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Il monossido di carbonio
Caratteristiche generali
Composto chimico contenente
carbonio e ossigeno
Formula chimica: CO
Il monossido di carbonio un gas
incolore, inodore, insapore, non
irritante e altamente tossico per
l'organismo
Il monossido di carbonio
Propriet fisiche
-Densit relativa: 0,954
La densit del CO molto vicina a quella dell'aria
(1,00) ci spiega perch stagna invece di alzarsi
nell'atmosfera come farebbe un gas pi leggero.
Il monossido di carbonio
Propriet fisiche
-Limite di infiammabilit:compreso
tra 12,5% e 74% (a 20C)
-Temperatura di accensione: 630C
(a pressione atmosferica)
Il monossido di carbonio
Il monossido di carbonio si forma ogni volta che sostanze
contenenti carbonio sono bruciate in difetto daria.
La combustione una reazione chimica in cui un
combustibile (es. metano) si combina con un comburente
(ossigeno) sviluppando calore e, ovviamente, prodotti della
combustione.
Si ha una buona combustione quando laria ricca di ossigeno
si combina in modo ottimale con il combustibile.
A livello chimico si ha la seguente reazione (metano):
Il monossido di carbonio
Quando, viceversa, una combustione avviene in
difetto daria la reazione di combustione diventa la
seguente:
C + O2 CO2
2C + O2 2CO
30 ppm
0,003 %
200 ppm
0,02 %
400 ppm
0,04 %
800 ppm
0,08 %
1600 ppm
0,16 %
3200 ppm
0,32 %
6400 ppm
0,64 %
Le Fonti
Le principali fonti di presenza di CO in
ambiente confinato sono:
Caldaie murali a gas
Caldaie di impianti centralizzati
Scaldacqua a gas
Stufe e radiatori a gas o kerosene
Caminetti e stufe a legna
Fornelli
Motori di autoveicoli
Fumo di tabacco
Affrontare lambiente
Non utilizzare lascensore in caso
di incendio
In locali pieni di fumo avanzare
carponi, in quanto la parte pi
bassa quella in cui il fumo non
ancora arrivato.
Coprirsi le vie respiratorie con un
panno bagnato
Chiudere le porte dopo il
passaggio
Al buio testare le pareti e le porte
con il dorso della mano
La protezione contro la
temperatura
Polveri particelle
generate da solidi
Vapori Liquidi
Nebbie
Gas (Aria Metano Azoto
Ossidi di carbonio)
Respiratori a filtro
Si definiscono tali in
quanto, per mezzo di
un filtro idoneo,
rendono laria
respirabile.
Sono costituiti da una
maschera, detta
granfacciale, che
copre tutto il viso e da
un filtro ad essa
collegato mediante
raccordo filettato.
Il loro utilizzo per
fortemente limitato..
I filtri
FILTRI CONTRO I GAS EN 141
COLORE
LETTERA
APPLICAZIONI
Marrone
AX
Marrone
Grigio
Giallo
Verde
Nero
CO
OSSIDO DI CARBONIO
Rosso
Hg
Vapori di mercurio
Azzurro
NO
Arancione
Reaktor
Bianco
Polveri
I filtri
TOSSICI
vapori organici
SERIE
COLORE
Marrone
Marrone con fascia bianca
Af
Grigio
Bf
ossido di carbonio
CO
COf
anidride solforosa
Giallo
Ef
acido cianidrico
Azzurro
Gf
vapori di mercurio
Hf
ammoniaca
Verde
ammoniaca + aerosoli
Kf
idrogeno solforato
(acido solfidrico)
Giallo Rosso
Lf
Grigio - Rosso
Of
Vf
Bianco - rosso
universale
Respiratori autonomi:
autorespiratori
Gli autorespiratori sono
apparecchi autonomi,
poich isolano
dallambiente
circostante
permettendo
alloperatore di
lavorare in presenza
di atmosfera
inquinata o dove c
presenza di aria
surriscaldata.
La squadra di emergenza
Il personale della squadra demergenza ha il compito di:
g
La squadra di emergenza
gse
Lequipaggiamento personale
La squadra di emergenza ha il compito di intervenire in caso di
necessit, ma senza correre il rischio di aggravare la
situazione.
A questo scopo la cosa pi importante operare in sicurezza,
utilizzando il proprio equipaggiamento personale costituito da:
gStivali
antinfortunistici
gGuanti
gCasco
ignifughi
La prevenzione incendi
La protezione antincendio
La protezione antincendio consiste nellinsieme delle
misure finalizzate alla riduzione dei danni conseguenti
al verificarsi di un incendio.
Gli interventi si suddividono in misure di protezione
attiva o passiva in relazione alla necessit o meno
dellintervento di un operatore o dellazionamento di
un impianto.
Protezione PASSIVA
(NON c' il bisogno di un INTERVENTO)
Protezione ATTIVA
(c' il bisogno di un INTERVENTO)
La protezione passiva
Le misure di protezione che non
richiedono l'azione di un uomo
o l'azionamento di un impianto
sono quelle che hanno come
obiettivo la limitazione degli
effetti dell'incendio nello
spazio e nel tempo
- garantire l'incolumit dei
lavoratori
- limitare gli effetti nocivi dei
prodotti della combustione
- contenere i danni a strutture,
macchinari, beni).
La protezione passiva
Barriere antincendio:
- isolamento dell'edificio
- distanze di sicurezza esterne ed
interne
- muri tagliafuoco, schermi etc.
Strutture aventi caratteristiche di
resistenza al fuoco commisurate ai
carichi d'incendio;
Materiali classificati per la reazione al
fuoco;
Sistemi di ventilazione;
Sistema di vie d'uscita commisurate
al massimo affollamento ipotizzabile
dell'ambiente di lavoro e alla
pericolosit delle lavorazioni.
La protezione passiva
Sono misure di protezione passiva, volte a limitare i
danni dellincendio:
Compartimentazioni
Vie di esodo
Uscite di sicurezza
Scale a prova di fumo e scale protette
Pareti e porte tagliafuoco
Rivestimenti e materiali antifiamma
La protezione attiva
L'insieme delle misure di protezione che
richiedono l'azione di un uomo o
l'azionamento di un impianto sono quelle
finalizzate alla precoce rilevazione
dell'incendio, alla segnalazione e
all'azione di spegnimento dello
stesso.
Questo insieme costituito da:
estintori
rete idrica antincendio
impianti di rivelazione automatica
d'incendio
impianti di spegnimento automatici
dispositivi di segnalazione e d'allarme
evacuatori di fumo e calore
La protezione passiva
Indice
Barriere antincendio
Strutture con caratteristiche di
resistenza al fuoco e
compartimentazione
La reazione al fuoco dei materiali
Sistemi di ventilazione
Sistemi di vie di uscita
commisurate al massimo
affollamento
Barriere antincendio
Isolamento dell'edificio
Gli elementi necessari e fondamentali sono le
distanze di sicurezza.
Distanze di sicurezza
Interposizione di spazi scoperti tra aree
potenzialmente soggette ad incendio,
impedendo la propagazione per trasmissione di
energia termica raggiante dello stesso.
Le distanze di sicurezza si distinguono in
distanze di sicurezza interne
distanze di sicurezza esterne
a seconda che siano finalizzate a proteggere
elementi appartenenti ad uno stesso
complesso o esterni al complesso medesimo.
Un altro tipo di distanza di sicurezza da
considerarsi la "distanza di protezione" cio la
Barriere antincendio
1/2
Struttura
S spessore minimo in cm
mattoni pieni
13
13
26
26
mattoni forati
10
20
30
30
calcestruzzo
normale
10
12
16
cemento armato
10
14
20
20
laterizio armato
16
24
30
30
metallico con
riempimento
di calcestruzzo
1,00 *
2,50 *
3,70 *
4,50 *
travi
1,06 *
1,91 *
3,18 *
4,03 *
pilastri
1,25 *
2,25 *
3,75 *
4,75 *
pareti
solai
la tenuta E
MATERIALI DA
COSTRUZIONE
Classificati da 1 a 5 in
funzione crescente della
loro combustibilit:
Classe 1
Classe 2
Classe 3
Classe 4
Classe 5
COMBUSTIBILI
MATERIALI/MOBILI
IMBOTTITI
Classificati da 1IM a 3IM in
funzione della maggiore
combustibilit:
Classe 1 IM
Classe 2 IM
Classe 3 IM
Le conseguenze dellincendio
Lincendio nel suo sviluppo porta alla
produzione di:
Calore
Fumo
Gas tossici
Gas infiammabili
Deficienza di ossigeno
Sistemi di ventilazione
Sono da considerare sistemi
di ventilazione a protezione
passiva tutte le aperture
(porte, finestre, etc.) e le
prese d'aria proveniente
dall'esterno, inserite in una
struttura edilizia atte ad
assicurare una ventilazione
naturale dei vari ambienti
della struttura stessa.
La protezione attiva
Linsieme delle misure di protezione che richiedono
lazione di un uomo o lazionamento di un impianto
sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione
dellincendio, alla segnalazione e allazione di
spegnimento dello stesso.
estintori
rete idrica antincendio
impianti di rivelazione automatica
impianti di spegnimento automatici
dispositivi di segnalazione e dallarme
evacuatori di fumo e calore
Le fasi di intervento
Essere prudenti evita gli incidenti ma quando
nonostante tutto accadono occorre sapere come
comportarsi:
Dare lallarme
Intervenire
se si in grado e se la
gravit dellevento lo permette
Allontanarsi
La tempistica di intervento
Evoluzione
dellincendio
15 minuti
tempo (min)
La protezione attiva
Indice
Estintori
Rete idrica antincendio
Impianti di spegnimento
automatico
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Evacuatori di fumo e calore
Lo spegnimento: il triangolo
del fuoco
Mancando anche uno solo dei tre lati del triangolo:
il combustibile, il comburente, o linnesco la
combustione non pu aver luogo.
Lazione di spegnimento
per AZIONE MECCANICA
Sottraendo allincendio il materiale combustibile che lo
alimenta
per SOFFOCAMENTO
Interponendo tra il materiale incendiato e laria
circostante un mezzo di separazione che impedisce allaria di
andare a contatto con lo stesso
per SOTTRAZIONE DI CALORE
Raffreddando la sostanza che brucia con altra sostanza
atta a sottrargli calore fino ad abbassare la temperatura al di
sotto di quella di accensione
Lazione di spegnimento
per AZIONE ANTICATALITICA
La combustione una reazione chimica, che avviene con notevole
velocit secondo schemi di reazione di propagazione a catena
ramificata, e viene sostenuta ed accelerata da prodotti molto
attivi, generati dalla stessa reazione di combustione, chiamati
induttori di reazione (atomi e radicali liberi).
Alcune sostanze sono in grado di interagire chimicamente con gli
induttori di reazione, provocando la rottura delle reazioni a
catena, e
conseguentemente il rallentamento e larresto della reazione di
combustione, e quindi lestinzione dellincendio.
Tale azione di inibizione chimica della combustione viene definita
azione di catalisi negativa o anche azione anticatalitica.
Le sostanze estinguenti
Gli agenti estinguenti sono sostanze aventi la propriet di
agire sul processo di combustione mediante interazioni
fisiche e chimiche, al fine di ottenere larresto dello stesso.
Le sostanze pi comuni sono:
Lacqua
La schiuma
Lanidride carbonica
Le polveri chimiche
gli idrocarburi alogenati (HALON)
Il NAF e lINERGEN
Gli estintori
Sono mezzi di estinzione da
usare per un pronto intervento
su principi di incendio.
Vengono suddivisi, in relazione
al loro peso complessivo, in:
estintori portatili massa
complessiva inferiore o uguale a
20 kg
estintori carrellati massa
superiore a 20 kg con sostanza
estinguente fino a 150 kg
Gli estintori
Estintori portatili
Vengono classificati in base alla
loro capacit estinguente.
Infatti sono sperimentati su
fuochi di diversa natura
classificati in base al tipo di
combustibile ( Classe "A",
Classe "B", Classe "C", Classe
"D").
La scelta dell'estintore va fatta
in base al tipo di incendio
ipotizzabile nel locale da
proteggere.
Gli estintori
Su ciascun estintore sono indicate le
classi dei fuochi ed i focolai
convenzionali che in grado di
estinguere (esempio: 34A 233 B-C).
Per norma devono essere di colore
rosso e riportate una etichetta con le
istruzioni e le condizioni di utilizzo.
L'operatore deve usare l'estintore
avendo cura di mettersi sopravvento.
Dovr, inoltre, cercare di colpire con il
getto di scarica la base del focolaio
senza provocare la fuoriuscita di liquidi
infiammabili dal loro contenitore.
Nel caso in cui operino
contemporaneamente due estintori, le
persone che li utilizzano devono
disporsi sfalsate di circa 90.
Gli estintori
ESTINTORE
6 Kg POLVERE ABC
13 A 89 B C
Leggere
lestintore
La capacit estinguente
Prove di efficacia per fuochi di
classe A
I focolari tipo per fuochi di classe A sono
costituiti da una catasta di travi di legno (di
Pinus Silvetris o equivalente), aventi una sezione
quadrata di 40 mm di lato, e poggiate su
zoccolo metallico alto 25 cm. La catasta
formata con 14 strati di travi; quelle disposte
secondo la larghezza del focolare (strati 2, 4, 6,
8, 10, 12, 14) hanno una lunghezza fissa di 50
cm per qualsiasi tipo di focolare, mentre le travi
disposte secondo la lunghezza del focolare
(strati 1,3,5,7,9,11,13) hanno lunghezza
variabile secondo la grandezza del focolare.
prevista una vasta gamma standard di focolari tipo, ed ognuno designato con un numero
seguito dalla lettera A; questo numero caratteristico del focolare rappresenta la lunghezza
del focolare in decimetri, cio la lunghezza delle travi di legno disposte secondo la
lunghezza del focolare, ed anche il numero di travi di legno di 50 cm per ogni strato
disposto secondo la larghezza del focolare (es: focolare 13A [raffigurato nellillustrazione] =
lunghezza del focolare 130 cm, e 13 travi di legno da 50 cm per ogni strato; focolare 21A =
lunghezza del focolare 210 cm, e 21 travi di legno da 50 cm per ogni strato)
La capacit estinguente
Gli estintori
Estintori carrellati
Hanno le medesime
caratteristiche funzionali degli
estintori portatili ma, a causa
delle maggiori dimensioni e
peso, presentano una minore
praticit d'uso e
maneggevolezza, connessa allo
spostamento del carrello di
supporto.
La loro scelta pu essere
dettata dalla necessit di
disporre di una maggiore
capacit estinguente e sono
comunque da considerarsi
integrativi di quelli portatili.
Gli estintori
Tipologie di estintori
Le varie tipologie di estintori sono:
ad acqua, con sostanze filmanti ed
additivi vari
a schiuma, adatto per liquidi
infiammabili
ad idrocarburi alogenati (halon e
sostanze alternative), adatto per motori di
macchinari
a polvere, adatto per liquidi
infiammabili ed apparecchi elettrici
ad anidride carbonica, idoneo per
apparecchi elettrici
Gli estintori
Estintore a polvere
E' un estintore contenente polvere antincendio composta da varie
sostanze chimiche miscelate tra loro con aggiunta di additivi per
migliorarne le qualit di fluidit e idrorepellenza.
Le polveri possono essere di tipo:
ABC polveri polivalenti valide per lo spegnimento di pi
tipi di fuoco (legno carta liquidi e gas infiammabili), realizzate
generalmente da solfato e fosfato di ammonio, solfato di bario, etc...
BC polveri specifiche per incendi di liquidi e gas costituite
principalmente da bicarbonato di sodio
L'azione esercitata dalle polveri nello spegnimento dell'incendio
consiste nell'inibizione del materiale incombusto tramite catalisi
negativa, nel soffocamento della fiamma ed in un'azione endogena
per abbattere subito la temperatura di combustione.
La fuoriuscita della polvere avviene mediante una pressione interna
che pu essere fornita da una compressione preliminare (azoto) o
dalla liberazione di un gas ausiliario (CO2) contenuto in una
bombolina (interna od esterna).
Gli estintori
Estintore ad anidride carbonica
E' un estintore contenente CO2 compresso e liquefatto, strutturalmente
diverso dagli altri in quanto costituito da una bombola in acciaio realizzata
in un unico pezzo di spessore adeguato alle pressioni interne, gruppo
valvolare con attacco conico e senza foro per attacco manometro n
valvolino per controllo pressioni. Si distingue comunque dagli altri estintori
anche per le colorazioni dell'ogiva (grigio chiaro).
E' idoneo per lo spegnimento di fuochi classe B e C; essendo un gas
inerte e dielettrico la normativa di prevenzione incendi ne prescrive
l'installazione in prossimit dei quadri elettrici.
Al momento dell'azionamento l'anidride carbonica, spinta dalla pressione
interna (55/60 bar a 20C) raggiunge il cono diffusore dal quale,
attraverso il passaggio obbligato in un filtro frangivento, si espande con
una temperatura di circa -78C sotto forma di "neve carbonica o ghiaccio
secco".
Il gas circonda i corpi infiammati, abbassa la concentrazione di ossigeno e
spegne per soffocamento e raffreddamento.
Il serbatoio dell'estintore ad anidride carbonica deve essere collaudato
ogni 5 anni da parte dell' I.S.P.E.L.S.
Gli estintori
Determinazione del numero degli estintori da
installare
Si pu ritenere che sia sufficiente disporre di un
numero di estintori in modo che almeno uno di
questi possa essere raggiunto con un percorso
non superiore a 15 m circa.
Ne consegue che la distanza tra gruppi di
estintori deve essere circa 30 m.
Posizionamento degli estintori
Debbono essere sempre posti nella massima
evidenza, in modo da essere individuati
immediatamente, preferibilmente vicino alle
scale od agli accessi.
Gli estintori dovranno essere posizionati alle
pareti, mediante idonei attacchi che ne
consentano il facile sganciamento.
13 A 89 B
100 m2
---
rischio
elevato
---
21 A 113 B
150 m2
100 m2
---
34 A 144 B
200 m2
150 m2
100 m2
55 A 233 B
250 m2
200 m2
200 m2
Gli estintori
Lestintore
Lestinguente che pu
essere acqua o polvere
tenuto in un serbatoio in
acciaio sotto pressione di
azoto.
Sicura
1. Lo si
preleva
3. Si dirige
il getto
alla base
delle
fiamme
Erogazione
Unerogazione troppo violenta
non soffoca la fiamma ma
sparpaglia il materiale incendiato.
Un particolare da non
trascurare
BAR
Idranti e naspi
E il mezzo pi diffuso di protezione attiva dagli incendi.
Un anello idrico collegato o con lacquedotto, o con riserva
idrica e pompe di servizio, alimenta una serie di:
NASPI
Impianti di spegnimento
automatico
Tali impianti possono classificarsi in base alle
sostanze utilizzate per l'azione estinguente:
Impianti ad acqua SPRINKLER (ad umido, a
secco, alternativi, a preallarme, a diluvio etc.)
Impianti a schiuma
Impianti ad anidride carbonica
Impianti ad halon
Impianti a polvere
Un impianto automatico di estinzione consta di
pi parti:
- fonte di alimentazione;
- centralina valvolata di controllo e allarme;
- condotte montanti principali;
- rete di condotte secondarie;
- serie di testine erogatrici.
Impianti di spegnimento
automatico
Impianto ad acqua SPRINKLER
Ad umido: tutto l'impianto permanentemente
riempito di acqua in pressione: il sistema pi
rapido e si pu adottare nei locali in cui non esiste
rischio di gelo.
A secco: la parte d'impianto non protetta, o
sviluppantesi in ambienti soggetti a gelo, riempita
di aria in pressione: al momento dell'intervento una
valvola provvede al riempimento delle colonne con
acqua.
Alternativi: funzionano come impianti a secco nei
mesi freddi e ad umido nei mesi caldi.
A pre-allarme: sono dotati di dispositivo che
differisce la scarica per dar modo di escludere i
falsi allarmi.
A diluvio: impianti con sprinkler aperti alimentati
da valvole ad apertura rapida in grado di fornire
rapidamente grosse portate.
Impianti di spegnimento
automatico
Impianti di spegnimento
automatico
Impianto a schiuma
Gli impianti a schiuma sono concettualmente simili
a quelli ad umido e differiscono per la presenza di
un serbatoio di schiumogeno e di idonei sistemi di
produzione e scarico della schiuma (versatori).
Impianti a anidride carbonica, ad halon, a
polvere
Gli impianti di anidride carbonica, quelli ad halon, a
polvere hanno portata limitata dalla capacit
geometrica della riserva (batteria di bombole,
serbatoi).
Gli impianti a polvere, non essendo l'estinguente un
fluido, non sono in genere costituiti da condotte,
ma da teste singole autoalimentate da un serbatoio
incorporato di modeste capacit. La
pressurizzazione sempre ottenuta mediante un
gas inerte (azoto, anidride carbonica).
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Impianti di rivelazione automatica
d'incendio
Finalizzati alla rivelazione tempestiva del
processo di combustione prima cio che
questo degeneri nella fase di incendio
generalizzato.
Un impianto di rivelazione automatica trova il suo utile impiego nel ridurre
il "TEMPO REALE" e consente:
- di avviare un tempestivo sfollamento delle persone, sgombero dei beni
etc
- di attivare un piano di intervento
- di attivare i sistemi di protezione contro l'incendio (manuali e/o
automatici di spegnimento).
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Dal diagramma a lato si deduce che
fondamentale riuscire ad avere un TEMPO
D'INTERVENTO possibilmente inferiore al
tempo di prima propagazione, ossia
intervenire prima che si sia verificato il
flash over; infatti siamo ancora nel
campo delle temperature relativamente
basse, l'incendio non si ancora esteso a
tutto il sistema e quindi ne pi facile lo
spegnimento ed i danni sono ancora
contenuti.
Nel secondo diagramma si pu vedere che
l'entit dei danni, se non si interviene
prima, ha un incremento notevole non
appena si verificato il "flash over".
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Rilevatori e rivelatori d'incendio
I rivelatori di incendio possono essere
classificati in base al fenomeno chimicofisico rilevato in:
Rilevatori
- di calore
- di fumo (a ionizzazione o ottici)
- di gas
- di fiamme
oppure in base al metodo di rivelazione:
statici (allarme al superamento di un
valore di soglia)
differenziali (allarme per un dato
incremento)
velocimetrici (allarme per velocit di
incremento)
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Si definisce rilevatore automatico
d'incendio un dispositivo installato nella zona
da sorvegliare in grado di misurare:
come variano nel tempo le grandezze tipiche
della combustione,
la velocit della loro variazione nel tempo,
la somma di tali variazioni nel tempo.
Inoltre esso in grado di trasmettere un
segnale d'allarme in un luogo opportuno quando
il valore della grandezza tipica misurata supera
(o inferiore ad) un certo valore prefissato
(soglia).
Dispositivi di segnalazione e
allarme
L'impianto di rivelazione pu essere
definito come un insieme di
apparecchiature fisse utilizzate per
rilevare e segnalare un principio
d'incendio.
Lo scopo di tale tipo d'impianto quello
di segnalare tempestivamente ogni
principio d'incendio, evitando al massimo
i falsi allarmi, in modo che possano
essere messe in atto le misure
necessarie per circoscrivere e spegnere
l'incendio.
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Rilevatori e rivelatori d'incendio
opportuno sottolineare e precisare la
differenza sostanziale tra i termini di
"rilevazione" e "rivelazione".
La rilevazione d'incendio non altro
che la misura di una grandezza tipica
legata ad un fenomeno fisico provocato
da un incendio.
Avvenuta la rilevazione, con il
superamento del valore di soglia, si ha la
rivelazione quando "la notizia" che si
sta sviluppando l'incendio viene
comunicata (rivelata) al "sistema" (uomo
o dispositivo automatico) demandato ad
intervenire.
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Componenti dei sistemi automatici di rivelazione
Un impianto rilevazione automatica d'incendio
generalmente costituito da:
- rilevatori automatici d'incendio
- centrale di controllo e segnalazione
- dispositivi d'allarme
- comandi d'attivazione
- elementi di connessione per il trasferimento di
energia ed informazioni.
La centrale di controllo e segnalazione garantisce
l'alimentazione elettrica (continua e stabilizzata) di
tutti gli elementi dell'impianto ed di solito
collegata anche ad una "sorgente di energia
alternativa" (batterie, gruppo elettrogeno, gruppo
statico ecc.) che garantisce il funzionamento
anche in caso di "mancanza ENEL".
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Avvenuto l'incendio, l'allarme pu essere
locale oppure
trasmesso a distanza
L'intervento pu essere di due tipi:
manuale (azionamento estintore o idrante,
intervento VV.F.)
automatico (movimentazione di elementi di
compartimentazione e/o aerazione, azionamento
di impianti di spegnimento automatico,
d'inertizzazione).
Tali tipi d'impianti trovano valide applicazioni in presenza di:
depositi intensivi;
depositi di materiali e/o sostanze ad elevato valore specifico;
ambienti con elevato carico d'incendio, non compartimentabili;
ambienti destinati ad impianti tecnici difficilmente accessibili e controllabili (cunicoli,
cavedi, intercapedini al di sopra di controsoffitti etc.).
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Segnaletica di sicurezza
una segnaletica capace di trasmettere una
indicazione o una prescrizione concernente la
sicurezza.
Tale segnaletica suddivisa in 5 categorie:
segnali di divieto
segnali di avvertimento
segnali di prescrizione
segnali di salvataggio
segnali antincendio.
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Illuminazione di sicurezza
L'impianto di illuminazione di sicurezza deve
fornire, in caso di mancata erogazione di energia
elettrica e quindi di luce artificiale, una
illuminazione sufficiente a permettere di evacuare
in sicurezza i locali (intensit minima di
illuminazione 5 lux a un metro dal suolo).
Dovranno pertanto essere illuminate:
- le indicazioni delle porte e delle uscite di
sicurezza,
- i segnali indicanti le vie di esodo,
-- i corridoi e tutte quelle parti che necessario
percorrere per raggiungere un'uscita verso un
luogo sicuro.
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Illuminazione di sicurezza
L'impianto deve essere alimentato da una
adeguata fonte di energia quali batterie in
tampone o batterie di accumulatori con
dispositivo per la ricarica automatica (con
autonomia variabile da 30 minuti a 3 ore, a
secondo del tipo di attivit e delle
circostanze) oppure da apposito ed idoneo
gruppo elettrogeno.
L'intervento dovr comunque avvenire in
automatico, in caso di mancanza della
fornitura principale dell'energia elettrica, al
massimo entro 5 secondi (se si tratta di
gruppi elettrogeni il tempo pu raggiungere i
15 secondi).
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Evacuatori di fumo e di calore (EFC)
Gli evacuatori di fumo sono di frequente
utilizzati in combinazione con impianti di
rivelazione e sono basati sullo sfruttamento
del movimento verso l'alto delle masse di
gas caldi generate dall'incendio che, a
mezzo di aperture sulla copertura, vengono
evacuate all'esterno.
Gli (EFC) consentono pertanto di:
agevolare lo sfollamento delle persone e l'azione dei soccorritori
proteggere le strutture e le merci contro l'azione del fumo e dei gas caldi, riducendo
in particolare il rischio e di collasso delle strutture portanti
ritardare o evitare l'incendio a pieno sviluppo (flash over)
ridurre i danni provocati dai gas di combustione o da sostanze tossiche e corrosive
originate dall'incendio
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Evacuatori di fumo e di calore
(EFC)
La ventilazione dei locali pu essere
ottenuta con vari sistemi:
lucernari a soffitto
ventilatori statici continui
sfoghi di fumo e di calore
aperture a shed
superfici vetrate normali
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Lucernari a soffitto
Possono essere ad
apertura comandata
dello sportello o ad
apertura per rottura del
vetro, che deve essere
allora del tipo semplice.
Ventilatori statici continui
La ventilazione avviene attraverso delle fessure laterali
continue. L'ingresso dell'acqua impedito da schermi
e cappucci opportunamente disposti. In taluni casi
questo tipo dotato di chiusura costituita da una serie
di sportelli con cerniera centrale o laterale, la cui
apertura in caso d'incendio avviene automaticamente
per la rottura di un fusibile.
libero
con schermo ad apertura comandata da fusibile
Aperture a shed
Si possono prestare ad
ottenere dei risultati
soddisfacenti, se
vengono predisposti
degli sportelli di
adeguate dimensioni ad
apertura automatica o
manuale.
Dispositivi di segnalazione e
allarme
Sfoghi di fumo e di calore
Il loro funzionamento in genere
automatico a mezzo di fusibili od altri
congegni. La loro apertura pu essere
anche manuale. E' preferibile avere il
maggior numero possibile di sfoghi, al fine
di ottenere che il sistema di ventilazione
entri in funzione il pi presto possibile in
quanto la distanza tra l'eventuale incendio
e lo sfogo sia la pi piccola possibile.
Superfici vetrate
normali
L'installazione di vetri
semplici che si rompano
sotto l'effetto del calore
pu essere adottata a
condizione che sia
evitata la caduta dei
pezzi di vetro per rottura
accidentale mediante
rete metallica di
protezione.