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La Formazione in Media
La Formazione in Media
INTRODUZIONE ................................................................................................................ 5
Capitolo 1
LA MEDIA EDUCATION ............................................................................................... 11
1.1. Media Education, Media Literacy, Media Studies ....................................................... 11
1.2. Problemi lessicali e teorici. Il termine Media Education in Italia:
educazione ai media, coi media, nei media, per i media ....................................... 16
1.3. Media Education and Education Technology ....................................................... 22
1.3.1. Media Education: paradigmi e approcci .................................................... 25
1.3.2. Education Technology: paradigmi e attuali prospettive .......................... 30
1.3.3. Una possibile convergenza? La New Media Education .......................... 33
Capitolo 2
LA FORMAZIONE IN MEDIA EDUCATION NEL CONTESTO
INTERNAZIONALE ......................................................................................................... 41
2.1. La formazione nelle indicazioni degli organismi nazionali e internazionali ....... 41
2.2. La stato della formazione in Media Education nel mondo .................................. 47
Capitolo 3
LA FORMAZIONE IN MEDIA EDUCATION IN ITALIA ................................... 61
3.1. La Media Education nella scuola ............................................................................. 61
3.1.1. Ricerche empiriche ....................................................................................... 63
3.2. La formazione di insegnanti ed educatori............................................................... 66
3.3. La formazione universitaria: premessa metodologica ........................................... 68
3.3.1. La raccolta e lanalisi dei dati dei corsi di laurea ....................................... 68
3.3.2. La raccolta e lanalisi dei dati degli insegnamenti ..................................... 70
Capitolo 4
CORSI DI LAUREA IN MEDIA EDUCATION ........................................................ 75
4.1. Corsi di laurea attivi ................................................................................................... 75
4.2. Obiettivi qualificanti la classe di laurea e attivit formative indispensabili ........ 77
4.3. Teorie e Metodologie dell'E-Learning e della Media Education,
Universit di Padova .................................................................................................. 80
4.4. Media Education, Universit della Calabria ....................................................... 84
4.5. Progettazione e Gestione Didattica dellE-Learning e della Media
Education Universit di Bologna ........................................................................... 86
4.6. Scienze della Formazione e dell'E-Learning , Universit di Cassino e del
Lazio meridionale ....................................................................................................... 87
4.7. Educazione Digitale e Ricerca Sui Media, Universit di Roma La
Sapienza ..................................................................................................................... 89
4.8. Progettazione e Gestione Formativa nellEra Digitale, Universit di Bari
Aldo Moro ............................................................................................................... 90
4.9. Corsi di laurea a confronto ....................................................................................... 91
4.10. Sbocchi occupazionali previsti per i laureati .......................................................... 99
Capitolo 5
INSEGNAMENTI IN MEDIA EDUCATION.......................................................... 103
5.1. Denominazione degli insegnamenti....................................................................... 103
5.2. Classe di laurea degli insegnamenti ........................................................................ 105
5.3. Tipologia, crediti formativi e settori scientifico-disciplinari degli
insegnamenti ............................................................................................................. 106
5.4. Tipologia delle lezioni, programmi e testi utilizzati negli insegnamenti ........... 108
5.5. Media Education e Education Technology: un confronto ................................ 115
CONCLUSIONI ................................................................................................................ 117
BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................ 121
INTRODUZIONE
tecnologie
didattiche,
tecnologie
delleducazione,
tecnologie
nelle scuole per preparare gli allievi alla vita adulta e allambiente lavorativo, dove
tramite le tecnologie vengono comprese e analizzate informazioni e riutilizzate in
contesti diversi; il costruttivismo, un paradigma nuovo in cui le tecnologie diventano
un ambiente adatto per stimolare lapprendimento collaborativo, particolarmente
diffuso nellapprendimento tramite le tecnologie delle-learning.
I due ambiti, da un lato la Media Education, dallaltro lEducation
Technology, vengono infine analizzati in vista di una possibile convergenza, la quale
viene definita New Media Education. Di fronte allevoluzione e alla disponibilit
sempre maggiore delle tecnologie, la nuova sfida educativa ad esse connessa, diventa
quella di creare un ambiente di apprendimento allinterno della scuola, o di altro
ambiente formativo, caratterizzato dalla presenza di media e tecnologie da un lato
come oggetto di riflessione in relazione ai loro messaggi e alle abitudini di consumo
ad essi collegati, dallaltro in funzione di un utilizzo strumentale per la
rappresentazione delle conoscenze, per lattivit di comunicazione e condivisione di
materiali didattici. Si voluto cio sottolineare come, attraverso le piattaforme
Moodle, i forum, i social network, si stiano delineando nuove forme di
apprendimento collaborativo e partecipativo, in cui diventa centrale la produzione di
contenuti sia in forma scritta (attraverso i blog, i siti web), sia in forma audio o
audiovisiva (webradio, video su youtube) e come questo comporti il ripensamento
della Media Education, al fine di coniugare tutte le possibilit che i media e le
tecnologie offrono e le abilit teoriche e tecniche che richiedono.
Una seconda parte di questo elaborato si concentra sulla rassegna della
letteratura internazionale e nazionale sul tema della formazione in Media Education,
analizzando le indicazioni degli organismi internazionali, i cui punti programmatici
indicano la formazione come requisito fondamentale per lo sviluppo della disciplina:
si chiede di sviluppare lattivit di formazione a tutti i livelli (dalla scuola,
alluniversit, alleducazione degli adulti, alla formazione iniziale e in servizio degli
insegnanti); si auspica la creazione di manuali di riferimento e kit di supporto
possibilmente non soggetti a copyright; si individua la necessit di adottare modelli
pedagogici nuovi che consentano una partecipazione degli studenti pi attiva. A
www.study-in-italy.it
8
Media Education come disciplina universitaria e la sua definizione dal punto di vista
terminologico, concettuale e pratico. Un ulteriore dato raccolto stato quello
relativo alla.a. 2011-2012 per gli insegnamenti in Media Education e in Education
Technology, al fine di verificare quale fosse la presenza delle due discipline
nellofferta formativa universitaria a confronto e in quale misura esse risultassero
convergenti, ovvero se e in quale misura si potesse parlare di una forma di New
Media Education.
10
CAPITOLO 1
LA MEDIA EDUCATION
Toulouse (1990), Vienna (1999), Seville (2002). Con lobiettivo di riportare una
definizione inclusiva di Media Education stata scelta la formulazione adottata alla
conferenza di Vienna, Educating for the Media and the Digital Age (UNESCO, 1999).
Media Education
- deals with all communication media and includes the printed word and graphics, the
sound, the still as well as the moving image, delivered on any kind of technology;
- enables people to gain understanding of the communication media used in their society
and the way they operate and to acquire skills using these media to communicate with
others;
- ensures that people learn how to
- analyze, critically reflect upon and create media texts;
- identify the sources of media texts, their political, social, commercial and/or cultural
interests, and their contexts;
- interpret the messages and values offered by the media;
- select appropriate media for communicating their own messages or stories and for
reaching their intended audience;
Media Education is part of the basic entitlement of every citizen, in every country in the
world, to freedom of expression and the right to information and is instrumental in
building and sustaining democracy.
1990).
Vi sono cio differenti termini utilizzati in ambito internazionale. In molti paesi
utilizzata prevalentemente lespressione Media Literacy poich la scelta per il
12
Media Education is the process of teaching about print, electronic and digital media.
Although media studies has been used to distinguish itself from media education, the
difference seems doctrinaire, artificial and inconsequential to the understanding of
media teaching and learning. Media literacy implies the complex outcome of literacy. It
is an imprecise and confusing term and does little to define the field. I prefer media
education (K.Tyner);
Media education includes media studies and media literacy (N.Ryzhih, I.Chelysheva,
J.I.Gomez);
Media literacy is the result of the process of media education, media literacy is the
intended outcome of media education (S.Penzin, V.Gura, A.Korochenskyi,
13
Media studies is the main way to practical mastering of media facilities (V.Monastyrsky);
media studies are less normative than media education, it can be a more descriptive
approach to media (D.Suess);
media literacy and media studies often implies the critical analysis of media but not
the production, whereas media education usually embraces both analysis and
production (S.Goodman).
originally there was a difference, with Media Education being more a wider concept and
media literacy perceived as being more a specific translation of critical analysis of media.
Media studies was more an academic term for theoretical studies. I think today it is
almost impossible and unnecessary to separate between them. Therefore in my mind
today they are interchangeable, and it is not beneficial to try to theoretically make a
distinction (D.Lemish).
14
Le due maggiori aree di azione della Media Literacy sono da un lato lo sviluppo del
pensiero critico che permette di accedere, analizzare e valutare2 consapevolmente i
messaggi mediali e dallaltro la possibilit di produrre prodotti mediali, unendo le
abilit pratiche e tecniche a quelle teoriche, in particolar modo semiotiche. Sia il
A questo proposito in molti adottano lespressione critical literacy:
We would also stress the importance of critical literacy as part of the evaluation component of the definition,
for accessing and analysing media messages are not effective if one cannot also critically evaluate those
messages, distinguishing the honest from the deceptive, the public interest from commercial persuasion, the
objective and trustworthy from the biased or partisan (Lopinione di Sonia Livingstone e Andrea Millwood
Hargrave in Prez Tornero (2007, p. 13-14).
2
15
la Classic Literacy corrisponde alle competenze relative alla lettura e alla scrittura,
rispetto alle quali il processo di alfabetizzazione detenuto in forma (quasi) esclusiva
dalle istituzioni scolastiche;
la Audiovisual Literacy che fa riferimento alla prima generazione di media elettronici
(generalmente in formato analogico) centrati sulle immagini in movimento, come il
cinema e la televisione;
la Digital Literacy (o Information Literacy) che emerge come presa datto che il
mondo del computer e delle reti di comunicazione richiede nuove abilit e
competenze (Ferri e Marinelli, 2010, p. 21-22).
16
17
Jacquinot sostiene che nelle prime definizioni di Media Education degli anni 70805, la marcata distinzione fra le due aree fosse conseguenza della necessit di
mettere in rilievo una dimensione, quella delleducazione ai media, poco valorizzata
rispetto alle pratiche diffuse di educazione con i media. Si tratta per di due aree fra
loro strettamente legate. Se il linguaggio scritto o orale, piuttosto che limmagine o
laudiovisivo, rappresentano gli strumenti attraverso i quali si trasmette il messaggio,
questultimo non pu essere considerato indipendente dal suo supporto, poich si
rischia di astrarsi dalla specificit della sua mediazione tecnico-linguistica: tecnica
perch ogni supporto implica delle costrizioni (di taglio, di costo, di fattibilit, di
condizioni di produzione e di utilizzoecc.) e linguistica perch gli studi linguistici e
semiologici ci hanno insegnato, ormai da tempo, che immagini, testi e suoni non
attivano gli stessi processi di significazione e, pi recentemente, che i media
interattivi introducono nuove relazioni tra autore e utente. Per cui conclude
lautrice, si impara sempre attraverso i media, sia che si lavori con o su di essi
(Jacquinot, 2006).
Il caso italiano per, per quel che riguarda la terminologia utilizzata (e la sua
traduzione) risulta problematico. Se il termine educommunication di Jacquinot non ha
riscontrato successo, il contrario avvenuto per il termine dimportazione inglese
Media Education. Ci ha portato, come ricorda Felini (2004, p. 153) a una serie di
5
18
ambiguit lessicali che non hanno favorito la comprensione esatta delle idee e dei
concetti. A met degli anni Novanta, in Italia, lutilizzo del termine Media
Education si ebbe ad opera dei sociologi della comunicazione Giovanni Bechelloni e
Milly Buonanno e dei pedagogisti e teorici della comunicazioni che si ritrovavano
nel nascente Istituto di Comunicazioni Sociali dellUniversit Salesiana di Roma, da
cui nacque in seguito il MED (Associazione Italiana di Educazione ai Media e alla
Comunicazione). A questultima si
Inoltre come notava Ranucci (1994), lespressione inglese Media Education crea in
italiano diversi problemi di semantizzazione. Infatti il termine education
traducibile sia con un generico educazione ma anche, e forse pi propriamente, con
quello di insegnamento. Inoltre linglese accorpa in education sia la dimensione della
ricerca teorica (quella che in italiano viene chiamata pedagogia) sia la dimensione della
prassi formativa. Per di pi la capacit di sintesi delle lingue anglosassoni permette che
6
7
Roberto Giannatelli era presidente onorario del MED. E venuto a mancare nellottobre 2012.
Sul contributo di Len Masterman si veda Masterman L., (1997) A scuola di media, La Scuola, Brescia.
19
leducazione nei media, intesa come educazione nel mondo dei media
(teaching in a media culture)
Se, rileva Felini, (2004, p. 153) tutte le traduzioni sono a livello puramente
grammaticale plausibili, di fatto in tutto il mondo anglofono, quando si parla di
Media Education (o Media Literacy) sintende con sicurezza la prima delle quattro
interpretazioni, leducazione ai media, dato che la prospettiva dellimpiego
strumentale delle tecnologie indicata con espressioni quali education technology e
teaching aid. Aver importato il termine inglese per rimanere legati allesperienza
internazionale comporta il rischio paradossale di subire un nuovo scollamento della
stessa per via dei significati diversi che al termine si voluto attribuire. Secondo
Giannatelli, che nelle intenzioni si rif allesperienza anglosassone,
Il termine Media Education viene a indicare, infatti, sia leducazione con i media,
considerati come strumenti da utilizzare nei processi didattici e come parte dellesperienza
che gli alunni devono fare con i media (hands on), sia leducazione ai media, che si
riferisce piuttosto alla comprensione critica dei testi e del sistema dei media, intesi non
solo come strumento ma come linguaggio e cultura (Giannatelli, 2001, p. 284).
20
media educator hanno spesso tentato la sfida delluso strumentale dei media come
supporti didattici. Sottolineare questo particolarmente importante proprio in relazione
allentusiasmo contemporaneo per luso delle nuove tecnologie nelleducazione, in cui i
media sono spesso visti come mezzi neutrali per la trasmissione di contenuti e
informazioni. E ancora, sebbene possa avere un dialogo significativo con queste aree,
importante non confondere la media education con luso delle tecnologie educative o con
i media educativi (Buckingham, 2006, p. 22-23).
Il rischio cio, quello di aver accolto sotto lunico termine di Media Education
prospettive differenti non proprie del termine nella sua accezione a livello
internazionale. Daltro canto gli intersezionisti propendono verso una caduta della
distinzione fra leducazione ai media e leducazione attraverso i media, poich essa
sostengono, pu risultare fuorviante visto che nella pratica didattica concreta i due
piani si sovrappongono e non facile tracciare una linea di demarcazione netta:
difatti essi sostengono che un uso strumentale intelligente delle tecnologie porti di
sua natura a riflettere e a imparare qualcosa della realt e del funzionamento dei
media, anche quando lo scopo dellintervento tuttaltro. Ma, continua Felini, per
quanto nella pratica le due prospettive debbano essere avvicinate il pi possibile, a
livello teorico esse debbono rimanere separate poich altrimenti verrebbe a perdersi
la fondamentale distinzione della progettualit didattica, quella fra contenuti e
metodi/strumenti:
un conto, infatti, considerare i media come oggetto dellintervento educativo per porsi
obiettivi di miglioramento della competenza mediale; altro, invece, utilizzare i media
come strumenti dellintervento, avendo come obiettivo (almeno a livello dichiarato) una
cosa diversa dallincremento della competenza mediale (Felini, 2004, p. 155).
21
22
23
stessa. Anche qui necessario, secondo gli autori, fare delle ulteriori precisazioni sui
termini didattico ed educativo.
Leducazione un processo di apprendimento e di socializzazione rispetto ai
valori e alla cultura in cui il soggetto vive. Essa si realizza durante tutto larco di vita
ed composta da momenti di auto-educazione (attraverso le letture, le esperienze e
riflessioni personali) e da momenti eterodiretti (in relazione a insegnanti, genitori,
adulti significativi) che hanno luogo in ambito formale (listruzione) e informale
(negli ambienti di socializzazione quotidiani).
La didattica, invece, linsieme dei metodi e degli strumenti (e anche la scienza)
attraverso cui leducazione viene condotta nellambito formale. Questo perch in
quanto tale, la didattica prevede unintenzionalit e unorganizzazione (caratterizzata
dallanalisi dei bisogni, dalla definizione degli obiettivi, dalla progettazione degli
interventi educativi). Caratteristiche queste, difficilmente ascrivibili alleducazione
informale: non esiste, ad esempio, la didattica dellintervento genitoriale.
I media e le tecnologie incrociano tanto leducazione quanto la didattica.
Dallincontro fra media ed educazione risulta leducazione mediale. Essa individua due
spazi dintervento:
-
leducazione
ai
media,
intesa
come
alfabetizzazione
mediale,
ovvero
24
Educazione
Media
Educazione mediale
Didattica
Didattica mediale
Tecnologie
Tecnologie educative/didattiche
metafora si riferisce alla funzione del vaccino attribuita alleducazione ai media per
bilanciare il potere dei media, riassunto dalla metafora dellago ipodermico. Come i
media iniettano ideologicamente il loro messaggio sul ricettore impotente e passivo,
cos la Media Education risponde con un approccio protezionistico e difensivo nel
tentativo di annullarne gli effetti. Propria di questo approccio la divisione operata
dalla Scuola di Francoforte fra cultura alta e cultura bassa: della cultura alta fanno
parte la letteratura e le arti figurative ed esse trovano pieno spazio di analisi nella
scuola; della cultura bassa, in cui rientrano i romanzi rosa, i fumetti, la pubblicit, la
scuola non si deve occupare, se non, eventualmente, per sottolinearne lo status di
sottocultura.
2.
Arti popolari, che coincide con la diffusione del cinema, preso in considerazione
dallattivit di Media Education come una forma darte al pari della letteratura e
quindi degna di essere sottoposta ad analisi da parte degli alunni. Lapproccio per si
distacca di poco da quello inoculatorio: si riproduce cio la divisione fra cultura alta
e cultura bassa poich non solo il cinema il medium degno di attenzione mentre gli
altri non lo sono, ma nella stessa cultura del cinema latteggiamento risulta
discriminatorio dato che necessario distinguere il cinema dautore da quello
commerciale, vicino ai gusti del pubblico. Come sottolinea Masterman (1997, p. 4243) lidea di educazione implicita in questo modello basata sulla convinzione di
26
Negli anni Settanta prende piede lapproccio della lettura critica, sotto
27
sociali, ad indicare il debito teorico della Media Education nei confronti della ricerca
sociologica sulle comunicazioni di massa. Lobiettivo del nuovo approccio quello
di sviluppare la capacit del ragazzo di capire i media e porsi in relazione con essi. I
gusti e gli interessi del ragazzo diventano il punto di partenza dellattivit di Media
Education: si realizza cio una nuova centralit del lettore di cui vengono analizzate
le abitudini di consumo e le modalit spontanee di interpretazione dei testi per
ricostruire i quadri valoriali che adotta e le subculture cui appartiene. Come spiega
Buckingham, questo approccio non cerca di sostituire le risposte soggettive con
risposte oggettive, o di neutralizzare il piacere dei media con unanalisi razionale. Al
contrario, ha come obiettivo lo sviluppo di uno stile di insegnamento e di
apprendimento pi riflessivo, nel quale gli studenti possano riflettere per conto
proprio sia come lettori che come scrittori di testi mediatici, e comprendere i
pi ampi fattori sociali ed economici che sono in gioco (2006, p. 32). Sebbene si sia
seguito lo sviluppo storico delle epoche, i paradigmi in successione temporale non
vanno pensati in rapporto di esclusione reciproca (cio il successivo accantona il
precedente) ma di accumulazione (il precedente sopravvive e coesiste con il
successivo)10.
Tenendo quindi conto dei paradigmi sopra trattati ricaviamo tre aree significative di
evoluzione prodotte dalla ricerca e dalla sperimentazione educativa e didattica nel
corso della storia della Media Education:
- dal mittente al ricettore: lo spostamento si realizza in linea ai Cultural Studies e agli
studi sulla ricezione (Moores, 1993), la Media Education si dimostrata via via
sempre pi attenta al consumo dei messaggi mediali, comprendendo che
linterazione tra messaggio e destinatario non lineare e semplice, ma complessa e
costituita da un sofisticato sistema di negoziazioni simboliche;
Pu capitare ad esempio che, relativamente ai nuovi media e alla Rete, a predominare sia un approccio di
tipo inoculatorio teso a proteggere i minori dai pericoli di Internet (contenuti violenti, pornografia ecc).
10
28
dallinsegnamento
allapprendimento:
la
centratura
sul
ricettore
la
sua
29
30
31
lespressione
interactive
learning
invece,
per
definire
32
Alcune universit non solo forniscono attivit di tutoraggio online (attraverso i siti web e la posta
elettronica), ma forniscono anche supporto attraverso i social network. Luniversit Sapienza di Roma ad
esempio si dotata di un gruppo sul social network Facebook dedicato allorientamento degli studenti,
tramite il quale risponde alle domande degli stessi.
14 Creando ad esempio un gruppo su Facebook
13
33
34
35
Il nuovo paradigma dei media, continuano i due autori, ci pone di fronte a nuove
sfide educative:
-
la riduzione del knowledge gap fra adulti e minori rispetto alle pratiche
relative alla tecnologia;
36
campo
di
azione
delle
tecnologie
dellinformazione
della
37
including the social, legal and ethical dimensions involved. An inclusive concept of Media
Education has three main objectives:
- to give access to all kinds of media that are potential tools to understand society
and to participate in democratic life;
- to develop skills for the critical analysis of messages, whether in news or
entertainment, in order to strengthen the capacities of autonomous individuals and
active users;
- to encourage production, creativity and interactivity in the different fields of media
communication (UNESCO, 2007).
le riforme che hanno investito la maggior parte dei curricula scolastici nel
mondo posizionando lo sviluppo delle abilit degli studenti al centro del
sistema educativo e fra le pi importanti la competenza digitale riferita ai
nuovi media;
lo sviluppo del Web 2.0 (il cui concetto emerso nel 2004) ha reso obsoleta
la distinzione fra leducazione con i media e leducazione ai media, poich per
la prima volta i media possono essere utilizzati allinterno del sistema
educativo in modo creativo, e non solo come una risposta reattiva.
Insegnanti e studenti possono diventare ora produttori, creatori e
comunicatori (Prez-Tornero e Tayie, 2012).
38
exchange: capacit di porre domande, scambiare idee e lavorare con gli altri
(Harel, 2002).
Dai dati riportati dal Report 2008 dellOCSE sui New Millennium Lerner (Pedr, 2008)
per, evidente lo scollamento fra le pratiche didattiche attuate a scuola e le
39
40
CAPITOLO 2
41
facilitare
lo
sviluppo della
Media
Education.
Viene attribuito
Tale richiesta viene ribadita anche da diversi esperti del settore intervistati nel
rapporto finale Youth Media Education Survey (2001), preparato per lUNESCO da
Kate Domaille and David Buckingham. Per ci che concerne il ruolo
dellUNESCO, numerosi intervistati hanno infatti riconosciuto il suo ruolo cruciale
nello sviluppo della media education su diversi livelli nel corso della sua storia
(Domaille & Buckingham 2001, p. 22) e molti di essi hanno richiesto ulteriori
interventi a tal fine. In ordine approssimativo di priorit, fra le potenziali aree di
intervento dellorganizzazione, la formazione (in particolar modo quella a distanza)
stata indicata come prima area:
Training. The lack of training was identified by very many respondents as a key
obstacle to future development (of Media Education n.d.a). It was suggested that
UNESCO could provide training (via distance learning) as well as offering resources and
support for local training initiatives.
43
Nel 2002 i partecipanti del Seville Seminar stilano un nuovo documento: Youth
Media Education. Qui vengono indicate cinque area dintervento per la Media
Education. Una di queste costituita dallo sviluppo della formazione:
Training for teachers and other practitioners, NGO trainers, teachers students:
- Development of appropriate certification whenever feasible
- Development of curricula in media education formal and non-formal
- Creation of manuals for teachers and parents, with a variety of supports and
materials (a collection of publications called 'Pilot' and tool kits, adjustable
with regional modules)
- Summer courses in media education for teachers
- Drafting of a short publication, with guidelines aimed at students
- Creation of a long-distance education courses.
Come nelle precedenti dichiarazioni, fra gli aspetti cruciali vengono indicati i corsi
(in presenza e a distanza) per gli insegnanti e la creazione di manuali e altri kit di
supporto; un elemento nuovo invece la proposta di sviluppare certificazioni,
praticabili in qualunque momento, che attestino la preparazione in materia di Media
Education.
Il rilevante ruolo della formazione viene ribadito anche in occasione della
conferenza di Parigi nel 2007, ossia 25 anni dopo ladozione della dichiarazione di
Grnwald. Il documento finale Paris agenda or 12 recommendations for media education
ribadisce la validit della dichiarazione di Grnwald e lurgenza dei suoi richiami col
sopraggiunto avvento della societ dellinformazione e della condivisione della
conoscenza in un contesto globalizzato. Alla formazione dedicato il punto n.2 del
documento: Teacher training and awareness raising of the other stakeholders in the
social sphere. Al suo interno lattenzione stata posta sulle indicazioni n. 4, 5 e 8:
Recommendation 4: To integrate media education in the initial training of teachers:
Initial training of teachers is a key element of the system and must include theoretical
dimensions and practical skills; it needs to be based on a good knowledge of young
peoples media uses. In times of rapid change, this training must rely on institutional
actions and self-training, using teaching aids that have been tested and validated by
teachers and students.
Viene attribuita unimportanza chiave alla formazione iniziale degli insegnanti (sia
teorica che pratica). Nel caso italiano il riferimento sarebbe da un lato della
44
deriva
dalle
Scienze
dellEducazione,
dalle
Scienze
della
di accreditare la figura del media educator nella scuola e nell'extrascuola come profilo
professionale nuovo, esperto di educazione e di processi comunicativi, capace di
riflessione, coordinamento e intervento nelle attivit che riguardano luso dei media e
delle nuove tecnologie. In sostanza si chiede che si passi dalla registrazione del
bisogno sociale di questa figura e dalla sperimentazione spesso lasciata alla volont dei
singoli o dei gruppi a un riconoscimento chiaro di identit e spazio operativo;
che le universit si facciano carico della predisposizione di percorsi formativi specifici
per la preparazione di queste figure (lauree di base e di specializzazione, master
accademici, corsi di alta formazione) attivando anche forme di collaborazione
interateneo per la loro organizzazione;
47
could benefit from further review and evaluation: a lack of funds and capacity to support an ever-changing
field in terms of academic resources was cited as a particular difficulty faced by India.
SRI LANKA: The development of the curriculum in Sri Lanka was a joint effort between media regulators,
educators and the government. In fact our respondent suggests that Sri Lanka government and the Media
Industry are working hand in hand to introduce Communication and Media Studies as a school subject. This
cooperation is partly evidenced in the ways in which teacher training is changing to accommodate the
introduction of the curriculum. From the end of 2001 the National Institute of Education will hold
continuous teacher education courses for communication and media teaching. From 2003 there will be a new
teacher education programme on communication and media teaching at the Teachers College of Education.
Some preliminary research reports that there is strong support for the introduction of this new curriculum.
JAPAN: () media literacy from an empowerment perspective is taught formally at a number of universities
and informally at life-long learning centres. From 2002 a new subject, the so-called Period for integrated
Study has the potential to open possibilities for media literacy education. It is essentially a free subject to
be designed by individual schools and teachers (the Ministry of Education and Technology recommends
curricula in the fields of Information, International Affairs, Welfare, or Environment). However, contesting
definitions of media education hamper progress in curriculum development and teacher training. The
Ministry of Education and Technology emphasises information literacy which aims to teach computer
competence, while NGOs and academics advocate media literacy as the development of critical skills and
competencies (a concept the Ministry of Public Management, Home Affairs, Post and Telecommunications
has recently begun to recognize and support).
EUROPE
AUSTRIA: There are no designated media educators in schools. All teachers receive some initial teacher
training in the role of the media and adapt media education into their specific subject context. Assessment of
media skills and competencies only exists within the host subject area. Adequate training of teachers also
remains an important area in need of wider development.
BELGIUM: Most of the time the initiative to offer media education is taken by interested teachers, often
without the felt support of either colleagues or management. This situation is made more difficult by the fact
that there is little publishing in media education, no teacher training and a distinct lack of vision and policy
displayed by the government with regard to media education. The ICT push seems to highlight the division
of skills in media teaching and learning. As the Euromedia report puts it, 'Students have the technical knowhow, but not the critical sense - with teachers it is exactly the opposite'.
DENMARK: In general, however, media education is not promoted or developed in Denmark because of
the lack of coherent educational policy in the area. This is reflected in the training for teachers. Media
education training is partly provided at an In-service level; but whilst media education emphasises practical
production, teachers are not fully trained and equipped in this area, and there is little understanding of how
analysis and production should be combined. Research in Denmark acknowledges the need for a greater
integration of media education in the school curriculum, but this finding lags behind what is happening at the
level of training for teachers.
ENGLAND: Media education has grown up in England primarily with the remit to empower students as
48
critical and knowledgeable consumers of media. Despite this intention, the lack of formal training in Media
Education for teachers and sustained debate about the definition of Media Education means it is also often
taught by inexperienced teachers who still see their role as being to protect students from the powers of the
media. In some respects the situation is quite well developed in England but some of the same problems
occur here as in other contexts. Training of teachers is seen as a key lack: it is dependent upon a range of
short courses and in some cases, accredited longer courses, although these do not produce anywhere near
enough specialist teachers. There are no clear policy aims for media education, and so it is difficult to argue
for training that might meet those aims. Despite these substantial and sustained initiatives, central
government funding for media education training is not forthcoming, leaving the subject in the hands of
enthusiasts. Both political and economic initiatives are needed to move the situation forward.
FINLAND: However, the main obstacle to advancement in Finland is the lack of specialist teacher
education.
FRANCE: France has quite well developed links between media producers and media educators, () from
contributing resources and providing information to students, to some specialist training for media
educators.
GERMANY: Further development of media education depends upon a level of teacher training that has
only been proposed rather than implemented. Most opportunities that exist currently for teachers' further
studies are in the field of ICT. Some university level involvement in teacher training is in evidence in
Germany but is seen as far short of adequate to 'prepare all teachers for the challenges of the information
age'.
GREECE: For the first time in Autumn 2001, there will be some specific provision of media education in
'second opportunity schools' only (these are schools which provide programmes of study for mature people
who left school early and are returning to improve their education). Teachers who will teach on the new
courses above are expected to be recruited from Communication and Journalism degree courses. They will
receive further special training intended to prepare them for the specific aims, content and pedagogical
methods of the course.
HUNGARY: There are a few media/film theory degrees and opportunities for diploma level study in these
areas. There are also special continuing education programmes. One underpinning characteristic of the new
curriculum will be regulations (from 2008) that insist teachers must hold a specialised diploma to teach
motion picture and media education in Hungarian schools.
IRELAND: Any advance in media education development in Ireland requires a clearer definition and
articulation of its aims; and this should in turn enable other arguments about training and resources to be
heard.
MALTA : There is a close relationship between teacher education and media education publishing in Malta,
as the Media Centre run by the Church of Malta co-ordinates the curriculum and developments. Teachers
who teach media education are encouraged to follow refresher courses which are organised by the Media
Centre.
NETHERLANDS: There is general acknowledgment that media education is important but there are few
resources, and no clear policies on the training of teachers or the design of programmes of study for students.
Media education does take place but in a way that is hard to trace or co-ordinate. One hindrance to further
development is training for teachers. Media education largely rests on the enthusiastic endeavours of a few,
rather than as part of a coherent policy of entitlement for young people.
NORTHERN IRELAND: Training for media teachers exists in very small measure, most notably at the
level of in-service training, provided for by a number of non-statutory bodies and given by interested and
enthusiastic teachers. There has been some move towards distance-learning programmes, brokered by the
British Film Institute and existing as a small part of a broader aim, teachers taking a module in Media
Education as part of an MA in Media Studies, for example.
PORTUGAL: The Institute of Educational Innovation organises annual teacher training courses in
collaboration with a professional school of journalism in higher education (CENJOR); and several teacher
training courses include a course or even a post graduate specialization in media production and
education.
RUSSIA: Pre-service education has existed in Russia since the 1960s, with one course at Taganrog State
Pedagogical Institute (running since 1981) where students are specifically trained to teach media education in
schools. Teachers may be quite successfully trained in media theory, but most are less well trained in technical
or creative skills. Some Russian research into how media education is taught in schools reveals that because
the subject is not obligatory, many teachers do not seek to implement it. Many teachers use media in the
classroom merely as an illustration of a lessons theme. Russian media education may only grow further with
more co-operation between the Ministry of Education and teachers' associations. This response reports many
of the same difficulties as in other contexts: a low status for the subject, a lack of resources from central
providers, an inability to implement a clear framework for teaching media, and limited amounts of research,
publishing and training to support the enthusiastic initiatives that do exist in classrooms.
SCOTLAND: Over 70 teachers in Scotland have an Additional Teaching Qualification (ATQ) in Media
Education. Stirling University offers a designated Teaching Qualification based on students following a first
degree study in Film/Media plus another teaching subject. Outside of this teachers are trained via in-service
events which are not supplied in any systematic way. The exception to this unsystematic approach was the
49
introduction of the new post-16 national qualification in Media Studies. Teachers were in-served for a period
of some three years in advance of its introduction. The association for Media Education in Scotland,
established in 1983, is the principal provider of teacher training in media education. Outside of the initiatives
offered through AMES, teacher training for media educators lacks any coherent focus.
SPAIN: Teachers of media education tend to come from academic backgrounds in language or literature
studies, which places them on a par with teachers in most other contexts. Most teachers when interviewed in
a forthcoming research study for the Euromedia Project registered a series of difficulties in their media
teaching including a lack of resources, a lack of institutional support, and problems of working in isolation
rather than part of a teaching team. None of the teachers in the research study had experienced initial teacher
training in media. Consequently there was a very wide interpretation of what media teaching ought to be, the
methods used and in quality. Most teachers were very enthusiastic and highly motivated, but were working in
unsupportive environments with little explicit policy on which to argue the case for their work. Here again,
the increasing use of ICT in the classroom has meant that media education has become confused with an
instrumental approach to educational media. However, some opportunities exist for improving teacher
training, distance learning opportunities are growing, and there are a number of postgraduate courses in
media education. As in other contexts, there is a need for greater clarity, resources and training if the status
of media education is to improve.
SWEDEN: There are quite well established partnerships between cultural workers and education, and some
initiatives in teacher training. Teachers can train themselves in media education as part of their further
education, by taking a degree course. In addition in-service training schemes exist and a number of resources
have been written and circulated amongst local networks of teachers.
SWITZERLAND: Historically, media teaching has been specifically focused on protecting students from
the manipulative aspects of the media. Production work has featured on a very small scale, and though access
to technology has increased teachers do not feel that they themselves have had enough training to know how
to use ICT effectively. Teachers report many of the same problems that are reported in other contexts: a lack
of specific training and continuing professional development in media, few networks in which to share
practice or extend knowledge, few shared resources or published materials.
MIDDLE EAST
ISRAEL: There is little formal training for teachers and a dearth of publishing. Media Education has low
status in the Ministry of Education, partly because there are seen to be no clearly identified aims. Here again,
it is perceived on one hand as 'all-encompassing', and therefore 'everything' is media education and thus one
does not need a special discipline for it.
NORTH AMERICA
MIDDLE EAST CANADA: However, there is little specific teacher education or training on the study or
use of screen-based media. Teachers often come from language/literature backgrounds and extrapolate the
media curriculum on the basis of areas of interest they may have informally developed. Without a stronger
commitment to teacher education the possibility of putting the mandate into practice is limited. The most
optimistic development in this area comes from parts of the private sector, which display a willingness to be
involved in the media education community and provide support and guidance for teacher education.
UNITED STATES: Whilst media production appears to be gaining credibility in terms of the skills and
competencies required in such work, the quality of production and the amount of production continues to be
inhibited by the limits of teacher education. Support for teacher education was cited as one key area in need
of development in the US. There are a few university-based programmes, and only one university offers a
higher degree in media literacy; although some small-scale research is now beginning to appear. In higher
education, the considerable disjuncture between schools of education and departments of media studies
accounts for much of the lag in the development of university based programmes. Teacher education training
is highly decentralised, although some initiatives to address this diffusion are in place, notably the intervention
of the largest teachers union in creating a one-hour television programme 'Getting the Message' in
collaboration with Court TV. The programme is designed to be used as a staff development tool showcasing
different examples of media literacy practice with suggestions for adopting such work as part of a
communitys curriculum. Meanwhile, there is a very strong tradition of practical work initiated by cable
companies or small non-profit organizations, media production companies and informal youth groups.
These programmes, largely in after-school contexts and often targeted to reach those youth identified as at
risk often embed media education with both creative and vocational functions as well as specifically
educational ones.
I pareri degli esperti evidenziano nella maggioranza dei casi molte criticit legate alla
formazione degli insegnanti. Come rilevano i coordinatori del report nelle
50
51
52
applications of ICT and computers. Teacher-training courses include global subjects such as education
method, sociology, psychology and didactics. Then there are the more specific modules which can vary
according to the main area chosen: mathematics, history, geography, French, English, Dutch, etc.
Programmes for teaching Dutch usually consist of pedagogics, communication skills and language skills.2 But
'communication' and 'language' here do not include media literacy. In the curriculum of Flemish teachers'
training, 'language skills' refer to speaking and writing skills, reading, and interpretation. Only in one of the
analysed curriculums was 'computer literacy (media)' [sic] stated as a topic. Again, what is sought here are the
educational applications of ICT, although there was a seminar series on the 'creative use of media', which
consisted in writing screen scripts etc..
FINLAND: In Finnish teacher training Media Education is an optional subject in three universities. In the
degree requirements Media Education is seen as a multidisciplinary subject area, which studies the social,
pedagogical, interpretative, expressive and productive aspects of audiovisual media culture.
GERMANY: Virtually all the interviewed teachers complained over a lacking education respecting the use
of media during their studies. The motivation of the teachers plays a crucial role as media-pedagogic
qualifications were hardly offered by the universities. Handling media in class was usually experienced in the
student-teacher period for the first time. The area of the new media (computers, internet) was still also
neglected then. (This, however, can be attributed to age of the interviewed teachers). In-Service Training
(IST) is not obligatory und thus not made use of by all of the interviewed teachers motivation of their own
here too is crucial. Since the participation in IST (German: Lehrerfortbildung (LFT) must take place outside
the schooldays, the interest has decreased even further. If teachers had taken part in ISTs, this often was
already done some years ago. The media-related topics in ISTs then usually referred to the use of films in the
instruction. For a further education in the area of computers, most interviewed teachers were lacking the
necessary motivation too old is the most frequently given reason.
NORWAY: New curricula for Teacher Education marked the start (in 1992) as well as the conclusion (in
1998) of the intensive reform period in the Norwegian educational system. () it is/was possible for
trainee teachers to include a full year course of specialization in Media Education. In reality, however, only
100-120 students complete this study yearly, out of a total of approximately 2500 students completing their
pre-service teacher training every year. This low number is due to a shortage of study places, rather than lack
of interest among the students. About half of the Media students trained within Teacher Education, go on to
other kinds of work than school teaching. This means that only 2-3 % of the newly educated primary school
teachers in Norway have a specialization in Media. Most of the teachers have to make do with the bits and
pieces of Media Education included in the compulsory subjects, such as Norwegian, Educational Theory,
Music, Arts and Crafts, Social and Environmental Studies. The situation is hardly any better for teachers with
a university degree as their basic education. There are no statistics showing how many students with Media as
part of their academic degree who go into teaching. The Diploma of Education course has just recently
included some perspectives on the media, and the emphasis tends to be on the use of media in the classroom,
rather than teaching about the media as such. () the use of Information Technology has been embraced
everywhere in the educational system. Practically all the subject curricula contain a statement about learning
how to use Information and Communication Technology. In some ways, this repeats the predominantly
instrumentalist perspective in the early 20th century (mentioned above), when the media first entered the
classroom as a teaching aid. The critical perspective involving analysis of how the various media affect our
culture and our textual, educational and communicative practices, seemingly has not yet reached the use of
Information Technology within schools.
SLOVENIA: Regarding the expertise for teachers, the Department of Communication in the Faculty of
Social Sciences at Ljubljana University offers a wide range of Mass Communication programmes. The Media
Education Curriculum Research Group has also developed Media Education studies: students are educated
for teaching an optional Media Education course in primary schools. They are preparing monthly seminars
for teachers of different courses, which include Media Education. Every year around 200 teachers have
completed such courses. For small countries like Slovenia, this is a relatively high number. The Slovene
Ministry of Education and the schools themselves finances the seminars. However, in the University, not all
teachers at primary and secondary levels have the opportunity to follow a course of Media Education as a
part of their initial training. We believe that pre-service training in Media Education should be offered to all
teachers as a basic competency, related to their general pedagogic skills and specialist disciplines. There is a
lack of support for the integration of Media Education into initial education for all teachers. Training is
offered only to interested practicing Media teachers. This training includes both the concepts and
understandings involved in Media and the pedagogical skills required to teach it effectively.
SVIZZERA: Reworking the curricula, integrative media education is demanded for more and more
cantons. However, since the general education of teachers is also structured differently in each canton, there
is no common systematic education in media education for teachers. So far, there also is no national study of
current media education offers in the general education of teachers. Hitherto, the canton of Bern trained its
prospective teachers for the secondary level 1 in a two-year education consisting of 60 hours of obligatory
lectures and 120 hours of optional lessons in media education. In the canton of Aargau, students (of teaching
at the secondary level 1 and the Realschule) get a 3-year education at the so-called Didaktikum. There they
have to attend 100 obligatory but only about 60 optional lessons in the field of working with media. Other
cantons are content with one or two weeks of studies on the topic of media education and refer to the fact
53
that each individual departmental didactics develops media education aims on its own. In the near future, the
use and reflection of media in class will continue to depend on the special interests of teachers. As a part of
this research project, the offers of courses in media education of the Swiss-German in-service training
programs were examined in more detail. () in-service training, independent of the actual number of
obligatory courses, is generally understood as a compulsory part of the teaching-profession.
o In the cantons that were examined the percentage of courses on media education is hardly higher than 2
% of all courses offered.
o The field of IT is represented to a significantly greater degree: from 2 % to nearly 15 %, trend: increasing;
many courses on IT are offered twice or even multiple times. Increasingly, the courses on IT and those on
media education are listed together in the course descriptions.
o While the field of IT is constantly growing, offers in the field of media education stagnate.
Bench nei diversi paesi vi siano differenti livelli di sviluppo della formazione degli
insegnanti e ciascuno presenti problematiche proprie, anche da questa ricerca
possiamo trarre conclusioni simili alle precedenti: vi una prevalenza significativa
delle ITC, cio della conoscenza tecnologica dei media nella formazione degli
insegnanti, rispetto allo spazio dedicato allo sviluppo di capacit critica e di analisi
sugli stessi.
Un
altro
tema
da
sottolineare
lobbligatoriet
meno
dei
54
UNITED STATES
Only a handful of universities offer degrees in media education. The problem, in many places, is that media
education fits into several schools (business, art, journalism, education) and in many ways there turfdom
battles. (Frank Baker)
Yes, in American there are many hundreds of universities who offer some form of media education, be it for
training librarians, educational technologists for schools, pre-service teacher training, or business, industry,
healthcare, the military, or more. To give you an idea of just those who are related to education, please see:
Curricula Data of Degree Programs in Educational Communications and Technology by Dr. Jenny Johnson,
Editor, University of Maryland and sponsored by the Association for Educational Communications and
Technology (www.aect.org). For many years, AECT collected information on degree programs in educational
communications and technology and published the directory Degree Curricula in Educational
Communications and Technology. As a service to the educational community AECT now brings Curricula
Data of Degree Programs in Educational Communications and Technology online
(http://www.aect.org/Intranet/Publications/index.asp#cd). There are other flavors of media education
that are also found across many American universities. Lately there has been a resurgence of programs that
offer studies in digital media, gaming and simulation all forms of media for use in educationand training.
Likewise many universities offer programs of study in cinematography, communications, broadcasting, and
more. All are part of a rich fabric of media education. (Richard Cornell)
Yes, in the United States, every university has a department of Communication, and within this department,
experts in Media Studies offer courses and conduct research. (David Klooster)
Not really. (Robert Kubey)
Not exactly, but we seem to be heading in that direction. Librarians are now routinely referred to as library
media specialists. And a few universities are beginning to offer media education minors or specialization in
the context of other degrees (e.g., education or psychology). (Faith Rogow)
UNITED KINGDOM
There is only one PGCE (post-grad cert of education) course in media with English: several higher
education institutions would like to offer one but they have to persuade the government to allocate them
funded places. There are several postgraduate courses and a few institutions offering accredited professional
development courses, including the BFI (British Film Institute), the English and Media Centre, and Trinity
and All Saints College, Leeds. (Cary Bazalgette)
RUSSIA
To begin with, we should determine what we mean by a media educator. Is anyone who is actively using
media in class or extra-curricular club, a media educator? Is a librarian a media educator by definition? Often
this term conceals the reality behind the wish. For Russia with its long tradition of wide use of extra school
information in teaching, any teacher should have a high level of media culture. Still practice shows that
teachers do need special training and sometimes also a serious remodeling of own perception, change of
the attitude to information environment, and mastering the media educations toolkit. It is not effective to
educate specifically media teachers yet because most probably a graduate with such a diploma will have a hard
time looking for a job at school or extra-school club. A media educator is a special practical orientation of a
professional, already working in education. From this viewpoint, the training of media educators should be
widely integrated into the advanced training, career development courses and into their subject training per
se. (Elena Bondarenko)
As far as I know Russian universities do not prepare media educators, but institutes are making first steps,
Taganrog State Pedagogical Institute is one of them. (Valery Gura)
This qualification remains uncalled because the demand for such specialists on the modern labour market is
undiagnosed. However there is a demand for at least five models of specialists: a librarian-consultant in a
media centre, an anchorman of TV-, film-, video programs, an art director of a TV, photo-, video studio, a
specialist in web-design and Internet communications, specialist in educational technology for distance
education. Unfortunately there is no direct correlation between the existing educational standards. To my
mind, every school should have a media educator, who would work on the cross curricular (World Art
Culture, Ecology, Art) level. Moreover, he or she can act as an advisor/ consultant together with a
psychologist and a social worker.
The specialist of this kind must get training in humanities and technology as well. A prototype of a media
educator remains the existing qualification of an art director. Thus the computer applications component
should be reinforced. Further we need more higher education institutions to train such specialists. (Nikolai
Hilko)
It is difficult to speak of the steady training of media educators on a scale of the whole country. I know only
the case with Taganrog State Pedagogical Institute, having been working in this direction since 2002. The
question of the training of future media teachers remains open. Taganrog experience is the first and
important step in this direction. (Victoria Kolesnichenko)
In Russia we know of pre-service training for media education in Taganrog. However in a broader sense
departments of journalism in universities around the country are involved in such activity too. There is no
55
objective to teach students the pedagogy, because the departments function is to train potential journalists,
not teachers. However some experience is being accumulated. For example for several years Ive been
teaching the course Methods of teaching journalism to the students of St.Petersburg University. The
summary of the course is given in the textbook Teaching Journalism (St.Petersburg, 2004). More and more
Ph.D. students in Moscow, Chelyabinsk, and other cities advert to this topic in their dissertations. (Sergei
Korkonosenko)
There are training programs but very few. (Alexander Korochensky)
Since 2002 students of Departments (Institutes) of Education can choose media education as their minor.
(Anastasia Novikova)
As it is known, one of the most important components of educational process in VGIK (All-Russian
Institute of Cinematography) is teaching skills of film pedagogy. This contributed to the continuity of
educational process in the VGIK itself, and promoted the appearance of many film schools in our country
and abroad. Unfortunately this sphere of activity today is less and less attractive due to the poor funding.
Only the change in government policy can facilitate the renaissance of the prestige and authority of the
teachers profession. It is regretful that many VGIK graduates become the nucleus of the faculty in many
foreign film schools and even universities, while Russian film education reside at the periphery of social and
cultural life of the country. Actually the latter statement is to a large extent the answer to the seventh
question. (Konstantin Ognev)
Voronezh State University does not offer such a qualification simply because theres no demand on the job
market for it. (Stal Penzin)
So far only the secondary qualification - Media Education minor for pedagogical institutes is registered -,
now we need to go further.. (Valery Prozorov)
GERMANY
Yes there are universities which focus on media pedagogy. Even a 2 year "Master of Arts in Media
Education" as a distance education programme was available: unfortunately it had to close
http://www.fernuni-hagen.de/festum/index.shtml. But there are other programmes running:
http://www.bildungsserver.de/zeigen.html?seite=2675. ( Harald Gapski)
BULGARIA
There is a course at Sofia University, Department of Journalism and mass Communication called Media for
children. It is optional for the students in 5th or 6th semester of their study... (Katia Hristova)
AUSTRIA
No university specialisation due to a lack of money and political will. (Susanne Krucsay)
NEW ZELAND
Well, we are Media Studies/Communications/Journalism academics. Within, these broad categories, there
are some people (such as myself) who put a strong emphasis on educating potential media educators. (Geoff
Lealand)
GEORGIA
By initiative of the documentary director Mr.Zurab Oshxneli, Youth Television was founded in 1989 in
Tbilisi, Georgia, which was broadcasted on the State Television for 13 years. In 1992 the concept of media
education and production was reconstructed. We have got acquainted with the educational system of several
countries, including Israels and their principle of work and we set up a new Georgian model. The Youth TV
was renamed as the Media Educational Center of the Ministry of Education and Science, with its own media
education and production. But the inactivity of the Ministry of Education and Science and the lack of
finances weakened the function of the center. There are no similar centers or educational studios in Georgia.
There is only one Ltd and Creative that produces educational movies with the financial help of other
projects. (Zurab Oshxneli)
NORWAY
In Norway you may study media to become a media teacher, in some high schools and universities. (Trygve
Panhoff)
57
Russian Teachers Attitudes to the Problem of Media Education of Pupils and University
Students scaturisce da una ricerca condotta da Alexander Fedorov in Russia (pi
precisamente a Tanganrog), basata su 57 interviste a insegnanti della scuola
secondaria. Bench lo stesso Fedorov ci avvisi della non rappresentativit totale dei
risultati, egli riconosce che buona parte di essi siano molto simili a quelli avuti nella
gi trattata ricerca di Hart e Suss (2002). Ci focalizzeremo qui di seguito sulla parte
del questionario relativa allattitudine degli insegnanti verso la Media Education.
Nei confronti della Media Education allinterno delluniversit lattitudine
degli insegnanti generalmente positiva: solo il 3,51% degli intervistati ritiene che la
Media Education come materia universitaria non sia necessaria. Come sottolinea
Fedorov per, questo gruppo interamente composta da donne con pi di 50 anni,
le quali hanno probabilmente un approccio troppo conservatore per modificare la
loro tradizionale opinione sul processo dinsegnamento (Fedorov, 2007, p. 82).
Lelemento et presente anche sui dati relativi alla Media Education
nelleducazione degli studenti (pupils): il 14,03% degli insegnanti sostiene essa sia
inutile; questo gruppo infatti composto dalle generazioni pi vecchie (non
presente neppure un insegnante della fascia det 21-30) e in particolare dalla
categoria femminile.
Tornando allambito universitario i risultati mostrano che i favorevoli
allinserimento della Media Education nel curriculum di istituti e universit
pedagogiche sono il 56,14%, i favorevoli alla Media Education nelle universit come
materia elettiva il 21,05%. Ma il dato forse pi interessante riguarda lintroduzione di
una specializzazione universitaria in Media Education negli istituti pedagogici: il
57,89% degli intervistati si dice favorevole. Secondo Fedorov, questo prova che
lintenso sviluppo dei media evochi unadeguata reazione dei pedagoghi russi: essi
hanno realizzato, sostiene, che la vita nel mondo dellIT e delle comunicazioni di
massa richieda la Media literacy non meno di quanto richieda la traditional
literacy.
Vista la differenza fra teoria e pratica (il 75% degli insegnanti supporta la
Media Education ma solo un terzo di essi nella pratica utilizza elementi dei media
58
nelle sue lezioni) aggiunge che sar in grado di valutare la posizione della Media
Education allinterno del curriculum scolastico solo quando figure laureate in Media
literacy alluniversit verranno a lavorare nelle scuole (Fedorov, 2007, p. 90).
59
60
CAPITOLO 3
Il capitolo tratta inizialmente il tema della Media Education nella scuola italiana,
ripercorrendone lo sviluppo storico per giungere al suo stato attuale. Lattenzione si
focalizza successivamente sulle possibilit di formazione in Media Education offerte
da un lato da enti associativi di vario genere, dallaltro dalle istituzioni universitarie.
In merito a questultimo ambito, oggetto di analisi di questo scritto, vengono
esposte le premesse metodologiche alla base di questo lavoro.
Nella prima fase (anni 50-60) lattenzione si focalizzata sui film. In questo
periodo alcune associazioni si sono poste lobiettivo di portare il cinema nelle scuole
61
Durante gli anni 70-80 linteresse dei media educator si spostato sulla
Dalla fine degli anni 80 e gli anni 90 fino ad oggi si aperto un terzo
62
La ricerca e stata effettuata attraverso questionari rivolti a dirigenti scolastici e insegnanti tra la fine del
2008 e linizio del 2009: il campione utilizzato per la somministrazione e statisticamente rappresentativo delle
tre regioni. Lo costituivano 620 scuole in Lombardia, 391 in Emilia-Romagna, 344 in Puglia. Il tasso di
redemption ha oscillato tra il 34,5% e il 72%. Individuate le scuole costituenti il campione, sono stati inviati un
questionario al Dirigente e un questionario a ciascuno degli insegnanti dellIstituto (Felini, 2010, p. 36).
18
63
orari
rispetto
alla
secondaria
ai
modelli
di
64
65
Online
Media
Education
Resources
for
Organizations
(OMERO)
67
68
Successivamente sono stati raccolti i dati relativi ai corsi di laurea, sempre attraverso
il sito OFF.F, e pi precisamente sono stati individuati:
-
discipline informatiche;
Ulteriori dati raccolti, in questo caso attraverso la consultazione dei siti delle
Universit di riferimento dei singoli corsi di laurea, sono stati:
-
69
osservare rispetto agli obiettivi qualificanti la classe LM-93 stabiliti dal MIUR,
larticolazione degli obiettivi specifici di ciascun corso di laurea;
verificare quanti e quali corsi sono stati attivati (e disattivati) nel periodo
considerato;
verificare quali sono, rispetto a tutti i settori possibili stabiliti dalla classe di
laurea,
settori
scientifico-disciplinari
pi
frequenti
nelle
attivit
caratterizzanti dei corsi e quali invece non sono presenti in nessun corso,
fornendo per i primi le denominazioni degli insegnamenti pi frequenti qui
attivati e per i secondi talvolta, gli insegnamenti possibili o auspicabili;
-
verificare quali fossero gli sbocchi occupazionali previsti per i laureati nei
corsi di laurea analizzati e se tali figure professionali fossero presenti nella
classificazione sulle professioni operata dallISTAT.
70
Media Education
Educazione mediale
Educazione ai media
Sono stati scelti cio, i nomi pi comuni riferiti alla disciplina ma va premessa la
possibilit che vi siano ulteriori denominazioni non incluse in questa ricerca,
considerando che la Media Education si presenta come una disciplina ancora in fase
di sviluppo e
seconda analisi gli insegnamenti con le denominazioni sopra riportate, qualora essi
fossero stati attivati allinterno dei corsi di laurea (classe LM-93) gi considerati
precedentemente. Per quanto riguarda i singoli insegnamenti i dati raccolti attraverso
il sito del MIUR, sono stati:
-
la denominazione dellinsegnamento
il settore scientifico-disciplinare
i crediti formativi
le ore di lezione
Attraverso i siti delle Universit che offrivano gli insegnamenti, sono stati raccolti i
dati relativi a:
-
bibliografia utilizzata
Per queste ultime tre categorie stato scelto un unico anno per ogni insegnamento,
e pi precisamente lanno pi recente di attivazione dellinsegnamento, i cui dati
fossero reperibili online.
I dati degli insegnamenti sono stati raccolti con lobiettivo di verificare:
-
tecnologie delleducazione
tecnologie didattiche
73
74
CAPITOLO 4
Questo quarto capitolo ha lobiettivo di esporre i dati ricavati dallanalisi dei corsi di
laurea in Media Education: vengono esposti i corsi di laurea attivi nel periodo
considerato, gli obiettivi specifici e gli sbocchi occupazionali previsti per ciascun
corso, la composizione dei relativi piani di studio a confronto, considerando sia la
distribuzione dei crediti formativi nelle diverse discipline, sia gli insegnamenti pi
frequenti allinterno di ciascuna disciplina.
75
Lanno successivo 2009-10, viene attivato un corso ulteriore e sono quindi presenti
complessivamente quattro corsi di laurea:
Teorie e Metodologie dell'E-Learning e della Media Education (Universit
degli Studi di Padova)
Media Education (Universit della Calabria, Rende)
Progettazione e Gestione Didattica dellE-Learning e della Media Education
(Universit degli Studi di Bologna)
Scienze della Formazione e dell'E-Learning, Curriculum Esperto dellElearning e Media Education (Universit degli Studi di Cassino e del Lazio
meridionale).
Lanno accademico 2010-11 conta nuovamente tre corsi di laurea, ben due corsi
sono stati disattivati, un corso ulteriore stato attivato:
Teorie e Metodologie dell'E-Learning e della Media Education (Universit
degli Studi di Padova)
Media Education (Universit della Calabria, Rende)
Educazione Digitale e Ricerca Sui Media (Universit degli Studi di Roma La
Sapienza).
Nella.a. 2011-12 risultano attivi nuovamente tre corsi di laurea, un corso stato
disattivato, mentre un nuovo corso stato attivato:
Teorie e Metodologie dell'E-Learning e della Media Education (Universit
degli Studi di Padova)
Media Education (Universit della Calabria, Rende)
Progettazione e Gestione Formativa nellEra Digitale (Universit degli Studi
di Bari Aldo Moro).
Nellultimo anno accademico considerato, 2012-13, il numero complessivo dei corsi
sceso a due:
Teorie e Metodologie dell'E-Learning e della Media Education (Universit
degli Studi di Padova)
Media Education (Universit della Calabria, Rende).
76
2012/13
1
1
Nel primo ambito rientrano gli obiettivi formativi che prevedono che i
laureati magistrali sviluppino abilit metodologiche e didattiche per la
progettazione, gestione, valutazione e erogazione di attivit educative che
prevedano l'uso delle diverse tecnologie educative e della rete nei processi
formativi
che
approfondiscano
la
conoscenza
delle
tecniche
Nel secondo ambito, quello della Media Education, vanno raccolti invece gli
obiettivi che mirano a sviluppare una riflessione critica sui media attraverso
unanalisi
linguistica
sociologica.
laureati
magistrali
dovranno
Secondo i criteri stabiliti dalla classe di laurea, gli ambiti operativi dei laureati sono
quindi:
-
I criteri stabiliti dal Ministero20 (Decreto Ministeriale 16 marzo 2007) hanno come
oggetto le attivit caratterizzanti e dispongono che nei corsi di laurea istituiti nella
classe LM-93, esse siano suddivise in tre gruppi di discipline, ognuno dei quali deve
prevedere insegnamenti nei settori disciplinari di cui composto per un minimo di
12 CFU, per un totale minimo di 48 CFU.
I gruppi sono questi e al loro interno cos composti:
Decreto Ministeriale 16 marzo 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 luglio 2007 n. 155, seguito al
riordino delle classi di laurea magistrali ai sensi del Decreto 22 ottobre 2004, n.270. Disponibile al sito web:
http://www.miur.it/Miur/UserFiles/Notizie/2007/DMCdL_magistrale.pdf
20
79
Discipline informatiche
INF/01 Informatica
INGINF/05 Sistemi di elaborazione delle informazioni
INGINF/03 Telecomunicazioni
Accanto agli obiettivi qualificanti la classe di laurea sopra riassunti, ogni corso di
studio adotta degli obiettivi formativi specifici che verranno, per ciascun corso
analizzato, brevemente presentati. Per quanto riguarda le attivit caratterizzanti dei
piani di studio, verr presentato per ciascun corso di laurea, sotto forma di grafico, il
peso percentuale assegnato ai gruppi di discipline individuati dal MIUR. Poich se
da un lato il Ministero stabilisce la quota minima di crediti formativi per ciascun
gruppo di discipline, dallaltro ogni ateneo decide autonomamente, rispettando i
criteri minimi, la distribuzione di ulteriori crediti nelle attivit caratterizzanti, ossia in
altre parole, stabilisce la quota massima di crediti per ciascun gruppo.
80
teoria e metodologie della ricerca nei domini delle-learning e della media education;
tecnologie e linguaggi della comunicazione nelle loro dimensioni sia didatticoistruzionale sia produttivo-realizzativa che di erogazione-diffusione;
progettazione, gestione e valutazione di progetti e interventi formativi in rete, blended
e a distanza rivolti sia ai singoli sia alle organizzazioni;
progettazione, produzione, erogazione e valutazione di prodotti audiovisivi e
multimediali informativi, formativi ed educativi.
Fra gli sbocchi occupazionali previsti per i laureati vengono indicati il settore
dellaudiovisivo, della multimedialit, della formazione in rete. Il corso di laurea si
focalizza quindi da un lato sulle-learning, dallaltro sulla Media Education, in
particolar modo sullambito dei media visivi, audiovisivi e multimediali.
Lanalisi delle attivit formative caratterizzanti del corso di laurea non ha
fornito dati univoci. Come gi illustrato nelle premesse metodologiche, i dati sono
stati raccolti dal sito ufficiale dellofferta formativa ad opera del MIUR, sulla base
del quale risulta che i piani di studio abbiano subito diverse modifiche nel corso
degli anni. Nella ripartizione dei crediti formativi secondo quanto riportato dal sito,
le attivit caratterizzanti si distribuirebbero nei tre gruppi di discipline come
riportato nel Grafico 1.
Grafico 1 Attivit caratterizzanti il corso di laurea LM-93 (Padova), secondo i dati del MIUR
81
Ovvero emergerebbe che a partire dalla.a. 2008-9 nel rapporto fra i diversi gruppi di
discipline, quelle della comunicazione risulterebbero essere preponderanti,
occupando da sole il 58% delle attivit caratterizzanti. La situazione si
modificherebbe considerevolmente a partire dalla.a. 2010-11, in cui il gruppo delle
discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche e filosofiche passerebbe dal 23%
nella.a. 2008-09 al 43% nel 2009-2010, fino a raggiungere il 66% nella.a. 2010-11 e i
seguenti. Ovvero secondo tali dati, a partire dalla.a. 2010-11 le discipline della
comunicazione subirebbero un forte ridimensionamento, raggiungendo la stessa
percentuale (17%) delle discipline informatiche, anchesse ridotte, seppur in misura
minore.
I dati finora presentati per non corrispondono esattamente ai dati ricavati
dai piani di studio del corso accessibili dal sito dellUniversit di Padova. Dallanalisi
di questi dati infatti risulta evidente che il percorso degli studenti nel caso di buona
parte delle attivit caratterizzanti sia elettivo. Gli iscritti al corso di studio infatti, a
fianco alle attivit formative caratterizzanti obbligatorie, hanno la possibilit di
scegliere un numero di crediti prestabiliti delle attivit caratterizzanti sia fra il primo
gruppo di discipline (pedagogiche, psicologiche, sociologiche e filosofiche) sia fra il
secondo (discipline della comunicazione). Ne consegue quindi che i dati
precedentemente esposti vadano rivisti . I piani di studio disponibili, riportati dal
sito dellUniversit presentano cio degli intervalli di possibilit che qui riportiamo:
Tabella 2 Attivit caratterizzanti variabili nel corso di laurea LM-93 (Padova)
Anno
a.a. 2009-10
Gruppo di discipline
Discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche,
filosofiche
Discipline della comunicazione
Discipline informatiche
dalla.a. 2010-11 Discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche,
alla.a. 2012-13 filosofiche
Discipline della comunicazione
Discipline informatiche
82
CFU
18-36
17-35
12
24-48
12-36
12
Per cui lo studente iscritto nella.a. 2009-10 che nellarco dei due anni di magistrale
scegliesse, ove possibile, attivit formative tutte appartenenti al gruppo delle
discipline della comunicazione e quindi rispetto agli intervalli sopra esposti ottenesse
18 CFU nel primo gruppo e 35 CFU nel secondo, 12 CFU nel terzo, seguirebbe un
piano di studio delle attivit caratterizzanti (Grafico 2) decisamente diverso rispetto
allo stesso anno presentato nel Grafico 1.
Grafico 2 Attivit caratterizzanti il corso di laurea LM-93 (Padova), sulla base dei dati del
sito dellUniversit, calcolati secondo una scelta delle attivit da parte dello studente che propende
verso le discipline della comunicazione.
A.A. 2009-10
18%
28%
Discipline pedagogiche,
psicologiche, sociologiche e
filosofiche
Discipline della comunicazione
Discipline informatiche
54%
17%
33%
Discipline pedagogiche,
psicologiche, sociologiche e
filosofiche
Discipline della comunicazione
Discipline informatiche
50%
avere il suo perno attorno ai temi della Media Education e delle Scienze della
comunicazione,
nel
multidisciplinari.
tentativo
Seppur
di
presenti
sviluppare
nella
conoscenze
presentazione,
approfondite
le
tecnologie
18%
Discipline pedagogiche,
psicologiche, sociologiche e
filosofiche
Discipline della comunicazione
55%
Discipline informatiche
27%
85
Per quanto riguarda lanalisi dei piani di studio del corso in questione, la ripartizione
fra i tre gruppi di discipline risulta costante nel corso degli anni (Grafico 4).
Anche in questo caso osserviamo che pi della met della attivit caratterizzanti il
corso compresa nelle discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche e
filosofiche (55%), mentre la restante parte distribuita nelle discipline della
comunicazione (27%) e nelle discipline informatiche (18%), a cui riservata la fetta
minore.
Negli obiettivi specifici del corso, come del resto sar evidente in molti altri corsi,
non vi una definizione di ci che viene inteso nel concreto con lespressione
Media Education e questo porta certamente ad unambiguit che non aiuta. Se
per, come in questo caso, dallanalisi emerge prevalente una concezione dei media
strumentale, dove occupano largo spazio le-learning, le tecnologie didattiche, gli
ambienti di apprendimento caratterizzati dalla presenza delle tecnologie, la
86
Discipline pedagogiche,
psicologiche, sociologiche e
filosofiche
32%
47%
Discipline informatiche
21%
A.A. 2009-10
17%
Discipline pedagogiche,
psicologiche, sociologiche e
filosofiche
Discipline della comunicazione
50%
Discipline informatiche
33%
Il piano delle attivit caratterizzanti (Grafico 6), prevede che il 50% delle attivit
corrisponda al gruppo di discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche,
filosofiche, mentre il restante 50% si suddivida fra gli altri due gruppi: 17% nelle
88
I contenuti del corso quindi rappresentano una sintesi fra Media Education ed
Education Technology: per la progettazione di interventi formativi, si mira a
sviluppare capacit e competenze in merito alla formazione online e allimpiego
didattico e strumentale delle tecnologie, le quali implicano per la conoscenza delle
possibilit espressive specifiche di ciascun medium. I media allora diventano
oggetto di riflessione al fine di sviluppare senso critico e capacit di analisi dei
prodotti audiovisivi e multimediali e fornire conoscenze e metodologia per
sviluppare la dimensione della ricerca sui media. Si deduce che i linguaggi mediali
vengano fatti propri dagli studenti con lattivit di produzione poich il corso si
propone di sviluppare abilit redazionali per la scrittura di contenuti per ipermedia
e audiovisivi.
Lanalisi dei piani di studio (Grafico 7) dellunico anno di attivazione mostra
percentuali simili tra i primi due gruppi di discipline.
89
A.A. 2010-11
17%
Discipline pedagogiche,
psicologiche, sociologiche e
filosofiche
44%
Discipline informatiche
39%
A.A. 2011-12
25%
42%
Discipline pedagogiche,
psicologiche, sociologiche e
filosofiche
Discipline della comunicazione
Discipline informatiche
33%
91
10
15
20
25
30
35
CFU
Discipline informatiche
Discipline della comunicazione
Discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche e filosofiche
Dal grafico 9, dove i dati sono espressi in crediti formativi e non pi in percentuale,
possiamo constatare che, rispetto ai criteri minimi stabiliti dal MIUR (12 CFU per
ciascun gruppo di discipline), la maggior parte dei corsi di laurea mantenga le
discipline informatiche al livello minimo stabilito (12 CFU) con leccezione dei corsi
attivi a Bologna e Bari.
Il gruppo di discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche e filosofiche
rappresenta in ogni corso di laurea analizzato la porzione maggiore, eccetto nel caso
del corso di Padova, nel quale, come gi stato osservato, le quote dei primi due
gruppi di discipline risultano altamente variabili. Le discipline della comunicazione
allinterno delle attivit caratterizzanti dei diversi corsi di laurea sono ricomprese
nellintervallo 13-36 CFU, con unimportante singolarit nel corso di Bologna, dove
esse occupano solo 13 CFU, ovvero poco di pi della quota minima di crediti
formativi stabiliti dal Ministero in tale categoria (12 CFU).
Se la ripartizione dei crediti delle attivit caratterizzanti in ciascun corso di laurea
operata nei gruppi di discipline stabilite dal MIUR (Grafici dall1 al 9) utile per
92
40
avere un quadro generale sui piani di studio, pare altrettanto importante soffermarsi
sulla ripartizione interna dei crediti nei settori scientifico-disciplinari dei diversi
gruppi di discipline (Tabella 3), ma anche sui singoli insegnamenti attivati allinterno
dei settori scientifico-disciplinari.
Disc.
inform
atiche
Bologna
2009-11
Cassino
2009-10
Roma
2010-11
Bari
2011-12
Calabria
2011-12
Settore scientifico-disciplinare
Padova
2011-12 21
Tabella 3 Attivit caratterizzanti dei piani di studio pi recenti e reperibili con relativi settori
scientifico-disciplinari e relativi crediti formativi a confronto
6
6
6
18
18
-
9
18
9
-
5
10
5
10
-
6
6
12
6
6
6
-
6
6
6
12
6
6
9
9
-
9
21
6
12
6
6
114
18
12
66
3
10
20
63
6
12
12
72
27
12
69
9
6
9
9
9
72
Buona parte delle attivit caratterizzanti il corso di Padova a scelta, per cui lofferta totale di CFU nelle
attivit caratterizzanti 114, mentre i CFU obbligatori per lo studente nelle suddette attivit sono 72.
21
93
Declaratorie descrizione dei contenuti scientifico-disciplinari dei settori di cui allart.1 del D.M. 23 dicembre
1999 (D.M. 4 ottobre 2000 - Allegato B). Disponibile al sito web http://www.miur.it/UserFiles/116.htm
22
94
95
Fra gli altri SSD nel gruppo delle discipline della comunicazione, molti di essi
non sono presenti in nessun corso di laurea (ICAR/13, IUS/09, L-ART/07,
L-FIL-LET/12, L-LIN/01, SECS-P/08).
IUS/09 e IUS/10. Nellambito degli SSD giuridici sono presenti due settori.
Il primo settore non presente nei piani di studio analizzati (IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico) ed esso si declinerebbe in questo contesto ad
esempio con un insegnamento come diritto dellinformazione e della
comunicazione; il secondo settore lo IUS/10, presente unicamente a Bari
con linsegnamento:
o
96
o
o
97
ING-INF/03 Telecomunicazioni:
o
98
quali si situano pi verso il primo polo (Bologna, Bari e Cassino) dove le materie di
studio principali sono le tecnologie (in particolare le-learning) applicate alla didattica
e le teorie psicopedagogiche su cui tale uso strumentale si fonda; altri situati al
centro come risultato di una sintesi efficace fra i due campi e fortemente orientata
alla produzione laboratoriale ( il caso di Padova e Roma) e infine un corso tendente
al secondo polo, caratterizzato da una concezione dei media come oggetti di studio
culturale, linguistico e sociologico (Calabria).
In molti casi per viene rilevata allinterno della classificazione ISTAT lassenza di
una denominazione che si adatti alle nuove professionalit che i corsi intendono
formare. Infatti nel corso di laurea di Padova, rispetto alla denominazione esperto
della progettazione formativa e curricolare si sottolinea come essa rispecchi solo
parzialmente le professioni alle quali il Corso di laurea Magistrale prepara.
Per tale motivo, si propongono qui di seguito altre denominazioni, non contemplate
nella classificazione ISTAT, ma presenti in vari Paesi, che integrano e completano le
professioni cui il Corso prepara:
- Esperto delle tecnologie e dei media della comunicazione nei contesti formativi
- Consulente educativo per la produzione audiovisiva e multimediale nel settore del
profit
- Progettista e produttore di materiali e prodotti audiovisivi e multimediali,
informativi, formativi e educativi.
99
Anche nel corso di Roma a fianco alle professioni classificate dallISTAT (analisti di
mercato; dialoghisti, soggettisti, parolieri; esperti della progettazione formativa e
curriculare), si aggiungono i seguenti ruoli professionali non previsti dalla
classificazione ISTAT:
-
Esperto delle tecnologie e dei media della comunicazione nei contesti formativi
Progettista e produttore di materiali e prodotti audiovisivi e multimediali, informativi,
formativi e educativi.
dellISTAT
denominazione
Esperti
(2011),
della
nella
quale
progettazione
appare
formativa
allinterno
e
della
curricolare
la
100
Lo stesso non si pu dire per lesperto di Media Education, ossia la figura che in
molti chiamano Media educator (Rivoltella e Marazzi, 2001b), la quale non appare
neppure nella classificazione del 2011, il che ci porta a concludere che siamo ben
lontani dal riconoscimento di tale professionalit. Ancora una volta quindi, laspetto
strumentale e tecnologico dei media (le-learning in questo caso), trova un giusto,
seppur tardivo riconoscimento, mentre leducazione ai media e le sua relativa figura
professionale di riferimento, non vengono riconosciuti nella classificazione delle
professioni, a conferma del basso status di cui sembra godere la Media Education e
di coloro che si formano in tale ambito, in Italia.
101
102
CAPITOLO 5
103
N. insegnamenti
5
3
2
5
15
Nei corsi di laurea il periodo pi ampio (a.a. dal 2008-09 al 2012-13) rispetto al periodo considerato
nellanalisi degli insegnamenti, poich il servizio di ricerca del MIUR non riporta per questi ultimi lanno pi
recente, ovvero la.a. 2012-13.
24
104
Insegnamenti
1
1
4
2
Insegnamenti
2
1
2
1
1
Nel caso delle lauree triennali la tabella mostra come gli insegnamenti attivi
nellambito della Media Education si situino in svariate tipologie di classi di laurea:
vediamo come la pi frequente, comera intuibile, la classe di Scienze
delleducazione e della formazione, a cui segue la classe di Scienze della
Comunicazione, ossia i due ambiti principali, nella cui intersezione la Media
Education si colloca. Troviamo tuttavia insegnamenti attivi anche nella classe del
DAMS e in quella che forse appare pi insolita, L-3 Lettere.
Per quanto riguarda gli insegnamenti che fanno parte di lauree magistrali, essi si
distribuiscono su diverse classi che per possiamo raggruppare in due grandi ambiti,
105
da un lato cio il settore della formazione e dei servizi educativi, il quale conta 4
insegnamenti, dallaltro quello delle Scienze della Comunicazione, nelle sue
specializzazioni magistrali, in cui figurano 3 insegnamenti. Questa distribuzione
conferma il carattere multidisciplinare della Media Education, la cui collocazione
non limitata a un corso di laurea specifico ma si presta ad essere inserita allinterno
di percorsi formativi fra di loro diversi.
Insegnamenti
10
2
1
2
Il dato interessante in questo caso risulta dal confronto fra la prima categoria (base o
caratterizzante) in cui allinsegnamento viene attribuito allinterno del piano di studio
un valore fondamentale (e vi sono ben 10 insegnamenti), rispetto alle successive tre
categorie, affine o integrativo, altre attivit, a libera scelta dello studente, nelle quali
linsegnamento si presenta nei piani di studio come complementare o a scelta (5
insegnamenti).
In questo caso per va rilevata la possibilit che il sito del MIUR non riporti la
totalit degli insegnamenti appartenenti alla categoria a libera scelta dello studente,
come gi stato riportato nelle premesse metodologiche di questanalisi.
Lanalisi esposta in Tabella 7 invece, riguarda il peso degli insegnamenti in termini
di crediti formativi.
106
Ore di lezione
18
30
36-48
72
60
Insegnamenti
1
3
9
1
1
Alla maggior parte degli insegnamenti analizzati (12/15) sono attribuiti un numero
di crediti formativi compreso fra 5 e 6, mentre a solo 2 insegnamenti sono attribuiti
9 o 10 crediti formativi; un solo insegnamento risulta caratterizzato da 3 CFU, per
cui in ultima analisi il peso attribuito agli insegnamenti nellambito della Media
Education in linea generale risulta essere di tipo intermedio e difficilmente supera
lattribuzione di 6 crediti. A fianco ai crediti formativi sono state riportate anche le
ore di lezione, poich non in tutti gli atenei esse corrispondono: vi infatti una forte
autonomia, se si considera che nei 9 insegnamenti da 6 CFU lattribuzione delle ore
di lezione compresa nellintervallo 36-48, mentre tale autonomia ancora pi
evidente nel confronto fra linsegnamento da 9 e quello da 10 crediti, dove il primo
paradossalmente presenta ben 12 ore in pi rispetto al secondo.
La Tabella 8 ha lobiettivo di esporre invece, la suddivisione degli
insegnamenti secondo il settore scientifico-disciplinare.
Tabella 8 - Insegnamenti di Media Education per settore scientifico-disciplinare
Settore scientifico-disciplinare
M-PED/01 Pedagogia generale e sociale
M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale
M-PED/04 Pedagogia sperimentale
SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi
Insegnamenti
3
5
3
4
La presentazione dei singoli settori pedagogici gi stata esposta nel paragrafo 3.3.8.
Ci che qui interessante rilevare che non vi un unico settore scientificodisciplinare definito in cui rientra lattivit di Media Education, anzi ve ne sono
addirittura 4, di cui 3 vengono ascritti allambito pedagogico per un complessivo di
107
Insegnamenti
7
7
1
Il dato che emerge che quasi la met degli insegnamenti (7) affianca a lezioni di
tipo frontale, attivit di tipo laboratoriale, lavori di gruppo, esercitazioni online etc.,
ovvero attivit che prevedono un maggior coinvolgimento degli studenti e una loro
108
partecipazione pi attiva, spesso grazie allutilizzo della tecnologia o, come nel caso
dellinsegnamento tenuto in modalit di teledidattica, interamente supportato dalla
stessa.
Tabella 10 - Analisi del contenuto di programmi e obiettivi formativi degli insegnamenti
Tematiche pi frequenti allinterno degli insegnamenti
Insegnamenti
9
6
6
109
Educazione con i media: utilizzo dei media e delle tecnologie nella didattica:
-
110
si parla della storia della Media Education e dei territori nei quali si sviluppano
i filoni principali della media education
principi e orientamenti fondamentali della media education
elementi storici e teorici della Media Education ().
correlazione dello sviluppo della Media Education con levoluzione dei modelli
pedagogici ()
teorie psicopedagogiche inerenti alleducazione mediale
riflessione pedagogica, teorica e didattica sulla funzione e sulle modalit di
apprendimento critico, attivo e consapevole dei media
analisi del dibattito scientifico contemporaneo, in ambito psicopedagogico per
offrire strumenti interpretativi sui pi recenti modelli di apprendimentoinsegnamento formale e informale in ambienti digitali.
A chi scrive pare che, nonostante la denominazione dellinsegnamento riporti Modelli di Media
Education non emerga dallanalisi condotta su programma e obiettivi formativi, alcuna connessione del
suddetto insegnamento coi media, se non naturalmente la trattazione dellautobiografia, se la si volesse
intendere come mezzo di comunicazione, ma questultima interpretazione non viene esplicitata. Per cui ci si
riserva di dubitare che tale insegnamento si riferisca effettivamente alla Media Education, e che non si sia
mantenuta piuttosto, la denominazione di un insegnamento precedente lanno 2011-12, modificandone per
i contenuti.
25
112
A fianco ai testi sopracitati negli insegnamenti sono adottati svariati testi, il cui
elenco riportato in nota26. Essi sono riconducibili alla Media Education,
26
Testi su comunicazione, pedagogia, Media Education, scuola, relazione fra giovani e media:
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Bentivegna S. (2008), Teorie delle comunicazioni di massa, Laterza, Roma-Bari
Bergamm R. (2009), Medienkompetenz - Digitale Medien in Theorie und Praxis fr sozialpdagogische Berufe,
Bildungsverlag Eins GmbH, Troisdorf
Cambi F. (a cura di) (2010), Media Education a scuola. Principi, modelli, esperienze, ETS, Pisa
Cambi F. (a cura di) (2010), Media education tra formazione e scuola, ETS, Pisa
Capecchi S. (2006), Identit di genere e media, Carocci, Roma
Cortoni I. (2011), Save the media. I minori come luogo comune, FrancoAngeli, Milano
Felini D. (a cura di) (2012), Video Game Education, Unicopli, Milano
Felini D., Weyland B (2005), Ffzehn Jahre Media education in italien: Der lange Weg zur
Anerkenung, in Kleber H. (a cura di), Perspektiven der medienpdagogik in Wissenschaft und Bildungspraxis,
Kopd
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Lemish D. (2008), I bambini e la TV, Raffaello Cortina, Milano
113
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- Morcellini M., Cortoni I. (2007), Provaci ancora scuola. Idee e proposte contro la svalutazione della scuola nel tecnoevo,
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- Panarese P. (2010) Quel che resta della pubblicit. La comunicazione di marketing nellepoca post spot, Lupetti,
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- Rivoltella P.C. (2001), Media education. Modelli, esperienze, profilo disciplinare, Carocci, Roma
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- Silverstone R. (2009), Mediapolis. La responsabilit dei media nella civilt globale, Vita e Pensiero, Milano
- Tirocchi S. (2008), Ragazzi fuori. Bullismo e altri percorsi devianti tra scuola e spettacolarizzazione mediale,
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- Tirocchi S., And R., Antenore M. (2002), Giovani a parole. Dalla generazione media alla networked generation,
Guerini e Associati, Milano
- Vinella M. (a cura) (2002), Il cinema racconta. Pedagogia e didattica del linguaggio cinematografico,
Sossella Editore, Roma
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- Crispiani P., Rossi P.G. (2006), E-learning. Formazione, modelli, proposte, Armando, Roma
- Galliani L. (2004), La scuola in rete, Laterza, Bari
- Rivoltella P.C. (a cura di) (2006), e-Tutor. Profilo, metodi, strumenti, Carocci, Roma
Testi sulleducazione multiculturale e di genere (i testi di questa categorie fanno riferimento ad unico
insegnamento):
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- Biemmi I. (2009), Genere e processi formativi. Sguardi femminili e maschili sulla professione di insegnante, ETS, Pisa
- Campani G. ( a cura di) (2010), Genere e globalizzazione, ETS, Pisa
- Campani G. (2008), Dalle minoranze agli immigrati, UNICOPLI, Milano
- Campani G. Chiappelli T. (2011), Dallintercultura al razzismo istituzionale, Aracne, Roma
- Contini M.G, Ulivieri S. (a cura di) (2010), Donna, famiglia, famiglie, Guerini, Milano
- Durst M. (a cura di) (2006), Educazione di genere tra storia e storie. Immagini di s allo specchio, Franco Angeli,
Milano
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114
Percentuale
Education Technology
71,1%
Media Education
28,9%
115
Percentuale
Education Technology
62,2%
Media Education
28,9%
8,9%
Quindi come stato detto, non solo negli insegnamenti di Media Education
ritroviamo attivit e testi bibliografici riferibili allEducation Technology, ma anche
allinterno degli insegnamenti attivi in questultimo ambito risultano riferimenti
espliciti, o moduli interi dedicati alla Media Education.
116
CONCLUSIONI
118
To develop appropriate and evolving pedagogical methods: the main purpose is to set up
new active methods that are incompatible with ready-to-teach recipes and require an
evolution of the teachers role, a greater participation by students and also closer relations
between school and the outside world.
120
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