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Cultura

Il giovane Mattia Preti nella Roma caravaggesca


Dal 28/10 a Palazzo Corsini circa 20 opere dai grandi musei

- Nicoletta Castagni - ROMA


27 ottobre 2015 12:29 - STORIA

Circa venti dipinti, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, raccontano a Roma,
nella splendida quadreria di Palazzo Corsini, il periodo giovanile di Mattia Preti, detto anche il
'Cavaliere Calabrese'.
Dal 28 ottobre al 18 gennaio, le opere consentiranno di ricostruire un periodo ancora oscuro
della lunga e acclamata carriera del pittore che mosse i primi passi nella Roma caravaggesca.
Presentata oggi alla stampa, 'Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio' vuole
riproporre in un serrato confronto con i capolavori conservati nella Galleria Nazionale d'Arte
Antica (primo fra tutti il 'San Giovanni Battista' di Caravaggio) i risultati degli ultimi anni di
studi, stimolati anche dalle celebrazioni del terzo centenario della morte, costellate da mostre e
pubblicazioni. Come le precedenti iniziative, anche quella di Palazzo Corsini stata ispirata da
Vittorio Sgarbi, mentre la curatela stata affidata a Giorgio Leone, che con questa occasione ha
iniziato a rivedere la cronologia di molte tele di Preti. ''La prima opera sicuramente attribuibile al
Cavaliere Calabrese, tra quelle realizzate a Roma, datata 1649, ma la sua venuta nella citt
eterna di molti anni prima, secondo alcuni fonti attestabile addirittura al 1624, quando aveva
solo 11 anni, ma pi probabilmente nel 1630-'31, in compagnia del Fratello Gregorio'', dice
Leone, sottolineando come il pittore seicentesco fosse stato un genio molto precoce, ''un ragazzo
prodigio'', e capace di dipingere in giovinezza esattamente nello stesso modo che nella maturit.
''Mattia Preti un pittore critico - ha aggiunto - guarda e ricorda e ci mette in grave imbarazzo'',
perch, durante tutta la sua lunga attivit creativa, le suggestioni poussiniane si alternano a quelle
di caravaggesche o classiciste.
La Roma dei primi decenni del '600, ha spiegato Sgarbi, era quella segnata dall'opera di
Michelangelo Merisi, i maggiori artisti europei vi si recavano proprio per scoprire i suoi
capolavori. Quando arriva Mattia, per, la leggenda di Caravaggio era gi un po' ''sfilacciata'' e il
giovane artista di Taverna vi si avvicina attraverso l'opera di Vouet e dei caravaggeschi nordici.
L'incontro con Caravaggio per decisivo, prosegue lo studioso, ne diventa idealmente l'alterego,
anche se, rispetto al Merisi, la sua una ''pittura di teatro, spettacolare, celebrativa'', assimilabile
alle grandi composizioni sceniche di Veronese.
''Tra le opere esposte nella Galleria di Palazzo Corsini - ha concluso la direttrice del

Segretariato regionale del Mibac Daniela Porro - sono presenti alcuni interessanti inediti e veri
capolavori della produzione giovanile dell'artista, divisa tra committenze private e prime
affermazioni pubbliche'': dal 'Soldato' del Museo Civico di Rende al 'Sinite Parvulos' e il 'Tributo
della moneta' di Brera, per la prima volta messi a confronto con il 'Tributo' della Galleria Corsini,
dalla 'Negazione di Pietro' di Carcassonne alla 'Fuga da Troia' di Palazzo Barberini fino al
'Miracolo di San Pantaleo', probabilmente la prima committenza pubblica romana. (ANSA).

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