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METODOLOGIA PER LANALISI DI

VULNERABILIT SISMICA DI
EDIFICI IN C.A.
MARISA PECCE e LUIGI DI SARNO,
Universit del Sannio, Benevento
EDOARDO COSENZA
Universit di Napoli, Federico II

SUMMARY
The present work focuses on the seismic
vulnerability of buildings with reinforced concrete
frames designed in compliance with seismic
standards before the 1986 National Code. The
approach used herein concentrates on a single
structure to derive an absolute value rather than
assessing groups of buildings. The proposed
approach relies upon numerical simulations and
characterization of mechanical properties of
materials; it can be used to reliably quantify the
seismic safety of building structures. The
methodology employs code provisions, numerical
modelling and formulations available in the
technical literature. Two examples are included to
validate the proposed approach.

1. INTRODUZIONE
Lampio patrimonio di edifici in c.a. progettati
con normative sismiche precedenti a quella
vigente ed eventualmente collocati in zone che
hanno subito una ri-classificazione sismica,
sottolinea in modo deciso limportanza di mettere
a punto procedure affidabili per la valutazione
della sicurezza degli edifici esistenti. La maggior
parte delle strutture esistenti multi-piano con
ossatura intelaiata in c.a. presentano irregolarit
strutturali in pianta ed in elevazione. Inoltre la
scarsa cura dei dettagli costruttivi (ancoraggi,
sovrapposizioni, dettagli dei nodi) riduce
fortemente la possibilit di avere risorse di
resistenza,
deformazione
e
dissipazione
energetica (duttilit) in campo inelastico.
Conseguentemente sotto sisma con intensit
medio-alta, le strutture intelaiate in c.a. avrebbero
danni notevoli alle membrature (travi e pilastri) e/o
zone nodali ovvero si verificherebbero collassi
parziali o globali, che impediscono di sfruttare le
risorse globalmente disponibili.
Lanalisi di strutture esistenti pertanto un
argomento di grande attualit sia per la comunit
scientifica che per il mondo professionale. In
particolare, la ricerca universitaria impegnata
nella definizione di metodologie accurate e/o

semplificate
per
la
quantificazione
delle
prestazioni strutturali e non-strutturali in presenza
di sisma (vulnerabilit sismica degli edifici). Gli
studi disponibili sono comunque principalmente
mirati alla valutazione della vulnerabilit sismica di
gruppi di edifici (vedi per esempio [01], [02] e
[03]). Viceversa assume interesse sempre pi
rilevante analizzare un singolo edificio che pu
essere di importanza strategica o con una
destinazione duso pubblica di rilievo. Inoltre la
nuova normativa sismica introdotta dallOrdinanza
Ministeriale n.3274 [04] introduce alcuni strumenti
per lanalisi del comportamento strutturale degli
edifici esistenti, in particolare di quelli con
ossatura in c.a., che possono essere applicati per
definire la vulnerabilit della costruzione per poi
progettare
un
eventuale
intervento
di
miglioramento e adeguamento. Il carattere
innovativo di tali strumenti, presenti peraltro anche
nelle pi avanzate normative e raccomandazioni
europee [05] ed internazionali (vedi, per esempio,
[06]) si scontra per in taluni casi con la difficolt
di definirne la possibilit e la modalit di
applicazione.
Il presente studio illustra una metodologia per
lanalisi della vulnerabilit sismica degli edifici in
c.a., messa a punto ed applicata ad alcuni casi
reali. I risultati ottenuti mostrano come in taluni
casi metodologie semplificate forniscano risultati
in buon accordo con quelli derivanti anche da
analisi pi accurate per alcuni aspetti, mentre
essenziale lapplicazione di modelli pi sofisticati
per ottenere un risultato veramente significativo
sulleffettiva prestazione della struttura. La
metodologia stata applicata ad esempi reali di
edifici in c.a. destinati a scuole, nellambito delle
attivit di alcune convenzioni tra le Universit degli
Studi di Napoli e del Sannio ed enti Statali di zone
con medio-alta sismicit dellItalia Meridionale.
Sono state scelte e discusse nel presente studio
solo le tipologie strutturali costituite da telai multipiano in c.a. La procedura di analisi articolata in
diverse fasi che utilizzano metodologie pi o meno
complesse (analisi lineari, meccanismi, analisi
non-lineare).

2. METODOLOGIA PROPOSTA
Lanalisi della vulnerabilit sismica di un
singolo edificio pu essere condotta secondo
diverse modalit basandosi sulle indicazioni della
letteratura tecnica specialistica e sulle indicazioni
delle normative internazionali pi avanzate.
La procedura proposta prevede varie fasi che
in parte si differenziano in base alla disponibilit
dei grafici strutturali di progetto. Nel caso delle

strutture in c.a. infatti questo aspetto


fondamentale poich le dimensioni geometriche
degli elementi strutturali ma soprattutto le
armature interne, che definiscono leffettiva
resistenza e duttilit strutturale, non possono
essere individuate facilmente da un rilievo in sito.
I percorsi relativi alle due diverse eventualit
sono sintetizzati nella Figura 1. Si osserva quindi
che in assenza di documentazione sul progetto
originario necessaria una fase preliminare di
rilievo e di progettazione molto impegnativa, la cui
approssimazione influenza in modo sostanziale
laffidabilit del risultato. Inoltre anche le
operazioni di indagini in sito, necessarie in tutti i
casi, devono essere stabilite in modo differente
per i due scenari considerati. Qualora sia
disponibile il progetto, i saggi o le indagini non
distruttive per lindividuazione delle armature
possono essere effettuate in numero pi limitato
per verificare a campione la corrispondenza con il
progetto; in assenza totale di informazioni
lidentificazione dellarmatura deve essere svolta
in maniera pi estesa cercando comunque di
trovare conferma del progetto simulato, inoltre
devono essere individuate le caratteristiche
principali dei solai.
Per quanto attiene il calcestruzzo le indagini in
sito devono essere svolte comunque perch sono
finalizzate alla individuazione della effettiva
resistenza del materiale e le eventuali carenze
dovute ad una cattiva realizzazione o al degrado
nel tempo; analogamente deve essere svolta un
analisi del livello di carbonatazione e della gravit
di fenomeni di corrosione. Una volta individuata la
struttura i due casi si distingueranno solo per
eventuali coefficienti di sicurezza differenziati
correlati al grado di conoscenza. A questo punto
la procedura di analisi si distingue secondo i livelli
di approssimazione come di seguito riportati:
Livello 1: Analisi di meccanismi di crisi e
definizione del massimo tagliante sismico che
pu essere assorbito dalla struttura e che
viene comparato a quello individuato da una
valutazione delle azioni statiche equivalenti
allazione sismica;
Livello 2: Analisi non lineare per la valutazione
della duttilit disponibile e confronto con la
duttilit richiesta dallazione sismica attesa.
In entrambi gli approcci si considerano
strutture dove gli elementi sono prevalentemente
inflessi e quindi la plasticizzazione si modella
mediante linserimento di cerniere plastiche.
Inoltre lapplicazione viene svolta considerando
schemi di calcolo di telai piani trascurando quindi
gli effetti torsionali. Si tratta quindi di un approccio
di analisi in cui si escludono fenomeni di crisi
locali dei nodi trave-pilastro e crisi di tipo tagliante
negli elementi strutturali.

Il primo livello (meccanismo) consente di


collocare rapidamente la struttura in termini di
resistenza alle azioni orizzontali in generale su
una soglia superiore e ipotizzando una duttilit
disponibile molto elevata.
Il secondo livello (analisi non lineare) invece
richiede una definizione accurata della duttilit
disponibile poich il comportamento non lineare e
la definizione di crisi dipendono direttamente dalla
individuazione dei legami momento-rotazione di
travi e pilastri.
Nei
due
esempi
applicativi
riportati
successivamente si svolgono entrambi i livelli di
verifica.

3. CASI STUDIO
Nella presente lavoro si analizzano due esempi
di strutture intelaiate in c.a. multi-piano esistenti
adibite a plessi scolastici.
Per la prima struttura (denominata nel seguito
Edificio A) sono disponibili la relazione di calcolo
ed i relativi grafici esecutivi.
Per la seconda struttura (denominata nel
seguito Edificio B) si proceduto, invece, al
progetto simulato in quanto mancano tutti gli
elaborati di calcolo. Si riporta nel seguito una
breve descrizione degli Edifici A e B considerati, e
dellapplicazione della metodologia proposta. Si
sottolinea che entrambi gli edifici in esame sono
siti in zone gi sismiche allepoca della
progettazione, che ad oggi presentano la stessa
classificazione: alta sismicit per lEdificio A (I
categoria) e media sismicit per lEdificio B (II
categoria). Non sono riportate informazioni sulle
fondazioni, poich le analisi svolte sono limitate
alla sovra-struttura.

3.1. DESCRIZIONE EDIFICI ANALIZZATI


Il corpo di fabbrica indicato come edificio A fa
parte di un complesso scolastico composto di due
edifici intelaiati in c.a. strutturalmente autonomi,
progettati allinizio degli anni 70.
Ledificio si articola su tre livelli oltre ad un
sottotetto avente la sola funzione di isolamento
termico.
La configurazione planimetrica della struttura
intelaiata di tipo rettangolare con dimensioni in
pianta 16.70x22.70m, cos come riportato nella
carpenteria tipo di Figura 2a. Il corpo scala,
anchesso di forma rettangolare e dimensioni
8.00x3.30m, posto in posizione dangolo lungo il
lato di 22.70m della maglia principale ed
realizzato con soletta rampante (spessore 20cm).
Tra i pilastri n.11-12-13-22 presente un

arretramento in verticale in corrispondenza del III


impalcato e della copertura. I pilastri hanno forma

quadrata a ciascun livello; le dimensioni variano a


ciascun piano.

Edificio con progetto disponibile

Edificio progetto nondisponibile

Esame progetto

Rilievo geometria struttura

Controllo in sito dati geometrici e armature

Progetto Simulato

Prove in sito per caratterizzazione


materiali e stato conservazione

Saggi e prove in sito per verifica armature,


caratterizzazione materiali e stato conservazione

capacit/richiesta
molto basso

capacit/richiesta
medio-alta
Analisi 1 livello
(meccanismi)

Verifica Statica

Esito Negativo
Struttura deficitaria

Verifica sismica accurata

Analisi di 2 livello
(analisi non-lineare)
con controllo crisi nodi
e/o taglio

Esito Positivo
Struttura soddisfacente

Suggerimenti interventi

Figura 1. Metodologia per lanalisi di vulnerabilit sismica degli edifici esistenti.

In particolare, al I livello hanno dimensioni


60x60cm, al II livello 50x50cm, al III livello
45x45cm, in copertura sono presenti pilastri
quadrati 40x40cm. I pilastri della scala sono di
forma rettangolare con sezioni 50x35cm (I livello),
45x30cm (II livello) e 40x30cm (III livello e
copertura). Le travi sono tutte emergenti: la loro
sezione per i primi tre impalcati pari a 30x70 cm
per le travi principali e 30x50 cm per quelle
secondarie. Al piano di copertura le sezioni sono
30x60 cm (travi principali su cui scaricano i solai)
e 20x40 cm (travi secondarie). Le travi del telaio
della scala hanno dimensioni 30x50. Le travi su
cui scaricano i solai presentano in corrispondenza
delle estremit delle sezioni variabili di forma
tronco conica (rastremazione sia in pianta che in
elevazione), che incrementa la resistenza si a
flessione che a taglio. Lungo i telai di perimetro
sono presenti al piano interrato delle pareti in c.a.
che partono direttamente dallo spiccato delle
fondazioni e che non erano previste nel progetto
originario. In tali pareti sono presenti aperture per

finestre aventi altezza netta di circa 1.20m. I solai


a ciascun impalcato sono del tipo laterocementizio con soletta in c.a. gettata in opera. Lo
spessore dei solai a ciascun livello pari a 20 cm,
mentre per il solaio della copertura di 16cm. La
copertura del tipo a falde inclinate con una
pendenza pressoch costante del 20% ma con
quote differenti dei colmi in diversi punti
delledificio.
Dalla relazione del progetto e da alcuni saggi
eseguiti in sito si rilevato che le fondazioni si
attestano a quote diverse per raggiungere lo
strato di terreno di migliori caratteristiche che
presenta andamento sub-orizzontale.
Per questo edificio disponibile la relazione di
calcolo
con
indicazione
delle
propriet
meccaniche dei materiali utilizzati. Il calcestruzzo
adottato caratterizzato da una resistenza cubica
caratteristica Rck>225 kg/cm2, mentre lacciaio
del tipo FeB32k non controllato in stabilimento.
Il fabbricato indicato come Edificio B fa parte di
un plesso composto da due edifici di cui uno c.a.

utilizzate staffe 6/15, cos come rilevato in situ, e


ferri sagomati.

( 30 x 50 )

1( 60 x 60 )

19 ( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

( 30 x 70 )

( 30 x 70 )
( 30 x 50 )

13 ( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

( 30 x 70 )

( 30 x 70 )

( 30 x 70 )

2( 60 x 60 )

22 ( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

21( 35 x 50 )

14 ( 35 x 50 )

20( 60 x 60 )

15 ( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

( 30 x 50 )

( 30 x 50 )

23( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

12 ( 50 x 50 )

( 30 x 50 )

( 30 x 50 )

3 ( 60 x 60 )

11( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

24 ( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

( 30 x 70 )

( 30 x 70 )
( 30 x 50 )

25( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

10( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

( 30 x 70 )

26( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

9( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

( 30 x 70 )

( 30 x 70 )

( 30 x 70 )

5 ( 60 x 60 )

4( 60 x 60 )

8( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

( 30 x 70 )

7( 60 x 60 )

( 30 x 50 )

( 30 x 70 )

6 ( 60 x 60 )

( 30 x 70 )

con struttura portante intelaiata e laltro in


muratura. LEdificio B, realizzato negli anni
sessanta, si articola su tre livelli (piano terra,
primo piano e secondo piano) oltre ad un tetto a
terrazzo che risulta interamente pavimentato.
Le strutture del corpo di fabbrica in c.a. sono
costituite da telai spaziali a maglia rettangolare.
Tali telai formano una pianta ad L inscritta in un
rettangolo di dimensioni 14.50x18.00m (Figura
2b). Il corpo scala non presente e laccessibilit
garantita dalledificio in muratura (tra i pilastri 11
e 16 ai vari livelli) e da una scala demergenza
esterna in carpenteria metallica.
La caratterizzazione geometrica della struttura
stata effettuata in seguito ad un accurato rilievo
eseguito in sito. Le 16 pilastrate hanno dimensioni
costanti in elevazione e precisamente 30x50 cm.
Sono presenti travi emergenti ed a spessore: la
loro sezione la stessa a tutti i livelli; in
particolare tutte le travi principali hanno
dimensione 30x50cm, mentre quelle secondarie,
sono 50x20cm e 30x20cm. I solai a ciascun
impalcato sono del tipo latero-cementizio con
soletta in c.a. gettata in opera. Lo spessore dei
solai pari a 20cm. La copertura del tipo a
terrazza con guaina impermeabilizzante, masso
delle pendenze e pavimento. Per tale edificio si
proceduto pertanto ad un dimensionamento delle
armature delle travi e dei pilastri facendo
riferimento alle normative vigenti allepoca della
costruzione. In particolare, tenendo conto che
ledificio era allepoca di costruzione gi ricadente
in zona sismica di seconda categoria, le
sollecitazioni di progetto per travi e colonne sono
state ricavate in base al calcolo di due schemi di
telai piani nelle due direzioni ortogonali, secondo
la procedura operativa tipica dellepoca. Si precisa
che nelle norme sismiche di riferimento non era
presente il coefficiente di protezione sismica e
che pertanto, pur considerando che ledificio fosse
stato progettato come scuola stato assunto
uguale ad 1.0. Nel caso delle travi a spessore, la
loro larghezza (50x20cm e 30x20cm) stata
talvolta ipotizzata per similitudine, non avendo
potuto rimuovere tutte le finiture. Le travi
emergenti
(30x50cm)
sono
presenti
prevalentemente lungo i lati perimetrali del telaio.
Le barre darmatura sono di tipo liscio, con una
classe corrispondente ad un FeB32k, secondo
quanto verificato anche sperimentalmente, ed il
calcestruzzo di classe Rck250, con una tensione
ammissibile pari a 85 kg/cm2. Il coefficiente di
omogeneizzazione (n) stato assunto pari a 10
come da prassi nellepoca. Pilastri e travi sono
stati assunti uguali a ciascun piano. I pilastri sono
stati armati simmetricamente; per le travi, il
calcolo delle armature stato effettuato senza
tener conto dellarmatura compressa. Per le
armature a taglio si considera che siano state

18 ( 50 x 35 )
( 30 x 50 )

17( 50 x 35 )

16 ( 50 x 35 )

( 30 x 50 )

Figura 2. Carpenteria tipo: Edificio A (a) e B (b).

3.2. DESCRIZIONE INDAGINI IN SITO


In entrambi gli edifici studiati si sono effettuati
diversi sopralluoghi al fine di verificare le
caratteristiche dimensionali delle strutture rispetto
alle previsioni progettuali. Sono state controllate a
campione un significativo numero di sezioni di
elementi strutturali (travi e pilastri). Si sono
verificate le armature longitudinali e trasversali di
travi, pilastri e nodi. Come dato significativo
emerso che in corrispondenza dei nodi travecolonna, la staffatura completamente assente
per entrambi gli edifici. Larmatura trasversale
(staffe) presente nelle travi e pilastri. Si tratta
comunque di staffe con diametro pari a 6 con
passo 15cm, cos come evidenziato in Figura 3.

Dallesame visivo non appaiono danni agli


elementi strutturali per entrambe le strutture A e
B. Le fessurazioni di tompagni e tramezzi (parti
non strutturali) sono poco diffuse. Lo stato di
degrado
del
materiale
non
appare
complessivamente avanzato, ma la corrosione
delle armature evidente per gli elementi pi
esposti (cornicioni, facce esterne dei pilastri). Per
quanto riguarda invece i materiali, si deve
sottolineare
che
lidentificazione
delle
caratteristiche meccaniche effettive dei materiali
ha sicuramente un ruolo primario nello studio di
un edificio esistente.
Per i due casi in studio stata inoltre
effettuata una campagna di prove sperimentali in
sito ed in laboratorio per definire e/o verificare le
propriet meccaniche dei materiali utilizzati. In
particolare, le prove (distruttive e non-distruttive)
eseguite su elementi travi e pilastri delle strutture
intelaiate possono riassumersi come di seguito
riportato:
Prove sclerometriche e prove ultrasoniche. I
risultati delle prove sclerometriche ed
ultrasoniche sono state utilizzati singolarmente
e in modo combinato (metodo SONREB);
Carotaggio;
Prova di carbonatazione (in sito e in
laboratorio);
Prove di trazione su barre di armatura
metallica.
Per fissare il numero di prove sul calcestruzzo
si considerata come metodologia base quella
SONREB, mentre le carote sono state prelevate
solo dalle travi in pochi punti in corrispondenza
delle stesse prove non distruttive. Il numero di
prove SONREB stato fissato considerando di
esaminare almeno 2 pilastri e 2 travi per tutti i
livelli.
In letteratura esistono diverse correlazioni per
la valutazione della resistenza a compressione del
calcestruzzo con il metodo SONREB. Sono state
esaminate diverse relazioni presentate in [09], e si
fatto riferimento alla seguente:
R mc = 0,0286 I1.246
Vm1.85
(1)
m
La Rc espressa in MPa e la velocit in Km/s.
La relazione stata applicata per le prove

Profondit di carbonatazione(cm)

Figura 3. Staffatura nodi e pilastri tipo: Edificio A


(sinistra) ed Edificio B (destra).

dellEdificio A, per il quale i valori della


carbonatazione sono risultati in media pari a 4.55.0cm (vedi Figura 4) e le velocit delle prove
ultrasoniche in media superiori a 3500 m/s (vedi
anche Tabella 1). Per contro, per lEdificio B, non
stato possibile effettuare alcuna elaborazione
tipo SONREB in quanto il calcestruzzo risultato
fortemente carbonatato (spessore strato di
carbonatazione variabile tra 50 e 140 mm) e
conseguentemente i valori sclerometrici non sono
ritenuti attendibili. Lindice di rimbalzo (Im)
associato alla prova sclerometrica , infatti,
significativamente
influenzato
dallo
strato
superficiale del calcestruzzo.
10
8
6
Copriferro

4
2
0
25

30

35

40

45

Indice di rimbalzo (Im)

Figura 4. Carbonatazione: risultati Edificio A.


Conseguentemente,
le
resistenze
a
compressione del calcestruzzo per lEdificio B
sono state dedotte solo dalle prove di carotaggio.
Per entrambi gli Edifici A e B si proceduto alla
valutazione della resistenza a compressione
anche con le prove di carotaggio. I risultati delle
resistenze delle carote (Rcar) sono stati convertiti
in resistenza cubica media utilizzando la seguente
correlazione [08]:
,1
R mc = 0,83 R 1car
(2)
Si riportano in Tabella 2 si riassumono i valori
medi delle resistente ottenute dalle prove sul
calcestruzzo.
Edificio A
Rmc
Rmc
Valore medio
2
(kg/cm )
Scarto
quadratico
2
(kg/cm )
COV (%)

Edificio B
Rmc,3

SONREB

CAROTE

CAROTE

247.56

198.75

207

63.68

32.76

34

16.48

16.43

25.72

Tabella 1. Resistenza
calcestruzzo.

compressione

del

Il risultato delle carote per lEdificio A fornisce


una resistenza pi bassa rispetto alle prove
SONREB, pertanto stato assunto alla base nelle
calcolazioni effettuati. Per quanto attiene alle
armature metalliche, per entrambi gli edifici in
esame si hanno barre del tipo liscio. Per ledificio

A, le prove a trazione hanno fornito un valore


medio della tensione di snervamento pari a 4600
kg/cm2; per ledificio B, la tensione di snervamento
media pari a 3500 kg/cm2. Il rapporto di
incrudimento (fu/fy) in entrambi i casi superiore a
1.25; il valore massimo fu/fy=1.34. Inoltre
lallungamento percentuale minimo a rottura
23.8%, denotando quindi un comportamento
duttile.
Per ledificio A si assunto che il livello di
conoscenza

classificabile
come
LC3
(Conoscenza Accurata), mentre per ledificio B, si
ha LC1 (Conoscenza Limitata), secondo quanto
definito in [04], e quindi si sono adottati
conseguenti coefficienti di sicurezza.

4. ANALISI DI VULNERABILITA SISMICA


Per la valutazione della vulnerabilit sismica si
confrontano la resistenza e duttilit richieste alla
struttura da un evento sismico atteso nella zona
dove si trova la costruzione (valutazione
dellazione sismica) con quelle disponibili
calcolate in base alle caratteristiche geometriche
e
meccaniche
degli
elementi
strutturali
(valutazione della resistenza della struttura). Per
la finalit del presente studio si effettuata una
valutazione della sicurezza solo allo stato limite di
danno di collasso [04]. Levento sismico di
riferimento ha un periodo di ritorno 475 anni a cui
corrisponde una probabilit di superamento in 50
anni del 10%. Per tale evento si ammette che
ledificio possa sostenere danni di grave entit,
anche dal punto di vista strutturale, conservando
per la capacit di sopportare i carichi verticali e
dunque senza collassare.

4.1

VALUTAZIONE DELLAZIONE SISMICA

Per le strutture esaminate si proceduto alla


valutazione delle forze sismiche derivanti
dallanalisi statica equivalente, utilizzando lo
spettro delle accelerazioni proposto in [04]; si
assunto
il
coefficiente
convenzionale
di
smorzamento viscoso equivalente pari al 5%. Il
tipo di suolo utilizzato per entrambe le strutture
analizzate del tipo C; il coefficiente di
importanza =1.20. Gli edifici A ed B ricadono,
rispettivamente, in zona ad elevata (accelerazione
al suolo pari a 0.35g) e media (accelerazione al
suolo pari a 0.25g) sismicit della nuova
classificazione. Si nota esplicitamente, che per le
zone sismiche relative agli edifici analizzati, il
valore dellaccelerazione al suolo derivabile dalla
mappatura sismica redatta dallIstituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia (INGV) minore di
circa il 20% in entrambi i casi, a parit di periodo

di ritorno TR=475 anni: 0.29g versus 0.35g


(Edificio A) e 0.21g versus 0.25g (Edificio B). Tali
accelerazioni vengono amplificate per 1.5
considerando quanto indicato in [04] per gli edifici
esistenti. I fattori di struttura q sono risultati pari a
3.30 (Edificio A) e 4.10 (Edificio B), avendo
considerato in entrambi i casi struttura irregolare
in altezza e bassa duttilit, ed avendo assunto il
rapporto di sovra-resistenza u/1 pari ad 1.30
(edificio a telaio con pi piani e pi campate). La
valutazione del periodo fondamentale di
vibrazione stata eseguita con la relazione
normativa semplificata in funzione dellaltezza e
della tipologia strutturale, nella fattispecie si hanno
telai in c.a. Il periodo pari a 0.38s (Edificio A) e
0.43 (Edificio B) e quindi laccelerazione quella
corrispondente al tratto orizzontale dello spettro
normativo. In Tabella 2 sono riportati i pesi sismici
ed i tagli alla base per i due edifici relativamente
allo stato limite di collasso.
Peso Sismico (t)

Taglio sismico (t)

Edificio A

1121.14

672.69

Edificio B

495.39

144.62

Tabella 2. Pesi sismici e tagli alla base.

4.2. VALUTAZIONE DELLA RESISTENZA


La valutazione della resistenza della struttura
stata effettuata mediante (vedi anche Figura 1):

Analisi semplificata con meccanismo di


collasso;

Analisi inelastica statica (pushover).


Per entrambi i metodi utilizzati la resistenza
flessionale degli elementi strutturali (travi e
colonne) stata valutata facendo riferimento al
metodo degli stati limite ultimi modellando la
distribuzione di tensioni mediante lo stress block:
si assume una tensione uniforme pari alla
resistenza nei materiali. Per la resistenza dei
materiali si introducono per il calcestruzzo i valori
medi ottenuti dalle prove in sito, mentre per
lacciaio si fa riferimento alla tensione di
snervamento caratteristica dellacciaio liscio FeB
32k, che sicuramente viene individuato dai risultati
delle prove. I coefficienti di sicurezza per le
resistenze sono in funzione del livello di
conoscenza di ciascuna delle strutture (vedi
Sezione 3.2). Pu ritenersi che le ipotesi assunte
per i materiali sono conservative per stimare la
resistenza effettiva della struttura. Si trascura il
contributo dellarmatura in compressione sia nelle
travi che nei pilastri. Per gli elementi pressoinflessi (pilastri), lo sforzo normale utilizzato per la
valutazione dei momenti ultimi stato determinato

dallanalisi dei soli carichi gravitazionali relativi alla


combinazione sismica riportata nella normativa.

4.2.1. Meccanismi di Collasso


La valutazione della resistenza della struttura
viene effettuata mediante un calcolo a rottura, che
generalmente rappresenta un limite superiore
della resistenza alle azioni orizzontali. Le ipotesi
adottate in questo tipo di analisi sono le seguenti:
1. Il meccanismo che porta ad uno schema labile
e quindi alla crisi della struttura si raggiunge
con la formazione di cerniere a flessione;
2. Nella valutazione delle azioni orizzontali
corrispondenti al meccanismo si assume una
distribuzione delle forze statiche equivalenti
lineare e proporzionale alle masse
3. La modellazione strutturale si basa su schemi
di telai piani e quindi si trascurano gli effetti
torsionali;
4. In base alla tipologia strutturale si considerano
meccanismi (Figura 5) con formazione di
cerniere plastiche al piede ed in testa a tutti i
pilastri del primo piano in corrispondenza dei
momenti Mc (meccanismo di piano) e
meccanismi con cerniere (in corrispondenza
dei momenti Mb) in tutte le travi ed alla base
dei pilastri (meccanismo globale);

Figura 5. Tipici meccanismi di collasso: di piano al


I livello (centro) e globale (destra).
Si esclude la crisi locale dovuta per esempio
ad effetti taglianti, sfilamento di ancoraggi e
instabilit di armatura compressa. Si altres
trascurato leffetto di incrudimento delle barre di
armature delle travi e pilastri.
I tagli alla base relativi ai meccanismi di
collasso ipotizzati (locale e globale) possono
ricavarsi rispettivamente dalle seguenti relazioni:
Tb, piano =

Tb,globale =

c, i

(3.1)

h1

(M

c,i

+ Mb, j

(Hi )
(Hi )2

(3.2)

Dove laltezza del primo interpiano h1, mentre Hi


sono le altezze di ciascun impalcato dallo spiccato
delle fondazioni.
I risultati delle analisi sono sintetizzati in Tabella 3
in termini di rapporto tra il taglio resistente

ottenuto dalle eqn. (3.1) e (3.2) ed il taglio di


progetto, calcolato con laccelerazione di
normativa e in parentesi calcolato con
laccelerazione indicata dal INGV. Si osserva che
in questo secondo caso, essendo le accelerazioni
inferiori a quella di normativa, i coefficienti sono
maggiori.
Meccanismo Locale Meccanismo Globale
Direzione Direzione Direzione Direzione
X
Y
X
Y
0.51
0.50
0.42
0.54
Edificio A
(0.61)
(0.60)
(0.51)
(0.64)
0.60
0.67
0.49
0.56
Edificio B
(0.71)
(0.79)
(0.58)
(0.66)

Tabella 3. Rapporto tagli alla base resistenti e di


progetto (accelerazioni di norma).
Dai valori tabellati emerge che per entrambe le
strutture esaminate si attiva il meccanismo
globale: i rapporti tra i tagli alla base resistenti e
quelli di progetto hanno valori minimi infatti pari a
0.42 (Edificio A) e 0.49 (Edificio B). In generale,
meccanismi di tipo globali sono associati ad
elevate dissipazioni energetiche e sono quindi
auspicabili in zona sismica.
I coefficienti di sicurezza delle strutture sono i
valori minimi dei rapporti riportati in Tabella 3, e
sono sempre inferiori allunit. Tuttavia si
ritenuto che in entrambi i casi sia opportuna una
valutazione delle prestazioni in termini di duttilit,
che potrebbe compensare la carenza in termini di
resistenza. Si proceduto pertanto ad un analisi
non-lineare.

4.1.2. Analisi non-lineare statica (pushover)


Per valutare con maggiore accuratezza la
resistenza e la deformabilit delle strutture in c.a.
in esame si svolta unanalisi di pushover; sono
state assunte le prime tre ipotesi del calcolo a
rottura (vedi Sezione 4.2.1), introducendo un
legame rigido-plastico per le cerniere.
Per ciascuna delle due direzioni principali (X
ed Y) sono stati considerati un verso positivo (X+
ed Y+) e negativo (X- ed Y-) per tener conto della
differenza tra momenti ultimi negativi e positivi
delle travi (diversa armatura superiore ed
inferiore).
Lanalisi consente di tracciare la relazione non
lineare tra taglio alla base e spostamento
dellultimo livello; la condizione ultima corrisponde
al primo raggiungimento
della capacit
rotazionale nelle cerniere. La capacit rotazionale
(u) stata calcolata con la seguente
formulazione suggerita in [04] :

0.2

0.425

max(0.01;') LV
a
u = ast (1 0.38 acyc ) 1+ sl (1-0.37a wall ) ( 0.3 )
fc
1.7
max(0.01;) h
in cui stato assunto:
ast = 0.16 - acciai laminati a caldo o trattati
termicamente;
acyc = 1.00 - per deformazione ciclica con almeno
un ciclo a deformazione ultima;
asl = 0.00 - assenza di scorrimento delle armature
longitudinali al di l della sezione terminale;
awall = 0.00 - travi e pilastri;
= sforzo normale adimensionalizzato valore
assunto in corrispondenza del passo di carico
considerati;
e = percentuale meccanica dellarmatura
longitudinale in trazione e compressione,
rispettivamente;
fc = fcd = resistenza a compressione del
calcestruzzo;
Lv = Msd/Vsd = lunghezza a taglio di travi e
colonne;
h = altezza utile della sezione trasversale (Lv/h =
1.0 conservativamente, in quanto la snellezza di
travi e colonne tale da garantire che leffetto
tagliante non sia rilevante per la valutazione della
capacit rotazionale);
fyw = fyd= tensione di snervamento dellacciaio
delle staffe;
d = 0.00 - percentuale di armatura inclinata in
ciascuna direzione;
sx = percentuale di armatura trasversale data da:
(4.2)
sx = Asx bw sh
in cui sh linterasse delle staffe assunto nel caso
in esame pari a 15 cm in accordo con le indagini
in sito;
= fattore di efficienza del confinamento dato
dalla seguente espressione:
2
sh sh bi

11


2 bc 2 hc 6 hc bc

= 1-

(4.3)

in cui bc ed hc sono le dimensioni del nucleo


confinato, bi indicano le distanze delle barre
longitudinali trattenute da tiranti o staffe presenti
sul perimetro.
Nelle Tabelle 4 e 5 sono riassunte le rotazioni
disponibili massime (u,max) per travi e pilastri

f yw

sx

fc

25

1.45100

(4.1)

secondo le due direzioni principali degli Edifici A e


B. Il calcolo delle rotazioni stato effettuato con
gli sforzi normali nelle membrature derivanti dalla
combinazione sismica.
Direzione X

Direzione Y

Elemento

+X

-X

+Y

-Y

Travi

2.83

3.33

2.58

3.23

Pilastri

4.98

6.29

4.03

6.99

Tabella 4. Valori massimi di rotazioni disponibili,


espressi in percentuale (Edificio A).
Direzione X

Direzione Y

Elemento

+X

-X

+Y

-Y

Travi

1.90

2.10

1.90

2.10

Pilastri

1.80

1.80

1.80

1.80

Tabella 5. Valori massimi delle rotazioni


disponibili, espressi in percentuale (Edificio B).
Si riportano nelle Figure 6 e 7 le posizioni
relative alla prima cerniera e quelle in condizione
di collasso per lEdificio B. Si osservi che la prima
cerniera si forma in un elemento trave. Lo stesso
risultato stato ottenuto anche per lEdificio A. In
condizione di incipiente collasso, le cerniere si
distribuiscono nelle travi e nei pilastri. In
particolare, le cerniere plastiche si formano non
solo alla base dei pilastri del primo livello ma
anche in quelli dei piani intermedi. Questo
conferma che gli edifici esaminati non rispettano i
principi di progettazione della gerarchia delle
resistenze cos come implementati nella recente
Ordinanza [04]. Il meccanismo globale previsto
dalle norme, in quanto associato ad unelevata
dissipazione energetica, non si attiva n per
lEdificio A n quello B. Questo risultato tipico di
molte delle strutture intelaiate esistenti in c.a. [09].

Figura 6. Formazione della prima cerniera plastica nei telai delledificio B: direzione Y.

Figura 7 Distribuzione cerniere plastiche in corrispondenza della condizione ultima direzione Y: Edificio B.
500
400
Y

Forza (t)

meccanismo Y

300
meccanismo X

200
100
0
0

10
Spostamento (cm)

20

Y+ Y-

meccanismo Y

80

15

Forza (kg)

meccanismo X

X-

60

X+

40
20
0
0

10
Spostamento (cm)

15

20

Figura 8. Curve di capacit: Edificio A (alto) e B


(basso).
I tagli resistenti globali (taglio sismico alla
base) calcolati con lanalisi di pushover sono
generalmente
in
buon
accordo
con
i
corrispondenti tagli sismici ricavati con i
meccanismi di collasso, come pu desumersi
dalle curve di capacit (carico-spostamento punto
di controllo) riportate nella Figura 8 per le direzioni
principali degli edifici esaminati. In particolare per
ledificio A i valori dei tagli calcolati con i
meccanismi sono inferiori a quelli derivati dalle
analisi di pushover in quanto la formazione delle
cerniere plastiche a collasso non corrisponde n a
quella associata ai due meccanismi fondamentali
ipotizzati nellanalisi limite, cos come illustrati in
Figura 5. Inoltre la differenza tra i due versi di
azione del sisma lungo le due direzioni principali
(X ed Y) trascurabile.
Poich la risposta in termini di capacit
conferma linsufficienza del livello di sicurezza
della struttura, ma le curve di pushover
evidenziano una elevata duttilit disponibile, si
procede a rapportare la duttilit richiesta con
quella disponibile, utilizzando il metodo suggerito

in [04]. Si introduce lequivalenza tra la struttura


intelaiata ed un sistema ad un grado di libert, che
abbiamo lo stesso periodo fondamentale di
vibrazione [10]. In Tabella 6 sono riassunti i
parametri necessari per lequivalenza per ledificio
A. La duttilit globale disponibile misurata in
termini di spostamento massimo d*max (ottenuto
dalle curve di Figura 8) viene rapportata a quella
richiesta indicata nella stessa tabella con Sde. Il
rapporto sempre maggiore dellunit (valore
minimo del rapporto d*max / Sde pari a 1.13). Un
risultato analogo si ottenuto per ledificio B
(Tabella 7), per il quale il minimo rapporto d*max /
Sde pari a 1.07. Per ledificio; i valori in Tabella 6
sono uguali per le direzioni positive (X+ e Y+) e
negative (X- e Y-), in base a quanto ottenuto
dallanalisi inelastica.
Si pu concludere che in entrambi i casi la
struttura in grado di assorbire lazione sismica
prevista dalla normativa. Tuttavia il risultato
ottenuto non conservativo poich la metodologia
stata applicata considerando schemi di telai
piani e quindi trascurando gli effetti torsionali;
limporta di questo aspetto chiaramente
collegata alla irregolarit in pianta delledificio, che
sicuramente molto pi rilevante nel secondo
esempio.
Per
ledificio
B
lindagine
andrebbe
ulteriormente spinta in dettaglio introducendo uno
studio non-lineare spaziale, anche se i coefficienti
di Tabella 7 sono tali da potere garantire anche
eventuali incrementi medi della richiesta del 1020%. Infine si effettuato un controllo di eventuali
rotture locali dovute alla carenza di resistenza dei
nodi e di resistenza a taglio delle travi. Per
entrambi gli edifici, le resistenze a taglio delle travi
garantiscono leffettiva formazione dei meccanismi
flessionali ipotizzati. Viceversa i nodi non confinati
(laterali e dangolo) presentano in tutti i casi una
resistenza modesta che comporterebbe una crisi
della struttura prima di attingere i relativi
meccanismi di crisi. Pertanto il risultato dellanalisi
di vulnerabilit si pu ancora ritenere valido
ipotizzando solo un intervento di rinforzo dei nodi,
mentre per avere una valutazione ancora pi
affidabile della vulnerabilit lanalisi nonlineare
andrebbe eseguita considerando linserimento
anche del comportamento inelastico (flessione e
taglio) del nodo, che sicuramente limiterebbe la
duttilit globale della struttura.

X+
2

X-

Y+

Y-

m* [kg s /cm]

1121

817

1.02

1.27

F* [kg]

263870

295376

k* [kg /cm]

131935

59914

T* [s]

0.58

0.73

Sde [cm]

10.14

12.78

d*max [cm]

17.22

14.44

d*max / Sde

1.70

1.13

6.

Tabella 6. Parametri relativi allanalisi in elastica


statica secondo normativa (Edificio A).
+

m* [kg s2/cm]

347

352

1.25

1.25

della struttura, nonch leventuale controllo di crisi


locali (ancoraggi, taglio, instabilit barre
armatura), ma anche leventuale importanza delle
irregolarit
del
comportamento
spaziale
delledificio. Si sottolinea, infine, che il tipo di
analisi svolta consente, oltre che di stimare lo
stato effettivo della struttura, di avere indicazioni
sul tipo di intervento eventualmente necessario.

F* [kg]

49634

47878

59822

56038

k* [kg /cm]

32569

30818

45898

42525

T* [s]

0.65

0.67

0.55

0.57

Sde [cm]

11.34

11.99

9.62

9.98

d*max [cm]

12.17

15.16

12.16

11.61

d*max / Sde

1.07

1.26

1.26

1.16

Tabella 7. Parametri relativi allanalisi in elastica


statica secondo normativa (Edificio B).

5. CONCLUSIONI
Il presente studio illustra una metodologia per
lanalisi della vulnerabilit sismica degli edifici in
c.a., messa a punto ed applicata a diversi casi
reali. I risultati ottenuti mostrano come in taluni
casi
metodologie
semplificate,
come
la
determinazione di meccanismi, forniscano risultati
in buon accordo in termini di capacit con quelli
derivanti anche da analisi pi accurate. Viceversa,
Le risorse della struttura in termini di duttilit
devono essere stimate necessariamente con
metodologie pi accurate. E evidente che
laffidabilit del risultato dipende dal livello di
conoscenza delle strutture e delle caratteristiche
dei materiali, per cui ha un ruolo fondamentale la
fase preliminare di raccolta delle informazioni e
delle indagini in sito. Lutilizzazione di una
procedura di analisi sofisticata ma basata su una
conoscenza limitata, sarebbe sicuramente una
scelta poco razionale.
Inoltre devono essere ben definite le ipotesi su cui
sono basati i modelli di analisi, ed in particolare la
definizione del comportamento inelastico locale
(travi, pilastri, nodi) che determina quello globale

BIBLIOGRAFIA

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buildings." IBK Bericht, Bd. 273, Institute of
Structural Engineering, Swiss Federal Institute of
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Specific rules for various materials and elements.
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EMERGENCY
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[06] FEDERAL
AGENCY, NEHRP Recommended provisions for
seismic regulations for new buildings and other
structures FEMA Report No.450, Washington DC,
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progettati per carichi verticali", Atti del IX Congresso
Nazionale Lingegneria sismica in Italia Torino,
1999 (CD-ROM);
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crolli: applicazione ad un caso di studio. Atti del
Convegno Internazionale Crolli e Affidabilit delle
Strutture, Napoli, Italia, pp.349-360, 2003;
[09] C. FAELLA, E. MARTINELLI, E. NIGRO, "On the
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reinforced concrete existing buildings, Atti del 12o
Convegno Europeo di Ingegneria Sismica, Londra,
Articolo n.728, 2002 (CD-ROM);
[10] P. FAJFAR, "A nonlinear analysis for performancebased seismic design", Earthquake Spectra, 16(3),
pp.573-592, 2002.

10

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