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Guida ragionata sulle norme relative alliscrizione, inserimento

e accoglienza degli alunni non italofoni nelle scuole di ogni


ordine e grado
Alcuni punti fermi sul piano normativo, culturale ed educativo
a.s. 2009-10

Marialuce Bongiovanni

INDICE

Premessa

Pag.
3

La scelta delleducazione
interculturale

Pag.
4

Linserimento
laccoglienza

scolastico

La fase burocratico amministrativa:


oltre liscrizione
Assegnazione e distribuzione
alunni stranieri nelle classi

degli

La Valutazione degli Alunni Stranieri


nella scuola secondaria di 2 grado
La tutela del diritto di accesso a
scuola del minore straniero
Il diritto/dovere allistruzione

Riconoscimento
stranieri

dei

titoli

Alcuni quesiti frequenti

MARIALUCE BONGIOVANNI

di

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5
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7
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9
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10
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14
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15

studio

Pag. 17

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19

Invito al viaggio
Ogni giorno creo una nuova patria
in cui muoio e rinasco quando voglio
una patria senza mappe n bandiere
celebrata dai tuoi occhi profondi
che mi accompagnano per tutto il tempo
del viaggio verso cieli fragili
in tutte le terre io dormo innamorato
in tutte le dimore mi sveglio bambino
la mia chiave pu aprire ogni confine
e le porte di ogni prigione nera
ritorni e partenze eterne il mio essere
da fuoco a fuoco e da acqua a acqua
l'inno delle mie patrie il canto del merlo
ed io lo canto in ogni stagione di luna calante
che sorge dalla tua fronte di buio e di stelle
con la volont eterna del sole
Gezim Hajdari
Poeta albanese, vincitore del Premio Montale;vive in Italia

Premessa

e linee guida, il cui testo stato elaborato da un apposito gruppo di lavoro


costituito presso lUSR ER, si propongono come insieme di orientamenti
condivisi sul piano culturale ed educativo e di suggerimenti di carattere
organizzativo, operativo e didattico, con lobiettivo di favorire
lintegrazione degli studenti stranieri e la loro riuscita scolastica e formativa,
ferma restando lautonomia delle istituzioni scolastiche e formative provinciali e la
loro responsabilit in materia, nel quadro della legislazione vigente.
Di seguito si voluto fornire un quadro ragionato della normativa relativamente
alla scelta dellinterculturalit
fatta dal legislatore riservando unattenzione
particolare ad alcuni nodi cruciali . Le linee guida inoltre contengono anche una
lunga serie di indicazioni operative per favorire una equilibrata distribuzione della
presenza degli stranieri fra le scuole mediante la costruzione di reti e di
coordinamenti; per individuare gli strumenti pi idonei in grado di accogliere gli
studenti stranieri nella scuola; per attivare percorsi capaci di far conseguire il
titolo di studio al termine del primo ciclo di istruzione; per favorire linsegnamento
dellitaliano e altri apprendimenti linguistici; per lorientamento e il riorientamento.

La scelta delleducazione interculturale1

MARIALUCE BONGIOVANNI

a presenza degli alunni di origine non italofona, in progressivo aumento negli


ultimi anni, un dato che ha condotto lItalia a compiere la scelta della
piena integrazione di tutti nella scuola, individuando nelleducazione
interculturale lo sfondo integratore cui accomunare tutte le discipline e tutti gli
insegnanti. Tale integrazione oggi comunemente intesa come un processo
bidirezionale, che prevede diritti e doveri tanto per gli immigrati quanto per la
societ che li accoglie. I dati sugli alunni stranieri 2 nelle nostre scuole confermano
la presenza di trasformazioni socialmente costitutive delle quali tutte le istituzioni
devono tenere conto, evidenziando la necessit di una pianificazione delle risorse
e degli interventi a tutti i livelli operativi della scuola
Ripercorrendo il percorso della normativa scolastica in materia, si pu evidenziare
come - sino al 1989 - la tendenza integrazionista orientata allassimilazione dei
diversi abbia portato ad esprimere linterculturalit nella scuola essenzialmente
attraverso misure compensative; sino a quel momento, infatti, le norme sono state
finalizzate al solo tema dellinserimento dellalunno straniero nelle classi. E solo
dal 1990 che le tematiche interculturali vengono recepite in senso pi ampio ed
estese anche agli autoctoni, indifferentemente dalla presenza di alunni stranieri in
classe; il momento di scelte di educazione interculturale 3 .
I minori stranieri, come quelli italiani, sono innanzitutto persone e, in quanto tali,
titolari di diritti e doveri che prescindono dalla loro origine nazionale. Tale
principio, affermato in tutte le Dichiarazioni internazionali ratificate dallItalia 4,
un punto fermo per tutte le politiche e gli interventi che nel territorio italiano
coinvolgono le persone di cittadinanza diversa e, nello specifico della realt
scolastica, i bambini, i ragazzi e gli adolescenti di ogni provenienza! In
questottica, la scelta interculturale vuole rappresentare il rifiuto sia della logica
dellassimilazione, sia di quella del rafforzamento delle comunit etniche chiuse
2

Pi che di alunni stranieri, bisognerebbe parlare di alunni non nativi, cio di alunni che non parlano
litaliano come madre lingua, ma che hanno litaliano come lingua di socializzazione secondaria e di
scolarizzazione. Gli alunni che hanno l'italiano come seconda lingua nelle nostre scuole sono : i bambini
e ragazzi Sinti e Rom e quelli appartenenti a varie minoranze linguistiche presenti in Italia, i figli di
immigrati nati in Italia (la seconda e terza generazione), i bambini e ragazzi stranieri che si uniscono ai
genitori di adozione, i figli di immigrati arrivati in Italia con i genitori o per ricongiungimento familiare, i
ragazzi stranieri che hanno lasciato il loro paese per ragioni diverse. Secondo la normativa ufficiale
tuttavia sono definibili come 'alunni stranieri' solo quelli appartenenti agli ultimi due gruppi; tuttavia
anche le prime tre categorie hanno bisogno di un supporto linguistico diverso da chi litaliano lo parla (ed
eventualmente lo legge e lo scrive) in famiglia e con il gruppo dei pari quotidianamente e sin
dallinfanzia.

Circolare ministeriale del 26 luglio 1990, n. 205, La scuola dellobbligo e gli alunni stranieri.
Leducazione interculturale; Circolare ministeriale del 2 marzo 1994, n. 73, Dialogo interculturale
e convivenza democratica: limpegno progettuale della scuola ; Legge n. 40/98 art. 36

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libert enunciate nella presente Dichiarazione, senza
distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di opinione politica o di altro genere,
di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. (Dichiarazione Universale
dei Diritti Umani del 1948, art. 2)
Gli Stati parte si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione ed a garantirli ad
ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di razza, di colore, di sesso,di lingua,
di religione, di opinione pubblica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro
origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacit, dalla loro
nascita o da ogni altra circostanza (Convenzione sui diritti dellinfanzia del 1989 art. 2 )

MARIALUCE BONGIOVANNI

per favorire invece il confronto, il dialogo, il reciproco arricchimento dentro la


convivenza delle differenze.
La scelta interculturale conduce inevitabilmente allaffermazione di valori quali il
rispetto della persona inteso come orizzonte aperto sui valori della pace; letica
della solidariet e dellimpegno sociale, contro letica del disimpegno e
dellirresponsabilit che massimizzano il valore del bene privato e minimizzano
quello del bene comune; il progetto di una personalit integrale e creativa contro
loggettivazione e lomologazione.
Ne discende che la scuola il luogo centrale per la costruzione e la condivisione
di regole comuni, in quanto pu agire attivando una pratica di vita quotidiana che
si richiami al rispetto delle forme democratiche di convivenza e, soprattutto, pu
trasmettere le conoscenze storiche, sociali, giuridiche ed economiche che sono
saperi indispensabili nella formazione della cittadinanza societaria.

Linserimento scolastico e laccoglienza

e scuole e i servizi educativi costituiscono oggi il primo spazio dincontro e


scambio e sono quindi chiamati a superare visioni episodiche ed
emergenziali, per creare condizioni permanenti di lavoro: la stabilit di un
vero e proprio contesto professionale per gli insegnanti, la presenza di
alcune condizioni strutturali, il permanere di dinamiche di sviluppo della didattica,
la continuazione della ricerca metodologica e una concezione in evoluzione della
stessa educazione.
Prepararsi ad accogliere un alunno straniero non significa preoccuparsi solo per lui,
ma cercare di rispondere alle esigenze di tutti. Lattenzione alla diversit nel suo
significato pi ampio insegna ad accogliere tutte le diversit nello stesso modo e
con la stessa considerazione. La diversit una categoria generale, di significato
pedagogico, oltre che sociale e culturale, che impegna lintera scuola al rispetto
delle biografie personali, alla valorizzazione dei talenti, alla presa in
considerazione dei bagagli di esperienza e di conoscenza degli alunni; una
potenziale risorsa per linnovazione, visto che d vita a nuove esperienze e
significati culturali. La spinta al cambiamento non deriva solamente da riflessioni
pedagogiche, ma scaturisce da dinamiche reali, pressanti e coinvolgenti: la scuola
viene chiamata a misurarsi con culture differenti, con atteggiamenti nuovi, con
interazioni non sperimentate prima, con sistemi diversi di valori.
Quindi, riconoscendo la specificit dei bisogni ed agendo nella cornice culturale di
un modello scolastico integrativo e interculturale valorizzante le diversit culturali,
la scuola deve dotarsi di una progettualit adeguata che consenta di gestire un
accoglienza efficace e competente e il progetto deve individuare dispositivi e
percorsi non rigidi e burocratici, ma flessibili ed operativi, pronti ad essere attivati
per far fronte a tutte le necessit.
Accanto a motivazioni di carattere pedagogico e socio-relazionale, occorre
ricordare che la normativa stessa a richiedere di accogliere ed inserire, nella
scuola di tutti, gli alunni non italofoni dando loro pari opportunit; la Legge n.
40/98, precisamente allarticolo 36, ribadisce infatti non solo il diritto alla
scuola per tutti, ma lobbligo allinserimento scolastico dei minori non italofoni
presenti nel territorio.i
La situazione dellinserimento scolastico certamente un primo e importante
indicatore che dipende molto dalla qualit dellaccoglienza di ciascun istituto
scolastico. Accoglie a pieno questimpostazione lart.45 del D.P.R. n.394 del
31/8/99.ii
MARIALUCE BONGIOVANNI

Secondo lo spirito del DPR citato, ogni scuola dovrebbe definire, con delibera del
Collegio dei docenti, principi, indicazioni e criteri, riguardanti le modalit di
iscrizione e di inserimento degli alunni immigrati. Per questa ragione, ogni
istituzione scolastica adotta un proprio Protocollo dAccoglienza, cio un
documento nel quale, oltre le modalit di iscrizione e inserimento degli alunni non
italofoni si definiscono compiti e ruoli degli operatori, traccia le diverse possibili
fasi dellaccoglienza e delle attivit di supporto / facilitazione per lapprendimento
della lingua italiana. Per accogliere necessario, infatti, seguire procedure di
inserimento non casuali o improvvisate, promuovere dispositivi per laccoglienza, e
infine, avere strumenti informativi e documenti in varie lingue-.
Con il termine accoglienza ci si riferisce quindi allinsieme degli adempimenti e dei
provvedimenti attraverso i quali sono formalizzati il rapporto dellalunno e della
sua famiglia con la realt scolastica.
Gli ambiti entro cui tale rapporto si sviluppano attengono a quattro ambiti
amministrativo-burocratico
(l'iscrizione),
comunicativo-relazionale
conoscenza), educativo-didattico (proposta di assegnazione alla
accoglienza, educazione interculturale, insegnamento dell'italiano seconda
sociale (rapporti e collaborazioni con il territorio).

distinti:
(prima
classe,
lingua),

I contenuti da inserire in un Protocollo tipo riguardano:


1. le modalit di iscrizione e i documenti e certificati necessari
2. i criteri e le modalit di assegnazione alla classe di frequenza
3. i materiali utilizzati per losservazione e la valutazione iniziale
4. i materiali informativi a disposizione delle famiglie
5. le modalit di approccio e conoscenza della famiglia
6. le risorse umane esterne e interne disponibili per la costruzione del percorso
educativo e didattico
7. il tipo di rapporti che la scuola intrattiene con gli enti locali e le organizzazioni
presenti sul territorio

La fase burocratico amministrativa: oltre liscrizioneiii

e procedure per liscrizione di minori non italofoni non sono diverse da quelle
previste per gli studenti italiani; per i primi, inoltre, la normativa prevede
casistiche e particolarit volte a facilitare lassolvimento del diritto-dovere
allistruzione e alla formazione. Lobbligo distruzione, infatti, interessa anche i
minori stranieri indipendentemente dalla regolarit della posizione in
ordine al soggiorno in Italia5.
Liscrizione rappresenta il primo momento di un percorso daccoglienza per l
alunno non italofono e per la sua famiglia; essa non pu essere avulsa dal
contesto culturale e normativo generale , quello che trova nella Convenzione ONU
sui diritti dellinfanzia il punto di riferimento principe e per questo pi corretto
parlare di accoglienza e integrazione anche per coloro che nelle scuole sono
preposti a questa procedura!!!
5

art. 68 della Legge 17 maggio 1999, n. 144; art. 2 della Legge n. 53/2003; art.1 del D. L.vo 15 aprile
2005, n. 76 ; art. 38 del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286; art. 45 del D.P.R. n. 394/99

MARIALUCE BONGIOVANNI

Il personale degli Uffici di Segreteria di una scuola spesso rappresenta il primo


contatto dellalunno non italofono e della sua famiglia con il sistema
scolastico italiano; per questa ragione, tale contatto
dovrebbe avvenire
allinterno di una pi generale procedura di accoglienza della scuola al fine di
consentire al personale amministrativo la raccolta di una serie di informazioni di
merito sullalunno che consentano di adottare decisioni adeguate sia sulla classe
in cui deve essere inserito sia sui percorsi di facilitazione che dovrebbero essere
attivati.
Gli uffici di segreteria, durante la fase di iscrizione del minore non italofono, non
hanno solo compiti burocratici, ma svolgono anche attivit propedeutiche alle
future fasi dellintegrazione. Per questo, tra il personale di segreteria importante
individuare una persona da incaricare del ricevimento delle iscrizioni degli alunni
stranieri, anche al fine di affinare progressivamente abilit comunicative e
relazionali per linterazione con cittadini stranieri. La fase delliscrizione, prevede
anche la raccolta di informazioni e documentazione relativa: alla precedente
scolarit (se esistente), alle eventuali certificazioni sanitarie (vaccinazioni), alla
condizione anagrafica (eventuale documento di riconoscimento alunno, domicilio);
alla dichiarazione dellopzione di avvalersi o meno della religione cattolica
Sarebbe bene che il personale ATA istruito per la prima accoglienza del minore
fornisse ai genitori stranieri materiale in pi lingue per una prima informazione sul
sistema scolastico italiano. La consegna di documentazione bilingue o in lingua d
origine propone un volto disponibile della scuola, cos come lesposizione di avvisi
e indicazioni nelle bacheche e sui muri e le porte della scuola. anche possibile l
intervento di mediatori linguistici, ove ritenuto necessario.
Il primo incontro dei genitori stranieri, di carattere inevitabilmente amministrativo,
bene che si concluda con la programmazione di un incontro fra i genitori e il
nuovo alunno con
il Dirigente Scolastico cui compete, fra laltro, attuare "interventi specifici per
promuovere il diritto dapprendimento e il successo scolastico degli studenti
appartenenti allistituzione scolastica", svolgendo quindi la funzione di vero e
proprio garante del diritto allapprendimento nei confronti delle famiglie
straniere.

i docenti referenti della Commissione intercultura della scuola cui spettano


compiti decisionali, progettuali e gestionali nellambito delleducazione
interculturale e dellaccoglienza degli alunni immigrati. Le attivit di tali
commissioni si rendono di fatto indispensabili in quanto di supporto al Collegio
Docenti che ai sensi dellart. 45 del DPR n. 394 del 31/8/99 - ha numerosi
compiti deliberativi e di proposta in merito allinserimento nelle classi degli
alunni stranieri. Listituzione formale di un gruppo di lavoro come articolazione
del collegio docenti oltre che essere funzionale a una pi adeguata accoglienza
segnala limpegno della scuola in questo campo ed evidenzia lassunzione
collegiale di responsabilit, mandando un chiaro messaggio anche allesterno.
Le iscrizioni possono essere richieste in qualsiasi momento dellanno
scolastico6. La normativa, anche recente, nellaffermare il diritto-dovere
allistruzione e alla formazione, nel riprendere ed ampliare il concetto di obbligo
formativo (art. 68 Legge 144/99), individua i destinatari in tutti, ivi compresi i
minori stranieri presenti nel territorio dello Stato
(comma 6 dellart. 1
Decreto Legislativo n. 76/2005).Gli alunni privi di documentazione anagrafica o
in posizione di irregolarit devono essere iscritti ugualmente, seppur con riserva,
6

D.P.R. n. 394/99, art. 45


C.M. 23 marzo 2000, n. 87
28 marzo 2002, n. 87 C.M. 23 dicembre 2005, n. 93

MARIALUCE BONGIOVANNI

C.M. 5 gennaio 2001, n. 3

C.M.

poich la posizione di irregolarit non influisce sullesercizio di un diritto-dovere


riconosciuto.
I
minori
stranieri
infatti
hanno
diritto
allistruzione
indipendentemente dalla regolarit della posizione in ordine al loro soggiorno ( 1
comma art. 45 DPR n 394/99). La scuola deve quindi procedere alliscrizione sulla
base delle dichiarazioni dei genitori per ci che riguarda la scolarit pregressa e
senza pregiudizio del conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio che
,ove non vi siano accertamenti negativi sullidentit dichiarata dellalunno,
saranno rilasciati con i dati identificativi acquisiti al momento delliscrizione (C. M.
23 marzo 2000, n. 87 Prot. 2941/B/1/A). Liscrizione scolastica con riserva degli
anzidetti minori non costituisce un requisito per la regolarizzazione della presenza
nel territorio italiano, n per il minore, n per i genitori
(C.M. 12 gennaio 1994,
n.5; art. 45 del D.P.R. n. 394/99.)
In definitiva, in mancanza della documentazione anagrafica la scuola non ha
lobbligo di denunciare la condizione di soggiorno irregolare degli alunni che
stanno frequentando la scuola e, quindi, esercitano un diritto riconosciuto dalla
legge; deve invece segnalare allautorit pubblica competente per le procedure
di accoglienza e affido, ovvero di rimpatrio assistito gli eventuali casi di minori
abbandonati o privi di genitori o di altri adulti legalmente responsabili della loro
tutela (art. 32 del D. L . vo. n. 286/98). Ai minori stranieri non accompagnati si
applicano le norme previste dalla legge italiana in materia di assistenza e
protezione dei minori.
Ogni minore straniero non accompagnato deve essere segnalato dallautorit che
lo rintraccia sul territorio nazionale:
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, a eccezione del
caso in cui il minore sia accolto da un parente entro il quarto grado idoneo a
provvedervi;
al Giudice Tutelare, per lapertura della tutela;
al Comitato per i minori stranieri, a meno che non sia stata presentata domanda
di asilo.

Assegnazione e distribuzione degli alunni stranieri nelle classi

ecentemente, una mozione - presentata dalla Lega che riguarda laccesso


degli studenti stranieri alla scuola dellobbligo - stata approvata alla
Camera con 265 voti contro 246. Questa mozione impegna il governo a
sviluppare una legislazione che preveda test e prove di valutazione da
somministrare agli studenti stranieri per liscrizione alle classi ordinarie, classi di
inserimento da frequentare per coloro che non supereranno il test, e lattivazione,
allinterno di queste classi, di percorsi formativi relativi sia alla conoscenze e alla
comprensione dei diritti e doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealt, rispetto
della legge del paese accogliente) sia al rispetto per la diversit morale e la
cultura religiosa del paese accogliente.
Ad oggi,per, il criterio generale per lassegnazione della classe quello di
inserire lalunno nella classe di corrispondenza allet anagrafica (art. 45 del
D.P.R. 394/99). E bene ricordare che linserimento degli alunni stranieri pu
seguire procedure diverse da quelle abitualmente usate con quelli nati in Italia. In
casi del genere, tuttavia, necessario valutare accuratamente le conoscenze e le
competenze gi acquisite nella lingua materna o in altre lingue di scolarizzazione e
predisporre una programmazione individuale adeguata. La scelta pedagogica
quella di non penalizzare in alcun modo lalunno, iscrivendolo a una classe
inferiore a quella corrispondente alla sua et anagrafica, qualora la competenza
iniziale in italiano dovesse risultare scarsa o nulla; il divario di et causa gravi
MARIALUCE BONGIOVANNI

problemi a livello motivazionale e relazionale, spesso causa di insuccesso e


abbandono scolastico. Ragioni psicologiche e relazionali inducono infatti a ritenere
anche che linserimento scolastico sia pi proficuo se avviene in un gruppo di
coetanei con i quali lalunno straniero pu instaurare rapporti pi significativi e
"alla pari".
Dal Documento del MIUR del febbraio 2006: " () Slittamenti di un anno su classe
inferiore vanno ponderati con molta attenzione in relazione ai benefici che
potrebbero apportare e sentita la famiglia. Scelte diverse andranno valutate caso
per caso dalle istituzioni scolastiche. Per un pieno inserimento necessario che l
alunno trascorra tutto il tempo scuola nel gruppo classe, fatta eccezione per
progetti didattici specifici, ad esempio lapprendimento della lingua italiana,
previsti dal piano di studio personalizzato. Limmersione, in un contesto di
seconda lingua parlata da adulti e compagni, facilita lapprendimento del
linguaggio funzionale".
Di norma, lalunno viene assegnato alla classe successiva a quella frequentata nel
paese dorigine. La disposizione generale deve essere tuttavia confrontata con le
situazioni specifiche. Un eventuale iscrizione ad una classe immediatamente
inferiore o superiore rispetto allet anagrafica deve essere deliberata dal Collegio
Docenti tenendo conto :
dellordinamento degli studi del Paese di provenienza,
dellaccertamento di competenze e abilit, del corso di studi eventualmente
seguito nel Paese di provenienza,
del corso di studi eventualmente seguito dallalunno nel Paese di provenienza
del titolo di studio eventualmente posseduto dallalunno".
La decisione, caso per caso, deve quindi tener conto delleffettiva storia scolastica
dellalunno, attraverso un confronto con gli ordinamenti scolastici e curricoli dei
paesi di provenienza.
Al fine della determinazione della classe d
iscrizione e per lelaborazione di un percorso formativo personalizzato,
opportuno che gli insegnanti referenti valutino la situazione con gli insegnanti di
classe, tenendo presente anche la composizione della classe, per numero di
alunni, la presenza di altri alunni stranieri, le caratteristiche del gruppo classe,
ecc. Lorientamento pi diffuso infatti di favorire leterogeneit delle
cittadinanze nella composizione delle classi, piuttosto che formare classi
omogenee per provenienza territoriale o religiosa degli stranieri (((art. 7 del D.P.R.
275/1999).
La C.M. 205/90 contiene indicazioni esplicite sulliscrizione di alunni con limitate
competenze in italiano:
[] sono stati formulati quesiti sull'opportunit di iscrivere gli alunni, di cui si
accerti un insufficiente livello di conoscenza della lingua italiana, a classe inferiore
a quella cui aspirano in base agli studi pregressi, ricorrendo alla possibilit di
"sottoporre l'aspirante ad un esperimento nelle materie e prove da stabilirsi"
(prevista dall'art. 14 del R.D. 4 maggio 1925, n. 653). Al riguardo si rileva che le
prove, soprattutto per quanto concerne il livello di conoscenza della lingua
italiana, risultano opportune, piuttosto che in funzione selettiva, ai fini della
programmazione mirata delle attivit didattiche.
E importante, quindi conoscere i sistemi scolastici dei Paesi di provenienza dei
non italofoni per sapere di quanti anni composta la scuola di base. Una prima
difficolt infatti rappresentata dalleventuale scarto tra la durata del sistema
scolastico di provenienza e quello italiano o dalla difformit dei tempi dinizio e
MARIALUCE BONGIOVANNI

fine dellanno scolastico. Se lalunno proviene da un paese del Sud America (ad
esempio, il Per), si presentano entrambi i problemi: il sistema scolastico di base
in Per dura sei anni e il calendario scolastico va da febbraio a dicembre. Pertanto
un alunno peruviano di sette anni che arriva in Italia a gennaio potrebbe avere gi
terminato la terza elementare.
opportuno inoltre che gli alunni neo arrivati appartenenti allo stesso gruppo
linguistico siano collocati nelle classi in gruppetti che non superino il numero di 4 /
5 per facilitare laiuto reciproco nella comunicazione e limitare la percezione di
sradicamento e di perdita didentit. Si deve prestare attenzione alle interazioni
fra i gruppi per prevenire forme di esclusione e di distanza.
La Cm n.2 dell8 gennaio 2010 fornisce indicazioni e raccomandazioni per
lintegrazione di alunni con cittadinanza non italiana, fissando al 30%
(precedentemente stabilito al 50 % dallart. 45 comma 3 del DPR del 31 agosto
1999) il tetto massimo di presenze di non italiani in classe. Dalla lettura della
Circolare, che indica criteri di carattere organizzativo sia dellofferta formativa
territoriale, sia della gestione interna della singola istituzione scolastica, chiaro
che il tetto del 30% si applica agli studenti neo arrivati (ovvero, come dice la
letteratura scientifica, quanti sono giunti in Italiana da meno di 2 anni) che si
inseriscono a scuola a partire dagli ultimi anni della scuola primaria; essa, quindi,
non contempla gli studenti nati e cresciuti in Italia e che spesso sono gi in
possesso di adeguate competenze.
Situazioni particolari. E possibile individuare diverse situazioni di inserimento
degli alunni stranieri di recente immigrazione, definite sulla base dellet e della
scolarit precedente:
lalunno neo-arrivato non ha mai frequentato la scuola nel
origine e ha 6/7 anni: linserimento avviene in prima elementare;
lalunno neo-arrivato presenta una corrispondenza fra et
frequentata nel paese dorigine, documentata dai certificati
(qualunque sia la lingua di scolarit): linserimento avviene nella classe
a quella frequentata nel paese di origine;

paese di
e classe
scolastici
successiva

lalunno neo-arrivato presenta una discrepanza fra et e livello di scolarit


(pre-adolescenti poco o affatto scolarizzati, situazioni di analfabetismo e
sottoscolarizzazione...). Si tratta in questo caso di prevedere un inserimento che
tenga conto dellet ma che garantisca al tempo stesso il recupero dei livelli di
alfabetizzazione, attraverso:
o

momenti di insegnamento individualizzato

frequenza intensiva di laboratorio di italiano Lingua 2

sostegno extrascolastico

lalunno neo-arrivato in situazioni di sottoscolarizzazione ha gi compiuto 15


anni; opportuna liscrizione nella prima classe della scuola secondaria di 2
grado con convenzione per la frequenza di moduli nei Centri Territoriali di
Educazione Permanente, che prevedono il recupero della licenza di scuola media
e appositi corsi di alfabetizzazione.
La decisione sullassegnazione a una classe deve essere accompagnata dall
individuazione dei percorsi di facilitazione che potranno essere attuati sulla base
delle risorse disponibili. Unaccoglienza "amichevole" potrebbe anche
concretizzarsi, in particolare nelle classi di scuola media, nellindividuazione per
ogni nuovo alunno straniero di un ragazzo italiano o immigrato di vecchia data o
MARIALUCE BONGIOVANNI

nato in Italia da genitori stranieri che svolga la funzione di tutor, di compagno di


viaggio specialmente nei primi tempi.

La Valutazione degli Alunni Stranieri nella scuola secondaria di 2


grado

a valutazione degli alunni stranieri, e in particolare dei neo-arrivati, pone


diversi problemi, dalle modalit di valutazione a quelle di certificazione, alla
necessit di tener conto del singolo percorso di apprendimento.

Le Linee Guida del MIUR (CM. n 24 1.3.2006) rafforzano lidea presente nella
scuola italiana sin dai tempi della legge 517/ 1977 - che la valutazione non abbia
solo funzione certificativa, ma anche una funzione formativa/regolativa in grado di
consentire, un continuo adeguamento delle proposte di formazione alle reali
esigenze degli alunni e ai traguardi programmati per il miglioramento dei processi e
dei risultati, sollecitando, altres, la partecipazione degli alunni e delle famiglie al
processo di apprendimento. Larticolo 4 del DPR numero 275/1999, relativo all
autonomia didattica delle istituzioni scolastiche, assegna alle stesse la
responsabilit di individuare le modalit e i criteri di valutazione degli
alunni, prevedendo altres che esse operino nel rispetto della normativa
nazionale.
La normativa tuttavia non fornisce indicazioni specifiche, ma rafforza il ruolo e
la responsabilit delle istituzioni nella loro autonomia e dei docenti nella
valutazione degli alunni. Lart. 45, comma 4, del D.P.R. n.394 del 31 agosto
19997 attribuisce di fatto al Collegio docenti il delicato compito di provvedere:

al necessario adattamento dei programmi di insegnamento,

allindividuazione di specifici interventi individualizzati o per gruppi di


alunni
Il nuovo assetto ordinamentale ed educativo esplicitato dalle Indicazioni
Nazionali per i piani di studio personalizzati insieme alle finalit del Profilo
educativo dello studente costituiscono il nuovo impianto pedagogico, didattico
ed organizzativo della scuola italiana, basato sulla Legge 53/03, articolo 3, relativi in
particolare alla valutazione.
Cosa deve intendersi per "adattamento dei programmi"?
Tale delicato compito consiste concretamente
nellindividuazione di unit di
apprendimento relative ai nuclei tematici fondanti di ogni disciplina per gli
studenti stranieri; su tali nuclei si potr poi articolare la programmazione
personalizzata utilizzando testi facilitati e individuando obiettivi minimi. La finalit
generale ovviamente quella di facilitare lapprendimento e/o consolidamento della
lingua italiana e, pertanto, la normativa riconosce anche ad ogni istituzione
scolastica, per il tramite dellorgano collegiale preposto alla cura della didattica, la
facolt di attivare corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici
progetti. Tali attivit possono essere svolte anche nellambito delle attivit
7

Collegio docenti
Lart. 45, comma 4, del D.P.R. n.394 del 31 agosto 1999 afferma che: Il Collegio dei Docenti
definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri il necessario
adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati
specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare lapprendimento della
lingua italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola. Il
consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana pu essere realizzata
altres mediante lattivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici
progetti, anche nellambito delle attivit aggiuntive di insegnamento per larricchimento
dellofferta formativa.

MARIALUCE BONGIOVANNI

aggiuntive di insegnamento per larricchimento dellofferta formativa, utilizzando, ove


possibile, le risorse professionali della scuola. Gli eventuali interventi di educazione
linguistica quali i corsi di alfabetizzazione o di sostegno linguistico (ITALIANO/L2), ,
concorreranno alla valutazione formativa degli alunni stranieri.
A fronte della funzione dei Collegi docenti, ogni Consiglio di Classe, per poter valutare
lalunno straniero non alfabetizzato in lingua italiana, dovr pertanto programmare
interventi di educazione linguistica e percorsi disciplinari appropriati, anche
avvalendosi delle competenze del Referente di settore, sulla base della storia
scolastica precedente dellalunno e ogni altra informazione fornita dalla Commissione
Accoglienza. Ogni scelta effettuata dal Consiglio di Classe deve essere contenuta nel
Piano di Studio Personalizzato (PSP) che sar punto di riferimento
essenziale per la valutazione dellalunno straniero. Alla stesura del PSP sono
chiamati tutti i docenti che , nellambito della propria disciplina, dovranno
opportunamente selezionare i contenuti individuando i nuclei tematici
fondamentali, al fine di permettere il raggiungimento almeno degli obiettivi
minimi previsti dalla programmazione.
Lindividuazione dei nuclei concettuali
imprescindibili di ogni disciplina del biennio superiore suggerisce non di fissare alcuni
argomenti, quanto di concentrare linsegnamento/apprendimento sui concetti chiave
delle discipline chiedendosi che cosa devono sapere e che cosa devono saper fare gli
studenti alla fine del biennio.
Quali sono gli indicatori che i Consigli di classe devono prendere in
considerazione nella valutazione dellalunno straniero?
In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella
sommativa, i Consigli di Classe, possono prendere in considerazione, tutti o solo in
parte, i seguenti indicatori:

il percorso scolastico pregresso;

gli obiettivi possibili, rispetto alla situazione di partenza;

i risultati ottenuti nellapprendimento dellitaliano L2;

i risultati ottenuti nei percorsi disciplinari programmati;

la motivazione;

la partecipazione;

limpegno;

la progressione e le potenzialit dapprendimento.


Il passaggio dalla lingua per comunicare alla lingua per studiare (fase ponte),
condizione necessaria per prevenire o limitare linsuccesso scolastico a cui vanno
incontro molti studenti stranieri, coinvolge tutti i docenti in quanto esperti dei
linguaggi settoriali. Spetter ai docenti dei consigli di classe confrontarsi sulle
strategie didattiche da adottare per facilitare lapprendimento dei contenuti minimi
e dei linguaggi settoriali.
Lalunno straniero dovr quindi essere
valutato sulla base del percorso di
apprendimento compiuto sapendo bene che, durante i primi anni del suo inserimento
scolastico, non potr raggiungere le stesse prestazioni richieste ai compagni italiani.
Si rammenta in questo contesto quanto stabilito da J. Cummins e ripreso nei suoi
studi da G. Favaro: Lalunno non italofono impiega fino a due anni per superare
le difficolt legate alla lingua per la comunicazione interpersonale, mentre
lapprendimento della lingua accademica dello studio e dei concetti
richiederebbe fino a cinque anni. 8

Cfr. AA.VV., Imparare litaliano, imparare in italiano, a cura di G. Favaro, Milano, Edizioni Guerini, 1999,
pag.27.

MARIALUCE BONGIOVANNI

Come esprimere la valutazione per gli alunni stranieri?


Per quanto riguarda la situazione scolastica degli alunni stranieri, si possono
verificare, allinizio dellanno scolastico, due situazioni:
1.

Alunni stranieri che, bench gi scolarizzati in Italia, presentano ancora


alcune difficolt nelluso della lingua italiana, in particolare per quanto riguarda la
lingua dello studio. Questi alunni saranno inseriti in classe e, in sede di valutazione,
verranno considerati i progressi in relazione alle competenze di base degli assi
culturali;
2.
Alunni stranieri di recente o recentissima immigrazione che entrano nel
nostro istituto allinizio dellanno scolastico e non hanno nessuna competenza
linguistica in italiano. Per tali alunni, potr essere adattato lorario settimanale delle
lezioni: ci consentir loro la frequenza del corso di italiano L2 di livello elementare,
ma anche linserimento nella classe durante le ore delle altre discipline.
Per quanto riguarda la valutazione del 1 Quadrimestre degli alunni che rientrano
nella prima tipologia si adottano i criteri stabiliti dal Collegio docenti per tutti gli
alunni. Per quanto riguarda la valutazione del 1 Quadrimestre degli alunni che
rientrano nella seconda tipologia, si possono adottare i seguenti criteri:

per la lingua italiana, intesa come materia curricolare, si potr far


riferimento alle schede di valutazione redatte dagli insegnanti titolari dei corsi di
italiano L2 e alle schede di valutazione prodotte dal C.T.P qualora gli studenti lo
abbiano frequentato;

per le materie il cui insegnamento e apprendimento meno veicolato dalla


lingua italiana (ad esempio, esercitazioni pratiche, disegno, educazione fisica, lingua
straniera conosciuta), si potr proceder alla valutazione dei progressi
relativamente ai nuclei fondanti delle discipline stesse;

per le materie per le quali non siano ancora state acquisite le competenze
linguistiche che ne permettono lo studio, la valutazione potr essere espressa con la
frase:
La valutazione non viene espressa in quanto lalunno si trova nella fase
di alfabetizzazione in lingua italiana.
oppure:
La valutazione espressa fa riferimento al P.S.P. (Piano di Studio
Personalizzato), programmato per gli apprendimenti, in quanto lalunno si
trova nella fase di alfabetizzazione in lingua italiana. (Anche nel caso in cui
lalunno partecipi parzialmente alle attivit didattiche).
Per quanto riguarda la valutazione di fine anno scolastico, il Consiglio di Classe pu
ricorrere alla seconda formulazione, tenendo conto degli attuali orientamenti della
linguistica e della pedagogia interculturale e facendo, inoltre, riferimento alle
indicazioni espresse dal MIUR in Linee Guida per laccoglienza e lintegrazione degli
alunni stranieri, Circ. min. n.24 del 01/03/2006, che sono orientate ad una
valutazione pi comprensiva e diluita in un arco di tempo pi lungo, per rispettare i
tempi di apprendimento/acquisizione delle varie discipline, come dal PSP 9.
9

La lingua per comunicare pu essere appresa in un arco di tempo che pu oscillare da


un mese a un anno, in relazione allet, alla lingua dorigine, allutilizzo in ambiente
extrascolastico. Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere
necessari alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche () E
necessaria, pertanto, una programmazione mirata sui bisogni reali e sul monitoraggio dei
progressi di apprendimento nella lingua italiana, acquisita via via dallalunno straniero(.)
Una volta superata questa fase (capacit di sviluppare la lingua per comunicare), va
prestata particolare attenzione allapprendimento della lingua per lo studio perch
MARIALUCE BONGIOVANNI

La valutazione degli alunni stranieri, soprattutto nel biennio, dovr tenere in


considerazione come primo elemento il recupero dello svantaggio
linguistico, poi il raggiungimento degli obiettivi trasversali e infine
lacquisizione delle competenze minime.
Nel momento in cui si decide il passaggio o meno da una classe allaltra o da un
grado scolastico al successivo, occorre far riferimento a una pluralit di elementi fra
cui non pu mancare una previsione di sviluppo dellalunno. Ogni valutazione iniziale, in itinere, finale non pu che essere strettamente collegata al percorso di
apprendimento proposto agli alunni e quello predisposto per gli alunni stranieri neoarrivati necessariamente personalizzato e sostenuto da interventi specifici per l
apprendimento della lingua italiana. Certamente egli potr raggiungere risultati in
tempi diversi rispetto ai compagni di classe. Ed anche i suoi risultati dovranno
inscriversi in una fascia di essenzialit e di accettabilit.

La tutela del diritto di accesso a scuola del minore straniero

minori stranieri, anche se entrati clandestinamente in Italia, sono titolari di tutti i


diritti garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ove
peraltro affermato che in tutte le decisioni riguardanti i minori deve essere
tenuto prioritariamente in conto il superiore interesse del minore. Si ricorda che il
permesso di soggiorno viene rilasciato direttamente al minore straniero che abbia
compiuto il 14 anno det, in caso contrario ad uno dei due genitori. Lart. 31,
comma due del Decreto Legislativo 25 luglio 1998 n. 286, Testo Unico
sullImmigrazione, dispone che al minore straniero, iscritto sul titolo di soggiorno del
genitore (carta o permesso di soggiorno) oppure dello straniero affidatario, al
compimento dei quattordici anni sia rilasciato un permesso di soggiorno per motivi
familiari valido fino alla maggiore et, oppure una carta di soggiorno se il minore era
iscritto sulla carta di soggiorno di uno dei genitori. Tra le innovazioni introdotte
dalla legge 94/2009"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", fondamentale
quella allart. 6 comma 2 del TU immigrazione d.lgs. 286/98, nella parte in cui
stabilisce lobbligo per lo straniero di esibire il permesso di soggiorno quando
chiede alla Pubblica amministrazione licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri
provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati. Lo stesso testo
introduce anche il reato di immigrazione clandestina e con esso lobbligo a
carico dei pubblici ufficiali, e di denunciare la persona che commette tale
reato. L'articolo 21 del testo contempla il reato di "ingresso e soggiorno illegale nel
territorio dello Stato". I clandestini non rischiano l'arresto, ma si vedranno infliggere
un'ammenda dai 5mila ai 10mila euro, con espulsione immediata. La norma quindi
rende obbligatorio, per ogni pubblico ufficiale, denunciare i clandestini all'autorit
giudiziaria. Si ricorda che il pubblico ufficiale che non denuncia un reato di cui sia
venuto a conoscenza, penalmente perseguibile, di omissione di denuncia
(Codice Penale - Art. 361 Omessa denuncia di reato da parte del pubblico
ufficiale).
Ma qual lambito di applicazione del nuovo testo normativo per
laccesso dei minori stranieri allistruzione?
Non sono tenuti allobbligo di denuncia i medici e i presidi per i quali stata
prevista un'apposita deroga nel rispetto sia del dettato costituzionale italiano (Art.
34 La scuola aperta a tutti Costituzione della Repubblica Italiana) sia della
Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989 (Art.28 Gli Stati parti riconoscono il
diritto del fanciullo alleducazione). La deroga contenuta nel comma 22, lett. g
dell'articolo 1 ( che modifica l'articolo 6, comma 2, del d.lgs. n.286/1998 ) della L.15
luglio 2009 n. 94 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica" laddove fornisce
rappresenta il principale ostacolo per lapprendimento delle varie discipline. (Linee Guida
per laccoglienza e lintegrazione degli alunni stranieri , Circ. min. n.24 del 01/03/2006)

MARIALUCE BONGIOVANNI

indicazioni in materia di anagrafe e stato civile. " Fatta eccezione per i


provvedimenti riguardanti attivit sportive e ricreative a carattere temporaneo, per
quelli inerenti all'accesso alle prestazioni sanitarie di cui all'articolo 35 e per quelli
attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie, i documenti inerenti al
soggiorno di cui all'articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della
pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed
altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati".In base a tale
deroga, la scuola non quindi tenuta a richiedere i documenti relativi al permesso
di soggiorno dei propri studenti e, di conseguenza, non esiste lobbligo di denuncia
del reato di clandestinit perch non tenuti a sapere se lo studente clandestino o
meno. Vale comunque la pena chiedersi quale sia il significato - corretto e conforme
ai principi costituzionali, internazionali e normativi - di prestazioni scolastiche
obbligatorie per le quali si esclude lobbligo di esibizione del titolo di soggiorno.
Nel concetto di prestazioni scolastiche obbligatorie infatti rientrano non solo
laccesso alla scuola, ma anche tutte quelle misure, diverse dalla mera iscrizione,
che rendono effettivo il diritto alla studio del minore, anche straniero. Lesenzione
dallobbligo di esibizione del permesso di soggiorno di cui allart. 6, co. 2 TU
286/98 riguarda pertanto tutto ci che ruota intorno al sistema scolastico e che
rende effettivo lesercizio del diritto allo studio! I minori stranieri presenti sul
territorio sono soggetti all'obbligo scolastico; ad essi si applicano tutte le
disposizioni vigenti in materia di diritto all'istruzione,di accesso ai servizi educativi,
di partecipazione alla vita della comunit scolastica. (art. 38, c. 1 del TU 286/98 a
tuttoggi vigente ) Conseguentemente, lIstituzione scolastica, cos come gli Enti
locali, sono tenuti ad erogare ai minori stranieri tutte le prestazioni afferenti il diritto
allo studio previste per i minori italiani e non potranno pretendere lesibizione del
titolo di soggiorno non solo dai minori stranieri ma neppure dai genitori. Infine, nella
formula prestazioni scolastiche obbligatorie si deve contemplare anche l'obbligo
di formazione sino ai 18 anni.

Il diritto/dovere allistruzione
Le norme che nel corso dellultimo decennio hanno ridefinito il diritto/dovere
allistruzione hanno , nello stesso tempo, ridefinito il sistema educativo di
istruzione e di formazione, che parte dalla scuola dellinfanzia e termina con la
scuola secondaria di 2 grado o con la formazione professionale.
il sistema educativo di istruzione e di formazione si articola nella scuola
dell'infanzia, in un primo ciclo che comprende la scuola primaria e la scuola
secondaria di primo grado, e in un secondo ciclo che comprende il sistema dei licei
ed il sistema dell'istruzione e della formazione professionale (art. 2, c. 1 Legge
delega n. 53/2003).
Ne risulta pertanto che lobbligo scolastico e quello formativo ( art. 68 della legge
17 maggio 1999, n. 144) vengono concettualmente ricondotti al diritto
all'istruzione e formazione e correlativo dovere che si realizza " [...]nelle istituzioni
del primo e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione,
costituite dalle istituzioni scolastiche e dalle istituzioni formative (), anche
attraverso l'apprendistato di cui all'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre
2003, n. 276, ivi comprese le scuole paritarie riconosciute ( Art.1 c.3 Legge
delega n. 53/2003).
Relativamente al solo secondo ciclo del sistema educativo va ribadito che
esso costituito dal sistema dell'istruzione secondaria superiore e dal sistema
dell'istruzione e formazione professionale (art. 1 d.lgs. 226/2005 attuativo della
citata legge 53/03 e modificato,da ultimo, con legge n. 7/2007). Il diritto-dovere
all'istruzione e alla formazione si assolve pertanto
nei percorsi di
istruzione e formazione professionale (Capo III del decreto legislativo 17
ottobre 2005, n. 226) . L'adempimento dell'obbligo di istruzione e' finalizzato al
MARIALUCE BONGIOVANNI

conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una


qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di et
(Decreto del Ministero della pubblica istruzione n. 139/2007)
Per la realizzazione piena di tale diritto/dovere allistruzione, la gi citata legge di
riforma, contiene anche elementi idonei allo sviluppo delle potenzialit di tutti gli
allievi attraverso la personalizzazione dei piani di studio per la costruzione di
percorsi educativi e didattici appropriati a ciascuno studente. In questottica, le
istituzioni scolastiche e i docenti hanno limpegno di progettare le Unit di
apprendimento, caratterizzate da obiettivi formativi adatti e significativi per ogni
allievo, tese alla trasformazione delle capacit personali in competenze e
organizzate in base ad una flessibilit organizzativa che va dagli interventi sul
gruppo classe a quelli realizzati per gruppi di livello, di compito o elettivi. Linsieme
delle Unit di apprendimento d origine al Piano di studio personalizzato, che
a disposizione delle famiglie e rappresenta una preziosa documentazione da cui
attingere per la compilazione del Portfolio.
Listruzione un diritto/dovere anche per i minori non italofoni, configurabile
come un onere/obbligo a carico dei genitori e /o di altre figure istituzionali, la cui
inosservanza pu essere sanzionata (731 c.p. e art. 331 c.p.p.). Secondo la legge di
riforma dellordinamento scolastico: La fruizione dell'offerta di istruzione e di
formazione come previsto dal presente decreto costituisce per tutti, ivi compresi, ai
sensi dell'articolo 38 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, i minori stranieri presenti nel territorio dello Stato,
oltre che un diritto soggettivo, un dovere sociale ai sensi dell'articolo 4, secondo
comma, della Costituzione () (art.1 c.6 della Legge n. 53/2003)

Alla luce delle disposizioni sopra citate, le istituzioni scolastiche

dovranno iscrivere i minori stranieri che lo richiedano in tutte le scuole,


dallinfanzia alle superiori e ai corsi di formazione, senza richiedere alcun
titolo di soggiorno.

non sono tenuti neppure a verificare se il genitore possegga, o meno, un


regolare permesso di soggiorno, poich comporrebbe un aggiramento della
legge e una lesione del diritto soggettivo del minore allistruzione,
qualunque sia la sua cittadinanza e qualunque sia la sua condizione di
soggiorno.

non dovranno segnalare alcuna condizione di illegalit di soggiorno, proprio


perch non sono tenute (n possono) richiedere il permesso di soggiorno
per laccesso alle prestazioni scolastiche obbligatorie, nei termini sopra
detti.

Leventuale richiesta di esibizione del permesso di soggiorno al minore straniero


che accede alla scuola, con conseguente segnalazione, in caso di assenza, della
condizione di illegalit - del minore straniero e/o del/dei genitore/i - potrebbe
configurare il reato di abuso dufficio (art. 323 c.p.), in quanto sarebbe
conseguente ad unattivit accertativa (la verifica della regolarit di soggiorno del
minore e/o dei genitori) in contrasto con una precisa norma che non lo pretende
(art. 6, co. 2 TU 286/98) ed in aperto contrasto con il diritto del minore straniero
allistruzione, potendo egli essere costretto, in conseguenza della segnalazione, ad
interrompere il ciclo di istruzione o di formazione.

MARIALUCE BONGIOVANNI

L eventuale segnalazione dello stato di illegalit di soggiorno del minore straniero


o del suo genitore assoggetterebbe il primo al rischio di allontanamento dal
territorio nazionale e dunque la negazione del suo diritto alla scolarizzazione e alla
formazione, in violazione dei

precetti costituzionali

(art. 34 Cost. : La scuola aperta a tutti)

precetti internazionali

(art. 28 Conv. di New York del 1989, ratif con legge 176/91)

art. 6, co. 2 e art. 38 del TU d.lgs. 286/98 e s.m.

Riconoscimento dei titoli di studio stranieri


Il quadro normativo italiano SUL RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO si
inserisce nel contesto normativo dellUnione europea; questo, a sua volta, va a
collocarsi nellambito del diritto internazionale.
A livello internazionale occorre tenere presente:
a) la Convenzione sul riconoscimento degli studi, diplomi e gradi dellIstruzione
Superiore negli Stati Arabi e negli Stati europei rivieraschi del Mediterraneo,
firmata a Nizza il 17 dicembre 1976 e ratificata in Italia con legge 21 novembre
1980, n. 965;
b) la Convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio relativi all'insegnamento
superiore nella Regione europea (valida per i paesi del Consiglio dEuropa e della
Regione europea dellUnesco), firmata a Lisbona l11 aprile 1997 e ratificata in
Italia con legge 11 luglio 2002, n. 148
A livello dellUnione europea si rilevano le seguenti direttive:
a) direttiva 89/48/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1988, avente per oggetto il
riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore relativi a formazioni
professionali di una durata minima di tre anni;
b) direttiva 92/51/CEE del Consiglio del 18 giugno 1992, che integra la precedente.
A livello di normativa italiana, sono da mettere in evidenza, sia il Decreto
legislativo 286/98 e il suo Regolamento di attuazione (D.P.R 394/99) sia, da un lato,
la legislazione adottata per ratificare le convenzioni internazionali e attuare le
direttive comunitarie e, dallaltro, gli accordi bilaterali stipulati tra lItalia e singoli
paesi esteri per il reciproco riconoscimento dei titoli di studio.
Pi precisamente occorre ricordare:
a) legge 21 novembre 1980, n. 965, di ratifica della Convenzione di Nizza del 17
dicembre 1976;
b) legge 11 luglio 2002, n. 148, di ratifica della Convenzione di Lisbona dell11
aprile 1997
c) il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 115, di attuazione della direttiva n.
89/48/CEE;
d) il decreto legislativo 2 maggio 1994, n. 319, di attuazione della Direttiva
92/51/CEE;
MARIALUCE BONGIOVANNI

gli specifici accordi stipulati tra lItalia e i seguenti paesi: Argentina, Cina, Francia,
Germania, Malta, Messico, Regno Unito, Slovenia, San Marino, Spagna, Svizzera;
e) legge 25 gennaio 2006, n. 29 (Disposizioni per ladempimento di obblighi
derivanti dallappartenenza dellItalia alle Comunit europee - Legge comunitaria
2005), limitatamente agli articoli 12 e 13.
In generale, il riconoscimento dei titoli di studio non universitari pu essere
richiesto:
a) per potersi iscrivere a un istituto di istruzione non universitario (scuola primaria,
scuola secondaria di 1 e 2 grado) o a corsi di formazione professionale;
b) per potersi iscrivere allUniversit;
c) per poter svolgere un lavoro che non richiede un titolo di studio universitario.
Uno studente straniero che intende avere un riconoscimento della propria scolarit
pregressa per proseguire gli studi nel sistema scolastico italiano necessita della
Dichiarazione di eguaglianza di valore e di efficacia (equipollenza) del
titolo di studio conseguito non in Italia , un attestato redatto dalle
Rappresentanze Italiane (autorit consolari) competenti sul territorio in cui il titolo
stato conseguito Qualora il richiedente si trovi gi in Italia pu richiederlo tramite
la propria Ambasciata o scrivendo direttamente al Consolato italiano. Se
cittadino italiano pu richiederlo tramite il Ministero degli Affari Esteri.; esso
attesta sia la validit del titolo sia la durata degli studi effettuati per conseguirlo.
La presentazione di documenti redatti all'estero e relativi agli studi seguiti da
studenti che, provenendo da paesi esteri, chiedono l'iscrizione a scuole della
Repubblica, pone il problema della legalizzazione delle firme apposte su tali atti
e quella della traduzione degli atti stessi 10. La legalizzazione dei documenti
(certificati, atti, ecc) provenienti dai Paesi di origine fondamentale in quanto non

possibile
procedere
alla
cosiddetta
autocertificazione.
Sebbene
lautocertificazione sia riconosciuta in via generale dalla legge italiana per
semplificare lattivit amministrativa, lart. 2, comma primo, del regolamento di
attuazione (d.p.r. 394/99) ha posto dei limiti precisi stabilendo che un cittadino
straniero pu alle stesse condizioni di un cittadino italiano autocertificare
determinate circostanze, ma a condizione che siano gi ufficialmente note e
acquisite presso un ufficio pubblico italiano competente ( esempio la nascita di un
bimbo nato in Italia).
Per tutti gli altri casi : () gli stati, fatti, e qualit personali diversi da quelli
indicati nel comma 1 sono documentati, salvo che le Convenzioni internazionali
dispongano diversamente, mediante certificati o attestazioni rilasciati dalla
competente autorit dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana,
autenticata dallautorit consolare italiana, che ne attesta la conformit
alloriginale, dopo aver avvisato linteressato che la produzione di atti o documenti
non veritieri prevista come reato dalla legge italiana ( comma 2 dellart. 2 del
d.p.r. 394/99)
In altre parole, ci che non autocertificabile dovr essere certificato
mediante documenti che devono essere legalizzati, quindi non possibile
far valere direttamente in Italia un certificato (anche se munito di traduzione
asseverata da un interprete iscritto allapposito ruolo del tribunale) che non sia
stato preventivamente legalizzato presso il consolato italiano del Paese di
provenienza.
10

Circolari:

21 ottobre 1968 della Presidenza Consiglio dei Ministri

14 gennaio 1981, n. 14 della Presidenza del Consiglio dei Ministri

MARIALUCE BONGIOVANNI

In definitiva, per attribuire validit ad un certificato straniero, secondo la legge


italiana esso deve:
1.
essere preventivamente
consolato italiano

tradotto

da

un interprete

accreditato

dal

2.
successivamente controllato dallautorit consolare italiana, allo scopo di
verificare che il documento sia stato formalizzato nel rispetto della legislazione del
Paese di origine, ovvero che sia stato rilasciato da parte dellufficio competente di
quel paese.
La legalizzazione quindi una procedura molto lunga e complessa che, tuttavia,
pu essere abbreviata rivolgendosi direttamente alle rappresentanze consolari in
Italia. Un certificato infatti pu essere rilasciato anche dal consolato del paese
straniero operante in Italia, che , per definizione, il terminale amministrativo di
tutti gli uffici del paese di origine. Normalmente le rappresentanze consolari in
Italia non rilasciano i certificati direttamente a richiesta degli interessati, ma
richiedono dei certificati provenienti dal loro paese di origine (senza traduzione o
legalizzazione) da esibire alla rappresentanza consolare stessa, che poi rilascia dei
propri certificati corrispondenti e direttamente tradotti in italiano e quindi
legalizzati.
Le dispendiose e lunghe procedure di legalizzazione necessarie per far valere
direttamente il certificato straniero occorre possono essere evitate solo nel caso in
cui il certificato stesso sia munito di una formula direttamente apposta dalle
autorit del paese dorigine, la cosiddetta apostille (in italiano postilla). Questa
possibilit data solo ai cittadini provenienti dai Paesi che hanno sottoscritto la
Convenzione dellAia del 5 ottobre 1961 relativa allabolizione della legalizzazione
di atti pubblici stranieri.
Nel corso degli anni stata ratificata e resa esecutiva da molti Stati . Ad oggi i
Paesi che hanno ratificato la Convenzione sono: Argentina; Armenia; Australia;
Antigua e Barbuda; Bahamas; Barbados; Bielorussia; Bosnia Erzegovina;
Botswana; Belize; Brunei ; Cipro; Croazia; El Salvador; Federazione Russa; Figi;
Giappone; Israele; Italia; Jugoslavia; Lettonia; Liberia; Lituania; Lesotho;
Macedonia; Mauritius; Malati; Malta; Messico; Niue; Panama; Repubblica Ceca;
Romania; San Christopher e Nevis; San Marino; Seychelles; Slovenia; Swaziland;
Suriname; Stati Uniti dAmerica; Sud Africa; Svizzera; Tonga; Turchia; Ucraina;
Ungheria; Venezuela.

Alcuni quesiti frequenti su

assenza del titolo di licenza della scuola sec. di 1 grado

Un quindicenne senza documentazione che chiede di essere


iscritto alla scuola secondaria di 2 grado, pu farlo anche se non
ha conseguito la licenza media italiana o deve frequentare
contestualmente anche il CTP per conseguire detto titolo?

Un quindicenne senza documentazione che chiede di essere


iscritto alla scuola secondaria di 2 grado e che dichiara di aver
frequentato la scuola per otto anni nel Paese dorigine pu farlo
anche se non ha conseguito la licenza media italiana o deve
frequentare anche il CTP per conseguire il titolo?

MARIALUCE BONGIOVANNI

Un minore straniero di 15 anni senza titolo di scuola secondaria di 1 grado DEVE


essere iscritto al primo anno della scuola secondaria di secondo grado e
attraverso unapposita convenzione tra la scuola e un CTP deve essere messo in
condizione (strumento percorsi personalizzati) di conseguire il titolo della sec. di 1
grado.
A sostegno di tale indicazione si ricorda che la normativa richiede di accogliere
ed inserire, nella scuola di tutti, gli alunni non italofoni dando loro pari
opportunit. Le procedure per liscrizione di minori non italofoni se da un lato non sono diverse da quelle previste per gli studenti italiani, dallaltro prevede
casistiche e particolarit volte a facilitare lassolvimento del diritto-dovere
allistruzione e alla formazione anche per i non italofoni .
Il decreto legislativo n. 76/2005, recante Definizione delle norme generali
sul diritto-dovere allistruzione e alla formazione recita:" Al secondo ciclo
del sistema educativo di istruzione e formazione si accede a seguito del
superamento dellesame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione()" art.
1, c. 12 . Tale
disposizione introducono di fatto nellordinamento italiano
lobbligo del conseguimento del titolo di licenza media ai fini della
prosecuzione del percorso formativo nel secondo ciclo (che pure rientra nel
diritto-dovere).
Le Linee Guida divulgate dal Ministero nel 2006 non entrano in merito alle singole
situazioni, ma:
riconoscono il DPR n. 275 del 99 ( quello sull'autonomia scolastica) come
norma cui appellarsi per le situazioni dubbie : " (...) il quadro normativo
dellautonomia delle istituzioni scolastiche rappresenta lo strumento
principale per affrontare tutti gli aspetti, come quello dellintegrazione degli
stranieri, che richiedono la costruzione di appropriate e specifiche soluzioni
(...).
auspicano azioni contro la dispersione , in ottemperanza allart. 4 del DL.
vo n 76/2005: (... ) azioni contro la dispersione da parte delle scuole
secondarie di I grado in rete con le scuole secondarie di II grado per
definire piani di studio personalizzati finalizzati anche al conseguimento del
titolo di studio di scuola secondaria di I grado. E possibile, ad esempio, da
parte di un Istituto di II grado accogliere giovani stranieri che, per et e in
possesso di almeno 9 anni di scolarit, hanno diritto di frequentare tale
corso di studi, attivando, per contestualmente, un percorso atto a far loro
acquisire anche il titolo di scuola secondaria di I grado spendibile
nellinserimento culturale e sociale (...)
In analogia a quanto previsto dallOM. 87/04 relativa agli esami di qualifica
professionale negli Istituti dIstruzione Professionale, si ritiene necessario
prevedere, per il rilascio della licenza media, un progetto integrato e
sancito da una convenzione tra CTP e lIstituto.
Ai sensi dellOM 455/97, si ricorda inoltre che era gi possibile da parte di un
Istituto superiore accettare liscrizione di giovani stranieri che, per et e/o in
possesso di almeno nove anni di scolarit, hanno diritto a frequentare tale corso di
studi, attivando per contestualmente un percorso atto a far loro
acquisire anche il titolo di terza media che, in caso di abbandono precoce,
rimane lunico titolo a corso legale acquisito.
CONCLUSIONE. Far acquisire la licenza media (primo titolo utile ed obbligatorio,
al fine di qualsiasi ulteriore proseguimento nella propria formazione) al maggior
numero di ragazzi diventa infatti obiettivo fondamentale per il sistema scolastico,
mentre la soluzione di un rilascio tardivo del titolo va considerata come
eccezionale e per tipologie di utenti in particolari situazioni di disagio. Il ricorso ai

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CTP deve avvenire mediante convenzione tra questi e le scuole secondarie di 2


grado.

riconoscimento della certificazione scolastica straniera

Un quindicenne/sedicenne in possesso di documentazione non


tradotta dallAmbasciata o dal Consolato italiano nel Paese di
provenienza, bens da un altro Ente, pu frequentare la classe
corrispondente in Italia alla scuola secondaria di 2 grado, anche
se non certo che la terza media conseguita sia valida?

Esiste un elenco di Enti che sono autorizzati a tradurre i titoli di


studio oppure le uniche Autorit sono lAmbasciata o il Consolato?

Un minore che ha frequentato per otto anni nel suo paese di


origine la scuola, come pu ottenere lequipollenza del titolo di
studio Licenza media?

Uno studente straniero che intende avere un riconoscimento della propria scolarit
pregressa per proseguire gli studi nel sistema scolastico italiano necessita della
Dichiarazione di valore,
attestato redatto dalle Rappresentanze Italiane
(autorit consolari) competenti sul territorio in cui il titolo stato conseguito.
Qualora il richiedente si trovi gi in Italia pu richiederlo tramite la propria
Ambasciata o scrivendo direttamente al Consolato italiano.
E necessario chiarire che la cosiddetta Corrispondenza di titolo
unattestazione valida solo per il lavoro, mentre la Dichiarazione di
equipollenza si richiede solo per i cittadini italiani residenti allestero. La
Dichiarazione di valore il documento valido per proseguire gli studi in Italia;
esso attesta sia la validit del titolo sia la durata degli studi effettuati per
conseguirlo.
Le ragioni. La presentazione di documenti redatti all'estero e relativi agli studi
seguiti da studenti che, provenendo da paesi esteri, chiedono l'iscrizione a scuole
della Repubblica, pone il problema della legalizzazione delle firme apposte su
tali atti e quella della traduzione degli atti stessi. La legalizzazione dei
documenti (certificati, atti, ecc) provenienti dai Paesi di origine fondamentale
in quanto non possibile procedere alla cosiddetta autocertificazione e
TUTTO ci che non autocertificabile dovr essere certificato mediante
documenti che devono essere legalizzati.
Non possibile pertanto far valere direttamente in Italia un certificato (anche se
munito di traduzione asseverata da un interprete iscritto allapposito ruolo del
tribunale) che non sia stato preventivamente legalizzato presso il consolato
italiano del Paese di provenienza.
Le strade alternative a questa procedura complessa sono:
a) RAPPRESENTANZE CONSOLARI. Un certificato pu essere rilasciato
anche dal Consolato del paese straniero operante in Italia, che , per
definizione, il terminale amministrativo di tutti gli uffici del paese di origine.
Normalmente le rappresentanze consolari in Italia non rilasciano i certificati
direttamente a richiesta degli interessati, ma richiedono dei certificati
provenienti dal loro paese di origine (senza traduzione o legalizzazione) da

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esibire alla rappresentanza consolare stessa, che poi rilascia dei propri
certificati corrispondenti e direttamente tradotti in italiano e quindi legalizzati.
b) LAPOSTILLE. Il certificato straniero pu essere munito di una formula
direttamente apposta dalle autorit del paese dorigine, la cosiddetta apostille
(in italiano postilla). Questa possibilit data solo ai cittadini provenienti dai
Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione dellAia del 5 ottobre 1961 relativa
allabolizione della legalizzazione di atti pubblici stranieri. Si tratta di una
specifica annotazione che deve essere fatta sulloriginale del certificato
rilasciato dalle autorit competenti del Paese interessato, da parte di una
autorit nazionale identificata dalla legge di ratifica del Trattato stesso (che in
sostanza si sostituisce allautorit consolare straniera nella verifica del
documento).
La procedura. L apostille sostituisce la legalizzazione presso lambasciata
quindi una persona proveniente da un Paese che ha aderito alla
Convenzione non ha bisogno di recarsi presso il consolato italiano e chiedere
la legalizzazione, ma pu recarsi presso lautorit interna di quello Stato,
indicata per ciascun Paese nellatto di adesione alla Convenzione stessa
(normalmente si tratta del Ministero degli esteri) per ottenere lannotazione
della cosiddetta apostille sul certificato. Cos perfezionato, quel documento
deve essere riconosciuto in Italia, perch anche lItalia ha ratificato la
Convenzione e quindi in base alla legge italiana quel documento deve essere
ritenuto valido, anche se redatto nella lingua di un diverso Paese (al punto che,
nel caso il certificato non sia redatto in forma plurilingue, dovrebbe essere
sufficiente una normale traduzione che si pu ottenere anche in Italia per farlo
valere di fronte alle autorit italiane).

inserimento dello straniero privo di documentazione nella classe

In assenza della documentazione un minore di et compresa tra i


quattordici e i quindici anni, pu non essere iscritto in una
istituzione scolastica di 2 grado bens invitato a frequentare la
terza media?

NO. In nessun caso la mancanza di certificazione scolastica pu costituire un


motivo per iscrivere un minore straniero in classe differente da quella di
corrispondenza anagrafica che rimane sempre il criterio generale (art. 45 del
D.P.R. 394/99). Casi specifici possono essere gestiti in modo differente ma
necessario valutare accuratamente le conoscenze e le competenze gi acquisite
nella lingua materna o in altre lingue di scolarizzazione e predisporre una
programmazione individuale adeguata. La scelta pedagogica quella di non
penalizzare in alcun modo lalunno, iscrivendolo a una classe inferiore a quella
corrispondente alla sua et anagrafica, qualora la competenza iniziale in italiano
dovesse risultare scarsa o nulla; il divario di et causa gravi problemi a livello
motivazionale e relazionale, spesso causa di insuccesso e abbandono scolastico.
Ragioni psicologiche e relazionali inducono infatti a ritenere anche che l
inserimento scolastico sia pi proficuo se avviene in un gruppo di coetanei con i
quali lalunno straniero pu instaurare rapporti pi significativi e "alla pari". Ad
oggi,per, il criterio generale per lassegnazione della classe quello di inserire l
alunno nella classe di corrispondenza allet anagrafica (art. 45 del D.P.R.
394/99). E bene ricordare che linserimento degli alunni stranieri pu seguire
procedure diverse da quelle abitualmente usate con quelli nati in Italia. In casi del
MARIALUCE BONGIOVANNI

genere, tuttavia, necessario valutare accuratamente le conoscenze e le


competenze gi acquisite nella lingua materna o in altre lingue di scolarizzazione e
predisporre una programmazione individuale adeguata. La scelta pedagogica
quella di non penalizzare in alcun modo lalunno, iscrivendolo a una classe
inferiore a quella corrispondente alla sua et anagrafica, qualora la competenza
iniziale in italiano dovesse risultare scarsa o nulla; il divario di et causa gravi
problemi a livello motivazionale e relazionale, spesso causa di insuccesso e
abbandono scolastico. Ragioni psicologiche e relazionali inducono infatti a ritenere
anche che linserimento scolastico sia pi proficuo se avviene in un gruppo di
coetanei con i quali lalunno straniero pu instaurare rapporti pi significativi e
"alla pari".

Tutti i paesi stranieri di origine sono considerati sullo stesso piano


per quanto riguarda la scuola, oppure bisogna conoscere a quanti
anni corrispondono i vari segmenti scolastici (es. in Marocco la
scuola primaria dura sei anni e le medie tre )?

Al fine di una corretta valutazione della scolarit pregressa di un alunno straniero,


sempre importante conoscere i sistemi scolastici dei Paesi di provenienza dei
non italofoni per sapere di quanti anni composta la scuola di base. Una prima
difficolt spesso rappresentata dalleventuale scarto tra la durata del sistema
scolastico di provenienza e quello italiano o dalla difformit dei tempi dinizio e
fine dellanno scolastico. Se lalunno proviene da un paese del Sud America (ad
esempio, il Per), si presentano entrambi i problemi: il sistema scolastico di base
in Per dura sei anni e il calendario scolastico va da febbraio a dicembre. Pertanto
un alunno peruviano di sette anni che arriva in Italia a gennaio potrebbe avere gi
terminato la terza elementare.

Nel caso di compimento della maggiore et, lalunno straniero


irregolare ha ancora il diritto di frequentare la scuola?

() i minori presenti sul territorio nazionale hanno diritto allistruzione


indipendentemente dalla regolarit della posizione in ordine al loro soggiorno,
nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. Essi sono soggetti allobbligo
scolastico secondo le disposizioni vigenti in materia.
liscrizione di minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado,
avviene nei modi e alle condizioni previste per i minori italiani e pu essere
richiesta in qualunque periodo dellanno scolastico. I minori stranieri privi di
documentazione anagrafica ovvero in possesso di documentazione irregolare o
incompleta, sono iscritti con riserva ()art. 45 del dpr 394/99
Tale norma ci dice che i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno
diritto allistruzione, indipendentemente dal fatto che siano regolari o irregolari e
che sono soggetti allobbligo scolastico.
Il diritto di ricevere listruzione
(indipendentemente dalla regolarit o meno del soggiorno) non riferito soltanto
alla durata della scuola dellobbligo, ma allistruzione in generale e, quindi, una
volta che superato il ciclo di studi obbligatorio, permane il diritto di proseguire gli
studi. Esiste lobbligo da parte degli operatori scolastici di denunciare la condizione
di soggiorno irregolare degli alunni che stanno frequentando la scuola? Il fatto che
il minore non sia in condizione regolare di soggiorno non influisce e non deve

MARIALUCE BONGIOVANNI

influire con lesercizio del diritto allistruzione in quanto ci non comporta alcun
pregiudizio per gli interessi dellordine pubblico e della sicurezza dello Stato
Il contenuto dellart. 45 dovrebbe escludere che vi sia un obbligo (o anche una
semplice facolt) da parte degli operatori scolastici di denunciare la condizione di
soggiorno irregolare degli alunni che stanno frequentando la scuola esercitando un
diritto riconosciuto dalla legge. Lo stesso articolo, inoltre, non prescrive lobbligo
dellalunno di documentare la regolarit del proprio permesso di soggiorno con la
conseguenza che tale circostanza pu considerarsi attinente alla sua sfera privata
e, quindi, priva di qualsiasi interesse per lamministrazione scolastica che fa
tuttaltro mestiere e non deve occuparsi di svolgere attivit di Polizia.

Un minore straniero pu - per via della mancata conoscenza della


lingua italiana - essere inserito in una classe inferiore a quella di
corrispondenza anagrafica ?

NO, il criterio della mancata conoscenza della lingua italiana NON E tra quelli
compresi dallart. 45 del DPR n. 394 del 31 /8/1999, laddove stabilisce che i minori
stranieri soggetti all'obbligo scolastico possono essere iscritti in classe diversa da
quella corrispondente all'et anagrafica, previa delibera del Collegio dei docenti che
tiene conto:
dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell'alunno;
dellaccertamento di competenze, abilit e livelli di preparazione
dell'alunno;
del corso di studi eventualmente seguito dall'alunno nel Paese di
provenienza;
del titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno.

A seguito delliscrizione di un minore straniero in una classe della


scuola dellobbligo inferiore a quella corrispondente allet
anagrafica, possibile l'anno scolastico successivo iscriverlo
direttamente a due classi in avanti consentendone cos il
recupero?

Lart. 192 del D.L.vo 16/4/94 n. 297 da mandato al Consiglio di classe di


deliberare sulle domande di iscrizione alle scuole secondarie da parte degli
studenti stranieri e, per assolvere a tale compito riconosce al Consiglio medesimo,
al fine di accertare se sussista da parte degli alunni richiedenti unadeguata
preparazione sullintero programma prescritto per lidoneit alla classe cui
aspirano, la facolt di sottoporli ad un esame su materie determinate.
Se ne pu dedurre, per analogia, che previo accertamento formale delle
competenze raggiunte dal minore - un Consiglio di classe ha lautonomia per
decidere liscrizione ad una classe superiore.

MARIALUCE BONGIOVANNI

Legge n. 40/98, Articolo 36 - Istruzione degli stranieri. Educazione Interculturale


1.
2.

I minori stranieri presenti sul territorio sono soggetti allobbligo scolastico; ad essi si applicano
tutte le disposizioni vigenti in materia di diritto allistruzione, di accesso ai servizi educativi, di
partecipazione alla vita della comunit scolastica.
Leffettivit del diritto allo studio garantita dallo Stato, dalle Regioni e dagli enti locali anche
mediante lattivazione di appositi corsi ed iniziative per lapprendimento della lingua italiana.

3.

La comunit scolastica accoglie le differenze linguistiche e culturali come valore da porre a


fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra le culture e della tolleranza; a tal fine
promuove e favorisce iniziative volte allaccoglienza, alla tutela della cultura e della lingua d
origine e alla realizzazione di attivit interculturali comuni.

4.

Le iniziative e le attivit di cui al comma 3 sono realizzate sulla base di una rilevazione dei bisogni
locali e di una programmazione territoriale integrata, anche in convenzione con le associazioni
degli stranieri, con le rappresentanze diplomatiche o consolari dei Paesi di appartenenza e con le
organizzazioni di volontariato.

5.

Con regolamento adottato ai sensi dellarticolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, numero
400, sono dettate le disposizioni di attuazione del presente capo, con specifica indicazione:
a.

corsi di formazione ed aggiornamento del personale ispettivo, direttivo e docente delle


scuole di ogni ordine e grado e dei criteri per ladattamento dei programmi d
insegnamento;

b.

... dei criteri e delle modalit di comunicazione con le famiglie degli alunni stranieri, anche
con lausilio di mediatori culturali qualificati;

c.

dei criteri per liscrizione e linserimento nelle classi degli stranieri provenienti dall
estero, per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi e per lattivazione di
specifiche attivit di sostegno linguistico;

ii

Art. 45
(Iscrizione scolastica)
1.

2.

I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione indipendentemente dalla
regolarit della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini
italiani. Essi sono soggetti all'obbligo scolastico secondo le disposizioni vigenti in materia. L'iscrizione dei
minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previsti per i
minori italiani. Essa pu essere richiesta in qualunque periodo dell'anno scolastico. I minori stranieri privi di
documentazione anagrafica ovvero in possesso di documentazione irregolare o incompleta sono iscritti con
riserva.
L'iscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di
ogni ordine e grado. In mancanza di accertamenti negativi sull'identit dichiarata dell'alunno, il titolo viene
rilasciato all'interessato con i dati identificativi acquisiti al momento dell'iscrizione. I minori stranieri soggetti
all'obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all'et anagrafica, salvo che il collegio
dei docenti deliberi l'iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto:
a.

dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell'alunno, che pu determinare l'iscrizione ad
una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all'et anagrafica.

b.

dell'accertamento di competenze, abilit e livelli di preparazione dell'alunno.

c.

del corso di studi eventualmente seguito dall'alunno nel Paese di provenienza.

d.

del titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno.

3.

Il collegio dei docenti formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi: la
ripartizione effettuata evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di
alunni stranieri.

4.

Il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario
adattamento dei programmi di insegnamento, allo scopo possono essere, adottati specifici interventi
individualizzati o per gruppi di alunni, per facilitare l'apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove
possibile, le risorse professionali della scuola. Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua
italiana pu essere realizzata altres mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di
specifici progetti, anche nell'ambito delle attivit aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta
formativa.

5.

Il collegio dei docenti formula proposte in ordine ai criteri e alle modalit per la comunicazione tra la scuola
e le famiglie degli alunni stranieri. Ove necessario, anche attraverso intese con l'ente locale, l'istituzione
scolastica si avvale dell'opera di mediatori culturali qualificati.

6.

Allo scopo di realizzare l'istruzione o la formazione degli adulti stranieri il Consiglio di circolo e di istituto
promuovono intese con le associazioni straniere, le rappresentanze diplomatiche consolari dei Paesi di
provenienza, ovvero con le organizzazioni di volontariato iscritte nel Registro di cui all'articolo 52 allo scopo di
stipulare convenzioni e accordi per attivare progetti di accoglienza; iniziative di educazione interculturale;
azioni a tutela della cultura e della lingua di origine e lo studio delle lingue straniere pi diffuse a livello
internazionale.

7.

Per le finalit di cui all'articolo 38, comma 7, del testo unico, le istituzioni scolastiche organizzano iniziative di
educazione interculturale e provvedono all'istituzione, presso gli organismi deputati all'istruzione e alla
formazione in et adulta, di corsi di alfabetizzazione di scuola primaria e secondaria; di corsi di lingua italiana;
di percorsi di studio finalizzati al conseguimento del titolo della scuola dell'obbligo; di corsi di studio per il
conseguimento dei diploma di qualifica o del diploma di scuola secondaria superiore; di corsi di istruzione e
formazione del personale e tutte le altre iniziative di studio previste dall'ordinamento vigente. A tal fine le
istituzioni scolastiche possono stipulare convenzioni ed accordi nei casi e con le modalit previste dalle
disposizioni in vigore.

8.

Il Ministro della pubblica istruzione, nell'emanazione della direttiva sulla formazione per l'aggiornamento in
servizio del personale ispettivo, direttiva e docente, detta, disposizioni per attivare i progetti nazionali e locali
sul tema dell'educazione interculturale. Dette iniziative tengono conto delle specifiche realt nelle quali vivono
le istituzioni scolastiche e le comunit degli stranieri al fine di favorire la loro migliore integrazione nella
comunit locale.

iii

Dal documento Linee guida del MIUR febbraio 2006: "Lobbligo scolastico, integrato nel
pi ampio concetto di diritto-dovere allistruzione e alla formazione (articolo 68 della Legge
17 maggio 1999, numero 144, ripreso nellarticolo 2 della Legge numero 53/2003 e nell
articolo 1 del Decreto Legislativo 15 aprile 2005, numero 76 relativi al diritto-dovere all
istruzione e alla formazione) concerne evidentemente anche i minori stranieri che abbiano
tra i 15 e i 18 anni indipendentemente dalla regolarit della posizione in ordine al soggiorno
in Italia (articolo 38 del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, numero 286; articolo 45 del D.P.R.
numero 394/99). Le iscrizioni, pertanto, possono essere richieste in qualsiasi momento dell
anno scolastico (D.P.R. numero 394/99, articolo 45; Circolare Ministeriale del 23 marzo 2000,
numero 87; Circolare Ministeriale del 5 gennaio 2001, numero 3; Circolare Ministeriale del 28
marzo 2002, numero 87; Circolare Ministeriale del 23 dicembre 2005, numero 93). Gli alunni
privi di documentazione anagrafica o in posizione di irregolarit, vengono iscritti con riserva
in attesa della regolarizzazione. Liscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei
titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado. (articolo 45 del D.P.R.
numero 394/99).Liscrizione scolastica con riserva non costituisce un requisito per la
regolarizzazione della presenza sul territorio italiano, n per il minore, n per i genitori.
necessario, sin dalliscrizione, una chiara ricognizione del pregresso scolastico dellalunno
per interventi specifici e la stretta collaborazione della famiglia per la definizione del suo
percorso formativo".

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