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Marialuce Bongiovanni
INDICE
Premessa
Pag.
3
La scelta delleducazione
interculturale
Pag.
4
Linserimento
laccoglienza
scolastico
degli
Riconoscimento
stranieri
dei
titoli
MARIALUCE BONGIOVANNI
di
Pag.
5
Pag.
7
Pag.
9
Pag.
10
Pag.
14
Pag.
15
studio
Pag. 17
Pag.
19
Invito al viaggio
Ogni giorno creo una nuova patria
in cui muoio e rinasco quando voglio
una patria senza mappe n bandiere
celebrata dai tuoi occhi profondi
che mi accompagnano per tutto il tempo
del viaggio verso cieli fragili
in tutte le terre io dormo innamorato
in tutte le dimore mi sveglio bambino
la mia chiave pu aprire ogni confine
e le porte di ogni prigione nera
ritorni e partenze eterne il mio essere
da fuoco a fuoco e da acqua a acqua
l'inno delle mie patrie il canto del merlo
ed io lo canto in ogni stagione di luna calante
che sorge dalla tua fronte di buio e di stelle
con la volont eterna del sole
Gezim Hajdari
Poeta albanese, vincitore del Premio Montale;vive in Italia
Premessa
MARIALUCE BONGIOVANNI
Pi che di alunni stranieri, bisognerebbe parlare di alunni non nativi, cio di alunni che non parlano
litaliano come madre lingua, ma che hanno litaliano come lingua di socializzazione secondaria e di
scolarizzazione. Gli alunni che hanno l'italiano come seconda lingua nelle nostre scuole sono : i bambini
e ragazzi Sinti e Rom e quelli appartenenti a varie minoranze linguistiche presenti in Italia, i figli di
immigrati nati in Italia (la seconda e terza generazione), i bambini e ragazzi stranieri che si uniscono ai
genitori di adozione, i figli di immigrati arrivati in Italia con i genitori o per ricongiungimento familiare, i
ragazzi stranieri che hanno lasciato il loro paese per ragioni diverse. Secondo la normativa ufficiale
tuttavia sono definibili come 'alunni stranieri' solo quelli appartenenti agli ultimi due gruppi; tuttavia
anche le prime tre categorie hanno bisogno di un supporto linguistico diverso da chi litaliano lo parla (ed
eventualmente lo legge e lo scrive) in famiglia e con il gruppo dei pari quotidianamente e sin
dallinfanzia.
Circolare ministeriale del 26 luglio 1990, n. 205, La scuola dellobbligo e gli alunni stranieri.
Leducazione interculturale; Circolare ministeriale del 2 marzo 1994, n. 73, Dialogo interculturale
e convivenza democratica: limpegno progettuale della scuola ; Legge n. 40/98 art. 36
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libert enunciate nella presente Dichiarazione, senza
distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di opinione politica o di altro genere,
di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. (Dichiarazione Universale
dei Diritti Umani del 1948, art. 2)
Gli Stati parte si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione ed a garantirli ad
ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di razza, di colore, di sesso,di lingua,
di religione, di opinione pubblica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro
origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacit, dalla loro
nascita o da ogni altra circostanza (Convenzione sui diritti dellinfanzia del 1989 art. 2 )
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Secondo lo spirito del DPR citato, ogni scuola dovrebbe definire, con delibera del
Collegio dei docenti, principi, indicazioni e criteri, riguardanti le modalit di
iscrizione e di inserimento degli alunni immigrati. Per questa ragione, ogni
istituzione scolastica adotta un proprio Protocollo dAccoglienza, cio un
documento nel quale, oltre le modalit di iscrizione e inserimento degli alunni non
italofoni si definiscono compiti e ruoli degli operatori, traccia le diverse possibili
fasi dellaccoglienza e delle attivit di supporto / facilitazione per lapprendimento
della lingua italiana. Per accogliere necessario, infatti, seguire procedure di
inserimento non casuali o improvvisate, promuovere dispositivi per laccoglienza, e
infine, avere strumenti informativi e documenti in varie lingue-.
Con il termine accoglienza ci si riferisce quindi allinsieme degli adempimenti e dei
provvedimenti attraverso i quali sono formalizzati il rapporto dellalunno e della
sua famiglia con la realt scolastica.
Gli ambiti entro cui tale rapporto si sviluppano attengono a quattro ambiti
amministrativo-burocratico
(l'iscrizione),
comunicativo-relazionale
conoscenza), educativo-didattico (proposta di assegnazione alla
accoglienza, educazione interculturale, insegnamento dell'italiano seconda
sociale (rapporti e collaborazioni con il territorio).
distinti:
(prima
classe,
lingua),
e procedure per liscrizione di minori non italofoni non sono diverse da quelle
previste per gli studenti italiani; per i primi, inoltre, la normativa prevede
casistiche e particolarit volte a facilitare lassolvimento del diritto-dovere
allistruzione e alla formazione. Lobbligo distruzione, infatti, interessa anche i
minori stranieri indipendentemente dalla regolarit della posizione in
ordine al soggiorno in Italia5.
Liscrizione rappresenta il primo momento di un percorso daccoglienza per l
alunno non italofono e per la sua famiglia; essa non pu essere avulsa dal
contesto culturale e normativo generale , quello che trova nella Convenzione ONU
sui diritti dellinfanzia il punto di riferimento principe e per questo pi corretto
parlare di accoglienza e integrazione anche per coloro che nelle scuole sono
preposti a questa procedura!!!
5
art. 68 della Legge 17 maggio 1999, n. 144; art. 2 della Legge n. 53/2003; art.1 del D. L.vo 15 aprile
2005, n. 76 ; art. 38 del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286; art. 45 del D.P.R. n. 394/99
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C.M.
fine dellanno scolastico. Se lalunno proviene da un paese del Sud America (ad
esempio, il Per), si presentano entrambi i problemi: il sistema scolastico di base
in Per dura sei anni e il calendario scolastico va da febbraio a dicembre. Pertanto
un alunno peruviano di sette anni che arriva in Italia a gennaio potrebbe avere gi
terminato la terza elementare.
opportuno inoltre che gli alunni neo arrivati appartenenti allo stesso gruppo
linguistico siano collocati nelle classi in gruppetti che non superino il numero di 4 /
5 per facilitare laiuto reciproco nella comunicazione e limitare la percezione di
sradicamento e di perdita didentit. Si deve prestare attenzione alle interazioni
fra i gruppi per prevenire forme di esclusione e di distanza.
La Cm n.2 dell8 gennaio 2010 fornisce indicazioni e raccomandazioni per
lintegrazione di alunni con cittadinanza non italiana, fissando al 30%
(precedentemente stabilito al 50 % dallart. 45 comma 3 del DPR del 31 agosto
1999) il tetto massimo di presenze di non italiani in classe. Dalla lettura della
Circolare, che indica criteri di carattere organizzativo sia dellofferta formativa
territoriale, sia della gestione interna della singola istituzione scolastica, chiaro
che il tetto del 30% si applica agli studenti neo arrivati (ovvero, come dice la
letteratura scientifica, quanti sono giunti in Italiana da meno di 2 anni) che si
inseriscono a scuola a partire dagli ultimi anni della scuola primaria; essa, quindi,
non contempla gli studenti nati e cresciuti in Italia e che spesso sono gi in
possesso di adeguate competenze.
Situazioni particolari. E possibile individuare diverse situazioni di inserimento
degli alunni stranieri di recente immigrazione, definite sulla base dellet e della
scolarit precedente:
lalunno neo-arrivato non ha mai frequentato la scuola nel
origine e ha 6/7 anni: linserimento avviene in prima elementare;
lalunno neo-arrivato presenta una corrispondenza fra et
frequentata nel paese dorigine, documentata dai certificati
(qualunque sia la lingua di scolarit): linserimento avviene nella classe
a quella frequentata nel paese di origine;
paese di
e classe
scolastici
successiva
sostegno extrascolastico
Le Linee Guida del MIUR (CM. n 24 1.3.2006) rafforzano lidea presente nella
scuola italiana sin dai tempi della legge 517/ 1977 - che la valutazione non abbia
solo funzione certificativa, ma anche una funzione formativa/regolativa in grado di
consentire, un continuo adeguamento delle proposte di formazione alle reali
esigenze degli alunni e ai traguardi programmati per il miglioramento dei processi e
dei risultati, sollecitando, altres, la partecipazione degli alunni e delle famiglie al
processo di apprendimento. Larticolo 4 del DPR numero 275/1999, relativo all
autonomia didattica delle istituzioni scolastiche, assegna alle stesse la
responsabilit di individuare le modalit e i criteri di valutazione degli
alunni, prevedendo altres che esse operino nel rispetto della normativa
nazionale.
La normativa tuttavia non fornisce indicazioni specifiche, ma rafforza il ruolo e
la responsabilit delle istituzioni nella loro autonomia e dei docenti nella
valutazione degli alunni. Lart. 45, comma 4, del D.P.R. n.394 del 31 agosto
19997 attribuisce di fatto al Collegio docenti il delicato compito di provvedere:
Collegio docenti
Lart. 45, comma 4, del D.P.R. n.394 del 31 agosto 1999 afferma che: Il Collegio dei Docenti
definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri il necessario
adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati
specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare lapprendimento della
lingua italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola. Il
consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana pu essere realizzata
altres mediante lattivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici
progetti, anche nellambito delle attivit aggiuntive di insegnamento per larricchimento
dellofferta formativa.
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la motivazione;
la partecipazione;
limpegno;
Cfr. AA.VV., Imparare litaliano, imparare in italiano, a cura di G. Favaro, Milano, Edizioni Guerini, 1999,
pag.27.
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per le materie per le quali non siano ancora state acquisite le competenze
linguistiche che ne permettono lo studio, la valutazione potr essere espressa con la
frase:
La valutazione non viene espressa in quanto lalunno si trova nella fase
di alfabetizzazione in lingua italiana.
oppure:
La valutazione espressa fa riferimento al P.S.P. (Piano di Studio
Personalizzato), programmato per gli apprendimenti, in quanto lalunno si
trova nella fase di alfabetizzazione in lingua italiana. (Anche nel caso in cui
lalunno partecipi parzialmente alle attivit didattiche).
Per quanto riguarda la valutazione di fine anno scolastico, il Consiglio di Classe pu
ricorrere alla seconda formulazione, tenendo conto degli attuali orientamenti della
linguistica e della pedagogia interculturale e facendo, inoltre, riferimento alle
indicazioni espresse dal MIUR in Linee Guida per laccoglienza e lintegrazione degli
alunni stranieri, Circ. min. n.24 del 01/03/2006, che sono orientate ad una
valutazione pi comprensiva e diluita in un arco di tempo pi lungo, per rispettare i
tempi di apprendimento/acquisizione delle varie discipline, come dal PSP 9.
9
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Il diritto/dovere allistruzione
Le norme che nel corso dellultimo decennio hanno ridefinito il diritto/dovere
allistruzione hanno , nello stesso tempo, ridefinito il sistema educativo di
istruzione e di formazione, che parte dalla scuola dellinfanzia e termina con la
scuola secondaria di 2 grado o con la formazione professionale.
il sistema educativo di istruzione e di formazione si articola nella scuola
dell'infanzia, in un primo ciclo che comprende la scuola primaria e la scuola
secondaria di primo grado, e in un secondo ciclo che comprende il sistema dei licei
ed il sistema dell'istruzione e della formazione professionale (art. 2, c. 1 Legge
delega n. 53/2003).
Ne risulta pertanto che lobbligo scolastico e quello formativo ( art. 68 della legge
17 maggio 1999, n. 144) vengono concettualmente ricondotti al diritto
all'istruzione e formazione e correlativo dovere che si realizza " [...]nelle istituzioni
del primo e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione,
costituite dalle istituzioni scolastiche e dalle istituzioni formative (), anche
attraverso l'apprendistato di cui all'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre
2003, n. 276, ivi comprese le scuole paritarie riconosciute ( Art.1 c.3 Legge
delega n. 53/2003).
Relativamente al solo secondo ciclo del sistema educativo va ribadito che
esso costituito dal sistema dell'istruzione secondaria superiore e dal sistema
dell'istruzione e formazione professionale (art. 1 d.lgs. 226/2005 attuativo della
citata legge 53/03 e modificato,da ultimo, con legge n. 7/2007). Il diritto-dovere
all'istruzione e alla formazione si assolve pertanto
nei percorsi di
istruzione e formazione professionale (Capo III del decreto legislativo 17
ottobre 2005, n. 226) . L'adempimento dell'obbligo di istruzione e' finalizzato al
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precetti costituzionali
precetti internazionali
(art. 28 Conv. di New York del 1989, ratif con legge 176/91)
gli specifici accordi stipulati tra lItalia e i seguenti paesi: Argentina, Cina, Francia,
Germania, Malta, Messico, Regno Unito, Slovenia, San Marino, Spagna, Svizzera;
e) legge 25 gennaio 2006, n. 29 (Disposizioni per ladempimento di obblighi
derivanti dallappartenenza dellItalia alle Comunit europee - Legge comunitaria
2005), limitatamente agli articoli 12 e 13.
In generale, il riconoscimento dei titoli di studio non universitari pu essere
richiesto:
a) per potersi iscrivere a un istituto di istruzione non universitario (scuola primaria,
scuola secondaria di 1 e 2 grado) o a corsi di formazione professionale;
b) per potersi iscrivere allUniversit;
c) per poter svolgere un lavoro che non richiede un titolo di studio universitario.
Uno studente straniero che intende avere un riconoscimento della propria scolarit
pregressa per proseguire gli studi nel sistema scolastico italiano necessita della
Dichiarazione di eguaglianza di valore e di efficacia (equipollenza) del
titolo di studio conseguito non in Italia , un attestato redatto dalle
Rappresentanze Italiane (autorit consolari) competenti sul territorio in cui il titolo
stato conseguito Qualora il richiedente si trovi gi in Italia pu richiederlo tramite
la propria Ambasciata o scrivendo direttamente al Consolato italiano. Se
cittadino italiano pu richiederlo tramite il Ministero degli Affari Esteri.; esso
attesta sia la validit del titolo sia la durata degli studi effettuati per conseguirlo.
La presentazione di documenti redatti all'estero e relativi agli studi seguiti da
studenti che, provenendo da paesi esteri, chiedono l'iscrizione a scuole della
Repubblica, pone il problema della legalizzazione delle firme apposte su tali atti
e quella della traduzione degli atti stessi 10. La legalizzazione dei documenti
(certificati, atti, ecc) provenienti dai Paesi di origine fondamentale in quanto non
possibile
procedere
alla
cosiddetta
autocertificazione.
Sebbene
lautocertificazione sia riconosciuta in via generale dalla legge italiana per
semplificare lattivit amministrativa, lart. 2, comma primo, del regolamento di
attuazione (d.p.r. 394/99) ha posto dei limiti precisi stabilendo che un cittadino
straniero pu alle stesse condizioni di un cittadino italiano autocertificare
determinate circostanze, ma a condizione che siano gi ufficialmente note e
acquisite presso un ufficio pubblico italiano competente ( esempio la nascita di un
bimbo nato in Italia).
Per tutti gli altri casi : () gli stati, fatti, e qualit personali diversi da quelli
indicati nel comma 1 sono documentati, salvo che le Convenzioni internazionali
dispongano diversamente, mediante certificati o attestazioni rilasciati dalla
competente autorit dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana,
autenticata dallautorit consolare italiana, che ne attesta la conformit
alloriginale, dopo aver avvisato linteressato che la produzione di atti o documenti
non veritieri prevista come reato dalla legge italiana ( comma 2 dellart. 2 del
d.p.r. 394/99)
In altre parole, ci che non autocertificabile dovr essere certificato
mediante documenti che devono essere legalizzati, quindi non possibile
far valere direttamente in Italia un certificato (anche se munito di traduzione
asseverata da un interprete iscritto allapposito ruolo del tribunale) che non sia
stato preventivamente legalizzato presso il consolato italiano del Paese di
provenienza.
10
Circolari:
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tradotto
da
un interprete
accreditato
dal
2.
successivamente controllato dallautorit consolare italiana, allo scopo di
verificare che il documento sia stato formalizzato nel rispetto della legislazione del
Paese di origine, ovvero che sia stato rilasciato da parte dellufficio competente di
quel paese.
La legalizzazione quindi una procedura molto lunga e complessa che, tuttavia,
pu essere abbreviata rivolgendosi direttamente alle rappresentanze consolari in
Italia. Un certificato infatti pu essere rilasciato anche dal consolato del paese
straniero operante in Italia, che , per definizione, il terminale amministrativo di
tutti gli uffici del paese di origine. Normalmente le rappresentanze consolari in
Italia non rilasciano i certificati direttamente a richiesta degli interessati, ma
richiedono dei certificati provenienti dal loro paese di origine (senza traduzione o
legalizzazione) da esibire alla rappresentanza consolare stessa, che poi rilascia dei
propri certificati corrispondenti e direttamente tradotti in italiano e quindi
legalizzati.
Le dispendiose e lunghe procedure di legalizzazione necessarie per far valere
direttamente il certificato straniero occorre possono essere evitate solo nel caso in
cui il certificato stesso sia munito di una formula direttamente apposta dalle
autorit del paese dorigine, la cosiddetta apostille (in italiano postilla). Questa
possibilit data solo ai cittadini provenienti dai Paesi che hanno sottoscritto la
Convenzione dellAia del 5 ottobre 1961 relativa allabolizione della legalizzazione
di atti pubblici stranieri.
Nel corso degli anni stata ratificata e resa esecutiva da molti Stati . Ad oggi i
Paesi che hanno ratificato la Convenzione sono: Argentina; Armenia; Australia;
Antigua e Barbuda; Bahamas; Barbados; Bielorussia; Bosnia Erzegovina;
Botswana; Belize; Brunei ; Cipro; Croazia; El Salvador; Federazione Russa; Figi;
Giappone; Israele; Italia; Jugoslavia; Lettonia; Liberia; Lituania; Lesotho;
Macedonia; Mauritius; Malati; Malta; Messico; Niue; Panama; Repubblica Ceca;
Romania; San Christopher e Nevis; San Marino; Seychelles; Slovenia; Swaziland;
Suriname; Stati Uniti dAmerica; Sud Africa; Svizzera; Tonga; Turchia; Ucraina;
Ungheria; Venezuela.
MARIALUCE BONGIOVANNI
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Uno studente straniero che intende avere un riconoscimento della propria scolarit
pregressa per proseguire gli studi nel sistema scolastico italiano necessita della
Dichiarazione di valore,
attestato redatto dalle Rappresentanze Italiane
(autorit consolari) competenti sul territorio in cui il titolo stato conseguito.
Qualora il richiedente si trovi gi in Italia pu richiederlo tramite la propria
Ambasciata o scrivendo direttamente al Consolato italiano.
E necessario chiarire che la cosiddetta Corrispondenza di titolo
unattestazione valida solo per il lavoro, mentre la Dichiarazione di
equipollenza si richiede solo per i cittadini italiani residenti allestero. La
Dichiarazione di valore il documento valido per proseguire gli studi in Italia;
esso attesta sia la validit del titolo sia la durata degli studi effettuati per
conseguirlo.
Le ragioni. La presentazione di documenti redatti all'estero e relativi agli studi
seguiti da studenti che, provenendo da paesi esteri, chiedono l'iscrizione a scuole
della Repubblica, pone il problema della legalizzazione delle firme apposte su
tali atti e quella della traduzione degli atti stessi. La legalizzazione dei
documenti (certificati, atti, ecc) provenienti dai Paesi di origine fondamentale
in quanto non possibile procedere alla cosiddetta autocertificazione e
TUTTO ci che non autocertificabile dovr essere certificato mediante
documenti che devono essere legalizzati.
Non possibile pertanto far valere direttamente in Italia un certificato (anche se
munito di traduzione asseverata da un interprete iscritto allapposito ruolo del
tribunale) che non sia stato preventivamente legalizzato presso il consolato
italiano del Paese di provenienza.
Le strade alternative a questa procedura complessa sono:
a) RAPPRESENTANZE CONSOLARI. Un certificato pu essere rilasciato
anche dal Consolato del paese straniero operante in Italia, che , per
definizione, il terminale amministrativo di tutti gli uffici del paese di origine.
Normalmente le rappresentanze consolari in Italia non rilasciano i certificati
direttamente a richiesta degli interessati, ma richiedono dei certificati
provenienti dal loro paese di origine (senza traduzione o legalizzazione) da
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esibire alla rappresentanza consolare stessa, che poi rilascia dei propri
certificati corrispondenti e direttamente tradotti in italiano e quindi legalizzati.
b) LAPOSTILLE. Il certificato straniero pu essere munito di una formula
direttamente apposta dalle autorit del paese dorigine, la cosiddetta apostille
(in italiano postilla). Questa possibilit data solo ai cittadini provenienti dai
Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione dellAia del 5 ottobre 1961 relativa
allabolizione della legalizzazione di atti pubblici stranieri. Si tratta di una
specifica annotazione che deve essere fatta sulloriginale del certificato
rilasciato dalle autorit competenti del Paese interessato, da parte di una
autorit nazionale identificata dalla legge di ratifica del Trattato stesso (che in
sostanza si sostituisce allautorit consolare straniera nella verifica del
documento).
La procedura. L apostille sostituisce la legalizzazione presso lambasciata
quindi una persona proveniente da un Paese che ha aderito alla
Convenzione non ha bisogno di recarsi presso il consolato italiano e chiedere
la legalizzazione, ma pu recarsi presso lautorit interna di quello Stato,
indicata per ciascun Paese nellatto di adesione alla Convenzione stessa
(normalmente si tratta del Ministero degli esteri) per ottenere lannotazione
della cosiddetta apostille sul certificato. Cos perfezionato, quel documento
deve essere riconosciuto in Italia, perch anche lItalia ha ratificato la
Convenzione e quindi in base alla legge italiana quel documento deve essere
ritenuto valido, anche se redatto nella lingua di un diverso Paese (al punto che,
nel caso il certificato non sia redatto in forma plurilingue, dovrebbe essere
sufficiente una normale traduzione che si pu ottenere anche in Italia per farlo
valere di fronte alle autorit italiane).
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influire con lesercizio del diritto allistruzione in quanto ci non comporta alcun
pregiudizio per gli interessi dellordine pubblico e della sicurezza dello Stato
Il contenuto dellart. 45 dovrebbe escludere che vi sia un obbligo (o anche una
semplice facolt) da parte degli operatori scolastici di denunciare la condizione di
soggiorno irregolare degli alunni che stanno frequentando la scuola esercitando un
diritto riconosciuto dalla legge. Lo stesso articolo, inoltre, non prescrive lobbligo
dellalunno di documentare la regolarit del proprio permesso di soggiorno con la
conseguenza che tale circostanza pu considerarsi attinente alla sua sfera privata
e, quindi, priva di qualsiasi interesse per lamministrazione scolastica che fa
tuttaltro mestiere e non deve occuparsi di svolgere attivit di Polizia.
NO, il criterio della mancata conoscenza della lingua italiana NON E tra quelli
compresi dallart. 45 del DPR n. 394 del 31 /8/1999, laddove stabilisce che i minori
stranieri soggetti all'obbligo scolastico possono essere iscritti in classe diversa da
quella corrispondente all'et anagrafica, previa delibera del Collegio dei docenti che
tiene conto:
dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell'alunno;
dellaccertamento di competenze, abilit e livelli di preparazione
dell'alunno;
del corso di studi eventualmente seguito dall'alunno nel Paese di
provenienza;
del titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno.
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I minori stranieri presenti sul territorio sono soggetti allobbligo scolastico; ad essi si applicano
tutte le disposizioni vigenti in materia di diritto allistruzione, di accesso ai servizi educativi, di
partecipazione alla vita della comunit scolastica.
Leffettivit del diritto allo studio garantita dallo Stato, dalle Regioni e dagli enti locali anche
mediante lattivazione di appositi corsi ed iniziative per lapprendimento della lingua italiana.
3.
4.
Le iniziative e le attivit di cui al comma 3 sono realizzate sulla base di una rilevazione dei bisogni
locali e di una programmazione territoriale integrata, anche in convenzione con le associazioni
degli stranieri, con le rappresentanze diplomatiche o consolari dei Paesi di appartenenza e con le
organizzazioni di volontariato.
5.
Con regolamento adottato ai sensi dellarticolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, numero
400, sono dettate le disposizioni di attuazione del presente capo, con specifica indicazione:
a.
b.
... dei criteri e delle modalit di comunicazione con le famiglie degli alunni stranieri, anche
con lausilio di mediatori culturali qualificati;
c.
dei criteri per liscrizione e linserimento nelle classi degli stranieri provenienti dall
estero, per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi e per lattivazione di
specifiche attivit di sostegno linguistico;
ii
Art. 45
(Iscrizione scolastica)
1.
2.
I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione indipendentemente dalla
regolarit della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini
italiani. Essi sono soggetti all'obbligo scolastico secondo le disposizioni vigenti in materia. L'iscrizione dei
minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previsti per i
minori italiani. Essa pu essere richiesta in qualunque periodo dell'anno scolastico. I minori stranieri privi di
documentazione anagrafica ovvero in possesso di documentazione irregolare o incompleta sono iscritti con
riserva.
L'iscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di
ogni ordine e grado. In mancanza di accertamenti negativi sull'identit dichiarata dell'alunno, il titolo viene
rilasciato all'interessato con i dati identificativi acquisiti al momento dell'iscrizione. I minori stranieri soggetti
all'obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all'et anagrafica, salvo che il collegio
dei docenti deliberi l'iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto:
a.
dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell'alunno, che pu determinare l'iscrizione ad
una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all'et anagrafica.
b.
c.
d.
3.
Il collegio dei docenti formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi: la
ripartizione effettuata evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di
alunni stranieri.
4.
Il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario
adattamento dei programmi di insegnamento, allo scopo possono essere, adottati specifici interventi
individualizzati o per gruppi di alunni, per facilitare l'apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove
possibile, le risorse professionali della scuola. Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua
italiana pu essere realizzata altres mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di
specifici progetti, anche nell'ambito delle attivit aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta
formativa.
5.
Il collegio dei docenti formula proposte in ordine ai criteri e alle modalit per la comunicazione tra la scuola
e le famiglie degli alunni stranieri. Ove necessario, anche attraverso intese con l'ente locale, l'istituzione
scolastica si avvale dell'opera di mediatori culturali qualificati.
6.
Allo scopo di realizzare l'istruzione o la formazione degli adulti stranieri il Consiglio di circolo e di istituto
promuovono intese con le associazioni straniere, le rappresentanze diplomatiche consolari dei Paesi di
provenienza, ovvero con le organizzazioni di volontariato iscritte nel Registro di cui all'articolo 52 allo scopo di
stipulare convenzioni e accordi per attivare progetti di accoglienza; iniziative di educazione interculturale;
azioni a tutela della cultura e della lingua di origine e lo studio delle lingue straniere pi diffuse a livello
internazionale.
7.
Per le finalit di cui all'articolo 38, comma 7, del testo unico, le istituzioni scolastiche organizzano iniziative di
educazione interculturale e provvedono all'istituzione, presso gli organismi deputati all'istruzione e alla
formazione in et adulta, di corsi di alfabetizzazione di scuola primaria e secondaria; di corsi di lingua italiana;
di percorsi di studio finalizzati al conseguimento del titolo della scuola dell'obbligo; di corsi di studio per il
conseguimento dei diploma di qualifica o del diploma di scuola secondaria superiore; di corsi di istruzione e
formazione del personale e tutte le altre iniziative di studio previste dall'ordinamento vigente. A tal fine le
istituzioni scolastiche possono stipulare convenzioni ed accordi nei casi e con le modalit previste dalle
disposizioni in vigore.
8.
Il Ministro della pubblica istruzione, nell'emanazione della direttiva sulla formazione per l'aggiornamento in
servizio del personale ispettivo, direttiva e docente, detta, disposizioni per attivare i progetti nazionali e locali
sul tema dell'educazione interculturale. Dette iniziative tengono conto delle specifiche realt nelle quali vivono
le istituzioni scolastiche e le comunit degli stranieri al fine di favorire la loro migliore integrazione nella
comunit locale.
iii
Dal documento Linee guida del MIUR febbraio 2006: "Lobbligo scolastico, integrato nel
pi ampio concetto di diritto-dovere allistruzione e alla formazione (articolo 68 della Legge
17 maggio 1999, numero 144, ripreso nellarticolo 2 della Legge numero 53/2003 e nell
articolo 1 del Decreto Legislativo 15 aprile 2005, numero 76 relativi al diritto-dovere all
istruzione e alla formazione) concerne evidentemente anche i minori stranieri che abbiano
tra i 15 e i 18 anni indipendentemente dalla regolarit della posizione in ordine al soggiorno
in Italia (articolo 38 del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, numero 286; articolo 45 del D.P.R.
numero 394/99). Le iscrizioni, pertanto, possono essere richieste in qualsiasi momento dell
anno scolastico (D.P.R. numero 394/99, articolo 45; Circolare Ministeriale del 23 marzo 2000,
numero 87; Circolare Ministeriale del 5 gennaio 2001, numero 3; Circolare Ministeriale del 28
marzo 2002, numero 87; Circolare Ministeriale del 23 dicembre 2005, numero 93). Gli alunni
privi di documentazione anagrafica o in posizione di irregolarit, vengono iscritti con riserva
in attesa della regolarizzazione. Liscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei
titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado. (articolo 45 del D.P.R.
numero 394/99).Liscrizione scolastica con riserva non costituisce un requisito per la
regolarizzazione della presenza sul territorio italiano, n per il minore, n per i genitori.
necessario, sin dalliscrizione, una chiara ricognizione del pregresso scolastico dellalunno
per interventi specifici e la stretta collaborazione della famiglia per la definizione del suo
percorso formativo".