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speciale pera

a cura di olga cavina

Nuovo raccolto:

buone qualit e
conservazione

Fotolia

Nel 2014 calano i volumi, ma lItalia


resta il primo produttore in Europa.
Il 65% delle superfici in EmiliaRomagna. Le variet pi richieste.
Cresce lexport

on circa 3 milioni 100mila tonnellate


il 50% della produzione mondiale
lEuropa la pi importante area al
mondo di produzione di pere, seconda solo alla Cina, e lItalia guida la classifica con
un primo posto consolidato.
NellUnione europea lofferta di pere ha mostrato una sostanziale stabilit fino a qualche
anno fa, con quantitativi intorno a 2 milioni
500mila tonnellate.
Attualmente lofferta media su livelli un po
pi bassi, attorno a 2 milioni 300mila tonnellate. In particolare nel 2014, sulla base delle
previsioni effettuate ad inizio agosto, con circa
2 milioni 300mila tonnellate si registrato un
calo del 2% rispetto allanno precedente, pari a
un -4% rispetto alla media 2009-2012.
Sempre nellambito Ue, pur sottolineando che
le pere non sono una specie che ha visto forti
evoluzioni varietali, nel passaggio dal Duemila
a oggi alcune variet vedono rafforzare il proprio peso, a fronte di cali di altre cultivar. La
pera Conference, ad esempio, la prima variet
coltivata, con una rappresentativit passata dal
24% al 37%; lAbate salita dal 10 al 14% po-

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sizionandosi al secondo posto, seguita da William B.C. stabile al 13%. In questo periodo si
rafforzata anche Rocha, dal 5 al 7%, mentre
appaiono in calo Blanquilla e Decana.
In questa stagione, la produzione vede una crescita delle variet Abate e Rocha, a fronte di
una certa stabilit di Conference e di un calo
per William B.C., Kaiser e Blanquilla.
Tra i principali produttori comunitari, esclusa
lItalia che si colloca al primo posto, flettono in
modo significativo Spagna e Francia a vantaggio
di Belgio, Olanda e Portogallo. In particolare Belgio e Olanda da quantitativi che nei primi anni
Duemila si aggiravano al di sotto delle 200mila
tonnellate, oggi sono passati alle 350mila.

ELISA MACCHI
TOMAS BOSI
Centro servizi
ortofrutticoli ,
Ferrara

Lo scenario italiano
La produzione di pere in Italia fino a qualche anno fa oscillava mediamente attorno alle
850mila tonnellate annue. Recentemente lofferta nazionale ha subito notevoli variazioni,
soprattutto a causa delle rese unitarie soggette
a forti sbalzi da un anno allaltro. Il potenziale massimo sembra comunque in diminuzione
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speciale pera
Grafico 1 - Trend
della produzione
italiana di pere
dal 2000
(Fonte Cso)

soprattutto in Emilia-Romagna, con quantitativi attorno alle 600mila tonnellate, se si


escludono le annate con limitate rese medie per
ettaro. Le province pi coinvolte sono Ferrara,
Modena, Bologna e Ravenna. Se si aggiungono
le vicine Rovigo, Verona e Mantova si ottiene
la maggiore area di coltivazione in Europa. In
termini di superfici il complesso delle regioni
italiane conta recentemente circa 34mila ettari
a pero, di cui ben oltre 21mila (quasi il 65%)
in Emilia-Romagna. Seguono per importanza il
Veneto con oltre 3.300 ettari e, sempre al Nord,

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negli ultimi anni, non pi in grado di superare


le 900mila tonnellate come qualche tempo fa,
indipendentemente dalle oscillazioni di resa.
Dal 2008 in avanti la produzione media annuale si attestata su circa 760mila tonnellate.
Anche per la campagna 2014 le previsioni evidenziavano un livello quantitativo nettamente
inferiore al potenziale produttivo, pari a poco
oltre le 700mila tonnellate, ossia il 3% in meno
rispetto al risultato raggiunto nel 2013, su valori inferiori alla recente media produttiva.
La produzione di pere in Italia concentrata

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Lombardia e Piemonte. La pericoltura al Sud,


rivolta prevalentemente su cultivar a maturazione estiva, denota unestensione decisamente
pi contenuta (moderatamente rilevante nelle
regioni Campania e Sicilia) ed evidenzia un
trend in lenta riduzione in termini di investimenti. Anche nelle regioni del nord Italia, dopo
anni in cui gli investimenti risultavano stabili o
in alcuni casi in leggero incremento, la recente
evoluzione sembra mostrare un segno negativo,
in particolare nellultimo biennio.

Abate in vetta, in crescita


William e Carmen
La tendenza in atto vede la pericoltura concentrarsi su poche variet di pregio, in particolare
su Abate Fetel, che allinizio degli anni Duemila
non arrivava al 30% dellofferta nazionale mentre oggi supera il 40% del totale. Seguono William, al 22%, sostanzialmente stabile, Conference, che dal 16% scende all11%. Questi ultimi
dati riflettono naturalmente la situazione regionale: in Emilia-Romagna, lAbate recentemente
arrivata al 51% del totale, William si conferma
al secondo posto con il 18%, Conference scende al 10%, Kaiser si mantiene sul 7% e Decana
flette al 4%. Max Red Bartlett, Santa Maria e
Carmen detengono attualmente una rappresentativit del 2-3% ciascuna. I nuovi investimenti
messi a dimora nellultimo biennio vedono concentrate le preferenze dei produttori, nella maggioranza dei casi, in sole tre tipologie varietali:
Abate per il 55% della superficie nuova investita,
William nel 17% e Carmen 13%. Questultima
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rappresenta lunica vera novit nel panorama varietale degli ultimi anni, andando a sostituire le
cultivar tradizionali nella fase pi precoce della
raccolta ed anticipando Santa Maria tra il raggruppamento delle estive.
Lanno in corso caratterizzato da un livello
produttivo non eccedentario, non troppo dissimile da quello dellanno precedente e di poco
superiore al deficitario 2010 e 2012. Tutte le
principali variet evidenziano flessioni, talvolta
pesanti rispetto al 2013, in primis le pere estive,
la Decana e la Kaiser. In contrazione, soprattutto per leffetto degli abbattimenti che ne stanno
via via erodendo il potenziale, lofferta di Conference. William denotava unofferta non significativamente diversa come volume dallo scorso
anno. In controtendenza la cultivar Abate Fetel,
in incremento rispetto al 2013.
Nel 2014 la produzione in Emilia-Romagna,
con poco meno 500mila tonnellate, scende di
alcuni punti percentuali sia rispetto alla produzione dello scorso anno che allofferta media
2009-2012. Il prodotto raccolto nel 2014 in
Italia si distingue per buone caratteristiche qualitative e di conservazione. In particolare per
le cultivar a maturazione autunno-invernale,
grazie allandamento climatico, da rimarcare
uno sviluppo pi che soddisfacente del calibro
e della pezzatura in genere.

Grafico 2
Evoluzione
del panorama
varietale di
pere in Italia
(rappresentativit
in %)
(Fonte Cso)

Leggera ripresa dei consumi interni


Per quanto riguarda la commercializzazione,
questa specie frutticola storicamente rivolta
verso il mercato nazionale, ma da diversi anni
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speciale pera
appaiono evidenti alcune problematiche. Sulla
base dei dati GFK-Eurisko sugli acquisti al dettaglio delle famiglie italiane, si conferma infatti
una riduzione del consumo di pere, una delle specie frutticole maggiormente colpite dalla
crisi dei consumi.
Da circa 460mila tonnellate acquistate agli
inizi del Duemila, si arrivati recentemente a
350mila tonnellate (-23%). Nel 2013 il volume sceso ulteriormente di 10 punti percentuali rispetto ai dati gi bassi del 2012. Unica
nota positiva viene dal 2014, in cui sulla base
dei dati disponibili si rileva una variazione positiva dei volumi, pari al +1% sullo stesso periodo 2013. Si tratta di una variazione molto
contenuta, che non cambia la situazione, ma
comunque un segnale positivo rispetto ai trend
evidenziati fino a questo momento.
Le pere, nonostante ci, sono la quarta specie
frutticola acquistata dopo mele, arance e banane, con un indice di penetrazione che, nonostante tutto, si mantenuto al di sopra del
90%. Le famiglie italiane quindi non hanno
diminuito linteresse verso questa specie, bens
ne comprano minor quantit durante lanno.
Lacquisto medio annuo sceso infatti da circa
21 kg a 12/13 kg per famiglia.
Daltro canto, i quantitativi importati appaiono anchessi in lieve contrazione, inferiori alle
100mila tonnellate nellultimo biennio. Prevalentemente entrano, in controstagione, le pere
dallArgentina e dal Cile, mentre nel periodo
estivo la merce in arrivo dalla Spagna. Emerge quindi sempre pi la necessit di sviluppare
maggiormente le spedizioni di pere italiane oltre i nostri confini.

Cresce lexport
I quantitativi destinati allexport variano a seconda del livello produttivo nazionale e, nelle
ultime stagioni, sono stati di poco al di sotto
delle 150mila tonnellate annue. Ma bene sottolineare che la quota destinata allesportazione
risulta in aumento, da circa il 16% allinizio degli anni Duemila, a oltre il 20% di oggi.
La maggior parte dellexport di pere indirizzato verso i vicini Paesi dellUnione europea,
anche se questa quota oggi si colloca intorno
all87% mentre allinizio degli anni Duemila si attestava al 95%, a riprova di una maggiore diversificazione delle destinazioni. Nei
mercati pi tradizionali, quali Germania (per
circa 60mila tonnellate), Austria, Regno Unito e Romania, il volume spedito sembra essere
pressoch stabile mentre scende leggermente la
movimentazione verso la Francia (che rimane
la seconda destinazione per le pere italiane con
poco meno di 20mila tonnellate).
Contemporaneamente continua ad aumentare
il quantitativo di merce indirizzata verso i Paesi
del continente africano, dove nel 2013/14, si
sono superate per la prima volta le 11mila tonnellate (l8% nellultimo anno). Questo incremento legato quasi esclusivamente allespansione del mercato in Libia.
In controtendenza appare il complesso dei Paesi europei extra-Ue: la rappresentativit di questa zona scesa al 5% del totale in questultima
stagione. La diminuzione imputabile al minore assorbimento del mercato russo, che nel
2013/14 ha costituito il 2% dellexport italiano
totale di pere. Nel precedente biennio le movi-

Grafico 3 - Quota
della produzione
italiana di pere
destinata ai
mercati esteri (%)
(Fonte Cso-Istat)

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La concorrenza in Europa
Belgio, Olanda e Portogallo sono i tre Paesi che
vedono crescere lofferta di pere e denotano anche una forte propensione allesportazione di
questi frutti: pertanto sui mercati esteri appare
sempre di pi la pressione esercitata dai nostri
principali concorrenti europei.
In molti casi ci si trova a concorrere sugli stessi Paesi, perch le destinazioni non sono cos
diverse. La Germania la prima destinazione
delle pere olandesi, oltre che di quelle italiane;
il Regno Unito penetrato da Olanda, Belgio
e Portogallo, ma perde quote lItalia; la Francia un importante mercato per tutti i paesi
esportatori e non dimentichiamo la Russia, che
fino allanno scorso rappresentava la seconda
destinazione per lOlanda e la prima per il Belgio. Per la stagione commerciale 2014/15 una
nuova variabile, rappresentata dallembargo
emanato dalla Russia sui prodotti ortofrutticoli comunitari, far sentire i propri effetti anche
sul prodotto pera.
Se il mercato interno in sofferenza, sui
mercati tradizionali che bisogna combattere
la concorrenza con altri Paesi. Diventa dunque assolutamente necessario differenziare e
ricercare la migliore collocazione possibile del
prodotto. Sul piano commerciale non basta pi
rivolgersi al mercato interno e alla vicina Germania. In futuro anche per le pere
lexport dovr essere pi dinamico.
Per lItalia gi dalla passata stagione
stata aperta la possibilit di esportare sul mercato statunitense, ma le
potenzialit saranno da ricercare nel
medio-lungo periodo. Altri concorrenti europei come ad esempio il
Portogallo, con la pera Rocha, destinano gi oggi una quota rilevante
della loro disponibilit oltre che sul
mercato europeo, anche su piazze
lontane, nella fattispecie in Brasile.
La Spagna, da alcuni anni a questa parte, sta sviluppando maggiori
movimentazioni di prodotto verso
il Medio Oriente (Arabia Saudita
ed Emirati Arabi). Esistono ancora
svariate destinazioni non accessibili alle nostre produzioni a causa di barriere di tipo fitosanitario,
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La regina delle pere italiane


ad Eataly New York
Quattro ricette, tutte dedicate allAbate Fetel dellEmilia-Romagna, sono state presentate a New York il 13 novembre nella cucina-scuola di Eataly, il marchio italiano del cibo di qualit.
Realizzate dalla chef del gruppo Nicoletta Grippo hanno anticipato a un pubblico di giornalisti e opinion leader i nuovi arrivi di questa variet praticamente sconosciuta oltreoceano.
Levento, promosso dallOrganizzazione interprofessionale Pera,
ha consentito ai partecipanti di approfondire la conoscenza del
prodotto e delle sue caratteristiche gustative e sensoriali. A raccontare le qualit del frutto e la sua unicit territoriale, Piergiorgio Lenzarini, presidente del Consorzio Pera Igp. Secondo Gianni
Amidei, presidente dellO.i. Pera liniziativa rientra nelle tante
potenzialit che un organismo interprofessionale pu esprimere.
In particolare in una fase
come quella attuale
determinante realizzare
attivit in grado di far
conoscere il prodotto sui
nuovi mercati.

che spesso rappresentano misure di protezionismo. Opportunit potrebbero aprirsi verso Paesi
dellEstremo Oriente, dove per citare un caso,
le frontiere sono state aperte alle pere belghe in
Cina. Per raggiungere questi obiettivi c bisogno
di maggiore aggregazione della produzione per
sostenere con compattezza azioni comuni e cercare insieme una soluzioni per rilanciare il mercato interno.

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mentazioni verso la Russia erano quasi il doppio rispetto al 2013/14. I volumi destinati alla
Svizzera si mantengono pressoch costanti.

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speciale pera

Pi programmazione

e cultura di prodotto

Una filiera pi forte, i nuovi mercati, la promozione


dei consumi. Intervista a Gianni Amidei, presidente
dellorganismo interprofessionale

A cura della
redazione

Oi Pera

Il presidente
della Oi Pera,
Gianni Amidei

allinizio di questanno operativa


la nuova Oi Pera, che riunisce produttori, industrie di trasformazione
e commercializzazione. Indubbiamente un passo importante verso unagricoltura
pi forte e organizzata.
Presidente Amidei possibile fare un primo
bilancio?
Dal 2012, anno di nascita del progetto realizzato grazie alla volont dei principali attori della
filiera e al determinante contributo della Regione Emilia-Romagna, siamo arrivati a ottenere
a marzo 2014 il riconoscimento dellUnione
europea e contemporaneamente siamo stati riconosciuti da Ortofrutta Italia (Oi nazionale)
come Comitato di Prodotto.
Il percorso si avviato e i primi risultati cominciano ad individuarsi soprattutto in termini di
sinergia e condivisione dintenti.
Abbiamo, per esempio, sancito nellagosto 2014
lesclusione dal mercato delle pere di calibro inferiore ai 60 mm con lintento di vivacizzare il
mercato e qualche risultato c stato. chiaro che
le Organizzazioni interprofessionali non possono
commercializzare, ma possono assumere decisioni
finalizzate al sostegno del mercato
e questo un ruolo determinante.
Il provvedimento preso ha questo
obiettivo e soprattutto mette in evidenza le grandi potenzialit offerte dallOi, tra cui in particolare la
promozione dei consumi in Italia e
allestero, favorendo la conoscenza
del prodotto pera anche presso target di consumatori normalmente
meno attenti.
La nascita dellInterprofessione
come pu contribuire a migliorare i rapporti nella filiera?
Il fatto stesso che ci sia uno strumento in grado di favorire il confronto, il coordinamento, la cooperazione tra i principali attori della

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filiera di determinante importanza per lo sviluppo delle relazioni tra le diverse componenti.
LOi uno strumento fondamentale ma, naturalmente, per ottenere i risultati migliori ci vuole la volont degli individui che, in questa fase,
ritengo sia la cosa pi importante.
Quali sono le questioni pi urgenti da affrontare per garantire la competitivit di un settore cos importante per lortofrutta emilianoromagnola?
La pericoltura dellEmilia-Romagna rappresenta oggi uno dei comparti principali nella composizione della Produzione lorda vendibile ortofrutticola. La Plv delle pere, in grado di sfiorare i
500 milioni di euro, rappresenta mediamente il
14% di quella frutticola ed quindi importante
difenderne la competitivit.
fondamentale la programmazione del mercato
in funzione della domanda e, sempre in unottica commerciale, linnalzamento dei parametri
qualitativi dei frutti attraverso la proposta di un
prodotto pronto al consumo.
La pera, com noto un frutto molto difficile
da gestire in post raccolta e soprattutto in fase di

CAMPAGNA 2014:
CRESCE LOTTIMISMO
I dati sulle giacenze di Abate al 31 ottobre
evidenziano un -7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a dimostrazione di
una domanda molto vivace da parte del
mercato interno ed estero. Da inizio campagna alla fine di ottobre stato venduto il 32%
delle Abate, contro il 14% del 2013. La forte
domanda di prodotto, che riguarda tutto il
comparto delle pere, ha determinato una
crescita delle quotazioni, attese ancora in
aumento. E quanto emerso dal Comitato di coordinamento dellOi Pera riunitosi lo
scorso 11 novembre a Ferrara.

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vendita perch si segna facilmente con le manipolazioni.


Noi dobbiamo trovare un modo per riuscire a
immettere sul mercato un prodotto pi maturo
e quindi pi apprezzato dai consumatori.
Complice la crisi economica, ma non solo,
in atto un calo dei consumi interni di ortofrutta. Quali iniziative si possono adottare
per invertire la tendenza?
Si parla molto della necessit di promuovere i
consumi di frutta e verdura ed una necessit
inderogabile non solo per sostenere il settore ma
anche per tutelare la salute.
La frutta e la verdura possiedono tutte le caratteristiche per assolvere ad esigenze nutrizionali salutistiche quanto mai importanti oggi per
preservare il benessere fisico: promuovere questi
valori importante e necessario.
Sulla pera serve pi informazione e cultura di
prodotto, che renda percepibile ai consumatori
il valore di un frutto che possiede tutti i requisiti ideali per un consumo quotidiano. molto
importante lavorare sul giusto grado di maturazione del frutto e penso che lOi possa attivare
studi e azioni in questo senso.
Lexport assume una rilevanza sempre pi
strategica. Quali sono i mercati pi interessanti verso cui guardare? Lexport negli ultimi

anni ha visto incrementare le sue quote e ampliare i mercati di sbocco in Europa dove non
si guarda pi solo alle mete tradizionali, come
la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, la
Svizzera e i Paesi scandinavi ma si ampliano gli
sbocchi commerciali nellEst europeo e, prima
dellembargo, verso la Russia.
Oggi tuttavia si stanno cercando importanti
piazze commerciali anche nei Paesi arabi, Nord
Africa e in Asia.
Il mercato degli Stati Uniti stato avviato da
poco e si sta cercando di proporre lAbate Fetel
che non conosciuta. Lapertura dei mercati
oggi uno dei fattori determinanti per mantenere
la competitivit e dobbiamo compiere tutti gli
sforzi possibili anche a livello diplomatico per
agevolare questi sbocchi.

Misurazione
del calibro delle pere

Superate le verifiche da parte della Commissione europea, LOi Pera stata riconosciuta dalla Regione EmiliaRomagna ai sensi del nuovo Regolamento Ue 1308/2013
e iscritta nellelenco regionale previsto dalla Legge regionale 24/2000. Lassociazione ha carattere interregionale
e agisce in Emilia-Romagna e Veneto. Rappresenta una
superficie coltivata a pera di 10.400 ettari, corrispondente
a una produzione media di 255mila tonnellate di prodotto, equivalente al 39% della produzione nazionale.
LOi Pera associa tutte le fasi della filiera: 14 organizzazioni di produttori e le organizzazioni professionali agricole
dellEmilia-Romagna, che rappresentano gli agricoltori
non organizzati in Op, le industrie di trasformazione, sia
private che cooperative, le principali strutture di commercio allingrosso delle pere da consumo fresco, e la catena di distribuzione Conad presente in Italia con numerosi
punti vendita, soprattutto nella circoscrizione economica
dellEmilia-Romagna e del Veneto. Aderiscono come soci
consultivi il Consorzio della Pera dellEmilia-Romagna Igt, il
Centro Ricerche per le Produzioni Vegetali e la Fondazio-

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Aic

Come funziona
lOrganizzazione
interprofessionale
ne per lAgricoltura Fratelli Navarra. Opera anche come
Comitato di prodotto dellOi nazionale Ortofrutta Italia.
Le Organizzazioni interprofessionali sono previste nella riforma della Pac, insieme alle Organizzazioni professionali
e alle loro associazioni, come strumenti organizzativi per
migliorare le relazioni allinterno della filiera e rafforzare
il ruolo della parte agricola. Le principali finalit previste
dalla norma comunitaria sono: migliorare la conoscenza
e la trasparenza del comparto (rilevazione prezzi, costi e
volumi di produzione); programmare il potenziale produttivo; esplorare nuovi mercati; redigere contratti tipo; sviluppare innovazione di prodotto e di processo per orientare la produzione ai fabbisogni del mercato, ai gusti e
alle tendenze dei consumatori; operare sul miglioramento
qualitativo dei prodotti e sulla loro sostenibilit; migliorare
il coordinamento dellimmissione sul mercato (logistica e
programmazione); contribuire alla gestione sostenibile dei
sottoprodotti; incoraggiare il consumo sano e responsabile promuovendo la conoscenza dei prodotti.
(R. C.)

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speciale pera

Riscaldo delle Abate Fetel,

come individuare il rischio

Dalla genetica una possibile strada alternativa alluso


dellEtossichina. A che punto sono i progetti di ricerca per
contrastare questa malattia

l riscaldo superficiale una fisiopatia da freddo


che colpisce le pere (ma anche le mele) in conservazione. In assenza di trattamenti preventivi, la malattia pu provocare scarti che sono
in grado di interessare anche il 60-70% dei frutti
di una stessa partita. Luso di sostanze antiriscaldo molto efficaci come lEtossichina ha consentito
di contenerne i danni, facendo s che il problema
non fosse percepito dalla comunit scientifica e dal
mondo produttivo come unemergenza.
La recente revoca da parte dellUe di questo prodotto ha tuttavia lasciato il settore in una situazione molto grave, che impone la ricerca di soluzioni
alternative.
Con il termine riscaldo superficiale sintende un
complesso di sintomi, a carico della buccia, rappresentato da un imbrunimento dei tessuti, seguito da necrotizzazione e collasso, con conseguente
formazione di depressioni nello stato pi avanzato
della malattia (foto a
pagina 55). In genere i
sintomi si evidenziano
dopo 2-3 mesi di conservazione a causa della
formazione di un composto detto alfa farnesene la cui successiva
ossidazione libera sostanze tossiche per le
cellule epidermiche.
Le variet Abate Fetel e
Conference sono le pi
sensibili a questa fisiopatia, mentre risultano
del tutto esenti Decana
del Comizio e Kaiser.
Oltre alla conservazione prolungata, si ipotizza che altri fattori
che predispongano alla
malattia siano: il clima
caldo e siccitoso durante le settimane che preAic

Aic

DANIELE MISSERE
Crpv, Cesena

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cedono la raccolta; la raccolta precoce; gli eccessivi


apporti di azoto al terreno; la presenza di etilene
durante la conservazione e infine lumidit relativa
elevata.

I principali risultati di Ager Pero


Recenti ricerche condotte dal Centro per la protezione e conservazione dei prodotti Ortofrutticoli
(Criof) dellUniversit di Bologna, nellambito del
progetto Ager Pero, hanno evidenziato come il
grado di maturazione alla raccolta sia importante
nellinfluenzare linsorgenza del riscaldo durante
la conservazione. In particolare, i frutti raccolti
con una durezza di circa 5,5 kg e conservati per
sette mesi presentano unincidenza della malattia
dell80%, inferiore rispetto ai frutti con una durezza di 6,6 kg.
Per cercare di contenere gli scarti, quindi importante rispettare il pi possibile la finestra di raccolta (in media circa dieci giorni) e raccogliere i frutti
con durezza di 5-5,5 kg qualora siano destinati a
una breve conservazione (fino a dicembre), mentre
per una conservazione prolungata (marzo) si possono impiegare valori di durezza della polpa compresi tra 5,5 e 6 kg.
Gli stessi studi hanno anche permesso di
mettere a punto una tecnica di conservazione prolungata basata sullimpiego dell1-Mcp
(Smartfresh), un antagonista delletilene ovvero lormone della maturazione dei frutti. In
particolare sulla cultivar Abate Fetel, portando la temperatura di conservazione da -1C a
0,5-1C, stato possibile contenere lo sviluppo
del riscaldo superficiale entro limiti accettabili
e, nello stesso tempo, superare il blocco della
maturazione che si aveva alla temperatura pi
bassa. Va evidenziato per che questa tecnica fa
s che i frutti a partire dal mese di gennaio, pur
restando sodi e con unottima consistenza, tendono a schiarire ed essere meno verdi. Fenomeno questo riscontrato soprattutto sulle partite
del secondo stacco.
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Il laboratorio NSure
NSure un laboratorio ad alta tecnologia nato nel
2006 come spin-off dellUniversit di Wageningen
in Olanda. Sviluppa test basati su una nuova forma
di diagnostica molecolare che sfrutta lidentificazione dei geni coinvolti in un processo metabolico.
Il principio alla base che tutti i processi biologici
in un organismo vivente (tra cui la maturazione
e la predisposizione alle malattie) sono controllati
dai geni.
Nello specifico sipotizza che Alfa-farnesene synthase 1 (Afs1) sia il gene che codifica la proteina
responsabile per lultimo passaggio metabolico che
porta alla produzione di alfa-farnesene. NSure ha
trovato un gene simile in pere Abate Fetel e ne ha
studiata lespressione in diversi campioni provenienti da tre frutteti con diverso livello di riscaldo:
basso, medio ed elevato.
In pratica lanalisi di espressione genica (tramite
la diagnostica molecolare) permette di misurare
le variazioni che non possono essere valutate con
altri mezzi, consentendo di selezionare partite di
frutti che sembrano uguali dallesterno, ma che
si differenziano per il rischio dinsorgenza del riscaldo superficiale. Nel biennio 2012/13 NSure,
in collaborazione con Agrintesa, Apofruit, Cipof, Fruit Modena Group, Patfrut e Terremerse, ha portato avanti unindagine inedita nel suo
genere. Per due anni sono stati monitorati oltre
venti appezzamenti distribuiti in cinque province (Ferrara, Modena, Bologna, Ravenna e Reggio Emilia) compiendo cinque raccolte a scadenza settimanale, per un totale di 5 tonnellate di
frutti analizzati singolarmente.
Questa collaborazione ha permesso di realizzare
uno studio approfondito sulla fisiologia del riscaldo superficiale, analizzando linfluenza di parametri come tipo e densit dimpianto, zona produttiva (caratteristiche pedologiche e climatiche),
conduzione agronomica e tipologia di stoccaggio
(RN e AC) sulla manifestazione della fisiopatia.
Le ricerche hanno evidenziato che nessuno di questi parametri, fino adesso considerati come fattori
a rischio di sviluppo di riscaldo, ha mostrato una
chiara relazione; quindi nessuna zona produttiva
pi a rischio (essendo tutte ugualmente esposte) e
c scarsa differenza fra le due tipologie di stoccaggio nel controllo del problema.

(su partite trattate con Smartfresh e non), grazie


al finanziamento dellOi Pera (tramite il Crpv), si
deciso di avviare, durante la campagna in corso, una nuova ricerca per monitorare landamento della fisiopatia durante lo stoccaggio; studiare
come lattivit genetica cambia nel corso della
conservazione e infine determinare come questattivit anticipi la comparsa del riscaldo superficiale
(vedi grafico in alto).
Lindagine consiste nel trattare alcune partite provenienti da tre frutteti situati in altrettante province (Ferrara, Modena e Bologna), determinando
lincidenza del riscaldo e altri parametri fisiologici
e realizzando almeno 14 set di analisi molecolari
su campioni alluscita della cella e distribuiti in un
periodo di 32 settimane (da settembre a marzoaprile), per un totale di circa 6,3 tonnellate di frutti
analizzati uno a uno.
Il risultato atteso da questa nuova fase di gettare
le basi per sviluppare un test che determini, durante la conservazione, quando il riscaldo comparir. Tale strumento, se utilizzato nel corso dello
stoccaggio, pu aiutare produttori e centri di condizionamento a decidere quando e quali partite
commercializzare.

Incidenza
del riscaldo e altri
parametri fisiologici
in partite di Pere
Abate provenienti
da tre frutteti nelle
province di Ferrara,
Modena e Bologna.

Pere colpite da
riscaldo superficiale

Con lo scopo di studiare le dinamiche fisiologiche


e molecolari della comparsa del riscaldo nelle pere
Abate Fetel durante la conservazione
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Crpv

Una nuova fase di studi

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