Sei sulla pagina 1di 83

Esperienza 1

Rilievo della caratteristica V-A


di un diodo a giunzione

Il diodo un dispositivo elettronico di tipo passivo, non lineare, a due terminali


(bipolo), la cui funzione consentire il passaggio della corrente elettrica in una
direzione e bloccarla interamente nella direzione opposta. Il diodo a giunzione p-n
realizzato con cristalli di silicio (un semiconduttore tetravalente) drogati per mezzo
dellintroduzione di alcune impurit (ossia atomi differenti rispetto a quelli costituenti il
reticolo). Ad unestremit del componente, denominata zona-p, tali impurit sono
rappresentate da atomi di boro (un elemento trivalente), mentre in corrispondenza
dellaltra estremit, chiamata zona-n, vi sono atomi di fosforo (un elemento
pentavalente). Interposta fra queste due aree, vi una piccola regione di transizione,
in cui il drogaggio del semiconduttore varia bruscamente da un tipo allaltro: essa
prende il nome di giunzione p-n. Il processo di drogaggio modifica drasticamente le
propriet elettriche del silicio, la sua conduttivit viene infatti incrementata in maniera
notevole. In questa esperienza, stato esaminato il comportamento di un semplice
circuito contenente un diodo, confrontando i dati sperimentali con quelli forniti da una
meticolosa analisi teorica. In particolare, si cercato di verificare sperimentalmente
lautenticit della seguente relazione matematica (caratteristica V-A del diodo), che
lega la corrente

ID

circolante nel dispositivo alla tensione

VD

stabilitasi ai suoi

terminali:

I D =I S ( eV
dove

IS

/ V T

1 )

la corrente di saturazione inversa (che dipende dalla temperatura e da

alcune caratteristiche del componente),

26 mV

a temperatura ambiente), ed

VT

la tensione termica (che vale circa

un parametro adimensionale il cui

valore, generalmente compreso tra 1 e 2, varia a seconda del materiale e della


struttura fisica del diodo.

Analisi dei dati

Una volta realizzato il circuito mostrato in figura, stato variato ad intervalli pi o


meno regolari il valore della tensione di alimentazione

VE

(tensione continua in

ingresso) e, per ciascuno di essi, sono stati misurati i corrispondenti valori della
corrente

ID

circolante nella rete e quelli della differenza di potenziale

VD

stabilitasi tra le due estremit del diodo. La seguente tabella riporta i dati ottenuti per
via sperimentale. Lerrore sulle correnti stato determinato dividendo per 50 il valore
del fondoscala dellamperometro analogico (essendo la sua scala suddivisa in 50
parti), mentre lerrore sulle tensioni stato valutato sulla base della sensibilit del
multimetro digitale, a seconda del fondoscala utilizzato.

Sperimentali

Teorici

I D ( mA )

( mA )

V D (V )

(V )

V D ,TH ( V )

0.1
0.2
0.3
0.4
0.45
0.5
0.7
1.0
1.1
4.5
7.0
10
11
20
25
30
40
47
60
70
80
100

0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
1
1
1
1
1
1
1
1
10
10
10
10

0.496
0.529
0.549
0.563
0.569
0.579
0.594
0.611
0.632
0.684
0.716
0.738
0.741
0.782
0.798
0.811
0.836
0.850
0.887
0.905
0.922
0.946

0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001

0.659
0.677
0.687
0.695
0.698
0.700
0.709
0.718
0.721
0.758
0.769
0.778
0.781
0.796
0.802
0.807
0.814
0.819
0.825
0.829
0.832
0.838

Nellultima colonna della tabella sono indicati i valori attesi per la differenza di
potenziale

V D , ricavati applicando le seguenti modalit: per ogni dato numerico

sperimentale relativo alla corrente


corrispondente valore teorico

V D ,t h

ID

della tensione ai capi del diodo, semplicemente

invertendo la legge matematica che lega

V D ,t h=V T ln

circolante nella maglia, si calcolato il

ID

VD :

ID
IS

( )

avendo assunto

=1

ed

I S=1 pA . Il raffronto tra dati teorici e sperimentali

stato effettuato sulle tensioni anzich sulle correnti in quanto il primo metodo risulta
generalmente pi agevole rispetto al secondo. Nel seguente grafico sono riportati gli
andamenti teorici e sperimentali della corrente

ID

al variare della tensione

VD ,

con laggiunta dellanaloga curva fornita dal programma di simulazione PSpice,


mediante il quale il circuito stato simulato.

Analisi teorica
Osservando il precedente diagramma, appare subito evidente una netta discrepanza
tra la curva teorica e quella sperimentale, sia nella regione pi bassa, in
corrispondenza delle relative ginocchia, sia in quella pi alta. Per ovviare (almeno in
parte) al problema, si provveduto allallineamento dei grafici operando un
raffinamento del parametro

I S : procedendo per tentativi, stato variato il valore

della corrente inversa di saturazione (lasciando inalterato quello relativo al parametro

), fino al conseguimento della migliore sovrapposizione possibile della curva


teorica con quella sperimentale. Tale circostanza si verificata per
tabella seguente, i nuovi valori numerici per
precedente, avendo utilizzato per

IS

V D ,t h

I S 15 pA . Nella

(calcolati dalla formula

il valore appena determinato) sono affiancati ai

corrispondenti dati misurati in precedenza, mentre nel grafico susseguente possibile


notare come la sovrapposizione dei due andamenti sia visibile solo in prossimit delle
rispettive ginocchia.

Sperimentali

Teorici

I D ( mA )

( mA )

V D (V )

(V )

V D ,TH ( V )

0.1
0.2
0.3
0.4
0.45
0.5
0.7
1.0
1.1
4.5
7.0
10
11
20
25
30
40
47
60

0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
1
1
1
1
1
1
1
1
10

0.496
0.529
0.549
0.563
0.569
0.579
0.594
0.611
0.632
0.684
0.716
0.738
0.741
0.782
0.798
0.811
0.836
0.850
0.887

0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001

0.589
0.607
0.617
0.625
0.628
0.631
0.640
0.649
0.651
0.688
0.699
0.709
0.711
0.727
0.732
0.737
0.745
0.749
0.755

70
80
100

10
10
10

0.905
0.922
0.946

0.001
0.001
0.001

0.759
0.763
0.769

Al fine di ottenere unulteriore e definitiva correzione del modello teorico della rete,
stata chiamata in causa la resistenza ohmica del diodo. Per farne una stima, si
dapprima rappresentato in un grafico landamento della corrente
precedenza in funzione dello scostamento
sperimentale rispetto allanalogo teorico

V D

ID

misurata in

del valore della tensione

( V D=V D V D ,t h )

Nelleffettuare tale

analisi, stata scelta la regione delle curve caratteristiche in cui lo scarto maggiore,
ossia al di sopra delle ginocchia (per correnti variabili tra

10 mA

100 mA ). Il

coefficiente angolare della retta che meglio interpola questi dati stato assunto come

reciproco della resistenza ohmica


coincidente con la resistenza

del diodo. Si osservi che questultima non

interposta tra il generatore di tensione e il diodo, la

quale costituisce un ben definito componente materiale del circuito in esame. La


resistenza

un parametro che interviene solo in corrispondenza di tensioni

relativamente elevate, al di sopra del ginocchio, dove il diodo manifesta un


comportamento essenzialmente ohmico. Come mostra il seguente grafico, il valore
che questa analisi conferisce ad

pari a

R 1.75

A questo punto, si ricalcolato il valore teorico della tensione ai capi del diodo,
aggiungendo al

V D ,t h

precedentemente determinato la caduta di potenziale dovuta

al passaggio della corrente

ID

attraverso la resistenza

(la quale, secondo il

modello statico del diodo, andrebbe collocata in serie al diodo stesso), ottenendo di
conseguenza il nuovo parametro

V D ,new =V D , t h + R I D
I valori numerici cos ricavati per
confrontati con gli analoghi per

V D ,new
V D ,th

sono raccolti nella seguente tabella e sono

ricavati in precedenza. Nel grafico successivo,

simile ai precedenti, possibile notare come la sovrapposizione della curva teorica con
quella sperimentale sia ora abbastanza efficace in tutte le regioni di interesse. A tale
proposito, si certamente rivelata fondamentale lintroduzione della resistenza
ohmica del diodo e la modifica del valore della corrente inversa di saturazione

I S : la

prima ha avuto effetti sulla pendenza della curva caratteristica nella regione delle
correnti pi elevate, mentre la variazione della seconda servita per una corretta
sovrapposizione della curva teorica con quella sperimentale in corrispondenza delle
relative ginocchia.

Sperimentali

Teorici

I D ( mA )

( mA )

V D (V )

(V )

V D ,TH ( V )

V D ,new ( V )

0.1
0.2
0.3
0.4
0.45
0.5
0.7
1.0
1.1
4.5
7.0
10
11
20
25
30
40
47
60
70
80
100

0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
1
1
1
1
1
1
1
1
10
10
10
10

0.496
0.529
0.549
0.563
0.569
0.579
0.594
0.611
0.632
0.684
0.716
0.738
0.741
0.782
0.798
0.811
0.836
0.850
0.887
0.905
0.922
0.946

0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001
0.001

0.589
0.607
0.617
0.625
0.628
0.631
0.640
0.649
0.651
0.688
0.699
0.709
0.711
0.727
0.732
0.737
0.745
0.749
0.755
0.759
0.763
0.769

0.589
0.607
0.618
0.626
0.629
0.632
0.641
0.651
0.653
0.696
0.712
0.726
0.730
0.762
0.776
0.790
0.815
0.831
0.860
0.882
0.903
0.943

Esperienza 2

Studio del diodo come


rettificatore

Si definiscono rettificatori (o raddrizzatori) quei particolari circuiti il cui principale


effetto lasciar passare invariata la forma donda associata ad un segnale sotto certe
condizioni, e azzerarla (o, in alcuni casi, modificarla) sotto altre limitazioni. Lo scopo
basilare di queste reti elettriche, generalmente contenenti uno o pi diodi, la
costruzione di generatori di tensione continua. In questa esperienza sono stati
realizzati due tipi di raddrizzatori: il primo, detto a una semionda, sopprime la parte
negativa del segnale in ingresso lasciando inalterata quella positiva, mentre il
secondo, denominato a ponte, in grado di invertire la componente negativa del
segnale. Questultima configurazione stata inoltre analizzata nelle sue due versioni,
con e senza filtro.

Rettificatore a una semionda

Come primo passo, stato montato il circuito mostrato in figura, prelevando il segnale
in uscita ai capi della resistenza di carico

R L . In ingresso presente una tensione

alternata, acquisita connettendo la basetta ad un trasformatore collegato alla rete


elettrica domestica, la quale fornisce una tensione sinusoidale di
frequenza di

220 Volt

alla

50 Hz . Questo strumento ha il duplice scopo di scalare lampiezza della

tensione di rete al valore desiderato

( 9 Volt )

e di isolare il circuito dalla rete stessa

per ragioni di sicurezza. La corrente quindi erogata scorre nella serie costituita dal
diodo

D1

e dalla resistenza

R L . In generale, se la differenza di potenziale

applicata ai capi del diodo supera il valore di soglia

V 0.5 V , questultimo in

conduzione ed offre una piccola resistenza al passaggio della corrente. Daltra parte,
quando la differenza di potenziale inferiore al valore di soglia, il diodo in
interdizione ed offre unimpedenza elevatissima al transito della corrente (viene quindi
modellato da un circuito aperto). Di conseguenza, se in ingresso viene applicato un
segnale di forma sinusoidale, il diodo consente il passaggio delle sole semionde
positive (lasciandole pressoch inalterate), inibendo invece quelle negative. La figura
seguente offre una rappresentazione grafica circa lazione del componente sulla forma
donda associata al segnale in ingresso.

Formalmente, la tensione in uscita (prelevata ai capi del carico

R L ) varia nel tempo

in base alla seguente legge funzionale:

v L ( t )=V m sin ( t )
se

0 t , mentre nulla nellaltro semiperiodo (la pulsazione

coincide con

quella attribuita al segnale in ingresso). Il suo valore medio, calcolato nellarco di un


intero periodo, pertanto
2

V dc =

V
1
v L ( t ) dt = m

2 0

La corrente circolante nella resistenza

RL

cambia nel tempo seguendo la stessa

legge con cui varia la differenza di potenziale ai suoi capi, annullandosi perci in
corrispondenza della semionda negativa di tensione, ed essendo pari a

i L ( t )=I m sin ( t )

in corrispondenza di quella positiva

(0 t ) .

Il suo valore medio, valutato

nellarco di un intero periodo, quindi

I dc=

1
2

i L ( t ) dt = m = Rdc
0

importante sottolineare che nello svolgimento di questa analisi teorica stata


trascurata la resistenza interna del diodo (molto piccola rispetto alla resistenza di

R L ). Si definiscono infine i seguenti due parametri, che quantificano

carico

ulteriormente le prestazioni del circuito in esame: la tensione efficace ai capi del

RL

carico

V rms =

V
1
v 2L ( t ) dt= m

2 0
2

misurabile da tutti i tester digitali a vero valore efficace, ed il fattore di ronzio

r=

V ac
V dc

dove

V ac

rappresenta il valore efficace relativo alla sola componente alternata della

tensione sul carico (la cosiddetta alternanza residua), mentre

V dc

la tensione

continua sullo stesso (precedentemente definita come valore medio della funzione

v L (t )

nellarco di un intero periodo e misurabile direttamente attraverso qualsiasi

tester digitale). Si pu dimostrare la validit della seguente relazione:

r=

V rms 2
1
V dc

Seguendo ora la procedura indicata sul foglio di lavoro, al variare della resistenza di
carico

RL

sono stati misurati con il tester digitale il valore medio

tensione ai suoi capi e quello

I dc

V dc

della

della corrente circolante in essa. Inoltre, stata

visualizzata sul display delloscilloscopio la forma donda associata al segnale in uscita


ed stato misurato il suo valore massimo

V m . I dati sperimentali, affiancati dai

relativi errori di misura, sono tabulati di seguito. Gli errori su tali grandezze sono stati

determinati sulla base della sensibilit del tester digitale e delloscilloscopio, a


seconda del fondoscala utilizzato.

RL ()
100
470
1200
10000
100000

V dc ( V )
2.65
2.71
2.74
2.78
2.85

f . s .( V )
20
20
20
20
20

(V )
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

I dc ( mA )

f . s . ( mA )

24
5
2.1
0.26
0.028

50
50
5
0.5
0.05

(V )
1
1
0.1
0.01
0.001

V m (V )

(V )

8.56
8.64
8.72
8.80
8.96

0.4
0.4
0.4
0.4
0.4

La tabella successiva contiene invece le informazioni riguardanti i valori teorici della


tensione

V dc

fattore di ronzio

ai capi della resistenza

R L , della tensione efficace

V rms

e del

r , tutti calcolati sfruttando le formule enunciate in precedenza ed

appoggiandosi alle misure gi effettuate. Gli errori su tali grandezze derivate sono
stati ricavati mediante la legge di propagazione. Sono infine illustrati graficamente gli
andamenti sperimentali e teorici di
corrente

Vm ,

V dc ,

V dc ,t h

ed

in funzione della

I dc .

RL ()

V dc ,th ( V )

(V )

V rms ( V )

(V )

100
470
1200
10000
100000

2.725
2.750
2.776
2.801
2.852

0.127
0.127
0.127
0.127
0.127

4.28
4,32
4.36
4.40
4.48

0.2
0.2
0.2
0.2
0.2

1.27
1.24
1.24
1.23
1.21

0.10
0.10
0.04
0.04
0.04

Rettificatore a ponte senza filtro


La seconda fase dellesperienza consistita nella realizzazione del circuito mostrato in
figura, che sostanzialmente identico al precedente, eccezion fatta per la presenza di
un ponte di diodi (quattro diodi disposti in configurazione detta a ponte di Graetz) in
sostituzione dellunico diodo che era stato invece inserito nella rete antecedente.

Questa particolare struttura consente di ottenere in uscita, nuovamente ai capi della


resistenza

R L , un segnale composto di sole semionde positive (doppia semionda).

Di fatti, quando la tensione sinusoidale in uscita dal trasformatore positiva (primo


semiperiodo), una coppia di diodi disposti parallelamente nel ponte in conduzione,
mentre laltra coppia in interdizione, generando cos la prima semionda. Nel
momento in cui la tensione in uscita dal trasformatore diventa negativa (secondo
semiperiodo), le due coppie di diodi paralleli si scambiano i ruoli, dando cos origine ad
una nuova semionda positiva, identica alla precedente. In figura mostrato leffetto di
questo componente sul segnale sinusoidale in entrata.

La legge funzionale con cui varia nel tempo la differenza di potenziale ai capi del
carico

R L ora

v L ( t )=V m|sin ( t )|
per ogni

0 t 2 .

Conservando le stesse definizioni matematiche per le

grandezze fisiche introdotte in precedenza, si ha che in questa particolare tipologia di


rettificatore, a causa della doppia semionda positiva in sostituzione di quella singola, i
rispettivi valori numerici si modificano come segue:

V dc =

2Vm
2I
V
V
I dc = m = dc V rms= m

RL
2

Adoperando quindi le medesime modalit del rettificatore ad una semionda per


lacquisizione delle misure e per la determinazione dei relativi errori, sono stati ricavati
i seguenti dati sperimentali e teorici, susseguiti dai grafici indicanti gli andamenti di

Vm ,

V dc ,

RL ()
100
470
1200
10000
100000

V dc ,t h

V dc ( V )
4.73
4.83
4.92
5.09
5.30

ed

f . s .( V )
20
20
20
20
20

in funzione della corrente

(V )
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

I dc .

I dc ( mA )

f . s . ( mA )

44
10
3.9
0.48
0.05

50
50
5
0.5
0.5

(V )
1
1
0.1
0.01
0.01

V m (V )

(V )

7.92
8.08
8.24
8.40
8.64

0.4
0.4
0.4
0.4
0.4

RL ()

V dc ,th ( V )

(V )

V rms ( V )

(V )

100
470
1200
10000
100000

5.042
5.144
5.246
5.348
5.500

0.255
0.255
0.255
0.255
0.255

5.60
5.71
5.83
5.94
6.11

0.28
0.28
0.28
0.28
0.28

0.63
0.63
0.63
0.60
0.57

0.11
0.11
0.11
0.11
0.11

Rettificatore a ponte con filtro

Durante la terza ed ultima parte dellesperienza, stato analizzato il comportamento


di un circuito raddrizzatore nella configurazione detta a ponte con filtro, ottenuta
dalla precedente aggiungendo in parallelo alla resistenza

RL

un condensatore da

1 mF , come illustrato in figura. Nellimmagine successiva invece rappresentato


landamento temporale della differenza di potenziale ai capi del parallelo tra

RL

C1 , confrontato con il corrispondente grafico valido per la tensione uscente dal


ponte di diodi. La particolare dipendenza funzionale che si intravede osservando tale
diagramma pu essere cos spiegata: durante il passaggio della prima semionda di
tensione, la differenza di potenziale ai capi del condensatore (inizialmente scarico) si
porta quasi istantaneamente al suo valore massimo, pari a

Vm

(picco della

sinusoide). Nel momento in cui la tensione in uscita dal ponte incomincia a decrescere,
il condensatore inizia a scaricarsi attraverso la resistenza

( 100 k )

R L , la cui portata

stata scelta arbitrariamente elevata affinch il processo di scarica fosse

regolato da una costante di tempo molto pi grande rispetto allanaloga quantit


associata alla fase di carica (virtualmente nulla). Questo spiega landamento
decrescente molto lento della curva designante la tensione ai capi del condensatore. Il
processo di scarica di questultimo si interrompe nellistante in cui la differenza di
potenziale ai suoi capi eguaglia il valore della tensione in uscita dal ponte di diodi
durante il passaggio della semionda associata al semiperiodo successivo. Il
condensatore viene quindi immediatamente ricaricato e, una volta raggiunto per la
tensione il valore massimo

V m , ricomincia una nuova fase di scarica accompagnata

dalle stesse modalit appena esposte.

Il segnale in uscita, prelevato ai capi del parallelo tra la resistenza


condensatore

RL

ed il

C1 , stato quindi visualizzato sul display delloscilloscopio e

lacquisizione delle misure avvenuta con le stesse modalit enunciate


precedentemente. Per ottenere alcuni dati teorici, si ritenuto necessario
approssimare la particolare forma del segnale ad unonda triangolare caratterizzata da
un periodo eguale alla durata della singola semionda di tensione. Lampiezza del
segnale triangolare, dora innanzi indicata con

V r , stata invece misurata per

mezzo delloscilloscopio. Si pu dimostrare che, a differenza dei casi precedenti (in cui
si avuto a che fare solo con forme donda sinusoidali), il valore efficace
relativo allalternanza residua sul carico

V ac =

V ac

R L valutabile come

Vr
2 3

Il fattore di ronzio

stato invece determinato applicando la sua definizione

matematica:

r=

V ac
V dc

mentre per il valore teorico della tensione continua


la seguente formula:

V dc ,t h=V m

Vr
2

V dc

sul carico stata utilizzata

che sfrutta alcune propriet delle forme donda triangolari. I dati sperimentali,
affiancati dai relativi errori di misura, sono riportati nelle seguenti due tabelle.

Vm ,

Successivamente, vengono illustrati gli andamenti sperimentali e teorici di

V dc ,

V dc ,t h

RL ()
100
470
1200
10000
100000

ed

V dc ( V )

in funzione della corrente

f . s .( V )

7.46
7.69
7.81
8.05
8.20

20
20
20
20
20

(V )
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

I dc .

I dc ( mA )

f . s . ( mA )

60
16
6
0.7
0.07

500
50
50
5
0.5

10
1
1
0.1
0.01

V r (V )

(V )

0.46
0.106
0.0496
0.0088
0.0048

0.02
0.004
0.004
0.004
0.004

(V )

RL ()

V dc ,th ( V )

(V )

V ac ( V )

(V )

100
470
1200
10000
100000

7.722
7.957
8.205
8.396
8.518

0.4
0.4
0.4
0.4
0.4

0.132
0.031
0.014
0.003
0.001

0.006
0.001
0.001
0.001
0.001

0.0176
0.0040
0.0018
0.0003
0.0002

0.0008
0.0002
0.0001
0.0001
0.0001

Infine, servendosi del programma di simulazione PSpice, stato costruito un ultimo


grafico (di seguito qui illustrato) in cui si sono riportati gli andamenti simulati della

tensione

V dc

in funzione della corrente

I dc

nelle tre diverse configurazioni di

raddrizzatore fin qui esaminate. Per ottenere tali curve si inserito (nella simulazione)
al posto del carico

RL

un potenziometro, il valore della cui resistenza stato

utilizzato come variabile allinterno dellanalisi parametrica.

Esperienza 3

Analisi DC e AC di un
amplificatore emitter comune

In questa esperienza si analizzato il comportamento di un amplificatore a transistor


nella configurazione denominata emettitore comune, sia in regime DC che in regime
AC. Tale studio stato condotto effettuando un rigoroso confronto tra misure
sperimentali, dati forniti da un simulatore e valori ricavati da unaccurata analisi
teorica.

Analisi in DC
Inizialmente, il circuito rappresentato nella precedente figura stato simulato
attraverso il programma di simulazione PSpice, e i dati cos ottenuti sono serviti
come linee guida per le misure al banco. In particolare, grazie a questa analisi, stato
possibile calcolare il valore del parametro pi importante relativo al transistor in
esame, quello caratterizzante la sua capacit di amplificare:

IC
IB

dove

IC

ed

IB

rappresentano le correnti continue rispettivamente entranti nel

collettore e nella base del transistor (modello a giunzione, di tipo NPN).


Successivamente, il circuito stato montato al banco e sono state misurate le tensioni
e le correnti continue in vari punti, utilizzando il tester digitale e lamperometro
analogico a disposizione. I dati sperimentali cos ottenuti sono stati quindi confrontati
con quelli ricavati dalla precedente simulazione. In particolare, durante la fase di
montaggio, stato anche misurato il valore del parametro

del transistor

mediante il tester digitale. Attuando una specifica analisi del circuito in esame (di
seguito qui esposta), sono stati inoltre calcolati i valori teorici relativi alle grandezze
appena citate.
Lanalisi teorica in regime DC prevede la passivazione del generatore di tensione
alternata e lesclusione di tutti i condensatori presenti nel circuito (infatti, essi offrono
alla componente continua della corrente unimpedenza di valore infinito). Il transistor
stato sostituito dal suo modello statico, avendo assunto la differenza di potenziale tra
base ed emettitore costante e pari a
valore del parametro

V BE =0.7 V , mentre per quel che concerne il

, stato utilizzato quello misurato attraverso il multimetro

digitale. Il circuito equivalente in regime DC pertanto rappresentato nella seguente


figura, susseguito dal sistema di equazioni lineari ricavate dallanalisi delle tre maglie.

V dc I 1 R1( I 1I B ) R3 =0

V BE + I 1 R1 I B R2V CE =0
V BE ( I 1 I B ) R 3+ ( +1 ) I B ( R4 + R 5) =0
Le tre incognite del sistema sono le correnti

IB

I1

R1 ) ed

(circolante nella resistenza

(corrente di base del transistor), e la differenza di potenziale

V CE

instauratasi

tra collettore ed emettitore. La seguente tabella riporta i valori numerici relativi alle
correnti circolanti nel transistor e alle tensioni stabilitesi ai suoi terminali. Sono
esposti, nellordine, i dati sperimentali (affiancati dai rispettivi errori di misura), quelli
ottenuti dalla simulazione ed infine i dati risultanti dallanalisi teorica. Lerrore sulle
correnti stato determinato dividendo per 50 il valore del fondoscala
dellamperometro analogico (essendo la sua scala suddivisa in 50 parti), mentre
lerrore sulle tensioni stato valutato sulla base della sensibilit del tester digitale, a
seconda del fondoscala utilizzato.

Sperimentali

f . s .(V )

(V )

Simulati

Teorici

V C (V )

11.14

20

0.01

10.91

10.95

V E (V )

4.64

20

0.01

4.528

4.5

V B (V )

5.27

20

0.01

5.209

5.19

f . s . ( mA )

( mA )

I C ( mA )

3.7

0.1

4.094

4.05

I E ( mA )

3.9

0.1

4.117

4.08

I B ( mA )

0.026

0.05

0.001

0.023

0.027

del

I C /I B

tra

di seguito riportato un confronto tra i valori numerici relativi al parametro


transistor ricavati, nellordine, sperimentalmente (effettuando il rapporto

le correnti di collettore e di base, entrambe misurate con lamperometro analogico),


direttamente (inserendo il transistor negli appositi agganci del tester digitale e
leggendo il valore di

sul display) e dalla simulazione. Lerrore sul valore

sperimentale stato determinato partendo dai rispettivi errori sulle correnti ed

applicando la relativa formula di propagazione, mentre lincertezza sul valore misurato


per via diretta sul tester tiene conto della sensibilit dello strumento.

Sperimentale

Misurato

()
I C /I B

150

Simulato

()

6.93

135

177.85

Analisi in AC
Nella seconda parte dellesperienza, stata effettuata unanalisi della rete in regime
AC, inviando in ingresso un segnale di tensione sinusoidale avente unampiezza pari a
circa

50 mV

picco-picco ed una frequenza variabile tra

10 Hz

10 MHz .

Essendo lamplificatore in configurazione emettitore comune, il segnale in uscita


stato prelevato sul ramo del collettore, ai capi della resistenza

R6 , ed stato

visualizzato sul display delloscilloscopio. Anche il segnale in ingresso stato


riprodotto attraverso loscilloscopio al fine di misurare la sua reale ampiezza, la quale
risulta leggermente inferiore rispetto a quella impostata sul generatore di segnale, a
causa della resistenza interna di questultimo. Nella seguente tabella sono riportati i
dati sperimentali relativi, nellordine, alla frequenza del segnale in ingresso, alla sua
reale ampiezza picco-picco, allampiezza del segnale prelevato in uscita e al guadagno
di amplificazione

( A v =v o / v i )

. Gli errori sulle grandezze misurate direttamente sono

stati determinati sulla base del fondoscala utilizzato sulloscilloscopio, mentre lerrore
sul guadagno (che una grandezza derivata) stato valutato applicando la legge di
propagazione. Di seguito riportato landamento del guadagno di amplificazione in
funzione della frequenza del segnale in ingresso, confrontando i dati sperimentali con
quelli provenienti dalla simulazione.

( Hz )
10
50
100
500
1000
5000
10000
50000
100000

vi ( V )
0.049
0.050
0.050
0.050
0.047
0.046
0.046
0.045
0.046

f . s .(V )
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02

(V )
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004

vo ( V )
0.20
0.38
0.40
0.39
0.39
0.37
0.37
0.37
0.36

f . s .( V )
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1

(V )
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02

A v =v o / vi

4.016
7.460
7.857
7.903
8.220
8.070
8.158
8.214
7.845

0.526
0.713
0.739
0.754
0.815
0.833
0.839
0.859
0.802

500000
1000000
5000000
1000000
0

0.045
0.044
0.045

0.02
0.02
0.02

0.004
0.004
0.004

0.37
0.36
0.31

0.1
0.1
0.1

0.02
0.02
0.02

8.304
8.273
6.875

0.865
0.879
0.759

0.033

0.02

0.004

0.20

0.1

0.02

5.976

0.950

Si svolta anche in regime AC unanalisi teorica in media banda per determinare non
soltanto il guadagno di tensione
quella in uscita

Ro

A v , ma anche la resistenza in ingresso

Ri

dellamplificatore. Per effettuare tale studio, necessario

passivare il generatore di tensione continua, sostituire tutti i condensatori presenti con


un cortocircuito (in media banda, infatti, essi offrono unimpedenza trascurabile al
passaggio della componente alternata della corrente) e sostituire al transistor il suo

modello dinamico. Il circuito equivalente in regime AC rappresentato nella figura


seguente.

In questo particolare modello,

gm=I C /V T

la transconduttanza del transistor che

si ricava dalla conoscenza del suo punto di lavoro (ha il pregio di essere indipendente
dalla frequenza del segnale),
temperatura ambiente,

VT

la tensione termica che vale circa

r be = /g m

lemettitore del transistor, mentre

26 mV

la resistenza dinamica tra la base e

i c = i b=g m v be

la corrente di collettore che

viene rappresentata mediante un generatore di corrente dipendente dalla tensione

v be

(instauratasi ai capi di

tramite la resistenza

r be ). Si noti che lemettitore collegato a massa

R4 . I valori numerici dei parametri caratterizzanti questo

modello sono dunque ricavabili dai dati sperimentali precedentemente ricavati


effettuando le misurazioni in regime DC. Trascurando gli errori di misura ed
assegnando a

il valore determinato attraverso il multimetro digitale, essi sono

pari a

gm=156 mA /V r be=968
e sono impiegabili per ottenere una stima teorica del guadagno di tensione.
Risolvendo infatti le equazioni relative al circuito equivalente in regime AC in media
banda, ed indicando con

v be =

r be v s
r be + ( +1 ) R 4

v s lampiezza del segnale in ingresso, si ha che

La tensione in uscita (prelevata ai capi della resistenza

R6 ) quindi

v o =g m v be ( R2 R 6 )
ed il guadagno di amplificazione

A v=

v o gm v be ( R 2 R6 ) ( R 2 R6 )
=
=
=8.50
vs
vs
r be + ( +1 ) R4

Nellanalisi sperimentale, si visto che il guadagno di tensione in media banda si


assesta intorno al valore 8.3, in buon accordo con quello teorico appena calcolato. Il
segno negativo indica semplicemente che la tensione in uscita invertita rispetto a
quella in ingresso, cio sfasata di 180. Il modello dinamico del transistor in media
banda funziona quindi abbastanza correttamente.
I valori delle resistenze in ingresso

Ri

e in uscita

Ro

si possono anchessi

determinare teoricamente a partire dal modello dinamico dellamplificatore in media


banda. Infatti, guardando dentro la rete nei punti in cui il segnale viene
rispettivamente inviato e prelevato, si ottengono le seguenti espressioni:

Ri=R1 R3 ( r be + ( +1 ) R 4 ) =4.6 k
Ro=R 2=1 k
Sperimentalmente, entrambe le resistenze sono state misurate applicando il
cosiddetto metodo del dimezzamento. Una volta fissata la frequenza del segnale
sinusoidale in ingresso ( 10 kHz , appartenente alla media banda) e la sua ampiezza,
si connesso un potenziometro in serie al generatore di segnale e se ne variata la
resistenza sino allacquisizione in uscita di un segnale avente ampiezza dimezzata
rispetto a quello rilevato senza potenziometro (ovviamente, nelle stesse condizioni di
ampiezza e frequenza relative al segnale in entrata). Il valore della resistenza in
ingresso

Ri

si quindi ottenuto disconnettendo il potenziometro dal circuito in

regime di dimezzamento e misurandone la resistenza con il tester digitale. Per quel


che riguarda la resistenza in uscita

Ro , si prima staccato il carico

RL

ed stata

quindi misurata la tensione in uscita a circuito aperto. In seguito, stato connesso un


altro potenziometro in sostituzione di

RL

e, variando la sua resistenza, si cercato

di visualizzare in uscita un segnale avente ampiezza dimezzata rispetto a quello


ottenuto in precedenza a circuito aperto. Il valore della resistenza in uscita

Ro

si

quindi conseguito disconnettendo il potenziometro e misurandone la resistenza


attraverso il tester. Questa serie di operazioni ha pertanto fornito i seguenti valori per
le due resistenze cercate:

Ri=( 5.31 0.01 ) k Ro= (1.034 0.001 ) k


in cui gli errori su entrambi i valori numerici sono stati valutati considerando lultima
cifra permessa dalla sensibilit del tester, a seconda del fondoscala utilizzato.

Massimo segnale in ingresso per uscita indistorta


Lultima parte dellesperienza consistita nella ricerca della massima ampiezza del
segnale in ingresso che non generasse distorsione alcuna nella forma donda associata
al segnale uscente in media banda. Fissata la frequenza del segnale a

10 kHz ,

stata progressivamente variata la sua ampiezza picco-picco ed stata misurata la


corrispondente grandezza in uscita, fintantoch fosse possibile rilevare sul display
delloscilloscopio una sinusoide non tagliata. I dati sperimentali sono raccolti nella
seguente tabella. Successivamente presentata la caratteristica di trasferimento
dellamplificatore in media banda.

v s ( mV )

v i ( mV )

f . s . ( mV )

( mV )

v o ( mV )

f . s . ( mV )

( mV )

A v =v o / vi

50

47.2

20

372

100

20

7.881

100

91.2

20

752

100

20

8.246

500

448

100

20

3460

500

100

7.723

600

540

100

20

4120

1000

200

7.630

A
0.79
1
0.42
3
0.41
1
0.46
6

In questultimo grafico, i dati sperimentali sono confrontati con gli analoghi provenienti
dal simulatore. Si pu osservare che lultimo dato riportato nella precedente tabella
corrisponde al punto che si trova proprio al limite della regione lineare della
caratteristica. La pendenza negativa della curva allinterno di tale regione dovuta al
segno negativo che caratterizza il valore del guadagno di tensione dellamplificatore,
ossia allinversione di polarit del segnale in uscita rispetto a quello in ingresso,
elemento distintivo di tutti gli amplificatori configurati ad emitter comune.

Esperienza 4

Analisi DC e AC di un
amplificatore differenziale

In questa esperienza stato studiato il funzionamento di un amplificatore differenziale


nella configurazione denominata coppia a BJT, effettuando unanalisi sperimentale
sia in regime DC che in regime AC. In figura illustrata una schematizzazione del
circuito esaminato.

Analisi in DC
Un amplificatore differenziale una rete elettrica lineare in cui il segnale prelevato in
uscita proporzionale alla differenza dei due segnali inviati in ingresso. La
configurazione coppia differenziale a BJT consta principalmente di due transistor
bipolari (indicati nella precedente figura con

Q1

Q2 ) aventi i rispettivi emettitori

collegati fra loro e polarizzati da un generatore di corrente continua. Questultimo


stato realizzato inserendo nel circuito un terzo transistor

( Q3 )

polarizzato in regime

attivo diretto ed usufruendo della corrente circolante nel ramo uscente dal suo
collettore. Un accorgimento di carattere tecnico consiste nellinserimento di un
potenziometro (in figura indicato con
dei transistor

Q1

R12 ) lungo il ramo che connette gli emettitori

Q 2 , al fine di rendere identica la tensione continua stabilitasi

sui loro collettori. Il modello ideale di un amplificatore differenziale prevede infatti che
i transistor costituenti la coppia differenziale siano equivalenti, vale a dire
caratterizzati dagli stessi parametri fisici e, di conseguenza, dai medesimi valori di
tensione e di corrente. Pertanto, una volta costruito il circuito, sono stati passivati i

due generatori di segnale e, con gli alimentatori DC in funzione, stata regolata la


resistenza variabile

R12

in maniera tale da azzerare la differenza di potenziale tra i

collettori dei transistor appartenenti alla coppia. Questa misura stata effettuata con
lausilio del multimetro digitale, impostato sul fondoscala pi sensibile a disposizione.
A bilanciamento compiuto, sono state eseguite le misure delle tensioni e delle correnti
continue nei punti di interesse dei tre transistor. I dati sperimentali, affiancati dai
relativi errori di misura, sono raccolti nella seguente tabella e sono confrontati con gli
analoghi simulati attraverso il programma PSpice. Lerrore sulle correnti stato
determinato dividendo per 50 il valore del fondoscala dellamperometro analogico
(essendo la sua scala suddivisa in 50 parti), mentre lerrore sulle tensioni stato
valutato sulla base della sensibilit del tester digitale, a seconda del fondoscala
utilizzato.

Sperimentali

Simulati

f . s .( V )

(V )

V C 1(V )

9.02

20

0.01

8.940

V E 1(V )

3.43

20

0.01

3.348

V B1 (V )

4.04

20

0.01

3.994

V C 2(V )

8.99

20

0.01

8.938

V E 2(V )

3.40

20

0.01

3.362

V B2 (V )

4.02

20

0.01

4.003

V C 3(V )

3.36

20

0.01

3.331

V E 3(V )

-8.02

20

0.01

-8.031

V B3 (V )

-7.56

20

0.01

-7.371

f . s . ( mA )

( mA )

I C 1 ( mA )

0.9

0.1

1.060

I E 1 ( mA )

1.0

0.1

1.067

I B 1 ( mA )

0.008

0.05

0.001

0.007

I C 2 ( mA )

0.9

0.1

0.885

I E 2 ( mA )

0.9

0.1

0.891

I B 2 ( mA )

0.007

0.05

0.001

0.006

I C 3 ( mA )

2.0

0.1

1.958

I E 3 ( mA )

1.8

0.1

1.969

I B 3 ( mA )

0.001

0.05

0.001

0.001

Analisi in AC: guadagno differenziale


Per effettuare lanalisi del circuito in regime AC necessario stimolare lamplificatore
con un segnale differenziale, ovvero inviare due differenti eccitazioni di tensione in
corrispondenza dei due ingressi. Un amplificatore differenziale difatti una rete
concepita per generare una risposta solo se alimentata da due segnali differenti,
rigettando invece quelli che non lo sono. Per acquisire in ingresso due segnali diversi
tra loro, servendosi di un unico generatore di tensione sinusoidale, stato aggiunto al
circuito originale un ulteriore componente (mostrato nella seguente figura), costituito
da un amplificatore ad uno stadio in configurazione emettitore comune. Il transistor
introdotto in tale porzione di circuito indicato con
amplificazione riceve il segnale inviato dal generatore

Q4 . Questo nuovo stadio di


V3

alla prima porta della

coppia differenziale (ossia al partitore di tensione costituito dalle resistenze

R1

ed

R4 ), lo inverte e lo indirizza verso la seconda porta (vale a dire al partitore formato


dalle resistenze

Q4

R5

ed

R7 ). Lungo il ramo uscente dallemettitore del transistor

stata inserita una resistenza variabile

R17 , il cui valore stato finemente

regolato allo scopo di ottenere un guadagno di tensione unitario per tale stadio di
amplificazione. In questo modo, il segnale in ingresso stato completamente invertito
senza essere amplificato.

Da un punto di vista formale, indicando con

v1

v2

le eccitazioni di tensione

sinusoidali inviate rispettivamente sulla prima e sulla seconda porta della coppia
differenziale a BJT, si realizzata la configurazione rappresentata dalla posizione

v 2=v 1 . Di conseguenza, risulta


v d =v 1v 2=2 v 1
per il segnale differenziale, e

v c=

v1 + v 2
=0
2

per il segnale di modo comune. Detto quindi


collettore del transistor

vo

il segnale in uscita (prelevato sul

Q 2 , ai capi della resistenza

R2 ), il guadagno differenziale

ricavato dalla seguente formula:

Ad=

vo vo
=
vd 2 v1

La particolare modalit con cui il segnale in uscita

vo

stato rilevato spesso

chiamata single-ended. Sperimentalmente, si quindi effettuata una scansione in

frequenza dellintero amplificatore ed stato misurato il relativo guadagno


differenziale. I dati cos raccolti sono riportati nella seguente tabella, mentre nel
grafico successivo illustrato landamento del guadagno differenziale in funzione della
frequenza del segnale in ingresso, raffrontando i dati sperimentali con quelli
provenienti dalla simulazione su PSpice.

( Hz )
10
25
50
75
100
250
500
750
1000
2500
5000
7500
10000
25000
50000
100000
250000
500000
750000
1000000
2500000

vi ( V )
0.030
4
0.029
6
0.029
6
0.028
8
0.029
6
0.028
8
0.028
0
0.028
8
0.028
0
0.028
0
0.028
0
0.028
0
0.028
0
0.028
0
0.028
0
0.028
8
0.028
0
0.028
0
0.028
8
0.028
0
0.028

f . s .( V )
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02

(V )
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00
4
0.00

vo ( V )

f . s .(V )

(V )

A v =v o / vi

0.464

0.1

0.02

7.632

0.536

0.1

0.02

9.054

0.620

0.1

0.02

10.473

0.700

0.5

0.1

12.153

0.760

0.2

0.04

12.838

1.010

0.2

0.04

17.535

1.120

0.2

0.04

20.000

1.140

0.2

0.04

19.792

1.130

0.2

0.04

20.179

1.100

0.2

0.04

19.643

1.100

0.2

0.04

19.643

1.100

0.2

0.04

19.643

1.100

0.2

0.04

19.643

1.100

0.2

0.04

19.643

1.100

0.2

0.04

19.643

1.090

0.2

0.04

18.924

1.070

0.2

0.04

19.107

1.010

0.2

0.04

18.036

0.936

0.2

0.04

16.250

0.856

0.2

0.04

15.286

0.496

0.2

0.04

8.857

A
1.05
7
1.26
9
1.45
5
2.42
1
1.86
2
2,53
2
2.94
5
2.83
5
2.97
0
2.89
6
2.89
6
2.89
6
2.89
6
2.89
6
2.89
6
2.71
8
2.82
2
2.67
4
2.36
1
2.29
8
1.45

5000000
7500000
1000000
0

0
0.028
0
0.025
6
0.023
2

0.02
0.02
0.02

4
0.00
4
0.00
4
0.00
4

0.272

0.2

0.04

4.857

0.174

0.05

0.01

3.398

0.114

0.02

0.00
4

2.457

3
0.99
6
0.56
6
0.43
2

Analisi in AC: guadagno di modo comune


Durante la fase successiva dellesperienza, si misurato il guadagno di modo
comune, ossia la risposta dellamplificatore ad una coppia di segnali identici tra loro.
Il circuito utilizzato per compiere queste misure illustrato nella figura seguente. Esso
stato realizzato a partire dallanalogo precedente, rimuovendo lintero stadio di
amplificazione caratterizzato dalla presenza del transistor

Q4 , ed inserendo al suo

posto il condensatore

C2 . In questo modo, entrambe le porte appartenenti alla

coppia differenziale a BJT sono state stimolate dallo stesso segnale, quello erogato dal
generatore

V 3 . Dal punto di vista formale, indicando nuovamente con

v1

v2

le eccitazioni di tensione inviate sulle due porte, si realizzata la configurazione


delineata dalla posizione

v 1=v 2 . Di conseguenza, risulta ora

v d =v 1v 2=0
per il segnale differenziale, e

v c=

v1 + v 2
=v 1=v 2
2

per il segnale di modo comune. Pertanto, detto


anche questa volta sul collettore del transistor

vo

il segnale in uscita (prelevato

Q 2 , ai capi della resistenza

guadagno di modo comune dellamplificatore ricavato dalla seguente formula:

A c=

vo vo
=
vc v1

R2 ), il

Sperimentalmente, sottoponendo questa rete ad un segnale di tensione sinusoidale


avente una frequenza pari a

10 kHz

ed unampiezza

v 1 1V , stata misurata

lampiezza del segnale in uscita attraverso loscilloscopio e, rapportando questultima


con la precedente, si ottenuto il seguente valore sperimentale per il guadagno di
modo comune:

A c , s p=( 4.4 0.1 ) 104


in buon accordo con lanalogo fornito dal simulatore, pari a

c , 2 104
A
Tali valori molto piccoli confermano dunque la bont della differenziabilit
dellamplificatore, o, per meglio dire, la sua capacit di bloccare tutti i segnali non
differenti tra loro.

Caratteristica di trasferimento
Lultima parte dellesperienza consistita nella determinazione della caratteristica di
trasferimento differenziale dellamplificatore alla frequenza di

50 kHz . Le misure

sono state effettuate adoperando il circuito che era stato precedentemente impiegato
per lo studio del guadagno differenziale. Nella seguente tabella sono elencati tutti i
dati sperimentali. Si noti che per quantificare lampiezza del segnale in ingresso
stato utilizzato il valore relativo al corrispondente segnale differenziale, legato al
precedente dalla relazione

v d =2 v 1 . Il grafico susseguente illustra landamento della

caratteristica differenziale dellamplificatore, mettendo a confronto i dati sperimentali


con la curva fornita dal simulatore.

vd ( V )

(V )

vo ( V )

(V )

0.02
0.03
0.04
0.05
0.06
0.07
0.08
0.09
0.10
0.11
0.13

0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004

0.388
0.576
0.760
0.928
1.090
1.220
1.350
1.500
1.560
1.700
1.840

0.02
0.02
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.1
0.1
0.1
0.1

0.15
0.17
0.19
0.20
0.40
0.50
0.60
0.70
0.80
0.90
1.00
1.50
2.00

0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004

1.940
2.020
2.080
2.120
2.180
2.180
2.180
2.180
2.180
2.180
2.180
2.180
2.180

0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1

Esperienza 5

Analisi DC e AC di un
amplificatore a JFET in
configurazione common source

In questa esperienza si esaminato il comportamento di un amplificatore monostadio


a JFET nella configurazione denominata common source, sia in regime DC che in
regime AC. Tale studio stato condotto effettuando un rigoroso confronto tra misure
sperimentali, valori teorici e, ove possibile, dati forniti da un simulatore.

Analisi in DC
Il particolare modello di transistor utilizzato nellesperienza prende il nome di JFET
(Junction Field Effect Transistor) a canale n. Inizialmente, il circuito rappresentato
nella precedente figura stato simulato attraverso il programma PSpice, e i dati cos
ottenuti (in particolare, la differenza di potenziale

V DS

instauratasi tra drain e

source) sono serviti come linee guida per le misure al banco. Successivamente, per
effettuare una corretta analisi teorica della rete in regime DC, sono stati misurati due
parametri importantissimi relativi al transistor in esame, ovvero la sua corrente di
saturazione

I DSS

I DSS

e la sua tensione di strozzamento

V GS ,off .

la corrente circolante nel FET quando la differenza di potenziale

gate e source assume valore nullo, ed indipendente dalla tensione

V GS

tra

V DS . Per

misurarla, stato costruito il semplice circuito mostrato in figura, collegando a massa


gate e source (di modo che risulti

V GS=0 ) ed impostando lalimentazione DC su un

valore tale da generare tra drain e source una differenza di potenziale

V DS

pari a

quella fornita in precedenza dal simulatore. Questultima stata quindi misurata


attraverso il tester digitale, mentre la corrente

I DSS , la quale circola nel ramo

uscente dal drain, stata misurata connettendo in serie alla resistenza

R1

lamperometro analogico.

V GS ,off
drain

invece la tensione che si manifesta tra gate e source quando la corrente di

I DS

si annulla (il canale detto strozzato), ed anchessa indipendente da

V DS . Per determinarla sperimentalmente, il circuito appena illustrato stato


modificato come segue, inserendo un generatore di tensione tra il gate e la massa e
mantenendo il source ancorato a questultima. Lasciando invariato il valore di
relativo al caso precedente, la tensione

V GS

V DS

stata regolata in modo tale da

misurare, mediante lamperometro nuovamente connesso in serie alla resistenza

R1

ed impostato sul fondoscala pi sensibile a disposizione, una corrente

I DS

inapprezzabile. Il valore della tensione

V GS ,off .

V GS

che realizza tale condizione proprio

Nella tabella seguente sono riportati i dati sperimentali cos ottenuti, affiancati dai
relativi errori di misura (che sono stati valutati sulla base della sensibilit degli
strumenti a disposizione e del fondoscala utilizzato).

2.9

I DSS ( mA )

V GS ,off ( V )

1.46

f . s . ( mA )

( mA )

0.1

f . s .(V )

(V )

20

0.01

Una volta trovati i valori sperimentali per i parametri

I DSS

V GS ,off , questi sono

stati utilizzati nello svolgimento dellanalisi teorica della rete. A tal proposito, si fatto
riferimento al circuito equivalente in regime DC, nel quale i condensatori sono stati
sostituiti con dei circuiti aperti (a causa della elevatissima impedenza che essi offrono
al passaggio della componente continua della corrente) ed il generatore di segnale
stato passivato. Si quindi impostato e risolto il seguente sistema di equazioni lineari
ricavate dallanalisi delle due maglie (avendo approssimato la corrente di gate a zero),
con laggiunta della particolare relazione che regola landamento della corrente
al variare della tensione

V 1I DS ( R1 + R2 ) V DS =0
V 1 R3
V GSI DS R 2=0
R 3+ R 4

V GS

(detta caratteristica di trasferimento del FET)

I DS

I DS=I DSS 1

V GS
V GS ,off

Le tre incognite del sistema sono costituite dalle differenze di potenziale


drain e source e

V GS

tra

I DS

(la quale

I G =0 ).

Il circuito

tra gate e source, e dalla corrente di drain

circola anche nel ramo uscente dal source, avendo assunto

V DS

iniziale stato quindi montato e sono state misurate le correnti e le tensioni continue
nei tre punti di interesse. I dati sperimentali cos raccolti, appaiati ai rispettivi errori di
misura e ai corrispondenti valori teorici, sono riportati nella seguente tabella. Lerrore
sulle correnti stato determinato dividendo per 50 il valore del fondoscala
dellamperometro analogico (essendo la sua scala suddivisa in 50 parti), mentre
lerrore sulle tensioni stato valutato sulla base della sensibilit del tester digitale, a
seconda del fondoscala utilizzato. Non stato possibile questa volta raffrontare i dati
sperimentali e teorici con quelli ottenuti attraverso la simulazione, in quanto il
programma PSpice utilizza per il JFET un modello caratterizzato da parametri (

V GS ,off

I DSS

nello specifico) differenti in valore rispetto a quelli misurati in precedenza.

Sperimentali

Teorici

f . s .( V )

(V )

V GS (V )

0.28

20

0.01

0.38

V DS ( V )

4.56

20

0.01

3.36

f . s . ( mA )

( mA )

0.1

I DS ( mA )

1.2

1.5

Analisi in AC
Nella seconda parte dellesperienza, stata attuata unanalisi della rete in regime AC,
inviando sul gate un segnale di tensione sinusoidale avente unampiezza pari a circa

100 mV

100 Hz

picco-picco ed una frequenza variabile tra

10 MHz . Essendo

lamplificatore in configurazione common source, il segnale in uscita stato


prelevato sul ramo del drain, ai capi della resistenza

R1 , ed stato visualizzato sul

display delloscilloscopio. Nella seguente tabella sono riportati i dati sperimentali


relativi, nellordine, alla frequenza del segnale in ingresso, alla sua ampiezza piccopicco, allampiezza del segnale prelevato in uscita e al guadagno di amplificazione

( A v =v o / v i )

. Gli errori sulle grandezze misurate direttamente sono stati determinati

sulla base del fondoscala utilizzato sulloscilloscopio, mentre lerrore sul guadagno
(che una grandezza derivata) stato valutato applicando la legge di propagazione.
Di seguito anche riportato landamento del guadagno sperimentale di amplificazione
in funzione della frequenza del segnale in ingresso.

( Hz )
100
250
500
750
1000
2500
5000
7500
10000
25000
50000
75000
100000
250000
500000
750000
1000000
2500000

( Hz )
5000000
7500000
10000000

vi ( V )
0.100
0.100
0.100
0.100
0.100
0.097
0.098
0.097
0.096
0.094
0.094
0.094
0.094
0.092
0.094
0.094
0.094
0.094

vi ( V )
0.094
0.072
0.070

f . s .( V )
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05

f . s .( V )
0.05
0.05
0.05

(V )

vo ( V )

0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

0.272
0.272
0.272
0.272
0.272
0.258
0.254
0.256
0.252
0.252
0.252
0.248
0.248
0.248
0.248
0.248
0.248
0.242

(V )

vo ( V )

0.01
0.01
0.01

0.220
0.144
0.146

f . s .( V )
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05

f . s .( V )
0.05
0.05
0.05

(V )
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

(V )
0.01
0.01
0.01

A v =v o / vi

2.72
2.72
2.72
2.72
2.72
2.67
2.60
2.64
2.63
2.68
2.68
2.64
2.64
2.70
2.64
2.64
2.64
2.57

0.15
0.15
0.15
0.15
0.15
0.15
0.15
0.15
0.29
0.30
0.30
0.30
0.30
0.31
0.30
0.30
0.30
0.29

A v =v o / vi

2.34
2.00
2.09

0.27
0.31
0.33

Per ottenere una stima teorica del guadagno di tensione in media banda, della
resistenza in ingresso e di quella in uscita dellamplificatore, si sostituito al transistor
il suo modello dinamico. Il circuito equivalente in regime AC riportato nella figura
seguente, avendo passivato il generatore di tensione continua e rimpiazzato i
condensatori con dei cortocircuiti (in virt della trascurabile impedenza che essi
offrono al passaggio della componente alternata della corrente). Il modello dinamico
per il transistor ad effetto di campo nella configurazione common source identico a
quello associato al transistor BJT nella modalit emettitore comune, eccezion fatta
per il collegamento tra gate e source, il quale, dovendo realizzarsi la condizione

i g=0
resistenza

(valevole anche in regime DC), caratterizzato dalla presenza di una


elevatissima,

virtualmente

infinita.

La

corrente

di

drain

rappresentata mediante un generatore di corrente dipendente dalla tensione


per mezzo della relazione

i ds =gm v gs ,

in cui il parametro

invece

v gs ,

gm , ossia la

transconduttanza del JFET, ricavabile dai dati inerenti il punto di lavoro ed


indipendente dalla frequenza del segnale:

gm=

2 I DSS
V
1 GS =32.1 mA /V
V GS , off
V GS , off

Considerando il circuito equivalente in regime AC, si osserva che

v gs =v s v o=gm v gs R1
da cui possibile determinare il valore teorico relativo al guadagno di amplificazione

A v=

vo
=g m R1 =3.21
vs

Il segno negativo indica che il segnale in uscita e quello in ingresso presentano


polarit opposte, cio uno sfasamento di 180, peculiarit di tutti gli amplificatori in
configurazione common source. Si pu osservare che il valore assoluto del guadagno
teorico in media banda confrontabile con il corrispondente massimo valore
sperimentale, pari a

A v , sper=2.70 0.31
I valori teorici relativi alle resistenze in ingresso

Ri

e in uscita

Ro

sono anchessi

determinabili a partire dal modello dinamico dellamplificatore in media banda. Infatti,


guardando dentro la rete nei punti in cui il segnale viene rispettivamente inviato e
prelevato, si ottengono subito le seguenti espressioni:

Ri=R3 R4 =50 k
Ro=R 1=1 k
Sperimentalmente, entrambe le resistenze sono state misurate applicando il metodo
del dimezzamento. Una volta fissata la frequenza del segnale in ingresso ( 10 kHz ,
appartenente alla media banda) e la sua ampiezza, si connesso un potenziometro in
serie al generatore di segnale e se ne variata la resistenza sino allacquisizione in
uscita di un segnale avente ampiezza dimezzata rispetto a quello rilevato senza
potenziometro (ovviamente, nelle stesse condizioni di ampiezza e frequenza relative al

segnale in entrata). Il valore della resistenza in ingresso

Ri

si quindi ottenuto

disconnettendo il potenziometro dal circuito e misurandone la resistenza mediante il


tester digitale. Per quel che riguarda invece la resistenza in uscita

Ro , il

potenziometro stato connesso in serie ad un condensatore di disaccoppiamento (per


non perturbare le condizioni DC della rete) ai capi della resistenza

R1 . Variando la

sua resistenza, si cercato di visualizzare in uscita un segnale caratterizzato da


unampiezza dimezzata rispetto a quello ottenuto in precedenza (senza modifica
alcuna). Il valore della resistenza in uscita

Ro

stato quindi conseguito

disconnettendo il potenziometro e misurandone nuovamente la resistenza con il


multimetro digitale. Questa serie di operazioni ha pertanto fornito i seguenti valori per
le due resistenze cercate:

Ri , sp=( 52.2 0.1 ) k R o ,sp = ( 970 1 )


che sono significativamente in accordo con le corrispondenti quantit ricavate
dallanalisi teorica. Gli errori su entrambe le resistenze sono stati valutati
considerando lultima cifra permessa dalla sensibilit del tester digitale, a seconda del
fondoscala utilizzato.

Esperienza 6

Analisi di un amplificatore
operazionale

In questa esperienza stato analizzato il comportamento di un amplificatore


operazionale in tre distinte configurazioni, eseguendo, per ognuna di esse, un
confronto tra misure sperimentali, dati forniti da un simulatore e valori teorici. In figura
illustrata una schematizzazione del modello del dispositivo utilizzato. Si tratta

fondamentalmente di un sistema elettronico integrato capace di elaborare un segnale


attraverso tre terminali: due di ingresso (indicati con i numeri 2 e 3) e uno di uscita
(indicato con 6 oppure con OUT). Sono presenti anche due connettori (4 e 7) destinati
ad altrettante alimentazioni in continua (indispensabili per una adeguata
amplificazione del segnale) e altri due terminali (1 e 5, o anche OS1 e OS2
rispettivamente) necessari per il corretto bilanciamento della tensione e della corrente
di offset.

Configurazione invertente
La configurazione invertente, rappresentata nella figura seguente, deve il proprio
nome allinversione di polarit del segnale in uscita rispetto a quello in ingresso (ossia
allo sfasamento di 180 tra le due sinusoidi). Essa viene realizzata inviando un segnale
nel terminale 2 dellamplificatore base (denominato terminale invertente, in quanto
caratterizzato dal segno negativo) e collegando a massa il terminale 3 (detto
terminale non invertente e contrassegnato dal segno positivo). In generale, essendo
loperazionale un amplificatore con reazione negativa di tensione-parallelo, si pu
dimostrare che il suo guadagno ad anello chiuso, vale a dire il guadagno di tensione
che si stabilisce in presenza della rete di retroazione (in questo caso identificata dalla
sola resistenza

A vf =

R3 ), pari a

R 3
R1

Lutilit dellamplificatore operazionale si manifesta infatti nel suo guadagno a spira


chiusa, il quale dipende interamente dai componenti passivi presenti nella rete, ma
esterni al dispositivo di base. Esso pu quindi essere regolato con facilit e precisione
durante la fase di montaggio del circuito.

Nella fase preliminare dellesperienza, si quindi costruito sulla breadboard il circuito


nella configurazione invertente e, prima di effettuare qualsiasi misura, stato eseguito
il cosiddetto bilanciamento della tensione di offset. Questa definita come la
tensione che occorre applicare ai terminali di entrata dellamplificatore base per avere
unuscita nulla (anche se, nella pratica, questultima sempre dellordine di qualche

mV ). Il grande valore (virtualmente infinito) del guadagno ad anello aperto (ovvero


senza la rete di retroazione) fa s che qualsiasi piccola differenza di potenziale
intrinseca al dispositivo sia amplificata, al punto da mandarlo in saturazione o in
interdizione, anche in assenza di segnale esterno. Si comprende quindi che il
bilanciamento della tensione di offset unoperazione fondamentale per il regolare
proseguimento dellesperienza. Tale procedura consistita nella passivazione del
generatore di segnale e, con entrambi gli alimentatori DC in funzione, nella variazione
della resistenza variabile

R4

inserita tra i terminali 1 e 5 dellamplificatore base.

Questultima stata regolata con precisione in maniera tale da annullare la tensione


continua in corrispondenza del terminale 6 (OUT). Il valore nullo della tensione in
uscita stato misurato con il tester digitale impostato sul fondoscala pi sensibile a
disposizione. Successivamente, il generatore di segnale stato attivato e si agito sul
potenziometro inserito nella rete di retroazione (in figura indicato con

R3 ),

modificando la sua resistenza in maniera tale da generare un guadagno di


amplificazione pari a 10 in corrispondenza della frequenza di

10 kHz

associata al

segnale in ingresso. Si dunque proceduto con una scansione in frequenza dellintero


amplificatore, impostando lampiezza del segnale in ingresso a circa

100 mV

picco-

picco e visualizzando la sinusoide in uscita sul display delloscilloscopio. I dati

sperimentali, affiancati dai relativi errori di misura, sono raccolti nella seguente
tabella, mentre nel grafico susseguente riportato landamento del guadagno di
amplificazione in funzione della frequenza del segnale in ingresso, raffrontando i dati
sperimentali con quelli provenienti dalla simulazione.

( Hz )
10
25
50
75
100
250
500
750
1000
2500
5000
7500
10000
25000
50000
100000
250000
500000
750000
1000000
2500000
7500000

vi ( V )
0.100
0.100
0.100
0.100
0.100
0.100
0.100
0.100
0.100
0.096
0.092
0.092
0.092
0.092
0.092
0.092
0.094
0.094
0.092
0.092
0.088
0.082

f . s .( V )
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05

(V )
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

vo ( V )
1.10
1.10
1.10
1.10
1.10
1.10
1.10
1.09
1.08
1.02
1.00
1.00
0.984
0.944
0.808
0.680
0.560
0.260
0.134
0.088
0.068
0.026

f . s .(V )
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.1
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05

(V )
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.02
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

A v =v o / vi

11.00
11.00
11.00
11.00
11.00
11.00
11.00
10.90
10.80
10.63
10.87
10.87
10.40
10.26
8.78
7.39
6.09
2.77
1.43
0.96
0.74
0.30

1.17
1.17
1.17
1.17
1.17
1.17
1.17
1.16
1.15
1.18
1.26
1.26
1.24
1.20
1.05
0.91
0.79
0.36
0.19
0.15
0.14
0.12

Gli errori sulle grandezze misurate in maniera diretta sono stati determinati sulla base
del fondoscala utilizzato sulloscilloscopio, mentre lerrore sul guadagno (che una
grandezza derivata) stato valutato applicando la legge di propagazione. Una volta
terminata lesecuzione di queste misure, la resistenza variabile

R3

stata

disconnessa dal circuito e se n misurato il valore attraverso il multimetro digitale:

R3=( 22.3 0.1 ) k


dove lerrore stato individuato considerando lultima cifra permessa dalla sensibilit
del tester. Servendosi di questo valore, stato possibile stimare teoricamente il
guadagno di amplificazione ad anello chiuso utilizzando la formula precedentemente
introdotta:

A vf ,t h=

R3
=10.13
R1

in discreto accordo con quanto ricavato sperimentalmente (il segno negativo indica
che il segnale in ingresso e quello in uscita hanno polarit opposte, peculiarit di un
qualsiasi amplificatore operazionale in modalit invertente). Inoltre, effettuando
unanalisi parametrica attraverso il programma di simulazione PSpice, si variato il
valore della resistenza

R3

sino ad ottenere un guadagno di amplificazione pari a 10

in corrispondenza della frequenza di

10 kHz . Il valore numerico riscontrato per

R3

stato il seguente:

3,=22.6 k
R
abbastanza consistente con quello misurato in precedenza. Infine, avvalendosi ancora
del simulatore, stata condotta una particolare procedura, nota con lappellativo di
analisi Montecarlo, per determinare la distribuzione del guadagno di tensione
dellamplificatore al variare della resistenza

R3 . Lanalisi Montecarlo tiene conto

infatti delle variazioni delle grandezze fisiche associate ai componenti impiegati nel
circuito. Queste alterazioni sono per lo pi causate dalle fluttuazioni dei valori effettivi
che tali grandezze assumono. Grazie ad essa, possibile studiare, su una specifica
caratteristica del circuito, leffetto generato dalla variazione casuale dei valori dei
componenti relativamente agli analoghi forniti dal costruttore. Si , in questo senso,
imposta una tolleranza del 10% sul valore della resistenza

R3

e si osservata la

distribuzione del guadagno invertente al variare imprevedibile di tale valore. In


particolare, lanalisi parametrica su PSpice stata implementata iterando per 100
volte la misura del guadagno alla frequenza di
valore della resistenza

R3

10 kHz , variando casualmente il

nellintervallo numerico stabilito dalla tolleranza. Si

quindi ottenuto il seguente istogramma (si noti che il valore pi frequente per il
guadagno di amplificazione proprio 10).

Configurazione non invertente


La seconda struttura ad anello chiuso esaminata nellesperienza rappresentata nella
figura seguente e prende il nome di configurazione non invertente. Questa volta
lingresso per il segnale sul terminale 3 (non invertente), mentre il terminale 2
(invertente) collegato a massa attraverso la resistenza

R1 . Si pu dimostrare che

il guadagno di amplificazione a spira chiusa per questa configurazione pari a

A vf =1+

R3
R1

Come nel caso precedente, tale grandezza dipende solo dai valori dei componenti
passivi esterni allamplificatore base, ed quindi possibile fissarne la quantit a priori.

Una volta montato il circuito sulla breadboard, ferme restando (rispetto alla modalit
invertente) le impostazioni sul potenziometro

R4

per il corretto bilanciamento della

tensione di offset, si regolato il valore della resistenza variabile

R3

al fine di

acquisire un guadagno di amplificazione pari a 20 in corrispondenza della frequenza di

10 kHz

associata al segnale in ingresso. Si poi eseguita una scansione in frequenza

dellintero amplificatore, impostando nuovamente lampiezza del segnale in ingresso a


circa

100 mV

picco-picco. I dati sperimentali, affiancati dai relativi errori di misura

(ricavati applicando le stesse norme del caso precedente), sono riportati nella
seguente tabella, mentre nel grafico successivo riprodotto landamento del
guadagno di amplificazione in funzione della frequenza del segnale in ingresso,
comparando i dati sperimentali con quelli derivanti dalla simulazione.

( Hz )

vi ( V )

10
25
50
75
100
250
500
750
1000
2500
5000

0.102
0.102
0.102
0.100
0.100
0.100
0.100
0.100
0.100
0.096
0.096

( Hz )

vi ( V )

7500
10000
25000
50000
75000
100000
250000
500000
750000
1000000
2500000
5000000
7500000
10000000

0.096
0.098
0.098
0.096
0.096
0.096
0.096
0.096
0.096
0.096
0.096
0.096
0.088
0.080

f . s .( V )
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05

f . s .( V )
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05

(V )
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

(V )
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

vo ( V )
2.16
2.16
2.16
2.18
2.18
2.18
2.18
2.16
2.16
2.08
2.08

vo ( V )
2.04
2.04
1.72
1.26
0.92
0.71
0.30
0.154
0.102
0.076
0.0296
0.0192
0.0176
0.0328

f . s .(V )
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5

f . s .(V )
0.5
0.5
0.5
0.5
0.2
0.2
0.1
0.05
0.05
0.05
0.02
0.02
0.02
0.02

(V )
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1

(V )
0.1
0.1
0.1
0.1
0.04
0.04
0.02
0.01
0.01
0.01
0.004
0.004
0.004
0.004

A v =v o / vi
21.2
21.2
21.2
21.8
21.8
21.8
21.8
21.6
21.6
21.7
21.7

A v =v o / vi
21.3
20.8
17.6
13.1
9.6
7.4
3.1
1.6
1.1
0.8
0.3
0.2
0.2
0.4

A
2.3
2.3
2.3
2.4
2.4
2.4
2.4
2.4
2.4
2.5
2.5

A
2.4
2.4
2.1
1.7
1.1
0.9
0.4
0.2
0.2
0.1
0.1
0.1
0.1
0.1

R3

Ultimata lesecuzione di queste misure, si disconnesso il potenziometro

dal

circuito e si misurato il valore della sua resistenza attraverso il tester digitale:

R3=( 44.5 0.1 ) k


Grazie ad esso, stato possibile stimare il guadagno teorico dellamplificatore ad
anello chiuso utilizzando la relazione precedentemente introdotta:

A vf ,t h=1+

R3
=20.22
R1

in discreto accordo con quanto ricavato sperimentalmente. Infine, realizzando


unanalisi parametrica con PSpice, si differenziato il valore della resistenza

R3

sino

al conseguimento di un guadagno di tensione pari a 20 in corrispondenza della


frequenza di

10 kHz . Il valore numerico rilevato per la resistenza di retroazione

stato il seguente:

3,=39.3 k
R

R3

Integratore invertente
La terza ed ultima fase dellesperienza consistita nellanalisi di un amplificatore
operazionale nella configurazione denominata integratore invertente, rappresentata
nella figura seguente. Questo circuito genera infatti in uscita un segnale di tensione
proporzionale allintegrale, cambiato di segno, del segnale di tensione in ingresso:
t

v o ( t )=

dove

1
v ( t ' ) dt '
0 i
=R5 C 1 .

Lobiettivo di questa sezione finale dellesperienza stato trovare gli opportuni valori
dei componenti

R5 ,

R6

C1

affinch, inviando in ingresso unonda quadrata

avente ampiezza e periodo pari rispettivamente a

2V

1 ms , si visualizzasse in

uscita unonda triangolare caratterizzata dalla stessa ampiezza e dallo stesso periodo
del segnale in entrata. Durante la fase di montaggio del circuito, stata scelta
dunque, in maniera del tutto arbitraria, una capacit
conto che il parametro

=R5 C 1

stimato per la resistenza variabile

C1

pari a

100 nF

e, tenendo

definisce la costante di tempo del circuito, si

R5

un valore circa uguale a

2.5 k . stato

scelto inoltre per la resistenza fissa

R6

un valore pari a

220 k

e, visualizzando

contemporaneamente sul display delloscilloscopio i segnali in ingresso e in uscita, si


modificato il valore della resistenza

R5

sino al raggiungimento della sovrapposizione

dei due segnali in ampiezza e periodo. Terminata questa fase, il potenziometro stato
disconnesso dal circuito e, per mezzo del tester digitale, se n misurata la resistenza:

R5=( 2.93 0.01 ) k


consistente con il valore di

2.5 k

stimato teoricamente e con quello ottenuto dal

simulatore PSpice effettuando unanalisi parametrica.

Esperienza 7

Analisi DC e AC di un
amplificatore con reazione
negativa corrente-parallelo

In questa esperienza si studiato il comportamento di un amplificatore con reazione


negativa di tipo corrente-parallelo, sia in regime DC che in regime AC. Tale analisi
stata condotta effettuando un severo confronto tra misure sperimentali, dati forniti da
un programma di simulazione e valori ricavati da unaccurata analisi teorica. Il circuito
in esame, illustrato nella figura precedente, consta di un amplificatore fondamentale
(costituito da due stadi entrambi nella configurazione di emettitore comune) e da
una rete di retroazione (composta di due soli resistori). La particolare tipologia di
reazione generata da questa rete elettrica caratterizzata da un campionamento di
corrente e da una comparazione in parallelo, da qui lespressione pi concisa
corrente-parallelo. Spesso, per descriverla, vengono anche impiegate le dizioni
parallelo-serie e corrente-corrente, in quanto la rete di retroazione preleva un
segnale di corrente (in serie nel campionamento) e rimanda un altro segnale di
corrente (in parallelo nella comparazione).

Analisi in DC
La misura delle componenti continue delle tensioni e delle correnti , come sempre, il
punto di partenza per il corretto svolgimento dellanalisi del circuito. Inizialmente,
questo stato simulato attraverso il programma PSpice, e i dati cos ottenuti sono
serviti come linee guida per le misure al banco. Successivamente, il circuito stato
montato e sono state misurate le tensioni e le correnti in vari punti, utilizzando il tester
digitale e lamperometro analogico a disposizione. I dati sperimentali cos ricavati sono
stati quindi confrontati con gli analoghi provenienti dalla simulazione. In particolare,
durante la fase di montaggio, sono stati misurati i valori del parametro

associato

ai due transistor, mediante il multimetro digitale. Di seguito, i dati sperimentali relativi


alle tensioni e alle correnti continue sono confrontati con quelli ottenuti tramite il
simulatore e con i corrispondenti ricavati dallanalisi teorica. Lerrore sulle correnti
stato determinato dividendo per 50 il valore del fondoscala dellamperometro
analogico (essendo la sua scala suddivisa in 50 parti), mentre lerrore sulle tensioni
stato valutato sulla base della sensibilit del tester digitale, a seconda del fondoscala
utilizzato.

Sperimentali

f . s .( V )

(V )

Simulati

Teorici

V CE1 ( V )

1.39

20

0.001

1.368

1.3

V BE 1 ( V )

0.68

20

0.001

0.686

0.66

V CB1 ( V )

0.71

20

0.001

0.682

0.64

V CE2 ( V )

6.93

20

0.001

7.030

7.26

V BE 2 ( V )

0.64

20

0.001

0.692

0.64

V CB2 ( V )

6.29

20

0.001

6.338

0.62

f . s . ( mA )

( mA )

I C 1 ( mA )

4.4

0.1

4.635

4.7

I E 1 ( mA )

4.3

0.1

4.662

4.8

I B 1 ( mA )

0.036

0.05

0.001

0.028

0.029

I C 2 ( mA )

50

6.268

6.3

I E 2 ( mA )

50

6.303

6.3

I B 2 ( mA )

0.043

0.05

0.001

0.034

0.037

Lanalisi teorica stata condotta analizzando la rete equivalente in regime DC (ossia


passivando il generatore di tensione alternata, sostituendo i condensatori con dei
circuiti aperti e i due transistor con il loro modello statico), impostando le equazioni
delle maglie risultanti e risolvendo il sistema lineare cos ottenuto rispetto alle correnti
di base e alle differenze di potenziale tra collettori ed emettitori. In aggiunta, sono

stati nuovamente misurati i valori del parametro

dei due transistor effettuando il

( =I C /I B )

rapporto tra le relative correnti di collettore e di base

Questi sono

confrontati nella seguente tabella con i rispettivi dati numerici in precedenza ottenuti
dal simulatore e con quelli misurati direttamente sul tester digitale. Gli errori sulle

misure indirette dei due

sono stati determinati a partire dalle incertezze sulle

relative correnti ed applicando la formula di propagazione.


Sperimentale

Misurato

()
1

122

140

Simulato

()
162

162

168.79
184.04

Analisi in AC
Lanalisi della rete in regime AC stata effettuata inviando in ingresso un segnale di
tensione sinusoidale avente unampiezza pari a circa
frequenza variabile tra

1 kHz

ed

100 mV

picco-picco ed una

1 MHz . Tale scansione in frequenza ha fornito i

risultati riportati nella seguente tabella. Il grafico susseguente raffigura landamento


sperimentale e simulato (in funzione della frequenza) del guadagno di tensione
reazionato, ossia del guadagno di tensione complessivo del circuito, che tiene conto
degli effetti della rete di retroazione sullamplificatore fondamentale. Questa
grandezza sar indicata nel seguito con il simbolo

( Hz )

vi ( V )

f . s .( V )

1000

0.098

0.05

(V )
0.01

A vf .

vo ( V )

f . s .( V )

3.84

(V )
0.2

A v =v o / vi
39.2

A
4.5

2500
5000
7500
10000
25000
50000
75000
100000
250000
500000
750000
1000000

0.096
0.098
0.096
0.096
0.096
0.096
0.096
0.098
0.094
0.094
0.094
0.096

0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05
0.05

0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01
0.01

3.92
3.92
3.92
3.92
3.92
3.92
3.88
3.88
3.80
3.68
3.64
3.52

1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1

0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2

40.8
40.0
40.8
40.8
40.8
40.8
40.4
39.6
40.4
39.1
38.7
36.7

4.7
4.6
4.7
4.7
4.7
4.7
4.7
4.5
4.8
4.7
4.6
4.4

Al fine di determinare un valore teorico per il guadagno di tensione ad anello chiuso in


media banda, necessario prima calcolare la corrispondente grandezza

Av

a spira

aperta. Questultima si ottiene staccando la rete di reazione dallamplificatore base,


tenendo comunque in considerazione i suoi effetti di carico attraverso alcune
opportune resistenze. Si procede poi alla determinazione del fattore di reazione

considerando la risposta della rete di reazione ad un segnale di prova. Il guadagno


reazionato

A vf =

Av
1+ A v

A vf

si ricava quindi dividendo

Av

per il fattore

1+ A v :

Per calcolare il guadagno di tensione ad anello aperto in media banda, stata


analizzata la rete equivalente in regime AC (rappresentata nella figura seguente ed
ottenuta passivando il generatore di alimentazione continua, sostituendo i
condensatori con dei cortocircuiti e i due transistor con il loro modello dinamico) ed
stata staccata la rete di reazione.

Si sono quindi aggiunte due resistenze, per tenere in considerazione gli effetti di carico
di questultima sullamplificatore fondamentale:

R11

la resistenza che si osserva

guardando dentro la porta 1 della rete di reazione quando la porta 2 aperta


(annullando cos il collegamento in serie alluscita), mentre

R22

la resistenza che si

osserva guardando dentro la porta 2 nel momento in cui la porta 1 in cortocircuito


(annullando cos il collegamento in parallelo allentrata). Applicando tali definizioni alla
rete di retroazione di seguito rappresentata, si verifica facilmente che

R11 =R 4 + R6 =12.27 k R 22=R 4 R6=264

Linfluenza della rete di reazione sul modello dinamico dellamplificatore esplicata


nella figura seguente, nella quale la porzione di circuito costituita dal generatore di
segnale e dalla resistenza

R7

stata sostituita dal suo equivalente di Norton, ossia

da un generatore di corrente alternata e dalla stessa resistenza

R7

collocata in

parallelo ad esso. Questo perch lamplificatore reazionato che si sta esaminando


effettua una comparazione in parallelo, ed quindi pi conveniente ai fini dellanalisi
teorica operare con un generatore di corrente anzich con uno di tensione.

A partire dai dati provenienti dallo studio della rete originale in regime DC, possibile
ricavare innanzitutto le transconduttanze associate al modello dinamico dei due
transistor:

gm 1=

(in cui

IC 1
I
=176 mA /V gm 2= C 2 =240 mA /V
VT
VT
VT

la tensione termica che vale circa

26 mV

a temperatura ambiente)

e le resistenze dinamiche

r be 1=

=694 r be2= 2 =581


gm 1
g m2

nelle cui espressioni si assegnato ai parametri

dei due transistor i

rispettivi valori numerici determinati attraverso il multimetro digitale. Osservando il


circuito equivalente in AC, si nota subito che

v be 1=i s ( R 7 R1 R11 r be1 )


da cui possibile ricavare la tensione in ingresso sul secondo transistor:

v b 2=gm 1 v be 1 R 3 ( r be2 + ( 2+ 1 ) R 22)

La tensione

v be 2 stabilitasi tra la base e lemettitore di questultimo risulta pari a

v be 2=

r be2 v b 2
r be2 + ( 2+ 1 ) R 22

Essa indispensabile ai fini della determinazione della corrente circolante nel ramo del
collettore, la quale, nel caso in esame, proprio la corrente rappresentante il segnale
in uscita:

i o=i c 2=g m 2 v be2


Il guadagno di corrente ad anello aperto pertanto dato dal rapporto tra la corrente in

io

uscita

is

e quella

in ingresso nella rete:

i
A i= o =632.66
is
Il semplice circuito rappresentato nella figura seguente la rete di retroazione
modificata per il calcolo del fattore di reazione

i '0

segnale di corrente

. Per determinarlo, si applica un

in corrispondenza della porta 2 e si misura la corrente

i '1

che appare sulla porta 1 quando questa si trova in cortocircuito (si rammenti che tale
cortocircuito necessario per annullare il collegamento in parallelo allingresso). Il
fattore di reazione
'

i1
i

'
'
0 v 1=0

definito mediante il rapporto tra queste due grandezze:

R 6
=0.022
R4 + R 6

Si pu quindi calcolare il guadagno di amplificazione del circuito originale a spira


chiusa, avendo ottenuto un fattore di reazione pari a

1+ Ai =14.92 Aif =

Ai
=42.2
1+ A i

Si tratta di un guadagno di corrente (rappresentato dal rapporto di due correnti), che


deve essere convertito in un guadagno di tensione per essere confrontato con i dati
sperimentali ricavati in precedenza. Visualizzando perci lamplificatore complessivo
come un quadrupolo ideale con un generatore di corrente in ingresso (e resistenza

Rs =R 7

collocata in parallelo ad esso), e considerando luscita sul collettore del

secondo transistor (e quindi

A vf =

R L=R5 ), lecito scrivere

v o io R L
R
=
=A if L =42.2
v s i s Rs
Rs

Il segno negativo indica, come sempre, che la tensione in uscita invertita rispetto a
quella in ingresso, cio sfasata di 180. Il valore teorico del guadagno di tensione ad
anello chiuso in media banda in buon accordo con il corrispondente valore
sperimentale e simulato (circa 40), confermando di fatto la bont del modello
circuitale adottato e la correttezza della relativa procedura di calcolo.
I valori delle resistenze in ingresso

Rif

e in uscita

Rof

associati allamplificatore

reazionato in media banda si possono determinare teoricamente a partire dalle


analoghe grandezze corrispondenti al circuito privato della rete di reazione. Si pu
dimostrare, infatti, che la comparazione in parallelo riduce il valore della resistenza in
ingresso di un fattore pari a

1+ Ai , mentre il campionamento in serie abbassa il

valore della resistenza in uscita. Le espressioni analitiche per le resistenze in ingresso

Rif

e in uscita

Rof

relative allamplificatore reazionato in media banda sono le

seguenti:

Rif =

dove

Ri
R =( Ro ( 1+ Ai ) ) R L
1+ Ai of
Ri

ed

Ro

rappresentano le resistenze rispettivamente in ingresso e in uscita

dellamplificatore ad anello aperto. Queste sono facilmente ricavabili teoricamente a


partire dal modello dinamico del circuito esaminato in precedenza. Infatti,
guardando dentro la rete in corrispondenza del generatore di segnale, si ottiene la
seguente espressione per la resistenza in ingresso:

Ri=R7 R1 ( R 4 +R6 ) r be 1=396


da cui possibile ricavare subito quella associata allamplificatore con reazione:

Rif =

Ri
27
1+ Ai

Sperimentalmente, questa resistenza stata misurata applicando il metodo del


dimezzamento (con la frequenza del segnale in entrata impostata a

10 kHz ), e tale

misura ha fornito il seguente valore:

Rif , sp =( 32 1 )
abbastanza vicino a quello teorico. La resistenza in uscita dellamplificatore senza
reazione pari a

Ro=R L =1 k
mentre quella valevole per il circuito ad anello chiuso uguale a

Rof =( Ro ( 1+ A i ) ) R L =937
Sperimentalmente, utilizzando ancora una volta il metodo del dimezzamento, si
ottenuto per questa resistenza il seguente valore:

Rof , sp =( 1.07 0.01 ) k


anchesso in discreto accordo con il relativo valore teorico. Nelleffettuare queste
ultime due misure, gli errori su entrambe le resistenze sono stati valutati considerando
lultima cifra permessa dalla sensibilit del tester digitale, a seconda del fondoscala
utilizzato.

Esperienza 8

Progetto e realizzazione di un
filtro

Un sistema lineare non distorcente definito come una rete elettrica lineare in grado
di generare in uscita un segnale variato al pi in ampiezza (per mezzo di un fattore
costante) e ritardato in fase (mediante un termine costante) rispetto al segnale inviato
in ingresso, lasciando sostanzialmente invariata la sua forma. Una siffatta
configurazione tuttavia fisicamente irrealizzabile, in quanto essa dovrebbe essere
caratterizzata almeno da una illimitata banda passante di frequenze, condizione
questa assolutamente impraticabile in tutti i sistemi elettronici. Poich nessun sistema
fisico in grado di riprodurre una replica indistorta dello spettro associato al segnale in
entrata, si dice che esso un filtro. In questa esperienza sono state analizzate due
particolari configurazioni di filtri attivi del secondo ordine, ossia di reti elettriche lineari

selettive in frequenza e caratterizzate dalla presenza di soli resistori, condensatori ed


uno o pi amplificatori operazionali. In particolare, stato messo in risalto laspetto
progettuale della rete.

Filtro dellottavo ordine


In generale, nella progettazione di una particolare tipologia di filtro, necessario
stabilire innanzitutto il valore di alcuni suoi parametri fondamentali, quali il guadagno
in banda, le frequenze di taglio, lattenuazione minima del guadagno e i margini di
errore tollerabili rispetto allandamento ideale. Per fare questo, si disegna una
maschera nel piano

(|H|, ) , al di fuori della quale sar tracciata la curva relativa

al modulo della funzione di trasferimento del sistema. Nel caso in esame, le condizioni
che devono essere rispettate dal filtro sono rappresentate nella figura seguente.

Risulta evidente che la specifica struttura elettronica da realizzare costituita da un


filtro passa-basso caratterizzato da un guadagno in banda pari a
una attenuazione minima di
taglio superiore pari a

75 dB

( 20 1 ) dB , con

nellarco di unottava, e da una frequenza di

f H =1.5 kHz . Il passo successivo rappresentato dalla ricerca

di una particolare funzione di trasferimento tale da soddisfare le condizioni al contorno


imposte dalla maschera. A tale scopo, sono state utilizzate le tavole numeriche
contenenti i valori dei coefficienti che caratterizzano le predefinite funzioni di
trasferimento associate ad alcune speciali tipologie di filtro. Queste tavole permettono
di scegliere la particolare variet di filtro contraddistinto dalla funzione di
trasferimento che meglio si adatta alle specifiche della maschera indicata. Nel caso in
esame, il filtro che risponde in maniera adeguata alle limitazioni imposte dal progetto
stato individuato in un passa-basso di tipo Chebyshev, modellato da una funzione di
trasferimento con 8 poli e da unondulazione costante in banda, di ampiezza pari ad

1 dB . La funzione di trasferimento del filtro da realizzare deve essere quindi


suddivisa in quattro funzioni parziali del secondo ordine, il prodotto delle quali deve
coincidere con la funzione di trasferimento originale. Nella pratica, tale procedura
stata esplicata nella costruzione a cascata di quattro filtri passa-basso del secondo
ordine, per la cui realizzazione sono stati utilizzati, oltre a condensatori e resistori
opportunamente dimensionati, anche degli amplificatori operazionali alimentati da una
tensione continua pari a

15 Volt . I valori dei coefficienti che devono apparire nella

funzione di trasferimento associata ad ognuna delle quattro celle componenti il filtro


sono riportati nella seguente tabella.

Cella

0 /H

1
2
3
4

1.327947
0.511120
0.234407
0.070222

0.265068
0.583832
0.850613
0.997066

Il parametro

si chiama fattore di smorzamento,

H =2 f H =9424.78 rad /s

la

pulsazione di taglio superiore relativa al filtro passa-basso che si desidera realizzare,


mentre

la pulsazione di taglio superiore associata alla singola cella. Si inoltre

stabilito che il guadagno di

20 dB

del filtro risultante fosse egualmente ripartito tra

le ultime due celle. Di conseguenza, le prime due sono state caratterizzate da un


guadagno di amplificazione unitario. Formalmente, indicando con
banda relativo alla

H0i

il guadagno in

i-esima cella, deve risultare

H 01=H 02=1 H 03=H 04= 10=3.1623


in modo tale che sia, per il guadagno in banda relativo al circuito finale,

H 0=H 01 H 02 H 03 H 04=10 20 log10 ( H 0 )=20 dB


Le prime due celle sono state quindi schematizzate secondo la tipologia circuitale
detta di Sallen-Key, caratterizzata da una reazione positiva ed un guadagno in banda
unitario. Tale struttura elettronica presentata nella figura seguente.

Scegliendo la configurazione idonea per un filtro passa-basso, la funzione di


trasferimento associata a questa rete la seguente:

1
R 1 R2 C 3 C 4

H ( s )=
s 2+

1 1 1
1
+
s+
C4 R1 R2
R1 R 2 C 3 C 4

Dal confronto di questultima con lanaloga relativa ad un generico filtro passa-basso


del secondo ordine,
2

H ( s )=

H 0 0
2
2
s +2 0 s + 0

e tenendo conto che

H 0=1

(guadagno in banda unitario), si ottengono le seguenti

due equazioni:

1
1 1 1
=20
+
=2 0
R 1 R2 C 3 C 4
C 4 R1 R2

I valori dei parametri

ed

sono riportati nella tabella mostrata in precedenza.

In corrispondenza della prima cella, essi sono pari a

2 =1.327947 0=2498.2rad / s
Scegliendo arbitrariamente

C 4=33 nF

ed

R1=18 k ,

dalla risoluzione delle

precedenti equazioni si sono ricavati i valori per gli altri due componenti, vale a dire

C3 =15 nF

ed

R2=18 k .

La rappresentazione circuitale della prima cella

pertanto illustrata nella figura seguente.

Per quanto riguarda la seconda cella, i valori dei suoi parametri

ed

sono pari

2 =0.511120 0=5502.5 rad / s


Effettuando un ragionamento del tutto identico al precedente, si sono scelti
arbitrariamente i componenti
altri due elementi circuitali

C 4=22 nF

ed

C3 =1.5 nF

ed

R1=39 k , ottenendo cos per gli


R2=27 k .

relativa alla seconda cella riportata nella figura che segue.

La schematizzazione

A differenza delle precedenti, le ultime due celle sono state sintetizzate utilizzando
una tipologia circuitale contraddistinta da una reazione negativa multipla e da un
guadagno in banda non pi unitario. Tale struttura elettronica rappresentata nella
figura seguente.

Scegliendo nuovamente la configurazione conforme ad un filtro passa-basso del


secondo ordine, la funzione di trasferimento associata a questa rete ora data da

1
R1 R 2 C 3 C 5

H ( s )=
s 2+

1 1 1 1
1
+ +
s+
C 5 R1 R2 R 4
R2 R4 C 3 C 5

Dal confronto di questultima espressione con lanaloga relativa ad un generico filtro


passa-basso del secondo ordine, vale a dire la funzione

H ( s )=

H 0 20
s 2+2 0 s + 20

si ottengono le seguenti tre equazioni:

H 0=

R4
1
1 1 1 1
=20
+ +
=2 0
R1 R2 R4 C 3 C 5
C 5 R1 R 2 R 4

I valori dei parametri

ed

sono sempre trascritti nella tabella mostrata in

precedenza. In corrispondenza della terza cella, essi sono uguali a

2 =0.234407 0 =8016.8 rad /s


Scegliendo arbitrariamente

C5 =100 nF

ed

R4 =33 k , dalla risoluzione delle

precedenti equazioni si sono ricavati i valori per gli altri tre componenti, ossia

C3 =270 pF ,

R1=10 k

ed

R2=18 k . Lo schema circuitale relativo alla terza

cella illustrato nellimmagine seguente.

Per quel che concerne la quarta cella, i valori dei suoi parametri

ed

sono

pari a

2 =0.070222 0=9397.1rad / s
Effettuando un ragionamento del tutto simile al caso precedente, si sono scelti
arbitrariamente i componenti

C5 =220 nF

altri tre elementi di circuito i valori

ed

C3 =56 pF ,

R4 =47 k , ottenendo cos per gli


R1=15 k

ed

R2=18 k . La

schematizzazione relativa alla quarta cella riportata nella figura che segue.

Le quattro celle cos sintetizzate sono state in seguito montate sulla breadboard e
collegate a cascata. Inviando dunque in ingresso un segnale di tensione sinusoidale
avente unampiezza pari a circa

1 Hz

500 mV

picco-picco ed una frequenza variabile tra

2.5 kHz , stata effettuata una scansione in frequenza dellintero circuito. Il

segnale in uscita stato prelevato in corrispondenza del terminale 6 (OUT)


dellamplificatore operazionale appartenente alla quarta cella ed stato visualizzato
sul display delloscilloscopio. Nella seguente tabella sono riportati i dati sperimentali
relativi, nellordine, alla frequenza del segnale in ingresso, alla sua ampiezza piccopicco, allampiezza del segnale prelevato in uscita e al guadagno di tensione

( A v =v o / v i )

. Gli errori sulle grandezze misurate direttamente sono stati determinati

sulla base del fondoscala utilizzato sulloscilloscopio, mentre lerrore sul guadagno
(che una grandezza derivata) stato valutato applicando la legge di propagazione.
Di seguito riportato landamento del guadagno di tensione in funzione della
frequenza del segnale, confrontando i dati sperimentali con quelli provenienti dalla
simulazione su PSpice.

( Hz )

vi ( V )

1
2.5
5
7.5
10
25
50
75
100
250
500
750
1000
1050
1100
1150
1200
1250
1300
1350
1400
1450
1500
1550
1600
1650
1700
1800
2000
2500

0.392
0.468
0.488
0.496
0.496
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.484
0.484
0.484
0.484
0.484
0.484
0.484
0.484
0.48
0.48
0.48
0.48
0.48
0.476
0.476
0.476
0.476
0.476
0.476

f . s .( V )

(V )

vo ( V )

f . s .(V )

(V )

A v =v o / vi

0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02

0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004

4.12
5.00
5.16
5.20
5.24
5.24
5.28
5.28
5.36
5.76
5.52
6.04
5.92
6.00
6.20
6.40
6.32
5.92
5.44
5.32
5.84
4.92
2.28
1.090
0.584
0.348
0.222
0.0992
0.0264
0.0088

1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
0.2
0.2
0.1
0.05
0.02
0.02
0.02

0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.04
0.04
0.02
0.01
0.004
0.004
0.004

10.51
10.68
10.57
10.48
10.56
10.48
10.56
10.56
10.72
11.52
11.04
12.48
12.23
12.40
12.81
13.22
13.06
12.23
11.24
11.08
12.17
10.25
4.75
2.27
1.23
0.73
0.47
0.21
0.06
0.02

0.52
0.44
0.42
0.41
0.41
0.41
0.41
0.41
0.41
0.41
0.41
0.43
0.43
0.43
0.43
0.43
0.43
0.43
0.42
0.43
0.43
0.43
0.42
0.09
0.08
0.04
0.02
0.01
0.01
0.01

Filtro notch
La particolare tipologia di filtro denominata notch utilizzata per approssimare al
meglio il comportamento ideale di un filtro arresta-banda nel caso in cui questultimo
sia chiamato a sopprimere una singola frequenza. Poich una tale struttura fisica
ovviamente irrealizzabile, lampiezza della banda attenuata del filtro non pu essere
ridotta ad una singolarit, e deve essere pertanto resa il pi possibile stretta, agendo
sui componenti da inserire nel circuito. Si pu dimostrare che il modulo della funzione
di trasferimento di un filtro notch nel dominio delle frequenze dato dalla seguente
espressione:

H0

|H ( j )|=

dove

0 2 1

+ 2
0
Q

la pulsazione associata alla frequenza che si desidera eliminare,

il

cosiddetto fattore di merito (da cui dipende lampiezza della banda non-passante) ed

H0

rappresenta il guadagno al di fuori di tale banda. Le pulsazioni di taglio

superiore

ed inferiore

L , definite come le particolari pulsazioni in

corrispondenza delle quali il modulo della funzione di trasferimento si riduce di un


fattore pari a

L=

1/ 2

rispetto al valore massimo

H 0 , sono pari a

( 1+ 4 Q21 ) H = 0 ( 1+4 Q2+1 )


2Q
2Q

La banda di attenuazione del filtro pertanto uguale a

B=f H f L =

dove

H L

f
= 0 = 0
2
2 Q Q

f 0= 0 /2

la frequenza che si desidera eliminare. evidente che la

selettivit del filtro (che inversamente proporzionale alla larghezza della banda nonpassante) cresce allaumentare del fattore di merito

Q . In generale, la funzione di

trasferimento associata ad un filtro arresta-banda determinabile direttamente da


quella valida per il corrispondente filtro passa-banda, nel modo seguente:

H ( s )|arrestabanda =H 0 H ( s )|passabanda
Essendo lultimo termine di questa espressione dato da

H0

H ( s )|passa banda=
2

s+

0
s
Q

0
2
s+ 0
Q

si ha, per il filtro arresta-banda,

H ( s )|arrestabanda =

H 0 ( s2 + 20 )

s2 + 0 s +20
Q

Per realizzare dunque un filtro notch, si rivelato indispensabile sintetizzare per prima
cosa un filtro
passa-banda, per il quale si ricorso nuovamente alla tipologia
circuitale con amplificatore operazionale caratterizzata da una reazione negativa
multipla, configurando la rete con i componenti idonei per il tipo di filtro desiderato.
Nel caso in esame, si scelto di imporre

C2 =C4 =C

ed

Y 5=0

(cio

La rappresentazione della cella risultante illustrata nella figura seguente.

R5= ).

La funzione di trasferimento associata a questa rete data da

H pb ( s )=

1
s
R1C
s 2+

2
1
s+
R3 C
R1 R3 C 2

mentre quella relativa al corrispondente filtro arresta-banda , applicando la formula


precedente,

H n ( s )=H 0H pb ( s )=

essendo

R3 2
1
s+
2
2 R1
R1 R 3 C

s2 +

2
1
s+
R3C
R1 R3 C 2

H 0=R3 /(2 R1 ) .

La configurazione circuitale caratterizzata da questa

funzione di trasferimento stata realizzata collegando a cascata un sommatore alla


cella contenente il filtro passa-banda, come illustrato nella figura seguente.

Con riferimento a tale circuito, possibile scrivere le seguenti relazioni:

V o ( s )=

H n ( s )=

RB
R
R
R
V i ( s ) + B V o 1 ( s ) =V i ( s ) B B H p b ( s )
RC
RA
RC R A

V o ( s)
V i ( s)

RB RB
RA
RB

H pb ( s ) =
H pb ( s )
RC R A
RC
RA

) (

Confrontando questultima funzione di trasferimento con lanaloga relativa ad un


generico filtro

arresta-banda del secondo ordine, imponendo

RB =R A

ed

R A /RC =H 0 , si ottengono le seguenti due equazioni:

1
1 R3
= 20
=Q
2
2 R1
R 1 R3 C
Il filtro notch che si desidera realizzare in questultima parte dellesperienza
chiamato a sopprimere la frequenza
avente unampiezza non superiore a

f 0=50 Hz
B=5 Hz .

con una banda di attenuazione


Utilizzando due amplificatori

operazionali alimentati da una tensione continua pari a


arbitrariamente il componente
equazioni precedenti, i valori

H 0=199=50 dB .

C=100 nF ,

15 Volt

e scegliendo

si sono ricavati, risolvendo le varie

R3=637 k ,

R1=1.59 k ,

Si sono anche scelte le resistenze

Q=10

ed

R A =RB =63.7 k

ed

RC =0.32 k

per la porzione di rete contenente il sommatore.

Le due celle cos

costruite sono state in seguito montate a cascata sulla breadboard ed stata eseguita
una nuova scansione in frequenza del circuito risultante. Nella seguente tabella sono
riportati i dati sperimentali cos ottenuti, mentre di seguito riportato landamento del
guadagno di tensione in funzione della frequenza del segnale in ingresso,
confrontando i dati sperimentali con quelli provenienti dalla simulazione su PSpice.

( Hz )

vi ( V )

f . s .( V )

(V )

vo ( V )

f . s .( V )

1
5
10
15
20
25
30
35
40
43
44
45
46
47
48
49
50
55
60
65
70
75
80
85
90
95
100

0.068
0.086
0.086
0.088
0.088
0.088
0.088
0.091
0.094
0.098
0.099
0.096
0.086
0.077
0.074
0.074
0.075
0.080
0.080
0.083
0.083
0.083
0.084
0.085
0.084
0.083
0.085

0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02

0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004
0.004

14.4
17.8
18.2
18.2
18.2
18.2
18.4
18.6
18.4
17.2
15.6
11.2
4.32
3.30
8.08
11.0
12.6
16.0
16.6
16.8
17.2
17.2
17.4
17.4
17.6
17.6
17.4

5
5
5
5
5
5
5
5
5
5
5
2
1
0.5
2
2
5
5
5
5
5
5
5
5
5
5
5

(V )
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
0.4
0.2
0.1
0.4
0.4
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1

A v =v o / vi

211.8
206.0
210.6
206.8
206.8
206.8
209.1
203.9
194.9
174.8
157.3
116.7
50.0
43.0
108.6
147.8
167.6
200.0
207.5
201.9
206.7
206.7
207.1
205.2
209.5
211.5
205.2

19.3
15.0
15.1
14.7
14.7
14.7
14.8
14.2
13.4
12.4
11.9
6.4
3.3
2.6
7.9
9.6
16.0
16.0
16.2
15.5
15.6
15.6
15.5
15.3
15.5
15.7
15.3

Potrebbero piacerti anche