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Fiandrino Claudio
7 maggio 2010
‡
II
Indice
I Teoria 3
1 Filtri 5
1.1 Nozioni base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.1.1 Definizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.1.2 Esempi di filtri ideali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.1.3 Poli e zeri della funzione di trasferimento . . . . . . . 8
1.2 Progetto di filtri del 1◦ ordine . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
1.2.1 Filtro passa basso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
1.2.2 Filtro passa alto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
1.2.3 Filtro passa banda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
1.3 Progetto di filtri del 2◦ ordine . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
1.3.1 Analisi teorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
1.3.2 Sensibilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
1.3.3 Realizzazioni circuitali . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
1.4 Tecnica di sintesi RLC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
1.5 Filtri con più amplificatori operazionali . . . . . . . . . . . . 28
1.5.1 Filtri a variabili di stato . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
1.5.2 Celle biquadratiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
1.6 Filtri a capacità commutate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
1.6.1 Analisi per comportamento ideale . . . . . . . . . . . 32
1.6.2 Comportamenti con capacità parassite . . . . . . . . . 34
1.6.3 Realizzazione di resistori . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
1.6.4 Integratore a capacità commutate . . . . . . . . . . . 38
III
IV INDICE
2.3 Mixer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
2.3.1 Mixer a Transconduttanza . . . . . . . . . . . . . . . . 62
2.3.2 Mixer a Stadio differenziale . . . . . . . . . . . . . . . 63
3 PLL 69
3.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
3.2 Analisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
3.2.1 Schema a blocchi e analisi teorica . . . . . . . . . . . . 70
3.2.2 Funzione di trasferimento . . . . . . . . . . . . . . . . 71
3.2.3 Analisi sul tipo di HLP (s) . . . . . . . . . . . . . . . . 73
3.2.4 Condizioni di aggancio del PLL . . . . . . . . . . . . . 74
3.3 Realizzazioni circuitali dei componenti . . . . . . . . . . . . . 77
3.3.1 Demodulatori di fase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
3.3.2 VCO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
3.4 Applicazioni dei PLL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90
3.4.1 Sintetizzatori di frequenza . . . . . . . . . . . . . . . . 90
4 Convertitori 93
4.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
4.2 Campionamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
4.3 Quantizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97
4.4 Realizzazioni circuitali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
4.4.1 Errori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
4.4.2 Convertitori D/A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
4.4.3 Convertitori A/D . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
4.4.4 Sample & Hold . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
Prefazione
I grafici sono stati realizzati con i codici tikz e devono essere intesi come
approssimativi e qualitativi.
Ringrazio Massimo Redaelli, autore del pacchetto LATEX circuitikz, senza il
quale non avrei potuto realizzare i circuiti presenti.
CF
1
2 INDICE
Capitolo 1
Filtri
Per realizzare dei filtri i componenti induttivi a frequenze basse, vicino alla
continua, non sono molto adatti.
E’ possibile utilizzare gli amplificatori e, i filtri realizzati con amplificatori,
prendono il nome di filtri attivi.
Questa definizione deriva dal fatto che servono sia a filtrare il segnale sia ad
amplificarlo in banda passante.
Trasmissività
La trasmissività è una particolare funzione di trasferimento che lega le ten-
sioni di ingresso e di uscita di un sistema; viene definita, sempre nel dominio
3
4 CAPITOLO 1. Filtri
di Laplace, come:
Vout (s)
T (s) =
Vin (s)
In generale è un numero complesso che si può esprimere in termini di modulo
e fase:
T (jω) = |T (jω)| e jφω
con s = jω.
Guadagno
Se:
Grafico:
|T |
ωp ω
Grafico:
|T |
ωp ω
Grafico:
|T |
ωp1 ωp2 ω
I fronti di salita e di discesa sono verticali quindi non possono essere im-
plementati fisicamente nella realtà. Di un filtro reale, nelle specifiche, si
conosce la maschera.
Ad esempio, per il filtro passa basso, la maschera è:
|T |
ωp ωs ω
|T |
ωp ωs ω
Sul piano complesso i poli devono essere presenti sulla parte colorata:
jω
. reali;
Graficamente:
jω
−α
dove:
I coefficienti:
In termini di Q, invece:
Q > 0.5
Nel caso in cui: p
1 − ξ2 ∈ I
allora il termine: p
± jω0 · 1 − ξ2
è puramente reale e i poli sono reali.
Esempio
Considerando il sistema:
x(t) y(t)
h(t)
x(t) = Ai · δ (t)
Per realizzare un filtro passa basso è necessario che ci sia un solo polo e
nessun zero nella H(s): Q
i (αi )
H(s) = Q
i (s − pi )
con αi ∈ R.
Quindi: Q
(αi )
Y (s) = Ai · Q i
i (s − pi )
1.1. Nozioni base 9
Antitrasformando si ottiene:
X
y(t) ∝ αi · e pi t
i
jωi
−σi σ
Se pi è reale allora:
y(t) = e −σi t
che rappresenta la risposta di un sistema del primo ordine stabile.
t t
Graficamente:
x(t) y(t)
t t
10 CAPITOLO 1. Filtri
C2
R1
−
Vin +
Vout
dB ∠
fp fp
f f
0 0◦
−10
−20 −45◦
−30
−40 −90◦
−50
R2
C1
R1
−
Vin +
Vout
. trasmissività;
. amplificazione in banda;
12 CAPITOLO 1. Filtri
dB ∠
fp fp
f f
0 90◦
−10
−20 45◦
−30
−40 0◦
−50
C2
C1
R1
−
Vin +
Vout
1.3. Progetto di filtri del 2◦ ordine 13
La trasmissività è:
Vout Z2 sR2 C1
T (s) = =− =−
Vin Z1 (1 + sR1 C1 ) · (1 + sR2 C2 )
R2
−
R1
1 1
fp1 = fp2 =
2πR1 C1 2πR2 C2
1 1
ωp1 = ωp2 =
R1 C1 R2 C2
dB ∠
fp1 fp2 fp1 fp2
f f
0 90◦
−10
−20 0◦
−30
−40 −90◦
−50
N (s)
H(s) =
s2 + 2ξω0 s + ω02
Analizziamo per i vari tipi di filtro la forma del numeratore N (s) e quale
influenza ha sui diagrammi di Bode.
14 CAPITOLO 1. Filtri
In dettaglio:
|H(s)||dB = κ|dB + Q|dB
1.3. Progetto di filtri del 2◦ ordine 15
Graficamente:
Q|dB
κ|dB
ωmax
∠
ω0
ω
0◦
−90◦
−180◦
κs2
H(s) =
s2 + 2ξω0 s + ω02
dB
f
0
−10
−20
−30
−40
−50
16 CAPITOLO 1. Filtri
Come per il filtro passa basso, le risposte reali possono essere di due tipi:
dB dB
f f
0 0
−10 −10
−20 −20
−30 −30
−40 −40
−50 −50
f0 f0
Q= =
BW fH − fL
Più è elevato il Q più il filtro sarà selettivo il frequenza e il picco sarà più
stretto; ciò comporta anche un’aumento dell’amplificazione che può essere
uno svantaggio in quanto le frequenze amplificate sono molto vicine alla
frequenza f0 .
Graficamente:
dB
f
0
−10
−20
−30
−40
−50
1.3.2 Sensibilità
La sensibilità è un coefficiente che quantifica le variazioni di parametri reali
rispetto a quelli di progetto.
Si definisce sensibilità:
∂y 1
Syx = ·
y ∂x
x
Cella Sallen-Key
La realizzazione circuitale prevede inizialmente di utilizzare ammettenze
generiche Yi che verranno sostituite con condensatori o resistenze a sec-
onda del tipo di filtro che si vuole realizzare (passa basso, passa alto, passa
banda).
Circuito generico:
Y2
−
Y1 i2
+
i1 i3
Y3
Vout
Vin Vx Vout Y4
. (Vin − Vx ) · Y1 = i1 ;
. (Vx − Vout ) · Y2 = i2 ;
. (Vx − Vout ) · Y3 = i3 .
Risolvendo si ottiene:
Vout Y1 · Y3
T (s) = =
Vin Y4 · (Y1 + Y2 + Y3 ) + (Y1 · Y3 )
Per realizzare un filtro passa basso è necessario che il numeratore non pre-
senti zeri, quindi occorre scegliere:
1 1
Y1 = Y3 =
R1 R3
1.3. Progetto di filtri del 2◦ ordine 19
C2
−
R1 i2
+
i1 i3
R3
Vout
Vin Vx Vout C4
Celle KRC
Le celle KRC, circuitalmente, si realizzano introducendo una rete di reazione
sul morsetto invertente dell’amplificatore:
RB
RA
C2
−
R1 i2
+
i1 i3
R3
Vout
Vin Vx Vout C4
La trasmissività cambia:
Vout κ · Y1 · Y3
T (s) = =
Vin Y4 · (Y1 + Y2 + Y3 ) + (1 − κ) · (Y2 · Y3 ) + (Y1 · Y3 )
1.3. Progetto di filtri del 2◦ ordine 21
RB
κ =1+
RA
1 1
f0 = Q=
2πRC 3−κ
Esempio
Determiniamo il valore di κ:
1 1
κ =3− =3− = 2.9
Q 10
RB RB
κ =1+ =⇒ = 1.9
RA RA
RB
Se a causa delle tolleranze sui componenti il rapporto RA varia di ±1%:
Ricapitolando:
Y2 Y5
Y1 i2 i3
i3
−
i1 i4 Y3
+
Vin Vx Y4
Vout
. (Vx − Vout ) · Y2 = i2 ;
. Vx · Y3 = Vout · Y5 = i3 .
Risolvendo si ottiene:
Vout Y1 · Y3
T (s) = =−
Vin Y5 · (Y1 + Y2 + Y3 + Y4 ) + (Y2 · Y3 )
Per realizzare un filtro passa banda è necessario che il numeratore abbia uno
zero, quindi occorre scegliere:
1
Y1 = Y3 = sC3
R1
Poichè il denominatore deve essere un polinomio di secondo grado in s gli
altri componenti saranno:
1 1
Y5 = Y4 = Y2 = sC2
R5 R4
24 CAPITOLO 1. Filtri
C2 R5
R1 i2
i3 i3
−
i1 i4
C3
+
Vin Vx R4
Vout
sC3 R4 R5
T (s) =
s2 C2 C3 R1 R4 R5 + sR1 R4 · (C2 + C3 ) + (R1 + R4 )
√
1 C2 C3 R5
f0 = p Q= p
2π C2 C3 R5 · (R1 //R4 ) (C2 + C3 ) R1 //R4
Rispetto alla cella Sallen-Key è presente, in più, l’ammettenza Y4 . Se non
fosse presente non si potrebbe fare un progetto con un fattore di qualità alto
altrimenti l’amplificatore operazionale saturerebbe.
1.4. Tecnica di sintesi RLC 25
Vin R C
Con:
1 1 R
ω0 = √ f0 = √ Q= = Rω0 C
LC 2π LC ω0 L
La realizzazione di filtri di ordini superiori al secondo avviene collegando in
cascata tante celle di questo tipo.
Tuttavia, per bande di frequenza basse è noto che l’induttore non si può
utilizzare. Occorre trovare un blocco sostitutivo che abbia lo stesso compor-
tamento di un induttore, ma sia realizzato con resistenze, condensatori ed
amplificatori operazionali.
Questo tipo di circuiti prendono il nome di GIC, o convertitori di impeden-
za. La loro realizzazione circuitale è la seguente:
Z1
−
+
Z2
Z3
−
+
Z4
Z5
26 CAPITOLO 1. Filtri
Con:
Z1 Z3 Z5
Z=
Z1 Z4
Per essere un induttore:
Z = sL
Quindi:
1 1
Z2 = oppure Z4 =
sL2 sL4
1
Scegliendo Z2 = gli altri componenti devono essere:
sL2
Z 1 = R1 , Z 3 = R3 , Z 4 = R4 , Z 5 = R5
R R
HHP
Vin VHP VBP VLP
Analiticamente:
VHP = Vin − A1 · VBP − A2 · VLP
con A1 e A2 costanti.
Poichè:
VHP
. VBP = ;
s
VHP
. VLP = ;
s2
Si ha:
VHP VHP
VHP = Vin − A1 · − A2 · 2
s s
Con qualche passaggio algebrico:
s2
A1 A2 VHP
VHP 1+ + 2 = Vin =⇒ = 2
s s Vin s + A1 s + A2
Realizzazione circuitale
R3
R3
C
C
R3
− R
− R
+ VHP −
Vin +
+
VLP
R2 VBP
R1
28 CAPITOLO 1. Filtri
dove:
R3
1+ =3
R3 //R3
R1
VHP = −Vin − VLP + VBP ·3
R1 + R2
1
VBP = − · VHP
sRC
V = − 1 · V
LP BP
sRC
Si ottiene:
VHP s2 R 2 C 2
=−
Vin 2 2 2
R1
s R C + s 3RC · +1
R1 + R2
I parametri f0 e Q valgono:
1 1 R2
f0 = Q= · 1+
2πRC 3 R1
R5
C2
R3 C2
R4
R1
− R1
− R4
+ −
Vin VBP
+
−VLP +
VLP
=⇒
Elenco dei simboli usati:
Parametro Descrizione
VT H tensione di soglia
VGS tensione gate-source
VDS tensione drain-source
IDS corrente drain-source
∼ Ron
di valore pari a:
1
Ron = ωn
µn Cox Ln
(VGS − VT H )
Supponendo di pilotare con una tensione Vφ il tasto dell’interruttore:
. se φ = 0 =⇒ =⇒ Vφ ∼ 0 (stato basso);
. se φ = 1 =⇒ =⇒ Vφ ∼ VAL (stato
alto).
Il circuito che illustra questo comportamento è il seguente:
Vφ
Vin Vout
1.6. Filtri a capacità commutate 31
Pass Transistor
Vin C Vout
VGS > VT H
Trasmission Gate
Vin C Vout
Ron
Vin
VDD − VT H
Ron
Vin
VTp VTn
. errore di piedistallo;
. errore di feedtrought.
Errore di piedistallo
CGo
Errore di feedtrought
CGo
CDS
34 CAPITOLO 1. Filtri
CDS
∆Vout = ∆Vin
CDS + CL
1 2
+ +
V1 V2
C
− −
Q 1 = C · V1
La differenza:
∆Q = Q2 − Q1 (1.1)
1
fck =
tck
1.6. Filtri a capacità commutate 35
+ +
V1 V2
− −
Dove la resistenza Req è una resistenza regolabile con la frequenza del seg-
nale che pilota la commutazione degli interruttori.
+ +
V1 C V2
− −
36 CAPITOLO 1. Filtri
R
−
Vin +
Vout
Vin C1 +
Vout
Esempio numerico
Realizzare un integratore a capacità commutate con:
ω0
f0 = = 1 kHz
2π
◮ Se venisse progettato scegliendo come resistenza:
R = 100 kΩ
occorrerebbe avere una capacità di 1.59 nF, infatti:
1 1
f0 = = 1 kHz =⇒ C= = 1.59 nF
2πRC 2π(100 · 103 ) · (1 · 103 )
Questo valore di capacità è di gran lunga superiore alla soglia indicata
in precedenza a pagina 36 (100 pF), quindi questo progetto non può
essere realizzato per un circuito integrato.
◮ Utilizzando la tecnica delle capacità commutate:
. ipotizzando di avere la frequenza interna del generatore di 10 kHz,
poichè:
fck ≫ fgen =⇒ fck = 10 · fgen =⇒ fck = 100 kHz
◮ Considerazioni:
. i valori di capacità scelti sono inferiori alla soglia quindi accetta-
bili;
. la frequenza di clock massima: fckmax ≫ fck ; se si considera come
≫ un rapporto di 10 allora:
Vin +
Vout
2 2
−
1 1
C1
Vin +
Vout
2 2
−
1 1
C1
Vin +
Vout
−
C1
Vin +
Vout
dove:
1
. jf /f0 è la funzione dell’integratore normale;
. il termine fra parentesi quadre rappresenta il termine di correzione e
tende a 1 per f ≪ fck .
Quindi il circuito realizzato ha un comportamento simile all’integratore nor-
male solo per f ≪ fck ; la rotazione introdotta è lineare anzichè −90◦ .
Capitolo 2
Applicazioni di transistori
bipolari
RF AMP IF + FBP
∼ f0
41
42 CAPITOLO 2. Applicazioni di transistori bipolari
. moltiplicatore o mixer;
. oscillatore locale.
αR IR αF IF
IE IC
IF IR
IB
VBE
VBC
IF = IE0 · e VT
−1 IR = IC0 · e VT
−1
IC = αF IF − IR IE = αR IR − IF
VBE
V
BE
IC = αF · IE0 · e VT
IE = −IE0 · e VT
Poichè αF ∼ 1 =⇒ IE ≈ IC .
2.1. Amplificatori accordabili a banda stretta 43
Modello ibrido π
rµ
B C
rπ gm VBE r0
β0 · VT IC VA
rπ = rµ ≈ 0 gm = r0 =
IC VT IC
Modello a parametri h
B C
hie hf e IB hoe
VT IC
hie = hf e = β0 r0 =
IB VA
2.1.3 Polarizzazione
VAL
RC
R2
IC
I2 Ib
VCE
I1
VBE IE
R1
RE
Ib = IE /β
IC = VAL /RC
RB
+
VBB
−
dove:
R1
. VBB = · VAL
R1 + R2
. RB = R1 //R2
‡ ‡
tensione VCE nel punto di equilibrio corrente IC nel punto di equilibrio
2.1. Amplificatori accordabili a banda stretta 45
VAL
RC
R2
IC
I2 Ib
VCE
I1
VBE IE
R1
RE
Si ottiene la configurazione:
VAL
RC
IC
RB
VCE
Ib
+
VBE IE
VBB
RE
Poichè:
Ib = IE /β
sostituendo i valori massimi e minimi di β:
750 µA 750 µA
< Ib <
100 200
quindi:
Ibmax = 7.5 µA
La condizione necessaria è:
I2 ≫ Ib =⇒ I2 = 10 · Ibmax =⇒ I2 = 75 µA
I1 = 9Ib =⇒ I1 = 67.5 µA
R1
VBB = · VAL
R1 + R2
si ottiene la seconda equazione da mettere a sistema con la precedente:
R1 R1 2 R2 3
6V = · 15 =⇒ = =⇒ =
R1 + R2 R1 + R2 5 R1 2
Il sistema è quindi formato da:
15 V − R1 · 67.5 µA
75 µA =
R2
R 3
2 =
R1 2
2.1. Amplificatori accordabili a banda stretta 47
Ottenendo: (
R1 = 83.3 kΩ
R2 = 124.9 kΩ
A questo punto è necessario verificare se i risultati sono corretti:
É importante precisare che la corrente Ib non deve essere troppo bassa al-
trimenti il transistore non viene polarizzato.
VAL
RC
R2
IC
I2 Ib
VCE
I1
VBE IE
R1
RE
VCE = VAL − RC · IC − RE · IE
dove IC = IE . Perciò:
−VCE − RE · IE + VAL −5 V − 6.7 kΩ · 750 µA + 15 V
RC = = = 6.63 kΩ
IC 750 µA
48 CAPITOLO 2. Applicazioni di transistori bipolari
VAL
RC
R2 CL
CB IC
I2 Ib
VCE
+ I1
VBE
RL Vout
Vin R1
RE CE
− IE
VAL
RC
R2
CL
CB IC
I2 Ib
+ I1 hie
hf e Ib
Vin R1 RL Vout
RE CE
−
IE
RS
Ib
+ hie
hf e Ib
Vin RL Vout
Vin Rb
ZE
−
IE
RS
Ib
+ hie
hf e Ib
Vin RL Vout
Vin Rb
ZE ZE
−
Ib come:
Vin
Ib =
hie + ZE (1 + hf e )
La tensione di uscita sarà:
Vout = −RL · hf e Ib
−RL · hf e Vin
Vout =
hie + ZE (1 + hf e )
Il guadagno è quindi:
−RL · hf e
AV =
hie + ZE (1 + hf e )
Trascurando ZE :
−RL · hf e
AV =
hie
si può concludere che l’amplificazione è poco precisa in quanto:
VT
. hie = dove VT è la tensione termica pari a 26 mV a temperatura
IBq
ambiente, quindi il guadagno dipende dalla temperatura.
Gli amplificatori realizzati con gli operazionali invece non hanno dipen-
denza da questi fattori: il guadagno dipende esclusivamente dalla rete di
retroazione introdotta.
dove:
Quindi:
VBE (t) = Vin (t) + VE
Sostituendo, la corrente sul collettore risulta essere:
“ ” “ ”
VE Vin (t)
IC (t) = IS e VT
·e VT
Vinp
x=
VT
che misura quanto l’ampiezza del segnale di ingresso è grande o piccola
rispetto alla tensione termica. Il termine:
quindi:
+∞
“ ” ( " #)
VE X In (x)
Vout = VAL − RC · IS e VT
· I0 (x) · 1 + 2 cos(n ωi t)
I0 (x)
n=1
dove:
“ ”
VE
. IS e VT
· I0 (x) è il termine fissato dal generatore costante, la parte in
continua;
“ ”
VE
In (x)
. IS e VT · I0 (x) · 2 +∞
P
n=1 cos(n ω i t) è il termine che esprime
I0 (x)
la distrosione data dalle armoniche di ordine superiore.
Funzioni di Bessel
Le funzioni di Bessel, al variare del parametro x, seguono il comportamento
descritto in figura (2.1).
Quindi:
Voutp n=1 2 · I1 (x)
= (RC · gm) ·
Vinp x · I0 (x)
Il primo termine, (RC · gm), caratterizza il contributo di piccolo segnale,
mentre il secondo è un termine correttivo perchè le ipotesi di piccolo segnale
non sono verificate.
L’espressione:
2 · I1 (x)
gm · = Gm(x)
x · I0 (x)
prende il nome di transconduttanza di ampio segnale.
Modello Guadagno
Piccolo segnale RC · gm
Ampio segnale RC · Gm(x)
Si osservi che:
x −→ 0 =⇒ Gm(x) −→ 1
Graficamente:
2.1. Amplificatori accordabili a banda stretta 55
Gm(x)
gm
1
0.1
10 x
ωn
n=1 n=2 n=3
VAL
IC
LC RC CC
R2
CB
I2 Ib
VCE CL
+ I1
VBE
RL Vout
Vin R1
RE CE
− IE
56 CAPITOLO 2. Applicazioni di transistori bipolari
Vout
ωn
n=1 n=2 n=3
2.2 Oscillatori
2.2.1 Teoria degli oscillatori
Lo schema a blocchi per un oscillatore è:
Vin
⊕ A(s) Vout
B(s)
2.2. Oscillatori 57
A(s)
Av(s) =
1 − A(s)B(s)
T (s) = A(s)B(s)
C R l
B(s)
C
i
58 CAPITOLO 2. Applicazioni di transistori bipolari
C1
C R l
Vf
C2
Vout
i Vφ C1
Si osserva che:
C1
Vφ = · Vf
C1 + C2
e:
Vφ = −VBE
la tensione fra base e collettore del bjt.
2.3 Mixer
Per realizzare un prodotto fra due segnali sinusodali è necessario usare un
mixer o moltiplicatore:
Vx (t) Vout (t)
⊗
Vy (t)
(ω1 − ω2 ) (ω1 + ω2 ) ω
A causa delle non linearità possono essere presenti anche altre componenti
non desiderate; la prestazione di un moltiplicatore si definisce con la banda a
(−3 dB) per segnale debole: l’ampiezza del segnale di ingresso, infatti, deve
essere piccola (a volte è confrontabile con la tensione termica pari a 26 mV)
altrimenti le componenti spurie causerebbero troppi fastidi.
VCC
RC
Vout
Vx IE
Vy
RE
2.3. Mixer 61
icq
dove gm = . Poichè icq è fissata dalla corrente IE :
VT
IE ‡
gm =
VT
Vy − VBE
IE =
RE
Quindi:
Vy − VBE 1
gm = ·
RE VT
La tensione di uscita perciò è:
RC Vx
Vout = VCC − · · (Vy − VBE )
RE VT
La costante κm vale:
RC 1
κm = ·
RE V T
Vx , Vy < VT
VCC
RC RC
Vout
T1 T2
Vx IE1 IE2
IE
Mentre: Vx
IE · e VT
IE1 = Vx
1 + e VT
Graficamente si ottiene:
IE2 IE IE1
IE /2
Vx
IE2 IE IE1
IE /2
−4VT 4VT Vx
Poichè:
IE
gm =
VT
Si ha:
IE gm
IE1 = + · Vx
2 4
64 CAPITOLO 2. Applicazioni di transistori bipolari
IE gm
IE2 = − · Vx
2 4
IE gm IE gm
Vout = (RC · IE2 ) − (RC · IE1 ) = RC · − · Vx − + · Vx
2 4 2 4
gm
= RC · · Vx
2
Sostituendo al blocco:
VCC
RC RC
Vout
T1 T2
Vx IE1 IE2
IE
Con il blocco:
2.3. Mixer 65
Vy
RE
Si ottiene la configurazione:
VCC
RC RC
Vout
T1 T2
Vx IE1 IE2
Vy
RE
IE
PLL
3.1 Introduzione
Si consideri un sistema di trasmissione modulato AM; al lato trasmettitore
lo schema a blocchi è:
f0
Vm (t) Vx (t)
Con:
Vx (t) = VoT X cos(ωoT X ) · Vm (t)
A lato ricevitore:
DEMOD
67
68 CAPITOLO 3. PLL
κa
VRX (t) Va (t)
LP
π/2
∼ ωoRX
Si ha:
dove:
Le due pulsazioni devono essere uguali per poter riportare il segnale in banda
base; infatti se:
ωoT X = ωoRX
il segnale Va (t) è proporzionale al segnale modulante Vm (t).
Per ottenere le due pulsazioni perfettamente uguali vengono usati dei PLL
(Phaze lock loop), anelli ad aggancio di fase: il loro comportamento è simile
ad un filtro passa banda molto stretto e accordabile.
3.2 Analisi
3.2.1 Schema a blocchi e analisi teorica
Il funzionamento del PLL si riconduce al seguente schema a blocchi:
3.2. Analisi 69
Vin
Vd (t)
D.F.
HLP (s)
Vc (t)
Vout
V CO
ω = ωoRX + ∆ω = κo · Vc
dove:
dove:
Mentre:
Vd (s) = κd · [θi (s) − θo (s)]
3.2. Analisi 71
Pertanto:
Vc (s)
= κd · [θi (s) − θo (s)]
HLP (s)
Sostituendo a Vc (s) con la sua espressione equivalente:
∆ωo (s)
= κd · [θi (s) − θo (s)]
κo · HLP (s)
Quindi:
s · θo (s)
= κd · [θi (s) − θo (s)]
κo · HLP (s)
Da cui si ottiene:
κd · κo · HLP (s) θo (s) κd · κo · HLP (s)
θo (s) = · [θi (s) − θo (s)] =⇒ =
s θi (s) s + κd · κo · HLP (s)
> Se HLP (s) è un filtro del primo ordine il PLL sarà del secondo ordine:
κd · κo 1 κd · κo
H(s) = · =⇒ H(s) = 2
s + κd · κo sRC + 1 s RC + s + (κd · κo )
> Se HLP (s) è un filtro del secondo ordine il PLL sarà del terzo ordine.
> Si possono inserire dei filtri attivi, come un filtro integratore o un filtro
passa basso attivo.
72 CAPITOLO 3. PLL
Modulazione PSK
Se il segnale di ingresso è modulato di tipo PSK il cambiamento di fase
temporale viene rappresentato dalla funzione gradino:
∆θi
Modulazione FSK
Se il segnale di ingresso è modulato di tipo FSK il cambiamento di frequenza
è modellato dalla funzione gradino:
∆ωi
Poichè:
dθi
ωi (t) =
dt
La trasformazione con Fourier risulta essere:
ωi (s) = s · θi (s)
Quindi:
ω(s) ∆ωi 1 ∆ωi
θi (s) = = · = 2
s s s s
Valutando la condizione 3.1 in questo caso:
s ∆ωi ∆ωi
lim s · θE (s) = lim s · · 2 =
s−→0 s−→0 s + κd · κo · HLP (s) s κo · κd · HLP (0)
Se:
∆ωi
. HLP (0) = 1 allora θE = ;
κo · κd
. HLP (0) −→ +∞ allora θE −→ 0.
74 CAPITOLO 3. PLL
ωi (t)
ωi (t) = ωio + ∆ωi (t)
Siccome:
dθi
ωi (t) =
dt
La trasformazione con Fourier, allo stesso modo dei casi precedenti, è:
ωi (s) = s · θi (s)
Pertanto:
ω(s) ∆ωi 1 ∆ωi
θi (s) = = 2 · = 3
s s s s
Valutando anche per questo caso la condizione 3.1:
s ∆ωi ∆ωi
lim s · θE (s) = lim s · · =
s−→0 s−→0 s + κd · κo · HLP (s) s3 s · [s + κd · κo · HLP (0)]
Se:
Il PLL si aggancia solo se viene usato come filtro un integratore che garan-
tisce HLP (0) −→ +∞.
3.3. Realizzazioni circuitali dei componenti 75
Vout (t)
Caratteristica a farfalla
Ad anello aperto il PLL:
Vin
Vd (t)
D.F.
HLP (s)
◦ Vc (t)
Vout
V CO ◦
Vc (t)
ωoRX ω
Ad anello chiuso:
Vin
Vd (t)
D.F.
HLP (s)
Vc (t)
Vout
V CO
Vc (t)
caratt. anello aperto
valor medio primo step
ωoRX
ω
Il valor medio deve diminuire finchè per una certa ωi di ingresso l’uscita del
V CO è uguale a quella di ingresso:
78 CAPITOLO 3. PLL
Vc (t)
ωi
ω
ωoRX
Vc m
Vc m
ω
ωoRX ωi
campo di cattura
campo di mantenimento
3.3. Realizzazioni circuitali dei componenti 79
Digitali
Porta XOR
Per segnali digitali la fase si può demodulare mediante la porta:
A B XOR(A,B)
0 0 0
0 1 1
1 0 1
1 1 0
Ipotizzando di avere sia per il segnale di ingresso che per il segnale di uscita
un duty cycle del 50 %, il risultato dell’operazione or esclusivo è:
Vin
T
t
Vout
t
XOR τ
t
80 CAPITOLO 3. PLL
(VOH − VOL )
VdDC = 2 · ·τ
T
Sostituendo l’espressione di τ ottenuta invertendo l’equazione 3.2 si ha:
θe
−π 0 π 2π 3π
Questa caratteristica è valida solo se il duty cycle dei due segnali è uguale.
In caso contrario il grafico della caratteristica è il seguente:
Vd
θe
−π 0 π 2π 3π
3.3. Realizzazioni circuitali dei componenti 81
Flip flop SR
Con un flip flop SR:
Vin S Q Vd (t)
Vout R
θe
Vout
θe
τ
Vd (t)
θe
In questo caso:
(VOH − VOL ) · τ (VOH − VOL ) · θe
VdDC = =
T 2π
Quindi il coefficiente κd vale:
(VOH − VOL )
κd =
2π
Con un flip flop non si ha la limitazione nella dinamica dovuta a duty cycle
differenti perchè i flip flop, a differenza della porta xor, sentono i fronti di
salita o discesa.
Demodulatore PFD
Il demodulatore PFD, phaze frequency detection, è un demodulatore sensi-
bile sia alle differenze di frequenza che di fase.
VDD
D Q A
Vin
R
VDD
D Q B
Vin
R
θe
Vout
θe
τ
θe
θe
VAL
C Vc
B
Vc
t
A stato alto A stato basso
θe = 0
3.3.2 VCO
Nell’analisi dei circuiti che implementano un V CO si considerano solo i casi
per cui l’uscita del V CO è un’onda quadra.
. tipologica CMOS.
84 CAPITOLO 3. PLL
VAL
RE
IE
Vc T4
Vb
C1 Vc 1
T2 T3
T1
R Vout
Vc 1
Vcmax
t
carica scarica carica scarica
Vc1
Vs2
Vs1
t
tVs2 tVs1
Vs1 Vs2
I2 I3
T2 T3
0.7 V
I1
0.2 V T1
86 CAPITOLO 3. PLL
I2 = I3
Con Vb = 0.9 V il diodo viene interdetto e la corrente che scorre in T4 non può
caricare il condensatore, ma diventa I2 ; poichè I3 deve avere lo stesso valore
di I2 l’unico elemento che può fornire corrente è il condensatore: questa è
la fase di scarica. Infatti, non appena Vout commuta nello stato logico basso
viene ripristinata la condizione per cui T1 è interdetto e il condensatore si
carica nuovamente.
Graficamente:
Vout
t
tVs2 tVs1 tVs2 tVs1
Vc 1
Vs 2
IE /C
Vs 1
t
tVs2 tVs1 tVs2 tVs1
VAL
Vc I I
I2
R2 C
I1
R1
FLIP FLOP
I I
. decodificatore di tono;
2π 2π
Vc (t) = · (fio − for )‡ + · fm (t)‡
κo κo
. modulazione FSK/PSK;
. sintetizzatori di frequenza.
fin
M Vd (t)
D.F.
HLP (s)
N
Vc (t)
fout
V CO
‡ ‡
É una parte costante. É la parte che varia in base alla frequenza modulante
3.4. Applicazioni dei PLL 89
Progetto
Si vuole progettare un sintetizzatore che generi:
fout = 1 MHz : 1 kHz : 2 MHz
con fin = 1 kHz.
Pertanto:
fout = 1000 · fin + κ · fin
con κ = 0, 1, 2...1000.
fout = fin · (1000 + κ)
Si desume quindi che:
. M = 1;
. N = (1000 + κ).
Lo schema a blocchi è:
fin
Vd (t)
D.F.
HLP (s)
N
Vc (t)
fout
V CO
90 CAPITOLO 3. PLL
Capitolo 4
Convertitori
4.1 Introduzione
Lo schema a blocchi di un ricevitore ad eterodina digitale può essere rapp-
resentato mediante:
. antenna;
. amplificatore a radiofrequenza;
. convertitore analogico/digitale;
. convertitore digitale/analogico;
. amplificatore audio;
. speaker.
91
92 CAPITOLO 4. Convertitori
. ampiezza continua;
. ampiezza discreta;
Graficamente:
A(t)
t
4.2. Campionamento 93
4.2 Campionamento
Generare una sequenza di campioni As (t) partendo da un segnale analogico
A(t) si realizza mediante:
+∞
X
As (t) = A(t) · δ (t − nTs )
n=−∞
Graficamente:
As (ω)
−2π −B B 2π ω
Ts Ts
As (ω)
−2π −B B 2π ω
Ts Ts
A(ω)
A(ω)
t
4.3. Quantizzazione 95
L’elemento che realizza tutto ciò prende il nome di sample & hold.
A(t) As (t)
„ « „ «
P+∞ 2π n T
n=−∞ δ ω − h1 (t) = pTs t−
Ts 2
4.3 Quantizzazione
Dopo il processo di campionamento i valori ottenuti sono discreti dal punto
di vista temporale, ma non in ampiezza:
S D
=⇒
0 0
S 11
10
=⇒
01
0 00
Ad
As As è il valore campionato
Am
Am è il valore medio dell’intervallo
Ad Ad Ad
−
2 2
Esempi
Onda triangolare
A(t)
S/2
t
−S/2
ρ(As )
1
S
S S As
−
2 2
Ps = σ2As =
Z S/2 S/2
1 S2
Z
= A2s · ρ(As ) dεq = A2s · dεq =
S/2 S/2 S 12
Il rapporto segnale-rumore:
S2
Ps
SN Rq = = 12
= 22N
Pεq S2
12·22N
Onda sinusoidale
A(t)
S/2
t
−S/2
In questo caso non tutti i punti hanno la stessa probabilità di essere campi-
onati in quanto la sinusoide è quasi piatta nei cambi di fronte quindi quelle
ampiezze hanno più probabilità di essere campionate:
ρ(As )
S S As
−
2 2
S2
Ps = σ2As =
8
Il rapporto segnale-rumore:
S2
Ps 8 3 2N
SN Rq = = = ·2
Pεq S2 2
12·22N
3 2N
SN Rq |dB = log10 ·2 = 6N ‡ + 1.76‡ dB
2
‡
Termine dato dal contributo di 22N ‡
Termine dato dal contributo 3
2
espresso in decibel
4.3. Quantizzazione 99
Onda quadra
A(t)
S/2
t
−S/2
S S As
−
2 2
Segnale vocale
Per il segnale vocale la distribuzione di probabilità è di tipo gaussiano:
ρ(As )
S S As
−
2 2
‡
Termine dato dal contributo di 22N ‡
Termine dato dal contributo 3 espresso in decibel
100 CAPITOLO 4. Convertitori
S2
Ps = σ2As =
36
Il rapporto segnale-rumore:
S2
Ps 36 1 2N
SN Rq = = = ·2
Pεq S2 3
12·22N
Conclusioni
SN Rq |dB
4.77
onda quadra
1.76
onda sinusoidale
N onda triangolare
-4.77
segnale vocale
‡
Termine dato dal contributo di 22N ‡
Termine dato dal contributo 1
3
espresso in decibel
4.3. Quantizzazione 101
A(t)
S/2
App
−S/2
‡
Termine dato dal contributo di 22N ‡ Termine dato dal contributo 32 espresso in decibel
‡
Termine dato dal contributo A2pp espresso in decibel ‡ Termine dato dal contributo
1
S2
espresso in decibel
102 CAPITOLO 4. Convertitori
. errori statici ;
. errori dinamici.
. di offset;
. di guadagno;
. tempo di assetto;
. glitch.
VR R
R VLSB
VR VR
VLSB = ·R= N
2N·R 2
VR m · VR
Voutm = · mR =
2N ·R 2N
Con N bit:
N
X −1
va = Ad · bi · 2i
i=0
Blocco Sommatore
R
VR RF
2R −
Itot
+
≈ 4R ≈
Va
2N −1 R
Rg
R
VR RF
2R −
Itot
+
≈ 4R ≈
Va
2N −1 R
Deviatore di corrente
Il problema illustrato precedentemente può essere risolto in questo modo:
4.4. Realizzazioni circuitali 105
Rg
R
VR
2R
Itot
4R
≈ ≈
2N −1 R
I
R I/2 R I/4
VR 2R 2R 2R 2R
I/2 I/4 I/8 I/8
RF
+
Vout
VR R =⇒ VR 2R 2R
I I/2 I/2
I
R
VR 2R R
I/2 I/2
Iterando il procedimento:
I
R I
R I/2
VR 2R R =⇒ VR 2R 2R 2R
I/2 I/2 I/2 I/4 I/4
Fonti di errore
Vin
VR R
R
LOGICA D
≈
Tc = Tcomp ‡ + TL ‡
◦
LOGICA
D/A
‡ ‡
Tempo di comparazione dei comparatori di soglia Tempo della logica di decodifica
108 CAPITOLO 4. Convertitori
. il fattore Tck va scelto in modo tale che in uno spostamento (in alto o
in basso) di un LSB si riesca a percorrere tutto l’anello di retroazione
dello schema a blocchi generale:
S S S S
CAMPIONE
=⇒ =⇒ =⇒
0 0 0 0
1◦ Approx 2◦ Approx 3◦ Approx
Il primo step di confronto avviene con l’MSB: la soglia infatti è posta a metà
della dinamica S. Il numero di confronti da effettuare è al più N anzichè 2N
quindi:
Tc = N · Tck
La complessità del circuito non varia rispetto al caso precedente.
‡
Questo tempo di conversione è pari al passaggio da 0 alla dinamica S ‡ Tempo di
comparazione dei comparatori di soglia ‡ Tempo della logica di decodifica ‡ Tempo
di assetto
4.4. Realizzazioni circuitali 109
⇓
S S
A − M SB · confronto con
2 4
⇓
S S
A confronto con + M SB ·
4 2
In questo modo tutti i comparatori hanno in ingresso la stessa soglia e i
convertitori tutti ad 1 bit tuttavia il tempo di conversione è identico al
comparatore di tipo sequenziale.
Tabella riassuntiva
Nella seguente tabella si riportano i tempi di conversione e la complessità
introdotta per ogni tipo di convertitore.
Vin CM Vout
−
−
+
Vin +
Vout