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Un piccolo uccellino marrone divideva la stalla a Betlemme con la Sacra

famiglia. La notte, mentre la famiglia dormiva, l'uccellino not che il fuoco


che li scaldava stava per spegnersi.
Cos, per tenere caldo il piccolo, vol verso le braci e tenne il fuoco vivo
muovendo le ali per tutta la notte. Il mattino seguente l'uccellino fu premiato
con un bel petto rosso brillante come simbolo del suo amore per Ges
Bambino.

C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva
solo, non si era mai sposato e non aveva piu' nessun amico.
Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno.
Usc di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo.
Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si lev:
- Fratello, - gli gridarono - non vieni?
Fratello, a lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non
c'erano che clienti: chi comprava e chi vendeva. Per tutta la vita era stato
avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti e che cosa
facessero.
Ma dove andavano?
Si mosse un po' curioso. Si un a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello!
Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il suo cuore gli
sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva
ingannati? Piangeva miseria per vender pi caro. E speculava sul bisogno dei
poveri. E mai la sua mano si apriva per donare. No, lui non poteva essere
fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata,
tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro,
davanti alla Grotta di Betlemme.
Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano
qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco.
Arriv alla grotta insieme con gli altri; s'inginocchio insieme agli altri. Signore, - esclam - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami.
E cominci a piangere.

Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continu a piangere,


e il suo cuore cambi. Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero
come perle, in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.

Babbo Natale sembra realmente esistito e si tratta di un personaggio


cristiano appartenente all atradizione medievale: San Nicola di Mira.
San Nicola nacque a Patara (Turchia) ed apparteneva ad una ricca famiglia
del luogo. Divenne vescovo di Mira (in Licia) nel VI secolo D.C.
Quando mor e le sue spoglie furono deposte a Mira e nel 1087 furono
trafugate da un gruppo di cavalieri italiani, camuffati da mercanti, e
trasportate a Bari.
Tuttora tali spoglie sono conservate nella famosa citt pugliese di cui San
Nicola divenne il santo protettore.
Si narra che San Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti
calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le finestre.
Da qui nasce la storia di Babbo Natale, trasformatasi poi nella credenza di un
arzillo vecchietto che, dopo aver fabbricato giocattoli per bambini,
distribuisce i regali calandosi dal camino, spostandosi con l'ausilio di una
slitta trainata da renne.
In ogni caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni",
compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre (S. Nicola,
appunto) o addirittura nella notte di Natale.

Un artista di strada molto povero si trova a Betlemme nei giorni seguenti alla
nascita del Bambino Ges.
Voleva andare a salutarlo ma non aveva nemmeno un dono da portargli.
Dopo qualche esitazione decise di recarsi alla grotta e di andarlo a trovare.
Gli venne in mente un'idea: fece quello che gli riusciva meglio, il giocoliere, e
fece ridere i piccolo bambino.

Da quel giorno per ricordarci delle risate di Ges Bambino si appendono delle
palline colorate all'albero di Natale.

Il famoso bastoncino della leggenda fatto di zucchero, ha il sapore di menta


ed bianco a strisce rosse.
La leggenda narra che un dolciaio lo cre per ricordare Ges alle persone.
Tale bastoncino racchiude in s molti significati:
- Il caramello (di cui fatto il bastoncino) rappresenta Ges come la roccia
solida su cui sono costruite le nostre vite.
- La forma a "J" sta per Jesus (Ges) oppure rappresenta la forma di un
bastone da pastore (Ges il nostro pastore).
- Il colore bianco rappresenta la purezza e lassenza del peccato.
- Le strisce rosse grandi rappresentano il sangue di Cristo versato per i nostri
peccati.
- Le strisce sottili invece rappresenterebbero i segni lasciati dalle frustate che
Ges ricevette dai soldati romani per ordine di Ponzio Pilato.
- Il sapore di menta piperita ricorda il sapore dell'issopo che una pianta
aromatica usata nel vecchio testamento per purificare.

Babbo Natale viene rappresentato insieme ad una renna piuttosto particolare.


La sua slitta viene trainata da nove renne di cui una dotata di un naso rosso
scintillante.
Questa piccola renna, derisa dal proprio branco per colpa di questa stranezza
fisica, si rivel di grande aiuto per Babbo Natale in una fredda e nebbiosa
notte di Vigilia.

Grazie al suo naso luminoso illumin la strada e Babbo Natale riusc a


consegnare i regali a tutti i bambini.

La figlia piccola di un pastore era intenta ad accudire il gregge del padre in un


pascolo vicino Betlemme, quando vide degli altri pastori che camminavano
speditamente verso la citt. Si avvicin e chiese loro dove andavano.
I pastori risposero che quella notte era nato il bambino Ges e che stavano
andando a rendergli omaggio portandogli dei doni.
La bambina avrebbe tanto voluto andare con i pastori per vedere il Bambino
Ges, ma non aveva niente da portare come regalo. I pastori andarono via e
lei rimase da sola e triste, cos triste che cadde in ginocchio piangendo.
Le sue lacrime cadevano nella neve e la bimba non sapeva che un angelo
aveva assistito alla sua disperazione. Quando abbass gli occhi si accorse che
le sue lacrime erano diventate delle bellissime rose di un colore rosa pallido.
Felice, si alz, le raccolse e part subito verso la citt.
Regal il mazzo di rose a Maria come dono per il figlio appena nato.
Da allora, ogni anno nel mese di dicembre fiorisce questo tipo di rosa per
ricordare al mondo intero del semplice regalo fatto con amore dalla giovane
figlia del pastore.

Leggende di Natale in FRANCIA

In Francia i bambini dispongono le loro scarpe ordinatamente, poich Ges


Bambino passer la notte del 24 a riporre i suoi doni dentro di esse.
Addobber anche l'albero con frutta e dolci.
E' tradizione accendere un ceppo di legna per scaldare il Bambino che gira
nella notte fredda. Da questa usanza, deriva anche uno dei dolci natalizi pi

diffusi, ovvero la bche de Nol.


Il presepio in Francia molto curato; sono particolarmente famosi i presepi
della Provenza, composti da statuine d'argilla vestite con costumi realizzati a
mano, molto precisi nei dettagli e realistici, chiamati Santons. A questo sito
potete vederne degli esempi: www.santonsmarcelcarbonel.com

Leggende di Natale in POLONIA

In Polonia, la vigilia di Natale chiamata Festa della Stella, e la tradizione


vuole che, sino a quando non compare in cielo la prima stella, non si debba
iniziare la cena. Le famiglie polacche celebrano il Natale con un pasto di 12
portate.
Si lascia sempre un po' di spazio in tavola, in caso arrivi un ospite inatteso. In
molte case ancora oggi si mettono dei covoni di grano nei quattro angoli di
una stanza, in memoria della stalla dove nacque Ges Bambino.

Leggende di Natale in SPAGNA

In Spagna il giorno pi festeggiato nel periodo natalizio il 28 dicembre,


giorno in cui arrivano i los Reyes, i Re Magi. A cavallo o su carri sfilano per le
citt e distribuiscono dolci e caramelle. La figura di Babbo Natale meno
sentita.
Nei presepi spagnoli alle classiche statuine si affiancano quelle di Tio, un
tronchetto d'albero che, se scosso, sprigiona dolcetti e quella di Caganer, un
porta fortuna natalizio.

Leggende di Natale in GERMANIA

In Germania i festeggiamenti di Natale iniziano presto, ovvero l'11 novembre,


giorno di San Martino. E' tradizione costruire per quel giorno delle lanterne,
che i bambini porteranno in processione, oppure verranno messe nei cimiteri,
e che servono ad illuminare la strada al santo.
Durante il periodo dell'Avvento i bambini hanno nelle loro camerette dei
calendari con 24 finestrelle. Ogni giorno aprono una finestrella e promettono
di compiere una buona azione nella giornata.
Il 6 dicembre poi arriva San Nicola a portare dolci, cioccolato e dolci speziati
come i Lebkuchen o i Christollen.
La notte del 24 infine arriva Ges Bambino (o Babbo Natale) a portare i tanto
attesi doni. Le case sono addobbate a festa con ghirlande e candele,
usanza fare pasti ricchi e bere vino speziato.
A Rothenburg ob der Tauber, un piccolo paesino tedesco c' un museo
dedicato al Natale, molto caratteristico e curato, che sta aperto tutto l'anno.
Questo il sito ufficiale: www.weihnachtsdorf.de

Leggende di Natale in INGHILTERRRA

In Inghilterra l'albero di Natale la fa da padrone tra le varie decorazioni,


anche a Londra tradizione addobbare un altissimo albero allestito all'aperto
con luci, nastri e ghirlande.
La notte del 24 Babbo Natale porta i doni ai bambini, lasciandoli in un grosso

sacco sotto l'albero. I bimbi, per ringraziarlo, lasciano sul tavolo della cucina
un bicchiere di latte e un pezzo di dolce per lui e una carota per la sua renna
e la mattina del 25 aprono i doni. Proprio quel giorno l'atmosfera festosa ed
usanza riunirsi con le persone care e cucinare un buon pranzo con dolci
tipici quale per esempio il Christmas Pudding.
Sono usati per i festeggiamenti anche fuochi d'artificio o mortaretti.

Leggende di Natale in FINLANDIA

In Finlandia, oltre al classico albero di Natale, viene preparato all'esterno delle


case un secondo alberello per gli uccellini. Si tratta, infatti, di un covone di
grano legato ad un palo e addobbato con semi appetitosi. Anche in altri paesi
c' questo simpatico pensiero verso i piccoli volatili che riempiono con il loro
cinguetto le ore della giornata; ad esempio in Germania, soprattutto nel sud,
la gente sparge dei grano sul tetto delle case affinch anche gli uccellini
possano far festa il giorno di Natale.

Leggende di Natale in GRECIA

In Grecia la vigilia di Natale viene vissuta tra canti e musiche di tamburelli e


triangoli. Ci si scambiano doni, cos come al 25 e al 1 gennaio, i quali
vengono anche portati come omaggio alle persone pi povere.
Tutti insieme si mangiano fichi secchi, dolci, noci e il Chrisopsomo, un tipico
pane speziato greco.
I sacerdoti sono soliti passare di casa in casa per la benedizione delle dimore.

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