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za)
Parte seconda
zativi, ottenuta mediante un processo di cambiamento che richiede, come tutti i reali cam-
vo o condiviso; un gruppo di lavoro segue un percorso ben determinato che parte dal por-
tare alla luce le cause dei risultati non in linea con le attese, per arrivare allʼidentificazione
di possibili soluzioni.
Questo percorso si differenzia in base allʼoggetto del lavoro di gruppo, pur essendo
tivi dovrà infatti essere in linea con la tipologia di problemi affrontati, dove si possono in-
modello Kaplan Norton); 2. eccellenza operativa (miglioramento dei processi e della quali-
tà del servizio con Lean Six Sigma); 3. sviluppo organizzativo e dei modelli di gestione
centralità del cliente e il coinvolgimento dei lavoratori come elementi centrali dellʼintero
metodo. Rispetto a certi approcci Lean che prediligono lʼinsegnamento di metodi e tecni-
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Il coaching organizzativo si presta molto bene in tutti quei casi in cui sia prevedibile e/o
auspicabile un significativo impatto culturale, ad esempio nel momento in cui si renda ne-
cessario far evolvere il modello di servizio dellʼazienda o di un settore della stessa. E non
si tratta solamente di miglioramento del servizio rispetto al cliente finale: anche interna-
mente allʼazienda esistono aree dove spesso la cultura tecnica prevarica la logica del ser-
vizio e mi riferisco in modo particolare ai Sistemi Informativi, che possono essere diventare
leva strategica solo quando uniscono ad unʼottima competenza tecnica anche lʼorienta-
mento al servizio e al business, cosa non frequente in realtà. Altro interessante ambito di
applicazione si trova nelle situazioni legate a transizioni strutturali di mercato, come quella
che stiamo assistendo in questo momento nel mercato finanziario dove il modello basato
su alchimie e giochi di prestigio finanziari, che nulla aveva a che fare con le reali esigenze
dei clienti, sta lasciando il posto ad una maggior consapevolezza rispetto alla necessità di
ritornare ad un modello economico forte, che riparta dal cliente e dalle finalità istituzionali
degli enti finanziari1 . La riflessione necessaria per riconoscere il modello di servizio appli-
cato e valutarne gli effetti sul cliente e in generale sugli stakeholders richiede apertura,
condivisione, confronto, elementi che stanno alla base del lavoro di gruppo nellʼambito di
1 un amico mi diceva poco tempo fa che “stiamo tornando a fare banca, come si faceva 15
anni fa, ponendo attenzione agli indici industriali e al cliente.”
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cità dellʼazienda, come ad esempio miglioramento del servizio al cliente nel settore finan-
ziario, riduzione dei tempi di pagamento delle fatture passive, riduzione dello spreco e dei
costi insiti nel ciclo passivo, miglioramento dellʼefficacia di gruppi di lavoro aziendali.
2. trasparenza sugli obiettivi del progetto e sulle modalità di gestione dello stesso:
re approvate, ma che devono trovare una giusta considerazione da parte della direzio-
ne;
5. uno o più facilitatori che dovranno garantire la corretta applicazione del metodo ed
Il top management deve essere garante di questi elementi, fornendo la direzione verso
La fase preliminare del progetto prevede degli incontri con lʼente richiedente e con gli
clienti interni). Eʼ anche opportuno effettuare una prima rilevazione sul campo per poter
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stanno operando. In questa fase è sempre opportuno ricordare le parole di Taichi Ohno,
padre del Toyota Production System, “go and see, ask why and show respect.”
essere persone direttamente coinvolte nel processo che si andrà ad indagare, sia esso un
ciclo passivo, ecc.). La vicinanza con il problema permette una conoscenza più diretta e
approfondita dello stesso; solitamente le persone che operano su una certa fase di un
processo sono anche i più profondi conoscitori delle problematiche ad esso connesse e
quindi possono offrire un valido contributo agli obiettivi del gruppo. Eʼ opportuno che tutti i
settori coinvolti sul processo da analizzare siano coinvolti, così da avere una visione com-
pleta sul processo stesso. Devono inoltre essere individuati uno o più sponsor del progetto
che individuino le risorse necessarie al buon funzionamento del progetto e che forniscano
Una volta costituito il gruppo di lavoro alternerà delle sessioni di formazione con delle
sessioni più operative che serviranno a definire lo stato attuale del processo o del modello
sono varie tecniche di supporto a queste fasi di progetto fra cui il facilitatore può scegliere
quelle più consone al suo stile o più adatte alla specifica realtà in cui si trova ad operare,
come ad esempio G.R.O.W. (goals, reality, opportunities and way forward), o DMAIC (de-
Personalmente trovo più semplice utilizzare GROW per la gestione del gruppo, in
quanto questo metodo nasce come strumento di brainstorming di gruppo e risulta facile
dare ritmo comune e focalizzare lʼattenzione delle persone usando questo percorso a 4
fasi.
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Prima però di addentrarci nellʼuso di GROW cerco sempre di anteporre lʼascolto del
cliente (VOC). Lʼincontro diretto con i clienti (clienti veri in carne ed ossa, non studi di mer-
che interne o di settore. Le esigenze del cliente diventano poi elementi fondamentali per
Per lʼanalisi della situazione attuale (Reality) si possono utilizzare vari strumenti (nu-
merici, visuali; mappe di processo, diagrammi cause-effetto, analisi statistiche, ….) a se-
Una volta individuate possibili proposte (Options) è importante poter valorizzare i mi-
glioramenti previsti e sviluppare un nuovo modello di processo e/o un nuovo modello or-
ganizzativo. La misurazione dei potenziali benefici (riduzione dello spreco, tempi di pro-
cesso e di ciclo, costi della non qualità, …) è fondamentale per la successiva valutazione
delle strade da intraprendere (Way forward) che dovrà essere discussa con i committenti
misurazione è inoltre fondamentale per “chiudere il cerchio” rispetto al tema iniziale, ovve-
Prima della decisione sulla via da intraprendere può essere opportuno sviluppare spe-
Ultimo passo, una volta definite le proposte da sottoporre al top management, è la co-
struzione di una matrice che lega obiettivi, metriche di misurazione e progetti (Piano delle
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azioni) che serve per valutare pianificare le azioni di implementazione e per controllarne
lʼavanzamento.
Lʼinsieme di proposte, risultati delle sperimentazioni e possibile piano delle azioni vie-
Fin qui siamo rimasti a livello operativo, ovvero al livello di analisi del problema di per-
formance assegnato al gruppo. Esiste però anche il meta-livello relativo al sistema di rela-
zione interno al gruppo e del processo di apprendimento, che deve essere adeguatamente
Qui possono essere utilizzate diverse tecniche specifiche di interventi di team building:
Nel coaching organizzativo lʼobiettivo del lavoro svolto sul meta-livello consiste nel fa-
cilitare il lavoro di gruppo (condivisione delle cause, produzione di nuove idee) e ridurre la
conosciuto molte persone che sul lavoro si limitano ad un contributo minimale, per poi
scoprire che al di fuori dellʼambito lavorativo gestiscono realtà complesse quali un gruppo
2 per un approfondimento sul self empowement rimando alle diverse opere pubblicate da
Massimo Bruscaglioni fra le quali ricordo M. B. e S. Gheno, “Il gusto del potere. em-
powerment di persone e azienda” , Franco Angeli
3 vedi “Theory U, Leading from the Future as it emerges” di Otto Scharmer, che potete tro-
vare su www.presencing.com
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jazz, una corale4, o associazioni con varie finalità. Questa energia rappresenta la differen-
za fra eseguire un compito con coscienza (e il minimo di sforzo possibile) ed essere proat-
tivi e generativi.
apprendimento, ovvero le modalità che ogni membro del gruppo adotta per assimilare no-
zione). Questʼultima parte è spesso lasciata un poʼ al caso, come se fosse cosa spontanea
e naturale. Ciò è vero solo in parte, infatti la maggior parte delle persone non adotta un
Ma per una persona lʼapprendimento più importante è dato dallʼesperienza o dalla speri-
mentazione, che poi è esperienza in vitro. Ma quante volte in azienda ci si sofferma sulle
del colpevole, lʼinvito esplicito o implicito a “stare al proprio posto” sono comportamenti
manifestarsi del processo di sviluppo e condivisione della conoscenza, che invece si fon-
in un percorso per prove ed errori, quando però gli errori vengano utilizzati come fonte di
nuova conoscenza.
listi settoriali, che spesso appartengono a diverse aree aziendali (Formazione, Organizza-
zione, Sviluppo, …). Chiameremo “funzionamento del gruppo” lʼinsieme delle azioni volte a
Eʼ proprio grazie a questa “pluralità” che si riesce ad affrontare i progetti in modo più
ampio, con un approccio sistemico che consenta di “vedere da più punti di vista” i problemi
spicabile che ogni intervento di coaching organizzativo sia pianificato e gestito da persone
da me sperimentata consiste in un team composto da due persone di cui una con compe-
tenze psicologico-sociali ed una con competenze più orientate agli aspetti organizzativi e
maggior vicinanza ai problemi del business. Un team di facilitatori così formato è in grado
di osservare efficacemente sia il livello operativo, sia quello che abbiamo chiamato di fun-
Conclusioni
know-how organizzativo ai membri del gruppo in modo che possano a loro volta diffondere
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