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1) Ci pare ci sia sostanziale accordo sulla ineludibile collaborazione tra universit ed ospedale e che
sia utile invece contribuire a definire i vari profili delle strutture coinvolte (non solo ospedali di
insegnamento, ma anche realt territoriali) suggerendo modalit / criteri di accreditamento.
2) Una questione sulla quale possiamo per dare un apporto originale ci pare anche quella indicata
dalla osservazione di Cesare Cerri quando sottolinea che in ambito formativo risulta particolarmente
evidente che il fattore determinante non listituzione bens la persona. Ci sono infatti due modi
di insegnare. Il primo quello di chi desidera che laltro impari, il secondo quello di chi
desidera rimarcare che ne sa pi di te. Perdonate questa banalizzazione della questione, ma ci
sembra che richiami una verit contenuta in una lettera di Moscati quando diceva: Ho pensato che
fosse debito di coscienza istruire i giovani aborrendo dallandazzo di tenere misterioso
gelosamente il frutto della propria esperienza ma rivelarlo loro, affinch dispersi poi per lItalia,
portassero veramente il sollievo ai sofferenti (Lettera al prof. F. Pentimagli, 11 settembre
1923). Questo un elemento non trascurabile della questione e va affrontato, come stato
suggerito, innanzitutto valorizzando le attivit didattico-formative ai fini della carriera [di
universitari e di ospedalieri impegnati nella didattica] come primo passaggio per costringere a fare il
proprio lavoro. Probabilmente importante anche definire incentivi per chi insegna efficacemente,
utilizzando metodi di valutazione (AVA).
Anche questo, per, non sufficiente. In aggiunta occorre certamente cogliere loccasione per
richiamare la necessit di introdurre nei percorsi formativi (dei discenti, ma anche dei docenti, come
ECM aziendali) occasioni per aprire il dialogo su questi temi, spalancandolo e non richiudendolo
in un microcosmo autonomo. Occasioni che possono nascere anche dalla libera iniziativa personale,
senza attendere decreti ministeriali, purch si svolgano in ambito istituzionale. La formazione,
infatti, anche quando tecnica e professionalizzante, ha a che fare con la gratuit, con il servizio al
bene comune. Questioni ancora pi calde oggi, in relazione alla discussione sulla personalized
medicine/care. Su questo noi possiamo dare un contributo unico comunicando con ragionevolezza
e laicit ci che allorigine del nostro operare ed alla base dei nostri tentativi di innovazione e
della sostenibilit del nostro lavoro. Possiamo immaginare da questo punto di vista contesti stabili
come laboratori didattici che siano luogo del lavoro permanente di Medicina e Persona.
3) Ci sembrano molto importanti anche le osservazioni di Raffele La Tocca, in particolare quelle
sulla necessit di adeguare la programmazione alla valutazione delle reali esigenze di specialisti
(medici / infermieri) nel nuovo contesto epidemiologico che si va creando.
4) In ultimo, ma non meno importante, segue un documento frutto di una assemblea alla quale
abbiamo partecipato qualche giorno fa. Ci sembra sia particolarmente interessante in particolare per
la sottolineatura di una questione che riveste carattere di urgenza e sulla quale ci pare dovremmo
schierarci condividendo la netta presa di posizione contro listituzione di una figura di medico non
dirigente. Sarebbe un grave passo indietro e creerebbe danno non solo al futuro dei giovani
medici, ma anche alle prospettive di inserimento di infermieri specialisti.
Lassemblea non vuole essere solamente oppositiva alla nuova inaccettabile proposta ma si fa
promotrice, anche in merito a quanto previsto dal Decreto Interministeriale 4 febbraio 2015 n. 68 in
materia di Riordino scuole di specializzazione di area sanitaria, di un rafforzamento della rete
formativa allo scopo di migliorare lacquisizione di competenze nellambito delle attivit
professionalizzanti che devono sempre pi caratterizzare la formazione specialistica. Tale
rafforzamento va inteso da una parte come maggiore integrazione tra strutture universitarie ed
ospedaliere per far fronte alla sempre maggiore richiesta di formazione di qualit (anche alla luce di
un auspicabile incremento dei posti nelle scuole di specializzazione in coerenza con il numero dei
laureati nelle nostre universit), dallaltra come promozione di un sistema di valutazione della qualit
della formazione senza posizioni autoreferenziali ed applicando quanto gi previsto dal Decreto
Legislativo 19/2012 in materia di corsi di specializzazione valutati allinterno del sistema AVA
(Autovalutazione, Valutazione Periodica ed Accreditamento).
Sulla scorta delle esposte circostanze e in ragione del grave danno che lapprovazione del disegno di
legge in oggetto, nellattuale versione, recherebbe non solo alle istituzioni universitarie e ai medici
specializzandi, ma anche e soprattutto ai cittadini-utenti del servizio sanitario nazionale (violando tra
laltro lart. 32 della nostra Costituzione (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettivit), si chiede un intervento di tutte le istituzioni finalizzato
alla risoluzione delle richiamate criticit affinch sia confermato come canale di formazione alle
scuole di specializzazione medica quello della selezione e del percorso universitario adeguatamente
integrato con la rete formativa e sottoposto periodicamente ad appropriata verifica.
OVEMAI IL PROCESSO DI REVISIONE DI TALE PROPOSTA NORMATIVA NON VENGA ACCOLTA SI
RENDERA NECESSARIO PROCLAMARE LO SCIOPERO DIDATTICO E LE EVENTUALI DIMISSIONI DEI
DIRETTORI DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE