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Nuovo raccolto:
buone qualit e
conservazione
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sizionandosi al secondo posto, seguita da William B.C. stabile al 13%. In questo periodo si
rafforzata anche Rocha, dal 5 al 7%, mentre
appaiono in calo Blanquilla e Decana.
In questa stagione, la produzione vede una crescita delle variet Abate e Rocha, a fronte di
una certa stabilit di Conference e di un calo
per William B.C., Kaiser e Blanquilla.
Tra i principali produttori comunitari, esclusa
lItalia che si colloca al primo posto, flettono in
modo significativo Spagna e Francia a vantaggio
di Belgio, Olanda e Portogallo. In particolare Belgio e Olanda da quantitativi che nei primi anni
Duemila si aggiravano al di sotto delle 200mila
tonnellate, oggi sono passati alle 350mila.
ELISA MACCHI
TOMAS BOSI
Centro servizi
ortofrutticoli ,
Ferrara
Lo scenario italiano
La produzione di pere in Italia fino a qualche anno fa oscillava mediamente attorno alle
850mila tonnellate annue. Recentemente lofferta nazionale ha subito notevoli variazioni,
soprattutto a causa delle rese unitarie soggette
a forti sbalzi da un anno allaltro. Il potenziale massimo sembra comunque in diminuzione
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Grafico 1 - Trend
della produzione
italiana di pere
dal 2000
(Fonte Cso)
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rappresenta lunica vera novit nel panorama varietale degli ultimi anni, andando a sostituire le
cultivar tradizionali nella fase pi precoce della
raccolta ed anticipando Santa Maria tra il raggruppamento delle estive.
Lanno in corso caratterizzato da un livello
produttivo non eccedentario, non troppo dissimile da quello dellanno precedente e di poco
superiore al deficitario 2010 e 2012. Tutte le
principali variet evidenziano flessioni, talvolta
pesanti rispetto al 2013, in primis le pere estive,
la Decana e la Kaiser. In contrazione, soprattutto per leffetto degli abbattimenti che ne stanno
via via erodendo il potenziale, lofferta di Conference. William denotava unofferta non significativamente diversa come volume dallo scorso
anno. In controtendenza la cultivar Abate Fetel,
in incremento rispetto al 2013.
Nel 2014 la produzione in Emilia-Romagna,
con poco meno 500mila tonnellate, scende di
alcuni punti percentuali sia rispetto alla produzione dello scorso anno che allofferta media
2009-2012. Il prodotto raccolto nel 2014 in
Italia si distingue per buone caratteristiche qualitative e di conservazione. In particolare per
le cultivar a maturazione autunno-invernale,
grazie allandamento climatico, da rimarcare
uno sviluppo pi che soddisfacente del calibro
e della pezzatura in genere.
Grafico 2
Evoluzione
del panorama
varietale di
pere in Italia
(rappresentativit
in %)
(Fonte Cso)
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appaiono evidenti alcune problematiche. Sulla
base dei dati GFK-Eurisko sugli acquisti al dettaglio delle famiglie italiane, si conferma infatti
una riduzione del consumo di pere, una delle specie frutticole maggiormente colpite dalla
crisi dei consumi.
Da circa 460mila tonnellate acquistate agli
inizi del Duemila, si arrivati recentemente a
350mila tonnellate (-23%). Nel 2013 il volume sceso ulteriormente di 10 punti percentuali rispetto ai dati gi bassi del 2012. Unica
nota positiva viene dal 2014, in cui sulla base
dei dati disponibili si rileva una variazione positiva dei volumi, pari al +1% sullo stesso periodo 2013. Si tratta di una variazione molto
contenuta, che non cambia la situazione, ma
comunque un segnale positivo rispetto ai trend
evidenziati fino a questo momento.
Le pere, nonostante ci, sono la quarta specie
frutticola acquistata dopo mele, arance e banane, con un indice di penetrazione che, nonostante tutto, si mantenuto al di sopra del
90%. Le famiglie italiane quindi non hanno
diminuito linteresse verso questa specie, bens
ne comprano minor quantit durante lanno.
Lacquisto medio annuo sceso infatti da circa
21 kg a 12/13 kg per famiglia.
Daltro canto, i quantitativi importati appaiono anchessi in lieve contrazione, inferiori alle
100mila tonnellate nellultimo biennio. Prevalentemente entrano, in controstagione, le pere
dallArgentina e dal Cile, mentre nel periodo
estivo la merce in arrivo dalla Spagna. Emerge quindi sempre pi la necessit di sviluppare
maggiormente le spedizioni di pere italiane oltre i nostri confini.
Cresce lexport
I quantitativi destinati allexport variano a seconda del livello produttivo nazionale e, nelle
ultime stagioni, sono stati di poco al di sotto
delle 150mila tonnellate annue. Ma bene sottolineare che la quota destinata allesportazione
risulta in aumento, da circa il 16% allinizio degli anni Duemila, a oltre il 20% di oggi.
La maggior parte dellexport di pere indirizzato verso i vicini Paesi dellUnione europea,
anche se questa quota oggi si colloca intorno
all87% mentre allinizio degli anni Duemila si attestava al 95%, a riprova di una maggiore diversificazione delle destinazioni. Nei
mercati pi tradizionali, quali Germania (per
circa 60mila tonnellate), Austria, Regno Unito e Romania, il volume spedito sembra essere
pressoch stabile mentre scende leggermente la
movimentazione verso la Francia (che rimane
la seconda destinazione per le pere italiane con
poco meno di 20mila tonnellate).
Contemporaneamente continua ad aumentare
il quantitativo di merce indirizzata verso i Paesi
del continente africano, dove nel 2013/14, si
sono superate per la prima volta le 11mila tonnellate (l8% nellultimo anno). Questo incremento legato quasi esclusivamente allespansione del mercato in Libia.
In controtendenza appare il complesso dei Paesi europei extra-Ue: la rappresentativit di questa zona scesa al 5% del totale in questultima
stagione. La diminuzione imputabile al minore assorbimento del mercato russo, che nel
2013/14 ha costituito il 2% dellexport italiano
totale di pere. Nel precedente biennio le movi-
Grafico 3 - Quota
della produzione
italiana di pere
destinata ai
mercati esteri (%)
(Fonte Cso-Istat)
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La concorrenza in Europa
Belgio, Olanda e Portogallo sono i tre Paesi che
vedono crescere lofferta di pere e denotano anche una forte propensione allesportazione di
questi frutti: pertanto sui mercati esteri appare
sempre di pi la pressione esercitata dai nostri
principali concorrenti europei.
In molti casi ci si trova a concorrere sugli stessi Paesi, perch le destinazioni non sono cos
diverse. La Germania la prima destinazione
delle pere olandesi, oltre che di quelle italiane;
il Regno Unito penetrato da Olanda, Belgio
e Portogallo, ma perde quote lItalia; la Francia un importante mercato per tutti i paesi
esportatori e non dimentichiamo la Russia, che
fino allanno scorso rappresentava la seconda
destinazione per lOlanda e la prima per il Belgio. Per la stagione commerciale 2014/15 una
nuova variabile, rappresentata dallembargo
emanato dalla Russia sui prodotti ortofrutticoli comunitari, far sentire i propri effetti anche
sul prodotto pera.
Se il mercato interno in sofferenza, sui
mercati tradizionali che bisogna combattere
la concorrenza con altri Paesi. Diventa dunque assolutamente necessario differenziare e
ricercare la migliore collocazione possibile del
prodotto. Sul piano commerciale non basta pi
rivolgersi al mercato interno e alla vicina Germania. In futuro anche per le pere
lexport dovr essere pi dinamico.
Per lItalia gi dalla passata stagione
stata aperta la possibilit di esportare sul mercato statunitense, ma le
potenzialit saranno da ricercare nel
medio-lungo periodo. Altri concorrenti europei come ad esempio il
Portogallo, con la pera Rocha, destinano gi oggi una quota rilevante
della loro disponibilit oltre che sul
mercato europeo, anche su piazze
lontane, nella fattispecie in Brasile.
La Spagna, da alcuni anni a questa parte, sta sviluppando maggiori
movimentazioni di prodotto verso
il Medio Oriente (Arabia Saudita
ed Emirati Arabi). Esistono ancora
svariate destinazioni non accessibili alle nostre produzioni a causa di barriere di tipo fitosanitario,
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che spesso rappresentano misure di protezionismo. Opportunit potrebbero aprirsi verso Paesi
dellEstremo Oriente, dove per citare un caso,
le frontiere sono state aperte alle pere belghe in
Cina. Per raggiungere questi obiettivi c bisogno
di maggiore aggregazione della produzione per
sostenere con compattezza azioni comuni e cercare insieme una soluzioni per rilanciare il mercato interno.
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mentazioni verso la Russia erano quasi il doppio rispetto al 2013/14. I volumi destinati alla
Svizzera si mantengono pressoch costanti.
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Pi programmazione
e cultura di prodotto
A cura della
redazione
Oi Pera
Il presidente
della Oi Pera,
Gianni Amidei
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filiera di determinante importanza per lo sviluppo delle relazioni tra le diverse componenti.
LOi uno strumento fondamentale ma, naturalmente, per ottenere i risultati migliori ci vuole la volont degli individui che, in questa fase,
ritengo sia la cosa pi importante.
Quali sono le questioni pi urgenti da affrontare per garantire la competitivit di un settore cos importante per lortofrutta emilianoromagnola?
La pericoltura dellEmilia-Romagna rappresenta oggi uno dei comparti principali nella composizione della Produzione lorda vendibile ortofrutticola. La Plv delle pere, in grado di sfiorare i
500 milioni di euro, rappresenta mediamente il
14% di quella frutticola ed quindi importante
difenderne la competitivit.
fondamentale la programmazione del mercato
in funzione della domanda e, sempre in unottica commerciale, linnalzamento dei parametri
qualitativi dei frutti attraverso la proposta di un
prodotto pronto al consumo.
La pera, com noto un frutto molto difficile
da gestire in post raccolta e soprattutto in fase di
CAMPAGNA 2014:
CRESCE LOTTIMISMO
I dati sulle giacenze di Abate al 31 ottobre
evidenziano un -7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a dimostrazione di
una domanda molto vivace da parte del
mercato interno ed estero. Da inizio campagna alla fine di ottobre stato venduto il 32%
delle Abate, contro il 14% del 2013. La forte
domanda di prodotto, che riguarda tutto il
comparto delle pere, ha determinato una
crescita delle quotazioni, attese ancora in
aumento. E quanto emerso dal Comitato di coordinamento dellOi Pera riunitosi lo
scorso 11 novembre a Ferrara.
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anni ha visto incrementare le sue quote e ampliare i mercati di sbocco in Europa dove non
si guarda pi solo alle mete tradizionali, come
la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, la
Svizzera e i Paesi scandinavi ma si ampliano gli
sbocchi commerciali nellEst europeo e, prima
dellembargo, verso la Russia.
Oggi tuttavia si stanno cercando importanti
piazze commerciali anche nei Paesi arabi, Nord
Africa e in Asia.
Il mercato degli Stati Uniti stato avviato da
poco e si sta cercando di proporre lAbate Fetel
che non conosciuta. Lapertura dei mercati
oggi uno dei fattori determinanti per mantenere
la competitivit e dobbiamo compiere tutti gli
sforzi possibili anche a livello diplomatico per
agevolare questi sbocchi.
Misurazione
del calibro delle pere
Superate le verifiche da parte della Commissione europea, LOi Pera stata riconosciuta dalla Regione EmiliaRomagna ai sensi del nuovo Regolamento Ue 1308/2013
e iscritta nellelenco regionale previsto dalla Legge regionale 24/2000. Lassociazione ha carattere interregionale
e agisce in Emilia-Romagna e Veneto. Rappresenta una
superficie coltivata a pera di 10.400 ettari, corrispondente
a una produzione media di 255mila tonnellate di prodotto, equivalente al 39% della produzione nazionale.
LOi Pera associa tutte le fasi della filiera: 14 organizzazioni di produttori e le organizzazioni professionali agricole
dellEmilia-Romagna, che rappresentano gli agricoltori
non organizzati in Op, le industrie di trasformazione, sia
private che cooperative, le principali strutture di commercio allingrosso delle pere da consumo fresco, e la catena di distribuzione Conad presente in Italia con numerosi
punti vendita, soprattutto nella circoscrizione economica
dellEmilia-Romagna e del Veneto. Aderiscono come soci
consultivi il Consorzio della Pera dellEmilia-Romagna Igt, il
Centro Ricerche per le Produzioni Vegetali e la Fondazio-
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Come funziona
lOrganizzazione
interprofessionale
ne per lAgricoltura Fratelli Navarra. Opera anche come
Comitato di prodotto dellOi nazionale Ortofrutta Italia.
Le Organizzazioni interprofessionali sono previste nella riforma della Pac, insieme alle Organizzazioni professionali
e alle loro associazioni, come strumenti organizzativi per
migliorare le relazioni allinterno della filiera e rafforzare
il ruolo della parte agricola. Le principali finalit previste
dalla norma comunitaria sono: migliorare la conoscenza
e la trasparenza del comparto (rilevazione prezzi, costi e
volumi di produzione); programmare il potenziale produttivo; esplorare nuovi mercati; redigere contratti tipo; sviluppare innovazione di prodotto e di processo per orientare la produzione ai fabbisogni del mercato, ai gusti e
alle tendenze dei consumatori; operare sul miglioramento
qualitativo dei prodotti e sulla loro sostenibilit; migliorare
il coordinamento dellimmissione sul mercato (logistica e
programmazione); contribuire alla gestione sostenibile dei
sottoprodotti; incoraggiare il consumo sano e responsabile promuovendo la conoscenza dei prodotti.
(R. C.)
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DANIELE MISSERE
Crpv, Cesena
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Il laboratorio NSure
NSure un laboratorio ad alta tecnologia nato nel
2006 come spin-off dellUniversit di Wageningen
in Olanda. Sviluppa test basati su una nuova forma
di diagnostica molecolare che sfrutta lidentificazione dei geni coinvolti in un processo metabolico.
Il principio alla base che tutti i processi biologici
in un organismo vivente (tra cui la maturazione
e la predisposizione alle malattie) sono controllati
dai geni.
Nello specifico sipotizza che Alfa-farnesene synthase 1 (Afs1) sia il gene che codifica la proteina
responsabile per lultimo passaggio metabolico che
porta alla produzione di alfa-farnesene. NSure ha
trovato un gene simile in pere Abate Fetel e ne ha
studiata lespressione in diversi campioni provenienti da tre frutteti con diverso livello di riscaldo:
basso, medio ed elevato.
In pratica lanalisi di espressione genica (tramite
la diagnostica molecolare) permette di misurare
le variazioni che non possono essere valutate con
altri mezzi, consentendo di selezionare partite di
frutti che sembrano uguali dallesterno, ma che
si differenziano per il rischio dinsorgenza del riscaldo superficiale. Nel biennio 2012/13 NSure,
in collaborazione con Agrintesa, Apofruit, Cipof, Fruit Modena Group, Patfrut e Terremerse, ha portato avanti unindagine inedita nel suo
genere. Per due anni sono stati monitorati oltre
venti appezzamenti distribuiti in cinque province (Ferrara, Modena, Bologna, Ravenna e Reggio Emilia) compiendo cinque raccolte a scadenza settimanale, per un totale di 5 tonnellate di
frutti analizzati singolarmente.
Questa collaborazione ha permesso di realizzare
uno studio approfondito sulla fisiologia del riscaldo superficiale, analizzando linfluenza di parametri come tipo e densit dimpianto, zona produttiva (caratteristiche pedologiche e climatiche),
conduzione agronomica e tipologia di stoccaggio
(RN e AC) sulla manifestazione della fisiopatia.
Le ricerche hanno evidenziato che nessuno di questi parametri, fino adesso considerati come fattori
a rischio di sviluppo di riscaldo, ha mostrato una
chiara relazione; quindi nessuna zona produttiva
pi a rischio (essendo tutte ugualmente esposte) e
c scarsa differenza fra le due tipologie di stoccaggio nel controllo del problema.
Incidenza
del riscaldo e altri
parametri fisiologici
in partite di Pere
Abate provenienti
da tre frutteti nelle
province di Ferrara,
Modena e Bologna.
Pere colpite da
riscaldo superficiale
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