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RICONOSCERE LE BUFALE A OCCHIO Generalmente buona parte delle bufale sono riconoscibili a prima vista
per gli espedienti retorici e per gli stilemi presenti in questo genere di
messaggio. Labbondanza di punti esclamativi e luso del maiuscolo sono sicure
spie di qualcosa che non va e altrettanto lo sono espressioni che richiamo a
presunte censure e invitano a far girare la presunta notizia. Se un
segreto o nessuno ne parla, qualche motivo c e raramente
rappresentato dalla presunta pericolosit della notizia per la classe dominante
o per il potere, quale che sia.
LIMPORTANZA DELLE FONTI Altro indizio rivelatore lassenza di fonti citate nei messaggi, ci sono
moltissime notizie censurate, nel senso che circolano a fatica o sono ignorate
dai media mainstream, ma difficilmente ci sono notizie mai riportate da
GLI STRUMENTI PER SCOPRIRE I TRUCCHI Ci son poi alcuni strumenti di facile impiego che chiunque pu utilizzare
per verificare in proprio, a cominciare da Google, utile sia per cercare altre
fonti, che per controllare che le immagini veicolate siano genuine. Lo stesso si
pu fare su YouTube per verificare che un video non sia stato scaricato,
ricontestualizzato e riproposto da qualche furbetto. Per alcune immagini pu
essere utile uno strumento come Jeffreys Exif Viewer, che permette di leggere
i metadati che accompagnano le foto al fine di stabilirne let, se non il luogo
nel quale stata scattata. A questo fine sono utili anche strumenti come
Google Earth o Wikimapia, che permettono di perlustrare una localit in cerca
di riscontri, ma anche Wolfram Alpha che permette di risalire al meteo di ogni
localit in ogni momento del passato, e quindi confrontare il cielo e la luce di
video e fotografie con quelli che ci dovrebbero essere. FotoForensics invece lo
strumento che permette di sapere con facilit se una immagine stata lavorata
con Photoshop o un altro programma di editing. Difficile, se non impossibile,
che una bufala possa sopravvivere a questo genere di elementari controlli, il
che riporta allinizio del discorso e a chiedersi perch qualcuno produca
disinformazione e sciocchezze destinate comunque a essere scoperte e
sbugiardate, ma questa una domanda alla quale solo ogni singolo produttore
di bufale pu dare la sua personalissima risposta.
Fabio Chiusi
Giornalista
Pubblicato: marzo 20, 2014
Ieri il Senato della Repubblica ha approvato con 257 voti a favore e 165
astenuti, si leggeva in un post divenuto virale su Facebook qualche tempo fa
(35 mila condivisioni in meno di un mese), il disegno di legge del senatore
Cirenga che prevede la nascita del fondo per i parlamentari in crisi creato in
vista dellimminente fine legislatura. Il presunto fondo avrebbe dovuto
prevedere lo stanziamento di 134 miliardi di euro da destinarsi a tutti i
deputati che non troveranno lavoro nellanno successivo alla fine del
mandato. Conclusione: Rifletti e fai girare. Inverosimile? Certo, visto che si
tratta di una evidente bufala, e sarebbe bastato contare i presunti voti per
capire che non combaciano con il numero dei senatori. E del resto, il senatore
Cirenga nemmeno esiste anche se ha una pagina Facebook.
Ma allora perch cos tanti utenti di Facebook ci sono cascati? Un gruppo
di ricercatori delle Universit di Lucca, Lione e della Northeastern di Boston ha
cercato di inquadrare il ruolo e le dinamiche delle bufale diffuse da troll sul
social network di Mark Zuckerberg proprio a partire dallesperienza del dibattito
online durante le ultime elezioni politiche italiane.
Analizzando un campione di 2,3 milioni di individui distribuiti in 50
pagine Facebook divise in tre categorie media mainstream, pagine di
ottobre
2015
Il sito Senza Censura chiuso dalla polizia postale "Catania, 15enne bruciato
vivo. Massacrato perch cristiano". "Roma: extracomunitario tenta di stuprare
bambina. Interviene un passante e lo demolisce". "Napoli, ospitano un
pakistano a cena: stupra la figlia e viene picchiato dal padre". "Marocchino
salva bambino in mare e poi muore per la fatica". "Quattro tunisini stuprano la
moglie e poi uccidono il marito a sprangate". "Nigeriano stupra madre e figlia,
il marito gli getta lacido sul pene". "Immigrato violenta bambina di 7 anni. Il
padre gli taglia le palle e gliele fa ingoiare". Con quest'ultimo titolo, e relativo
"articolo", "ho fatto pi di cinquecentomila visite, e guadagnato mille euro, solo
nella prima settimana". Senza contare le centinaia di migliaia di Mi piace e
condivisioni su Facebook.
Funzionava cos: il protagonista del nostro articolo ha aperto un blog, l'ha
trasformato in un giornale di informazione in Rete e ha cominciato a pubblicare
notizie molto spesso inventate di sana pianta, bufale e fandonie che mettevano
al centro della scena (del crimine) sempre e soltanto lui: il nemico immigrato e
le sue nefandezze. Pi la sparava grossa, pi ingannava deliberatamente, pi
soffiava sul fuoco dello spirito peggiore del nostro tempo e pi gli aumentava il
volume di visualizzazioni e lettori. Che lievitavano a numeri inimmaginabili.
E a questo punto faceva soldi veri, talvolta a palate, grazie alla pubblicit di
Google Adsense e similari. Ogni click, un tot di centesimi. "Ogni mille visite
"In passato avevo condiviso sulle mie innumerevoli pagine Facebook la storia
davvero accaduta di un immigrato che stupr una bambina, e tra i commenti al
post ci fu chi scrisse una roba del tipo "Eviratelo e fateglielo mangiare a forza"
e "Buttategli l'acido addosso". Questi commenti macinavano centinaia di like; e
cos ho deciso di farne il format del mio blog. Ho avuto quasi 6 milioni di
visualizzazioni e 800 mila condivisioni...".
Quanto ti rendeva la tua attivit?
"Il guadagno andava a periodi".
Ti consideri un razzista?
"Certamente no: io non sono un razzista, n tantomeno un divulgatore di odio
razziale, ma un ragazzo normalissimo che cercava di fare qualche euro
scrivendo".
E cosa pensi, allora, degli immigrati?
"Non provo nessun risentimento nei loro confronti, ma solo su coloro che
speculano sulla loro pelle".
I tuoi articoli seminavano odio sociale?
"Non mi sembra che dopo aver letto i miei articoli i lettori siano scesi in piazza
con un machete per colpire gli extracomunitari di passaggio. Altrimenti
dovrebbero farlo anche dopo aver visto un tg".
Vuoi diventare un giornalista?
"No".
Secondo te, i social network sono uno strumento di conoscenza o di
ignoranza?
"I social sono una miniera di diamanti per chi pubblica qualcosa, ma non per
chi legge. Consiglio di utilizzarli per passatempo: non per informarsi".
Nel periodo natalizio torna a girare una mail che avverte di non investire in
beneficenza riportando dati sugli stipendi milionari e benefit da urlo per i ceo di
grandi ong come Unicef e la Croce rossa. I dati per sono poco precisi e non
aggiornati dal 2005, quando la mail ha iniziato a circolare.
Arance infette con il virus hiv
Le arance provenienti dalla Libia sarebbero state contaminate con sangue
infetto dal virus hiv. Il messaggio minatorio circolato a lungo sui social,
pregando le persone di condividere per salvare pi vite possibili. Era solo uno
scherzo, di pessimo gusto.
"La fede non serve per essere una brava persona"
Salto Quantico
AttivoTv
Notizie dal Web
Autismo e Vaccini
Vaccini Informa
LoSai
Jeda News
Siti clickbait
Aggregatori di notizie, copia incollatori, senza alcuna verifica dei fatti e
titoli accattivanti per attrarre il lettore.
Testate giornalistiche
E le testate giornalistiche? Certo, abbiamo riportato numerosi casi in cui
testate giornalistiche hanno pubblicato bufale, disinformazione o allarmismo. Di
certo non tecnicamente possibile porle allo stesso livello di altri siti qua sopra
citati. Certo che spesso gli articoli di queste testate giornalistiche vengono
copiati, incollati e modificati dai siti di bufale e disinformazione per secondi fini.
Siti satirici [da non considerare come parte della lista nera]
Questi siti sono fatti apposta per diffondere pillole di satira e qualche
risata. Succede spesso che alcuni utenti ce li segnalino pure Non sono da
lista nera, ma li riportiamo siccome a volte le loro simpatiche bufale
vengono copiate e incollate da parte dei siti elencati qua sopra.
Lercio
Chiave Orgonica
Ricordiamo il triste caso dellarticolo satirico dei rom ed il gattino di
Lercio che Catena Umana sfrutt.