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Figura retorica

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Motivo: Presentate varie suddivisoni/classificazioni in successione senza una chiara
denominazione o identificazione delle stesse bens anzi con termini analoghi
("Tradizionalmente", "studi tradizionali", "La retorica classica", "Il metodo classico di
differenziazione", ecc. ecc.), per cui non si capisce se varie parti si riferiscano a teorie
diverse o se siano della stessa che faccia contemporaneamente una classificazione doppia
o tripla, ecc. La "classificazioni moderne ... per esempio gli studiosi del Gruppo " a quale
delle tradizionali si contrappone? Inoltre nella lista delle varie figure retoriche non
bisognerebbe indicare per ognuna a quale classe appartiene secondo ogni classificazione?
Partecipa alla discussione e/o correggi la voce. Segui i suggerimenti del progetto di
riferimento.
Si indica col termine figura retorica qualsiasi artificio nel discorso, volto a creare un particolare
effetto.
L'identificazione e la catalogazione delle figure ha creato problemi di base agli studiosi di retorica,
dall'antichit al Settecento.
Tradizionalmente si distinguono le seguenti categorie di figure:
figure di dizione per le quali avviene una modifica nella forma delle parole;
figure di elocuzione che riguardano le parole pi adatte;
figure di ritmo che seguono gli effetti fonici ottenuti mediante la ripetizione di fonemi,
sillabe, parole;
figure di costruzione o di posizione che si riferiscono all'ordine delle parole nella frase;
figure di significato o tropi che riguardano il cambiamento del significato delle parole;
figure di pensiero che concernono l'idea o l'immagine che appare in una frase.
Gli studi tradizionali fatti di retorica sono stati oggetto di analisi in diversi settori della linguistica
moderna, come la semantica, la sintassi, la stilistica, la linguistica testuale, la metrica; tuttavia le
figure della retorica possono servire anche come base o come strumenti di lavoro e di
interpretazione per varie discipline: la linguistica, la logica, la psicoanalisi, la critica letteraria.
Ci sono anche delle classificazioni moderne, condotte con analisi differenti da quelle tradizionali:
per esempio gli studiosi del Gruppo hanno fatto una distinzione tra le modificazioni di parole o di
elementi della parola dal punto di vista del significato (metaplasmi), tra le modificazioni che
riguardano la struttura delle frasi (metatassi), tra quelle che riguardano il significato delle parole
(metasememi) e le modificazioni che riguardano il valore complessivo della frase (metalogismi).
La retorica classica differenzia le figurae verborum (figure del discorso) dalle figurae sententiae
(figure di pensiero).
Il metodo classico di differenziazione delle figure retoriche si basa sulla mutatio (variazione).
Questa si suddivide in:
adiectio: aggiunta di elementi linguistici con conseguente ridondanza dell'espressione

detractio: eliminazione di elementi linguistici che portano a un cambiamento della sequenza


transmutatio: cambiamento della posizione di alcuni elementi linguistici che portano a un
cambiamento della sequenza
immutatio: sostituzione di elementi linguistici tramite sinonimi, accrescitivi, diminutivi
Sono state individuate centinaia di figure retoriche, e tra queste, in ordine alfabetico:
Indice: Inizio A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

A
Accumulazione: serie di termini accostati in modo ordinato e/o caotico come ripetizioni
parziali del senso di ognuno. Es.: fior', frondi, herbe, ombre, antri, onde, aure soavi, valli
chiuse, alti colli et piagge apriche (Petrarca, Canzoniere, CCCIII).
Adynaton: per evidenziare l'improbabilit di un evento, si sostiene la maggior facilit che ne
accada un altro impossibile. Es.: Esule il Parto berr all'Arari, o il Germano al Tigri prima
che scivoli via dal mio cuore la sua immagine (Virgilio, Bucoliche, Ecloga I, 79).
Aferesi: caduta di una vocale o sillaba a inizio di parola. Es.: Lo 'ntelletto; - Padron 'Ntoni.
Allegoria: sostituzione di un oggetto ad un altro, con accostamento basato su qualit e
significati non comuni del termine e spesso di livello filosofico o metafisico.
Allitterazione: ripetizione di una lettera o sillaba in parole successive. Es.: Il pietoso pastor
pianse al suo pianto (Tasso, Gerusalemme Liberata, VII,16)
Allusione: consiste nel citare un riferimento pi o meno noto, trasformandolo a una realt
che lo chiama per alcune caratteristiche. Es.: Pensa che babilonia di discorsi; - Vittoria di
Pirro
Anacenosi: consiste nella richiesta di consiglio a coloro cui o contro cui si parla. Es. Che
debb'io far? che mi consigli, Amore? (Petrarca, Canzoniere, CCLXVIII)
Anacoluto: consiste nella rottura della corretta correlazione grammaticale tra due costrutti di
uno stesso periodo. Es.: Lei sa che noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto
(Manzoni, Promessi sposi, cap.IX)
Anadiplosi: ripetizione di uno o pi elementi terminali di un segmento di discorso, all'inizio
del segmento successivo. Es.: il vento, il vento che fa musiche bizzarre (Vittorio Sereni,
Diario d'Algeria).
Anafora: ripetizione di una o pi parole a inizio frase/verso, per sottolineare un'immagine o
un concetto. Es.: Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse
(D'Annunzio, La pioggia nel pineto, vv.8-11).
Anagogia: la trasposizione del senso letterale ad un senso sublime e divino,
l'interpretazione mistica del testo letterario. Es.: Ne l'uscita de l'anima dal peccato, essa sia
fatta santa e libera in sua potestate (Dante, Convivio II, I).
Anagramma: Metaplasmo ottenuto per la permutazione delle lettere di una singola parola in
un'altra parola o in una frase. Es.: Bibliotecario/Beato coi libri.
Analessi: consiste nell'evocare un evento precedente al punto della narrazione in cui ci si
trova.
Analogia: consiste nella rappresentazione di un'idea o emozione attraverso parole con
significati diversi collegate tra loro da un concetto astratto.
Anasinalefe: Figura metrica speculare dell'Episinalefe; si verifica quando la sillaba
eccedente all'inizio di un verso iniziante per vocale ed entra in Sinalefe con l'ultima sillaba
del verso precedente. Es.: Nel cantuccio, zitta, da brava, / Preparava cercine e telo / Pei
bimbi che mamma le andava / a prendere in cielo (Pascoli, Canti di Castelvecchio, La figlia
maggiore).
Anastrofe: Inversione dell'ordine abituale di un gruppo di termini successivi. Es.: A egregie
cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; (Foscolo, Dei Sepolcri, vv.151-

152)
Anfibologia: Discorso o espressione contenente un'ambiguit sintattica e dunque
interpretabile in modi diversi a seconda del modo di leggerla. Es.: Ibis et redibis non
morieris in bello, se si pone la virgola dopo redibis si torner vivi; se la si pone dopo non, si
morir in guerra (responso ambiguo della Sibilla Cumana).
Annominazione: Ripetizione di una stessa radice etimologica in pi vocaboli diversi. una
forma particolare di paronomasia. Es.: Ch'i fui per ritornar pi volte vlto (Dante, Divina
Commedia, Inf.I,36)
Anticlimax: Elenco di termini o locuzioni con intensit decrescente. Es.: Cos tra questa
immensit / s'annega il pensier mio e il naufragar m' dolce in questo mare (Leopardi,
Infinito, ultimi versi)
Antifrasi: Consiste nell'usare un'espressione attribuendole un significato opposto a quello ad
essa proprio, per lo pi in senso ironico. Es.: dire Che bella giornata mentre piove a dirotto.
Antistrofe: Ripetizione delle stesse parole alla fine di pi frasi o versi consecutivi. Es.: Ha
combinato il guaio lui, deve rimediare lui.
Antitesi: contrapposizione di idee espressa mettendo in corrispondenza parole di significato
opposto o in contrasto. Es.Vergine Madre, figlia del tuo figlio, (Dante, Divina Commedia,
Par.XXXIII,1).
Antonomasia: Consiste nel sostituire un nome comune con un nome proprio o una perifrasi;
oppure, viceversa, sostituire un nome comune con un nome proprio o una perifrasi che
ricordi in modo univoco la qualit della persona o cosa stessa. Es.: Il flagello di Dio per
Attila; - Eroe dei due mondi per Garibaldi; - La regina del pop per Madonna; - La pantera di
Goro per Milva, ma anche "il bignami" per libro di testo sintetico, la "nutella" per crema di
cioccolata e nocciole.
Apallage: Figura retorica consistente nell'alterazione dell'ordine logico della successione dei
concetti. Viene dal greco (io separo). Es.: Ci verrei, ma non far in tempo, alla
tua festa.
Apocope: Fenomeno fonetico che consiste nella caduta della vocale o della sillaba finale
della parola. Es.: cittade/citt; - bello/bel; - frate Giuseppe/fra Giuseppe.
Aposiopesi: Lo stesso che Reticenza.
Apostrofe: il rivolgersi direttamente ad una persona o cosa personificata, interrompendo il
discorso in atto. Es.: Oh Terra! / A che non t'apri, e ne' tuoi cupi abissi / l'autor non conscio
di tanti delitti / al fin non serri? (Foscolo, Edippo)
Asemantico: Si dice di frase che, pur seguendo le regole grammaticali, non spiegabile dal
punto di vista semantico. Es.: Idee verdi senza colore dormono furiosamente (Chomsky).
Asindeto: l'accostamento di frasi o costrutti verbali senza l'uso di congiunzioni. Es.:
Diverse lingue, orribili favelle, / parole di dolore, accenti d'ira, / voci alte e fioche (Dante,
Divina Commedia, Inf.III,25-27)
Assonanza: l'uguaglianza, fra due parole, delle sole vocali, a contare dalla vocale tonica in
poi. Es.: Fresche le mie parole ne la sera / ti sien come il frusco che fan le foglie
(D'Annunzio, Sera fiesolana).

B
Baritonesi: Si ha quando l'accento tende a spostarsi sempre pi verso l'inizio della parola,
tipico della lingua greca eolica. Es.: al posto di . Detta anche Baritono.
Brachilogia: una forma di ellissi in cui vengono a mancare alcuni componenti della frase,
anche se integrabili dal contesto. Es.: Le mani cessano di afferrare, le braccia di muoversi,
le gambe di camminare (La Fontaine).

C
Catacresi (o abusione): Si verifica quando il senso di una frase da figurato diviene di uso
abituale. Es.: Io venni in loco d'ogne luce muto, / che mugghia come fa mar per tempesta, /
se da contrari venti combattuto (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inf. V, 28-30); pi
comunemente quando un termine "proprio" non esiste e si obbligati a ricorrere a quello
figurato (in tal caso si parla anche di metafora assopita): occhio del ciclone; - fare la coda,
letto del fiume, collo della bottiglia.
Catafora: Consiste nella collocazione a fine frase di una parola che normalmente sarebbe
posta all'inizio perch soggetto.. Es.: Te lo dir per l'ennesima volta: non ha compiuto quel
crimine, dove lo la catafora di non ha compiuto quel crimine.
Chiasmo: consiste nella disposizione incrociata degli elementi costitutivi di una frase, in
modo da cambiarne l'ordine logico. Es.: n il sol pi ti rallegra / n ti risveglia amor,
(Giosu Carducci, Pianto antico, 15-16), dove il sole che risveglia e l'amore che rallegra;
Cesare fui e son Iustinano (Dante Alighieri, Divina Commedia, Par. VI, 10).
Circolo: consiste nel terminare un periodo con la stessa parola con cui cominciato.
Vedremo dove ci porter la tua sfacciataggine, vedremo!.
Cleuasmo: l'atto dell'oratore di sminuirsi per attirarsi le simpatie dell'uditorio. Es.: Certo,
signore, io non ho studiato come voi... ma... (Molire)
Climax: disposizione di parole e frasi, secondo una gradazione sempre pi in crescita. Es.:
Ecco sono agli oltraggi, al grido, all'ire, / al trar dei brandi, al crudel suon de' ferri
(Ariosto, Orlando Furioso, XXIV, 785-786).
Complexio: Consiste in un uso combinato di anafora ed epifora, dove la ripetizione di parole
si ha tanto all'inizio quanto alla fine del verso o della frase. Es.: Libro di Daniele, 3,51-88,
dove ogni verso comincia con Benedetto o Benedite e finisce con in eterno. Sinonimo di
Simploche.
Consonanza: l'uguaglianza, fra due parole, delle consonanti, a contare dalla vocale tonica
in poi.
Costruzione ad sensum: vedi Sillessi
Crasi: la contrazione di una vocale o di un dittongo alla fine di una parola con una vocale
o dittongo all'inizio della parola seguente.

D
Deissi: Procedimento linguistico col quale si richiama l'attenzione di chi legge su un oggetto
particolare cui ci si riferisce con elementi linguistici. Es.: in questa un'automobile, il
pronome questo deittico perch indica un'auto vicina a chi sta parlando.
Derivatio: vedi Poliptoto
Descrizione: Sinonimo di Ipotiposi.
Diafora: Consiste in una ripetizione con mutamento di senso. Es.: Il cuore ha le sue ragioni
che la ragione non comprende (B.Pascal).
Dialefe: Figura metrica che consiste nella mancata fusione, nel computo, di una sillaba di
fine parola con un'altra di inizio parola. Es.: E io Anima trista non son sola (Dante, Divina
Commedia, Inf.VI,56).
Dialisi: Si ha quando si interrompe la continuit di un periodo, di una frase con un inciso.
Es.: Dovremmo giungere in tempo, mezzi pubblici permettendo, per la cerimonia.
Diallage: Si ha quando una serie di congetture e argomentazioni portano alla stessa
conclusione.
Dialogismo: Consiste nell'esprimere in forma di dialogo opinioni e idee che un autore
attribuisce in un'opera narrativa ai suoi personaggi.
Dieresi: la separazione di due vocali di un dittongo, che vengono a costituire due sillabe

anzich una sola. Es.: For-se per-ch del-la fa-tal qui-e-te (Foscolo, Alla sera).
Dilogia: Consiste nel ripetere le parole, pi volte in momenti diversi, per ottenere pi
efficacia espressiva.
Disfemismo: Opposta all'eufemismo, consiste nel sostituire una parola normale gradevole
con un'altra offensiva o sgradevole, senza per cambiare il tono dell'espressione. Es.: un
bimbo birbante; - I miei vecchi (riferito ai genitori anche non anziani).
Dittologia: Si ha nel ribadire un concetto con parole semanticamente molto simili legate
dalla congiunzione e. Es.: E vissi a Roma sotto 'l buono Augusto, / nel tempo de li dei falsi e
bugiardi (Dante, Divina Commedia, Inf.I,71-72).

E
Ellissi: All'interno di una frase, consiste nell'eliminazione di alcuni elementi al fine di dare al
periodo concisione e coesione. Es.: Chiara frequenta il liceo classico, Mara lo scientifico.
Enallage: Consiste nell'usare una parte del discorso con la funzione di un'altra. Es.:
...perch'io sia giunto forse alquanto tardo, / non t'incresca restare a parlar meco (Dante,
Divina Commedia, Inf.XXVII,22-23), al posto dell'avverbio tardi.
Enantiosemia: Qualit di una frase o di una parola a cui possono essere attribuiti due
significati diversi. Es.: alta montagna e alto mare, nella prima alto significa proprio altezza,
nella seconda assume il significato opposto di profondit.
Endiadi: Nell'esprimere un concetto l'uso di due termini complementari in sostituzione di
un unico sostantivo.
Chi fermato di menar sua vita / su per l'onde fallaci e per gli scogli (Petrarca, Canzoniere,
LXXX,1-2).
e il grande impero / di quella Roma, e l'armi, e il fragorio (G. Leopardi La sera del d di festa,
vv.35-36) [il fragorio delle armi]
Enfasi: Consiste nel mettere in rilievo una parola o una frase con una particolare pregnanza,
affinch non passi inosservata. Es. Egli s che un vero amico.
Enjambement: In poesia, frattura a fine verso della sintassi o di una parola causata
dall'andare a capo verso. Es.: sol con un legno e con quella compagna / picciola da la qual
non fui diserto (Dante, Divina Commedia, Inf.XXVI,101-102).
Entimema: Argomentazione in forma di sillogismo in cui almeno una delle premesse
solamente probabile. Es.: svizzero, quindi preciso, in cui taciuta la premessa Tutti gli
svizzeri sono precisi.
Enumerazione: Consiste nell'elencare in serie dei termini che possono essere coordinati tra
loro per asindeto o per polisindeto.
Epanadiplosi: Detta anche Epanastrofe, consiste nell'iniziare e concludere un verso o una
frase con la stessa parola. Es.: giunto il fin dei lunghi dubbi, giunto, / nobiluomini, il d
che statuito / fu a risolver da voi (Manzoni, Il conte di Carmagnola, Atto I, Scena I).
Epanalessi: Detta anche Geminatio, consiste nel raddoppiamento di un'espressione all'inizio
di un verso, al suo interno o alla fine. Es.: In verit, in verit vi dico...; - ma passavam la
selva tuttavia, / la selva, dico, di spiriti spessi (Dante, Divina Commedia, Inf.IV,65-66).
Epanastrofe: sinonimo di Epanadiplosi.
Epanodo: Consiste nell'approfondire, con aggiunta di particolari, una parola o una frase detta
precedentemente. Es.: Sabrina fantastica, anzi meravigliosamente fantastica!.
Epanortosi: Si ha quando si ritorna su una determinata frase, per attenuarla, per migliorarla o
per correggerla. Es.: Questo governo governa male, anzi questo governo non governa!.
Epifonema: una figura di stile posta di solito in fondo al testo, a suggello di rendere
solenne ci che precede. Es.: Noi andavam con li dieci demoni. / Ahi fiera compagnia! ma

nella Chiesa / coi Santi e in taverna co' ghiottoni (Dante, Divina Commedia, Inf.XXII.1315).
Epifora: Figura speculare dell'Anafora, consiste nella ripetizione di una o pi parole di un
enunciato o di un suo membro alla fine di enunciati o di membri successivi. Es.: Pi sordo e
pi fioco / s'allenta, si spegne. / Sola una nota / ancor trema, si spegne, / risorge, trema, si
spegne (D'Annunzio, La pioggia nel pineto, 75-79).
Epifrasi: Affine all'iperbato, consiste nell'aggiunta per coordinazione di una parola o di un
enunciato ad una frase che ha gi un suo senso, quindi un di pi, non strettamente
necessario. Es.: Io gli studi leggiadri / talor lasciando, e le sudate carte (Leopardi, A Silvia).
Episinalefe: Si verifica quando la sillaba eccedente di un verso, che dovrebbe essere piano e
invece sdrucciolo, entra in sinalefe con la prima sillaba del verso seguente che inizia per
vocale. Es.: E lalba,: si chiudono i petali / Un poco gualciti; si cova / Dentro lurna molle
e segreta, / Non so che felicit nuova (Pascoli, Il gelsomino notturno); il li di petali con Un
del verso successivo.
Epistrofe: Sinonimo di Epifora.
Epitesi: Aggiunta di una vocale, alla fine di una parola, in appoggio. Es.: fu, diviene fue; alcool diventa alcoole. Detta anche Paragoge.
Epiteto: Figura che consiste nell'addizione di alcuni elementi a singole parole o nomi. Es.:
pi veloce Achille, - Pallade occhio azzurro.
Epizeusi: sinonimo di Epanalessi.
Esclamazione: Consiste nell'esprimere con enfasi uno stato d'animo in forma esclamativa.
Es.: Allor fui preso, e non mi spiacque poi, / s dolce lume uscia dagli occhi suoi (Petrarca,
Nova angeletta sovra l'ale accorta, 7-8).
Eufemismo: Consiste nell'attenuare frasi o espressioni irriguardose e indecenti. Es.:
passato a miglior vita al posto di morire; - colui che non si nomina, al posto di iettatore.

F
Figura etimologica: si ha quando vengono utilizzati nell'ambito dello stesso verso o frase
due o pi parole che hanno la stessa etimologia. Es.: esta selva selvaggia e aspra e forte /
che nel pensier rinova la paura! (Dante, Divina Commedia, Inf.I,5-6)
Figura (concetto).

G
Geminatio: Sinonimo di Epanalessi.

H
Hysteron proteron: Riguarda il sovvertimento dell'ordine logico e cronologico nel disporre
gli eventi in un testo. Es.: Moriamo, e gettiamoci nella mischia (Virgilio, Eneide, libro II),
dove alla morte eroica posposta la causa, cio il combattimento gagliardo.

I
Iato: Si chiama iato l'incontro di due vocali (una dolce ed una aspra, oppure entrambe aspre)
non formanti un unico suono, ossia pronunciate separatamente con duplice emissione di
voce.ESEMPI: o-bli-o; pa-u-ra; pi-a; re-al-t; a-ero-pla-no; po-e-ta.
Incapsulatore: Forma di anafora attuata attraverso un sintagma definito e introdotto da un
dimostrativo (questo, codesto, siffatto). Es.: Questo mercato allargato, di cultura medio-

bassa, ha imposto un drastico cambiamento nella tradizione lessicografica italiana.


Interrogazione retorica: Consiste in una domanda in cui insita la risposta, quindi fatta in
senso ironico, sarcastico. Es.: Chi pi scellerato che colui / che al giudicio divin passion
porta? (Dante, Divina Commedia, Inf.XX,29-30).
Inversione sintattica: Consiste nello spostamento degli elementi di una frase in modo tale da
stravolgerne la sintassi, per dare pi risalto all'elemento anteposto. Es.: Dolce e chiara la
notte e senza vento (Leopardi, La sera del d di festa)
Invettiva: il rivolgersi improvvisamente a persona o cosa con rimproveri o accuse. Es.:
Ahi Pisa, vituperio delle genti / del bel paese la dove 'l si suona (Dante, Divina Commedia,
Inf.XXXIII,79-80).
Ipallage: Consiste, all'interno di uno o due versi, nell'inserimento di una parte del discorso in
una posizione della frase diversa da quella logica. Es. le mura dell'alta Roma, invece di
le alte mura di Roma
Iperbato: metatassi che indica l'inversione di due parole nell'ambito di un verso o di una
frase, con l'inserimento di altre parole. Es.: Me ad evocar gli eroi chiamin le Muse / del
mortal pensiero animatrici (Foscolo, I Sepolcri)
Iperbole: consiste nell'esagerazione nella descrizione della realt tramite espressioni che
l'amplifichino. Es. Ti amo da morire!.
Ipocoristico: un modo di accorciare nomi propri e comuni, seguendo un principio di
minimo sforzo. Es.: prof per professore/professoressa; - Peppe per Giuseppe; - Lella per
Gabriella.
Ipostasi: Indica la personificazione di un concetto astratto. Es.: Una forma smisurata di
donna....col busto ritto, di volto... (Leopardi, Dialogo della Natura e di un Islandese),
concretizzazione della Natura.
Ipotiposi: Detta anche Descrizione, consiste nel descrivere qualcuno o qualcosa con
particolare vivacit e chiarezza. Es.: Vedi l Farinata, che s' dritto: / dalla cintola in su
tutto il vedrai / I' aveva gi 'l mio viso nel suo fitto; / ed ei s'ergea col petto e con la fronte, /
com'avesse l'Inferno in gran dispitto (Dante, Divina Commedia, Inf.X,31-36).
Ironia: Consiste nell'affermare qualcosa che esattamente il contrario di ci che si vuole
intendere, ma in modo da renderlo percepibile a chi ascolta. La consigli di venirsi a mettere
sotto la mia protezione (Manzoni, Promessi Sposi), frase ironica proferita da don Rodrigo a
Fra Cristoforo riferita a Lucia.
Isocolon: Perfetta corrispondenza per numero e disposizioni di parole fra due o pi periodi
di un costrutto. Es.: Veni, vidi, vici (Plutarco, Vita di Cesare, 50,6).
Isterologia: Inversione dell'ordine logico delle frasi, anticipando ci che dovrebbe essere
detto dopo. Sinonimo di Hysteron proteron.
Iterazione: sinonimo di Anafora.

L
Litote: dare un giudizio negandone il contrario. Es.: Quell'uomo non un genio; - Don
Abbondio non era nato con un cuor di leone (Manzoni, Promessi Sposi).

M
Meronimia: una relazione semantica fra un nome che indica il tutto e una delle sue parti.
Es.:Il cinturino un meronimo dell'orologio
Metafora: la sostituzione di un termine proprio con uno figurato. Es.: Non ho voglia / di
tuffarmi / in un gomitolo di strade (Ungaretti, Natale,1-4)
Metalessi: Particolare tipo di Metonimia in cui il termine proprio sostituito non con il suo

traslato immediato, ma con una o pi metafore intermedie. Es.: Guadagnarsi il pane col
sudore della fronte.
Metalogismo: una figura retorica moderna che riguarda il livello di contenuto e dei valori
di verit. Es.: bello da morire.
Metonimia: Evocare un'idea citando al suo posto un concetto ad essa relativo. Es. "bere un
bicchiere", cio "bere un bicchiere d'acqua"; - Lingua mortal non dice / quel ch'io sentiva in
seno (Leopardi, A Silvia, 26-27). Es. "Via XX Settembre" per indicare il Ministero
dell'Economia. Se si tratta di paragoni quantificativi la metonimia prende il nome di
sineddoche.

N
Noema: Evidenziare un concetto esprimendolo con uno stile differente rispetto al contesto.

O
Olofrastico: Termine che compie da solo il contenuto di una frase, tipico del linguaggio
infantile. Es.: Dai!; - Si!; - Mai!.
Omeottoto: Concerne parole di una frase aventi lo stesso caso o caso simile. Es.: Hominem
laudem egentem virtutis, abundantem felicitatis? Devo lodare un uomo di buona fortuna
abbondante, ma di virt carente? (Cicerone, Rhetorica ad Erennium, 4,28).
Omoioteleuto: vedi Omoteleuto
Omoteleuto: In una frase o in un verso l'utilizzo di termini successivi che hanno lo stesso
fonema finale. Es.: Mesto orto (Carducci). Detta anche Omoioteleuto.
Onomatopea: l'insieme di trascrizioni fonetiche e riproduzioni di rumori, voci di animali e
suoni. Es.: Il tuo trillo sembra la brina / che sgrigiola, il vetro che incrina... / trr trr trr
terit tirit (Pascoli, L'uccellino del freddo).
Ossimoro: Antitesi di parole differenti fra loro che vengono accostate per dare un senso
paradossale. Es.: Dotta ignoranza; - Sentia nell'inno la dolcezza amara / de' canti uditi da
fanciullo (G.Giusti, Sant'Ambrogio, 65-66).
Ostensivo: Una definizione data mostrando ci che l'espressione stessa denota. Es.: Da
Vocabolo deriva Vocabolario, che questo libro (Vocabolario degli Accademici della
Crusca, I edizione, 1612).

P
Palindromo: detta cos l'espressione, di senso compiuto, leggibile da sinistra verso destra e
viceversa. Es.: recai piacer;- ai lati d'Italia;- Roma tibi subito motibus ibit amor.
Paradosso: Quando in una frase o concetto da premesse plausibili derivano assurdit
illogiche. Es.: Io sto mentendo, se vera, non sto dicendo la verit quindi falsa; se falsa,
sto dicendo la verit, quindi sto mentendo.
Paragoge: vedi Epitesi.
Paragone: Consiste nel chiarire un concetto paragonandolo a qualcuno o a qualcosa di ben
noto, purch i termini di confronto siano intercambiabili. Es.: e le tue chiome auliscono
come le chiare ginestre (D'Annunzio, Pioggia nel pineto)
Paralessi: vedi Preterizione.
Paralipsi: vedi Preterizione.
Paralissi: vedi Preterizione.
Parallelismo: consiste nello sviluppare unidea attraverso la disposizione simmetrica di brevi
enunciati. Es.: Mand le tenebre e fece buio (Salmi, 104, 28)

Paraprosdokian: Consiste in una frase con finale inaspettato o troncamento.


Paretimologia: Si ha quando una parola viene interpretata nelle sue origini storiche tramite
associazioni su similitudini di forma e significato. Es.: lucus a non lucendo, dove il bosco
(lucus) sarebbe cos chiamato perch non vi filtra la luce.
Paromeosi: Consiste in una combinazione di Omoteleuto e Omeottoto con Paronomasia o
Polittoto. Es.: Straziami, ma di baci saziami.
Paronimia: Incontro di due o pi parole di suono simile ma di diverso senso. Es.: Traduttore
traditore. Simile se non uguale a Paronomasia.[Per non affatto chiara la differenza con
l'altra, visto che anche nella paronomasia il suono simile, e il senso diverso, si veda
l'esempio qui sotto di tale figura retorica]
Paronomasia: Accostamento di due parole con sonorit simile. detto anche bisticcio di
parole.[senza fonte] Es.: Chi dice donna, dice danno; - trema un ricordo nel ricolmo
secchio, / nel puro cerchio un'immagine ride (Montale, Cigola la carrucola del pozzo, 3-4)
Perifrasi: "giro di parole", sequenza di parole per indicare una persona o una cosa. Es.: il
ghibellin fuggiasco per Dante.
Personificazione: vedi Prosopopea.
Pleonasmo: Espressione che non aggiunge niente, qualitativamente, nella frase in cui
inserita. Es.:A me mi piace la marmellata; - Che ce ne importa a noi? Dici sempre la stessa
tiritera (Tozzi).
Poliptoto: Consiste nel ricorrere di un vocabolo con funzioni sintattiche diverse. Forma
spesso espressioni idiomatiche. Es.: Starsene con le mani in mano; - E li 'nfiammati
infiammar s Augusto / che' lieti onor tornaro in tristi lutti (Dante, Divina Commedia,
Inf.XIII,68-69).
Polisindeto: una sequenza marcata di congiunzioni fra due o pi parole. Es.: Avea in ogni
sua parte un laccio teso / o parli o rida o canti o passo muova (Ariosto,L'Orlando furioso,
VII, 16).
Premunizione: Consiste nel controbattere, anticipandone il contenuto, le obiezioni del nostro
interlocutore. Es.: Chi si preso la penna che stava qui?.
Preterizione: dire che si tacer qualcosa mentre poi invece se ne parla. Es.: "Non ti dico
che folla ho trovato!" Detta anche Paralessi, Paralipsi e Paralissi.
Prolessi: Anticipa un elemento dell'enunciato o della frase rispetto alla sua posizione nel
logico ordine. Es.: Questo vorrei che facessi, che tu non aprissi la porta a nessuno.
Prosopopea: Detta anche Personificazione, si ha quando si attribuiscono qualit o azioni
umane ad animali, oggetti, o concetti astratti. Es.: Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea /
tornare ancora per uso a contemplarvi (Leopardi, Le ricordanze, 1-2).
Prostesi o Protesi: Consonante, vocale o sillaba, aggiunta davanti ad una parola per motivi
eufonici. Oggi di raro uso. Es.: In iscuola; - In Ispagna; - addimandare.

R
Raddoppiamento: vedi Reduplicazione; vedi anche Anafora.
Reduplicazione: Consiste nella ripetizione di un'intera parola nell'ambito di una frase al fine
di sostituirsi al superlativo, nel caso di aggettivi e per intensificarne il significato, nel caso di
verbi. Es.: piano piano al posto di pianissimo e corri corri per aumentarne l'efficacia.
Reiterazione: Consiste nel ripetere lo stesso concetto con altre parole. Introdotta di frequente
con espressioni tipo cio, - In altre parole, - ovvero.
Reticenza: Consiste nel sospendere una frase senza ultimarla, lasciando intendere al lettore
la parte finale, normalmente reso in grafica con i tre puntini sospensivi. Es.: E questo padre
Cristoforo so da certi ragguagli che un uomo che non ha tutta quella prudenza, tutti quei
riguardi... (A. Manzoni).

Ripetizione: l'insieme delle figure retoriche in cui ricorrono una o pi ripetizioni di lettere,
parole e simili. Es.: Climax, Epanalessi, Epifora, Diafora, Epanadiplosi, Paronomasia, ecc.

S
Sarcasmo: Il sarcasmo una figura retorica usata per mostrare la presa in giro, la
canzonatura o la burla di una persona o di un'idea.
Sermocinatio: durante una discussione, fingere di inserire un terzo estraneo imitandone lo
stile invece di riportarlo indirettamente.
Sillessi: Figura sintattica in cui vi un accordo di tipo logico, ma non grammaticale fra due
termini di una frase, in pratica una forma di paronomasia, nota tradizionalmente come
concordanza a senso. Es.: E cielo e terra si mostr qual era (Pascoli, Il lampo).
Similitudine: una figura retorica con la quale si chiarisce un concetto paragonandolo a
qualcuno o a qualcosa di ben noto. simile al paragone, ma i termini del confronto non sono
intercambiabili. Es.: Qual colui che sognando vede, che dopo 'l sogno la passione
impressa rimane, e l'altro a la mente non riede, cotal son'io (Dante, Divina Commedia,
Par.XXXIII,58-61).
Simploche: Consiste nella combinazione di un'anafora con un'epifora. Es.: Oh! Solo
nell'ombra che porta / quei gridi...(chi passa laggi?) / Oh! Solo nell'ombra gi morta /
per sempre...(chi batte alla porta?) (Pascoli, Myricae, Notte di vento). Sinonimo di
Complexio, Conexio e Communio latini.
Sinafia: Indica quei fenomeni metrici, di computo di sillabe, che si verificano fra la fine di
un verso e l'inizio di quello successivo. Ne sono esempi la Dialefe, la Sinalefe, l'Episinalefe
e l'Anasinalefe.
Sinalefe: Si ha quando la sillaba finale di una parola si fonde, nel computo, con l'iniziale
della parola che segue. Es.: Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono (F.Petrarca, Canzoniere,
I). Se le sillabe, nel computo, non si fondono si ha la Dialefe.
Sinchisi: Consiste in una modifica dell'ordine sintattico di una frase, combinando insieme
Anastrofi e Iperbati. Es.: le dal sol percosse del suo fiotto inegual spume d'argento (S.
Bettinelli).
Sincope: Indica la soppressione di uno o pi fonemi all'interno di una parola. Es.: staccio per
setaccio; - spirto per spirito; - Gianni per Giovanni. Figure simili sono l'Apocope e l'Aferesi.
Sineddoche: Consiste nell'uso in senso figurato di una parola al posto di un'altra, si distingue
dalla metonimia in quanto si basa su relazioni quantitative secondo le seguenti regole:
la parte per il tutto (tetto per casa);
il tutto per la parte (America per USA);
il genere per la specie (i mortali per gli uomini);
la specie per il genere (il piatto a tavola non ci manca - il piatto a tavola per il
cibo);
il singolare per il plurale (onde non tacque / le tue limpide nubi e le tue fronde /
linclito verso di colui che lacque (U. Foscolo, A Zacinto, 6-8); verso per versi)
il plurale per il singolare (O sacrosante Vergini, se fami, / freddi o vigilie mai per voi
soffersi, / cagion mi sprona chio merc vi chiami. (Dante, Divina Commedia,
Purg.XXIX,37-39); fami, freddi per fame, freddo).
Sineresi: Consiste nel riconoscimento di due vocali vicine allinterno di una parola, che non
formino dittongo e quindi costituiscano due sillabe, come una sillaba sola. Es.: Ed er-ra
lar-mo-nia per ques-ta val-le. (Leopardi, Il passero solitario)
Sinestesia: Consiste nel trasferire un tipo di sensazione ad un altro appartenente ad altro
dominio sensoriale. Es.: Ma per le vie del borgo / dal ribollir de tini / va l aspro odor de i
vini / lanime a rallegrar.(G. Carducci, San Martino, 5-8), dove la sensazione gustativa

(aspro) si fonde con quella olfattiva (odor).


Sospensione: Si ha in pratica quando, nel corso di una narrazione si lascia volutamente
sospeso il discorso.
Sostantivizzazione: Slittamento di parti del discorso diverse dal nome in funzioni sintattiche
riservate al nome stesso senza che intervengano variazioni formali. Fenomeno presente in
molte locuzioni proverbiali. Es.: Tra il dire e il fare c' di mezzo il mare (verbi
sostantivizzati); - Con i se e con i ma la storia non si fa (congiunzioni sostantivizzate).

T
Tautologia: Proposizione logica in cui il predicato ha lo stesso significato del soggetto. Es.: I
quadrupedi hanno quattro zampe.
Tmesi: Si ha quando alla fine di un verso l'ultima parola viene scissa in due e una parte
trasposta al verso successivo. Es.: septem subiecta trioni (Virgilio, Georgiche,III), dove
septem e trioni sono due parti della parola settentrione con cui Virgilio identificava l'Orsa
Maggiore.
Traslato: Si ha ogni volta che una parola viene usata con senso diverso da quello
normalmente attribuito alla parola stessa. Varie figure retoriche rientrano in questa
definizione allargata, fra le quali la Sineddoche, la Metonimia, la Catacresi, la Metafora.
Tropo: Si ha quando un'espressione viene trasferita dal contenuto che le proprio,
applicandola per estensione ad altri oggetti o contesti. Non facilmente differenziabile dal
Traslato. Es.: mi piaci da vivere al posto di mi piaci da morire.

U
Umorismo: un metalogismo di comicit, raffinato da intelligenza e cultura, senza
sarcasmo, affine all'ironia.
Understatement: Ricorso a parole per difetto, oltre i limiti della verosimiglianza e fino alla
deformazione del reale. Ne sono esempio varie situazioni che l'umorismo inglese rende
paradossali.

V
Variatio: Procedimento che consiste nel modificare a livello fonetico, grammaticale,
sintattico-morfologico o semantico i meccanismi della ripetizione, soprattutto quando non
sono retoricamente motivati. Sue forme sono il Polittoto, la Paronomasia e la Sinonimia.

Z
Zeugma: collegamento di un verbo a due o pi elementi della frase che invece
richiederebbero ognuno rispettivamente un verbo specifico.
Fuori sgorgando lagrime e sospiri (Purgatorio XXXI, v.20)
Ma se a conoscer la prima radice / del nostro amor tu hai cotanto affetto, / far
come colui che piange e dice. (Dante, Divina Commedia, Inf.V,124-126).

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