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Facolt di Economia
Dipartimento di Matematica Applicata
Universit CaFoscari di Venezia
Funari Stefania, funari@unive.it
R1
R2
t0
t1
t2
Rn
tn
I capitali R0, R1, R2, ., Rn sono chiamati rate della rendita. Lintervallo di tempo fra
due rate consecutive detto periodo e generalmente esso costante (si veda il paragrafo
Tipi di rendite). Una rendita ha una durata che uguale allintervallo di tempo fra
linizio del primo periodo e la fine dellultimo periodo.
1. 1 Tipi di rendite
Si possono distinguere le rendite in varie categorie, a seconda delle caratteristiche dei
tempi di scadenza e delle rate della rendita.
i) Rendite periodiche e rendite non periodiche
La distinzione fra rendite periodiche e non periodiche fa riferimento al tempo che
intercorre fra due rate consecutive. Nelle rendite periodiche lintervallo di tempo che
intercorre fra due rate consecutive uguale durante tutto lorizzonte temporale della
rendita ed chiamato periodo della rendita; si parla in questo caso di rendite annuali se
il periodo lanno, di rendite mensili se il periodo il mese, di rendite semestrali se il
periodo il semestre e cos via.
ii) Rendite immediate e rendite differite
La prima rata della rendita pu essere riscossa (o pagata), nel primo periodo della
rendita, in questo caso la rendita si dice immediata, oppure in un periodo successivo k e
in questo caso la rendita si dice differita di k periodi.
Rk
tk-1
tk
k-mo periodo
Si parla di rendite anticipate qualora la scadenza di ciascuna rata sia riferita allistante
iniziale di ogni periodo:
Rk
tk-1
tk
k-mo periodo
iv) Rendite costanti e rendite variabili
Per quanto riguarda gli importi delle rate si distingue fra le rendite costanti, in cui gli
importi delle rate sono tutti uguali fra di loro e le rendite con importi variabili; in
questultimo caso anche possibile che le rate si modifichino in base ad una certa legge,
ad esempio in progressione aritmetica o in progressione geometrica.
v) Rendite temporanee e rendite perpetue
Con riferimento al numero delle rate, si distingue fra le rendite temporanee, in cui il
numero delle rate finito e le rendite perpetue in cui il numero delle rate infinito.
1.2 Il problema della valutazione di una rendita
Quando si parla di rendite si pone il problema di determinare limporto monetario che,
con riferimento ad un istante fissato, pu essere considerato finanziariamente
equivalente alla rendita. Questo importo, chiamato valore della rendita, varia in
relazione alla scelta del regime finanziario utilizzato (solitamente nel calcolare il valore
di rendite si usa il regime della capitalizzazione composta), alla scelta del tasso di
interesse impiegato nel calcolo e alla scelta dellistante di valutazione.
In particolare, il valore della rendita chiamato valore attuale della rendita qualora
listante di valutazione coincida con listante in cui avviene la prima riscossione
(pagamento) o con un istante precedente; chiamato montante della rendita qualora
listante di valutazione coincida con listante in cui avviene lultima riscossione
(pagamento) o con un istante successivo.
R
n
Si vuole calcolare il valore attuale della rendita allistante t = 0. Per fare questo, basta
riportare ciascuna rata al tempo 0 mediante operazioni di attualizzazione; si calcola
quindi la somma dei valori attuali delle singole rate, utilizzando il regime di
capitalizzazione composta ad un tasso annuo di interesse i, supposto per semplicit
costante per tutta la durata delloperazione.
V
0
R
n
V = R( 1 + i )1 + R( 1 + i ) 2 + ... + R( 1 + i ) n
Considerato il fattore di attualizzazione v = ( 1 + i )1 si pu scrivere
V = Rv + Rv 2 + ... + Rv n
da cui
V = R( v + v 2 + ... + v n )
(1)
(2)
(3)
1 vn
1 vn
V = Rv
=R
1 v
i
(4)
Ad esempio il valore attuale al tempo 0 di una rendita di rata 30 esigibile alla fine di
ogni anno per 5 anni, calcolato ad un tasso annuo di interesse del 10%, uguale a:
V = 30
1 (1 + 0,1) 5
= 113,72
0,1
(5)
1 v n
si indica normalmente con il simbolo a n|i (a figurato n al tasso i) ed indica il
i
valore attuale di una rendita annua, posticipata, di n rate unitarie.
1
La quantit
Nel caso invece in cui la riscossione della rata avvenga in via anticipata allinizio di
ogni anno, come rappresentato dal diagramma seguente
R
R
R
R
1
n-1 n
(6)
(7)
Vant = R + Rv + Rv 2 + ... + Rv n 1
da cui
1 vn
(8)
1 v
Nellesempio precedente di una rendita con R = 30, n = 5, ed i = 10%, qualora le rate
siano riscosse in via anticipata, si ottiene un valore attuale uguale a
Vant = R (1 + v + v 2 + ... + v n 1 ) = R
Vant = 30
1 (1 + 0,1) 5
= 125,10
(9)
1 (1 + 0,1) 1
Alternativamente, se si conosce gi il valore attuale della rendita posticipata, si pu
semplicemente utilizzare la seguente relazione che lega i due valori attuali:
(10)
Vant = (1 + i )V
Nellesempio, Vant = ( 1 + 0 ,1 )113,72 = 125,10 .
1.2.2 Calcolo del montante di una rendita
Si consideri una rendita posticipata, di rata costante R e durata n anni. Questa volta
interessa conoscere limporto M che, con riferimento allistante in cui avviene lultima
riscossione, pu essere considerato finanziariamente equivalente a riscuotere R alla fine
di ogni anno, per n anni.
R
n
Tale importo chiamato valore finale, o montante della rendita, e viene calcolato
capitalizzando ogni singola rata allepoca n e poi sommando
(11)
M = R( 1 + i )n 1 + R( 1 + i )n 2 + ... + R( 1 + i ) + R
Considerato il fattore di capitalizzazione u = ( 1 + i ) si pu scrivere
da cui
M = Ru n 1 + Ru n 2 + ... + Ru + R
(12)
(13)
M = R( u n 1 + u n 2 + ... + u + 1 )
Considerato che i termini entro parentesi costituiscono una progressione geometrica di
ragione u, si pu scrivere il montante come2:
1 un
1 un
u n 1
(14)
M =R
=R
=R
1 u
1 (1 + i )
i
Nellesempio di una rendita di rata 30 esigibile alla fine di ogni anno per 5 anni, il
montante allepoca n, calcolato ad un tasso annuo di interesse del 10%, uguale a
( 1 + 0 ,1 )5 1
(15)
M = 30
= 183,15
0 ,1
E interessante osservare che in virt della propriet di scindibilit della capitalizzazione
composta equivalente capitalizzare ogni rata allepoca n e poi sommare oppure
calcolare la somma dei valori attuali delle rate allepoca 0 (valore attuale della rendita) e
poi capitalizzare il risultato cos ottenuto per n anni; vale quindi la relazione
(16)
M = V ( 1 + i )n
Qualora loperazione finanziaria abbia breve durata, per calcolare il montante di una
rendita si potrebbe adottare il regime della capitalizzazione semplice. Ad esempio, si
consideri la situazione di una rendita che consente di riscuotere un importo uguale a
120 allinizio di ogni trimestre. Si vuole calcolare il montante di tale rendita alla fine
dellanno in corso, in regime di capitalizzazione semplice, utilizzando un tasso di
interesse annuo i = 0,03 .
9
6
3
M = 120( 1 + i ) + 120( 1 + i ) + 120( 1 + i ) + 120( 1 + i ) = 489
12
12
12
1.2.3 Osservazione: uso di tassi di interesse equivalenti
Potrebbe capitare che il tasso di interesse i sia riferito ad un periodo diverso da quello
della rendita. Ad esempio si potrebbe considerare la situazione di una rendita che
consente di riscuotere un certo importo R alla fine di ogni mese, per n mesi e si conosca
il tasso annuo di interesse i.
In questo caso prima di impiegare le formule per il calcolo del valore attuale e del
montante, occorre calcolare il tasso di interesse im, riferito ad 1/m-simo di anno,
equivalente al tasso annuo i:
(17)
i = ( 1 + i )1 / m 1
m
Ad esempio il valore attuale di una rendita che preveda la riscossione mensile, in via
posticipata di 258 per 48 mesi, al tasso di interesse annuo i del 10%, si calcola come
V = 258
1 ( 1 + i12 )48
= 10255,97
i12
u n 1
si indica normalmente con il simbolo s n|i ed indica il montante di una rendita annua,
i
posticipata, di n rate unitarie.
2
La quantit
(18)
si basa sul fatto che se una funzione continua in un intervallo assume in due punti a e b
dellintervallo valori di segno diversi, allora essa si annulla almeno una volta in (a,b).
Solo per dare unidea, lapplicazione del metodo iterativo per la ricerca del tasso di
interesse parte da un valore iniziale del tasso di interesse i0 e procede con il calcolo di
g(i0) in base alla (23); se si trova che g(i0)=0 allora i0 il tasso di interesse cercato;
altrimenti, se ad esempio g(i0)>0 si cercher di diminuire il primo membro
dellequazione aumentando il tasso di interesse e quindi considerando i1>i0; si calcola
nuovamente g(i1) e se si trova che g(i1)<0, allora si pu restringere la ricerca
nellintervallo (i0, i1), ripetendo il procedimento. Si osservi che la regola per la
variazione del tasso sfrutta la propriet che il valore attuale di una rendita una
funzione decrescente del tasso di interesse.
-S(1+i)n
ii)
Rimborso rateale (ammortamento progressivo)
In questo caso si verifica la restituzione graduale del capitale che avviene in pi
scadenze successive ed il pagamento degli interessi in ciascuna scadenza. La durata
del prestito viene quindi suddivisa in varie scadenze t 0 , t1 ,..., t k ,..., t n .
Rk
Ck
t0
t1
Ik
tk
tn
Ad ogni scadenza k-esima il debitore paga unimporto (Ck) a titolo di rimborso del
capitale (quota capitale) ed un importo (Ik) a titolo di interesse (quota interesse). Quindi
ad ogni scadenza il debitore paga sia la quota capitale che la quota interesse. Indicata
con Rk la rata di ammortamento, la somma che complessivamente il debitore paga alla
scadenza k, si ha che Rk = Ck + Ik.
Dal punto di vista del debitore lammortamento si configura come unoperazione
finanziaria in cui si riceve S allepoca t0 e si pagano le rate di ammortamento R1, R2,..,
Rn, alle varie epoche t1 ,...,t k ,...,t n . Allopposto il creditore eroga S allepoca 0 e riceve
gli importi R1, R2,.., Rn, alle varie scadenze.
Rk = C k + I k
R1
R2
Rn
n
(27)
(28)
Lultima relazione, quella di azzeramento del debito residuo, pu essere vista come una
condizione di equit o condizione di chiusura delloperazione di ammortamento.
E anche possibile esprimere il debito residuo ad una certa scadenza aggiornando il
debito residuo ottenuto alla scadenza precedente, nel modo seguente
(29)
Dk = Dk 1 C k
2.1.4 Debito estinto
Si definisce debito estinto allepoca k, e si indica con Ek, lammontare di denaro che il
debitore ha gi versato a titolo di rimborso del capitale. Si pu esprimere il debito
estinto considerando le quote capitale gi versate fino alla scadenza k-esima
(30)
E k = C1 + C2 + ... + Ck
Da tale relazione si ricava che il debito estinto iniziale nullo, mentre il debito estinto
alla scadenza n coincide con lammontare del prestito S
(31)
E0 = 0
(32)
E = C + C + ... + C = S
n
Conoscendo il debito estinto ad una certa scadenza si pu ottenere il debito estinto alla
scadenza successiva mediante la regola di aggiornamento
(33)
E k = E k 1 + C k
2.1.5 Quota interesse
Sia i il tasso di interesse riferito allunit temporale presa in considerazione; se ad
esempio le epoche di rimborso parziale sono misurate in anni, il tasso i corrisponde al
tasso annuo di interesse. Alla scadenza di ogni rata k-esima si possono calcolare gli
interessi commisurati al capitale che a tale scadenza risulta non ancora restituito, cio
gli interessi generati dal debito residuo, nel modo seguente:
(34)
I k = i D k 1
Si osservi che qualora le epoche di rimborso siano scadenze generiche t1 ,...,t k ,...,t n ,
non necessariamente equidistanti una dallaltra, si dovranno calcolare gli interessi
maturati dal debito residuo in ciascun generico intervallo (t k 1 , t k ) :
(35)
I = D [(1 + i ) t k t k 1 1]
k
k 1
epoca
rata
1
2
R1
R2
Rk = C k + I k
Rn
quota
capitale
-
quota
interesse
-
C1
C2
Ck
I1
I2
Ik
Cn
In
debito
residuo
D0 = S
D1
D2
Dk = Dk 1 C k
Dn = 0
debito
estinto
E0 = 0
E1
E2
E k = E k 1 + C k
En = S
2.1.7 Esempio
k
0
1
2
3
4
5
Rk
6.660
3.620
5.880
5.840
2.240
Ck
4.500
2.000
4.500
5.000
2.000
Ik
2.160
1.620
1.380
840
240
Dk
18.000
13.500
11.500
7.000
2.000
0
Ek
0
4.500
6.500
11.000
16.000
18.000
Per compilarlo si pu partire scrivendo nelle celle corrispondenti alcuni dati del
problema (C1 = 4.500, C2 = 2.000 , C3 =4.500 , C5 =2.000 ). Inoltre si conoscono
il debito residuo e il debito estinto iniziali (D0 = S = 18.000, E0 = 0).
Dalla condizione di chiusura sulle quote capitale si pu ricavare lammontare della
quarta quota capitale, note le altre e noto limporto del mutuo:
C 4 = S (C1 + C 2 + C3 + C5 ) = 5.000
Una volta che si conoscono le cinque quote capitale si pu trovare la successione dei
debiti residui, impiegando la regola di aggiornamento (29) e la successione dei debiti
estinti, impiegando la regola di aggiornamento (33). Noti i debiti residui in ciascuna
scadenza k, si possono poi trovare le quote interesse Ik (k = 0,1,..,5), tramite la relazione
(34). Infine, nota la colonna delle quote capitale e delle quote interesse, si pu trovare la
successione delle rate.
k +1
k +2
k +1
k +2
k +1
k +2
Si definisce nuda propriet del prestito allepoca k il valore attuale in k delle quote
capitale ancora da corrispondere, calcolato in base al tasso di valutazione x
(37)
P ( x) = C (1 + x) 1 + C
(1 + x) 2 + .... + C (1 + x) ( n k )
Infine, si definisce usufrutto del prestito allepoca k il valore attuale in k delle quote
interesse ancora da corrispondere, calcolato in base al tasso di valutazione x
(38)
U ( x) = I
(1 + x) 1 + I
(1 + x) 2 + .... + I (1 + x) ( n k )
Dalle definizioni date e utilizzando la propriet di decomposizione della rata di
ammortamento nelle sue componenti (quota capitale e quota interesse), segue che il
valore del prestito ad una certa epoca k, valutato in base ad un dato tasso di valutazione,
non altro che la somma della nuda propriet e dellusufrutto del prestito
(39)
Wk ( x) = Pk ( x) + U k ( x)
Si osservi che il calcolo del valore del prestito, della nuda propriet e dell usufrutto pu
anche essere effettuato adottando un regime diverso da quello solitamente impiegato
della capitalizzazione composta; inoltre, tali grandezze possono essere riferite ad un
generico istante s che non coincide con alcuna delle scadenze di rimborso del piano. In
questi casi si dovranno riformulare le relazioni (36)-(37)-(38) in modo che siano in
grado di rappresentare il caso considerato.
2.2.1 Esempio
Si consideri lesempio del paragrafo precedente dellammortamento di un mutuo di
18.000 da ammortizzarsi in cinque anni. Si vuole calcolare la valutazione del prestito,
la nuda propriet e lusufrutto, dopo aver corrisposto le prime due rate, impiegando un
tasso di valutazione del 15%.
(40)
C1 = C 2 = ... = C n = C
Tale tipo di ammortamento anche chiamato metodo italiano o metodo uniforme.
Se si conosce lammontare del prestito S si pu ricavare immediatamente lammontare
della quota capitale costante da versare alla fine di ciascuna scadenza pattuita; ci si
ottiene utilizzando la condizione di chiusura sulle quote capitale:
(41)
S
C1 + C 2 + ... + Cn = S
nC = S
C=
n
Si pu mostrare come in tale tipo di ammortamento le quote di debito residuo, le quote
interesse e le rate di ammortamento siano decrescenti in progressione aritmetica.
2.3.1 Debito residuo
Dalla condizione (29) di aggiornamento del debito residuo, essendo la quota capitale
costante in ciascuna scadenza k-esima ( C k = C k ) , si ottiene la relazione
(42)
Dk Dk 1 = C
k = 1,2,..., n
ci significa che la differenza fra il debito residuo ad una certa scadenza e il debito
residuo alla scadenza precedente costante ed uguale a C, che rappresenta la ragione
della progressione aritmetica.
2.3.2 Quota interesse
Si consideri la quota interesse allepoca k+1, calcolata sulla base del debito residuo alla
scadenza precedente
(43)
I k +1 = i Dk
dalla relazione (42) si pu scrivere il debito residuo alla scadenza k come:
Dk = Dk 1 C
per cui sostituendo in (43) si ottiene
I k +1 = i ( Dk 1 C ) = iDk 1 iC
(44)
(45)
2.3.4 Esempio
Si vuole ammortizzare, con il metodo italiano, 1.000 al tasso di interesse del 10%
annuo, in 5 anni. Il piano di ammortamento si presenta come segue
k
0
1
2
3
4
5
Rk
300
280
260
240
220
Ck
200
200
200
200
200
Ik
100
80
60
40
20
Dk
1.000
800
600
400
200
0
Ek
0
200
400
600
800
1.000
In primo luogo si pu calcolare lammontare della quota capitale da pagare alla fine di
ciascun anno
1.000
5C = 1.000
C=
= 200
5
ci consente di riempire immediatamente la colonna intestata alla quota capitale.
Successivamente, sfruttando la relazione di aggiornamento del debito residuo
( Dk = Dk 1 C , con D0 = S = 1.000 ) si pu riempire la colonna intestata al debito
residuo; si nota appunto come le quote Dk siano in progressione aritmetica decrescente
di ragione 200. Una volta noto il debito residuo in ciascuna scadenza, si possono
calcolare le quote interesse, che saranno decrescenti in progressione aritmetica di
ragione iC = -20 e le rate di ammortamento come somma delle quote capitale e delle
quote interesse.
R = Rk = I k + C k = i Dk 1 + C k
R = Rk +1 = I k +1 + Ck +1 = i Dk + C k +1 = i ( Dk 1 C k ) + Ck +1
C k +1 = (1 + i )C k
il che significa che il rapporto fra la quota capitale ad una certa scadenza e quella alla
scadenza precedente costante ed uguale ad (1+i), che rappresenta la ragione della
progressione.
2.4.1 Esempio
Si vuole costruire il piano di ammortamento di un prestito di 20.000 da restituire in
quattro rate costanti annuali al tasso di interesse annuo i = 0,06.
k
0
1
2
3
4
Rk
5.771,83
5.771,83
5.771,83
5.771,83
Ck
4.571,83
4.846,15
5.136,90
5.445,12
Ik
1.200
925,68
634,92
326,71
Dk
20.000
15.428,17
10.582,02
5.445,12
0
Ek
0
4.571,83
9.417,98
14.554,88
20.000