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Concetto di funzione
B, distinti o coincidenti, si dice funzione o applicazione una corrispondenza che
associ a ogni elemento di A uno e un solo elemento di B.
La corrispondenza fra i due insiemi A e B viene realizzata mediante una legge che, generalmente, si indica col
simbolo f.
Si scrive:
f:AB
Si dice che la legge f istituisce un'applicazione da A verso B. Allora, al generico elemento xA corrisponder in
B l'elemento y e si scrive:
y = f(x) oppure f : x y, con xA e yB.
Si dice che y l'immagine di x secondo la legge f.
L'insieme A si dice dominio della funzione e si indica con dom f.
Dati due insiemi
L'insieme delle immagini degli elementi del dominio di una funzione si chiama codominio della funzione e si
indica con codf.
Il codominio di una funzione sottoinsieme di B. Cio, si ha:
codf B.
Quindi, data la funzione:
si ha:
f: AB,
domf = A, codf B.
Se il codominio di una funzione coincide col secondo insieme, si dice che la legge f rappresenta un'applicazione di
Se invece il codomnio della funzione non coincide col secondo insieme, allora si parla di applicazione di A in B.
ESEMPI
A = {1, 4, 6, 7} e B = {3, 8, 13, 10, 15}, si consideri la funzione (o
applicazione) che associa ad ogni elemento di A il suo doppio aumentato di 1 appartenente a B.
1.
In simboli, si pu scrivere:
f : x y = 2x + 1, con xA e yB.
Si ha:
A
1
4
3
8
9
15
13
10
9
8
3
13
15
f(1) = 2 1 + 1 = 3;
f(4) = 2 4 + 1 = 9;
f(6) = 2 6 + 1 = 13;
f(7) = 2 7 + 1 = 15.
10
Fig. 1
2.
6 7
dom f = {1, 4, 6, 7} = A,
codf = {3. 9, 13, 15} B.
A
5
15
21
24
21
Si tratta di un'applicazione di A su
di un'applicazione suriettiva.
15
27
Fig. 2
Sia data la funzione: y
9 A
u
6
Si ha: Dom
B, ossia
f = A, codf = B.
Si tratta di un'applicazione di
N in N.
4
2
Fig. 3
O1 2 3
4.
f(5) = 3 5 =15;
f(7) = 3 7 = 21;
f(8) = 3 8 = 24;
f(9) = 3 9 = 27.
27
24
3.
Si ha:
Paolo Siviglia
Si tratta di un'applicazione di R su R.
Si ha, cio:
O Fig.4
dom f = R, cod f = R.
fondata da Galileo.
L'immagine geometrica di una data funzione si chiama diagramma o rappresentazione grafica di tale funzione.
Il diagramma di una funzione fornisce una visione panoramica del suo andamento. Cos, con un colpo d'occhio, si
possono cogliere meglio gli aspetti pi significativi di una questione puramente algebrica.
Polinomi
Si chiama polinomio in x lespressione:
I due problemi sono uno l'inverso dell'altro e sono equivalenti ai due problemi seguenti:
Il primo problema di facile soluzione perch basta eseguire le operazioni indicate. Il secondo, invece, presenta a
volte notevoli difficolt.
Dal punto di vista grafico, la soluzione del secondo problema equivale a determinare le intersezioni del diagramma
del polinomio con una retta orizzontale.
Mentre a ogni ascissa delle funzioni polinomiali corrisponde una ed una sola ordinata, a ogni ordinata, invece,
possono corrispondere una, nessuna o pi ascisse, come si vedr in seguito.
Determinare i valori che annullano un polinomio equivale a determinare i punti di intersezione del suo grafico con
l'asse x, luogo di tutti i punti del piano di ordinata nulla. I valori che annullano un polinomio si dicono zeri o radici
del polinomio.
DEFINIZIONE
DEFINIZIONE
Il teorema fondamentale dell'algebra afferma che una funzione razionale intera P(x) ha almeno una radice, reale o
complessa.
Si omette la dimostrazione perch esula dall'ambito del programma.
Quindi, le radici di un'equazione algebrica esistono sempre e sono numeri reali o complessi.
Per le equazioni non algebriche questo discorso non vale. Come si avr occasione di constatare in seguito, esistono
equazioni non algebriche che possono non avere radici n reali n complesse.
Fattorizzazione di un polinomio
Il teorema fondamentale dell'algebra conduce alla seguente proposizione:
Pn(x1) = 0
Allora, si pu scrivere:
che si abbia:
Pn1(x2) = 0.
Quindi, si pu scrivere:
Paolo Siviglia
n
dove P0(x), un polinomio di grado zero, ossia una costante che risulta uguale al coefficiente a0 di x Risulta
cos dimostrata la (1).
Dalla fattorizzazione del polinomio Pn(x) risulta che i numeri:
x1, x2, , xn
sono le radici del suddetto polinomio. Infatti, per la legge di annullamento di un prodotto, il polinomio
annulla soltanto per:
Pn(x)
si
perch nessun
= 0, si pu dire:
P(x)
assume un certo valore prefissato k si riconduce a quello della determinazione degli zeri del polinomio:
Infatti, se devessere:
si ha:
R(x) = P(x) k.
P(x) = k,
P(x) k = 0.
(2)
R(x) = 0.
Il polinomio R(x) ha lo stesso grado di P(x). Da ci discende:
TEOREMA
Infatti, il polinomio:
a1 = 0, a2 = 0, , an = 0.
y = ax + b, x, yR.
L'immagine geometrica di una funzione del genere una retta. Infatti, ogni retta di un piano riferito a un sistema di
assi coordinati cartesiani ortogonali rappresentata da un'equazione di primo grado con le incognite x e y e
viceversa.
x
y
a, b
a = 0,
Per
y = b.
y = ax + b
Lequazione:
comprende tutte le rette del piano, escluse quelle parallele all'asse delle ordinate, le quali sono rappresentate da
equazioni del tipo:
x = k,
con k numero reale.
Il coefficiente a della variabile indipendente x rappresenta la variazione dell'ordinata corrispondente alla variazione
unitaria dell'ascissa. Ad esempio, si considerino i punti
numeri k e
A(k; ak + b).
B(k + 1; ak + a + b).
Quindi:
per a > 0, la funzione crescente;
per
4
Fig. 5
O
23
a < 0,
a = 0,
la funzione decrescente;
per
la funzione costante.
Osservando che l'equazione cartesiana di una retta esprime la relazione che sussiste fra
le coordinate dei suoi punti, si in grado di trovare le coordinate di quanti punti si
vogliano della retta.
Ad esempio, data l'equazione
y = 3x2
= k.
equivale a determinare
Paolo Siviglia
Poich tutte le rette verticali intersecano una data retta, allora alla x pu essere attribuito qualsiasi valore reale.
Il dominio di una funzione algebrica di primo grado allora tutto l'insieme dei numeri reali, ossia si estende da
meno infinito a pi infinito.
In simboli, si scrive: < x < + .
Attribuire, invece, alla variabile y di una funzione y
= f(x)
del grafico della funzione con la retta orizzontale y = k.
Poich tutte le rette orizzontali intersecano il grafico di una funzione algebrica di primo grado, si dice che tale
funzione pu assumere qualsiasi valore reale.
ESEMPI
1.
= 2x 3.
Per x
Per x
= 0, si ha: y = 3;
= 1, si ha: y = 1;
Fig. 6
2.
= 3x + 5.
y
u
Per x
Per x
= 0, si ha: y = 5;
= 1, si ha: y = 2;
5) e (1; 2).
Fig. 7
O 1
3.
x
-1 2 fig. 8
vale
5?
y=5
= 3x 1
y=5
(2; 5),
y
4
1
-2
Fig. 9
-1
3
2
1
0
1
4
9
9
4
1
0
1
4
9
y = ax2 + bx + c, x, yR,
dove i coefficienti a, b, c possono assumere qualunque
valore, eccetto il valore 0 per a. Il diagramma una curva, detta parabola, simmetrica rispetto ad una retta
parallela all'asse delle ordinate.
La curva rivolta verso l'alto se a > 0, verso il basso se a < 0.
Il punto di intersezione dell'asse di simmetria con la parabola detto vertice ed il punto pi basso della curva se
a > 0, il pi alto se a < 0.
L'ascissa del vertice si trova mediante la formula:
xV =
b
.
2a
ESEMPI
1.
y
2
1
2 3 4 5
6
Si
b
6
=
= 3,
2a
2
yV = 32 6 3 + 2 = 7. V(3; 7).
Rappresentato il vertice della parabola, si disegna l'asse di
simmetria che la retta di equazione
x = 3.
-3
a = 1 > 0.
Si ha: xV =
-6
-7
y = x2 6x + 2.
Fig. 10
Paolo Siviglia
spostandosi verso destra o verso sinistra. In questo caso conviene procedere verso sinistra, considerando
successivamente i valori:
2, 1, 0, - 1,
e cos via.
y = 4 12 + 2 = 6.
= 2, si ha:
(2; 6) e (4; 6)
Per x = 1, si ha:
y = 1 6 + 2 = 3.
La parabola passa per i punti:
(1; 3) e (5; 3)
Per x = 0, si ha:
y = 2.
La parabola passa per i punti:
(0; 2) e (6; 2)
Per x
cod f: y 7.
dom f: = R;
Risulta:
<3
2.
>3
la funzione crescente.
y = x2 + 4x 1.
b
4
=
= 2; yV = 4 + 8 1 = 3.
2
2a
V(2; 3).
Per x = 1, si ha: y = 1 + 4 1 = 2.
La parabola passa per i punti: (1; 2) e (3; 2).
Per x = 0, si ha: y = 1.
xV =
y
V
Fig. 11
O
1
1) e (4; 1).
a = 1 < 0.
dom f: = R; cod f: y 3.
Per x < 2 la funzione crescente; per x > 2 la funzione
Risulta:
decrescente.
3.
La retta y
3
V
O
P(x) = x2 2x + 3 vale 3?
Fig. 12
x = 0, x = 2.
Il polinomio pu assumere il valore 3 soltanto quando allindeterminata x viene
assegnato il valore 0 oppure 2. Infatti, si ha: P(0) = 0 0 + 3 = 3;
P(2) = 4 4 + 3 = 3.
4.
y=5
V
P(x) = x2 + 4x vale 5?
Fig. 3
O
x
y = ax3 + bx2 + cx + d,
dove i coefficienti (o parametri) a,
b, c, d
Questo tipo di funzione viene detta anche parabola cubica o curva del terzo ordine.
Per lo studio completo di questo tipo di funzioni necessitano nozioni di calcolo infinitesimale, che al momento
mancano.
Per ora, comunque, si pu tentare uno studio approssimativo.
Il diagramma della parabola cubica pu avere un andamento come quelli rappresentati qui di seguito.
a>0
Per a
Fig.14
a>0
Per a
< 0,
Fig.15
ESEMPI
1.
Fig. 16
10
Paolo Siviglia
NOTA
Per disegnare una curva algebrica di grado dispari si prende come riferimento
la retta. Se il primo coefficiente positivo, da sinistra a destra, l'andamento
inizia crescendo, analogamente a quello della retta avente coefficiente angolare
positivo. Se, invece, il primo coefficiente negativo, la curva inizia
decrescendo.
2.
Fig. 17
3.
1, 1, 2, 5, 6.
-1 O 1
quindi il grafico
inizia
Fig. 18
a>0
Fig.19
andamenti:
decrescente crescente.
Per a < 0, si ha, invece, l'uno o l'altro dei due andamenti:
a<0
crescente decrescente.
Fig. 20
Generalit sulle equazioni algebriche
11
ESEMPI
1.
1 4
3, 1, 4, 7.
Fig. 21
NOTA
2.
Per disegnare una curva algebrica di grado pari si prende come riferimento la
parabola. Se il primo coefficiente positivo, da sinistra a destra, l'andamento
inizia decrescendo, analogamente a quello della parabola avente il primo
coefficiente positivo. Se, invece, il primo coefficiente negativo, la curva inizia
crescendo.
O1 2
1, 2, 4, 6.
Fig. 22
Pm(x),
rispettivamente di grado
Pn(x0) = Pm(x0),
si dice che i due polinomi sono uguali per x
= x0.
Si vuole ora prendere in considerazione il problema riguardante la ricerca di tutti i valori di x per cui due polinomi
risultano uguali.
Osservando che quando due polinomi sono uguali, la loro differenza zero, si comprende facilmente che la ricerca
di tali valori viene ricondotta a quella della ricerca degli zeri del polinomio differenza.
Infatti, se:
da
R(x) = 0
consegue:
Pn(x) Pm(x) = 0
e viceversa.
Il polinomio R(x) sar al massimo di grado n.
Quindi, i due polinomi possono essere uguali al massimo per n valori distinti dell'indeterminata x.
12
Paolo Siviglia
Graficamente il problema posto equivale a quello della ricerca dei punti di intersezione dei diagrammi
dei due polinomi.
Si pu dire allora che i diagrammi di due funzioni polinomiali, di grado
comune al massimo n punti distinti.
Due polinomi che, invece, risultano uguali per qualsiasi valore di
n ed m, con n m,
possono avere in
x si dicono identici.
P(x) Q(x).
Se due polinomi P(x) e Q(x) sono identici, il polinomio differenza
P(x) Q(x)
Consegue
P(x) Q(x) 0.
a = 0, b = 1, c = 5, d = 7, e = 1.
I diagrammi di due polinomi identici sono coincidenti, ossia sono rappresentati dalla medesima curva.
ESEMPI
1.
= x2 4x + 1, B(x) = 2x 4.
R(x) = (x1)(x5).
A(x)
B(x)
x=1 e x =5.
1
O
-2
5
Fig. 23
Gli zeri del polinomio differenza R(x) sono quelli che rendono
uguali i due polinomi dati. Infatti, si ha:
A(1) = 1 4 + 1 = 2, B(1) = 2 4 = 2;
A(5) = 25 20 + 1 = 6, B(5) = 10 4 = 6.
I punti di intersezione dei due grafici hanno coordinate:
13
2.
= x2 4x + 1, B(x) = x2 + 7.
y
u
A(x)
B(x)
x1 = 1 e x2 = 3.
3
-1 O
-2
Fig.24
I valori trovati sono gli unici che fanno assumere lo stesso valore ai
due polinomi dati. Infatti, si ha:
A(1) = 1 + 4 + 1 = 6, B(1) = 1 + 7 = 6;
A(3) = 9 12 + 1 = 2, B(3) = 9 + 7 = 2.
3.
6
B(x)
A(x)
V
O1
x
Fig. 25
4.
y
u
A(x) = x2 4x + 1, B(x) = x2 4x 2
risultano uguali.
A(x)
Si ha:
B(x)
V
Fig. 26
14
Paolo Siviglia
si pu scomporre in
Si dice che:
xk
Si pu dire anche:
P(x) = x3 5x2 + 7x 3,
scomponendolo in fattori, si ha:
1
3
Fig. 27
ESEMPI
1.
Le radici sono:
x = 1 con molteplicit 1: punto semplice;
x=3
x=6
O
= (x1)(x3)2(x6)2.
3 Fig. 28
secante
15
2.
y
x=4
Fig. 29
3.
-2
Fig. 30
4.
2
x
-1
fig. 31
P(2) = 4 4 1 = 1,
Q(2) = 4 5 = 1.
I due grafici sono tangenti nel punto di coordinate (2; 1).
Contando ogni radice di un polinomio tante volte quant' la sua molteplicit, si pu dire che:
5.
16
Paolo Siviglia
x=2
x=2
x=2
per A(x)
x1 = 2
x1 = 2
x1 = 2
per A(x)
per A(x)
e
e
e
x2 = 2
x2 = 2
x2 = 2
per B(x)
per B(x)
per B(x)
I diagrammi dei tre polinomi illustrano molto bene l'importanza di contare pi volte la stessa radice.
u
y
B(x)
C(x)
A(x)
O
Fig. 32
P(x)
una funzione razionale intera, basta scomporre in fattori lineari (di primo grado) tale funzione polinomiale.
Applicando la legge di annullamento di un prodotto, l'equazione data si scinde in n equazioni di primo grado, di
facile risoluzione. Quindi la scomposizione in fattori di un polinomio essenziale per risolvere equazioni algebriche
di grado superiore al primo.
Tuttavia la scomposizione in fattori di un polinomio di pi o meno facile esecuzione, se gli zeri del polinomio
sono dei numeri razionali.
Se, invece, tali zeri (o radici) sono numeri irrazionali o complessi, si incontrano notevoli difficolt per la
scomposizione.
Comunque nel prossimo capitolo si fa vedere come tali difficolt possono essere superate, almeno per i polinomi di
secondo grado. Infatti, come si vedr, si pu pervenire con relativa facilit a una formula generale per la risoluzione
di tutte le equazioni di secondo grado. Dopo di che si pu dire che, per risolvere un'equazione di grado superiore al
secondo, basta scomporre il relativo polinomio in fattori di primo e di secondo grado. In generale, per,
un'operazione del genere presenta delle difficolt che non sempre si in grado di superare agevolmente.
Anche se nell'ambito di questo studio interessano soltanto equazioni riducibili a
quelle di primo e secondo grado, per ragioni di completezza si ritiene utile
accennare brevemente alla teoria generale delle equazioni algebriche.
Innanzitutto si dice che un'equazione algebrica a coefficienti razionali
risolubile per radicali, se la ricerca delle soluzioni richiede l'uso soltanto di
operazioni di somma, differenza, prodotto, quoto e di estrazioni di radici, ossia
di operazioni algebriche.
Sono risolubili per radicali tutte le equazioni di grado non superiore al quarto.
17
Le equazioni algebriche di grado superiore al quarto non sempre sono risolubili per radicali. Per risolvere tali
equazioni, talvolta bisogna ricorrere a strumenti non algebrici. Per questo motivo stato possibile trovare formule
risolutive soltanto per le equazioni di grado minore o uguale al quarto.
Le formule risolutive per le equazioni di terzo e quarto grado sono opera di un gruppo di matematici italiani:
Gerolamo Cardano, Scipione Dal Ferro, Niccol Fontana (detto Tartaglia per una certa balbuzie
causatagli da una ferita), Ludovico Ferrari e Raffaele Bombelli. Nella storia della disciplina tali
matematici sono indicati con la denominazione di Algebristi del '500, perch la loro opera si svolse durante il
periodo rinascimentale, nel XVI secolo. Di grande importanza per l'algebra l'opera del matematico francese
Vite (1540-1603). Egli introdusse il simbolismo, ancora in uso, che consiste nell'indicare con le lettere
dell'alfabeto sia le costanti sia le incognite. Tale innovazione ha dato un grande impulso al progresso tecnicoscientifico generale.
L'algebra ha origini antichissime: gi i Babilonesi erano in grado di risolvere equazioni particolari di secondo e
terzo grado. Il suo sviluppo per stato molto lento.
Di una certa importanza, nell'antichit, l'opera di Diofanto, ma siamo gi al terzo secolo dopo Cristo.
Pregevoli sono stati i lavori dei matematici arabi, dal VII al XII secolo. La parola algebra si trova per la prima volta
nel titolo di un libro scritto dal matematico Al-Khuwarizmi nel IX secolo. In esso sono riportate le regole per
la risoluzione delle equazioni di primo e secondo grado.
Nella traduzione latina, il libro inizia con una presentazione del sistema di
numerazione posizionale e prosegue con la trattazione dei vari tipi di equazioni.
Le equazioni risultano formate da tre tipi di quantit, dette:
radici, quadrati e numeri.
18
1.
2.
3.
Paolo Siviglia
L'algebra simbolica fu introdotta dal francese Vite, nel XVI secolo, dopo di che l'algebra diventa la scienza del
calcolo letterale.
In seguito ai successi degli algebristi italiani nel '500, i matematici intrapresero la
ricerca della formula risolutiva per la pi generale equazione algebrica, ossia di
grado qualsiasi. Nessuno dei tentativi fatti per l'equazione di quinto grado ebbe
successo. Si cimentarono in tale impresa matematici di grande levatura come
Lagrange, Ruffini, Abel. Il problema venne risolto, alla fine, dal giovane matematico
francese Evariste Galois(1811 - 1832), il quale, con una metodologia nuova e
originale, riusc a dimostrare come non tutte le equazioni di grado superiore al
quarto siano risolubili per soli radicali.
A.
19