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Copyright, Privacy e libert di Espressione

Rapporto tra protezione del diritto dautore, dei dati personali e


dellaccesso allinformazione nel contesto Italiano ed
Europeo.
Le societ contemporanee sono comunemente definite come societ
dellinformazione in quanto essa ormai uno degli elementi pi preziosi (se non il pi
prezioso in assoluto) del nostro sistema economico e sociale. Negli ultimi anni con la
rapida evoluzione delle nuove tecnologie digitali il termine informazione sempre
pi spesso divenuto sinonimo di condivisione.
La nuova realt di Internet ha favorito la libera circolazione delle notizie in un
ambito globale e allargato laccesso a contenuti di tipo culturale ad una grande massa
di utenti. Questo, per, sempre pi spesso ha portato a scontrarsi con la necessit di
tutelare i diritti degli autori dei contenuti stessi.
Il discorso sulla protezione dei diritti dautore da una parte e la difesa dei dati privati
e della libert di espressione e informazione dallaltra amplissimo e aperto a pi di
una prospettiva. Non lo si vuole certo trattare approfonditamente in questa sede, ma
solo mostrare come un particolare aspetto di questa dibattito, ovvero la difesa della
propriet intellettuale nellera della comunicazione digitale, vada spesso a scontrarsi
con dei diritti fondamentali dei privati cittadini quali, appunto, il diritto alla privacy,
alla libert di espressione e di accesso allinformazione.
In particolare vorrei soffermarmi su come la questione abbia un impatto diverso a
seconda che si tratti del contesto nazionale Italiano o di quello internazionale
dellUnione Europea.
Quadro legislativo
La libert di espressione e lesistenza di media indipendenti e diversificati sono
condizioni necessarie per qualsiasi democrazia degna di questo nome.
A livello europeo questo principio lo troviamo espresso nellarticolo 10 della
Convenzione europea dei Diritti dellUomo, ogni persona ha diritto alla libert
despressione. Tale diritto include la libert dopinione e la libert di ricevere o di
comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle
autorit pubbliche e senza limiti di frontiera.
Questa libert non tuttavia assoluta. Il paragrafo 2 dellarticolo consente
restrizioni al diritto qualora esse siano necessarie alla sicurezza nazionale,
allintegrit territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dellordine e alla
prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della
reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o
per garantire lautorit e limparzialit del potere giudiziario.
In Italia principalmente lArticolo 21 della Costituzione a difendere questo
principio. Larticolo recita: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La giurisprudenza
concorde nellavere uninterpretazione sia attiva (il soggetto pu diffondere
informazioni e pensieri) che passiva (il soggetto non represso, ma anzi deve essere
messo in condizione di poter esercitare il proprio diritto) di questo principio.
Limiti che circoscrivono lesercizio di questo diritto sono quello esplicitato del
buoncostume e quelli cosiddetti impliciti che derivano dalla tutela dei Segreti (siano

essi di Stato, dUfficio o Istruttori), dellOnore (inteso come Dignit e Reputazione,


riconducibili agli Art. 2 e 3 Costituzione) e del diritto alla Riservatezza (il cui
fondamento costituzionale si pu trovare nell Art. 15 Costituzione).
In che modo questi diritti possono venire minacciati dalla difesa del diritto
dautore? Vorrei far partire la mia analisi con un accordo che ha suscitato scalpore a
livello internazionale ed ha comportato reazioni diverse tra Italia ed Unione Europea.

Il caso ACTA: lEuropa diversa dallItalia


L'Anti-Counterfeiting Trade Agreement, meglio noto come ACTA, un accordo
commerciale plurilaterale il cui intento principale quello di stabilire norme pi efficaci
per contrastare la contraffazione di beni e servizi e la violazione in genere di copyright
e dei diritti di propriet intellettuale, incluse quelle che si verificano in ambito digitale,
Altro obiettivo dell'accordo quello di armonizzare le regole preesistenti con
l'Accordo TRIPs (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights), uno dei
pi importanti strumenti giuridici internazionali in tema di diritto industriale recepito
nellordinamento italiano con la Legge 29 dicembre 1994 n. 747.
L'ACTA stato siglato a Tokyo il 26 gennaio 2012 tra 22 dei 27 Stati membri
dell'Unione europea e lItalia appunto uno dei suoi firmatari.
Attorno alla firma di questo accordo si subito scatenata la protesta di associazioni
e di movimenti di cittadini che hanno organizzato, strutturato e diffuso una
mobilitazione a livello internazionale che, come si visto in seguito, stata in grado di
esercitare efficacemente pressioni sui parlamentari d'Europa.
Tra i vari motivi che hanno suscitato tanta ostilit verso questo trattato in questa
sede ne interessa soprattutto uno. In una prima versione larticolo 27 di ACTA
avrebbe imposto ai provider di servizi internet la responsabilit di rimuovere qualsiasi
contenuto segnalato come in violazione di diritto dautore forzandoli cos a introdurre
severe misure di controllo ritenute potenzialmente lesive del diritto alla privacy e alla
libert di espressione.
Larticolo stato in seguito modificato in modo che al provider rimanga solo il
dovere di consegnare i dati identificativi dei responsabili di sospette violazioni qualora
i detentori di diritti abbiano presentato una richiesta alle autorit sufficientemente
documentata.
Nonostante ci la polemica e livello globale e soprattutto in rete non si placata,
soprattutto perch le molteplici stesure del documento e gli elementi fondanti
dell'accordo sono sempre rimasti segreti all'opinione pubblica, oggetto di negoziati
riservati fra gli Stati. Questa segretezza non ha fatto altro che aumentare la
preoccupazione dei gruppi a sostegno della libert in rete.
Allinterno di questo dibattito internazionale il Parlamento europeo stato chiamato
a ratificare l'accordo l11 giugno 2012. La ratifica stata respinta il 4 luglio 2012 con
una votazione del Parlamento Europeo conclusasi con 478 voti contro, 39 a favore e
165 astenuti.
A proposito di questa bocciatura il Presidente del Parlamento Europeo, Martin
Schulz ha detto1: Il voto contro Acta non un voto contro la tutela della propriet
intellettuale. Al contrario, il Parlamento europeo sostiene fermamente la lotta contro la
contraffazione [] Ma la maggioranza del Parlamento del parere che Acta sia troppo
vago, lasciando spazio ad abusi di interpretazione e sollevando preoccupazioni per il
suo impatto sulla privacy e le libert civili, sullinnovazione, la creativit e la libera
circolazione dellinformazione.
Sentenze della Corte Europea
La volont di imporre filtri antipirateria sembra, a livello europeo, contrastata oltre
che dalla bocciatura parlamentare di ACTA, anche da ben due sentenze della Corte di
giustizia dellUnione europea.

Il testo del comunicato si pu leggere al link: http://www.europarl.europa.eu/the-president/enit/press/press_release_speeches/press_release/2012/2012-july/html/acta-wrong-solution-toprotect-intellectual-property

Scarlet vs SABAM: vede opposti la societ belga di gestione dei diritti degli
autori, compositori ed editori di opere musicali SABAM alla Scarlet, un fornitore di
accesso a Internet. Laccusa derivava dal fatto che alcuni utenti che si avvalevano
dei servizi della Scarlet avrebbero scaricato da Internet, senza autorizzazione e
senza pagarne i diritti, opere contenute nel catalogo della SABAM

Netlog vs SABAM: oppone la SABAM alla Netlog, un sito leader in Europa di


social networking con sede in Belgio e che permette agli utenti di creare un proprio
profilo web con immagini, video e canzoni. Secondo SABAM la rete sociale della
Netlog avrebbe consentito agli utenti di utilizzare opere musicali ed audiovisive del
repertorio della SABAM, mettendole a disposizione sul proprio profilo in maniera
tale che altri utenti della rete potessero avervi accesso

In entrambi i casi la SABAM richiedeva alle parti avverse di adottare un sistema di


filtraggio al fine di impedire ai suoi utenti di scaricare o condividere illegalmente le
opere protette dal diritto dautore a prescindere da un effettivo riscontro, quindi in via
preventiva piuttosto che repressiva.
Pronunciate a circa un anno di distanza una dallaltra, le sentenze sono risultate
simili tra loro ed entrambe hanno dato torto alla SABAM. Sia che si tratti di un fornitore
di accesso ad Internet, come Scarlet, o il gestore di una rete sociale in linea, come
Netlog, per il diritto dellUnione Europea non si pu costringere un soggetto a
predisporre un sistema di filtraggio generale per prevenire gli scaricamenti illegali di
file o lutilizzo illecito di opere musicali e audiovisive.
Tale obbligo, infatti, andrebbe contro il divieto di imporre un obbligo generale di
sorveglianza, n lesigenza di garantire il giusto equilibrio tra la tutela del diritto
dautore, da un lato, e la libert dimpresa, il diritto alla protezione dei dati personali e
la libert di ricevere o comunicare informazioni, dallaltro.
Insomma sebbene la tutela del diritto di propriet intellettuale sia sancita dalla
Carta dei diritti fondamentali dellUnione europea, tale diritto non pu essere garantito
in modo assoluto:
il copyright non ha un rango superiore rispetto ai diritti
fondamentali del cittadino previsti dalla Carta di Nizza, in particolare il diritto della
segretezza delle comunicazioni (art. 7) e al diritto alla protezione dei dati
personali (art. 8), nonch alla libert di informazione (art. 11).
Il progetto di legge Levi-Prodi
Si deve dunque evincere da questi esempi che lItalia possiede una sensibilit
opposta rispetto allEuropa quando si tratta di difendere laccesso allinformazione? In
realt anche il nostro ambito nazionale non esente da forti proteste quando questo
diritto sembra essere minacciato da varie proposte di legge percepite come antiweb.
In tempi recenti una che aveva suscitato molto scalpore stata la Pdl C. 1269 Levi
o Nuova disciplina delleditoria e delega al Governo per lemanazione di un testo
unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale.
Proposta per la prima volta nel 2007 da Ricardo Franco Levi, al tempo
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per leditoria, e dallallora
presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, rappresentava il tentativo di
riorganizzare lintera disciplina delleditoria considerando al suo interno anche le
attivit ondine.
Da subito il ddl ricevette forti critiche dai principali giornalisti ed esperti di settore e
dall'intera blogsfera che, assieme al sopraggiunto cambio di governo, ne interruppero
l'iter. La proposta di legge venne nuovamente ripresentata nel 2008 di nuovo dallo
stesso Ricardo Franco Levi, con piccole modifiche al testo precedente, e si trova ad
oggi allo stato di "assegnazione alla VII Commissione Cultura".

La polemica sul disegno di legge ha origine da una serie di definizioni equivoche


presenti nel testo che hanno suscitate polemiche e critiche tali da far rivedere pi
volte la propria posizione allo stesso Levi.
Larticolo 2 del ddl definisce un prodotto editoriale come: prodotto contraddistinto
da finalit di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia
destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso e realizzato e il
mezzo
con
il
quale
esso
viene
diffuso.
Dalla definizione vengono esclusi espressamente solamente i prodotti editoriali
destinati alla sola informazione aziendale, anche se destinati ad uso pubblico, e
prodotti discografici od audiovisivi.
L'articolo
realizzazione
pubblicitaria
scopo di lucro

5 definisce
l'attivit editoriale come ogni attivit diretta alla
e distribuzione di prodotti editoriali, nonch alla relativa raccolta
includendo, senza alcun precedente, anche quella esercitata senza
e in forma non imprenditoriale.

L'articolo 7 infine recita: Liscrizione al Registro degli operatori di comunicazione


dei soggetti che svolgono attivit editoriale su internet rileva anche ai fini
dellapplicazione delle norme sulla responsabilit connessa ai reati a mezzo stampa.
Sarebbe a dire che anche le forme di pubblicazione che avvengono attraverso un
sito qualunque, come ad esempio un blog, aventi finalit educativa o di
intrattenimento o di informazione eccetera in modo gratuito e senza un'attivit di
impresa alle spalle ricadono nella nuova definizione di attivit editoriale e prodotto
editoriale. Questo comporterebbe un aggravio burocratico per i gestori di tali siti che
dovrebbero quindi:
iscriversi al Roc, il registro degli operatori di comunicazione 2 o essere denunciato
per il reato di "stampa clandestina" ( due anni di carcere e sanzioni economiche)
rispondere all'Agenzia delle Entrate per ogni Adsense di Google o banner
essere soggetti alle norme sulla responsabilit connessa ai reati a mezzo stampa
Tale emendamento metterebbe a rischio i blog tematici con pi autori che si
occupano di determinati argomenti, i wiki dedicati a una o pi discipline e i forum
settoriali, perlomeno quelli con moderatori, che una attivit di lavoro organizzato,
almeno in senso lato, la svolgono.
Conclusioni
I casi qui riportati evidenziano, a mio parere, un diverso sentire rispetto
allargomento degli abusi nella tutela del copyright, dovuto certo ai diversi contesti
politico-culturali, che differenzia tra Italia ed Europa.
Il nostro paese appare preda di una visione pi particolarista in cui le
mobilitazioni, se ci sono, avvengono per lo pi per questioni localistiche e di relativo
interesse transnazionale.
Nella tutela di Internet, del libero accesso e scambio di contenuti ed informazioni
lItalia risente inoltre di una pesante influenza della legislazione sulla Stampa in
generale. La Rete va difesa da possibili bavagli in quanto luogo di uneditoria digitale
fatta di blog, forum, quotidiani online e siti tematici di varia natura. Vi quindi, a mio
avviso, una tendenza ad assimilare gli oggetti digitali a contenuti editoriali cartacei,
diversamente da quanto accade invece a livello europeo.
2

specifico elenco istituito dalla Legge 31 luglio 1997, n. 249, al quale debbono
obbligatoriamente iscriversi i soggetti destinatari di concessioni o autorizzazione in materia di
comunicazione e la cui tenuta e regolamentazione affidata all'Autorit per le Garanzie nelle
Comunicazioni

Bibliografia e Sitografia
Caretti Paolo, Diritto dell'informazione e della comunicazione. Stampa,
radiotelevisione, telecomunicazioni, teatro e cinema, Il Mulino, Bologna, 2001
Zaccaria Roberto, Diritto dell'informazione e della comunicazione, CEDAM, Padova,
2010
Zeno-Zencovich Vincenzo, Diritto d'autore e libert di espressione: una relazione
ambigua, AIDA, Firenze, 2005, pag. 151
Corte di giustizia dellUnione europea, Sentenza nella causa C-70/10 Scarlet Extended
SA / Socit belge des auteurs, compositeurs et diteurs SCRL (SABAM), 2011,
http://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2011-11/cp110126it.pdf
Corte di giustizia dellUnione europea, Sentenza nella causa C-360/10 Belgische
Vereniging van Auteurs, Componisten en Uitgevers (SABAM) / Netlog NV, 2012,
http://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2012-02/cp120011it.pdf
Testo integrale dell Accordo commerciale anticontraffazione tra l'Unione europea e i
suoi Stati membri, l'Australia, il Canada, il Giappone, la Repubblica di Corea, gli Stati
uniti messicani, il Regno del Marocco, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Singapore, la
Confederazione svizzera e gli Stati Uniti d'America
http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/11/st12/st12196.it11.pdf

Autore
Maria Valerio
Corso di Laurea
Informatica Umanistica - Magistrale

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