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La protesi, la carne e il tempo

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La protesi, la carne e il tempo


Scritto da Alberto Giovanni Biuso
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Tratto da: Diogene n1


Come nata la strana idea che il corpo sia un oggetto?
l corpo tra essere e avere
Perch nel linguaggio della vita quotidiana i termini corpo e mente sono pi spesso associati al verbo avere che al verbo essere?
Il corpo che sono non un oggetto fra gli altri anche perch il luogo da cui percepisco gli oggetti stessi. Il corpo pu osservare una
cosa da diversi punti di vista ma non pu girare intorno a se stesso, appunto perch non un arnese fra i tanti. Il corpo la struttura
nella quale e tramite cui diventa concreto lo spazio geometrico nel quale la mente immersa. Dalla elaborazione delle percezioni
visive, tattili, olfattive, sonore si origina il pensiero come scambio continuo fra il soggetto e l'ambiente naturale e sociale che gli d
vita e senso.
Bene pertanto suppongono quanti ritengono che n la mente esiste senza il corpo n che essa un corpo.
Corpo, certo, non , ma qualcosa del corpo (Aristotele), essa la forma che consente alle parti organiche di percepire il mondo non
come un insieme frammentario e casuale di suoni, colori, odori, superfici, bens come un tutto coerente e sensato. Il corpo quindi
ci che siamo e tuttavia il corpo di ciascuno inafferrabile dal proprio sguardo. Gli occhi infatti- che tutto guardano non possono
vedere se stessi, neppure in uno specchio. L'immagine che una superficie lucida riflette non mai fedele poich le parti vengono
invertite e quindi esperienza facile da verificare- ciascuno nello specchio percepisce se stesso in un modo leggermente diverso da
come lo vedono gli altri e quindi noi non sapremo come davvero appariamo, quale sia il volto scrutato da chi ci sta vicino. E per la
visione vera del mio corpo non l'avr nessuno se non io stesso. Il corpo che sono, infatti non il semplice organismo ma il centro
da cui si dipartono i significati, il linguaggio, il tempo, da cui insomma- prende avvio il mondo intero.
Corpo e corporeit
Con quali argomenti possibile confutare una visione oggettivistica del corpo?
Discende da ci che abbiamo detto che io non ho un corpo ma sono corporeit vivente, tanto che se d'improvviso la mia figura
cambiasse forma, io non solo non sarei pi riconosciuto da alcuno ma non sarei pi io, perch nella profondit temporale del corpo
vissuto che si inscrive, pulsa e si dipana la mia storia, ci che a ragione posso definire io. Pensare il corpo come qualcosa di diverso
da me significa lasciare al pensiero solo il nulla, il vuoto sconfinato di ci che mai sono stato, perch corpo io sono in tutto e per
tutto, e null'altro (F. Nietzsche). Il corpo quindi sono io. Mentre, infatti, ogni altra cosa oggetto del mio sguardo, del tatto, del
vol-gersi e rivolgersi del corpo verso di essa, il corpo ci che rende possibile ogni esperienza e conoscenza. Posso distogliere la mia
riflessione dalle cose ma non posso annullare l'attenzione continua verso il mio corpo. Il corpo anche l'organismo composto da
cellule, molecole, tessuti, liquidi, muscoli, motilit ma non solo questo: soprattutto corporeit installata nel mondo, capace di
conservare i ricordi (gli engrammi) e costantemente diretta verso le cose e gli eventi. la corporeit a coniugare interiorit,
esteriorit e comportamento in una sintesi che oltrepassa il corpo come semplice presenza per farne la struttura che agisce e che
pensa l'agire. anche per questo che l'essere umano l'animale capace di dare forma a se stesso e al mondo. L'essere un corpo
vivente, comprendente, pulsante nel tempo, intessuto di desideri, costituisce il dato fondamentale della vita. Se per noi possibile
conoscere il mondo, perch siamo una corporeit produttrice di esperienze e di significati e non solo rappresentatrice di dati esterni
a noi. La conoscenza, infatti, non somiglia all'esperienza dello spettatore che guarda una pellicola girata indipendentemente da lui e
quindi da lui del tutto separata ma si pu paragonare alla stessa cinepresa che illuminando la scena la fa essere.
Dualismo e punti di vista
Come si pone in questo contesto l'opposizione cartesiana fra corpo e mente?
Ogni visione puramente naturalistica, soltanto fisiologica, del corpo allontana quindi dalla comprensione non solo della corporeit
ma anche della mente, per la ragione essenziale che non coglie l'unit psicosomatica dell'essere umano. Ci che la tradizione ha
chiamato corpo e anima in realt lo stesso processo osservato da due differenti punti di vista. necessario andare oltre il dualismo
di corpo e mente, di materia e vita il quale ha indotto ad attribuire di volta in volta un peso esclusivo e unilaterale allo spirituale o
all'organico senza per chiudersi in una prospettiva di materialismo elementare. Una visione pi unitaria dell'essere umano e del
cosmo nel quale egli vive indispensabile per fondare l'etica o meglio per rifondarla dopo la crisi determinata dal nichilismo e dalle
diverse forme del relativismo morale.
L'oggettivazione medica
Come ha contribuito la medicina all'imporsi di questa opposizione?
Uno dei limiti pi gravi della medicina contemporanea sta nello studiare il corpo come se fosse una cosa fra le altre, nel dividerlo in
parti, sezioni, organi, funzioni, che si presume di poter analizzare, diagnosticare e guarire in modo separato dall'intero. La medicina
costruisce cos per se stessa una corporeit frammentata, incompresa, oggettivata e non vissuta. Difficilmente, quindi, conosciuta
nella sua complessit e nella continuit fra salute e malattia, due momenti che vengono resi assoluti come se fossero invece due stati

09-05-2012 16:07

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ed anche per questo loro atteggiamento che le scienze non hanno a che fare con le relazioni mondane e temporali che costituiscono
il corpo ma soltanto con frammenti di tempo/corpo isolati e quindi artificiosi. Una scienza medica costruita sulle schegge dell'umano,
sui suoi brandelli invece che sulla interezza del corpo-tempo-mondo, non riesce a capire che non si muore perch ci si ammala ma la
malattia una delle espressioni pi evidenti della finitudine e della mortalit dell'umano. L'attenzione estrema alla durata quantitativa
dell'esistenza l'accanimento terapeutico - costituisce l'inevitabile conseguenza della riduzione della corporeit al biologico e della
chiusura alla qualit esistenziale del tempo vissuto.
Come un pesce nell'acqua, fin dal suo nascere il corpo umano collocato e si muove in una continuit inseparabile di anatomia
organicistica, di scambi metabolici con l'ambiente naturale e artificiale, di significati mentali e di relazione con gli altri umani, a
cominciare dalle figure parentali e allargandosi a gruppi via via pi ampi sino a comprendere potenzialmente l'intera specie. L'unit
psico-somatica precede qualunque divisione ed per questo che un dolore intenso e prolungato che il mio corpo subisce causa
immediatamente una riduzione dell'intera mia capacit di rapportarmi con gli altri, con gli eventi, con il tempo futuro. Non lo
stomaco a subire degli spasmi ma l'intera mia esperienza vitale che si restringe insieme ai miei organi.
La morte ridotta a fatto
Se il corpo un oggetto, cosa diventa la morte?
La morte, questa esperienza mai vissuta e sempre attesa, non il risultato del semplice degrado degli organi, non un fatto
contingente che un qualche spettacolare sviluppo delle scienze mediche e conservative potr prima o poi sconfiggere ma forma
essenziale della vita che in quanto tempo non pu che sorgere e tramontare, come necessario che accada a tutte le cose che sono.
Uno dei limiti dell'approccio organicistico alla corporeit l'ignoranza pressoch completa di questa temporalit naturale di cui il
corpo espressione e forma. Il corpo non nel passato ma il passato della memoria; il corpo non nel futuro ma la tensione verso
il tempo che ha da essere; il corpo non nel presente ma la pienezza dell'essere qui e ora.
La razionalit disincarnata
Se l'uomo soprattutto pensiero, c' da chiedersi chi pensa?
Che ne resta oggi della res cogitans? La separazione del pensiero dal sostrato profondo della fisicit ha prodotto una razionalit
disincarnata che diventata poi ragione calcolante con Cartesio, Hobbes, Leibniz per confluire oggi nell'Intelligenza Artificiale. A
questa linea di pensiero, si oppone quella di Pascal, Husserl, Heidegger, Wittgenstein, Merleau-Ponty. Seppur in modi assai diversi,
questi ultimi cercano di tener conto della corporeit che ci costituisce, del senso comune che nasce da essa, della immersione fisica
nello spazio-tempo in cui la vita umana consiste e che rende parziale ogni approccio puramente astratto e digitale alla mente. La
fisicit che siamo non pu, infatti, essere trattata come un fenomeno fra i tanti, come qualcosa la cui assenza non modificherebbe di
molto l'essere dell'uomo. Lungi dall'essere il mio corpo per me un semplice frammento dello spazio, non ci sarebbe per me spazio
alcuno se io non avessi un corpo (M. Merleau-Ponty). Il corpo, quindi, l'elemento primario da cui tutto nasce, del quale intessuta
ogni esperienza e nella cui dissoluzione finisce per l'individuo il tempo e, con esso, ogni possibile significato.
La protesi bionica
Come si pu quindi immaginare l'effetto delle tecnologie sulla corporeit?
Il rafforzamento delle capacit fisiche e logiche tramite l'artificializzazione dell'ambiente e del corpo non pu distruggere e neppure
soltanto ridimensionare questa corporeit naturale e profonda dell'essere umano ma pu invece costruire ulteriori strumenti da
aggiungere alla serie ininterrotta di protesi con cui la specie affronta da millenni l'ambiente terrestre e vince le sfide per la
sopravvivenza. Ed qui, nel punto di maggiore difficolt, che diventano ad esempio possibili degli sviluppi positivi per l'Intelligenza
Artificiale, gli sviluppi che la ricerca ha percorso negli ultimi decenni e che consistono nella necessit di aggiungere al calcolatorecervello un robot-corpo che si possa immergere nell'ambiente (G.O. Longo). Un corpo che non venga dal nulla, bell' fatto e
compiuto ma che possa in qualche modo ripercorrere la vicenda evolutiva e temporale della corporeit umana e la costante apertura
del singolo al mondo. I calcolatori da soli non avranno mai la capacit di pensare perch non possiedono un corpo proprio. Gli umani
da soli non potranno attingere la velocit di calcolo e la ricchezza di memoria del computer; una qualche forma di simbiosi tra
computer ed esseri umani sembra quindi la prospettiva pi feconda. La bionica, la fusione tra biologia e microelettronica, il campo
aperto nel quale l'evoluzione dell'umano non si arresta e potrebbe proseguire verso esiti che saranno determinati sia dalla
disponibilit a sperimentare nuove strade per la specie sia dall'attenzione a non smarrire i suoi caratteri fondamentali, fra i quali la
comprensione del mondo in quanto immersione spazio-temporale del corpo forse l'elemento pi specifico.
Il corpo tempo incarnato
Quali limiti si possono considerare invalicabili?
Sciolto dal corpo che , l'individuo affiderebbe la propria immortalit ad un replicante plastico bionico, che nient'altro sarebbe
quanto a spirito, coscienza, che una statua di sale inscioglibile nel fiume della vita (E. Mazzarella) e il cui destino di sofferenza non
sarebbe per questo redento. Gli umani, infatti, non sono macchine computazionali ma costituiscono l'unit profonda di pensiero e
biologia. Quello che i computer non possono per ragioni strutturali essere in grado di compiere, probabile che lo facciano invece
degli umani capaci di trasformare le macchine in strumenti del proprio corpo senza per perdere ci che al macchinario li rende
irriducibili, integrando invece gli aspetti computazionali della mente con i ben precisi elementi fisici che ci costituiscono e i quali,
lungi dall'essere un ostacolo, rappresentano in realt l'unica concreta possibilit che abbiamo di interagire col reale, per
comprenderlo, interpretarlo, dominarlo e agire fecondamente in esso. Il corpo radicato nel mondo e nel suo divenire al punto da
costituire insieme la sua sintesi e una sua parte. Il corpo quindi irriducibile alla bio-chimica non perch sia libero dalle sue leggi e
come potrebbe?- ma perch corpo e mente umani sono letteralmente intessuti di tempo, come l'acqua lo di molecole H2O, le foglie
di clorofilla, il corpo di un qualsiasi animale lo di fame e ogni ente fatto di carbonio. Per il corpo/mente, il tempo rappresenta il
costituente di base, la sintesi delle funzioni, il bisogno primario, la radice pi antica e la struttura fondamentale. Siamo quindi corpo

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perch siamo tempo incarnato e consapevole di se stesso.


Approfondire
Eddy Carli, (a cura di), Cervelli che parlano, Bruno Mondadori, Milano, 2000
Federica Facchin, Mente/Corpo. Bibliografia ragionata, Unicopli, Milano, 2004
Umberto Galimberti, Il corpo, Feltrinelli, Milano, 2003
Giuseppe O. Longo, Il nuovo Golem, Laterza, Bari, 1998
Roberto Marchesini, Post-human. Verso nuovi modelli di esistenza, Bollati Boringhieri, Torino, 2002
Eugenio Mazzarella, Sacralit e vita. Quale etica per la bioetica?, Guida, Napoli, 1998
Eugenio Mazzarella, Vie d'uscita, Il Melangolo,Genova, 2004
Maurice Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, Bompiani, Milano, 2003
Sandro Nannini, L'anima e il corpo, Laterza, Bari, 2002
Vilaynur S. Ramachandran, Che cosa sappiamo della mente, Mondadori, Milano, 2004
F.J. Varela, E. Thompson, E. Rosch, La via di mezzo della conoscenza, Feltrinelli, Milano, 1992.
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