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Mai più duplicazioni inutili e costose di analisi già effettuate; possibilità per medici di
famiglia, specialisti e ospedalieri di comunicare tra loro via web accedendo
istantaneamente a tutte le informazioni cliniche che riguardano il paziente. E per
l’assistito la prospettiva di leggere comodamente dal proprio Pc il risultato di
un’analisi o di avere a portata di clic, previo utilizzo di una password, tutta la propria
storia sanitaria, referti, ricette e ricoveri compresi. Sono solo alcuni dei vantaggi del
Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) in fase già avanzata di sperimentazione in quasi
metà delle Regioni italiane e prossimo a diventare concretamente operativo in tutto il
Paese. Uno strumento che promette risparmi sostanziosi per Asl ed Ospedali, grazie
alla maggiore appropriatezza delle prescrizioni e alla eliminazione di inutili
duplicazioni di accertamenti sanitari. Ma del quale beneficeranno soprattutto i
cittadini, che eviteranno inutili file agli sportelli, vedranno ridursi le liste d’attesa
generate spesso da prestazioni inappropriate e, quel che più conta, avranno garantite
cure più efficaci perché prescritte da medici più informati.
A fare il punto sulla diffusione del FSE in Italia è la Fiaso (la Federazione Italiana
delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere rappresentativa di oltre il 60% di Asl e
ospedali d’Italia) che il 15 gennaio a Firenze ha riunito esperti italiani ed europei per
valutare le prospettive di diffusione e di utilizzo del Fascicolo. I dati in possesso di
Fiaso elaborati dal Ministero della Salute dicono che ad oggi il 43% delle Asl, il 62%
delle aziende ospedaliere e dei presidi ospedalieri, oltre che il 19% degli ambulatori
territoriali interagiscono in qualche modo con il FSE. Per quanto riguarda gli
operatori sanitari il Fascicolo elettronico non è più uno sconosciuto per il 71% dei
medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, il 67% di medici ospedalieri e
specialisti e il 29% degli infermieri, mentre la “copertura” trai i farmacisti è solo del
5%. In merito alla tipologia di prestazioni sanitarie gestite tramite FSE si rileva infine
una percentuale del 52% per le prestazioni specialistiche ed ospedaliere, un 33% per
le prestazioni farmaceutiche e il 24% per quelle di Pronto soccorso.
Risultati decisamente importanti ma ancora poco palpabili per i cittadini, visto che la
nuova arma sanitaria on-line è ancora nella fase sperimentale del prototipo e
l’accesso ai dati, salvo rare eccezioni, è al momento riservato solo al personale
sanitario. Il FSE è poi diffuso in modo molto difforme tra le Regioni.
D’altra parte solamente il 43% delle Regioni dichiara di gestire almeno una parte dei
propri contenuti informativi sanitari nell’ambito del FSE. E con particolare
prevalenza per i seguenti contenuti informativi: prescrizioni, prestazioni, referti,
lettere di dimissione, area emergenzaurgenza, patologie e cronicità.
Per quanto riguarda i sistemi di prescrizione elettronica il 95% delle regioni dichiara
di avere previsto, di avere in corso di realizzazione o di aver già attivato almeno un
sottosistema. Ma entrando nel dettaglio la situazione risulta essere ancora molto
eterogenea.
La prescrizione elettronica di visite, analisi e farmaci è diffuso in oltre il 75% delle
Asl e Ao in Valle d’Aosta, P.A. di Bolzano, Friuli, Emilia Romagna, Umbria,
Calabria, Sicilia e Sardegna, anche se solo a Bolzano e in Sardegna la prescrizione
elettronica è altrettanto diffusa tra gli operatori sanitari. Una diffusione inferiore al
25% della prescrizione elettronica si rileva in un nutrito gruppo di Regioni:
Lombardia, Veneto, Liguria, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata. Nelle restanti
regioni (Piemonte, Toscana, Marche, Lazio e Puglia), la prescrizione elettronica non
risulta al momento essere stata avviata.
Prevalentemente la prescrizione elettronica è adottata per l’assistenza specialistica e,
in ordine decrescente, per farmaceutica e ricoveri.
Ampiamente diffusi sono i sistemi di anagrafe, che non solo consentono di evitare
sprechi o brogli (tipo prescrizioni per assistiti già deceduti) ma che risultano essere
basilari per l’attivazione del FSE. Sistemi o sottosistemi di anagrafe sono in corso di
realizzazione o sono stati già avviati nel 90% delle Regioni. Particolarmente diffuso è
il sistema di scelta e revoca del medico di famiglia.
Decisamente buona anche la diffusione di portali di accesso ai servizi, rivolti sia agli
operatori sanitari che ai cittadini. Sono 6 le Regioni che hanno già garantito l’accesso
ai servizi tramite portale, sia alle Asl e AO che agli operatori sanitari: Lombardia,
P.A. di Bolzano, Liguria, Toscana, Basilicata, Sardegna. Ad eccezione di Valle
d’Aosta, Lazio e Puglia, tutte le Regioni hanno comunque previsto un portale di
accesso ai servizi, anche se la diffusione è al momento o ancora inferiore al 50%
delle Aziende o con accesso ancora precluso agli operatori sanitari (per il dettaglio
cfr. Tab 1).
TAB 1 - Grado di diffusione attuale o imminente delle diverse componenti dei sistemi regionali
Fascicolo Sanitario
Prescrizione Elettronico e Patient Portale Accesso
Anagrafe elettronica Summary Servizi
Piemonte ASL/AO ☺
Operatori Sanitari
Valle d’Aosta ASL/AO ☺ ☺
Operatori Sanitari
Lombardia ASL/AO ☺ ☺ ☺
Operatori Sanitari ☺ ☺ ☺
P.A. Bolzano ASL/AO ☺ ☺ ☺
Operatori Sanitari ☺ ☺ ☺
Veneto ASL/AO ☺ ☺
Operatori Sanitari
Friuli Venezia ASL/AO ☺ ☺ ☺ ☺
Giulia Operatori Sanitari ☺ ☺
Liguria ASL/AO ☺ ☺
Operatori Sanitari ☺ ☺
Emilia Romagna ASL/AO ☺ ☺ ☺ ☺
Operatori Sanitari
Toscana ASL/AO ☺ ☺ ☺
Operatori Sanitari ☺ ☺ ☺
Umbria ASL/AO ☺ ☺ ☺
Operatori Sanitari
Marche ASL/AO ☺
Operatori Sanitari
Lazio ASL/AO ☺
Operatori Sanitari ☺
Abruzzo ASL/AO ☺
Operatori Sanitari ☺
Molise ASL/AO ☺
Operatori Sanitari ☺
Campania ASL/AO
Operatori Sanitari
Puglia ASL/AO ☺
Operatori Sanitari ☺
Basilicata ASL/AO ☺ ☺
Operatori Sanitari ☺ ☺
Calabria ASL/AO ☺ ☺ ☺ ☺
Operatori Sanitari
Sicilia ASL/AO ☺ ☺ ☺ ☺
Operatori Sanitari
Sardegna ASL/AO ☺ ☺ ☺
Operatori Sanitari ☺ ☺ ☺
Fonte: elaborazione FIASO su dati Ministero della Salute (2009)
Legenda
☺ >75%
☺ Tra 51% e 75%
Tra 26% e 50%
Tra 0% e 25%
Nessuna risposta
Per sostenere l’azione delle Aziende Sanitarie nel loro percorso di comunicazione con
il FSE, la Fiaso ha avviato con il Dicastero della Funzione pubblica un tavolo di
lavoro che ha tra gli obiettivi:
- identificare le esperienze significative di FSE regionale e delle singole Asl;
- definire un modello di rilevazione dell’impatto sulle Aziende sanitarie del
progetto regionale di FSE (gestione dei consensi informati, sistemi di firma
digitale, nuove tecnologie introdotte, ecc);
- identificare gli standard informatici di interoperatività esistenti;
- mappare le esperienze;
- approfondire i casi di eccellenza aziendali evidenziati
- definire linee guida condivise per le aziende sanitarie
Nel frattempo dei paletti a garanzia della “privacy” dei cittadini li ha fissati l’Autorità
Garante, che ha dato tempo ad Asl, Ospedali e Regioni fino al 31 dicembre del 2009
per comunicare tutte le sperimentazione in corso sul FSE, strumento che secondo lo
stesso Garante per la privacy dovrebbe contenere “tutte quelle informazioni inerenti
lo stato di salute di un individuo relative ad eventi clinici presenti e trascorsi volte a
documentarne la storia clinica”.
Con le Linee guida sul FSE, approvate il 16 luglio scorso (e pubblicate nella Gazzetta
Ufficiale del 3 agosto) il Garante per la protezione dei dati personali ha nel frattempo
stabilito un quadro di norme a tutela della privacy che vanno a colmare un vuoto
legislativo. In particolare il provvedimento stabilisce che il paziente deve poter
scegliere, in piena libertà, se far costruire o meno un fascicolo sanitario
elettronico,con tutte o solo alcune delle informazioni sanitarie che lo riguardano;
deve poter manifestare un consenso autonomo e specifico, distinto da quello che si
presta ai fini di cura e di salute; al paziente deve inoltre essere garantita la possibilità
di “oscurare” la visibilità di alcuni eventi clinici. Per esprimere scelte consapevoli
l’assistito deve inoltre essere adeguatamente informato. Con un linguaggio
comprensibile e dettagliato l’informativa deve dunque indicare chi (medici di base,
del reparto dove è ricoverato, farmacisti) ha accesso ai suoi dati e che tipo di
operazioni può compiere.
Il fascicolo sanitario elettronico potrà essere consultato con modalità adeguate dal
paziente (ad esempio tramite smart card) e dal personale sanitario strettamente
autorizzato, solo per finalità sanitarie. Non potranno invece accedervi periti,
compagnie di assicurazione, datori di lavoro. Gli accessi alle informazioni, infine,
dovranno essere tracciabili e graduali e i dati sanitari dovranno essere protetti con
misure di sicurezza molto elevate che limitino più possibile il rischio di abusi, furti e
smarrimento. Il rifiuto del FSE non implica ovviamente il divieto di accesso alle
prestazioni del Servizio sanitario Nazionale.
Sin qui lo stato dell’arte del FSE in Italia. Ma cos’è oggi esattamente il Fascicolo
sanitario elettronico? Diciamo subito che è molto più di una cartella clinica a portata
di bit, giacché consente di avere disponibile in rete tutta la documentazione sanitaria (
tipo prescrizioni, referti e anamnesi del paziente) rilevante per contribuire a gestire i
processi di continuità di cura e per favorire la qualità dell’assistenza, sia in ambito di
diagnosi e cura, che di riabilitazione e prevenzione. In senso stretto i FSE sono una
raccolta di documenti clinici per ciascun assistito, con accesso sicuro da parte dei
professionisti autorizzati. Può essere prevista la raccolta solo di alcuni tipi di
documenti, ad esempio prescrizioni di farmaci, inquadramenti sintetici del paziente,
notifiche di eventi. Oppure la raccolta può estendersi a qualsiasi documento generato
durante il processo di assistenza, compresi documenti inerenti gli aspetti sociali.
Di solito l’interessato può accedere solo in lettura sia ai documenti che alla traccia
(log) degli accessi.
Nessuno può comunque alterare il contenuto della documentazione prodotta e firmata
dagli operatori sanitari e sociali.
La situazione in Europa
Quella spagnola è una delle esperienze di fascicolo sanitario elettronico ritenuta tra
quelle più evolute in ambito europeo. Il Sistema Sanitario Spagnolo risulta essere,
inoltre, molto simile al sistema italiano rispetto gli assetti di governance adottati e
impostati su un modello federale con forte autonomia regionale nella gestione
sanitaria.
La strategia spagnola per la qualità e l’innovazione prevede, tra i suoi principali
obiettivi, quello di sviluppare il patient summary e la prescrizione elettronica
attraverso il nodo centrale del sistema informativo del Ministero della Salute. Il
successivo collegamento con i sistemi informativi regionali attraverso i dati e
informazioni trasmessi dalle strutture sanitarie.
Dati sulla esperienza spagnola. La totalità delle strutture sanitarie (96%) hanno
adottato un sistema informativo per facilitare la gestione clinico assistenziali di MMG
e PLS.
Tutte le Regioni hanno avviato progetti di prescrizione elettronica.
L’85% degli ospedali utilizza sistemi di gestione della radiologia mentre quelli per
immagini digitali (PACS) sono disponibili in più del 60% degli ospedali spagnoli.
Tra il 2004 e il 2007, la spesa procapite sanitaria in ICT è raddoppiata, passando dal 6
euro del 2004 a 14 euro nel 2007.
Il 97% di MMG e PLS registrano i risultati delle proprie visite e prescrivono farmaci
attraverso mezzi informatici. Più di 5.500 di loro possono realizzare prescrizioni
elettroniche mentre 7 milioni di cittadini usufruisco di questo servizio se sono
assistiti presso le strutture sanitarie che possono offrire questa possibilità.
Il 64% delle strutture sanitarie spagnole dispone attualmente della possibilità di
concertare gli appuntamenti con gli specialisti attraverso i mezzi telematici.
Monchiero (FIASO): “cure più appropriate, più risparmi e meno liste d’attesa”
Il FSE tenta dunque di raggiungere una dimensione europea per migliorare il livello
di assistenza garantito ai cittadini Ue. “Disporre di una fotografia dinamica e
multidimensionale del percorso del paziente, mediante la rilevazione e condivisione
di informazioni socio-sanitarie al servizio del cittadino, dal momento della
prescrizione sino alla condivisione del referto – dichiara Rossana Ugenti, Direttore
Generale del sistema informativo del Ministero della Salute- può migliorare
sensibilmente la qualità dell’assistenza sanitaria, garantendo la continuità dei processi
di cura, nonché il supporto al percorso clinico-diagnostico”. “Il tutto –aggiunge-
senza ignorare l’importante contributo che può venire dal FSE per il contenimento
dei costi”.
“I progetti ambiziosi elaborati a livello centrale e regionale non sempre hanno fatto
corrispondere una stessa attenzione rivolta ai sistemi informativi aziendali. – dichiara
il Responsabile Innovazione Fiaso, Walter Bergamaschi – Nonostante le Aziende
sanitarie e ospedaliere siano le dirette alimentatrici e fruitrici del FSE non sempre ci
si preoccupa di stabilire se il livello di maturità raggiunto dal sistema informativo
aziendale sia coerente con il progetto di innovazione regionale”. Prosegue, il Vice
Presidente FIASO, Luciano Fabbri “Per rispondere alla necessità di condivisione e
orientamento delle scelte e per sostenere le azioni promosse dalle Aziende sanitarie
nel percorso di comunicazione con il Fascicolo sanitario regionale, FIASO,
nell’ambito dell’accordo Sanità amica con il Ministero per la PA e l’Innovazione, sta
promuovendo un’iniziativa volta a sistematizzare e rendere patrimonio comune le
esperienze aziendali più avanzate di innovazione sul FSE”.
In particolare si considera qui la definizione proposta per Patient Summary dalla rete MMG
(Medico di Medicina Generale) – Tavolo sanità elettronica:
“un documento informatico sanitario, firmato digitalmente e contenuto nel FSE, che riassume la
storia del paziente e la situazione corrente. Esso è creato e aggiornato dal MMG ogni qual volta
intervengono cambiamenti da lui ritenuti rilevanti ai fini della storia del paziente. Contiene un set
pre definito di dati clinici significativi per l’emergenza (emergency data set)”.
Mentre per Repository è utile definire l’accezione classica di Repository utilizzata negli ultimi anni
e la definizione evoluta che copre anche la gestione di referti strutturati. L’accezione classica di
Repository (a volte chiamato Repository documentale) è la seguente:
“Il Repository è la componente del Sistema Informativo Ospedaliero che fa da collettore di tutti i
referti generati dalle applicazioni in seguito ad eventi sanitari gestiti dalla struttura sanitaria. I
referti sono documenti informatici, con firma digitale e non, solitamente in formato pdf”
L’accezione evoluta di Repository che comprende anche la gestione dei dati strutturati (a volte
chiamato Repository strutturato, Clinical data repository o anche EPR) è la seguente:
“Il Repository è la componente del Sistema Informativo Ospedaliero che fa da collettore di tutti gli
eventi del paziente (referti, esami, ecc…) in formato documentale e strutturato”.