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PROPOSTE PER UNA POLITICA RIFORMATRICE

Indice:
1 ESSERE CONSAPEVOLI CHE I MEDIA NON SONO LIBERI

2 NON C’E’ DEMOCRAZIA SENZA INFORMAZIONE


INDIPENDENTE

3 OPINIONE PUBBLICA E PROPAGANDA

4 LA RILEVANZA E LA RIVOLUZIONE DEI NUOVI MEDIA

5 CITTADINI, LETTORI, CONSUMATORI

6 LA PALUDE CONFORMISTA

7 CINQUE CRITERI PER LA RIFORMA DEI MEDIA

8 DAI TRE POTERI DELLO STATO AI TRE POTERI DELLA


“SFERA PUBBLICA”: UN NUOVO SEPARATISMO

9 I COMPITI DI GARANZIA DI UNO STATO NEUTRALE

10 UN MODELLO PER LA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE.


PREMESSA

11 LA RILEVANZA PUBBLICA DELL’INFORMAZIONE

12 LE DIFFICOLTA’ CHE INCONTRA IL MODELLO, POSSIBILI


SOLUZIONI

13 LA SOLUZIONE B. IL MOTU PROPRIO

14 I DIRITTI DEI LETTORI E LA CORPORAZIONE DEI


GIORNALISTI

15 CONCLUSIONI. LA NASCITA DELLA SOCIETA’ PANNUNZIO


PER LA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE

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televisive che gli si accavallano nella mente in
un guazzabuglio di fiction e di news.
1. essere consapevoli che Oggi, in Italia, nell’era berlusconiana
la condizione dei media televisivi ha subìto un
i media non sono liberi vero tracollo: si è passati da una situazione
oligopolistica a un monopolio quasi perfetto.
La libertà di informazione è, bene o Il controllo diretto della quasi totalità della Tv
male, garantita da Costituzioni e da leggi. I privata, quello indiretto della Tv pubblica, la
media che avvolgono il globo con le loro reti proprietà di produzioni di format, il dominio
si dichiarano liberi ma sono ovunque in del mercato pubblicitario, una posizione
catene. I vincoli, beninteso, sono sempre più dominante nell’editoria e tra gli istituti di
virtuali, invisibili, legano le menti e le sondaggio, si aggiungono al potere pubblico,
indirizzano. Una lunghissima lotta ha lo puntellano, inquinano la formazione della
assicurato la libertà formale d’informare: oggi volontà politica e manomettono i requisiti di
nei paesi industrializzati si può stampare, base d’ogni democrazia. Al tavolo del gioco
trasmettere, emettere segnali, suoni, politico Berlusconi bara apertamente e,
messaggi. Tutto (quasi) liberamente. La distorcendo la lotta politica in tutte le sue fasi
libertà dell’impresa mediale è (quasi) fino al momento elettorale, riduce la
assicurata giuridicamente, spesso foraggiata. democrazia a poco o nulla. Quasi tutti i suoi
E così il mondo simbolico s’è adagiato sul avversari o hanno una cultura
mondo reale, coprendolo, rimodellandolo se
non sostituendolo. democratica talmente scarsa che non
La nuova èra è sotto il segno avvertono il pericolo o con la loro ignavia se
dell’informazione. Il cumulo degli strumenti ne fanno complici.
informativi è impressionante. Persino Il cancro sopravvenuto non può farci
eccessivo, temono alcuni. Però, se ciascuno dimenticare, però, che ovunque
dei segmenti di questo cumulo è inquinato l’informazione – anche in condizioni di
perché non libero, il Tutto si tramuta in un cosiddetta “normalità” – rappresenta il primo
incubo di conformismo e di illibertà. e più grave problema delle nostre democrazie.
L’opinione pubblica viene blandita come
dominatrice e onnipotente, ma in effetti è
manipolata, eterodiretta, svigorita. Gli
strumenti del comunicare sono
2. non c’è democrazia
inesorabilmente e progressivamente
concentrati. Dappertutto regnano, se non il
senza informazione
monopolio, l’oligopolio e strutture indipendente
elefantiache, costosissime, irraggiungibili
dalle minoranze ideologiche. Il lettore, lo Secondo Robert A. Dahl dei cinque
spettatore e l’ascoltatore, che appaiono criteri che contraddistinguono una democrazia
ovunque protagonisti, in realtà sono ridotti a compiuta ben tre riguardano i media: 1)
oggetti inconsapevoli. Non sono titolari di partecipazione effettiva («prima che una
alcun diritto. I risultati della conquistata strategia venga adottata […], tutti i membri
libertà d’impresa mediatica sono deprimenti. devono avere pari ed effettive opportunità per
Il pubblico-lettore si difende come può e comunicare agli altri le loro opinioni a
arretra: abbandona progressivamente gli riguardo»); 2) diritto all’informazione («entro
strumenti più “difficili” e soggiace a quelli ragionevoli limiti di tempo, ciascun membro
più “facili”. Va sempre meno in edicola ad deve avere pari ed effettive opportunità di
acquistare i quotidiani e giace di fronte alla conoscere le principali alternative strategiche
Tv assimilando le improbabili notizie e le loro probabili conseguenze»); 3) controllo
dell’Ordine del giorno. Altri hanno sostenuto

2
che «offrire opportunità di crearsi una pubblica quando ne sono soltanto uno
conoscenza chiara delle questioni pubbliche strumento di deformazione.
non è solo parte della definizione della
democrazia, ne è un requisito fondamentale»i.
Se si intende la democrazia non solo come
forma di governo i requisiti minimi sono la 3. opinione pubblica
“Libertà d’espressione” e la possibilità di
“Accesso a fonti alternative d’informazione”). e propaganda
Certo, prosperano moltissimi stati
totalitari, ma le cosiddette democrazie
occidentali possono dichiararsi tali senza Se tutta la Propaganda è Persuasione
continuare a perseguire almeno quei requisiti (in qualche modo forzata), non tutta la
minimi che noi stessi consideriamo necessari? Persuasione è Propaganda. Se a queste due
Possiamo ancora dirci democratici se non affianchiamo la Testimonianza, che è l’unico
riprendiamo in mano le analisi e le ricette del modus operandi dell’autentico giornalismo,
liberalismo, e accreditiamo ancora un sistema abbiamo tre concetti contigui, spesso con
politico diventato sempre più un guscio vaste aree in comune, e con la predisposizione
vuoto? Siamo ben lontani dalla “democrazia a fagocitarsi l’un l’altro. Lo sbaglio più
della società civile”. Se le masse non hanno colossale è quello di definire positiva o
strumenti corretti e plurimi per farsi un’idea negativa la Persuasione e la Propaganda dal
appropriata dell’agenda politica corrente, sarà loro contenuto o dal loro fine. O dalle loro
sempre più illusoria la loro trasformazione in caratteristiche principali come l’intenzionalità
“società civile” in grado di svolgere manipolatrice del propagandista, o la
costantemente una verifica e una valutazione semplicità, anzi il semplicismo, o la
dell’operato del governo e delle forze ripetitività.
politiche che si candidano alla sua La propaganda non si distingue dalla
sostituzione. persuasione né per il contenuto “veicolato” né
Viviamo il fallimento della per le “intenzioni” del comunicatore, né per le
democrazia costituzionale, ovvero della tecniche usate, bensì per la quantità
democrazia delle regole. Ora il gioco è informativa con cui sommerge le menti senza
visibilmente truccato sia dalla manipolazione che queste abbiano sufficienti alternative. La
dell’opinione pubblica sia dall’esiguità e dalla Propaganda non ammette d’essere
predeterminazione delle scelte del singolo contraddetta. L’unico antidoto è il pluralismo
elettore. L’attuale cittadino-elettore, che delle fonti. Si ritorna così all’importanza
sempre più si è convinto che per esprimere primaria del frazionamento del potere
con maggiore vigore la propria scelta politica mediatico in un’epoca in cui è persino
debba non recarsi alle urne, deve rendersi impossibile avere dati attendibili sul processo
conto che ancor prima di elettore egli è (e di fusione dei media tanto è frenetico il ritmo
deve diventare) un lettore consapevole, con delle concentrazioni.
diritti riconosciuti sul controllo e sulla Quando l’informazione è nelle mani
trasparenza, e non un consumatore di media di un unico soggetto, si arriva alla propaganda
facile preda di propaganda e di perfetta, ma questa posizione monopolistica
manipolazione. Abbiamo tanto combattuto non è prerogativa esclusiva degli Stati
affinché le elezioni politiche fossero libere, totalitari. Anche gli Stati democratici, in
bisogna cominciare a lottare – come sostiene alcuni momenti della loro storia, hanno
Sartori – affinché anche le opinioni siano costruito una loro condizione monopolistica
libere «cioè liberamente formate»ii. per affermare temi propagandistici che
Ora invece i media si identificano stavano particolarmente a cuore agli esecutivi.
con le loro proprietà. E nessuno più crede ai Anche in periodi di cosiddetta “normalità”
giornali come portavoce dell’opinione non è necessario che la condizione di
monopolio sia stabilita ufficialmente dal
governo, ma piuttosto è tutto l’apparato
3
informativo che sovente autonomamente si resistere al processo d’integrazione. Tutti gli
adegua e si uniforma. sforzi dovrebbero essere indirizzati invece
In più c’è anche il diverso “peso” dei verso politiche antitrust di tipo orizzontale,
differenti vettori informativi: purtroppo non cioè quelle che, pur ammettendo l’unità
esiste soltanto la tendenza monopolistica dell’esperienza informativa, la limitino in
all’interno d’ogni vettore, ma anche lo termini quantitativi fino a soglie minime e in
strapotere d’un vettore come la televisione su modo così rigoroso da attivare un processo di
tutti gli altri, col risultato che l’attenzione moltiplicazione dei soggetti produttori e
dell’individuo è fagocitata pressoché quindi delle offerte informative. Creando un
interamente e senza alternative critiche. mercato in cui la concorrenza sia il più
possibile effettiva.
Sia la Sinistra sia la Destra, e non
solo nel nostro paese, non hanno una politica
4. la rilevanza coerente sulla libertà di comunicazione.
Continuano a ragionare con l’antica logica
e la rivoluzione dei della contrapposizione tra il pubblico e il
privato. La Destra confonde la “libertà”con le
nuovi media “mani assolutamente libere”, anche se queste
tendono alla concentrazione e all’opacità, e
Il “numerico” fa convergere i tre tendono a usare questa particolare “merce”
sistemi di segni che compongono la con scopi sfacciatamente non pertinenti. La
comunicazione: la parola scritta, il suono e Destra confonde il mercato con l’assoluta
l’immagine. Poiché tutti e tre i segni sono assenza di regole. Incoerentemente con le idee
diffusi da un unico mezzo (i bit), è inevitabile che professa, mira a un basso, o nullo, livello
la concentrazione tra i vettori. Finora nulla si di concorrenza e, insieme, a cospicui
è fatto per governare questo processo. finanziamenti pubblici. La Sinistra ancora
Contemporaneamente come non notare e non macina la stravecchia convinzione, smentita
fare i conti con la stessa mutazione del dai fatti, che il pluralismo possa essere gestito
concetto di merce? «Passiamo dai mercati alle dal potere pubblico. Come se il potere
reti», scrive Jeremy Rifkiniii. In quel nuovo pubblico fosse neutro e non “soggetto” di
tipo di mercato che è la rete si frantumano la scelte, le più diverse, e portatore di interessi
proprietà e le merci. Soprattutto i “nuovi propri. Come se potesse esistere l’obiettività
padroni” dei media non vendono beni dell’informazione. Come se il problema fosse
materiali ma principalmente “flussi quello d’assicurare questa obiettività. Come
d’esperienza”. Esperienza di testi, suoni e se bastasse svincolare i media dal “privato”
immagini. Diventando il “bene” immateriale, per innalzarli a esclusivi portavoce di chissà
anche il termine “proprietà” che rimanda a un quale Verità altrimenti distorta da interessi e
passaggio fisico da un soggetto a un altro, scelte di parte. Come se la notizia non fosse di
diventa improvvisamente obsoleto e destinato “parte” sempre. La Sinistra di origine
a regolare soltanto rapporti “residui”. comunista non sa dare risposte a queste
Ma in questo caso qual è la più domande e alla fine si riduce a intendere per
efficace politica anti-concentrazione? “pubblico” la grossolana lottizzazione.
Ammesso che esista un’autorità in grado di Quando arriverà questa Sinistra a
deciderla e di farla rispettare. Forse è anti- comprendere che il compito dello Stato non è
storica e anti-scientifica un’attività antitrust quello di fornire notizie spacciate per
che aggredisca l’integrazione di tipo verticale, obiettive, ma di garantire l’effettiva pluralità
cioè tendente a separare le varie forme che delle fonti informative? Passare dalla
compongono l’esperienza. E’ impossibile lottizzazione al pluralismo significa cambiare
tenere separata la diffusione del suono da la propria filosofia della storia.
quella dell’immagine. E’ impossibile L’idea che tutte le comunicazioni
frazionare i “flussi d’esperienza” o anche solo siano nelle mani d’un pugno di oligopolisti

4
(basti pensare che non più di dieci portali hanno fatto compiere un passo in avanti alla
gestiscono l’80% delle centinaia di milioni di qualità e alla libertà dell’informazione. Il
accessi quotidiani a Internet) fa tremare, ma giornalista non svolge, né deve svolgere,
non è neppure consolante che sia lo Stato alcun’altra funzione se non quella di
(dittatoriale o no) a gestire un potere così testimone della realtà, il suo compito è di
enorme. La Rete ora è un gigante produttore “riportarla” come la vede e la percepisce,
di libertà, ma ha i piedi d’argilla. Se lo Stato è senza illudersi di liberarsi dal soggettivismo e
debole, le scelte pubbliche sono preda facile dalle incertezze proprie d’ogni testimone. Nel
del potere economico; se lo Stato assume passato si sono alimentate tesi tanto velleitarie
compiti non propri, le conseguenze sulla quanto improduttive sulla missione sociale del
libertà dei cittadini sono schiaccianti. Non c’è giornalista. Anche a scapito della notizia.
soluzione decente che non passi per Mentre, più subdolamente, nella mente del
un’acquisizione di effettiva autonomia e giornalista è rimasta ferma la missione della
limitazione del “politico”. Ora la politica, difesa degli interessi della Proprietà. I
troppo spesso degradata a semplice strumento cittadini-lettori più avvertiti sanno bene che
operativo di poteri privati, appare sempre più caricare il giornalista di funzioni aggiuntive
come un arbitro corrotto e compiacente. apre un contrasto col “diritto/dovere di
Lo Stato non può gestire alcun cronaca” e non migliora la leggibilità e la
mezzo d’informazione. Lo Stato deve correttezza dei nostri giornali.
sottolineare la sua neutralità e garantire Piuttosto che combattersi in una
l’effettivo pluralismo dell’informazione, guerra tra straccioni, “il diritto di cronaca” e
come unico garante di un processo “la libertà a essere informati” si devono
democratico non inquinato. alleare e prendere coscienza che non c’è
l’uno senza l’altra. E soprattutto va fondato
pressoché dal nulla il “diritto dei lettori”, i
quali sono senza difese sia in quanto cittadini
5. cittadini, lettori, (non viene garantita loro, dell’informazione,
né la pluralità né l’indipendenza), sia in
consumatori quanto consumatori (non vien neppure preso
in considerazione che come compratori di un
bene essi sono “consumatori” e quindi
La libertà d’informazione e il dovrebbero acquisire almeno diritti analoghi a
“diritto a essere informati” sono due valori quelli che con fatica hanno gli acquirenti di
differenti ma complementari, guai a metterli un qualunque bene di consumo, in fatto di
in concorrenza. Vanno entrambi garantiti. trasparenza, di non commistione di interessi,
Prima, abbiamo inserito il “diritto a di non inquinamento della notizia,).
essere informati” tra le condizioni
indispensabili per una democrazia non finta.
Ma la libertà d’informare resta pregiudiziale
(perché fondatrice) di questo stesso diritto.
Esattamente come la libertà comprende in sé 6. la palude conformista
l’uguaglianza, e non viceversa. Essa è un bene
assoluto (anche se paradossalmente sono
L’articolo 21 della nostra
molti giornalisti a sostenere il contrario), non
Costituzione sulla libertà di stampa è un
può essere vincolata a determinate funzioni. E
bell’esempio di liberalismo. Assai rigido, e
poi queste “funzioni” da chi dovrebbero
sulla linea cavourriana, suggerisce che in
essere decise: dallo Stato? Dal Partito? Dalla
questo campo meno si legifera e meglio è. Ma
Chiesa?
purtroppo si è legiferato, e sono molte le leggi
Le tre qualifiche che vanno per la
ordinarie che contraddicono lo spirito del
maggiore, “obiettività”, “imparzialità” e
dettato costituzionale. Alcune di queste ne
“completezza”, infestano la normativa sul
violano apertamente la lettera (come l’obbligo
giornalismo e i codici deontologici, ma non
5
di registrare le testate giornalistiche presso i proprie e d’informazioni, ma di libri e
Tribunali). Altre costituiscono intralci e cianfrusaglie varie. Risultato? La massiccia
pleonasmi. Però c’è anche una “libertà distorsione del messaggio informativo, la
positiva” che va assicurata ma che non viene manifesta commistione – se non addirittura
assicurata. La Costituzione non se l’è sudditanza – tra il testo redazionale e la
dimenticata, e l’art. 3, pur nella sua generalità, pubblicità, l’inconsapevolezza del proprio
risponde bene allo scopo. È quello che ruolo. Da qui la caduta verticale
sancisce il dovere della Repubblica di dell’autorevolezza dei media e
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e dell’attendibilità dei giornalisti. La
sociale che, limitando di fatto la libertà e competizione tra “la carta stampata” e la
l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il comunicazione polverizzata su Internet è
pieno sviluppo della personalità umana. Da considerata inevitabile solo da chi ha
qui nasce sicuramente il dovere del legislatore dimenticato l’importanza che viene
di operare effettivamente per garantire a tutti riconosciuta al vettore nei confronti del
la possibilità concreta di esprimersi messaggio da trasmettere, e che vettori diversi
liberamente. svolgono ruoli differenti e insostituibili. La
Il “funzionalismo”, ovvero la teoria gara tra i due vettori ha esito scontato soltanto
che assegna d’ufficio al giornalismo una se dai media tradizionali attuali è condotta
“funzione” ultronea, perduta la battaglia con senza alcuna capacità di autotrasformazione e
l’art. 21, si è voluto rifare nei decenni senza una forte sottolineatura sia della loro
successivi. La normativa ordinaria risulta indipendenza sia della loro specificità sia del
influenzata dallo spirito sostanzialmente valore insostituibile della professionalità
illiberale dei tempi più che dall’art. 21, e ha giornalistica. La cecità dei manager editoriali
raggiunto il suo culmine sia con la famosa è evidente e li porterà a una resa senza
sentenza della Corte di Cassazione del 1984 condizioni, con grave danno del patrimonio
sia con tutta la stagione delle grida informativo complessivo.
deontologiche che, non a caso, inaugura il
periodo più buio del giornalismo italiano che
dura tuttora. Si è così giunti al momento
attuale, il peggiore, dove regnano, ammantati
di retorica, gli intrecci perversi tra 7. cinque criteri per
legislazione rinnegante e legislazione caduta
in disuso o mai applicata, tra esaltazione la riforma dei media
acritica del “servizio pubblico” (dove
l’inevitabile condizionamento politico e il
Tra le attuali emergenze
corrispondente servilismo sono diventati
democratiche va quindi annoverata anche una
persino sguaiati) e resa incondizionata al
vera riforma, legislativa e non, che costruisca
monopolio privato, tra precarietà contrattuale
le condizioni strutturali sia per garantire la
e debolezza sindacale.
libertà d’informazione sia per fondare i diritti
I giornalisti affogano nella palude
dei lettori-consumatori.
dell’irrilevanza e del conformismo. Ma anche
Per essere efficace, essa dovrebbe
gli editori, soprattutto quelli della “carta
perseguire cinque criteri:
stampata”, per inconsapevolezza e per
1 sancire la rilevanza di primario
ingordigia, operano per la propria fine. La
interesse pubblico d’una informazione
diminuzione inesorabile delle vendite, una
libera, quale componente necessaria
funzione sempre più irrisoria di fronte a più
per l’esistenza di una democrazia
moderni strumenti di comunicazione,
politica.
un’organizzazione interna feudale, sono
2 stabilire che la libertà d’informare non
davanti agli occhi di tutti, ma nessuno sembra
può essere garantita da altro se non da
vedere e prenderne coscienza. Ci si
un effettivo pluralismo delle fonti.
accontenta di ridursi a veicolo non più di idee

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3 perseguire la massima separazione auspicabile conflitto tra poteri assistiamo al
possibile tra i poteri della “sfera continuo tentativo di ciascun potere di
pubblica”, che va al di là dell’ovvia limitare l’altrui autonomia e di sterilizzare la
separazione dei poteri dello Stato. reciproca competizione. La principale
4 riconoscere al bene “informazione” caratteristica “viziosa” di questa tripartizione
uno status differente da quello di è che tutti e tre i poteri sono fuori dai loro
semplice merce, e quindi costruire per binari.
le imprese editoriali una forma di Le società che amano definirsi
governance con una propria esclusiva democratiche devono finalmente prendere atto
tipicità. di come manchi loro – nella sostanza e nella
5 considerare basilare la presenza del forma – quella “divisione dei poteri” che un
lettore-consumatore tra i protagonisti tempo stava alla base d’ogni riflessione
del processo informativo. liberale. Perciò lo scenario per gli aspetti
principali è tornato pre-stato moderno.
Il potere mediatico ha una enorme
forza, ma non possiede alcun grado di
8. dai tre poteri dello autonomia, è completamente imbrigliato, e le
briglie sono nella mani dell’economia e/o
stato ai tre poteri della politica.
Il potere politico ha perduto grosse
della “sfera pubblica”: quote di autonomia, perché incapace di
risolvere in maniera drastica il problema della
un nuovo separatismo propria autonomia finanziaria e dei
condizionamenti connessi. Inoltre, il politico è
stretto nella morsa dalla stretta connessione
Il liberalismo ha inventato un
tra potere economico e potere mediatico.
principio che è rivoluzionario, perché si fonda
Lo stesso potere economico è
sulla constatazione dell’inevitabilità del
fortemente condizionato dalle scelte delle
potere e della necessità del suo
politiche pubbliche.
frazionamento; ora si tratta di estendere tale
Le reciproche invasioni di campo
teoria a tutta la “sfera pubblica”, di cui il
sono all’ordine del giorno. Il “politico”
potere statale non è che una parte e forse la
sconfina nella comunicazione: saccheggia e
sempre meno rilevante. Solo il potere può
asserve reti televisive, si impadronisce di
frenare gli effetti perversi del potere. Se si
agenzie stampa, fino a qualche tempo fa
considera il potere statuale come un insieme
gestiva – come Stato – persino un quotidiano.
comprendente tutte le funzioni classiche più
Esercita continue pressioni e ricatti sui
quelle che si sono aggiunte, come quella
padroni dei giornali. Da parte loro, gli
amministrativa o quella espressa dalla volontà
industriali della comunicazione, da sempre,
politica dei partiti, si può immaginare nelle
considerano il ricavo economico un sovrappiù
società moderne la complessiva “sfera
rispetto al guadagno che deriva loro dalla
pubblica“ composta appunto dall’apparato
forza di pressione propria dei media usati per
statale, dal potere economico e dal potere
ben altro che per informare. Anche i soggetti
mediatico.
economici che non possiedono direttamente
In questa accezione la “sfera
vettori mediatici controllano e si spartiscono
pubblica“ si identifica piuttosto con la polis,
quel “sovrappiù” condizionando i bilanci
come luogo dove si intrecciano le relazioni e
pubblicitari. Qualche volta lo proclamano
gli scambi dell’agire dei cittadini. Il caso
sfacciatamente.
vuole che si riproponga ancora una volta una
Se fosse riconosciuto e perseguito
tripartizione di veri e propri poteri che
nella pratica politica il principio della
trovano in se stessi la loro forza. Ma il
separazione di questi tre poteri, il salto di
principio liberale del separatismo perlopiù è
qualità democratica sarebbe enorme. Ma
stravolto: così più che al legittimo e

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prima bisognerebbe che diventassero libero. Ci è, infatti, completamente estranea
consapevolezza di massa i guasti provocati quella logica che individua nello Stato il
dalla terribile distorsione causata dalla garante o addirittura il gestore, ridicolo in
dipendenza delle forze politiche dal verità, d’una presunta obiettività o neutralità
finanziamento lecito e illecito dell’apparato dell’informazione, secondo una logica
economico, i guasti generati dalla antisoggettiva che già tanti danni ha inferto.
informazione eterodiretta, i guasti provocati al
mercato dalla burocrazia politica e dai
finanziamenti pubblici.
10. un modello per
la libertà
9. i compiti di garanzia d’informazione.
di uno stato neutrale premessa
Anche il liberista più ossessivo sa
che la libertà economica non può essere in Il nostro modello prevede, per le
contrasto con la libertà tout court, e, qualora grandi imprese editoriali, il conflitto
lo fosse, dovrebbe farsi da parte. concorrenziale tra soggetti privati (non
Se fosse quello dell’informazione inquinati da alcun rappresentante pubblico)
solo un diritto sociale, non avrebbe la all’interno del mercato. Però “soggetti
prevalenza sulla libertà economica. Se, privati” peculiari e sottoposti a vincoli che
invece, viene messa in discussione la libertà perseguono il fine di sottrarli all’influenza di
dei cittadini – come nel caso dei media entrambi gli altri due poteri.
distorti da interessi non propri – è Come si può affermare un modello di
costituzionalmente doveroso liberalizzare uno proprietà-gestione delle imprese di
specifico mercato, spogliandolo di molti comunicazione che sia radicalmente diverso
aspetti schiettamente economici e disegnando da quello attuale e che sia tutto ispirato alla
uno statuto che garantisca totalmente, e renda separazione tra potere economico e potere
autonomo e ben trasparente, proprio quel suo mediatico?
surplus di potere. L’Informazione deve Alcuni, sopravvalutando
mettere in parentesi il suo status di merce per l’insopprimibile carattere industriale ed
potenziare il suo status di bene specifico. Un economico che è parte integrante d’ogni
intervento dell’autorità politica è più che impresa comunicazionale, potrebbero ritenere
legittimo, perché non va contro né la libertà assolutamente utopistico questo progetto di
d’impresa né la libertà d’espressione. La riforma, anche se, in astratto, concordassero
dottrina giuridico-economica prevede la sull’obiettivo di fondo. Eppure qui si indica
legittimità di “norme proibitive”: «I beni, un’utopia possibile. Nessuno mette in dubbio
previsti da norme proibitive, sono resi una componente industriale nei mass media,
incommerciabili, e come tali, sottratti al si pone però l’esigenza di sottolineare le
negoziare del mercato. La disciplina può peculiarità dell’industria mediatica e di
presentare sfumature e gradazioni. […] Qui differenziare i suoi modelli societari da quelli
torna utile d’osservare che la commercialità, delle altre industrie, perché il fine produttivo
cioè la destinazione allo scambio, non è un e di lucro è comunque assolutamente
carattere naturale del bene, ma sempre e secondario rispetto alle finalità pubbliche
soltanto un carattere giuridico»iv. Tutte queste complessive d’un tipo d’impresa che per sua
argomentazioni vogliono dimostrare che è natura è unico. Certo che è difficile. Va a
possibile intervenire anche drasticamente con scontrarsi con una concentrazione di interessi
proposte che rimangono ugualmente tutte che non ha uguali, ma il mondo della politica,
interne alla logica del privato e del mercato se vorrà salvare il suo legittimo potere –

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legato al suo ruolo – e alla fine una qualche
funzione, prima o poi, dovrà comprendere
che, invece di scendere di volta in volta a 11. la rilevanza pubblica
patteggiamenti, ricatti e influenze non
trasparenti, ha come unica via d’uscita il dell’informazione
perseguimento d’una coerente politica di
“separazione”, in grado di mettere ordine
liberale in tutta la “sfera pubblica”. Non c’è La rivoluzione della separazione tra
mercato che non conosca una forte potere economico e potere mediatico può
propensione al monopolio, ma i paesi essere garantita solo dalla “pubblicizzazione
capitalistici dimostrano la loro maggiore o delle imprese mediatiche”, dove
minore capacità di svilupparsi proprio nella “pubblicizzazione” non sta per
maggiore o minore resistenza che sanno “statalizzazione”, ma per riconoscimento
opporre alle concentrazioni di potere e della rilevanza (non funzione, mi
nell’affermazione di regole che diano ordine raccomando) pubblica dell’informazione. Il
alla democrazia industriale. libero contributo alla formazione
Siamo convinti che porre all’ordine dell’opinione pubblica deve essere
del giorno la liberalizzazione dei media considerato, non solo sui manuali ma nella
incontrerebbe un grande favore presso gli realtà, fondamentale e clausola necessaria
elettori-lettori, al punto che le eventuali affinché una democrazia possa definirsi tale.
perdite economiche (che comunque non ci Un’avvertenza è necessaria:
sarebbero) passerebbero in secondo piano, certamente perseguiamo una formazione più
come avviene solitamente quando si libera della pubblica opinione, ma ugualmente
realizzano grandi riforme. Tutti i critici temiamo, insieme con Tocqueville, “la
dall’interno del sistema capitalistico non tirannia dell’opinione”, non essendoci mai
hanno mai smesso di predicare contro le passato per la testa che l’opinione dei molti
concentrazioni economiche; anzi, più sia di per sé più valida di quella dei pochi. Il
aderiscono a teorie liberiste e più si battono nostro obiettivo è di stampo riformatore.
per legislazioni antitrust. Soltanto in Italia Vorremmo che l’opinione pubblica fosse non
vegeta una strana specie di economisti e di mitizzata, ma avesse più strumenti critici e
politici che si proclama liberista ma si schiera fosse meno vittima e condizionata da interessi
dalla parte del monopolio. Se nella patria del alieni. Soltanto questo, ma non è poco.
capitalismo più maturo, gli Usa, per esempio, Basta che si prevedano
si pose e si cercò di risolvere il problema della effettivamente la fuoriuscita dell’impresa
separazione tra finanza e industria, vuol dire mediale dall’unica dimensione dello scambio
che il principio separatista liberale di merci e la sterilizzazione d’ogni controllo
settecentesco “funziona” ancora come pietra economico. Qui si propone un modello che
miliare d’ogni politica che si faccia carico risponde al principio che la proprietà d’un
della questione del Potere. Oggi purtroppo giornale deve essere di chi ci lavora e dei
non sono molte le voci che si innalzano per suoi lettori.
gridare allo scandalo contro una La soluzione, più volte avanzata,
concentrazione di potere (somma di potere della formula della public company è
economico e di potere mediatico) che nel assolutamente la peggiore, proprio perché il
mondo ha portato alla morte ogni libera suo elemento caratterizzante è la
espressione. Eppure siamo ben oltre allo contendibilità del controllo. Un giornale (o
«sterminato potere» denunciato dal New Deal. qualunque altro vettore mediatico) gettato sul
mercato e quotato in borsa soffre di tutti i
difetti che comporta il padrone unico, in più
subisce quelli della maggiore precarietà e
della minore trasparenza della proprietà.
La separazione si realizza con la
formazione di “pseudo-public companies”,
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cioè di società prive di azionisti di riferimento in ciascuna area produttiva: un solo
e non scalabili dall’azionariato. La pseudo- quotidiano, una sola rete televisiva, un solo
public company è definita «un modello in cui, portale in Internet, ecc.. Questa misura ha lo
come nella public company, il controllo è scopo di non deprimere le sinergie che
esercitato da un soggetto che dispone di una obiettivamente si instaurano tra i diversi
quota limitata o nulla del capitale e la campi, ma impedisce all’interno di ogni
proprietà è diffusa, ma che, a differenza della settore la formazione di posizioni dominanti.
public company, non prevede la possibilità di L’eccedenza andrebbe ceduta in forme e modi
ricambio del controllo contro la volontà di chi indirizzati dalla normativa.
lo esercita»v. L’esempio riportato in proposito Il secondo provvedimento introduce
dalla letteratura specializzata è quello delle tre l’obbligatorietà della quotazione in Borsa.
Grossbanken tedesche (Deutsche Bank, C’è da domandarsi: come sarebbe
Dresdner Bank e Commerz Bank), nelle quali l’accoglienza, nel più tipico luogo del
il controllo è esercitato dal management. Le mercato, di un bene che certamente è
qualifica, come abbiamo visto, il carattere non orientato verso obiettivi che esulano dallo
contendibile del loro controllo. scambio economico? La conoscenza del punto
d’arrivo (la pseudo-public company) non
scoraggerebbe, infatti, né la partecipazione
dell’azionariato diffuso né l’intervento degli
12. le difficoltà che investitori istituzionali (le compagnie di
assicurazione, i fondi comuni d’investimento
incontra il modello, e i fondi pensioni). Il primo, l’azionariato, pur
sapendo di non poter che essere “nominativo”
possibili soluzioni e di non poter incidere sul controllo potrebbe
sentirsi persino più attratto da un assetto
Adottando questo modello di finale che, rendendo l’azienda editoriale
liberalizzazione, la volontà politica davvero “pura” (o meno “impura”), sarebbe
riformatrice opererebbe contro soggetti (gli maggiormente garantito rispetto alle
attuali proprietari) fortemente contrari e intemperie politiche e alle avventure più o
risoluti a non accettare ciò che avrebbero meno spregiudicate d’un capitano d’industria.
l’interesse di dipingere come una vera e Con conseguente, inevitabile, valorizzazione
propria espropriazione. Ma che del bene. Per i secondi, la letteratura
espropriazione non sarebbe, perché la specializzata è rassicurante, perché sostiene
trasformazione in pseudo- public company che la presenza (anche solo in prospettiva)
dovrebbe essere garantista dell’attuale valore d’un controllo intoccabile e predeterminato
economico del bene. La mano pubblica, non sposta le opzioni degli investitori
interessata a un riequilibrio dei poteri e allo istituzionali, giacché «il profilo dell’esercizio
stabilimento d’una vera libertà d’espressione, di voto da parte degli investitori istituzionali è
può influire, porre limiti, condizionare in stato spesso ritenuto del tutto secondario,
molti modi. Dovrebbe dare inizio poiché, secondo una diffusa convinzione,
gradualmente a un percorso dichiaratamente questi ultimi (proprio perché interessati
tutto indirizzato non all’acquisizione in unicamente alla massima valorizzazione dei
proprio del bene, bensì alla creazione titoli detenuti e caratterizzati da
progressiva di società private sempre più un’elevatissima diversificazione del
autoreferenziali. Lo strumento principale è portafoglio) sarebbero interessati non a
una legislazione antitrust. intervenire nella gestione delle imprese, ma
Il primo provvedimento, il più unicamente a valutare dall’esterno
importante, impone il vincolo alle proprietà l’andamento della gestione, il corso dei titoli
attuali in tutto il settore mediale (carta ed eventualmente a disinvestire la propria
stampata, televisione, altre forme di partecipazione».
comunicazione) di possedere un solo vettore

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Terzo provvedimento: immissione di quanto la gestione è autoreferenziale (nel
limiti al possesso azionario. Per la senso che risponde esclusivamente agli
privatizzazione in Italia questa norma è stata investitori per gli aspetti patrimoniali e ai
decisiva, come lo è per ogni politica a favore lettori per gli aspetti giornalistici), non è
delle public companies: «Attraverso la contendibile e non fa capo ad azionisti di
determinazione di una soglia massima nella riferimento. Il modello deve salvaguardare
consistenza delle partecipazioni dei singoli anche, nella fase iniziale d’attuazione, quella
azionisti si punta ad impedire una stabile che è definita “efficienza della dismissione” e,
acquisizione del controllo da parte di un quindi, bisogna tendere alla “massimizzazione
singolo soggetto o di un gruppo di azionisti, dei profitti dell’alienante”, il quale deve
legati da patti parasociali o comunque essere ricompensato equamente del
dall’esistenza di rapporti di alleanza progressivo abbandono del bene.
imprenditoriale (testimoniati dall’esistenza di Probabilmente l’abbassamento di valore
un patto in società terze), ciascuno dei quali normalmente causato da un grado più o meno
rimane al di sotto del tetto. L’obiettivo è alto di forzosità nella vendita verrebbe
quello di realizzare una polverizzazione alleviato dalla gradualità di tutta l’operazione.
dell’azionariato nel presupposto che l’assenza E, poi, come escludere addirittura un effetto
di azionisti di riferimento costituisca elemento molto positivo scaturito dal clima di novità e
propedeutico per lo sviluppo d’una public dall’impreziosimento del bene provocato dal
company»vi. Ricordiamo che anche il nuovo assetto, che potrebbe trovare
programma governativo di riordino delle nell’azionariato popolare un incremento
partecipazioni pubbliche del 1992 indicava d’interesse? Operando su questi margini, si
nella formazione d’un azionariato diffuso uno può recuperare la possibilità di distribuire al
degli obiettivi principali delle procedure di management e ai professionisti della nuova
privatizzazione. Un’altra misura limitativa più società liberalizzata una quota di azioni,
audace è la proibizione per gli azionisti d’una anche minima, in grado di formare un nucleo
società mediale, con una quota consistente, di stabile non contendibile, né cedibile.
possedere partecipazioni di rilievo in altre Va da sé che, accanto a questo
società di qualunque tipo. E, ovviamente, modello valido per la grandi imprese
qualunque forma di partecipazione incrociata. editoriali, dovrebbero coesistere, per la varietà
Questo passo non si pone l’obiettivo di creare dei vettori informativi e delle loro dimensioni
la figura dell’editore “puro”, cioè non industriali, formule-quadro differenti, tutte
impegnato in iniziative industriali in altri ispirate ai cinque criteri generali prima
campi (figura che consideriamo fasulla e che enunciati.
in ogni caso giudichiamo inutile), ma vuole Come avviene per le public
avere un valore dissuasivo, per favorire la companies tradizionali, la nuova impresa
fuoriuscita da tutto il settore mediatico di una mediale deve rispondere ad alcuni requisiti
concezione padronale. “quadro” e a uno Statuto d’impresa in grado
Dopo questi tre provvedimenti, si di garantire, di fronte ai lettori e
passa dalla fase “distruttiva” dell’attuale all’azionariato, efficienza e vera autonomia. Il
sistema a quella “costruttiva” del nuovo. Consiglio d’amministrazione, espressione del
Per riassumere: la nuova società nucleo stabile, rappresentativo dunque del
mediale tipo può possedere un solo vettore in management e delle maestranze da un lato, e
ciascun canale della comunicazione; la sua dei giornalisti dall’altro, è distinto in due
struttura societaria è quella di una pseudo parti: una parte manageriale, con i normali
public company; della public company ha compiti amministrativi, e un Consiglio
alcune caratteristiche come la quotazione in editoriale.
Borsa e l’obiettivo d’un azionariato diffuso; è Si potrebbe obiettare che questo
gestita nella parte industriale dal management modello è troppo statico. La scarsa dinamicità
e nella parte editoriale dai giornalisti, tuttavia del vettore costituisce un handicap nemmeno
fuoriesce dal modello della public company in lontanamente paragonabile all’assenza di

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indipendenza, ma comunque è limitativo medesimo: separare la proprietà dei media
dell’efficienza. Con un po’ d’immaginazione, dalla gestione giornalistica.
però, si può concepire un management non La soluzione della pseudo-public
intoccabile. Ugualmente, si possono company è drastica. Ve ne sono altre più tenui
escogitare alcune clausole per rendere più che conserverebbero l’attuale sistema
mobile il corpo redazionale. Per esempio, il proprietario, ma lo subordinerebbero a regole
contratto giornalistico individuale potrebbe tassative già previste in altri settori.
essere a termine (decennale e rinnovabile) e Se si parte dal presupposto
non più a vita come adesso. Oggi, assai dell’irragionevolezza e della perversità di una
giustamente, i giornalisti rifiutano ogni commistione tra poteri diversi, la non
limitazione temporale e ogni mobilità, perché separazione tra una parte del potere
se cedessero su questi due punti, ora che il economico e il mondo dell’informazione
mercato è oligopolistico e fermo, darebbero mette in atto il più classico e il meno
alle attuali Proprietà l’ulteriore definitiva denunciato dei conflitti d’interesse.
arma di ricatto e di asservimento. Al Con l’eccezione vistosa dell’Italia,
contrario, in un contesto liberalizzato e con la sono state inventate delle regole che in taluni
scomparsa della controparte proprietaria, casi rispondono (anche se non perfettamente)
potrebbe essere accettata una mobilità in alla necessità di tenere distinta la proprietà
grado di rendere molto più fluido l’intero dalla sua gestione. Ugualmente, una rigida
settore. D’altronde l’attuale sistema di politica anti-trusts potrebbe frantumare i
garanzie è già completamente in demolizione colossi informativi e portarli a dimensioni
con l’affermarsi di una pratica massiccia di concorrenziali reprimendo accordi di cartello
lavoro nero, precario, a tempo determinato. tra editori o stabilendo soglie alle
concentrazioni molte più basse delle attuali.
Gli stessi proprietari, se badassero –
come sostengono – solo al ricavato
economico, potrebbero avviare essi stessi un
13. la soluzione b. percorso riformatore delle loro aziende che
ridimensionerebbe il loro potere “secondario”
il motu proprio ma aumenterebbe molto i proventi economici,
perché la nuova impresa sarebbe molto più
apprezzata dagli azionisti e dai consumatori.
Ricordiamo che la storia ci insegna
Non avverrebbe in tal caso l’auspicata
che proposte contro interessi costituiti che
demercificazione dei media, ma almeno
apparivano assolutamente indistruttibili si
sarebbero ridotti i danni collaterali. Già Luigi
sono fatte avanti e hanno raggiunto i loro
Einaudi sostenne che «gli attuali proprietari
obiettivi. Si è disgregato lo stato assoluto.
[dei giornali] hanno interesse a rinunciare a
Sono state abolite la schiavitù e la tortura.
diritti, di cui sono destinati fatalmente ad
Uguale destino toccherà alla pena di morte.
essere spogliati, se vogliono salvare quel che
Hanno conquistato i loro diritti le donne. Si è
più dovrebbe ad essi premere, ossia il frutto
sciolta persino l’IRI... Quindi non si può
economico della loro impresa. Aggiungasi
escludere che la necessità d’essere liberi di
che essi si dovrebbero persuadere della
comunicare e d’essere informati, pressante e
convenienza di siffatta abdicazione»vii. Sono
conculcata com’è, non faccia progredire e
passati quasi cento anni da quando i
portare a compimento progetti come quello
proprietari del “Times” e dell’“Economist” di
fin qui disegnato, progetto che ora può essere
Londra abdicarono spontaneamente al loro
giudicato chimerico come lo furono tutti
potere assoluto di scelta dei direttori ed
quelli citati sopra. Ma ogni politica
escogitarono lo strumento di un comitato di
riformatrice ha il dovere di presentare sempre
fiduciari (Board of trustees). Si domandò
una sua Soluzione-B, basta che questa faccia
Einaudi: «Perché dovrebbero i proprietari dei
fare passi sulla stessa strada e inveri gli stessi
maggiori giornali italiani vedere in questa
princìpi. L’obiettivo rimane sempre il

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restrizione un vincolo dannoso, laddove esso una politica innovativa verso il lettore-
sarebbe invece garanzia sicura di prosperità consumatore.
dell’impresa?»viii. La risposta è semplice: nel c) pretendere il rispetto
nostro paese la classe imprenditoriale è assai integrale dell’attuale legislazione sulla
arretrata e mediocre, e non si dedica stampa, in parte inapplicata, facendo
esclusivamente all’interesse aziendale. osservare i diritti già acquisiti dai
Addirittura gli attuali editori sono più lettori e incrementandoli con norme
antiquati dei loro predecessori di alcune sulla trasparenza delle proprietà, dei
generazioni fa, che con il “direttore-gerente” bilanci e dei processi decisionali,
regalarono al giornalismo italiano una breve nonché sul diritto di rettifica e di
fase di grande dignità. difesa della propria onorabilità e della
Per attuare la Soluzione-B, data la propria versione dei fatti.
rilevanza pubblica del pluralismo informativo, d) ridefinire il rapporto tra
le politiche pubbliche dovrebbero: pubblicità e prodotto redazionale,
a) prevedere cospicue sanzionando severamente l’attuale
provvidenze pubbliche condizionate commistione generalizzata, che
alla scelta autonoma dei possessori di costituisce nello stesso tempo una
imprese editoriali a sciogliere il loro grave truffa verso il lettore e una delle
conflitto d’interessi attraverso il cause non secondarie dell’attuale
conferimento a un terzo delle quote degrado e dell’inattendibilità della
detenute nelle stesse, mediante un comunicazione.
“negozio fiduciario” non revocabile o
con un blind trust. Il dibattito politico Se perseguissero lo scopo di
in Italia su questi istituti di garanzia e accrescere l’incidenza, l’autorevolezza e il
di separazione è fuorviante perché valore materiale delle loro imprese, i
condizionato dall’andamento delle proprietari – senza attendere una legislazione
paradossali esperienze contingenti, ma costrittiva – dovrebbero avviare
non è legittimo spogliare di valore autonomamente una riforma indirizzata alla
tutti gli istituti e le regole che la massima trasparenza e alla
dottrina giuridica ha escogitato o potrà responsabilizzazione piena dei diversi e
escogitare per raggiungere – anche distinti ruoli, attraverso:
parzialmente – il fine predetto. a) un nuovo Statuto d’impresa, che
Comunque, sarebbe un passo preveda una separazione netta tra
rivoluzionario rispetto alla situazione gestione industriale e gestione
attuale. giornalistica, affidando
b) applicare una severa quest’ultima a un Consiglio
legislazione anti-trust comprendente editoriale composto da
regole già previste per la proposta A: – da membri permanenti come gli
ossia, il vincolo alle proprietà attuali ex Direttori del giornale, i più
in tutto il settore mediale (carta autorevoli e antichi collaboratori e
stampata, televisione, altre forme di alcuni garanti cooptati dal
comunicazione) di possedere un solo Consiglio stesso per
vettore in ciascuna area produttiva; l’autorevolezza e l’indipendenza
l’obbligatorietà della quotazione in che viene loro riconosciuta;
Borsa e nominatività delle azioni; – membri temporanei come il
limiti al possesso azionario impedendo Garante dei lettori, i
il possesso di più di una centesima rappresentanti del corpo
parte del capitale sociale, fino a redazionale e – perché no? –
raggiungere l’obiettivo di un personalità scelte nella società
azionariato diffuso, semmai civile per il loro momentaneo
collegando l’acquisizione di azioni a ruolo di prestigio (per esempio, il

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Rettore dell’Università locale, c) l’introduzione nel contratto
ecc.). Il Direttore della testata è giornalistico di norme
nominato dal Consiglio editoriale, deontologiche riguardanti sia i
riceve un mandato che dura un giornalisti sia l’amministrazione.
numero prefissato di anni, non
può essere riconfermato ed è
rimosso soltanto se una
maggioranza qualificata del
Consiglio editoriale riconosce il 14. i diritti dei lettori
venire meno di standard
quantitativi e qualitativi
e la corporazione
predefiniti già nello Statuto
dell’impresa. Il Direttore, per
dei giornalisti
essere all’altezza di questo
compito, deve poter decidere le Nessuno mai ha pensato a garantire i
assunzioni (ora può solo diritti dei lettori. Eppure sono consumatori di
proporle), nonché utilizzare una merce ben più delicata di altre, perché
effettivamente tutti i poteri che già condiziona la salute mentale e democratica. Il
gli vengono attribuiti, ma solo lettore oggi non ha che pochissime
formalmente, dall’attuale guarentigie sul prodotto che acquista e quelle
contratto nazionale di lavoro poche sono disattese. Ugualmente il lettore
giornalistico (art. 6), come quelli non viene informato di come si forma nel
di «fissare e impartire le direttive “suo” giornale il processo informativo, e
politiche e tecnico-professionali scarse sono le difese di legge contro le
del lavoro redazionale, stabilire le prevaricazioni ch’egli crede di subire. Forse
mansioni di ogni giornalista». basterebbero poche regole per sanare i guasti
Ogni anno il Direttore, per le più visibili:
spese redazionali, è dotato di un a) Abolizione
budget preventivo adeguato dell’obbligatorietà dell’Ordine dei
all’andamento economico giornalisti. Quindi, cessazione dei suoi
aziendale. Naturalmente il potere privilegi corporativi. Come scrisse
del Direttore è riequilibrato dai Einaudi, «l’albo obbligatorio è
diritti ormai acquisiti dalle immorale, perché tende a porre un
redazioni. Oggi la gran parte di limite a quel che limiti non ha e non
questi poteri sono completamente deve avere, alla libera espressione del
svuotati dagli «accordi tra editore pensiero»ix. Ovviamente a tutti i
e direttore». cittadini dovrebbe essere permesso la
b) la nomina di un “Garante dei fondazione e la direzione di un
lettori”, scelto periodicamente dai qualunque organo d’espressione del
lettori (per esempio, dagli pensiero, senza alcun bisogno né di
abbonati) in una rosa di ex- particolari qualifiche personali né di
giornalisti della testata, il quale è registrazione né di autorizzazioni della
slegato da vincoli gerarchici con la testata (in qualunque modo sia
struttura del giornale e dotato di diffusa). D’altronde, l’attuale Ordine
uno spazio autonomo e non obbligatorio non è in grado neppure di
sindacabile, in cui ogni settimana far osservare le minime norme
possa scrivere il proprio parere deontologiche e sanzionare
sull’informazione offerta dalla adeguatamente le irregolarità più
“testata” e sulle osservazioni del vistose. Se vogliono conservarsi un
pubblico. proprio Ordine, i giornalisti devono

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saper rinunciare alla sua obbligatorietà dell’informazione, a partire dall’art. 21
e ai privilegi connessi. della Costituzione (anch’esso non
b) Obbligo per ogni osservato). Torniamo al codice civile e
pubblicazione di un certo rilievo di al codice penale. Non c’è nulla di
dotarsi di uno Statuto che detti le peggio d’una norma non fatta valere e
regole di comportamento interno. caduta silenziosamente nel
Questo Statuto è reso pubblico e ogni dimenticatoio della desuetudine.
sua violazione può essere sollevata in Analogamente sono inutili tutte le
giudizio da parte del redattore e del “grida“ deontologiche sprovviste di
lettore. sanzioni vere.
c) Ugualmente, in h) Introduzione di queste
permanenza dell’Ordine così com’e regole nel Contratto nazionale di
oggi, sarebbe un segno lavoro giornalistico. Si conosce bene
deontologicamente significativo la l’interesse degli Editori ad avere dei
trasformazione dell’attuale dipendenti “ricattabili” e quindi
bipartizione tra giornalisti predisposti al servilismo; per questo è
professionisti e giornalisti pubblicisti necessaria un’assunzione di
in una tripartizione che comprendesse responsabilità collettiva sulla
anche i giornalisti comunicatori. deontologia.
d) Divieto di assunzione i) Eliminazione delle
nei giornali di giornalisti che negli incongruenze più visibili della
ultimi tre anni hanno svolto attività in “normativa rinnegante”. Il caso più
uffici stampa, agenzie di pubblicità, grave è la contraddizione limitativa
uffici di consulenza e di relazioni del segreto professionale per i
pubbliche. E viceversa, per il principio giornalisti: l’art. 200 del codice penale
di reciprocità, divieto di assumere, in sul segreto professionale con una
detti uffici, giornalisti che abbiano mano estende questo diritto ai
lavorato in una redazione durante gli giornalisti e con l’altra glielo toglie..
ultimi tre anni. Di norma, nei giornali j) Forte attenuazione delle
dovrebbero essere assunti giornalisti conseguenze civili e penali della
professionisti e negli uffici stampa “diffamazione” per mezzo stampa. Dal
giornalisti comunicatori, ma oggi la 1984 la Corte di Cassazione ha
distinzione tra le due carriere non separato, in materia, il procedimento
viene tenuta in alcun conto, con grave penale dal procedimento civile. Da
danno di entrambe le categorie e con quel momento gli italiani, dato che
una penalizzazione irrimediabile della tengono moltissimo al loro onore, se
correttezza dell’informazione. lo restaurano in sede civile, chiedendo
e) Incompatibilità assoluta un risarcimento milionario e
tra il lavoro presso la redazione di una disinteressandosi di pretendere una
testata giornalistica e qualsivoglia condanna in sede penale. Si è reificato
altro impegno professionale, anche l’onore. Spesso le somme reclamate
non formalizzato. sono enormi e la richiesta ha il solo
f) Dichiarazione pubblica scopo d’intimidazione.
sottoscritta all’atto dell’assunzione e
ripetuta periodicamente, contenente
l’elenco delle associazioni politiche,
parapolitiche o comunque inerenti alla
sfera degli interessi giornalistici, a cui
il giornalista aderisce.
g) Effettiva applicazione
di tutta la disciplina del sistema

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cittadini europei, in tutto l’arco dello
schieramento politico e ideale sono
15. conclusioni. preoccupati per le miserevoli condizioni
dell’informazione. La “Società”, che si
la nascita della “società accresce per cooptazione e per adesioni di
sostenitori, ha stabilito che la presenza di
pannunzio” per la libertà giornalisti non possa superare un terzo dei
componenti, proprio per sottolineare che la
d’informazione sua azione è aliena da spirito corporativo e
riguarda ogni cittadino consapevole.
Abbiamo costituito la “Società Ugualmente, il “Pannunzio” non si limiterà
Pannunzio per la libertà d’informazione”, tra all’analisi, al dibattito e alle proposte
coloro che hanno a cuore le sorti di quella che concrete, ma adotterà, in Italia e in Europa,
Kant definiva “libertà di penna”, e che tutti gli strumenti idonei a perseguire i suoi
intendono discutere ed avanzare progetti di scopi di libertàx.
riforma ispirati ai principi e ai criteri esposti
in questo Libro Blu. La “Società Pannunzio” è
un’associazione che non ferma alla
testimonianza delle idee, ma si impegna anche
in azioni concrete di denuncia contro le i R. A. DAHL, Sulla democrazia, Roma-Bari, 2000
ii
violazioni continue, e ormai tollerate da tutti, iii
G. SARTORI, Democrazia: cosa è, Milano, 2000
della legislazione attuale. La “Società” si J. RIFKIN, Voici venu le temps des reseaux, in
“Manière de voir - Le Monde diplomatique”, n. 63,
ispira alla “Société des Amis de la liberté et 2002
de la presse” che sorse in Francia nel iv
N. IRTI, L’ordine giuridico del mercato, Roma-Bari,
novembre del 1817. Vi aderirono personaggi 1998
v
come Benjamin Constant, Achille de Broglie, F. BARCA e altri, Assetti proprietari e mercato delle
Paul-Louis Courier, Jean-Baptiste Say, che, imprese, vol. I, Bologna, 1994
vi
R. PERNA, Public company e democrazia societaria,
con un’attività frenetica fatta di appelli, Bologna, 1998
petizioni, lettere e sottoscrizioni per pagare le vii
L. EINAUDI, Il problema della stampa quotidiana
multe con cui erano penalizzati i giornali [1943], ora in Giornali e giornalisti, Firenze, 1974
viii
d’opposizione, seppero influenzare la riforma ix
Ibidem
della legislazione francese sulla stampa. L. EINAUDI, Albi di giornalisti [1945], ora in Giornali
e giornalisti, Firenze, 1974
Quell’esperienza fu storicamente importante, x Questo Libro blu è in larga parte ricavato da E.
perché per la prima volta alcuni cittadini si MARZO, Le voci del padrone, Edizioni Dedalo, 2006,
organizzarono in associazione per battersi sul dove la trattazione ovviamente è più argomentata e più
tema della libertà dell’espressione del ampia.
pensiero, dimostrando di comprendere che
quella era un’epoca – com’è anche l’attuale –
in cui assumeva un rilievo strategico. Infatti si
può notare come gli attentati alle libertà dei
recenti nuovi vettori della comunicazione
siano simili a quelli che subì ai suoi albori
l’informazione stampata. Il “Pannunzio” fa
anche riferimento esplicito alle battaglie civili
condotte dal “Mondo” e dal suo Direttore,
nonché dal “Movimento Salvemini”. Il
“Pannunzio” fa anche riferimento esplicito
alle battaglie civili condotte dal “Mondo” e
dal suo Direttore, nonché dal “Movimento
Salvemini”. La “Società” è “partiticamente”
non schierata e chiede l’adesione a quanti,

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