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Da I fiori del male, sezione I relitti, poesia n. V, A celle qui est trop gaie, p. 264.

La testa e le movenze della donna ricordano un paesaggio (banalit/semplicit che contrasta con
lultima strofa)
Seconda strofa incomprensibile. (sprigiona bellezza?)
La veste colorata colpisce la fantasia dei poeti, eccitandola a immaginare danze floreali
Qui avviene il cortocircuito:
la veste emblema dellumore variopinto di lei
Baudelaire la chiama una veste pazza, per tutti quei colori ma forse anche perch coprono il corpo
e coprendolo ne rivelano lessenza nascosta? Ad ogni modo qui la parola e il pensiero vengono presi
da una spirale: lei stessa pazza e lui pazzo di lei e dice di odiarla non meno di quanto la ama
A questo punto avviene una scissione:
loggetto non pi lei ma un giardino, dunque la natura stessa, risolvendo lambiguit della prima
strofa, dove per cera un pi ampio e vasto e libero paesaggio, quasi che scindendosi dal
connubio con il volto di lei, la natura si fosse essa stessa ridotta.
La dimensione ridotta, mutila della natura appare chiaramente dal riferimento alle passeggiate
stanche di un cittadino annoiato (Baudelaire trascina qui la sua atonia).
Gli capita di sentire unironia??
Il giardino unesperienza terribile, la potenza della natura, quasi concentrata e amplificata dal
grigiore della citt, si ritorce contro luomo. Il sole, lungi dallaccarezzarlo, gli squarcia il petto, il
verde e la primavera rappresentano unumiliazione e non uneccitazione del cuore di cui Baudealire
si vendica distruggendo un fiore. Quella che chiama insolenza della natura si ritorce contro la
natura stessa (peraltro presente in una forma gi mutila e limitata).
Il regno del poeta la notte e qui si fantastica la vendetta appropriata, rivolta stavolta non pi alla
natura ma alla donna, non pi protetta dallincanto della natura, ma nuda. Nella sua nudit letterale
essa ha perduto la magia con cui avvinghiava il poeta e della cui crudelt ora cade vittima. Le
potenze della notte compiranno su di essa lo scempio che la natura primaverile ha commesso
sulluomo.
Egli progetta, nella notte silenziosa, di strisciare come un essere vile verso di lei, che ancora vista
come qualcosa di pregiato ma, appunto, come un tesoro da derubare.
La vendetta fisica, lumiliazione della carne, la violenza sui seni; Baudelaire immagina infine di
farle uno squarcio su un fianco. Non lo squarcio solare che egli ha sentito in petto, ma uno squarcio
notturno e lugubre su un fianco in modo da poter approfittare carnalmente di quelle nuove labbra,
iniettandole il suo veleno. Ed ecco chiamata per nome quella vertigine da cui questo
movimento di scissione si originato.
La donna immagine ideologica della natura perch essa come la natura stessa violentata dal
maschio, sottomessa al suo controllo.

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