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Luca Basile, I LLEA, mat.

0191677

Stanche di subire: ancora sulla violenza di genere

In occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere si


svolta nell'auditorium Ennio Morricone della facolt di Lettere e Filosofia Roma Tor
Vergata, la conferenza Stanche di subire: ancora sulla violenza di genere giunta alla
sua terza edizione.
La conferenza iniziata con un breve saluto di Daniela Guardamagna,
direttrice del dipartimento di studi umanistici della facolt, che

sottolineato

l'importanza di questo evento e del fatto che si parli sempre pi della violenza contro
le donne, specie per quelle categorie che ancora sembrano non interessarsi o
giudicano come secondario questa problematica sociale.
Dopo la breve introduzione della professoressa Daniela Guardamagna ha preso
la parola l'organizzatrice della conferenza, Laura Silvestri, che da anni coordina
l'evento che si tiene nell'universit di Roma Tor Vergata. La professoressa ha iniziato
il suo intervento rimarcando il fatto che il problema ancora lontano da una
soluzione e molto ancora deve essere fatto: dall'istituzione da parte del ONU della
giornata contro la violenza di genere nel 1993 i risultati ottenuti ancora non sono
sufficienti. La violenza di genere sempre di pi violenza contro le donne, che la
subiscono in quanto tali. Dunque una categoria a parte che subisce violenza,
internazionalmente. Laura Silvestri ha spiegato come la violenza sulle donne sia
anche una violenza di tipo culturale che quindi peculiare in ogni diversa cultura, e
ha offerto dati significativi sulla violenza di genere in Italia, tra cui spicca quello per
cui dall'inizio del 2012 sono state uccise pi di 100 donne. Oltre a una violenza fisica

in atto anche una violenza pi sotterranea e latente, che mira a mettere donne in una
condizione inferiore. Secondo la professoressa necessario aprire il discorso alle
scuole elementari e medie per sensibilizzare i ragazzi dall'inizio ed educare al
genere, per migliorare i rapporti fra uomini e donne. Bisogna cambiare la cultura fin
dal suo fondamento patriarcale e androcentrico, che emargin le donne sin dall'inizio
della civilt moderna. La professoressa cita esempi come la fondazione di Roma, il
ratto delle Sabine, la mitologia e la Bibbia, dove la figura femminile venne oppressa
o sub violenza da parte dell'uomo. Un altro ambito, tradizionalmente poco analizzato
quello delle fiabe per bambini, che influenzano la crescita e le idee di un essere
umano sin dalla tenera et. In particolare sono state citate le fiabe di Barbabl e di
Cappuccetto rosso, quest'ultima nelle sue molte versioni che rispecchiano ognuna
l'ambito storico e culturale in cui venivano riproposte. L'ultima parte dell'intervento
della professoressa Silvestri dedicato al pensiero della differenza, ovvero quel
pensiero che vuole stimolare una relazione tra donne, attraverso un aiuto e una
solidariet reciproca. Le donne dovrebbero unirsi contro il tentativo della societ
patriarcale o androcentrica di dividerle. Questo discorso rientra in quello maggiore
della solidariet umana, anche tra generi, che dovrebbe supportare un'effettiva
uguaglianza tra tutte le componenti della societ. La speranza di questo cambiamento
pu solo essere affidata alla nuove generazioni.
Dopo l'intervento della professoressa Silvestri e dopo un breve saluto da parte
di Gabriella Girardi, delegata del rettore per le Pari Opportunit, stato proiettato in
sala il cortometraggio sui maltrattamenti in famiglia e il coraggio della denuncia di
Ilenia Costanza dal titolo Nightly. Il cortometraggio mostra, attraverso lo sguardo di
una bambina le violenze a cui sua madre soggetta da parte del marito. La bambina
cresce e le violenze si ripetono, finch non diventa abbastanza grande e responsabile
da denunciare il proprio padre. E' allo stesso tempo una denuncia e un esortazione
molto forte ad agire e a denunciare senza mezzi termini una pratica che purtroppo
ancora drammaticamente attuale nella nostra societ.
Dopo il cortometraggio, la conferenza ha riguardato il dramma delle donne
acidificate in Asia e Africa, trattato dalla professoressa Livia De Pietro, formatrice di

didattica di genere, sia attraverso la lettura di alcuni brani, sia attraverso la visione di
alcune immagini collegate a storie di donne che hanno visto la loro vita rovinata per
colpa di uomini violenti e criminali che hanno deciso di sfregiare il loro corpo con
dell'acido. La cosa scioccante che molte delle donne raffigurate nelle foto mostrate
dalla professoressa De Pietro avevano avuto la colpa di non obbedire al proprio
marito o padre, o di aver rifiutato un matrimonio prestabilito e quindi solo per questo
sono state rovinate per tutta la vita, con conseguenza chiaramente fisiche ma anche
psicologiche. Spesso queste donne sono state attaccate mentre dormivano, in modo
che l'acido si spargesse su tutto il corpo. Questo tema tornato di attualit in Italia in
questi ultimi mesi dove si sono verificati molti episodi del genere, anche ai danni di
uomini. Secondo la professoressa De Pietro con questa pratica allucinante l'uomo
vuole annullare la donna completamente, come essere umano prima che come genere
opposto al suo, farla morire sia esteticamente che psicologicamente. La relatrice ha
citato il contributo fondamentale del chirurgo plastico Giuseppe Losasso e della sua
associazione Smile again, che sta cercando di aiutare queste donne, sia clinicamente
che psicologicamente. Con la sua opera ha aiutato moltissime donne a guarire
parzialmente ( impossibile infatti ritornare allo stato originale) e a far conoscere la
loro storia in tutto il mondo.
La conferenza si poi conclusa con la suggestiva performance di teatro-danza
e teatro-tango a cura di Linguaggi del Corpo, incentrata sulle storie di alcune donne
uccise violentemente dai propri uomini e organizzata con la collaborazione di
M.A.R.E.L. (Movimento Attivit Riabilitative Espressive Ludiche), che ha dato un
contributo fondamentale per il successo di tutta la conferenza.

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