Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
10
12
14
15
20
24
Tutto il lavoro dell'attivit tessile propria del re soltanto questo: non permettere mai che i caratteri
temperanti facciano fazione a parte da quelli coraggiosi e invece - grazie al lavoro di spola che
connette questi uomini per mezzo di opinioni condivise, onori, disonori, stime e garanzie reciproche
e che a partire da essi compone un tessuto [311a] liscio e, come dire, 'finemente lavorato'- affidare
sempre a questi in comune le cariche nelle citt.
SOCR. IL G. In che modo?
STRA. Dove vi sia bisogno di un solo magistrato, scegliendo a sovrintendere colui che abbia
entrambe queste qualit; dove invece ne occorrano pi d'uno, mescolando una parte di ciascuno dei
due gruppi. Infatti il comportamento degli uomini temperanti che rivestono una carica
decisamente cauto e giusto e teso alla conservazione, manca per di mordente e di quel certo vivace
ardire che serve per agire.
SOCR. IL G. Anche questo in realt pare vero.
[b] STRA. Viceversa il comportamento coraggioso ha manchevolezze maggiori di quello di quegli
25
26
28
Teognide
Eleg 1.145- 8
30
31
32
38
39
40
49
50
di cui si compone la nostra vita, mentre i nostri discorsi partono da premesse di questo tipo e
vertono su argomenti simili. Di pi, siccome ha la caratteristica 5 di farsi guidare dalle passioni, il
giovane ascolter invano, e inutilmente; infatti il nostro fine non la conoscenza (gnsis), ma l'agire
(prxis). E non fa nessuna differenza se uno giovane d'et o immaturo di carattere; il difetto non
dipende dal tempo, ma dal fatto di vivere, e di perseguire ogni specie di cose, sotto il dominio della
passione. Per gente simile la conoscenza inutile, proprio 10 come per chi non si domina; invece
conoscere questi argomenti sar cosa utilissima per chi forma i propri desideri, e agisce, secondo
ragione.
2. Siano dette tali cose, a mo' di proemio, sul pubblico, su come si devono recepire i nostri discorsi,
e su ci che ci proponiamo. Diciamo, ricominciando da capo, e dato che ogni conoscenza e scelta
tende a un qualche tipo di bene, 15 qual quel bene che noi sosteniamo essere ci che la politica
persegue, cio qual il bene pratico pi alto. Ora, per quanto riguarda il nome vi un accordo quasi
completo nella maggioranza: sia la massa che le persone raffinate dicono che si chiama 'felicit', e
credono che vivere bene (eu zen)e avere successo (eu prttein) 20 siano la stessa cosa che essere
felici. Ma su cosa sia la felicit vi disaccordo, e la massa non la intende nello stesso mo do dei
sapienti, dato che i primi credono che sia qualcosa di tangibile ed evidente, come piacere, ricchezza
o onore, e altri altro; spesso poi lo stesso individuo la pensa diversamente: quando malato, pensa
che sia la salute, quando povero, che sia la ricchezza. 25 Vedendo poi la propria ignoranza, la
gente ascolta ammirata quelli che fanno discorsi grandiosi, e al di sopra del suo livello; alcuni
hanno ritenuto che, al di l di tutti questi molteplici beni, vi sia qualcosa che bene per s
(kathhaut)ed causa dell' essere tali, per tutti questi altri beni, Ora, esaminare tutte le opinioni ,
forse, abbastanza inutile; ci baster esaminare le pi diffuse, o quelle che sembrano avere argomenti
in loro favore.
Aristotele, Etica Nicomachea 1095b14-1096a10
3. Noi invece riprendiamo da dove abbiamo deviato, Infatti non senza ragione, a quanto pare, la
gente giudica cosa siano 15 il bene e la felicit a partire dai modi di vivere, La massa e le persone
pi volgari giudicano che il bene e la felicit consistono nel piacere, e perci amano la vita dissoluta
- infatti sono tre, soprattutto, i principali modi di vivere, quello appena detto, quello politico e terzo
quello teoretico. 20 Ora, la massa mostra chiaramente di essere in tutto simile agli schiavi, dato che
preferisce una vita animalesca, ma trova un argomento in sua difesa, per il fatto che molti uomini
potenti hanno sentimenti simili a quelli di un Sardanapalo.
Invece le persone raffinate e attive identificano la felicit con l'onore (tim). Infatti questo , pi o
meno, il fine della vita politica, per evidente che anche questo fine troppo superficiale per
essere il bene che stiamo cercando, infatti pare 25 che risieda in chi rende onore, piuttosto che in chi
onorato, mentre noi sentiamo che il bene qualcosa di personale e di difficile da perdere. Di pi, a
quanto sembra, costoro perseguono l'onore al fine di persuadere se stessi del proprio valore; quanto
meno, cercano di essere stimati dai saggi e da coloro che li conoscono, e per le loro virt: chiaro,
allora, che per loro 30 la virt superiore all'onore.
Forse uno potrebbe anche credere che la virt sia il fine della vita politica, ma anch'essa,
evidentemente, troppo incompleta: infatti sembra anche possibile che chi possiede la virt dorma,
o resti inattivo per tutta la sua vita, o, di pi, che soffra di mali e 1096a incorra in gravissime
disgrazie. Nessuno direbbe felice chi vive una vita di questo tipo, se non per difendere una tesi
preconcetta. Su ci basta, abbiamo parlato a sufficienza di questi argomenti nelle opere pubblicate.
Il terzo modo di vivere quello teoretico, che sottoporremo pi avanti a esame.
5 Invece chi si dedica al guadagno sottoposto, in un certo senso, a costrizione, ed chiaro che la
ricchezza non il bene che cerchiamo, infatti uno strumento utile e che serve un fine diverso da
s. Da questo punto di vista uno potrebbe credere piuttosto che i fini sopra elencati siano il bene
cercato, infatti sono amati per se stessi; ma evidente che nemmeno quelli lo sono, e molti
argomenti 10 sono stati avanzati contro di loro.
52
consistente nel nutrirsi e nel crescere; dopo di questa viene un certo tipo di vita fatta di sensazioni,
ma evidente che anch'essa comune sia al cavallo che al bue e a tutti gli animali. Allora rimane
solo un certo tipo di vita attiva, propria della parte razionale. Di quest'ultima, una parte razionale
perch obbedisce alla ragione, un' altra razionale 5 perch la possiede e riflette. Ma siccome anche
quest' altra si dice in due modi, bisogner porre che sia quella in atto, dato che essa sembra essere
detta 'razionale' in senso pi appropriato.
Se l'opera propria (rgon) dell'uomo l'attivit dell'anima secondo ragione (psychs enrgheia kat
lgon), o non senza ragione, e se diciamo che, quanto al genere, sono identiche l'opera propria di
una certa cosa e 1'opera della versione eccellente di quella stessa cosa - come avviene ad esempio
nel caso di un citarista e 10 di un citarista eccellente - ci vale in generale per tutti i casi, quando si
aggiunga all' operare quel di pi dato dalla virt, infatti proprio del citarista suonare la cetra, e del
citarista eccellente suonarla bene; se cos, poniamo che l'operare proprio dell'uomo sia un certo
tipo di vita, la quale consiste in un'attivit dell'anima e in un agire razionale (prxis met lgou),
che ci vale anche per un uomo eccellente (spoudios), ma in modo buono e nobile, e che ogni singola cosa raggiunge il bene in modo completo secondo 15 la virt sua propria; se vero tutto ci, il
bene umano risulta essere attivit dell' anima secondo virt (psychs enrgheia kataretn), e se le
virt sono pi d'una, secondo la migliore e la pi perfetta. E inoltre, in una vita completa (bos
tleios): infatti, come una rondine non fa primavera, n la fa un solo giorno di sole, cos un solo
giorno, o un breve spazio di tempo, non fanno felice e beato nessuno.
Aristotele, Etica Nicomachea 1098b9-1101a21
8. Bisogna indagare su ci non solo in base alla conclusione cui siamo arrivati e alle premesse del
nostro ragionamento, ma anche a partire 10 da quanto si dice su di esso. Tutti i fatti concordano con
ci che vero, ma vengono ben presto in conflitto con il falso.
Divisi quindi i beni in tre gruppi, e, dopo aver detto che alcuni sono esterni (ekts) a noi, e altri
relativi all' anima o al corpo, affermiamo che quelli che riguardano 15 l'anima sono pi importanti,
e sono beni in misura maggiore. Poniamo poi che le azioni (prxis) e le attivit (enrgheia) che
riguardano l'anima siano i beni relativi all' anima. E cos avremmo detto bene, almeno secondo la
dottrina dei tre tipi di beni, che antica ed accreditata da tutti i filosofi.
corretta anche l'affermazione che certe azioni e certe attivit sono il fine: 20 cos il fine risulta
essere uno dei beni relativi all'anima, e non uno dei beni esterni. Con il nostro ragionamento
concorda anche l'idea che l'uomo felice (eudimon) viva bene (eu zn) e si realizzi nell'azione (eu
prttein): abbiamo detto, all'incirca, che la felicit un certo modo di vivere bene (euzoia) e di agire
bene (eupraxa).
9. evidente che tutti gli aspetti che si desiderano avere in una teoria della felicit si trovano in
quanto abbiamo detto. Pare che per alcuni la felicit debba essere virt, per altri saggezza
(phnesis), 25 per altri un certo tipo di sapienza (sopha), per altri ancora tutte queste cose, o alcune
di esse, accompagnate dal piacere o non disgiunte da esso; altri, poi, vi includono anche la prosperit esterna. Alcune di queste opinioni sono state sostenute da molti personaggi e antichi, altre
solo da pochi, ma famosi: ragionevole che nessuno di loro si sia sbagliato in tutto, ma che 30
abbiano avuto ragione almeno su un punto, o anche su pi di uno. Il nostro discorso in armonia
anche con quelli che dicono che la felicit la virt, o che una qualche virt; infatti propria della
virt l'attivit secondo virt.
Ma probabile che faccia non poca differenza il credere che il sommo bene consiste nel
possesso (ktsis) o che consiste invece nell'uso (chrsis), cio nello stato abituale (hexis) o
nell'attivit (enrgheia). Infatti possibile che lo stato abituale 1099a sia presente senza che si
realizzi nulla di buono, per esempio in chi dorme o in qualche modo sotto costrizione; mentre per
l'attivit ci non possibile, infatti chi in attivit agir necessariamente, e avr successo. Come nei
giochi olimpici non vengono premiati i pi belli e i pi forti, ma coloro che si impegnano nelle gare,
5 dato che alcuni di loro vincono, cos quelli che agiscono correttamente risultano essere i vincitori
54
delle cose belle e buone nella vita. Il loro modo di vivere inoltre piacevole di per s: il provare
piacere cosa che avviene nell' anima, e per ciascuno piacevole quello di cui lo si dice
'appassionato', per esempio, per l'appassionato di ippica un cavallo, per lo spettatore 10 appassionato uno spettacolo, e allo stesso modo sono piacevoli anche le azioni giuste per l'amante della
giustizia e pi in generale le azioni secondo virt per l'amante della virt. Ora, per la massa le cose
piacevoli sono in conflitto tra loro, perch non sono piacevoli per natura, ma per gli amanti delle
belle azioni sono piacevoli le cose piacevoli per natura. E tali sono le azioni secondo virt, cosicch
sono piacevoli e in s e per costoro. li loro modo di vivere, quindi, 15 non ha affatto bisogno che si
aggiunga il piacere, come se fosse una specie di decorazione posticcia, ma ha il piacere in se stesso.
Oltre a quanto abbiamo detto, infatti, vi il fatto che non nemmeno buono colui che non si
rallegra per le sue belle azioni, infatti nessuno direbbe che giusto colui che non si rallegra nel
compiere azioni giuste, o generoso colui che non si rallegra nel compiere 20 azioni generose, e lo
stesso vale per tutti gli altri casi.
Se le cose stanno cos, le azioni secondo virt verranno a essere piacevoli in s. Ma anche
buone, invero, e belle, e avranno ciascuna di queste caratteristiche in modo sommo, se vero che
l'uomo eccellente giudica bene su di esse: giudica nello stesso modo in cui noi abbiamo detto. In
conclusione la felicit cosa ottima, e bellissima, e piacevolissima (riston, klliston, hdiston), 25
e tutte queste caratteristiche non sono separate reciprocamente, come invece nell'iscrizione di
Delo:
Bellissimo il culmine del giusto, ottimo l'essere in salute, conseguire ci che desidera il cuore
piacevolissimo per sua natura,
infatti alle migliori attivit ineriscono tutte le caratteristiche dette, e tali attivit, o una di loro, la
migliore, noi diciamo che siano la felicit.
Allo stesso modo appare evidente che la felicit ha bisogno dei beni esteriori, come abbiamo gi
detto: impossibile, o non facile, compiere azioni belle se si sprovvisti di risorse. Infatti si
compiono molte azioni per mezzo di amici, denaro o potere politico, usandoli 1099b come
strumenti; e se siamo privati di certe cose, come buona nascita, buona discendenza, bellezza, la
nostra beatitudine ne risulta intaccata. Perci lontano dall' essere felice chi del tutto sgradevole a
vedersi o di bassa stirpe o solitario e senza figli, o, ancor meno, se gli capitano 5 figli o amici
degeneri, o se ne ha di buoni, ma muoiono. Come abbiamo detto prima, sembrerebbe che la felicit
abbia bisogno anche di una simile prosperit esterna. A partire da ci, alcuni fanno una cosa sola
della felicit e della buona fortuna (eutycha), proprio come altri la identificano con la virt.
10. A partire da ci ci si domanda anche se la felicit possa essere insegnata (mathton), o se
frutto di abitudine (ethistn), 10 o si acquisisce attraverso un qualche altro tipo di esercizio
(asketn), o per un dono della provvidenza divina, o per caso. Ora, se vi davvero, in generale,
qualcosa che gli di donano agli uomini, ragionevole pensare che la felicit sia un dono divino; e
lo tanto pi, quanto pi il maggiore dei beni umani. Ma questo punto, probabilmente, pi
adatto a un' altra ricerca; evidente che la felicit, anche se non 15 ci viene inviata dagli di, ma ci
arriva a causa della nostra virt, o deriva da un qualche insegnamento o esercizio, una delle cose
pi divine, infatti evidente che il premio e il fine della virt sono qualcosa di ottimo, divino e
beato. E la felicit verr a essere qualcosa di facilmente accessibile per molti, dato che potr essere
raggiunta, sulla base di un qualche insegnamento 20 o esercizio, da tutti quelli che non hanno
qualche impedimento naturale a praticare la virt. Poich meglio essere felici nel modo appena
detto e non per caso, ragionevole che le cose stiano cos, se vero che gli enti naturali sono stati
generati in modo da raggiungere, per quanto possibile, lo stato migliore; lo stesso vale per ci che
prodotto dalla tecnica o da ogni altra causa, ma soprattutto per ci che deriva dalla causa migliore.
Inoltre attribuire al caso quanto vi di pi grande e nobile sarebbe cosa troppo 25 oltraggiosa.
Anche a partire dalla nostra definizione chiaro quello che cerchiamo: si detto infatti che la
felicit attivit dell'anima, secondo virt, e di un certo tipo. Alcuni dei rimanenti beni
55
indispensabile averli a disposizione, altri invece sono per natura utili e ci servono di aiuto come
strumenti.
Ci si accorda anche con quanto abbiamo detto all'inizio: abbiamo posto 30 il fine della politica
come la cosa migliore, ed essa infatti si prende grandissima cura di rendere i cittadini persone di un
certo tipo, e buone, e capaci di compiere belle azioni. A ragione quindi noi non diciamo felice un
bue, o un cavallo, o qualche altro animale, dato che nessuno di loro 1100a in grado di aver parte a
un' attivit di questo tipo. Identica la causa per cui nemmeno un fanciullo propriamente felice,
infatti non capace di compiere belle azioni, per la sua et; quei fanciulli che vengono detti beati, in
realt lo sono per la speranza che possano diventarlo: come gi detto, ci vuole una virt completa e
una 5 vita completa. Infatti avvengono molti mutamenti, ed eventi di ogni sorta, durante una vita, ed
possibile che la persona pi prospera cada in terribili sventure durante la vecchiaia, come si narra
a proposito di Priamo nei poemi eroici; nessuno direbbe felice chi ha sopportato tali sventure ed
morto in modo cos miserabile.
11. Dunque 10 non bisogna mai dire felice assolutamente nessuno finch vivo, ma si deve
aspettare il compimento della sua vita, come vuole Solone? Ma allora, se si deve accettare questa
tesi, ne deriva che uno davvero felice solo allora, cio dopo la sua morte? O non questo del tutto
assurdo, sia in generale sia rispetto a quanto abbiamo detto fin qui, cio che la felicit un certo
tipo di attivit?
D'altra parte, anche se non 15 vogliamo dire che il morto felice, n Solone intende dire questo, ma
intende dire solo che quando uno morto lo si pu dire senza dubbio felice, stimando che ormai al
di l dei mali e delle sventure - anche questa posizione non esente da dubbi. Infatti la gente crede
che vi sia un qualche bene e un qualche male anche per chi morto, se vero che ve ne sono anche
per uno che vivo, ma non se ne accorge, 20 per esempio l'onore o il disonore dei figli e in generale
dei discendenti, o i loro successi e le loro sconfitte; ma anche questo presenta una difficolt. Per uno
che vissuto beatamente fino alla vecchiaia, e poi morto, logico che si possano verificare molti
mutamenti che interessano i suoi discendenti, alcuni dei quali possono essere buoni e avere in sorte
25 il tipo di vita che meritano, altri il contrario. chiaro che per i progenitori si pu verificare di
tutto in relazione ai vari gradi di discendenza: si avr allora una conseguenza assurda, se ne verr
che il morto stesso subir un mutamento conseguente alle fortune dei discendenti, e diverr felice, e
ora di nuovo misero; ma pare anche assurdo che mai nulla, tra gli eventi che riguardano la
discendenza, in 30 nessun momento tocchi i progenitori.
Dobbiamo ritornare alla difficolt sollevata prima: forse sar possibile intravedere, a partire da
quella, anche una soluzione della presente ricerca. Allora, se si deve vedere il completamento della
vita e si deve dire beato qualcuno solo a quel punto, non perch sia beato allora, ma perch lo era
stato prima, come potr non risultare assurda 35 una soluzione per cui, quando uno felice, non
vero dire che gli appartiene la felicit, 1100b perch non si vuole dire che i vivi sono felici - e
questo a causa, sia dei mutamenti, sia del fatto che abbiamo stabilito che la felicit qualcosa di
stabile e niente affatto facile da mutare, mentre per i viventi le sorti mutano ciclicamente. chiaro
infatti che, se 5 andremo di pari passo con le vicende della sorte, ci toccher chiamare pi volte la
stessa persona felice e poi di nuovo misera facendo apparire l'uomo felice come un camaleonte, o
uno che si regge su piedi d'argilla. Oppure forse non per nulla corretto andare di pari passo con le
vicende della sorte? Infatti il bene e il male non consistono in esse, sebbene, come abbiamo detto,
10 la natura umana abbia necessit di tali cose, ma gli elementi decisivi della felicit sono le attivit
secondo virt, e le attivit opposte lo sono dell'infelicit.
Anche le difficolt finora esaminate testimoniano in favore della nostra definizione. Infatti la
stabilit non appartiene a nessuna delle opere dell'uomo tanto quanto appartiene alle attivit
secondo virt: esse sono stimate anche 15 pi salde delle scienze. E tra quelle le pi stimabili sono
le pi stabili, per la ragione che i beati passano soprattutto, e continuamente, la loro vita in esse; tale
, a quanto pare, la causa per cui non vengono mai dimenticate.
Quindi le caratteristiche che cerchiamo apparterranno all'uomo felice, ed egli sar tale per tutta
56
la vita; infatti sempre, o pi di 20 ogni altra cosa, compir azioni secondo virt e si dar alla
contemplazione. Sopporter benissimo le vicende della sorte, in ogni occasione, con eleganza, in
maniera degna di chi davvero buono e tetragono, senza rimprovero.
Siccome molte sono le vicende della sorte, e differenti tra loro secondo grandezza e piccolezza,
le fortune piccole, come pure le sfortune piccole, 25 chiaramente non hanno peso nella nostra vita,
mentre le fortune e sfortune grandi, e che si verificano in gran numero, se positive, rendono la vita
pi beata, dato che, prese per s, adornano la vita, e noi le utilizziamo in modo bello e virtuoso; se si
verifica il contrario, riducono e oscurano la beatitudine, infatti comportano dolori e impediscono
molte attivit. Ci nonostante anche in questi 30 casi risplende il bello, quando uno sia capace di
sopportare con calma molte e grandi sventure, non per insensibilit, ma perch nobile e fiero. .
E se, come abbiamo detto, le attivit sono l'elemento dominante della vita, nessun uomo beato potr
diventare misero: 35 infatti non compir mai azioni odiose e ignobili. Noi riteniamo che l'uomo
1101a veramente buono e saggio sapr sopportare in modo decoroso tutti gli eventi della sorte, e
sapr sempre compiere le azioni pi belle, sfruttando la situazione data, proprio come un buon
comandante sa servirsi dell' esercito che si trova a disposizione nel modo pi efficace per la vittoria,
un calzolaio sa fare bellissime scarpe 5 con il cuoio che gli viene dato, e lo stesso vale per tutti gli
altri artigiani. Se le cose stanno cos, l'uomo felice non diventer mai misero, ma nemmeno beato,
se cadr in sventure degne di quelle di Priamo.
In questo modo non sar un uomo troppo duttile, n volubile, n perder facilmente il suo stato di
felicit 10, nemmeno a causa di disgrazie; ma lo perder se le disgrazie saranno grandi e numerose,
tanto che dallo stato in cui sar caduto non potr risollevarsi in breve tempo fino allo stato di
felicit; e se pure lo potr, ci avverr dopo un grande periodo di tempo e una fase della vita nella
quale sia diventato un vincitore e abbia avuto grandi e bei successi.
Cosa ci impedisce, allora, di dire felice colui che agisce secondo virt completa (kataretn telian
energonta) 15 ed provvisto a sufficienza di beni esterni, non in un qualsiasi periodo di tempo, ma
in una vita completa?
O forse bisogna aggiungere che l'uomo felice vivr e morr in modo simile, siccome il futuro ci
oscuro e abbiamo posto che la felicit il fine, ed completa in tutti i modi e sotto tutti i rispetti?
Se cos, diremo beati, 20 ma beati come uomini, quelli che vivono in modo da avere le
caratteristiche che abbiamo delineato.
Aristotele, Etica Nicomachea 1101b10-1103a10
12. 10 Fatte queste precisazioni, esaminiamo, riguardo alla felicit, il problema se essa sia una cosa
lodevole (epainetn) o una cosa preziosa (tmion), infatti chiaro che non solo un bene in
potenza. Ora, manifesto che tutto ci che lodato, lo perch possiede una qualche qualit, e
anche perch in una certa relazione con qualcosa: infatti noi lodiamo il giusto, e l'atto di coraggio,
e in generale 15 il bene e la virt, a causa delle azioni e delle opere, e lodiamo l'uomo forte e quello
veloce, e via dicendo, per il fatto di avere per natura una certa qualit e per il fatto di essere in una
certa relazione con qualcosa di buono e di valido.
Questo risulta chiaro anche dagli elogi rivolti agli di: sono ridicoli, evidentemente, 20 dato che
fanno riferimento a noi, e questo accade perch, come abbiamo detto, gli elogi sono basati sul
riferimento ad altro. E se l'elogio limitato alle cose dette prima, chiaro che di ci che migliore
non vi pu essere elogio, ma vi deve essere qualcosa di pi grande e di superiore, come evidente:
infatti diciamo beati e felici gli di, e diciamo beati gli uomini 25 pi divini. Lo stesso vale per i
beni; nessuno infatti loda la felicit come si fa con il giusto, ma la dice cosa beata, ritenendola
qualcosa di pi divino e migliore della giustizia. E pure Eudosso pare che abbia bene difeso la causa
del primato del piacere: egli ritenne che il fatto che il piacere non lodato, pur essendo un bene,
indica che il piacere superiore alle cose che vengono lodate, e che la stessa caratteristica
appartiene al dio e al bene, dato 30 che tutto viene riferito a loro. Quindi l'elogio riguarda la virt,
per influsso della quale noi diventiamo capaci di fare il bene; gli encomi, invece, riguardano le
opere, sia quelle del corpo, sia, allo stesso modo, quelle dello spirito.
57
Ma forse pi appropriato che su tali cose facciano sottili distinzioni 35 coloro che si occupano di
encomi; per quanto ci riguarda chiaro, 1102a da quanto abbiamo detto, che la felicit cosa
perfetta e degna di onore. E parrebbe che sia tale anche a causa del suo essere un principio (arch),
infatti in vista di essa tutti noi facciamo tutto il resto; noi stabiliamo che il principio e la causa dei
beni sono cose divine e degne di onore.
13. 5 Siccome la felicit una certa attivit dell'anima secondo virt completa, si dovr esaminare
la virt: probabilmente, infatti, cos potremo comprendere meglio anche la felicit. Pare inoltre che
il vero politico compia ogni sforzo in vista della virt, infatti vuole rendere i cittadini buoni e 10 osservanti delle leggi: come esempio di tali politici abbiamo i legislatori di Creta e quelli di Sparta, e
altri simili, se ve ne sono; e se questa indagine propria della politica, chiaro che la nostra ricerca
procede secondo la scelta fatta all'inizio
Si deve esaminare la virt, essendo chiaro che in questione la virt umana, infatti cerchiamo il
bene 15 umano e la felicit umana. Diciamo 'virt umana' non quella del corpo, ma quella
dell'anima, e diciamo che la felicit attivit dell'anima: se le cose stanno cos, chiaro che il
politico deve avere una certa conoscenza di ci che riguarda 1'anima, allo stesso modo in cui chi
cura 20 gli occhi deve avere anche una certa conoscenza generale del corpo, e ci vale tanto pi
quanto la politica superiore alla medicina e pi degna di onore: i medici colti si danno molto da
fare per conoscere il corpo, quindi anche al politico spetter studiare l'anima, ma studiarla per quei
fini e nella misura adeguata al problema che ci siamo posti; 25 sottilizzare maggiormente sarebbe
certo un lavoro troppo ampio rispetto al nostro proposito.
Alcuni aspetti dell' anima sono stati discussi in modo adeguato anche nelle opere rivolte a un
pubblico vasto, opere di cui dobbiamo servirci qui. Si dice per esempio che una parte dell' anima
irrazionale, una parte razionale. Se poi queste si distinguano come le parti del corpo e come 30 ogni
cosa che pu essere divisa, oppure se siano due nella definizione ma non separate in natura, come il
concavo e il convesso in una circonferenza, ci non fa nessuna differenza rispetto alla discussione
presente. Nell'anima irrazionale, una parte sembra essere comune anche ai vegetali, e con ci voglio
dire la causa della nutrizione e della crescita; infatti si pu porre una facolt dell' anima di questo
genere in tutti gli esseri viventi che hanno la funzione della nutrizione, e anche negli embrioni;
1102b la stessa parte dell' anima si trova anche negli esseri viventi completi: pi ragionevole
pensare che sia la stessa, e non qualche altra. evidente che la virt di questa parte qualcosa di
comune e non specifico dell'uomo, infatti pare che questa parte e questa capacit agiscano
soprattutto nel sonno. E difficilissimo 5 distinguere il buono dal cattivo quando essi dormono, e da
ci la gente trae motivo per dire che per met della vita, non vi nessuna differenza tra chi felice e
chi infelice. E ragionevole che questo avvenga, infatti il sonno inattivit dell'anima, di quella
parte in base alla quale tutta l'anima detta o eccellente o di poco valore; fa eccezione il caso in cui,
in qualche modo e in misura minima, giungono fino a lei alcuni movimenti, 10 ragione per cui i
sogni degli uomini dabbene risultano migliori di quelli delle persone qualsiasi.
Ma basta su questo, ed meglio lasciare stare la parte nutritiva, dato che per natura non ha nulla
a che fare con la virt umana; anche un'altra parte dell'anima sembrerebbe essere irrazionale, ma
essa partecipa della ragione. Infatti lodiamo la 15 ragione, e la parte razionale dell' anima, sia in chi
si domina, sia in chi non si domina, dato che la parte razionale li richiama correttamente alle azioni
migliori; ma evidente che vi in loro, per natura, qualcosa di diverso dalla ragione, che lotta e si
oppone alla ragione stessa.
Esattamente quello che avviene nelle membra di un corpo affette da paralisi, che si muovono
verso sinistra quando si vuole rivolgerle verso destra, avviene anche nell' anima, e 20 nello stesso
modo: i desideri di chi non si domina vanno in senso contrario; solo che nei corpi noi vediamo ci
che si muove al contrario, e nell' anima non lo vediamo. Certo, bisogna ritenere che, anche nell'
anima, allo stesso modo, vi sia qualche cosa che sta accanto alla ragione, le si contrappone e fa
resistenza. 25 Non ha nessuna importanza in che modo tale cosa si distingue dalla ragione. Ma
evidente che anche questa parte partecipa della ragione, come abbiamo detto: almeno nel caso di chi
58
si domina, obbedisce alla ragione. Ma nell'uomo moderato e nell'uomo coraggioso questa parte
ancora pi obbediente alla ragione, infatti d'accordo con essa in tutto e per tutto.
evidente quindi che anche la parte irrazionale duplice: infatti la parte vegetativa non ha
nessun 30 rapporto con la ragione; la parte impetuosa e, in generale, desiderante, ha una qualche
partecipazione alla ragione, in quanto la ascolta e le obbedisce. Cos, allora, noi desideriamo anche
tener conto del padre e degli amici, e non come diciamo 'far di conto' nella matematica. Del fatto
che la parte irrazionale viene persuasa in qualche modo dalla parte razionale sono indizio il dare
consigli e tutte le forme di rimprovero e 1103a di esortazione.
Se poi si deve dire che anche quella parte razionale, allora, la parte razionale stessa sar duplice, e
l'una sar razionale in senso forte e in s, l'altra come chi obbedisce al padre. Anche la virt viene
divisa secondo questa differenza. Infatti diciamo che alcune 5 virt sono intellettuali (dianoetik) e
altre morali (ethik): sapienza (sopha), senno (synesis) e saggezza (phrnesis) sono intellettuali,
generosit (eleutherites)e temperanza (sophrosyne) sono invece morali; parlando del carattere, non
diciamo che sapiente e comprensivo, ma che mite e temperante. D'altra parte lodiamo anche il
sapiente per il suo stato abituale, e chiamiamo con il nome di 'virt' gli stati abituali degni di lode.
Aristotele, Etica Nicomachea 1103a14-b2
1. 14 Dato che la virt di due tipi, intellettuale 15 e morale, la virt intellettuale in genere nasce e
si sviluppa a partire dall'insegnamento (didaskala), ragione per cui ha bisogno di esperienza e di
tempo; la virt morale (ethike) deriva dall'abitudine (ethos), da cui ha tratto anche il nome, con una
piccola modificazione del termine ethos.
A partire da ci anche chiaro che nessuna virt morale nasce in noi per natura, dato che 20
nessun ente naturale si abitua a essere diverso: per esempio una pietra che per natura si muove verso
il basso non prender l'abitudine di muoversi verso l'alto, neanche se qualcuno voglia abituarla lanciandola in alto migliaia di volte, n il fuoco prender l'abitudine di muoversi verso il basso, e
nessun' altra cosa che per natura in un certo modo potr venire abituata a essere diversa. Quindi le
virt non si generano n per natura n contro natura, ma 25 nella nostra natura accoglierle, e sono
portate a perfezione in noi per mezzo dell' abitudine.
Inoltre, nel caso di ci che si genera in noi per natura, prima noi ne possediamo la capacit, e poi
ne esercitiamo le attivit; ci chiaro nel caso dei sensi (infatti non acquistiamo i sensi relativi dal
vedere molte volte o dall'udire molte volte, 30 ma, al contrario, ce ne serviamo poich li
possediamo, non li possediamo poich ce ne serviamo); invece acquistiamo le virt perch le
abbiamo esercitate in precedenza, come avviene anche nel caso di tutte le altre arti. Quello che si
deve fare quando si appreso, facendolo, lo impariamo: per esempio, costruendo si diviene
costruttori e suonando la cetra, citaristi; e allo stesso modo 1103b compiendo atti giusti si diventa
giusti, temperanti con atti temperanti, coraggiosi con atti coraggiosi.
Aristotele, Etica Nicomachea 1105a26-b12
Inoltre, le cose non stanno nello stesso modo nel caso delle arti e in quello delle virt: i prodotti
dell' arte hanno il loro bene in s, e quindi basta che si generino dotati di una certa qualit, invece le
azioni virtuose non sono compiute giustamente o in modo temperante, 30 quando hanno una certa
qualit, ma lo sono, se, inoltre, colui che agisce lo fa trovandosi in certe condizioni (ps chon):
prima di tutto se agisce consapevolmente (eids), poi se ha compiuto una scelta (prohairomenos) e
l'atto virtuoso stato scelto per se stesso (diaut), in terzo luogo se agisce con una disposizione
salda e insieme immutabile (bebios ki ametakintos). Queste condizioni 1105b non vengono
aggiunte nel caso del possesso delle altre arti, tranne il sapere; ma riguardo alle virt il sapere (t
eidnai) conta poco o nulla, mentre le altre condizioni hanno non poca influenza, anzi, possono
tutto; e sono proprio esse, quelle che si sviluppano a partire dal compiere spesso gli atti giusti e 5
temperanti.
Ora, le azioni compiute si dicono giuste e temperanti (sphrona) quando sono tali, quali le
59
compirebbe il giusto e il temperante. Uomo giusto e temperante non semplicemente colui che
compie azioni simili, ma colui che, in pi, le compie al modo dei giusti e dei temperanti. Si dice
bene, dunque, che dal compiere azioni giuste si genera il giusto, 10 e dal compiere azioni sagge il
saggio (sphron): a partire dal non compiere tali azioni nessuno mai potr nemmeno avvicinarsi a
diventare saggio (agaths).
stesso vale per corsa e lotta. Cos, allora, 5 ogni esperto rifugge dall' eccesso e dal difetto, ma cerca
il giusto mezzo e lo sceglie, non quello relativo alla cosa, ma quello relativo a noi.
Se, quindi, ogni scienza porta a buon compimento la sua propria opera, guardando al giusto mezzo e
indirizzando a ci le sue operazioni (e, a partire da ci, la gente ha preso l'abitudine di dire, 10 a
proposito delle opere ben realizzate, che non c' da togliere n da aggiungere nulla, intendendo che
sia l'eccesso che il difetto distruggono il bene, mentre la mediet lo salva), e se i buoni artigiani,
come noi diciamo, operano guardando al giusto mezzo, e se la virt, come la natura, 15 pi
precisa di ogni arte, e anche migliore, la virt verr a essere ci che tende al giusto mezzo. Sto
parlando della virt morale: essa infatti riguarda le passioni e le azioni, ed in queste che si danno
eccesso, difetto e giusto mezzo; per esempio, di avere paura, adirarsi e in generale del provare
sensazioni di piacere e 20 dolore vi un troppo e un poco, entrambi i quali non sono bene, ma il
provarlo nel momento adatto, riguardo alle cose e in relazione alla gente adatta, per il fine e nel
modo adatto, giusto mezzo e un' ottima cosa, e questo proprio della virt. Allo stesso modo,
anche in relazione alle azioni vi eccesso, difetto e giusto mezzo.
25 La virt riguarda le passioni e le azioni, nelle quali l'eccesso (hyperbol) costituisce un errore e il
difetto (lleipsis) biasimato, invece il giusto mezzo lodato e costituisce la correttezza; entrambe
queste caratteristiche sono proprie della virt. La virt quindi una certa mediet, dato che ci
che tende al giusto mezzo.
Inoltre l'errare si d in molti modi (infatti il male rientra nella sfera dell'indefinito, come hanno
immaginato. i Pitagorici; invece il bene 30 fa parte del definito) mentre l'essere corretti si d in un
solo modo: perci vi anche una cosa facile e una difficile, facile il fallire il bersaglio, difficile il
coglierlo. Per questi motivi l'eccesso e il difetto sono propri del vizio, la mediet propria della
virt:
nobili in un modo solo, ignobili in tanti modi... .
6. Quindi la virt uno stato abituale (hxis)che produce scelte (prohairetik), consistente in una
mediet (mestes ) 1107a rispetto a noi, determinato razionalmente, e come verrebbe a determinarlo
l'uomo saggio, mediet tra due mali, l'uno secondo l'eccesso (hyperbol) e l'altro secondo il difetto
(lleipsis). E inoltre, per il fatto che alcuni stati abituali, sia nelle passioni che nelle azioni, sono
inferiori a ci che si deve, e altri sono superiori, 5 la virt individua il giusto mezzo e lo sceglie. Per
questo motivo secondo la sostanza, e secondo la definizione che ne esprime 1'essenza, la virt
mediet (mestes), secondo il meglio e il bene un estremo (akrtes).
Non ogni azione n ogni passione accoglie la mediet, alcune infatti hanno nomi che
immediatamente le connettono strettamente 10 alla cattiveria, come ad esempio malevolenza,
impudenza, invidia, e, tra le azioni, adulterio, furto, omicidio. Infatti tutte queste cose, e quelle
simili, sono biasimate per essere ignobili esse stesse, e non i loro eccessi n i loro difetti. Non mai
possibile, dunque, 15 comportarsi correttamente riguardo a tali azioni e passioni, ma si sbaglia
sempre..
Aristotele, Etica Nicomachea 1175b30-1178a21
6. Dopo aver parlato delle virt, dell' amicizia e del piacere, 30 rimane da parlare a grandi linee
della felicit, dato che le abbiamo attribuito il ruolo di fine di ogni cosa umana; per coloro che
riprendono in considerazione quanto abbiamo detto, il discorso potr essere fatto in modo conciso.
Diciamo quindi che la felicit non uno stato abituale, dato che, altrimenti, potrebbe appartenere
anche a uno che dorme per tutta la vita, e vive come un vegetale, e anche a chi sopporta le peggiori
sventure. E allora, se ci ci 35 sembra inammissibile, tanto pi si dovr far coincidere la felicit
1176b con un certo tipo di attivit, come abbiamo detto in precedenza; e se tra le attivit ve ne sono
di necessarie, che sono scelte per altro, e altre sono scelte per se stesse, chiaramente la felicit deve
essere posta tra le attivit che sono scelte per s e non tra quelle scelte per altro, dato che non ha
bisogno di nulla, ma autosufficiente. E sono scelte per 5 s le attivit a partire. dalle quali non ci si
61
aspetta null' altro che l'agire stesso. Tali si ritiene che siano le azioni secondo virt, infatti il
compiere azioni belle e nobili una cosa che si sceglie per s.
Sono scelti per s anche i divertimenti piacevoli: infatti non vengono scelti per qualcos' altro, dato
che la gente 10 subisce danni per colpa loro, piuttosto che averne vantaggio, e rinuncia a prendersi
cura del proprio corpo e delle proprie ricchezze. La maggior parte di coloro che sono ritenuti felici
si rifugiano in questi passatempi, e questa la ragione per cui quelli che hanno destrezza in tali
passatempi sono graditi ai tiranni, dato che li lusingano nelle cose che piacciono ai tiranni 15 i
quali hanno bisogno di gente simile.
Ora, si ritiene che cose del genere siano fonte di felicit perch coloro che stanno al potere
dedicano a esse il loro tempo, ma forse persone del genere non sono affatto un segno attendibile,
dato che la virt e l'intelligenza, da cui derivano le attivit virtuose, non consistono nell'esercitare
potere. Non vero che si deve credere che questi piaceri siano da preferirsi a tutti gli altri, per il
fatto che 20 le persone che non sono capaci di gustare un piacere puro e libero, si rifugiano nei
piaceri del corpo: infatti anche i bambini credono che le cose che piacciono a loro siano le migliori.
E ragionevole quindi che, come diverse sono le cose che preferiscono bambini e uomini fatti, lo
stesso valga per i cattivi e i buoni. Quindi, come abbiamo detto tante volte, le cose 25 che sono
degne di stima e piacevoli per l'uomo eccellente lo sono anche in realt: per ciascuno preferibile
l'attivit secondo lo stato abituale suo proprio, ma per l'uomo eccellente lo l'attivit secondo virt,
quindi la felicit non consiste nel divertimento. anche assurdo che il fine consista nel divertimento, e che si agisca seriamente, 30 e si fatichi per l'intera vita, allo scopo di divertirsi. Infatti,
per cos dire, noi scegliamo ogni cosa per qualcos'altro, tranne la felicit, infatti essa fine.
Impegnarsi sul serio e faticare allo scopo di divertirsi cosa sciocca e troppo infantile, mentre
Divertiti per agire seriamente, come dice Anacarsi (test. 9 A Kindstrand), pare essere cosa ben
fatta, infatti il divertimento somiglia al riposo, e la gente ha bisogno di riposo poich non pu
faticare senza interruzione 35 Quindi il riposo non un fine, dato che ci si riposa 1177a allo scopo
di agire.
Pare che la vita felice sia secondo virt, e sia una vita di serio impegno (spoud), che non consiste
nel divertimento (paidi). Noi diciamo che le attivit serie sono migliori di quelle allegre e divertenti, che l'attivit della parte migliore dell'uomo - e dell'uomo migliore - sempre la pi
eccellente, e che l'attivit 5 della realt migliore superiore e pi capace di rendere felici. Pu
essere in grado di godere dei piaceri del corpo chiunque, lo schiavo non meno dell'uomo migliore,
ma nessuno conceder che uno schiavo sia felice, a meno di non ammettere anche che possa vivere
in modo appropriato. Quindi la felicit 10 non consiste in passatempi di questo genere, ma nelle
attivit secondo virt, come abbiamo detto in precedenza.
7. Se la felicit attivit secondo virt, ragionevole che lo sia secondo la pi eccellente, e questa
verr a essere la virt di ci che migliore. Quindi, o che l'intelletto (nous) sia ci che ritenuto
comandare e 15 dominare per natura e avere nozione delle cose belle e divine, o che sia qualcosa
d'altro; o che l'intelletto stesso sia divino, o che sia la cosa pi divina che in noi, la sua attivit
secondo la virt propria verr a essere la felicit perfetta. Che un'attivit teoretica, lo abbiamo
detto.
Ci parrebbe concordare con quanto abbiamo detto prima, e anche con la verit. Tale attivit la
pi eccellente, 20 dato che anche l'intelletto la cosa in noi pi eccellente, e l'oggetto cui si volge
l'intelletto la pi eccellente tra le cose di cui abbiamo conoscenza. Inoltre la pi continua, dato
che siamo in grado in modo continuo di contemplare, pi che di compiere qualsiasi altra azione.
Riteniamo che il piacere debba essere connesso alla felicit, e, per opinione comune, l'attivit che
deriva dalla sapienza la pi piacevole tra le attivit che derivano dalle virt: quanto meno, la
filosofia ha 25 fama di racchiudere piaceri meravigliosi per purezza e per saldezza, ed
ragionevole che coloro che sanno passino il loro tempo in modo pi piacevole di coloro che
ricercano.
Ci che chiamiamo 'autosufficienza' (autrkeia) verr a essere legato soprattutto all' attivit
62
teoretica (theoretik): delle cose necessarie per vivere avranno bisogno sia un sapiente, sia un uomo
giusto, sia tutti gli altri, ma quando individui virtuosi come questi saranno 30 provvisti a sufficienza
di che vivere, allora l'uomo giusto avr bisogno di persone verso le quali compiere azioni giuste, e
di compagni cui unirsi per questo, e lo stesso sar per il temperante, il coraggioso e tutti gli altri, il
saggio invece sar in grado di contemplare anche stando da solo, e tanto pi quanto pi sar
sapiente; forse si trover in condizione migliore se avr dei collaboratori, ma ugualmente sar in
massimo grado 1177b autosufficiente. Si pu credere che solo 1'attivit teoretica sia amata per s,
dato che da essa non deriva nulla al di l del contemplare, mentre dall' ambito delle azioni
ricaviamo qualcosa, o pi o meno, al di l dell' azione. Si crede che la felicit risieda nella libert
dagli impegni (schol), dato che sopportiamo fastidi allo scopo di esserne poi liberi, e facciamo la 5
guerra allo scopo di vivere in pace. Ora, 1'attivit delle virt pratiche consiste nell' agire politico e
nelle azioni di guerra, e si ritiene che non siano prive di fastidi le azioni che riguardano questi
campi; quelle legate alla guerra ne sono piene, infatti nessuno sceglie di combattere per combattere,
n per questo prepara una guerra. Sembrerebbe del tutto un sanguinario 10 chi trasformasse gli
amici in nemici allo scopo di far nascere lotte e uccisioni. Ma anche l'attivit politica piena di
fastidi, e, al di l dello stesso governare, da essa derivano potere e onore, oppure almeno la felicit
per se stessi e per i propri concittadini, la quale cosa diversa dall' attivit politica, che 15 noi,
chiaro, ricerchiamo pensando che sia cosa diversa.
Quindi se 1'agire politico e le azioni di guerra hanno la precedenza per bellezza e per grandezza tra
le azioni secondo virt, ma non sono prive di fastidi, perseguono un qualche altro fine e non sono
scelte per s; se si ritiene che 1'attivit dell'intelletto, che teoretica, spicchi per eccellenza, non
persegua alcun fine al di l di se stessa, possieda un suo 20 proprio piacere completo, il quale
intensifica 1'attivit, e abbia anche la caratteristica dell' autosufficienza, della mancanza di fastidi e
della capacit di non stancare, per quanto si addice agli esseri umani, e tutte le altre caratteristiche
che si attribuiscono all'uomo beato e che chiaramente dipendono da tale attivit, allora quest'ultima
verr a essere la felicit umana completa, quando copra lo spazio di un'intera vita: 25 nulla di
incompleto vi tra le caratteristiche della felicit.
Ma un tale modo di vivere verr a essere superiore a quello concesso all'uomo, dato che non vivr
in tal modo in quanto.essere umano, ma in quanto si trova in lui qualcosa di divino: di quanto tale
elemento divino si distingue dal composto, di tanto anche la sua attivit differisce da quella secondo
l'altra specie di virt. Se quindi l'intelletto cosa divina rispetto all' essere umano, anche la vita
secondo l'intelletto sar 30 divina rispetto alla vita umana.
Non si deve, essendo uomini, limitarsi a pensare cose umane n essendo mortali pensare solo a
cose mortali, come dicono i consigli tradizionali, ma rendersi immortali fin quanto possibile e fare
di tutto per vivere secondo la parte migliore che in noi. Anche se di peso minuscolo, per potere e
per onore 1178a essa supera di gran lunga tutto il resto. E si potrebbe ritenere anche che ognuno di
noi questo elemento, dato che il principale e il migliore; quindi si avrebbe un assurdo, se uno
non scegliesse il suo proprio modo di vivere, ma quello di un altro.
Quanto abbiamo detto prima si adatta anche a quanto diciamo ora: ci che a ciascuno appropriato
per natura per 5 lui la cosa pi importante e piacevole, e quindi per l'uomo lo la vita secondo
l'intelletto, dato che questo , principalmente, l'uomo. E questa vita sar, per conseguenza, la pi
felice.
8. La vita secondo la specie di virt rimanente felice in secondo grado, dato che le attivit secondo
questa sono tipiche 10 dell'uomo. Noi compiamo nei nostri rapporti reciproci le azioni giuste e
coraggiose e le altre che si compiono secondo le virt, nelle transazioni, nei rapporti sociali utili e
nelle azioni di ogni specie, come pure nelle passioni, e osserviamo ci che si adatta a ciascuno:
evidente che tutte queste cose sono tipiche dell'uomo. Si ritiene anche che alcune azioni derivino
dal corpo, e che la virt del carattere in molti aspetti 15 sia strettamente connessa con le passioni. E
si uniscono, sia la saggezza con la virt del carattere, sia questa con la saggezza, poich i princpi
della saggezza sono secondo le virt morali, e la correttezza delle virt del carattere secondo la
63
saggezza; essendo connesse le virt anche alle passioni, verranno a riguardare il complesso di
anima e corpo, ma le 20 virt del complesso sono tipicamente umane, e quindi anche la vita
secondo tali virt, e la stessa felicit.
64
65