.D. i-u del II ordine del tipo:
1
v v Gu ,
y vd ,
(4.26)
e il controllore dallequazione:
u K P ( yr y)
(4.27)
Scriviamo ora lE.D. i-u dellintero sistema in controreazione. Dalla (4.27), tenendo
presente che v y d , v y e v y , e sostituendo lespressione di u data dalla (4.27) si
ha:
1
y y d GK P ( yr y )
nc
2 c
nc
y y
GK P
1
yr
d
1 GK P
1 GK P
nc n 1 GK P
c
(4.28)
1 GK P
GK P
1
Yr 0
D0
1 GK P
1 GK P
(4.29)
IV-25
Pertanto, per quanto riguarda lerrore a regime, valgono gli stessi risultati ottenuti
per processi del I ordine. Ancora una volta, quindi, per avere una buona precisione a
regime si deve scegliere K P in maniera tale che si abbia GK P 1 . E da notare tuttavia
che, in base alla terza delle (4.28), una tale scelta in questo caso comporta una notevole
diminuzione di c e quindi unelevata sovraelongazione. In pratica vengono tollerate
sovraelongazioni minori del 30%, e quindi, in base alla (3.74), c 0.35 . Cos facendo
per, poich in base alla terza delle (4.28) si ha:
KP
c 1
2
(4.30)
c nc
(4.31)
progettare un regolatore proporzionale che garantisca un errore a regime in assenza di disturbo minore del
5%, e che attenui leffetto del disturbo sulluscita per pi del 10%. Calcolare inoltre la sovraelongazione e il
tempo di assestamento del sistema a ciclo chiuso.
Notiamo anzitutto che lE.D. del processo pu mettersi nella forma ingegneristica:
1
5
1
y y y u
6
6
3
da cui si ricava che G 1 3 . Tenendo presente la (4.24), valida anche nel caso di processi del II ordine, per
garantire il soddisfacimento della specifica sullerrore a regime in assenza di disturbo deve essere:
100
19
5 1 GK P 20 K P 57
1 GK P
G
Daltro canto, per garantire il soddisfacimento della specifica sullattenuazione del disturbo, in base
alla (4.29) deve essere:
100
9
10 1 GK P 10 K P 27
1 GK P
G
Ne consegue che, per soddisfare entrambe le specifiche si pu scegliere K P 60 . Con tale scelta, lE.D. del
sistema a ciclo chiuso risulta essere:
1
5
1
1
5
y y y 60 y r y
y y 21y 20 y r
6
6
3
6
6
1
5
20
y
y y
yr
126
126
21
Si ha pertanto:
IV-26
2 c
nc
5
5
c
0.2
126
2 126
v v Gu ,
y vd ,
(4.32)
u K I ed
u K I ( yr y)
(4.33)
y y Gu GKI ( yr y)
da cui:
GK I
1
y y yr .
GK I
(4.34)
nc
2 c
nc
y y y r
(4.35a)
ove si posto:
nc
GK I
(4.35b)
1
c
2 GK I
Valutiamo ora la risposta a regime del sistema a ciclo chiuso in presenza di un segnale di
riferimento a gradino di ampiezza Yr 0 e di un disturbo costante di ampiezza D0 . Questa, in
base a quanto detto nel paragrafo III.4.4 e sulla base della (4.35), risulta essere:
y Yr 0
d D0
4.36)
Yr 0
GK I
(4.37)
IV-27
1
4G c
(4.38)
cnc
(4.39)
v v Gu ,
y vd ,
(4.40)
e supponiamo che sia controllato da un regolatore integrale del tipo (4.33). Con una
procedura analoga a quella utilizzata nella sezione precedente per i processi del I ordine, si
ricava lE.D. del sistema a ciclo chiuso nella forma:
1
2
1
y
y
y y yr .
n GK I
GK I
n GK I
2
(4.41)
3 2 n 2 n 2 n 2GK I 0
(4.42)
IV-28
Con tecniche la cui presentazione esula dagli scopi di questo corso, possibile far vedere
che per bassi valori di K I una radice risulta essere reale, negativa e molto vicina
allorigine, per cui il sistema a ciclo chiuso presenta un transitorio molto lento. Al crescere
di K I il sistema tende prima a presentare oscillazioni di ampiezza crescente e poi diventa
instabile. In altri termini, al crescere di K I , una coppia di radici della (4.42) diventano
prima complesse, poi tendono verso lasse immaginario e infine vanno nel semipiano
positivo. Il valore K c del guadagno integrale K I oltre il quale il sistema instabile, detto
guadagno critico, si pu ricavare imponendo che la (4.42) abbia una coppia di radici
immaginarie coniugate del tipo jc . In tale situazione la (4.42) dovr soddisfare
luguaglianza:
jc 2 nc n jc n GKc 0
3
da cui, uguagliando a zero parte immaginaria e parte reale del polinomio a primo membro,
si ottiene:
c n
2 n
Kc
(4.43)
Controllore proporzionale-integrale-derivativo.
Il progetto di un controllore PID completo molto pi complesso dei casi affrontati
precedentemente, e, alla luce delle conoscenze fin qui acquisite, pu essere effettuato solo
con lausilio di strumenti di simulazione. Per capire le potenzialit di tale regolatore,
consideriamo un processo del II ordine del tipo:
v a1v a2 v bu ,
y vd ,
(4.44)
(4.45)
Derivando ambo i membri della (4.44) e sostituendo la derivata della (4.45) si ha:
y a1 bK D y a2 bK P y bK I y bK D yr bK P y r bK I yr
(4.45)
IV-29
per cui lerrore a regime nullo. Infine, per quanto riguarda il transitorio, mediante una
scelta opportuna dei guadagni K P , K D , K I , si riescono ad assegnare ad arbitrio tutti i
coefficienti del polinomio caratteristico e quindi le sue radici i da cui dipende in maniera
forte la risposta in transitorio.
IV.5.4 Taratura dei parametri dei regolatori PID: metodi basati su prove sperimentali
Consideriamo ora il caso, frequentemente ricorrente in molte applicazioni
industriali, in cui nella progettazione di un sistema di controllo ci si contenta di avere
prestazioni non spinte ed inoltre il processo disponibile per poter effettuare delle prove
sperimentali. In tal caso si possono utilizzare procedure di taratura dei parametri dei
regolatori PID che sono basate su semplici prove sperimentali da eseguire sull'impianto da
controllare, e sull'utilizzazione di formule semi-empiriche che consentono di fissare i valori
dei parametri del controllore in base ad altri parametri ottenuti con le suddette prove
sperimentali.
Queste procedure di taratura sperimentale sembrano aggirare sia il problema della
determinazione del modello del sistema da controllare, sia quello della conoscenza delle
procedure di progetto. In realt le prove sperimentali sono finalizzate a caratterizzare il
comportamento dell'impianto con un numero limitato di parametri, e quindi a determinarne
un modello estremamente semplice. Le formule di taratura automatica dei parametri del
regolatore sono allora da assumersi come ottenute da una procedura di progetto applicata a
tale modello semplificato.
Nel seguito vengono presentate due tecniche di taratura automatica che vanno sotto
il nome di "Metodo di Ziegler e Nichols in anello chiuso" e "Metodo di Ziegler e Nichols in
anello aperto".
IV-30
y (m)
y (m)
0.16
KP=600
0.14
0.2
KPc=1400
0.18
0.16
T=0.2
0.12
0.14
0.1
0.12
0.08
0.1
0.08
0.06
0.06
0.04
0.04
0.02
0
0.02
0.2
0.4
0.6
0.8
1.2
1.4
t (s)
0.2
0.4
0.6
0.8
1.2
1.4
t (s)
Figura 4.27 Risposta del sistema dell'esempio 4.5 durante le prove del metodo di Ziegler e Nichols in anello
chiuso
KP
TI
0.5KPc
PI
0.45KPc
0.8T
PID
0.6KPc
0.5T
TD
0.125T
Esempio 4.8. Si consideri nuovamente il sistema meccanico dell'esempio 4.4 con gli stessi valori dei
parametri. Si vuole comparare il comportamento del sistema a ciclo chiuso utilizzando i tre tipi di regolatori,
P, PI e PID, tarati con il metodo di Ziegler e Nichols in anello chiuso.
I valori di KPc e T, come mostrato in Fig.4.9, risultano essere:
KPc=1400;
T=0.2.
IV-31
0.16
60
50
0.14
40
0.12
30
0.1
20
0.08
10
0
0.06
-10
0.04
-20
0.02
0
-30
0.5
1.5
-40
0.5
1.5
Figura 4.28 a. Andamento dell'uscita controllata e della forza agente sul sistema dell'esempio 4.7 con
controllore proporzionale tarato con il metodo di Ziegler e Nichols in anello chiuso
0.2
80
0.18
60
0.16
40
0.14
0.12
20
0.1
0
0.08
0.06
-20
0.04
-40
0.02
0
-60
Figura 4.28 b. Andamento dell'uscita controllata e della forza agente sul sistema dell'esempio 4.7 con
controllore proporzionale-integrale tarato con il metodo di Ziegler e Nichols in anello chiuso
0.14
1200
1000
0.12
800
0.1
600
0.08
400
0.06
200
0
0.04
-200
0.02
-400
0.2
0.4
0.6
0.8
-600
0.2
0.4
0.6
0.8
Figura 4.28 c. Andamento dell'uscita controllata e della forza agente sul sistema dell'esempio 4.7 con
controllore proporzionale-integrale-derivativo tarato con il metodo di Ziegler e Nichols in anello chiuso
In conclusione il metodo di Ziegler e Nichols non pu ritenersi del tutto soddisfacente, e richiede
comunque un successivo aggiustamento "manuale" dei parametri del controllore, cosa che comunque richiede
una certa esperienza. Nel caso in cui sono richieste prestazioni spinte, anche con tale procedura manuale non
si riescono a raggiungere i risultati richiesti. In questo caso diventa indispensabile l'uso di procedure di
progetto che richiedono una competenza specifica. Cos, ad esempio, per il caso in esame, un controllore in
grado di soddisfare le seguenti specifiche:
IV-32
i)
ii)
ta5% 2s ,
iii)
assenza di sovraelongazione,
iv)
un controllore di tipo PID che soddisfa tali specifiche ha: KP=40; TI=0.7; TD=0.15. Le prestazioni ottenute
sono mostrate in Fig.4.29.
0.12
35
30
0.1
25
0.08
20
0.06
15
0.04
10
0.02
Figura 4.29. Andamento dell'uscita controllata e della forza agente sul sistema dell'esempio 4.7 con
controllore proporzionale-integrale-derivativo progettato con tecniche di controllo avanzate.
T+
Figura 4.30. Determinazione dei parametri della risposta a gradino per la taratura dei regolatori standard con
il metodo di Ziegler e Nichols in anello aperto
Sul grafico della risposta si supponga di tracciare la tangente geometrica nel punto di
massima pendenza della risposta. I parametri con cui si caratterizza la risposta sono allora i
seguenti:
IV-33
G = costante di guadagno, che fornita dal valore di regime della risposta a gradino
normalizzata;
KP
P
PI
PID
TG
0.9
TG
1.2
TG
TI
TD
3T
2T
0.5T
Per quanto riguarda le prestazioni dei sistemi a ciclo chiuso utilizzando regolatori
tarati con tale metodo, valgono considerazioni analoghe a quelle fatte per il metodo di
Ziegler e Nichols in anello chiuso.
IV-34