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Ma io penso che si possa uscire dalleuro

di Luciano Gallino 22 Settembre 2015


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I motivi per cui sarebbe necessario per l italia uscire dall a moneta unica euro
pea (e sarebbe anzi inevitabile) e i modi in cui potrebbe accadere. La Repubblic
a, 22 settembre 2015
LITALIA ha due buoni motivi per uscire dalleuro, un tema di cui si parla ormai in
tutta Europa (Germania compresa). Il primo che, sovrapponendosi alle debolezze s
trutturali della nostra economia, leuro si rivelato una camicia di forza idonea s
olo a comprimere i salari, peggiorare le condizioni di lavoro, tagliare la spesa
per la protezione sociale, soffocare la ricerca, gli investimenti e linnovazione
tecnologica e, alla fine, rendere impossibile qualsiasi politica progressista.
Risultato: otto anni di recessione, che hanno provocato la perdita di quasi 300
miliardi di Pil al 2014 rispetto alle previsioni del 2007; 25% di produzione ind
ustriale in meno, un mercato del lavoro di cui difficile dire quale sia laspetto
peggiore fra tre milioni di disoccupati, tre-quattro di precari e due o tre di o
ccupati in nero. Grazie ai quali lItalia detiene il primato delleconomia sommersa
tra i Paesi sviluppati, pari al 27% del Pil e circa 200 miliardi di redditi non
dichiarati. I costi economici e sociali delleuro superano i vantaggi.
Il secondo motivo per uscire dalleuro leccessivo ammontare del debito pubblico, il
che rende di fatto impossibile per lItalia far fronte agli oneri previsti dal co
siddetto Fiscal compact e a una delle clausole fondamentali dellUnione economica
e monetaria. Il Fiscal compact prevede infatti che in ventanni dal 2016 il rappor
to debito/ Pil, che si aggira oggi sul 138%, dovrebbe scendere al 60, limite obb
ligatorio per far parte delleurozona. In tale periodo detto rapporto dovrebbe qui
ndi scendere di 78 punti, cio 3,9 lanno. In termini assoluti si dovrebbe passare d
al rapporto 2200/1580 miliardi di oggi a 948/1580 nel 2035 (da convertire nel ri
spettivo valore del ventesimo anno). Vi sono solo due modi di raggiungere tale r
isultato, e infinite combinazioni intermedie che per non lo cambiano: o il Pil cr
esce di oltre il 5% lanno per un ventennio, o il debito pubblico scende di oltre
3 punti percentuali lanno. Tenuto conto che le ipotesi pi ottimistiche di crescita
del Pil per i prossimi anni si collocano tra l1 e il 2% lanno, e che il servizio
del debito 95 miliardi nel 2015 continuer a ingoiare decine di miliardi lanno, amb
edue le ipotesi non sono concepibili. In altre parole impossibile che lItalia rie
sca a rispettare il Fiscal compact. LItalia si ritrova cos nella condizione degli
Stati membri della Ue che attendono di entrare nelleurozona perch debbono soddisfa
re alcune clausole previste dal trattato sullUnione economica e monetaria. Come d
ire che lItalia tecnicamente gi fuori dalleurozona, poich non in condizione di soddi
sfare a una delle clausole chiave: un rapporto debito pubblico/Pil non superiore
al 60%. Tale situazione dovrebbe essere invocata per recedere dalleurozona.
Non sono necessari sfracelli per arrivare a tanto. Basta far ricorso allarticolo
50 del Trattatto sullUnione europea, comprendente le modifiche introdotte dal Tra
ttato di Lisbona il 1 gennaio 2009. Esso stabilisce che ogni Stato membro pu decide
re, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dallUnione (para
grafo 1). Il paragrafo 2 precisa quali vie il procedimento di recesso deve seguir
e. Lo Stato che decide di recedere notifica lintenzione al Consiglio europeo. LUni
one negozia e conclude un accordo sulle modalit del recesso. Laccordo concluso dal
Consiglio a nome dellUnione.
Dalla lettura dellart. 50 si possono trarre alcune considerazioni: a) la recessio
ne avviene dopo un negoziato; b) il negoziato condotto sotto lautorit del Consigli
o europeo, organo politico; c) dato presumere che quando uno Stato notifica linte
nzione di recedere, determinate misure tecniche, tipo un blocco temporaneo allesp
ortazione di capitali dallo Stato recedente, siano gi state predisposte in modo r
iservato.

Mentre lart. 50 ha posto fine allidea che la partecipazione allUnione sia per sempr
e irrevocabile per vie legali, qualche dubbio sussiste sulla possibilit di recede
re dalla Uem la veste giuridica delleuro senza uscire dalla Ue, poich larticolo in
questione menziona soltanto questa. Peraltro la letteratura giuridica ha ormai s
ciolto ogni dubbio: poich il trattato sulla Uem soltanto una parte della struttur
a giuridica della Ue esistono Stati membri della Ue ma non delleurozona arduo neg
are il principio per cui uno Stato membro possa recedere dalla Uem ma non dalla
Ue. Per cui il negoziato per luscita dalleuro dovrebbe aprirsi con la dichiarazion
e di voler restare nella Ue. I costi per la recessione dalla Ue sarebbero superi
ori ai costi di una sola uscita dalleurozona. Uno Stato che uscisse oggi dallUe si
troverebbe dinanzi ad altri 27 Stati, ciascuno dei quali potrebbe imporgli ogni
sorta di restrizioni al commercio, oneri doganali, aumenti del prezzo di beni e
servizi. Limpossibilit di accedere ai mercati Ue costringerebbe uno Stato ad affr
ontare costi di entit paurosa.
Resta da chiedersi dove stia il governo capace di condurre un negoziato per la r
ecessione dellItalia dalleurozona in base allart. 50 del Trattato sulla Ue. Lattuale
, come quasi tutti i precedenti, un esecutore dei dettati di Bruxelles, Francofo
rte, Berlino. Chiedergli di aprire un negoziato per uscire dalleuro non ha senso.
Si pu coltivare una speranza. Che si arrivi a nuove elezioni, dove ci che signifi
ca recedere dalleuro in termini di ritorno della politica a temi quali la piena o
ccupazione, la politica industriale, la difesa dello stato sociale, una societ me
no disuguale, sia al centro del programma elettorale di qualche emergente formaz
ione politica. Prima di cedere alla disperazione, bisogna pur credere di poter f
are qualcosa.

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