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Misure elettroniche
Prof. Ferrero Andrea Pierenrico
Fiandrino Claudio
8 luglio 2009
Indice
1 Incertezze
1.1 Nozioni di metrologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2 Tipi di incertezze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4
4
4
2 Quarzi
3 Oscilloscopi
3.1 Oscilloscopi analogici . . . . . . . . . .
3.1.1 Canale verticale . . . . . . . .
3.1.2 Canale orizzontale . . . . . . .
3.1.3 Doppia base tempi . . . . . . .
3.1.4 Canali di ingresso . . . . . . .
3.1.5 Sonde compensate . . . . . . .
3.2 Oscilloscopi digitali . . . . . . . . . . .
3.2.1 Campionamento Real Time . .
3.2.2 Campionamento Sub Sampling
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8
9
10
12
13
13
13
18
21
21
27
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27
29
29
30
33
35
36
37
39
41
41
42
42
42
44
44
7 Sintetizzatori di frequenza
44
7.1 PLL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
7.2 DDS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
7.3 Circuito ALC e Modulatore I/Q . . . . . . . . . . . . . . . . 51
8 Analizzatori di spettro
8.1 Tipi di misure . . . . . . . . . . . . . . .
8.1.1 Modulo funzione di trasferimento
8.1.2 Distorsione armonica . . . . . . .
8.1.3 Intermodulazione . . . . . . . . .
9 Power Meter
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53
57
57
57
58
59
Incertezze
1.1
Nozioni di metrologia
campioni secondari
1.2
Tipi di incertezze
Esistono tipologie di errore che non sono incertezze: sono gli errori sistematici.
Questi tipi di errore sono rimovibili con opportune tarature degli strumenti
mentre le incertezze non sono eliminabili in alcun modo. Per effettuare il
4
n
X
(xi x
)2
N 1
i=1
Anche questa formula prevede che gli eventi siano scorrelati quindi ne deduciamo che una distribuzione gaussiana implica che eseguendo pi`
u misure
ognuna di esse non influenzi le altre. Lincertezza si calcola in questo modo:
I =
dove `e il fattore di copertura che pu`
o assumere valore 2 oppure 3.
Utilizzando = 2 si ottiene una probabilit`a pari al 95.4% che il misurando
ricada nellintervallo {, }; aumenta fino al 99.7% nel caso in cui = 3.
Elenchiamo di seguito i due tipi di incertezze che tratteremo:
1. incertezze di tipo A;
2. incertezze di tipo B;
Incertezze di tipo A
Per questo tipo di incertezze la misura risulta tanto piu accurata quanti pi`
u
campioni vengono prelevati. Questo comportamento viene osservato con i
momenti del secondo ordine.
Incertezze di tipo B
Le incertezze di tipo B non permettono di ridurre gli errori aumentando il
numero delle misure effettuate: un esempio `e lincertezza residua dovuta alla
rimozione degli errori sistematici.
Incertezze di lettura
Le incertezze di lettura sono quelle incertezze dovute alloperatore, della sua
accuratezza di lettura del valore da misurare sulla lancetta. Questo tipo di
incertezze infatti sono strettamente legate a strumenti analogici, in quanto
quelli numerici forniscono direttamente il risultato in cifre.
Incertezze di classe
` unincertezza assoluta solitamente espressa in % del valore di fondoscala.
E
esempio
1. Si misurano 5 V con un fondo scala di 10 V sapendo che lo strumento
`e di classe 2.
Incertezza assoluta:
V = 2% su 10 = 0.2
Incertezza relativa:
V
0.2
=
= 0, 04 4%
V
5
2. Si misurano 5 V con un fondo scala di 50 V sempre con uno strumento
di classe 2.
Incertezza assoluta:
V = 2% su 50 = 1
Incertezza relativa:
V
1
= = 0, 2 20%
V
5
Da questo esempio possiamo capire che per misurare qualsiasi grandezza
`e preferibile utilizzare il fondo scala pi`
u prossimo al misurando al fine di
minimizzare lincertezza.
Quarzi
I quarzi sono modellabili con dei circuiti risonanti risonatori che sfruttando
l effetto piezoelettrico, trasformando quindi lenergia meccanica delle
vibrazioni in energia elettrica, vengono utilizzati negli orologi per misurare
il tempo.
Per stimarne velocemente laccuratezza pensiamo che normalmente si regola
lorologio due volte lanno (cambi di ora legale-solare). La lancetta che
misura i secondi avr`a frequenza di oscillazione di 1 MHz. Stimiamo che la
misura sia affetta da un errore di 1 minuto: dunque
I=
T
1
=
= 3.86 106
T
259200
Oscilloscopi
La funzionalit`
a di un oscilloscopio `e rappresentare una forma donda su un
video con assi opportunamente tarati in ampiezza del segnale [V ] (tipicamente asse y) e tempo di visualizzazione [s] (tipicamente asse x).
Esistono 2 categorie di oscilloscopi:
1. oscilloscopi analogici;
2. oscilloscopi digitali;
I primi ad essere stati realizzati sono stati gli oscilloscopi analogici, oggi non
sono quasi piu presenti sul mercato, ma offrono le stesse funzionalit`
a dal
punto di vista utente degli oscilloscopi numerici.
Il grosso vantaggio di questi ultimi deriva dal fatto che, mediante il loro utilizzo `e possibile fare confronti tra due segnali contemporaneamente oppure
stimare con precisione un transitorio perch`e questi dispositivi sono dotati di
memoria. In questo modo possono memorizzare dei campioni, cosa non fisicamente realizzabile in analogica perch`e i fosfori, che permettono la visibilt`a
della forma donda sullo schermo, hanno una durata finita di tempo in cui
si illuminano e dunque permettono di vedere solo in tempo reale il segnale.
` tuttavia importante precisare che se non si sono acquisiti dati prima delliE
stante in cui il trigger comincia ad essere attivo `e molto probabile che non si
vedr`
a nulla sullo schermo: dunque c`e netta separazione tra i due istanti (di
inizio acquisizione dati e di trigger) cosa che non avviene negli oscilloscopi
analogici.
3.1
Oscilloscopi analogici
Vd bL
2dVacc
. Vd `e la tensione di deflessione
. b `e la lunghezza delle placchette
. L `e la lunghezza del tubo
. d `e distanza tra le placchette
. Vacc `e la tensione di accellerazione
La deflessione aumenta aumentando la lunghezza del tubo catodico mentre diminuisce se le placchette sono troppo vicine.
Esse infatti si comportano come condensatori a facce piane con capacit`
a
C = Sd , dove `e la permittivit`a dielettrica (o costante dielettrica) ed S la
superficie della faccia di una singola armatura.
Se la distanza fra le armature `e piccola = la capacit`
a `e grande e siccome il
1
circuito equivalente `e di tipo passabasso in cui Vd =
Ving si nota
1 + sRC
che la pulsazione del polo p si sposta verso sinistra.
Canale verticale
10
11
3.1.2
Canale orizzontale
12
3.1.3
Canali di ingresso
3.1.5
Sonde compensate
13
GG (GS + sCS )
GG (GS + sCS ) + (GG + sCS + GS ) (sCIN + GIN )
(1)
VIN
GG GS
=
VG
GG GS + GIN (sCS + GG + GS )
(3)
GIN
A1
Per questo A > 1 altrimenti questo rapporto non avrebbe senso. Per la (2)
CIN
IN
`e equivalente a scrivere GS = G
scrivere CS = A1
A1 .
Verifichiamo calcolando quanto vale CS ed esprimiamola come prima in
funzione di A:
CS =
GS CIN
GIN
15
CS =
CIN
(A 1)
(4)
(5)
Indichiamo ora:
Geq =
GS GIN
GS + GIN
Ceq =
CS CIN
CS + CIN
CS GIN
1
=
= CS
S
GIN GS
1 + GGIN
= CS
CS CIN
1
=
CS
CS + CIN
1 + CIN
CS CIN
CIN
=
CS + CIN
(A 1)
CIN
CIN
CIN
= CIN
=
CIN A
A
+ CIN
CIN
(A1)
17
3.2
Oscilloscopi digitali
Come accennato nella presentazione gli oscilloscopi digitali, o numerici, sono sostanzialmente dei sistemi di acquisizione dati che si prestano molto
bene ad operazioni di confronto tra segnali (i dati campionati sono livelli di
tensione) e a visualizzare transitori, ovvero a mostrare la forma donda del
segnale ad un tempo iniziale e molto breve.
18
optare per una base tempi corta, ma poter trattare frequenze pi`
u elevate;
Laccuratezza delloscilloscopio numerico `e direttamente proporzionale con
il numero di bit che il convertitore analogico-digitale (ADC) ha: ricordiamo
che le soglie di decisione sono 2N con N che indica il numero di bit. Dunque
se N `e grande si riesce a quantizzare il segnale in maniera pi`
u precisa
perch`e le soglie sono a livelli di tensione pi`
u vicini rispetto al caso in cui N
sia piccolo.
Ovviamente migliore `e laccuratezza meno veloce diventa il dispositivo quindi operer`
a con frequenze basse. La soluzione migliore, quella di compromesso, garantisce la massimizzazione della banda in funzione della base tempi.
esempio
Un segnale con banda 1 kHz modulato ad 1 MHz. Lo spettro di questo
segnale `e composto da un segnale portante ogni cento campioni di modulante. Se la memoria contiene pochi campioni il rischio `e di riuscire a vedere
solo segnali della modulante e non la portante.
S
`e pari a 6N.
Dimostriamo ora che il rapporto segnale-rumore N
Definiamo per prima cosa V come lintervallo tra una soglia di quantizzazione e laltra. Esso rappresenta lintervallo in cui dato un segnale continuo
nel tempo non riusciamo a distinguere due valori diversi di tensione, ma li
rappresentiamo, approssimandoli, con un medesimo livello di soglia: si definisce rumore di quantizzazione .
in quanto Vmax `e la tensione massima
Matematicamente quindi V = 2VNmax
1
N
che pu`
o raggiungere il segnale e 2 1 rappresentano il numero di intervalli
in cui si effettua la quantizzazione.
In prima approssimazione possiamo dire che V
= V2max
N .
Ora anzich`e effettuare il calcolo rigoroso con gli spettri di potenza trattiamo
il rumore come se fosse un segnale:
S
Vmax Vmax N
=
= Vmax = 2
N
V
2N
Esprimiamo ora in dB il risultato ottenuto: i rapporti sono fra tensioni
dunque:
2N |dB = 20log10 2N = 20N log10 2 = 6N
Gli oscilloscopi moderni sono sovracampionati (non si faccia confusione
con il campionamento real time o sub sampling trattati in seguito) nel senso
che, una volta stabilita la banda su cui effettuare il campionamento anzich`e
utilizzare il numero di campioni minimo indicato da Nyquist generalmente
19
se ne prendono di pi`
u.
La motivazione `e spiegabile analizzando ancora il rumore di quantizzazione
definito in precedenza: la probabilit`a di commettere un errore in un intervallo non influisce sugli altri quindi ne deduciamo che il rumore di quantizzazione `e gaussiano e quindi bianco.
Ipotizziamo ora un segnale con potenza normalizzata ad 1 che sia affetto dal
rumore di quantizzazione come in figura:
figura
definiamo:
PN
Ps
, > N =
=
B
B
In dBm possiamo scrivere la relazione Ps = PN + 6N dunque linearmente
s
.
PN = P6N
10
10
10
S
sempre sulla banda B e non
A noi per`
o interessa calcolare il rapporto N
BN ew perch`e il segnale utile non `e variato.
6N
S
Ps
BN ew
10 10
=
N bandaB
Ps
B
in dB troviamo che:
S
BN ew
S
= 10log10 = 6N + 10log10
N dB
N
B
Quindi il rumore si riduce in quanto `e quello che si avrebbe se si campionasse ad una frequenza pari a quella di sovracampionamento: ci`
o comporta la
possibilit`a di aumentare laccuratezza senza avere un numero elevato di bit
e quindi la risoluzione senza avere complessit`a di componentistica elevate.
Questo principio `e lo stesso che si utilizza nella DFT quando si vuole aumentare la risoluzione in frequenza di sequenze numeriche formate da pochi
campioni nel dominio del tempo: si aggiungono degli zeri con il meccanismo
del zeros padding, che non influiscono sul comportamento del segnale, per
far s che si ricostruisca il segnale interpolando pi`
u punti.
20
3.2.1
Questa modalit`
a di campionamento segue il criterio di Nyquist quindi campiona il segnale ad una frequenza di campionamento che `e almeno il doppio della banda per non perdere informazione. Solitamente raggiungono
frequenze di 20 GHz.
fc 2B
Il problema delle alte frequenze viene risolto parallellizzando lingresso, ovvero con pi`
u ADC ritardati fra loro con dei diversi. Ad esempio in questo
modo si ottiene un campione in 1/4 del tempo utilizzando in ingresso 4 ADC
e le misure sono distribuite nel singolo periodo. Il periodo di trigger `e comunque pari a 2B del segnale, tuttavia nel nostro esempio i campioni sono
4 quindi in sostanza si sta triggerando 4 volte nello stesso periodo e questo
significa che `e come se lADC avesse una frequenza 4 volte superiore.
Questa situazione comporta che le memorie devono essere veloci per scrivere
nel minor tempo possibile la misura effettuata: per questo vengono utilizzate memorie cache il cui pregio `e per lappunto lelevata velocit`a compensata
per`
o dal fatto che sono molto piccole. Ne consegue che le base tempi non
possono essere lunghe a piacere, ma devono essere consone alle capacit`
a delle memorie cache; precisiamo che ogni ADC utilizza una memoria cache (4
ADC 4 memorie cache). Effettuaiamo ora le ultime considerazioni sul
circuito di sample & hold: per quanto detto prima la velocit`
a meccanica del
circuito non pu`
o che essere veloce altrimenti non si porrebbe nemmeno il
problema di voler visualizzare segnali ad alta frequenza.
1
11 = 50 ps
Con un segnale di 20 GHz il periodo T = f1 `e di (5010
9) = 2
(picosecondi). Con un calcolo approssimato che stabilisce la velocit`a del
1
T troviamo che 2 ps `e la minima velocit`a che deve
campionatore ad 20
avere il sample & hold.
In memoria una volta effettuato il campionamento troviamo dei segnali che
sono limmagine di quelli analogici affetti da un errore aggiuntivo, dovuto
alla non idealit`
a del campionatore. La porta pT con cui si campiona ha come
risposta allimpulso una sinc e non una ideale come teorizzato da Nyquist
quindi lo spettro presenta aliasing in corrispodenza delle code del treno di
sinc, un fenomeno che contribuisce ad aumentare lincertezza.
3.2.2
21
4.1
Frequenzimetri
Sostanzialmente i frequenzimetri misurano quanti colpi di clock sono presenti in una finestra temporale, o finestra di gate.
Il segnale in ingresso con una propria frequenza fx e periodo tx viene
N fx
N tck
=
tx
fck
n fck
N
Calcoliamo ora le incertezze relative per fx :
N n fck
fx
+
+
=
fx
N n fck
fx =
(6)
ma poich`e N pu`
o essere deciso dal progettista non `e un fattore di incertezza
quindi:
n fck
fx
+
=
fx
n fck
Analizziamo ora i singoli fattori:
.
n
n
figura
fck
fck
rappresenta lincertezza del clock e nel caso dei risonatori al quarzo abbiamo gi`
a dimostrato essere nellordine dei 10(6) .
Passiamo ora a calcolare lincertezza assoluta di fx senza considerare lincertezza di fck : dalla la (6) riscriviamo che:
fx =
n
n
=
N tck
g
1
1 n
1
fx =
=
n
n g
g
23
4.2
fck
tx
=
tck
fx
fck
n
esempio
Con un segnale di clock ad fck = 1M Hz e un segnale con fx = 4Hz i
campioni che vengono contati sono:
n=
fck
1 106
=
= 250000
fx
4
Abbiamo gi`
a discusso del significato di nn pari ad n1 e ffckck quindi procediamo ad analizzare in dettaglio lincertezza dovuta al rumore.
In generale il rumore di un segnale `e lerrore dato da un livello di tensione pi`
u alto (o pi`
u basso)Vn rispetto al valore del segnale normale cio`e una
variazione del segnale s(t) = Vs sin(t) rispetto al tempo esprimibile come
y
y = x
x; come in figura definiamo te il tempo di errore dovuto al
rumore:
Vn
te = s(t)
t
Vn
Vs
2f
2
Vn
Vn
Vn
25
S
N
1
2
` importante far notare che per garantire incertezza minore occorre sempre
E
considerare come punto di osservazione del fenomeno quel punto in cui la
derivata della grandezza considerata `e massima; nel nostro caso la derivata
di sin(t) `e cos(t) che in t = 0 vale 1.
Nel periodimetro medio viene aumentato il tempo di misura di N volte,
il che permette di lavorare con notevole accuratezza anche a frequenze molto
pi`
u basse del periodimetro.
La spiegazione logica ovviamente `e la stessa gi`a spiegata nei frequenzimetri:
aumentando il tempo di misura migliora la risoluzione; poich`e utilizziamo
uno strumento ottimo a basse frequenze migliorando ancora laccuratezza si
riusciranno ad apprezzare frequenze ancora pi`
u basse.
Riportiamo di seguito brevemente alcune formule importanti:
n=
4.3
N tx
,
tck
n=
N fck
,
fx
fx =
N fck
n
schema
e ovviamente sar`
a bene tenere conto dellerrorre dovuto allapertura e chisura
degli impulsi quindi pi`
u in generale avremo:
fck 1
Tx
+ + N
=
Tx
fck n
26
Principio delleterodina
costruito un amperometro.
28
6.1
Voltmetri analogici
6.1.1
Voltmetri in continua
Rv
Rv + R0
29
Rv
R0
= V0
Rv + R0
R0 + Rv
R0
V
=
V
R0 + Rv
6.1.2
Voltmetri in alternata
Per capire come i voltmetri effettuano le misure di segnali in alternata occorre definire bene alcune grandezze fondamentali: valore di picco, valore
medio, valore efficace e introdurremo in seguito il valor medio convenzionale.
Il valore di picco Vp `e la misura tra la massima e la minima ampiezza del
segnale.
Il valore medio, o componente in continua del segnale, VDC viene definito
come:
Z
1 T
x(t)dt
VDC =
T 0
30
T
2
VM =
Vp
T
T
2
[sin(t)]dt
2dt
dzT
2t
dz =
dt =
T
T
2
31
quando:
t=0z=0
t=
T
z=
2
[cos(z)|0 ] =
[1 (1)] =
[sin(z)]dz =
T 2 0
2
2
2Vef f
VM
Vef f =
VM =
2
Il valore 2 = 2.22 `e la costante di proporzionalit`
a che lega il valor medio
convenzionale con il valore efficace; dunque con opportune tarature dello
strumento `e possibile osservare direttamente la lettura che desideriamo.
Se invece il raddrizzatore `e a doppia semionda osserviamo immediatamente
che ai fini del calcolo `e come avere un raddrizzatore a singola semionda in cui
abbiamo una componente non nulla anche nellaltro semiperiodo: moltiplichiamo dunque per un fattore 2 il risultato ottenuto in precedenza anzich`e
ripetere il calcolo integrale.
2 2Vef f
2Vp
VM
VM =
VM =
Vef f =
2 2
Abbiamo ottenuto anche in questo caso un coefficiente moltplicativo che lega VM a Vef f pari alla met`
a di quello precedente.
Ricapitoliamo ora le considerazioni fatte: dato un segnale riusciamo ad individuarne le sue grandezze caratteristiche grazie ad opportune tarature dello
strumento:
32
K
1.11
2.22
1
2
Descrizione
Circuito a doppia semionda
Circuito a singola semionda
Valore di picco
6.1.3
34
I = Is e
V
VT
i
1
6.1.4
Rosmetri
I voltmetri che misurano il valore di picco per frequenze molto alte (microonde) sono i rosmetri.
35
6.2
Voltmetri numerici
Lo scopo `e sempre quello di misurare una tensione: con lo strumento numerico occorre quindi discretizzare il segnale di ingresso con un convertitore
ADC preceduto da un sample & hold.
Ecco lo schema generale:
6.2.1
I voltmetri a semplice integrazione si chiamano anche voltmetri a conversione di frequenza perch`e `e possibile dato un ingresso in tensione misurare con
un contatore la frequenza in uscita.
Riportiamo lo schema:
1
=
RC
T0
Vin dt
0
figura
quando la tensione di ingresso raggiunge la soglia posta a VS = VR02TC0 vengono generati gli impulsi con periodo T: lincremento fra Tin = 0 e T/2 deve
37
1
=
R1 C
T /2
(Vin )dt +
Tin
V0 T0
Vin T /2 V0 T0
=
+
R2 C
R1 C
R2 C
Vin (T T /2)
R1 C
Vin T /2 V0 T0
Vin T
Vin T /2
+
=
R1 C
R2 C
R1 C
R1 C
in T /2
si elidono. Per cui:
dove i termini VR
1C
V0 T0
Vin T
=
R2 C
R1 C
da cui ricaviamo:
Vin =
V0 T0 R1
V0 T0 R1 f
=
R2 T
R2
=
R f
Vin
V0 T0
6.2.2
Schema:
39
grafico
Vediamo il contributo dato dallintegrazione per un periodo noto (0-T0 ):
1
V1 =
RC
T0
Vin dt =
Vin T0
RC
Vin T0
VR Tx
=
RC
RC
Tx
T0
(7)
n
N
Vin VR T0 Tx
+
+
=
Vin
VR T0 Tx
da cui si pu`
o ricavare:
Tx
Tx
Vof f 1
Vin = VR
T0
T0
in questo caso Vof f 1 TTx0 rappresenta lerrore dovuto agli offset
presenti sulla maglia di ingresso dellintegratore;
. effetto sul comparatore di soglia: questa volta cambia il tempo
incognito su cui integro la tensione nota; anzich`e integrare su Tx =
Tx + Terr si integra su Tx .
inserire grafici
Terr
Valutiamo in Terr il livello di tensione: Vof f = VRRC
dunque Terr =
Vof f RC
VR .
6.3
Vof f RC
Tx + VR
T + Terr
= VR x
= VR
T0
T0
Vof f RC
VR
= VR
otteniamo:
Tx
RC
Vof f
T0
T0
Amperometro
6.3.1
Amperometri in continua
Im = I0
RA
G0 GA
G0
1
G
GA
= I0 1 A 1 = I0 G +G
= I0
= I0
0
A
RA + R0
GA G0 + GA
GA + G0
G0 + GA
G G
0
in quanto si calcola il partitore di corrente fra le resistenze del circuito mostrato in figura:
il cui errore assoluto `e uguale a:
I = I0 I0
GA
G0
= I0
GA + G0
G0 + GA
41
I
GA
=
I
G0 + GA
6.3.2
Amperometri in alternata
Per quanto riguarda questi strumenti di misura valgono le stesse considerazioni fatte per i voltmetri in alternata.
6.4
6.4.1
Fasometro
Fasometri analogici
figura
I due segnali di ingresso sono inviati ad uno squadratore che genera degli
impulsi; essi sono gli ingressi di un flip flop S-R il quale genera unonda quadra con duty cycle proporzionale allo sfasamento misurata da un voltmetro
in continua.
figura
VDC = VM
T1
T2
T1
T2
T1
= VM
T2
360
Osserviamo che abbiamo a disposizione una formula che permette di ottenere immediatamente la misura di fase con una misura indiretta di tensione,
informazione che ci viene data dal voltmetro in continua tarando opportunamente lo strumento.
La fase `e una grandezza periodica, si ripete uguale a se stessa a multipli di
k 2 (k N), per cui misurare una fase di 0 gradi o di 359 gradi `e un rilevamento molto simile. Tuttavia sullo strumento lago continuer`
a ad oscillare
fra il minimo del fondo scala ed il massimo in quanto seppure lo sfasamento
tra 0 e 359 `e minimo.
Questo comportamento accade solo per segnali la cui fase `e prossima a 2.
Cosa succede se poniamo un inverter su un ingresso del flip flop?
Ci`
o che accade `e che uno dei due segnali viene negato e il duty cycle diventa pari al 50%. In questo modo sullo strumento riusciamo ad apprezzare
sfasamenti piccoli vicini allo 0, ma al contempo spostiamo il problema a
: il risultato sar`
a dunque di non riuscire pi`
u ad osservare una misura di
fase prossima a 180 gradi senza che lo strumento oscilli tra il minimo ed il
massimo del fondoscala.
Questi strumenti vengono definiti a zero centrale perch`e appunto lo zero
della scala si trova a met`
a del periodo complessivo del segnale.
43
6.4.2
6.4.3
Fasometri numerici
Se si utilizzano fasometri numerici il problema della visualizzazione di sfasamenti piccoli prossimi ad un punto particolare ( oppure 2) in quanto il
risultato viene fornito direttamente in cifre.
Occorre convertire in digitale una parte del segnale, ovvero la sua componente continua poi sovracampionare il segnale per avere una buona risoluzione.
Altre soluzioni, come quella di convertire gli ingressi non sono praticabili
perch`e `e molto difficile calcolare uno sfasamento partendo solo da tabelle
numeriche; in teoria `e possibile, guardando per i due segnali gli istanti di attraversamento dello zero, ma bisogna tenere conto che si commette un errore
dovuto quanto meno alla quantizzazione (su una certa fascia V0 tutti i
campioni vengono approssimati a 0) che dipende ovviamente dal campionamento e dalla risoluzione del quantizzatore in numero di bit, quindi non `e
un metodo valido.
Sintetizzatori di frequenza
44
7.1
PLL
I sintetizzatori di frequenza utilizzati negli oscillatori locali prendono il nome di PLL: essi effettuano una sintesi diretta.
Un PLL o (Phase-locked-loop) nel caso pi`
u generale `e formato da un comparatore di fase, un filtro ad anello ed un Vco (Voltage Controlled oscillator).
Il Vco `e un circuito oscillante la cui componente principale `e un varactor, un
diodo che polarizzato inversamente viene utilizzato come capacit`
a variabile
controllata in tensione.
M
N
Ora poich`e i divisori non possono che avere sia N che M reali (N, M ) il
risultato `e di aver creato una costante .
`e di questo tipo:
48
7.2
DDS
La sintesi indiretta di frequenza `e ottenuta attraverso i dispositivi DDS (Direct Digital Synthesis).
Un sintetizzatore digitale elimina gli errori che introduce un PLL, le sue
cause di incertezza sono quelle del clock che utilizza come oscillatore interno
e il rumore introdotto dalle porte logiche.
Ipotizziamo inizialmente M=1 costante: dopo 2N colpi di clock con frequenza fck si otterranno in uscita i campioni necessari a creare una forma donda
avente frequenza fout .
Le memorie solitamente contengono un numero di bit N pari a 8 o 10 quindi
possono contenere 28 = 256 oppure 210 = 1024 campioni.
fout =
fck
2N
Tout =
1
fout
= 2N tck
fout
fck
=
fout
fck
esempio
Calcoliamo la frequenza di uscita di un segnale generato con un clock di
cui fck = 10M Hz, una memoria capace di contenere N=10 (numero di bit)
49
10M Hz
fck
=
= 9.766kHz
N
2
210
Tout =
1
fout
= 102s
In generale M pu`
o essere diverso da uno: in questo caso vengono presi
meno campioni per periodo e ci`o permette la sintesi di segnali a frequenza
maggiore.
fck
1
2N
T
=
=
tck
out
2N
fout
M
Da velocissime considerazioni osserviamo che la frequenza minima realizzabile `e proprio quando M=1 ossia fmin = f2ck
N ; la frequenza massima invece
`e quella per cui si ha il minor numero di campioni che il teorema di Nyquist impone di avere per periodo, 2, quindi fmax = f2ck condizione verificata
quando poniamo M = 2N 1 .
fout = M
I DDS dunque godono di ottima risoluzione, data dal numero di bit della
memoria, e una buona velocit`a; si pu`
o agire su questi parametri semplicemente cambiando il valore di M senza modificare il clock.
Questi dispositivi per`
o non riescono a sintetizzare frequenze elevate.
50
Come si pu`
o osservare anche dallesempio al massimo si riesce ad ottenere
un segnale con frequenza pari alla met`
a di quella del clock ed essi, con la
tecnologia ad oggi disponibile, non possono essere costruiti per lavorare ad
alte frequenze.
Inoltre, per valori di M molto grandi, abbiamo gi`a concluso che il segnale
in uscita `e generato partendo da pochi campioni per periodo; esso dunque
dovr`a essere filtrato con filtri numerici per eliminare le componenti spurie.
Un aspetto decisamente rilevante consiste nella facilit`a con cui `e possibile
fare la modulazione: per i DDS `e sufficiente agire sul parametro M mentre
per i PLL non `e cos` semplice. Utilizzare un mixer posto tra il Vco e il
filtro ad anello `e una possibile implementazione, a patto che il segnale di
modulazione rientri nel campo di aggancio del Vco.
In alternativa si pu`
o realizzare il divisore per N, che ricordiamo `e il divisore
essenziale per realizzare il passo minimo di frequenza, con un DDS che con
le sue propriet`a consente di migliorare notevolemente le prestazioni generali
del sistema risultante complessivo.
7.3
In questo capitolo ci occuperemo di trattare i moduli che generalmente seguono un sintetizzatore di frequenza, ed in particolare gli ALC e i modulatori
I/Q.
Il circuito ALC (Automathic Level Clock) `e un circuito che serve essenzialmente per stabilizzare lampiezza della portante.
` formato da un attenuatore variabile a cui viene posto in serie un rilevatore
E
51
figura
figura
52
Analizzatori di spettro
53
Poich`e non si possono inserire infiniti filtri di selezione la banda risultante del sistema non potr`
a che essere limitata; inoltre i filtri, al fine di far
osservare solo una singola componente avranno un Q elevatissimo e una banda molto stretta quindi saranno molto accurati, ma le scansioni risulteranno
essere lente.
Per questi motivi gli analizzatori di spettro a banchi di filtri non vengono
utilizzati.
Per quanto riguarda lo strumento numerico esso `e costituito essenzialmente da un oscilloscopio da cui, attraverso un meccanismo di digital signal
processing (DSP), si calcola la FFT (Fast Fourier Transform).
Il problema `e sempre trovare un buon compromesso tra velocit`a e risoluzione: pi`
u le memorie sono lunghe pi`
u si ottiene elevata risoluzione a discapito
della velocit`
a; se invece sono corte il sistema sar`
a veloce, ma poich`e i campioni per periodo memorizzati saranno pochi non si osserver`
a una forma
donda con accuratezza.
esempio
Calcoliamo la risoluzione di un analizzatore di spettro con memoria contenente 106 campioni e banda del segnale di 50M Hz.
50 106
= 50Hz
106
La risoluzione `e molto accurata in rapporto con la banda del segnale, ma il
sistema dovr`a effettuare i calcoli per 106 campioni.
Risoluzione =
50 106
= 50 102 Hz = 5kHz
104
a.s eterodina
divisione in bande
55
56
8.1
Tipi di misure
8.1.1
Il tracking generator mantiene costante lampiezza del segnale di ingresso (Ving ) per tutte le frequenze; misurando con lanalizzatore di spettro la
Vout che varier`
a rispetto alla Ving costante, si ricava il modulo della funzione
di trasferimento.
|Vout | = |Ving | |H()|
8.1.2
|H()| =
|Vout |
|Ving |
Distorsione armonica
grafici
grafico IP3
8.1.3
Intermodulazione
58
f2 = f1 f
grafici
Ordine
3
5
7
Prodotti di intermodulazione
Distanza dalla f0
[(2 f0 ) (f0 + f )] = f0 f
[(3 f0 ) 2 (f0 + f )] = f0 2 f
[(4 f0 ) 3 (f0 + f )] = f0 3 f
Se consideriamo un sistema trasmissivo occorre tenere ben presente questi disturbi: sul canale principale si trasmette ad una frequenza f0 ben
determinata, ma i prodotti di intermodulazione, essendo equispaziati di f
costante rispetto alla carrier (f0 ), vanno a sovrapporsi perfettamente su altri
canali trasmissivi causando rumore.
Il disturbo causato si misura solitamente di dBc (c significa carrier) definito
come rapporto di tensione tra la Carrier e li-esima intermodulazione.
Ad esempio 30 dBc del 3 ordine vuol dire che il prodotto di intermodulazione del 3 ordine `e attenuato di 30 dB rispetto alla carrier.
Lestensione ad uninfinit`
a di coppie del prodotto di intermodulazione prende il nome di ricrescita spettrale; per misurare la potenza del canale
adiacente rispetto al canale di riferimento si introduce lACPR (Adiacent
Channel Power Ratio).
grafico acpr
R
P otenza (f0 ) df
ACP R = RT0
T1 P otenza (f1 ) df
Power Meter
cella bias-tee
Pdiss =
+ PRF
2
61