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INDICE
1.
2.
Piezoelettricit...............................................................11
2.5.2
2.5.3
2.5.4
2.5.5
2.5.6
Carta di calibratura.......................................................15
2.5.7
2.5.8
2.5.9
INDICE
4.
3.1.1
3.1.2
5.
RIFERIMENTI NORMATIVI........................................................
5.1 Direttiva 2002/44/CE.................................................................19
5.1.1
5.1.2
5.2.2
Metodologia..................................................................28
5.3.2
Risultati.........................................................................31
5.3.3
Conclusioni...................................................................34
6.
CONSIDERAZIONI DI MIGLIORAMENTO..............................
7.
BIBLIOGRAFIA..........................................................................................
Decreto Legislativo 626/94...............................................................36
Direttiva 2002/44/CE.........................................................................36
Decreto Legislativo di recepimento italiano N.187 del 19 Agosto
2005............................................................................................36
II
1.
1.1
Tipo di
vibrazione
Corpo Interno
Corpo Interno
Mano - braccio
Mano - braccio
Corpo Interno
Mano - braccio
Mano - braccio
Mano - braccio
Mano - braccio
Corpo Interno
Mano - braccio
Rivettamento
Gomma
Mano - braccio
Mano - braccio
Cantieri navali
Tessile
Trasporto
Mano - braccio
Mano - braccio
Corpo Interno
(5)
2.1
Cos la vibrazione
Parametri di vibrazione
2.4
FIGURA
I livelli di vibrazione possono essere espressi in grandezze logaritmiche (dB).
Il decibel (dB) una grandezza adimensionale:
dB = 20 Log (x/xrif)
x = livello misurato
x = livello di riferimento
Livelli di riferimento in decibel (ISO/DIS1683.2)
Quantit
Accelerazione
Velocit
Forza
Livelli di riferimento
arif=10-6m/s2
vrif=10-9m/s
Frif=10-6N
Laccelerometro piezoelettrico
z Z sin t
Z
k m r
arctan
a
m 2Y
2 2
a 2Y
1 a 2ah
2 2
r
2ah
arctan
2
k m
1 a2
k
m
r
h
2 m 0
2Y accelerazione
02
02
C 0 r
S
d
V d y
F
d
d y
F
C
0 r S
2.5.2
Schema e caratteristiche costruttive
Lelemento piezoelettrico disposto in modo che quando il gruppo viene fatto
vibrare la massa m applica allelemento piezoelettrico una forza proporzionale
allaccelerazione di vibrazione. Dunque, la d.d.p. in uscita dallaccelerometro
proporzionale allaccelerazione del corpo sul quale montato laccelerometro:
V d y
d
my
0 r S
FIGURA
Vengono comunemente usate due configurazioni:
-
Laccelerometro piezoelettrico:
-
Le caratteristiche sono:
-
FIGURA
-
FIGURA
2.5.4
Influenza del cavo accelerometrico
Gli accelerometri piezoelettrici che presentano unelevata impedenza duscita
possono presentare dei problemi legati al rumore indotto nel cavo di collegamento.
Questi disturbi possono dare luogo a:
-
umidit: gli accelerometri sono a tenuta stagna, lumidit pu entrare solo nel
connettore; in presenza di forte umidit, questultimo deve essere sigillato con
silicone;
- rumore acustico: la sua influenza sul segnale in uscita trascurabile;
- sostanze corrosive: tutti gli accelerometri sono costruiti con materiali resistenti
alla maggior parte delle sostanze corrosive.
FIGURA
2.5.6
Carta di calibratura
Ogni accelerometro corredato della propria carta di calibratura in cui vengono
riportate le caratteristiche dello strumento e la curva di risposta in frequenza. La
calibratura viene ottenuta inizialmente per confronto con un accelerometro campione.
opportuno effettuare un periodico controllo della calibratura di sensibilit, anche se le
variazioni di caratteristiche sono inferiori al 2% dopo alcuni anni di funzionamento.
FIGURA
2.5.7
Perch usare un preamplificatore per laccelerometro?
Affinch sia possibile misurare la d.d.p., e quindi laccelerazione, alluscita
dellaccelerometro, necessaria la presenza delle cariche. Qualora le cariche
abbandonano gli elettrodi si riduce la sensibilit dellaccelerometro e si commette un
rilevante errore nella misura.
Quindi lamplificatore che deve rilevare la piccola d.d.p. deve avere una
impedenza dingresso del primo stadio dello stesso ordine do grandezza dellimpedenza
di uscita del cristallo (>10 G).
Dette rispettivamente Cq, Cc, Ca e Rq, Rc, Ra le capacit e le resistenze
dellelemento piezoelettrico, del cavo di collegamento e dingresso dellamplificatore, il
circuito reale rappresentato in figura:
FIGURA
Assumendo:
C C q Cc C a
1
1
1
1
R R q Rc R a
si ottiene il seguente circuito equivalente:
FIGURA
La tensione V alluscita dellaccelerometro allistante t, detta V 0 la d.d.p.
allistante iniziale, vale:
V V0 e
t
RC
2.5.9
La catena di misura a bassa impedenza
costituita da:
-
FIGURA
2.6
3.
3.1
3.1.1
Vibrazioni trasmesse al sistema mano braccio
La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni trasmesse al sistema mano
braccio si basa principalmente sulla determinazione del valore di esposizione
giornaliera normalizzato ad 8 ore di lavoro, A(8) (m/s2), calcolato sulla base della radice
quadrata della somma dei quadrati (A(w)sum) dei valori quadratici medi delle
accelerazioni ponderate in frequenza, determinati sui tre assi ortogonali x, y, z, in
accordo con quanto prescritto dallo standard ISO 5349-1: 2001. Lespressione
matematica per il calcolo do A(8) di seguito riportata.
A(8) = A(w)sum(Te/8)1/2
Te
: Durata complessiva giornaliera di esposizione a vibrazioni (ore)
A(w)sum
: (a2wx + a2wy + a2wz)1/2
awx awy awz : Valori r.m.s. dellaccelerazione ponderata in frequenza (in m/s 2)
lungo gli assi x, y, z (ISO 5349-1: 2001)
Calcolo di A(8) per esposizione a vibrazioni prodotte da differenti tipologie di
utensili e/o condizioni operative
Nel caso in cui il lavoratore sia esposto a differenti valori di vibrazioni, come nel
caso di impiego di pi utensili vibranti nellarco della giornata lavorativa, o nel caso
dellimpiego di uno stesso macchinario in differenti condizioni operative, lesposizione
quotidiana a vibrazioni A(8), m/s2, sar ottenuta mediante lespressione:
A 8
A8
i 1
1/ 2
2
i
m / s
2
dove:
A8i : A(8) parziale relativo alloperazione i-esima
Tei
8
A8i = A(wsumi)
Tei : Tempo di esposizione relativo alla operazione i-esima (ore)
A(wsumi) : A(wsum) associata alloperazione i-esima
3.1.2
Vibrazioni trasmesse al corpo intero
La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni trasmesse al corpo intero si
basa principalmente sulla determinazione del valore di esposizione giornaliera
normalizzato ad 8 ore di lavoro, A(8) (m/s2), calcolato sulla base del maggiore dei valori
numerici dei valori quadratici medi delle accelerazioni ponderate in frequenza,
determinati sui tre assi ortogonali:
1.4 x awx , 1.4 x awy , awz
secondo la formula di seguito riportata:
A(8) = A(wmax) x (Te/8)1/2
Te : Durata complessiva giornaliera di esposizione a vibrazioni (ore)
A(wmax) : Valore massimo tra 1.4 x awx ; 1.4 x awy ; awz (per una persona seduta)
awx ; awy ; awz : Valori r.m.s. dellaccelerazione ponderata in frequenza (in m/s 2)
lungo gli assi x, y, z (ISO 2631-1: 1997)
Calcolo di A(8) per esposizione a vibrazioni prodotte da differenti tipologie di
macchine e/o condizioni operative
Nel caso in cui il lavoratore sia esposto a differenti valori di vibrazioni, come nel
caso di impiego di pi macchinari nellarco della giornata lavorativa, o nel caso
dellimpiego di uno stesso macchinario in differenti condizioni operative, lesposizione
quotidiana a vibrazioni A(8), in m/s2, sar ottenuta mediante lespressione:
A 8
A8
i 1
2
i
1/ 2
m / s
2
Tei
8
5.
RIFERIMENTI NORMATIVI
5.1
Direttiva 2002/44/CE
5.1.1
Liter della Direttiva
La Direttiva 2002/44/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative
allesposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (vibrazioni)
(sedicesima direttiva particolare ai sensi dellarticolo 16, paragrafo 1, della Direttiva
89/391/CEE) aggiunge un altro elemento al quadro normativo europeo sulla
prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro.
Questo testo inizi il suo percorso con la pubblicazione da parte del Consiglio
della Comunit Europea, nel 1993, della proposta di Direttiva 93/C77/02
(successivamente modificata dalla 94/C230/03) relativa ai cosiddetti agenti fisici. Tale
proposta includeva i quattro principali agenti fisici tra i quali le vibrazioni meccaniche,
tanto quelle trasmesse al sistema mano-braccio quanto quelle relative al corpo intero.
Dopo una lunga fase di stallo, dalla direttiva agenti fisici fu stralciata la parte
relativa alle vibrazioni che divent una direttiva autonoma ancorch inquadrata nel
contesto della Direttiva 89/391/CEE (la cosiddetta direttiva madre, recepita in Italia
dal D.Lgs. 626/94).
La Direttiva 2002/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio stata
definitivamente approvata il 25 giugno 2002 e pubblicata sulla G.U.C.E. L n. 177 del 6
luglio 2002.
In ambito italiano, il percorso dellinserimento della Direttiva 2002/44/CE nella
legislazione nazionale fino a tutto aprile stato strettamente collegato allemanazione
del cosiddetto Testo Unico sulle leggi per la tutela della salute e della sicurezza negli
ambienti di lavoro. In detto impianto legislativo, allinterno del Titolo XI dedicato alla
prevenzione e protezione dagli agenti fisici, era infatti previsto il Capo III con un testo
che, come espressamente dichiarato, costituiva il recepimento della direttiva vibrazioni
e sarebbe dovuto entrare in vigore il 6 luglio 2005. Tuttavia, come noto, il 28 aprile
scorso, al termine di un sofferto dibattito con le parti sociali, anche a seguito di alcuni
importanti pareri negativi di carattere istituzionale (particolarmente quello del Consiglio
di Stato e quello delle Regioni), il cosiddetto Testo Unico stato ritirato dal Governo.
Nel frattempo, con lemanazione della Legge comunitaria 2004 del 18 aprile 2005,
n. 62, il Governo italiano stato comunque delegato ad adottare una serie di decreti
legislativi recanti norme occorrenti per dare attuazione ad una serie di direttive tra cui,
appunto, la Direttiva 2002/44/CE e, a seguito di tale delega, il 25 maggio il Governo ha
approvato lo Schema di decreto legislativo di attuazione della Direttiva 2002/44/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 giugno 2002, sulle prescrizioni minime
di sicurezza e salute relativa allesposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti
fisici (vibrazioni).
Tale schema di decreto legislativo andato alla valutazione della Conferenza
Stato-Regioni (che, nella seduta del 30 giugno u.s. ha espresso parere negativo) ed poi
passato al vaglio delle Commissioni Lavoro e Affari Sociali (che nella seduta del 12
luglio hanno dato invece parere favorevole con condizioni ed osservazioni).
Infine, il Consiglio dei Ministri n. 15 del 29 luglio scorso ha approvato
definitivamente il D.Lgs. 187 del 19/08/2005 che recepisce la Direttiva 2002/44/CE sui
rischi derivanti da vibrazioni meccaniche e il decreto stato pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 220 del 21 settembre 2005 di modo che dal 6 ottobre esso ha iniziato ad
essere vincolante sui principali precetti.
5.1.2
I contenuti della Direttiva
La 2002/44/CE organizzata in quattro sezioni e 16 articoli.
Nella prima sezione (Disposizioni generali) vengono indicati gli obiettivi, lambito
di applicazione, le definizioni dei termini di riferimento e vengono fissati i valori limite
di esposizione ed i cosiddetti valori di azione.
Nella seconda sezione, la pi pregnante, sono definiti gli obblighi dei datori di
lavoro.
Nella terza sezione (Disposizioni varie) sono fissate regole riguardanti la
sorveglianza sanitaria, le deroghe ed alcune indicazioni su aspetti gestionali e
regolamentari, mentre nella quarta ed ultima sezione (Disposizioni finali) compaiono
specifiche sul recepimento, i destinatari e lentrata in vigore.
Larticolazione relativamente semplice di questa direttiva riprende quella degli
analoghi provvedimenti emanati per il rumore e per gli altri fattori di rischio finora
oggetto di normativa specifica; il fine dichiarato di stabilire gli obiettivi minimi da
raggiungere sullintero territorio della UE, lasciando un certo margine di libert agli
stati membri sulle modalit con cui raggiungerli.
Affermato che lobiettivo la protezione dei lavoratori dalle vibrazioni
meccaniche, nel testo dellarticolato si stabilisce innanzitutto che lambito di
applicazione comprende tutte ... le attivit in cui i lavoratori sono esposti o possono
essere esposti a rischi derivanti da vibrazioni meccaniche durante il lavoro senza
eccezione alcuna e si ribadisce che la direttiva vibrazioni una delle direttive
applicative specifiche della 89/391/CEE.
Dopo aver fornito le definizioni dei principali termini usati, allart. 3 sono fissati i
valori di riferimento (valori limite e valori di esposizione che fanno scattare lazione),
riportati nella Tabella 1.
Tabella 1: Valori limite e di azione della Direttiva 2002/44/CE
Vibrazioni mano-braccio
Vibrazioni corpo intero
HAV:A(8)
WBV:A(8)
valori limite
5,0 m/s2
1,15 m/s2
valori di azione
2,5 m/s2
0,50 m/s2
Le grandezze fisiche cui si riferiscono questi limiti sono definite negli Allegati A e
B della direttiva, rispettivamente per il sistema mano-braccio e per il corpo intero, e
fanno riferimento alle norme ISO 5349-1 e 2631-1.
La valutazione dellesposizione a vibrazioni per il sistema mano-braccio prevede
di valutare (utilizzando dati misurati dai produttori o misurando in proprio) il valore
dellaccelerazione equivalente ponderata in frequenza lungo i tre assi spaziali (x, y, z)
riportati in Figura 1 e quindi di calcolare il modulo del vettore accelerazione con un
apposito algoritmo. Il valore A(8) viene poi calcolato riportando ad otto ore lavorative il
valore cos calcolato.
La valutazione per il corpo intero prevede anchessa la valutazione
dellaccelerazione equivalente ponderata in frequenza sui tre assi ortogonali (vedi
Figura 1); su tali valori misurati, dopo aver applicato specifici fattori moltiplicativi
differenti per i tre assi (1,4 per gli assi x e y ed 1 per lasse z) si prende il valore
dellasse maggiormente sollecitato e lo si rapporta alle otto ore lavorative.
recenti progressi tecnici (!) e/o dellapplicazione delle misure organizzative (?)
comportino un superamento dei limiti. Tale periodo transitorio si applica alle sole
attrezzature di lavoro vibranti messe a disposizione prima del 6 luglio 2007; per le
attrezzature impiegate nei settori agricolo e forestale tale periodo pu per essere
allungato di ulteriori 4 anni.
Le deroghe introdotte dallarticolo 10 hanno come destinatari i settori della
navigazione marittima ed aerea: si prevede che in circostanze debitamente giustificate si
possa derogare dai limiti di esposizione al corpo intero qualora non sia possibile
introdurre alcuna misura tecnica e/o organizzativa atta a portare lesposizione al di sotto
di detti limiti.
Per particolari lavoratori la cui esposizione varia molto nellarco della giornata,
viene anche introdotta la possibilit di valutare lesposizione su 40 ore lavorative
anzich su 8. Il valore medio di esposizione settimanale dovr essere inferiore ai limiti
fissati dalla direttiva, sempre che la situazione non introduca maggiori rischi per la
salute dei lavoratori.
5.2
5.2.1
Criticit del Decreto
Ad una prima lettura, il testo del D.Lgs. 187/05 Attuazione della direttiva
2002/44/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei
lavoratori ai rischi derivanti da vibrazioni meccaniche potrebbe apparire ben allineato
con i contenuti della direttiva recepita. In realt, ad una analisi pi attenta, le pur non
moltissime differenze riscontrabili si dimostrano di importante ricaduta operativa e tutte
sostanzialmente orientate ad una minor tutela del lavoratore.
Due sono i temi cui possono essere associate le principali criticit.
Innanzitutto laccentuata impostazione del ricorso ai dati provenienti da misure
altrui (dai produttori/da banche dati) che indirizzer le aziende ed i loro consulenti
allutilizzo generalizzato (e quindi acritico) di dati relativi a condizioni di esposizione
anche quando molto dissimili da quelli di effettiva esposizione, con levidente
conseguenza di sottovalutare le misure di prevenzione.
Il testo del DLgs. 187/05 recita infatti:
D.Lgs. 187/05; Art. 4 Valutazione dei rischi
1. Nell'assolvere gli obblighi stabiliti dall'articolo 4 del decreto legislativo 19
settembre 1994, n. 626, il datore di lavoro valuta e, nel caso non siano
disponibili informazioni relative ai livelli di vibrazione presso banche dati
dell'ISPESL, delle regioni o del CNR o direttamente presso i produttori o
fornitori, misura i livelli di vibrazioni meccaniche a cui i lavoratori sono
esposti.
2.
In pratica, la valutazione con misurazioni viene relegata ad una scelta terminale,
subordinata alla mancanza di ogni altro tipo di valori di riferimento e senza porre in
alcun rilievo lesigenza di una correttezza delle fonti della valutazione: il testo diramato
oggi in primo luogo sul D.Lgs. 187/05 (provvedimento di recepimento della Direttiva
2002/44/CE) e sulle norme UNI EN ISO 5349-1 e 2 (desunte dalla ISO 5349, per HAV)
e ISO 2631-1 (per WBV). Esistono poi tutta una serie di norme UNI, alcune di
derivazione internazionale ed altre a valenza specificamente italiana, nelle quali sono
affrontate tematiche riguardanti la strumentazione o le specifiche di misure per
macchine particolari o in condizioni specifiche.
Con il recepimento della Direttiva 2002/44/CE sono stati fatti decadere i
riferimenti al DPR 303/56.
Con il D.Lgs. 187/05 lesposizione a vibrazioni divenuta oggetto di alcune
specifiche indicazioni sulle modalit alle quali attenersi in fase di valutazione del
rischio e che comunque non ne superano il significato primario della ricerca delle cause
dei rischi per la salute nellambiente di lavoro, finalizzata al loro superamento.
Nel caso in cui dalla valutazione emergano potenziali cause di danno alla salute, la
valutazione si dovr pertanto cimentare nella ricerca delle possibili soluzioni e della
loro praticabilit.
Sotto la propria responsabilit il datore di lavoro, assunte le risultanze della
valutazione, indicher nel programma degli interventi le azioni che metter in campo
per eliminare o contenere i rischi evidenziati e la loro tempistica di attuazione.
Da una prima lettura del D.Lgs.187/05 si pu osservare come questo (similmente a
quanto previsto dalla Direttiva 2002/44/CE, per lesecuzione della valutazione dei rischi
da vibrazioni, prefiguri tre successivi livelli di approfondimento (o di analisi):
1) losservazione delle modalit di lavoro e delle tecnologie utilizzate e la
conoscenza del giudizio degli altri attori aziendali della sicurezza;.
2) la ricostruzione dei presumibili livelli espositivi sulla base di dati forniti da
altri (tipicamente: da banche-dati sperimentali o dai costruttori/rivenditori);
3) la misurazione dei livelli di rischio con attrezzature specifiche, modalit
appropriate e personale competente.
In maniera assolutamente schematica possiamo definire il primo livello
dapprofondimento come quello che consente di decidere sullesistenza o meno di un
rischio sostanzialmente trascurabile, vale a dire di un rischio certamente tanto basso da
consentire di concludere la valutazione con quella che la Direttiva stessa definisce una
giustificazione di mancati ulteriori approfondimenti.
In presenza di un rischio i cui effetti sono apprezzati dai sensi degli individui e la
cui origine normalmente dovuta a tecnologie o attrezzature di lavoro volutamente
introdotte, questo primo livello di analisi pu basarsi su di un approccio estremamente
snello.
Mediante semplicissime liste di primo controllo, il valutatore potr accertare la
presenza o lassenza del rischio, di conseguenza verificando lesigenza di provvedere a
quegli ulteriori approfondimenti tecnici che tipicamente consistono nel ricorso a dati
rilevati da altri (dalle cosiddette banche-dati o dai produttori) o a rilevazioni
strumentali.
5.3
Le norme a cui si fa riferimento per valutare i possibili rischi per la salute causati
dalle vibrazioni e dagli shock ripetuti sono: (i) la vecchia norma internazionale (ISO
2631/1:1985) [1]; (ii) la cosiddetta British Standard (BS 6841:1987) [2]; (iii) e la
nuova International Standard (ISO 2631-1: 1997) [3]. Tali norme forniscono le
procedure per misurare la vibrazione, valutarne lintensit e stimare se lesposizione alla
vibrazione pu causare danni. Ogni norma fornisce le procedure per pesare in frequenza
e calcolare la media, procedure che possono essere applicate alle accelerazioni misurate
nelle interfacce tra un sedile e il corpo umano.
Ci sono differenze tra le pesature in frequenza, le procedure per calcolare la media
e i metodi di stima descritti nelle tre norme. Nel caso della ISO 2631-1 [3] ci sono
alternative procedure per calcolare la media ed alternativi metodi di stima allinterno
della stessa norma. auspicabile capire gli effetti delle differenze nelle procedure di
valutazione e di stima quando si applicano tali norme per prevedere se un particolare
movimento pu provocare danni.
Qui di seguito sono riportati confronti tra le vibrazioni misurate sui sedili di diversi
mezzi di trasporto valutate e stimate secondo le suddette norme. Lo scopo di tale studio
determinare il range delle diverse stime delle durate di esposizione accettabili per ogni
ambiente, e mostrare come le differenze tra le procedure di valutazione sono influenzate
dallintensit, dalla frequenza e dalla direzione delle accelerazioni relative al sedile.
5.3.1
Metodologia
Le valutazioni sono effettuate in riferimento alle accelerazioni misurate sul sedile
di nove differenti mezzi di trasporto. Le nove diverse condizioni ambientali sono
descritte nella Tabella XXX.
Tabella xxx
Le accelerazioni del sedile sono state pesate in frequenza seguendo le disposizioni
di ogni norma. La ISO 2631/1 [1] definisce gli aumenti di pesatura in frequenza
dellaccelerazione, applicabili agli assi x, y e z, sulla superficie del sedile rispetto al
range di frequenza 1-80 Hz. Queste pesature sono state realizzati mediante una rapida
circonvoluzione nel dominio della frequenza. La BS 6841 [2] e lISO 2631-1 [3]
definiscono equazioni s-plane che possono essere utilizzate per determinare filtri di
pesatura che possono essere applicati nel dominio del tempo. Queste sono state
implementate utilizzando filtri digitali IIR bilineari progettati.
Sono stati sviluppati per ogni norma metodi alternativi per implementare i filtri di
pesatura in modo da cercare le differenze nei risultati provocate dalle differenze nel
metodo di pesatura. Per la ISO 2631/1 [1] le approssimazioni alle misure standard sono
state definite dalle s-plane equazioni date nelle corrispondenti strumentazioni standard,
ISO 8041:1990. Per la BS 6841 e la ISO 2631-1, le pesature alternative sono state
effettuate da una rapida circonvoluzione, con la medesima importanza risposta come i
filtri standard, ma con una netta fase di risposta sopra tutte le frequenze. Lincremento e
la fase delle risposte dei filtri di pesatura per laccelerazione del sedile in direzione
verticale sono mostrati in figura 1.
1
aw
T
1/ 2
a w2 t dt
VDV
1/ 4
a w4 t dt
eVDV 1.4a wT 1 / 4 .
Laccelerazione verticale misurata sul sedile del guidatore o del passeggero stata
valutata per ogni tipo di trasporto. Dovera presente anche laccelerazione orizzontale
(assi x e y) la vibrazione multi asse stata valutata secondo i requisiti di ogni
norma. Un valore massimo della vibrazione a carattere transitorio (MTVV) stato
calcolato per laccelerazione lungo lasse z, secondo la ISO 2631-1 [3], nel seguente
modo:
1 t0
MTVV max a w2 t dt
t
1/ 2
1 t0
t t0
MTVVe max a w2 t exp
dt
1/ 2
Tutte e tre le norme presentano metodi per stimare lintensit della vibrazione
come una funzione dellaccelerazione pesata in frequenza e della durata
dellesposizione. La ISO 2631/1 [1] fornisce i limiti di esposizione per la radice
quadrata dellaccelerazione che diminuisce con laumento della durata di esposizione
secondo una funzione che non matematicamente definita. Ad ogni modo definita
unapprossimazione a tale funzione: valori della radice quadrata dellaccelerazione di 5
6 ms-2 per esposizioni di 1 10 min e valori che si abbassano in modo inversamente
proporzionale alla radice quadrata della durata dellesposizione per esposizioni che
vanno dai 10 minuti alle 8 ore.
Tc T5.6 5.6 / a w ,
2
per
a w 5.6ms 2 ,
in cui T5.6 = 10 min. Le esposizioni limite secondo la zona di cautela r.m.s. nella
nuova ISO 2631-1 [3] sono state determinate assumendo il livello del limite superiore
di questa zona di cautela, anche mediante lequazione precedente.
Le durate delle esposizioni limite possono essere calcolate utilizzando i valori
delle dosi di vibrazione seguendo sia la BS 6841 [2] che la ISO 2631-1 [3]. Nel caso
della BS 6841, le esposizioni limite sono state determinate dal valore della dose di
vibrazione pesata in frequenza, VDV, valore misurato su un periodo, T, calcolando il
tempo di esposizione equivalente, Tc, richiesto per raggiungere un valore della dose di
vibrazione di 15 ms-1.75:
Tc T 15 / VDV .
4
Figura 2
Nel caso della ISO 2631-1 [3], le esposizioni limite sono state determinate dal
valore della dose di vibrazione pesata in frequenza, VDV, valore misurato su un periodo,
T, calcolando il tempo di esposizione equivalente, Tc, richiesto per raggiungere il limite
superiore della zona di cautela VDV a 17 ms-175:
Tc T 17 / VDV .
4
5.3.2
Risultati
Sette delle nove situazioni analizzate si sono rilevate gravi, con durate di
esposizione accettabili di meno di 8 h, indicate da tutte e tre i metodi di valutazione.
Accelerazione r.m.s .pesata Leffetto dellespressione della pesatura
Il metodo di valutazione della vibrazione whole body nel rispetto della salute
nella vecchia ISO 2631/1 [1] ha implicato il confronto tra la vibrazione in ogni terzo
di banda dottava direttamente e il corrispondente limite per la banda. Soltanto la banda
pi alta nel rispetto dei limiti stata inclusa in questa raccomandata procedura di
valutazione. Unapprossimazione accettabile, la procedura di pesatura, stata
definita per semplificare le misurazioni dove non stata richiesta lanalisi spettrale.
Questo metodo ha comportato il calcolo delle accelerazioni r.m.s. pesate in frequenza
sul sedile lungo gli assi x, y, e z. In questo lavoro stato utilizzato solo il metodo di
pesatura, con le pesature implementate nel dominio della frequenza secondo la ISO
2631/1 [1] e nel dominio del tempo secondo la ISO 8041. Una stima del rischio per la
salute quindi basata sullaccelerazione r.m.s. pesata in frequenza lungo lasse dando la
pi severa valutazione. Il metodo della valutazione di base nella nuova ISO 2631-1
[3] similare, tranne che per il fatto che vengono utilizzate diverse pesature in
frequenza. La BS 6841 raccomanda che la valutazione della vibrazione nel rispetto della
salute sia basato sui valori della dose di vibrazione pi che sulla radice quadrata
dellaccelerazione; ad ogni modo, il valore della dose di vibrazione stimato, eVDV, pu
essere calcolato mediante laccelerazione r.m.s. pesata in frequenza quando il fattore di
cresta basso. La tabella 2 mette a confronto le accelerazioni r.m.s. pesate in frequenze
lungo gli assi peggiori relativi al sedile, dopo la pesatura in frequenza secondo la ISO
2631/1, la ISO 8041, la BS 6841 e la ISO 2631-1.
tabella 2
Le differenze tra le accelerazioni r.m.s. pesate in frequenza mostrate in tabella 2
per ogni forma di trasporto dipendono dalla forma degli spettri dellaccelerazione. La
figura 3 mostra la densit spettrale della potenza dellaccelerazione non pesata lungo
lasse z per ognuno dei nove sedili. Per otto dei sedili laccelerazione r.m.s. pesata
maggiore lungo lasse z; leccezione rappresentata dalla tank per la quale la nuova
ISO 2631-1 ha dato unaccelerazione del sedile pesata lungo lasse x pi grande del 9%
rispetto allaccelerazione del sedile pesata lungo lasse z. Si pu osservare che risultati
simili sono stati ottenuti quando sono stati utilizzate le pesature straight line nella
vecchia ISO 2631/1 e quando sono state utilizzate le equazioni filtro della ISO 8041,
eccetto per il gommone per cui la radice quadrata dellaccelerazione stata il 15%
maggiore con i filtri di pesatura della ISO 8041 a causa della grande quantit di energia
al di sotto di 1 Hz;
figura 3
il moto alle frequenze al di sotto di 1 Hz stato attenuato utilizzando le pesature
straight line (figura 1). Dove si verificata unelevata porzione di energia con
frequenze maggiori di 8 Hz (es. la mountain bike), le accelerazioni pesate in frequenza
sono state maggiori utilizzando le pesature della nuova ISO 2631-1 di quando si sono
utilizzate le pesature della vecchia norma. Dove stata rilevata unelevata porzione di
energia alle frequenze comprese tra 1 Hz e 4 Hz (es. la macchina e il bus), le
accelerazioni pesate in frequenza con la nuova norma sono state leggermente inferiori di
quelle ottenute con la vecchia norma. Nei casi in cui la vibrazione stata
prevalentemente alle alte frequenze le accelerazioni pesate in frequenza sono state pi
elevate utilizzando la BS 6841 che utilizzando la nuova ISO 2631-1; al contrario,
quando la vibrazione stata prevalentemente alle basse frequenze le accelerazioni
pesate in frequenza sono state pi basse facendo riferimento alla BS 6841 che alla
nuova norma ISO. Ad ogni modo, in molti casi le differenze tra i valori ottenuti con le
diverse misurazioni lungo gli assi verticali si sono rivelate abbastanza piccole.
La tabella 3 mostra le durate delle esposizioni limite stimate, Tc, per ognuno dei
metodi di stima. Per i moti dei nove esempi, le durate dellesposizione richieste per
raggiungere il limite superiore della zona di cautela r.m.s. nella ISO 2631-1 [3]
comprese tra il 70% e il 120% delle durate fornite dai limiti di esposizione nella ISO
2631-1 [1] (laddove le seconde sono state valutate utilizzando i filtri di pesatura della
ISO 8041).
Valori della dose di vibrazione e valori della dose di vibrazione stimati
La BS 6841 richiede che tutte le valutazioni per il rispetto della salute siano basate
sulla quarta potenza VDV. Se il fattore di cresta dellaccelerazione pesata in frequenza
vale meno di sei, pu essere utilizzato il valore della dose di vibrazione stimato (eVDV).
Anche la ISO 2631-1 permette valutazioni sulla base di entrambi i parametri, e
raccomanda che il VDV reale sia determinato quando il fattore di cresta
dellaccelerazione maggiore di nove, o il VDV sia maggiore dell eVDV di un fattore di
1.25.
La tabella 4 mostra i valori della dose di vibrazione e i valori della dose di
vibrazione stimati per le nove forme di trasporto valutati secondo la BS 6841 e la ISO
2631-1. Il valore assoluto di un valore della dose di vibrazione dipende dalla durata
della misurazione oltre che dallintensit, dalla frequenza e dalla direzione della
vibrazione. In tabella 4 mostrato un confronto tra i valori misurati come valori
equivalenti per lesposizione di 1 minuto. Essi sono stati calcolati moltiplicando la dose
di vibrazione misurata su un periodo di t secondi per (60/t) 1/4. I valori mostrati in tabella
4 possono perci essere confrontati attraverso diversi ambienti e con i diversi metodi di
valutazione.
Com prevedibile, per alcune delle misurazioni ci sono grandi differenze tra i
valori della dose di vibrazione stimati e quelli reali. Per il fork lift truck il VDV
risultato il 71% pi elevato delleVDV secondo la ISO 2631-1 e l 83% secondo la BS
6841.
Facendo riferimento alla ISO 2631-1, lautomobile su una strada dissestata
richiede 27 minuti per raggiungere un valore di VDV pari a 17 ms-1.75; facendo
riferimento alleVDV, per raggiungere 17 ms-1.75 sarebbe richiesta unesposizione di 44
minuti (tabella 3). Dovrebbe essere suggerita unesposizione limite di 109 minuti
quando si valuta lo stesso moto utilizzando laccelerazione r.m.s. pesata in frequenza e
comparando il valore con il limite superiore della zona di cautela r.m.s.. Per il moto
della tank, il VDV dovrebbe superare 17 ms-1.75 in meno di 9 minuti, ma ci vorrebbero 49
minuti perch la radice quadrata dellaccelerazione superi il limite superiore della zona
di cautela r.m.s.. Per questi due esempi, il fattore di cresta risultato pi basso di nove
e il VDV non ha superato leVDV di un fattore di 1.25, per cui la r.m.s., leVDV o il
VDV possono ragionevolmente essere applicati per valutare tali moti secondo la
nuova ISO 2631-1, conducendo alle stime delle durate delle esposizioni giornaliere
limite variando fino a un fattore di 5.5, anche quando si valuta con la stessa norma. La
valutazione sulla mountain bike stata molto severa, raggiungendo un VDV di 17 ms-1.75
in solamente 1.1 min, ma impiegando 35 minuti per arrivare alla radice quadrata del
limite di cautela. Questo moto ha superato i criteri per le valutazioni raccomandate sulla
base del VDV, cos si potrebbe assumere che in questo caso potrebbe essere utilizzato il
limite pi basso. Comunque, la postura del ciclista e le forze applicate al corpo in
corrispondenza del sedile possono far s che lapplicazione di tale norma risulti
inappropriata.
tabella 3
tabella 4
La BS 6841 richiede che tutte le valutazioni nel rispetto della salute siano basate
sulla quarta potenza VDV. I VDV calcolato lungo lasse peggiore secondo la BS 6841
risultato compreso tra il 18% pi basso e il 3% pi alto di quelli calcolati secondo la
ISO 2631-1 [3], a causa delle differenze nella pesatura in frequenza. Ad ogni modo, sin
da quando la BS 6841 specifica un valore di cautela pi basso di quello specificato dalla
ISO 2631-1 [3], le durate delle esposizioni giornaliere limite indicate dalla BS 6841 per
la vibrazione lungo lasse peggiore sono risultate molto pi basse (tra il 45% e il 120%)
di quelle indicate dalla ISO 2631-1.
La BS 6841 richiede che le stime siano basate sulla somma dei VDV lungo gli assi
x, y e z sul sedile e lungo lasse x sul sedile posteriore (calcolata mediante la quarta
radice della somma delle quarte potenze dei VDV su ogni asse). La tabella 5 mette a
confronto soprattutto i VDV calcolati dalla radice quadrata della somma dei VDV in ogni
asse con il VDV lungo lasse peggiore. La tabella mostra solo i VDV per i cinque esempi
in cui le misurazioni sono state disponibili lungo gli assi x, y e z sul sedile e lungo lasse
x sul sedile posteriore.
La nuova ISO 2631-1 suggerisce che se nessun asse risulta chiaramente
predominante il vettore somma delle accelerazioni pesate lungo gli assi x, y e z del
sedile potrebbero essere calcolati mediante la radice quadrata delle accelerazioni in ogni
direzione, ma non chiaro come dovrebbe essere calcolato il vettore somma quando
si valutano i moti nel rispetto dei valori della dose di vibrazione.
Valori del massimo transitorio della vibrazione
La nuova ISO 2631-1 [3] raccomanda che l MTVV pu essere determinato sia se il
fattore di cresta dellaccelerazione maggiore di nove, sia se l MTVV supera la radice
quadrata globale dellaccelerazione di 15. La British Standard 6841 non appoggia luso
dell MTVV.
tabella 5
La norma ISO raccomanda un tempo dintegrazione, , di 1 secondo, quando si
calcola l MTVV, ma tale valore non obbligatorio. La tabella 6 mostra che variando il
tempo dintegrazione tra 0.125 s e 8.0 s pu risultare in variazioni di un fattore tra due e
quattro nel valore dell MTVV per i moti verticali considerati qui.
Dalla tabella 6 si evince anche che quando si usa un tempo di integrazione di 1 s,
la condizione per decidere di determinare l MTVV oltre al valore della radice quadrata
(per es., MTVV/aw >15) soddisfatta in tutti i nove casi. Comunque, il valore di
MTVV/aw fortemente dipendente dal tempo di integrazione scelto: la condizione non
stata sempre soddisfatta quando il tempo di integrazione ha raggiunto gli 8 secondi.
I valori MTVV ottenuti con un tempo di integrazione esponenziale di 1 s sono
risultati tra l87% e il 100% dei valori calcolati con una media rettangolare (tabella 6).
tabella 6
tabella 7
La nuova ISO 2631 non stabilisce come pu essere utilizzato un MTVV per stimare
il rischio del danno. Perci non possibile qui comparare le conseguenze dellutilizzo
degli MTVV con le conseguenze dellutilizzo dei VDV.
Effetti della fase di risposta dei filtri di misura
La tabella 7 mostra che i valori della dose di vibrazione calcolati secondo la BS
6841 e la ISO 2631-1 sono risultati, in qualche misura, sensibili alla fase dei filtri di
pesatura in frequenza. Alcune valutazioni non sono state influenzate, ma il VDV ha
raggiunto variazioni di circa l11% per altre. Una variazione dell11% nel VDV
risulterebbe in una variazione di circa il 50% nei tempi indicati per raggiungere un VDV
limite di azione o zona di cautela per la salute.
5.3.3
Conclusioni
Utilizzando i metodi descritti nelle tre norme si possono, quindi, ottenere diverse
stime delle durate di esposizione giornaliera limite alla vibrazione whole body e agli
shock ripetuti. Sono possibili grandi differenze anche utilizzando i diversi metodi
presenti nella stessa norma.
Le differenze nella forma dei filtri di pesatura tra le tre norme risultata in
variazioni nelle durate delle esposizione giornaliera limite fino al 75% per i nove moti
presi ad esempio. Considerando il moto rappresentato in diversi assi sulla base dei
valori della dose di vibrazione risultata una riduzione nelle durate dellesposizione
giornaliera limite che pu raggiungere l85% se paragonata con le stime basate solo
sullasse peggiore.
La pi grande variazione nelle durate dellesposizione giornaliera limite derivata
dalle differenze tra le valutazioni basate sulla radice quadrata dellaccelerazione e quelle
basate sulla quarta potenza dei valori della dose di vibrazione. Le differenze derivano
parzialmente dalla forma delle onde del moto e, nella nuova ISO 2631, dal differente
metodo di stima delle misure della radice quadrata e del VDV. Quando si sono
confrontati i valori della dose di vibrazione stimati (calcolati mediante le misure della
radice quadrata) con quelli reali, le differenze sono variate fino a circa il 70%. Le
differenze maggiori si sono verificate per i moti pi pesanti. Tali differenze tra le
misure relative alleVDV e quelle relative al VDV si sono trasformate in differenze
ancora pi grandi nellesposizione giornaliera limite, ma questo non un problema se la
norma chiarisce che il valore della dose di vibrazione reale dovrebbe essere utilizzato
laddove sussiste il dubbio o i due valori differiscono (come nella BS 6841). La ISO
2631-1 [3] non specifica chiaramente quando dovrebbero essere utilizzate le misure
relative alla radice quadrata, alleVDV o al VDV. Questo pu comportare grandi
differenze nellesposizione giornaliera limite. Il valore della dose di vibrazione reale
fornisce la stima maggiormente cautelativa per durate di esposizione sicure.
Nella nuova ISO 2631-1, le grandi differenze tra la zona di cautela r.m.s. e la
zona di cautela VDV pu spesso essere associata alla scelta del metodo di
misurazione: le misure relative alla radice quadrata possono essere confrontate con la
zona di cautela r.m.s. e le misure relative al VDV possono essere comparate con la
zona di cautela VDV, come nella tabella 3. Ad ogni modo, le misure relative alla
redice quadrata possono anche essere comparate direttamente con la zona di cautela
VDV, sia utilizzando il grafico presente nella norma, sia calcolando il valore della dose
di vibrazione stimato. Le differenze tra i due metodi sar minima quando le esposizioni
giornaliere limite si trovano nella regione di 4 8 ore. Con esposizioni pi brevi le
durate delle esposizioni giornaliere limite possono essere differenti per un fattore
maggiore o uguale a 10.
I metodi per implementare i filtri di pesatura in frequenza tali che gli incrementi
sono stati corretti ma le fasi differenziate, hanno implicato variazioni fino al 11% nel
valore della dose di vibrazione e fino al 50% nelle durate delle esposizioni giornaliere
limite. Questa forma do variabilit verr eliminata se le pesature in frequenza saranno
effettuate in accordo con le definizioni riportate nelle norme.
6.
CONSIDERAZIONI DI MIGLIORAMENTO
7.
BIBLIOGRAFIA
Xu, P., Brissaud, F., Fazio, A., (2001), Non steady- state modelling of faecal coliform
removal in deep tertiary lagoons, Water Research, Vol. 36, pp 3074 3082, Elsevier
Science.
APPENDICE
Decreto Legislativo 626/94
Direttiva 2002/44/CE