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13 Maggio 2010, ore 11.30 Aula Magna di Architettura, Università Mediterranea di Reggio Cal.

Incontro col Prof. J e f f r e y S c h w a r t z , f i l o s o f o d e l l a s c i e n z a , p a l e o n t o l o g o e


presidente della World Academy of Art and Science
(www.worldacademy.org) che annovera tra i padri fondatori Albert Einstein,
il filosofo Beltrand Russel e numerosi premi Nobel.

A quale probabile futuro va incontro la specie umana ?


(Sintesi)

La velocità con cui noi umani distruggiamo parti fondamentali del nostro pianeta sta
aumentando in modo impressionante. Molti pensano erroneamente che ciò è dovuto al fatto che
abbiamo sviluppato tecnologie più potenti e quindi il risultato è un maggiore impatto ambientale. In
realtà questa è una sola variabile dello stato preoccupante in cui ci troviamo, una ragione dello stato
attuale è proprio la nostra ignoranza, ignoriamo come causiamo la distruzione, questa cecità a
nostro avviso è uno dei fattori più letali. Se vogliamo essere capaci di gestire in maniera realistica
ed efficace l’emergenza in cui ci siamo cacciati è necessario divenire consapevoli di ciò che la
rende tale.
Il principale problema è l’esplosione demografica che ha un effetto domino ed moltiplica
l’impatto di tutte le altre variabili.
Se un milione di persone avesse un comportamento identico a quello che complessivamente gli
abitanti del pianeta hanno oggi, la cosa non desterebbe eccessive preoccupazioni in quanto la rata di
distruzione del pianeta sarebbe efficacemente annullata dalle capacità auto riparative e rigeneratrici
del pianeta stesso, quali la rigenerazione dell’ossigeno, la ricrescita delle foreste etc. I poteri auto
curativi del pianeta possono senza dubbio riparare notevoli danni, non quelli però inflitti da una
popolazione cresciuta a dismisura che oggi ammonta a 8 miliardi d’individui.
Avendo raggiunto questa magnitudine ed il fatto che ci stiamo comportando come un branco di
locuste che divorano le risorse di un’area, la distruggono e si muovono oltre: solo che noi umani
non abbiamo più alcun altrove dove continuare il nostro sfrenato banchetto delle risorse planetarie.
Le nostre opzioni si sono ridotte a due sole scelte: o cambiamo o ci autodistruggiamo.

Questo processo si è manifestato su scala più ridotta già in precedenza, per esempio con
l’autodistruzione perpetrate ai propri danni dagli indiani Pueblo i quali distrussero il loro ambiente
sfruttandolo ben oltre le sue capacità di autorigenerazione ed allo stesso tempo incrementando la
densità della loro popolazione oltre ogni limite sostenibile ed in tal modo accelerarono in modo
esponenziale la loro autodistruzione.
Anche noi oggi stiamo facendo qualcosa di molto simile, abbiamo un esaurimento di risorse
idriche, un impoverimento e distruzione del top soil e di terreni fertili, desertificazione,
cambiamenti climatici etc.
L’uso scriteriato di fertilizzanti chimici porta ad un inquinamento da nitrogeno, la produzione
di derrate alimentari è continuamente compromessa i nostri numeri si moltiplicano e così anche i
nostri problemi.
A mio avviso oggi, in una epoca di globalizzazione, le persone sono impreparate a gestire le
fide attuali in quanto si trovano in uno stato di analfabetismo psicologico ed emozionale. Abbiamo
bisogno di promuovere maggiore capacità di apertura, di rispetto ed empatia verso le persone
diverse da noi ed abbiamo bisogno di curare in particolare le risorse più importanti del nostro
pianeta che sono i bambini, i n famiglia e nella scuola le innate capacità di empatia unite alla
condivisione di valori del rispetto per la diversità, tutte le diversità non solo tra umani ma anche il
rispetto e la vicinanza psicologica con tutte le forme di vita sono capacità fondamentali per la nostra
specie se volgiamo essere capaci di gestire efficacemente le sfide formidabili che ci confrontano
oggi.

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Lo sviluppo delle nostre capacità di comprensione empatica e profondo rispetto sono necessarie
anche per affrontare una delle sfide più importanti di oggi che è a mio avviso il promuovere la
consapevolezza della situazione attuale del nostro pianeta, poiché se diveniamo consapevoli allora
possiamo diagnosticare in maniera accurata , identificare i vari fattori che determinano la situazione
in cui ci troviamo attualmente, come ci siamo arrivati e procedere alla creazione degli strumenti
appropriati d’intervento. Evitando così il pericolo di errata diagnosi ed aggravamento ulteriore della
situazione causato da errati interventi derivanti dall’uso di premesse infondate.
Ad esempio è importante capire che la situazione attuale è il frutto di un processo complesso
che inizia con l’esistenza degli esseri umani su questo pianeta. Per milioni di anni la vita sul nostro
pianeta non ha generato impatti micidiali auto-generati. L’impatto distruttivo degli esseri umani sul
pianeta è una novità in termini di comportamento destabilizzante di una forma di vita.

La velocità con cui noi umani distruggiamo parti fondamentali del nostro pianeta sta
aumentando in modo impressionante. Molti pensano erroneamente che ciò è dovuto al fatto che
abbiamo sviluppato tecnologie più potenti e quindi il risultato è un maggiore impatto ambientale. In
realtà questa è una sola variabile dello stato preoccupante in cui ci troviamo, una ragione dello stato
attuale è prorio la nostra ignoranza di come causiamo la distruzione una delle cause più letali. Se
vogliamo essere capaci di gestire in maniera relistica ed efficace l’emergenza in cui ci siamo
cacciati è necessario divenire consapevoli di ciò che la rende tale.
Il principale problema è l’esplosione demografica che ha un effetto domino ed moltiplica
l’impatto di tutte le altre variabili.
Se un milione di persone avesse un comportamento identico a quello che gli abitanti del pianeta
hanno oggi la cosa non desterebbe eccessive preoccupazioni in quanto la rata di distruzione sarebbe
efficacemente annullata dalle capacità auto riparative e rigeneratrici del pianeta quali la
rigenerazione dell’ossigeno la ricrescita delle foreste etc. I poteri auto curativi del pianeta possono
senza dubbio riparare notevoli danni, non quelli però inflitti da una popolazione cresciuta a
dismisura che oggi ammonta a 8 miliardi d’individui. avendo raggiunto questa magnitudine ed il
fatto che ci stiamo comportando come un branco di locuste che divorano le risorse di un’area, la
distruggono e si muovono oltre, solo che noi non abbiamo più alcun altrove dove continuare il
nostro sfrenato banchetto delle risorse planetarie. Le nostre opzioni si sono ridotte a due sole scelte.
o cambiamo o ci autodistruggiamo e con la nostra corsa rovinosa portiamo con noi all’estinzione
numerose altre forme di vita.
Questo processo si è manifestato su scala più ridotta già in precedenza, per esempio con
l’autodistruzione perpetrate ai propri danni dagli indiani Pueblo I quali distrussero il loro ambiente
sfruttandolo ben oltre le sue capacità di autorigenerazione ed allo stesso tempo incrementando la
densità della loro popolazione oltre ogni limite sostenibile ed in tal modo accelerando in modo
esponenziale la loro autodistruzione.
Anche noi oggi stiamo facendo qualcosa di molto simile, abbiamo un esaurimento di risorse
idriche, un impoverimento e distruzione del top soli e di terreni fertili.
L’uso scriteriato di fertilizzanti chimici porta ad un inquinamento da nitrogeno, la produzione
di derrate alimentari è continuamente compromessa i nostri numeri si moltiplico e così anche i
nostri problemi.

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