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Disclaimer
Questa rivista online diretta emanazione del Laboratorio di Italiano Scritto e non rappresenta
una testata giornalistica poich viene aggiornato senza alcuna periodicit. Non pu pertanto
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Capo Redattore
Giovanni Potente

Grafico
Marco Florio

Redattori
Francesco Cerminara
Pietro Ciardullo
Francesco Corigliano
Salvatore Di Benedetto
Marco Florio
Antonella Impieri
Hermann Inzillo
Giacinta Oliva
Francesca Sola
Angelo Massimo Tuttobene

Collaboratori
Alessandra Cappa
Italo Romano

Supporto Tecnico
Ing. Polimeni

SVAR
Presentanzione
di Giovanni Potente

Personaggi non autorizzati


Marcus Garvey, il profeta anticolonialista Hermann Inzillo - 6
Giordano Bruno: un uomo che ha tentato di valorizzare il concetto di IO PENSO
Alessandra Cappa - 9
Wilhelm Reich e lenergia orgonica Salvatore Di Benedetto -11
Il mancato progresso italiano Marco Florio - 14
Ipazia: una verit negata Antonella Impieri - 16
Nikola Tesla: dagli Dei allumanit Angelo Massimo Tuttobene - 19
La profezia Lakota Giacinta Oliva 24
Flavio Claudio Giuliano: il miraggio pagano Francesca Sola 27

Le migliori tesine del Laboratorio di Italiano Scritto


2011/2012
Apologia della musica Francesco Agresta - 32
Il finanziamento Pubblico ai Partiti espressione di democrazia o un grave spreco
di soldi pubblici? Mariangela Astorino - 38
Crescita e Sviluppo: Il Movimento Cooperativo Mariangela Aurelio 42
Immigrazione: una risorsa per lItalia Maggie Bagnato 49
Linaffidabilit della traduzione della Bibbia Mariangela Bennardo 53
Il vamprio ed il capitalismo Sabrina Borrelli - 58
La trasgressione come creativit Raffaella DAgostino 62
I cellulari provocano gravi danni alla salute Martina De Masi - 65
Il business spietato delle case farmaceutiche Alessandra Imparato - 69
Cuore dinchiostro: limportanza della lettura Cuda Mariya Korchak - 75
Rinnovabile: una risorsa per lItalia Viviana Mambrino - 79
Multinazionali: avidit di pochi, povert di molti Luigi Pullano - 82
Il linguaggio dei media evolve tra vecchi e nuovi poteri Cosmo Sisca - 85

Gruppo Bilderberg: governo di pochi Maria Pia Spadafora - 88


Fantomatica Onnipotenza Alessandra La Neve - 91
Oratori di ieri, persuasori di oggi Floriana Ciccaglioni - 98
Leggere non una perdita di tempo Claudia Magnelli - 103
TI LOVVO!!! La lingua italiana tra evoluzione e ignoranza Valeria Giordano - 107

Cultura e Societ
Si prega la clientela di spegnere la tv e di indignarsi Francesco Cerminara - 113
Potere e controllo mentale Alessia Mollo 115
Inflazione: cause, implicazioni e conseguenze Italo Romano- 120
Intervista a Paolo Rossi Barnard Francesco Cerminara - 125
Il Governo mondiale privato e il paradosso del Capitalismo Giovanni Potente - 128
Il condizionamento religioso Francesco Corigliano - 134

SVAR
Gentili lettori,
il numero 5 di SVAR, che ho il piacere di presentarvi, consta di 3 sezioni.
1. La prima a tema. Gli articoli sono dedicati ad alcune figure della Storia tanto
bistrattate ed oggi misconosciute quanto, invece, degne di tutta la nostra attenzione e
del nostro rispetto. Penso ad Ipazia, il cui talento di scienziata-filosofa fu sacrificato
sullaltare del pi becero e truculento fanatismo religioso. La sua infelice sorte
rappresenta per noi un monito fondamentale: lintelligenza deve potersi esprimere
libera da ogni dogma e preconcetto, libera anche dai moderni fanatismi tecnocratici
che stanno costringendo la ricerca scientifica (ormai ben poco pura) a risultare
funzionale alle logiche industriali e di mercato. Penso, ancora, a quel Toro Seduto
sciamano-guerriero che tanta spiritualit avrebbe potuto trasmettere all uomo bianco
che ne stermin il popolo. E mi riferisco pure a Nikola Tesla e Wilhelm Reich, il cui genio
e le cui scoperte, se non fossero stati brutalmente boicottati dallapparato industriale,
finanziario, accademico e politico degli Stati Uniti, avrebbero rappresentato per
lumanit una straordinaria fonte di sviluppo materiale e spirituale.
2. La seconda costituita dalle migliori tesine degli studenti del Laboratorio di Italiano
Scritto dellanno accademico 2011-2012, quindi lesito del lavoro e del talento di
alcuni tra i nostri migliori studenti.
3. La terza una miscellanea di articoli di argomenti vari.
Questa suddivisione, tuttavia, cela un filo conduttore unico, una tensione essenziale: la
ferma volont, condivisa dai membri della Redazione e dai collaboratori di SVAR, di non
fermarsi alle versioni ufficiali dei fatti e alle ricostruzione di comodo che ci vengono fornite su
come va il mondo. Noi coltiviamo la nostra vocazione spontanea al sospetto: il sospetto
che le grandi narrazioni precostituite della storiografia e della cultura ufficiale celino verit da
far tremare i polsi, cui occorre dedicare i propri sforzi, i propri studi, persino la propria
esistenza. Ogni singola sillaba di questa rivista frutto di questo impegno.

GIOVANNI POTENTE

Personaggi "non autorizzati"

Marcus Garvey, il profeta


anticolonialista
Inzillo Hermann

"O

gni volta che pianto un seme, lui mi


dice uccidilo prima che cresca, lui mi
dice uccidili prima che crescano.
Cantava Bob Marley in I shot the
Sheriff, nel 1973 a meno di dieci anni
dallassassinio di Malcom X e Martin Luther
King. Il cantautore aveva in comune con i due
attivisti la voglia di vivere in un mondo migliore,
non soltanto per i suoi connazionali che ancora a
pi di cento anni dalla morte di Abramo Lincoln
erano costretti a relazionare con uomini poco
inclini alla pelle bruna e propensi a definirla negra
o nera imitando il colore del loro animo. Bob in
quegli anni scopriva anche la malattia che lo
avrebbe condotto alla morte, il cancro, non curato
dal Giamaicano perch fedele al rastafarianesimo,
movimento spirituale filo cristiano che fra le altre
cose non prediligeva le cure artificiali. Lideale
Rasta, come amava ricordare Robert Marley, trae
insegnamento dalla vita e dalle parole di Marcus
Garvey, eroe nazionale giamaicano che aveva un
sogno: emancipare tutti gli africani del mondo,
non nel loro paese demigrazione, ma in Africa.
Marcus Garvey nasce il 17 agosto del 1887 a St
Anns Bay in Giamaica, trascorre la sua
giovinezza fra i Caraibi e lAmerica Centrale,
finch trasferitosi per ragioni di studio in
Inghilterra approder a Londra; citt che per prima
accoglier le sue spoglie il 10 Giugno del 1940.
Londra sar per lui un vero campo di
addestramento; l apprender le filosofie di Robert

Love, Booker T. Washington e Martin Delay,


parteciper alla redazione di un giornale e di una
radio e potr raccogliere i frutti del primo
congresso Panafricano presieduto da Dubois nel
1909 due anni prima del suo arrivo. Tale
conferenza porter alla formazione di
unAssociazione Panafricana proprio nella sua
capitale natia, Kingston, che articoler il suo
progetto in sei punti. 1. Garantire i diritti politici
e civili di tutta le popolazioni africane e dei loro
discendenti nel mondo intero. 2. Migliorare la
condizione dei nostri fratelli in Africa in America
e nel resto del mondo, incrementando gli sforzi
affinch la giustizia sia effettiva. 3. Stimolare
limpegno del nostro popolo nel commercio, nelle
industrie e nelleducazione. 4. Incentivare le
relazioni fra la razza negra e quella caucasica. 5.
Organizzare una sede unica per raccogliere tutti i
progressi scritti o realizzati in forma statistica dal
nostro popolo in ogni parte del mondo. 6. Stabilire
un fondo monetario che si utilizzer unicamente
per il compimento di quanto detto. Garvey legger
gli scritti di Robert Love a riguardo e apprender
dal giornalista lirruenza e la dialettica necessaria
per affrontare, da uomo di colore, lostilit bianca
che persino in Giamaica, terra fra le pi
multietniche del mondo, era dilagante. Dopo una
breve corrispondenza epistolare, Garvey
accoglier volentieri anche le idee cosmopolite di
Washington che, molto sinteticamente,
prospettavano una capitolazione delle ostilit

contro i neri tramite una loro stessa elevazione


sociale, generata soprattutto da un efficace sistema
di educazione. Poco pi tardi la cosa si
concretizzer con lapertura di una filiale del
Tuskegee Institue in Giamaica. Nellarco di questi
anni, Garvey, che da bambino non era mai stato
direttamente colpito dallodio razziale, riceve in
circostanze ancora pi sgradevoli il primo insulto
personale: nigger (negro), pronunciato, come a
distanza di anni lui stesso ricorda, dal padre della
sua migliore amica, che dopo uninfanzia ed
unadolescenza trascorse insieme, fu costretta a
chiudere i contatti con lui. Garvey, ancora ragazzo,
comprese sulla propria pelle quanto le idee
nazionaliste di Delay potessero essere congruenti
alla situazione in cui versava la sua gente; il
nazionalismo nero, movimento il cui fine era
lindipendenza per i popoli africani dalla
colonizzazione europea, subir fra gli anni dieci e
gli anni venti del novecento un esponenziale
incremento di sostenitori guidati da ununica
persona: Marcus Garvey.
Garvey mosse i primi passi ancora una volta nella
sua terra natia, la Giamaica. Dopo aver viaggiato
per la maggior parte dei territori colonizzati in
America Latina, ed aver visitato pi della met
degli stati europei; inizi a porsi delle domande,
chiedendosi: Dov il Governo degli uomini
Neri?, Dov il Re ed il suo Regno?, Dov il
Presidente, lo stato, lambasciatore, lesercito, le
navi e i grandi uomini daffari?, non trovandoli si
pose come obiettivo riuscire e crearli. Nel giro di 5
giorni dopo esser sbarcato in Giamaica, nellestate
del 1914 riun i suoi pi fidati amici e fond
lUniversal Negro Improvement Association
(UNIA) e lAfrican Communities League (ACL).
Seguendo le orme dei gi presenti movimenti
Panafricani, forte delle sue idee nazionaliste portate
allo stremo dalla sua giovane et, Garvey riuscir
con la sua associazione a surclassare qualsiasi altro
sistema di tutela accademico, trasler la
rivoluzione dai congressi alle piazze si porr da
solo alla guida di popolose marce e determinati sitin; portando sulle strade rumori e suoni che dopo di
lui rimarranno silenziosi per altri quarantanni
finch due emblemi della libert non decideranno
di sacrificarsi per essa. Anticipando ulteriormente i
tempi, Garvey, come Malcom X e King, muover la
coscienza degli Stati con unassoluta non violenza,
combattendo per la battaglia pi dura non contro i

bianchi, ma contro i suoi stessi fratelli che


vedevano in Marcus un veleno pericoloso per ci
che a fatica nel tempo guadagnarono. A tal
proposito Garvey disse: Non ho alcun desiderio di
condurre tutti i negri in Africa, alcuni di loro che
non stanno bene qui, non staranno bene neanche
li. Egli era inoltre proprietario di un giornale, il
Negro World, principale fonte di propaganda del
suo movimento, nel 1919 scrisse una violenta
accusa contro Edwin P. Kilroe, pubblico ministero
statunitense che indagava sull UNIA nel tentativo
di trovare grane per poterla chiudere, Garvey
venne prima arrestato e non contento Kilroe invi
un sicario per toglierlo di mezzo per sempre.
Lassassinio fall ed il sicario mor suicida in
prigione, Tyler, il sicario, a differenza di Oswald
non fece correre rischi ai mandanti. Tutto ci
accadeva ad Harlem quartiere di New York che
assumer i connotati di un campo di battaglia per
Garvey e la sua UNIA; politici a lui ostili
tenteranno di ostacolarlo allesterno ed allinterno
delle sue fila, arginandole o separandole come
conveniva alloccasione. Garvey reagir alle
opposizioni con ancora pi incisivit, aggiungendo
alle due associazioni ed al giornale anche una
compagnia navale, la Black Star Line in evidente
opposizione alla White Star Line la produttrice del
Titanic. Limpresa navale era un ulteriore tassello
nel progetto utopistico di Garvey, lo scopo primo
era traghettare gli uomini di colore dai paesi
coloniali allAfrica, affinch giunto il Re Nero essi
riuniti avrebbero potuto fondare uno stato
completamente Africano, senza influenze esterne
ed autonomo. Criteri dazione cos ben riusciti,
capaci di far iscrivere allUNIA quasi undici
milioni di persone e di portarne in piazza al
Madison Square Garden venticinquemila, finirono
con lo scardinare ogni vincolo che frenava i suoi
avversari nel ricorrere a metodi inoppugnabili.
Nellarco di un anno il numero di infiltrati che
manomettevano
la
serenit
interna
dellassociazione mand in frantumi prima la
Black Star Line e a catena il giornale e i due figli
prediletti di Garvey, lUNIA e la ACL. Dopo aver
trascorso 5 anni in prigione, lascer le Americhe
per rifugiarsi nuovamente in Europa, dove con
molta pi parsimonia di azioni trascorrer il resto
della sua vita finch non morir di infarto allet di
52 anni.
Questa la breve storia di un uomo che ha

cambiato oggi la vita di pochi, forse di pochissimi.


Dimenticato dai suoi contemporanei e quasi
sconosciuto al mondo odierno. Malcom X e Martin
Luther King decisamente a buon merito ne hanno
oscurato le gesta, loro che divenendo martiri
riuscirono con la morte ad imprimere in eterno il
loro messaggio. Bob Marley, seppur defunto, pu
ancora oggi con la sua musica esprimere luomo
Garvey con parole che rispetto alle sue, meglio
riescono a raggiungere le menti moderne. Kwame
Nkrumah, colui il quale rese libera ed indipendente
la repubblica del Ghana forse lunico ad aver
realizzato il sogno di lui, divenendo quel re nero
tanto agognato dal profeta. Non mancheranno da
parte del politico encomi al mentore attivista; il pi
grande dei quali probabilmente la stella nera sulla
bandiera del Paese. Marcus rimane comunque un
uomo tradito dalla societ, convinto che il denaro
avrebbe comprato le terre per uno stato africano,
come gli ebrei fecero in Palestina; che leducazione
e lefficienza sociale avrebbero elevato luomo
nero al pari di quello bianco, senza considerare che
quella stessa istruzione aveva reso luomo bianco
razzista. Ed infine, in uno sprazzo di lucida
insanit, che non pu non essere celebrato; cerc di
ragionare con il Ku Klux Klan, definendo loro
avversari migliori dei politici statunitensi, poich
facenti parte di un Clan, proprio come il suo, e
quindi adatto ad entrarvi in competizione, con il
solito motto : vinca il migliore.

Giordano Bruno: un uomo che ha


tentato di valorizzare il concetto
di "IO PENSO"
Cappa Alessandra

7 Febbraio 1600: moriva sul rogo


leretico Giordano Bruno, un frate
domenicano accusato di aver
commesso crimini contro la Santa
Chiesa. Nonostante siano passati secoli
da quella fatidica mattina pochissimi altri tra i
grandi personaggi della cultura sono stati al centro
di un acceso e critico dibattito come quello che
ruota attorno alla figura di Bruno.
Ma chi era Giordano Bruno? Una persona in
possesso di una memoria prodigiosa, risultato di
una sofisticata mnemotecnica coltivata fin dalla
giovinezza, acume e grandi capacit critiche che
gli costarono diverse accuse di eresia e furono
causa dei continui conflitti con le diverse dottrine
con cui ebbe a che fare. La sua esistenza fu
caratterizzata da una serie di peripezie. Comp
numerosi viaggi in diverse citt dEuropa, da
Ginevra a Tolosa fino in Inghilterra, e dovunque
fu dapprima accolto con calore e rispetto per il suo
spirito, la sua cultura e la sua eloquenza. Tuttavia
in nessun posto riusc a trovare un riparo
duraturo. Le sue dottrine finivano sempre per
urtare senza tregua le credenze dei suoi ospiti, di
qualsiasi fede fossero. Infine, stanco della sua
condizione di esiliato, Bruno ritorn in Italia, a
Venezia, come precettore del nobile Giovanni
Moncenigo. Questi, dopo sei mesi di ospitalit, lo
denunci al Tribunale dellInquisizione. Il famoso
processo si tenne i primi tre anni nella citt
lagunare, proseguendo per i successivi sette a
Roma, fino a quel definitivo scacco con cui la
Chiesa uccise una delle menti pi brillanti del
mondo.
Da qui nascer il mito di Bruno come martire del
libero pensiero, presentato come un vero e proprio

Socrate moderno, morto per non tradire le sue


idee e per difendere il diritto al libero esercizio
della ricerca filosofica, contro loscurantismo e la
barbarie ecclesiastica. Egli fu partigiano di una
teoria scientifica allora nuova in Europa:
leliocentrismo del sistema copernicano.
Precursore di quelle discipline parascientifiche
che oggi ipotizzano lesistenza di forme di vita
extraterrestri, Giordano Bruno, il sognatore,
rifiutando la cieca ubbidienza alle dottrine della
Chiesa del tempo, trov in Copernico (che a sua
volta aveva sfidato la Chiesa nelle sue inflessibili
tradizioni) un maestro, e avvalendosi della sua
teoria la estese fino a coinvolgere l'intero
universo. Laddove Copernico trattava del moto
della Terra, Giordano Bruno immaginava un
universo infinito, popolato da un'infinit di stelle
come il nostro Sole, ciascuna circondata da
pianeti ove crescono e prosperano esseri
intelligenti. Le implicazioni teologiche del suo
pensiero erano clamorose: postulando lesistenza
di altre forme intelligenti, o umane, Adamo non
era pi il padre comune dellumanit e non ci
poteva pi essere redenzione universale. E daltra
parte, se lUniverso non era pi chiuso e finito,
prodotto totalmente distinto e distante dalla
Divinit medesima, ma infinito e senza confini,
esso possedeva troppi attributi della Divinit
medesima: per la Chiesa, quindi, un terribile
concorrente di Dio. Linfinit dellUniverso
comportava che il motore di esso non fosse
estrinseco allUniverso, ma intrinseco ad esso
medesimo: non fuori, ma dentro lUniverso stesso.
LInfinito secondo Bruno poneva daltra parte un
altro problema altrettanto acuto: essendo
luniverso unemanazione di Dio, esso era di

conseguenza lunico mediatore tra luomo e la


divinit. Per Bruno, la vera eucaristia, quindi, era la
comunione con la Divinit attraverso la
contemplazione dellUniverso. Se in ogni molecola
di natura si trova un riflesso dellanima di Dio, il
passo successivo era pensare che il Cristo non
servisse pi a nulla, che non fosse pi necessaria la
Redenzione. La Chiesa non poteva accettare tutto
ci e da qui il processo intentatogli durante il quale
Giordano Bruno si present sempre come filosofo e
non teologo, rifiutando accanitamente laccusa di
eresia: egli infatti non predicava ma consigliava
lidea di ricercare la verit sul principio primo
dellUniverso.
Bruno fu una personalit che si pose in maniera
sarcastica e polemica nei confronti delle istituzioni
culturali. Il rifiuto delle regole e dei dogmi erano
alcuni dei suoi principi pi radicati. Un uomo
scomodo, quindi? Una minaccia per governi e
istituzioni di potere? Assolutamente si! Giordano
bruno era un contestatore, uno spirito ribelle a cui
per stata negata la possibilit di esprimersi
liberamente, non lasciando emergere quanto di pi
positivo e moderno il suo IO possedesse. Ma che
cosa ha dimostrato Giordano Bruno al di l delle
rivoluzioni scientifiche e filosofiche? Che tutti gli
uomini hanno la capacit ed il diritto di guardare
con i propri occhi senza lasciarsi offuscare ed
intimidire dal terrore e dalla paura di ci che
definito peccato e dalla volont di controllo da
parte del potere. Ai suoi tempi, per, purtroppo
bisognava accettare in toto quello che veniva
proposto dalla dottrina cattolica ed il fatto che
qualcuno si permettesse di criticare la Chiesa,
magari introducendo nuovi pensieri, poteva essere
sufficiente per essere considerato eretico e messo a
morte.
Oggi non esiste pi questa condanna, ma il resto?
Non siamo, forse, ancora schiavi del pensiero
generale che il Sistema ci propina? Attraverso
questo articolo, il mio scopo non tanto quello di
considerare Giordano Bruno dal punto di vista
filosofico, piuttosto dal punto di vista umano.
Come lo immaginiamo? Come un pazzo che
inveisce con le mani al cielo, il viso arrossato e gli
occhi quasi fuori dalle orbite? Cosa aveva di cos
anomalo, di cos diverso questo uomo? Solo il
coraggio di valorizzare se stesso, di mettere in
discussione ci che lo circondava con lo scopo di
capirne i perch, un uomo che non ha avuto

paura di esprimere quello che Nietzsche, altro


grande personaggio incompreso, defin
Superuomo! , e non ha accettato di sopprimere la
propria volont singola in nome di pochi che di
saggezza ed umanit non ne sapevano molto. Io
immagino Bruno come un uomo pacato che se ne
va in giro per le strade, osservando in silenzio ci
che lo circonda e, ponendosi mille interrogativi,
sollecita la sua mente alle pi svariate soluzioni.
Non potrebbe essere limmagine di una persona
qualunque? Eppure dalla storia ci viene descritto
come un qualcuno che non aveva nulla a che fare
con la gente comune, come un diverso. Non
forse un altro esempio di controllo del sistema? Un
altro esempio di dogmatismo contro cui sollevare
la nostra voce? Di sovversivi come Bruno il
passato stato pieno. Oggi forse con un termine
pi pacato potremmo definirli ribelli o
anticonformisti, un tipologia di persona purtroppo
ancora vista con diffidenza. Il perch? Perch per
il pensiero generale non cos, perch sono
diversi, perch non chinano il capo senza prima
aver espresso la loro opinione, mettendosi in gioco
per affermare e dimostrare tangibilmente il loro
pensiero tanto da poter a volte ottenere seri e
positivi risultati da sbandierare in faccia ai superbi
saccenti. Ma forse, al giorno doggi se abbiamo la
possibilit di essere o meno anticonformisti, se
abbiamo la possibilit di tentare di sollevarci
contro un muro di oppressione, se abbiamo
lopportunit di schierarci contro stereotipi
culturali fatui, indipendentemente se ne si esce da
vincitori o da sconfitti, lo dobbiamo a personaggi
come Giordano Bruno, che pieni damore per se
stessi, innanzitutto, ed amanti della dignit e della
soggettivit del singolo, alzandosi in piedi con
umilt e fermezza hanno dato potere e profonda
dignit ad una delle espressioni che lascia
fuoriuscire lanima pensante di ogni singola
persona: costoro hanno detto Io penso.

Wilhelm Reich e l'energia


orgonica
Di Benedetto Salvatore

el corso della storia sono stati molti gli


uomini che con le loro scoperte, le loro
idee e la loro saggezza avrebbero
potuto trasformare questo mondo in un
posto meraviglioso, abbondante di tutto
ci che necessario a ogni essere per vivere
libero, sereno e felice. Questi uomini sono stati
ridicolizzati, diffamati, isolati e talvolta uccisi
dallautorit di turno per mantenere la societ
nello status quo imperante. Tra i tanti nomi
doveroso menzionare il Dr. Wilhelm Reich per le
sue grandi idee e scoperte che avrebbero
migliorato non solo la nostra attuale societ, ma
anche noi stessi.
Wilhelm Reich nacque il 24 marzo 1897 a
Dobrzcynica in Bulkovina (lattuale Romania), ai
limiti orientali dellimpero Austro-Ungarico.
Primogenito di una famiglia di agricoltori
benestante fu istruito inizialmente in casa della
madre e successivamente da un certo numero di
tutori comera comune a quel tempo. Fu subito
evidente il suo eccellere negli studi, merito della
viva intelligenza che aveva e, in parte, del timore
che nutriva verso la grande severit del padre col
suo orribile carattere, un tipo che non avrebbe
sopportato un esito negativo del figlio negli studi.
Reich ebbe una fanciullezza ed unadolescenza
molto difficili. Allet di 13 anni la madre si
suicid per sfuggire al violento carattere del padre
che aveva scoperto un suo adulterio. Quattro anni
dopo suo padre mor di polmonite e Reich, che

aveva 17 anni, diresse per breve tempo la fattoria


del padre fino a quando venne distrutta durante la
Prima Guerra Mondiale nel 1915. Dopo aver
servito lesercito austriaco sul fronte italiano,
inizi a frequentare lUniversit di Vienna e prese
la laurea in medicina nel 1922. Mentre studiava
per il suo dottorato Reich divenne il pupillo del
Dr. Sigmund Freud e, in breve, dopo aver ottenuto
la laurea, assistente clinico nella Clinica
Psicoanalitica del Dr. Freud dove egli stesso
divenne un pioniere della psicoanalisi. In questi
anni si concentr insieme a Freud nel curare
pazienti afflitti da diversi tipi di nevrosi. Reich era
daccordo con la teoria di Freud secondo cui la
nevrosi e alcune disfunzioni allinterno del corpo
erano causate da blocchi che non permettevano
agli istinti sessuali di esprimersi liberamente. In
seguito per, dati i numerosi insuccessi che si
susseguivano, egli prese le distanze da Freud per
quanto riguarda la terapia che questultimo
utilizzava per curare quei malori. Tale terapia
consisteva nel sublimare la sessualit del paziente,
togliendogli dallinconscio le pulsioni sessuali e
portarlo a rinunciare in modo consapevole alle
passioni stesse. Tutto ci venne rigettato da Reich
che invece si dedic a rimuovere i conflitti
emozionali che si erano creati nellindividuo a
causa della repressione della sessualit portata
avanti dalla struttura sociale. La famiglia con la
sua educazione sessuofobica dei bambini e dei
giovani, la chiesa con il suo proibizionismo dei

rapporti sessuali prima e al di fuori del matrimonio


e il forte condizionamento di istituzioni come il
matrimonio monogamico. A partire dal 1936
condusse esperimenti sulle infezioni che si
trasmettevano per via aerea e si rese conto che era
impossibile per i microorganismi contagiare dei
corpi tramite laria. Ebbe qui inizio la campagna di
diffamazione contro Reich sia da parte dei
psicoanalisti che della medicina generale. Per circa
un anno, quasi ogni giorno, apparivano articoli che
gettavano fango sul suo nome e sul suo lavoro.
Inoltre la minaccia Nazista si faceva sempre pi
pericolosa e vicina, la situazione stava diventando
insostenibile. Fu cos che nellagosto del 1939
Wilhelm Reich lasci lEuropa per trasferirsi negli
Stati Uniti, e non vi fece mai pi ritorno. Durante il
periodo di ricerca sui microorganismi not delle
forme di transizione tra la materia non vivente e
quella vivente: i bioni, da Reich definiti come
lunit funzionale elementare di tutta la materia
vivente. Fu durante lo studio di un particolare tipo
di bioni, i SAPA (Sand Packet), ottenuti dalla
sabbia oceanica, che Reich scopr una particolare
radiazione che lo port ad essere noto negli Stati
Uniti e in seguito nel mondo intero. Reich chiam
questa radiazione energia orgonica (gennaio
1939). Inizi a studiarne le caratteristiche, sia a
livello puramente fisico che biologico, i quali
differenziavano questa energia da tutte le altre. Si
tratta di unenergia che non n di natura elettrica,
n di natura magnetica, una sorta di forza vitale che
pervade tutto lUniverso e interagisce con tutti gli
esseri viventi. Gli studi sperimentali sulle propriet
dellenergia orgonica avevano evidenziato, fra le
altre cose, che le sostanze organiche hanno la
caratteristica di attrarre e trattenere lorgone,
mentre le sostanze metalliche lo respingono. In
base a queste osservazioni Reich fu in grado di
creare degli accumulatori di energia orgonica,
caratterizzati da strati alternati di materiale
organico (lana) e metallo. Costru dei motori in
grado di catturare questa energia direttamente
dallatmosfera terrestre. Pensate ai risvolti che
questa invenzione avrebbe portato nella vita di ogni
uomo. Energia libera e potenzialmente infinita,
niente pi petrolio e inquinamento, niente pi
lavoro massacrante 9 ore al giorno, finalmente
libert ed equilibrio con la natura. LUniverso
abbondanza infinita, diceva Reich, viviamo in
unillusione di precariet e di limitatezza. Nel corso

dei vari esperimenti con lorgone il Dr. Reich tocc


molti aspetti diversi della scienza. Tra questi le
discipline della medicina, della fisica, della
cosmologia e della meteorologia. Con degli
accumulatori molto grandi di orgone, capaci di
ospitare allinterno una persona, Reich cur molti
suoi pazienti da diverse patologie. Nel suo libro
La Biopatia del Cancro (1948), il Dr. Reich
document accuratamente il suo lavoro riguardante
il trattamento di diversi pazienti affetti da cancro
terminale giudicati inguaribili dalla medicina
ortodossa. Molti di questi guarirono ma, essendo
un uomo di scienza molto attento, non fu cos
avventato da dichiarare il trattamento con lorgone
come una cura per il Cancro. In ambito
meteorologico scopr lorgone atmosferico e not
che, in presenza di inquinanti di vario tipo,
comprese emissioni elettromagnetiche, lorgone
diventava stagnante e causava malattia e danni
ambientali. Chiam questo orgone stagnante
orgone morto o DOR. Gli effetti del DOR
erano spesso quelli che contribuivano alla
formazione della siccit e dei deserti. Il processo di
desertificazione
cattur
particolarmente
lattenzione di Reich. Ben presto fu in grado di
stabilire una connessione fra il processo di
desertificazione ambientale e quello che egli defin
il deserto emozionale. Cos come pu accadere
nellambiente che lenergia orgonica venga
sostituita dal DOR, la stessa cosa pu verificarsi
anche allinterno dellindividuo. Le conseguenze
per lambiente sono la scomparsa progressiva della
vegetazione, la trasformazione del terreno fino alla
comparsa di sabbia, e la morte delle forme di vita
presenti fino a quel momento. Parlando invece del
deserto emozionale che subentra nellinteriorit
delluomo, si ha la morte della creativit, sostituita
da un comportamento meccanico e costruito, uno
stato in cui ogni grazia e spontaneit naturali sono
bandite e perseguitate. Per contrastare la
desertificazione Reich aggiunse dei lunghi tubi di
rame ad un accumulatore di orgone e lo punt
verso il cielo per aiutare lorgone atmosferico a
bilanciarsi e a creare condizioni favorevoli alla
pioggia. Chiam questo dispositivo Cloud-buster
(acchiappa nuvole). In un esperimento iniziato
nellottobre del 1954, ebbe successo nel far cadere
la pioggia nel deserto intorno Tucson, in Arizona.
Prima ancora che la pioggia cadesse, la presenza di
nuovo orgone bilanciato aveva consentito la

crescita di ben trenta centimetri di erba. Questo


spettacolo di verde si estendeva su qualcosa come
da quaranta a ottanta miglia ad est e a nord della
citt. Diversi giornali del luogo descrissero quel
meraviglioso e incredibile evento. Dopo che Reich
riusc a ripetere limpresa per almeno un centinaio
di volte, alcuni scienziati riconobbero la validit del
metodo di Reich. Egli fu capace di dimostrare e
misurare lenergia orgonica con un termometro, un
elettroscopio e anche con un contatore Geiger.
Durante gli anni trascorsi negli Stati Uniti aveva
formato diversi gruppi di ricerca che si riunivano in
alcuni istituti a lui dedicati, dove si sperimentava
lenergia orgonica, il pi noto era lOrgone Institute
a New York. Vennero periodicamente pubblicate sei
riviste scientifiche che riportavano articoli sullo
sviluppo del lavoro orgonomico. Lespandersi delle
notizie circa le guarigioni che Wilhelm Reich
riport sui malati terminali di cancro, attrassero
presto lattenzione della Food and Drug
Administration (FDA), che intervenne per bloccare
le operazioni e scaten contro Reich una guerra a
tutto campo. Accusato di essere comunista, bollato
ovunque come ciarlatano, Reich fu denunciato
dalla FDA per aver enunciato la scoperta di
unenergia che secondo loro non esisteva. Per anni
la sua vita e il suo lavoro furono spiati dalla CIA e
dallFBI, coinvolgendo anche i suoi famigliari e i
suoi collaboratori. Il suo telefono fu tenuto
costantemente sotto controllo, e negli ultimi anni
furono ritrovate microspie persino nella sua
automobile. Il processo contro di lui si concluse
con la messa allindice di tutti i suoi libri e la
distruzione di tutti i lavori scientifici relativi
allorgone. Era necessaria la comparsa della parola
orgone a qualificare del materiale come degno di
essere bandito e distrutto nel caso fosse stato
pubblicato. Nonostante le difficolt, Reich
continuava a diffondere le sue teorie attraendo
sempre pi studenti nel suo istituto scientifico. Le
persecuzioni contro di lui continuarono e nel
maggio del 1956 Wilhelm Reich fu
improvvisamente arrestato per una banale
infrazione sulle leggi del trasporto commessa da un
suo assistente e fu condannato a due anni di
carcere. Dopo otto mesi di prigionia, mor nella sua
cella per crisi cardiaca. La famiglia per non ha
mai creduto a questa versione ed ha sempre
sospettato che Reich sia stato avvelenato. Tutti i
progetti, gli strumenti, la documentazione e i

macchinari di Reich furono sequestrati e distrutti.


Tutti i suoi libri furono bruciati sotto la diretta
supervisione dellFDA e tutti i riferimenti
allenergia orgonica furono cancellati per sempre
dalle pagine della storia. Non si era mai vista da
parte delle autorit americane, una furia cos
devastante contro una forma denergia che secondo
loro non esisteva nemmeno. Avendo letto fin qui
potrebbe sembrare che Wilhelm Reich e tutto il suo
lavoro siano stati distrutti per sempre, ma non
cos. Egli rivive in tutti quegli uomini che,
nonostante le informazioni perdute e la censura,
hanno ripreso le sue opere e le sue ricerche
ottenendo anche loro grandi risultati. Negli ultimi
anni della sua vita, linteresse di Reich era rivolto
ai bambini del futuro. Solo consentendo ad ogni
generazione successiva di crescere un poco pi
vicino alla natura, diceva, sar possibile, per
lumanit, ritrovare un giorno il suo vero posto nel
creato.

Il mancato progresso italiano


Florio Marco

rmai riconosciuto che il computer


un oggetto pi che diffuso e che lo
usiamo quotidianamente per le cose pi
semplici come controllare la casella di
posta o chiaccherare con gli amici, e
per le cose un po pi utili come visualizzare un
percorso stradale o elaborare qualche dato
importante. Ci che prima si faceva impiegando
vecchie e polverose enciclopedie ora risolvibile
con qualche semplice click. Si, i computer hanno
rivoluzionato il mondo.

Ma quanti di voi sapranno rispondere alla


domanda: chi ha inventato il primo PC? Chi non si
interessa di queste tematiche risponder per
sentito dire il magnate informatico Bill Gates
beh la risposta errata! Possiamo ringraziare lui
per aver concesso a tutti di poter comprare un PC
ad un prezzo accessibile alle famiglie. Se avete
risposto il visionario, ed ormai defunto, Steve
Jobs vi siete avvicinati: stato lui a creare
Apple II a cui fu assegnato il nome di Personal
Computer come lo intendiamo noi, ovvero un
computer utilizzato dallutente finale e non tramite
intermediari esperti.Ma lo stesso Apple II non
altro che figlio di un progetto ancora pi vecchio
e nostrano!
Ebbene si, il primo PC, impropriamente usato con
il termine appena descritto, stato inventato
proprio in Italia, ad Ivrea precisamente, in
provincia di Torino da Pier Giorgio Perotto,
ingegnere e informatico italiano, progettista
dellOlivetti.
Ma andiamo per gradi. LOlivetti nasce nel 1908

dallIngegner Camillo Olivetti e pian piano si


fanno strada nel mondo della meccanica e
dellelettronica. Famosissime sono le lor
macchine da scrivere e pochi sanno che sempre
lOlivetti si annovera il primato di uno dei primi
calcolatori
elettronici,
sto
parlando
dell ELEA9000 (per esteso: ELaboratore
Elettronico Aritmetico) creato nel 1957; il nome
fa anche riferimento alla filosofia di Parmenide, la
scuola eleatica appunto. Questo dispositivo ha
aperto le porte allinformatica ma era ancora
appannaggio di pochi eletti, roba da
scienziati! Qui entra in gioco Pier Giorgio
Perotto che nel 1964 crea la Programma101 (o
P101) un calcolatore elettronico da scrivania per
la gente comune. E stato uno dei pochi ad aver
notato le potenzialit dei calcolatori elettronici e
voleva condividerlo anche con la gente comune,
senza intermediari specialisti del settore. Alcuni
sostengono che la Perottina (cos era stata chiama
amichevolmente dai colleghi progettisti) si possa
considerare larchetipo del PC perch essa
effettivamente era personalizzabile (ci che
appunto rende Personal un Computer). Il
dispositivo era progettato per elaborare le
informazioni che lutente gli forniva tramite
tastierino (azionato meccanicamente come
tradizione aziendale voleva) ma le elaborazioni e
le funzioni che poteva prevedere erano dettate
dallinserimento di una carta magnetica che
leggeva automaticamente come programmarsi.
Le visioni di Perotto non finiscono qui: luso
della carta magnetica verr poi ripreso dai primi

PC effettivi tramite lutilizzo dei Floppy Disk


(dischi magnetici appunto) per leggere/scrivere
informazioni.
Lanno successivo lazienda partecipa ad una fiera
sulle nuove tecnologie a New York dove la P101
messa in secondo rilievo perch di poco interesse
per lazienda che ostentava la sua tradizionale
tecnologia meccanica, sar considerata la star della
fiera americana del 1965. Il prezzo accessibile
(costava $3.200, circa un ottavo dei normali
calcolatori in commercio allepoca) e la semplicit
di utilizzo ha permesso allazienda italiana di
entrare nella storia. Il 90% delle vendite vennero
effettuate negli USA e sono proprio loro che
beneficeranno di questa nuova tecnologia.
Lazienda statunitense Hewlett-Packard Company,
la nota hp per intenderci, studier a fondo il
dispositivo e lelettronica italiana che aveva
suscitato stupore (e magari un pizzico dinvidia)
tanto da replicarlo migliorandolo. Scatta subito la
violazione del brevetto e lhp ammessa la colpa nel
1967 risarcir lOlivetti pagando una royalty di
$900.000.
Per quanto possa essere gratificante far rispettare i
propri prodotti nel mondo, sono amareggiato per la
scarsa attenzione che lItalia da alle giovani e
promettenti menti nostrane che hanno spesso e
ufficiosamente cambiato la realt sfoggiando altre
bandiere che non il tricolore.

Ipazia: una verit negata


Impieri Antonella

lludienza generale di mercoled 3


Ottobre 2007, il papa Benedetto XVI
elogi la grande figura del vescovo
di Alessandria, Santo e Dottore della
Chiesa, Cirillo. Alla numerosa folla
accorsa a Piazza San Pietro, il papa present la
figura del Santo in maniera ineccepibile e lod la
grande energia del Vescovo che resse con
mano ferma e grande prestigio la Diocesi
Alessandrina dal 412 al 444 d.C. Nel lungo
discorso, che ebbe come intento lesaltazione del
Santo, sarebbe stata forse una nota stonata
aggiungere che il Vescovo si macchi di uno dei
crimini pi atroci e sempre insabbiati nella storia
dellumanit: lassassinio della filosofa e
scienziata alessandrina Ipazia.
Bandiera di laicit, eroina proto femminista,
martire della libert e del pensiero, prima strega
bruciata sul rogo dellinquisizione ecclesiastica1 ,
Ipazia era questo e molto altro ancora. Le fonti
antiche ci tramandano la vita di una donna dedita
allo studio della matematica, dellastronomia e
della filosofia neoplatonica che fin per essere
maestra alla scuola di Alessandria, simbolo
insieme ad Atene della cultura antica2. Questa
donna intelligente e tollerante attir su di s lodio
del Vescovo Cirillo, gi noto alle cronache del
tempo per aver organizzato una spedizione
punitiva nei confronti degli ebrei della citt, rei di
aver teso un agguato agli attivisti cristiani
uccidendone molti. Leccessivo zelo di Cirillo si
tramut in spirito omicida: i suoi miliziani, i
monaci parabalani, saccheggiarono le case dei

giudei che furono spogliati dei loro beni ed


esiliati dalla citt. Fu, questo, il grande pogrom
che preannunci il massacro di Ipazia. Nel marzo
del 415 d.C. i monaci parabalani, su diretto
comando di Cirillo, piombarono addosso alla
filosofa che tornava a casa da una delle sue
pubbliche apparizioni, la spogliarono delle vesti,
la massacrarono con cocci aguzzi, facendola a
brandelli e diedero alle fiamme i suoi resti. Il suo
assassinio rimase impunito, nonostante
lindignazione del prefetto della citt, Oreste,
intimo amico di Ipazia e acerrimo avversario del
Vescovo. Linchiesta venne insabbiata e solo
successivamente condannata dalle fonti bizantine
che individuarono in Cirillo il diretto mandante
del brutale assassinio e il suo responsabile morale.
Secondo la professoressa Ronchey la lotta
ideologica di Cirillo contro Ipazia fu frutto di una
personale invidia del Vescovo nei confronti della
scienziata: infatti, come dichiarato dalla Ronchey
nel suo libro, stato pi volte dimostrato che fin
dal quarto secolo la chiesa antica manteneva nei
confronti del paganesimo intellettuale una saggia
neutralit. Molti membri dellestablishment
cristiano erano stati un tempo pagani e, divenuti
cristiani, avevano conciliato la cultura cristiana
alla paideia classica, dimostrando di saper attuare
un sincretismo logico e necessario. Cirillo, invece,
non si dimostr capace di riuscire a superare le
barriere ideologiche imposte dalla sua cieca
intolleranza. Pi che di invidia, che non basta a
spiegare un gesto di cos inaudita crudelt, io

parlerei di insofferenza e di misoginia nei confronti


di una donna che osava parlare ad un pubblico di
soli uomini, di odio nei confronti di una vergine
senza marito che in quel momento storico
rappresentava ancora il paganesimo operante a
livello intellettuale, un paganesimo senza dogmi e
costrizioni, libero e pensante.
Il grande maestro Osho un tempo scrisse: Io non ti
sto dando alcuna disciplina, perch ogni disciplina
una sottile forma di schiavit. Non ti sto dando
alcun comandamento, perch qualsiasi
comandamento proveniente da una persona esterna
ti imprigioner e ti render schiavo. Ti sto solo
insegnando ad essere libero e poi ti lascio a te
stesso3 . La vittoria di Cirillo su Ipazia
simboleggia proprio questa schiavit: la fine della
libert di pensiero e linizio delle verit dettate e
non capite. Uccidendo Ipazia, Cirillo uccise la
scoperta, la ricerca libera senza dogmi e senza
comandamenti: da questo punto di vista fu, allora,
un grande padre della Chiesa, quella Chiesa che
pretese e ancor pretende di imporsi sulla libert di
parola e di opinione incarnate da Ipazia. Non
citando la filosofa nel suo discorso, neanche per
assolvere ladorato Vescovo Cirillo dallombra che
la storia ha fatto pesare su di lui4, il papa
Benedetto XVI non ha fatto altro che continuare a
sventolare questa bandiera della vergogna; ha,
volutamente o no, nascosto e negato una verit,
portando avanti gli atteggiamenti tipici delle
logiche di potere: schiacciare la libert e occultare
la verit. Ed per questo motivo che Ipazia degna
di entrare a far parte del gruppo dei personaggi non
riconosciuti e scomodi al potere: la sua figura
baluardo del libero pensiero e lei, pi di altri, ha
ostacolato, pagando un caro prezzo, il dileguarsi
della cultura ufficiale che da sempre ha tentato di
esercitare il suo potere condizionando le menti e
manipolando la verit.
Di Ipazia non restano scritti che testimonino il suo
contributo effettivo alla scienza e alla filosofia
neoplatonica, ma quel che a noi interessa il
contributo che Ipazia ha lasciato anche solo
indirettamente: il suo saper essere una donna libera
e pensante; il non cedere alla tranquillit del
comandamento imposto; la determinazione nel
chiedersi il perch delle cose. Per questi motivi gli
illuministi ne hanno fatto una martire del libero
pensiero, facendo convergere nella sua figura di
donna le loro istanze e le lotte politiche. Vincenzo

Monti, ad esempio, si serve della figura di Ipazia


nella sua lotta contro il fanatismo religioso che
impedisce il vero trionfo della ragione e
incoraggia la Chiesa a ingerirsi nelle cose dello
Stato5 :
[] La voce alzate, o secoli caduti,
gridi lAfrica allAsia e linnocente
ombra dIpazia il grido orrendo aiuti.
Gridi irata lAurora allOccidente,
narri le stragi dallaltare uscite,
e lOccaso risponda allOriente.
Mostri i sacri pugnali e le ferite
Che larghe e tante nel suo seno aperse
duna parola, duna idea la lite.
Dica le colpe orribili e diverse
della romana meretrice, e quanta
i suoi mariti infamia ricoperse6. []
A questi gloriosi versi vorrei far seguire un
resoconto della situazione attuale. Nonostante
siano passati secoli, la figura di Ipazia e la verit
sul comportamento dellatroce Cirillo sembrano
essere ancora un tab. Infatti, nel 2009 venne
presentato a Cannes il film di Alejandro Amenbar
dal titolo Agora. Il film narra, forse in maniera un
po romanzata, la vita della giovane filosofa e la
sua atroce fine per mano dei parabalani. Il regista
non ha risparmiato i cristiani, ritraendoli come
bruti che saccheggiano e distruggono la Biblioteca
di Alessandria e compiono omicidi di massa in
nome di Dio. Questo ritratto, fedele tra laltro, ha
forse fatto indignare la Chiesa cattolica, impegnata
su tutti i fronti a salvaguardare la sua immagine, al
punto che luscita del film nelle sale italiane era
stata negata: nessuna casa cinematografica si era
accollata le spese per la riproduzione del film in
Italia. Come era prevedibile, tutto ci ha causato
unaccesa battaglia mediatica su internet e lidea
del complotto non ha fatto altro che garantire al
film un sicuro successo nelle sale
cinematografiche. Dispute a parte, Agora ha fatto
conoscere anche al pubblico italiano la storia di
Ipazia e soprattutto la figura del Vescovo Cirillo
che, probabilmente, senza luscita di questo film,
sarebbe rimasto nellimmaginario collettivo una
grande figura, lodato e osannato per il suo
splendido operato.

Note:

1 . S. Ronchey, Ipazia. La vera storia, Milano, BUR,


2011 , p. 1 0.
2. Ibidem, p. 37.
3. Osho, Con te e senza di te, Milano, Mondadori,
201 2, p.1 64.
4. Tratto dallarticolo di Umberto Eco sullEspresso. Per
la lettura dellarticolo rimando a
http://espresso.repubblica.it/dettaglio//21 26072
5. Ronchey, Ipazia, cit., p. 75.
6. V. Monti, Il fanatismo. Google books offre una
versione digitalizzata dellintero poemetto alla pagina
web
http://books.google.it/books?id=nASs1 O6jHCMC&prints
ec=frontcover&dq=vincenzo+monti+il+fanatismo&hl=it&
sa=X&ei=_HzPT6WhKMXh4QSZoMmSDA&ved=0CDw
Q6AEwAQ#v=onepage&q=vincenzo%20monti%20il%2
0fanatismo&f=false

Nikola Tesla: dagli Dei


all'umanit
Tuttobene Angelo Massimo

dotti sapienti che fanno parte


dellestablishment scientifico provano
uninnata avversione verso tutti coloro
che non si allineano al loro gretto
pensiero uniforme, utilizzando metodi,
a volte, ancor pi spregevoli e spietati della Santa
Inquisizione. Le testimonianze di personaggi
caduti nel baratro delloblio dovrebbero farci
riflettere e suscitare in noi un maggiore interesse
attraverso il quale indagare sul perch alcune
teorie o scoperte siano state messe allindice,
bollate come pure e demenziali eresie. Si potrebbe
fare un elenco di personaggi scomodi che hanno
creato scompiglio con le loro scoperte. La loro
colpa di aver posto come unico obiettivo, il
miglioramento delle condizioni dellumanit. Tra i
nomi pi dobbiamo ricordare Nikola Tesla,
linventore del XX secolo.
"Mi chiamarono pazzo nel 1896 quando annunciai
la scoperta di raggi cosmici. Ripetutamente si
presero gioco di me e poi, anni dopo, hanno visto
che avevo ragione. Ora presumo che la storia si
ripeter quando affermo che ho scoperto una
fonte di energia finora sconosciuta, unenergia
senza limiti, che pu essere incanalata.
(Nikola Tesla)

Chiunque oggi, spinto dalla curiosit, dovesse


accingersi a fare degli studi sul nostro
personaggio, certamente rimarrebbe stupito dalla
scarsit di materiale su di esso. Spesso alla voce
Tesla nelle enciclopedie troviamo brevi paragrafi

che ci illustrano sinteticamente la sua vita, e nella


migliore delle ipotesi si associa il suo nome alla
cosiddetta bobina di Tesla, utilizzata in tutti i
campi dell elettronica (un trasformatore usato
nelle apparecchiature radio). Si conosce poco di
questo scienziato poliedrico, anche perch i testi
scritti in accordo con i sistemi del sapere, non
diedero spazio alla divulgazione del suo pensiero
e allelaborazione delle sue teorie. Appare
evidente che la grave assenza del suo nome dai
libri di testo da attribuire non allinefficacia
delle sue invenzioni, ma al disturbo che il suo
ingegno avrebbe potuto creare alle economie
mondiali, attraverso la sua serva: la scienza
ufficiale, anchessa non immacolata al perverso
gioco del lucro. Daltronde chi possiede il
controllo sulla scienza pu dominare la societ in
tutta la sua interezza. Scientia est potentia,
diceva sir Francis Bacon (ritenuto da alcuni
addirittura uno dei primi fondatori della
nuovamassoneria post-medievale).
Ma chi era veramente Nikola Tesla? E perch
stato volutamente oscurato dalla scienza ufficiale?
Un personaggio scomodo, un malato di mente, di
sicuro un personaggio fastidioso per i padri del
profitto.
Andiamo a ritroso nel tempo, fino al 1856, alla
notte tra il 9 e 10 luglio: in mezzo al fragore dei
tuoni e alla luce accecante dei fulmini, nasce
Nikola Tesla. Episodio questo che verr ricordato
come un segno del destino, proprio perch fu il
primo uomo a creare folgori nel suo laboratorio in
Colorado. La sua famiglia era composta dal padre

Milutin, reverendo ortodosso, particolarmente


erudito, con una straordinaria capacit mnemonica;
da sua mamma, Georgina Djuka Mandic, che
discendeva da una delle pi antiche famiglie
contadine del paese, nota per aver inventato
numerosi attrezzi agricoli. Il giovane Tesla cresce
in questo piccolo villaggio e fin dai primi anni si
nota in lui una precoce bramosia di apprendimento.
Rimaneva sveglio tutta la notte per studiare,
rubando i libri del padre dalla sua biblioteca
personale. Linfanzia del genio serbo venne turbata
dalla prematura scomparsa del fratello maggiore,
morto a soli 12 anni. Fu un trauma per il giovane
Nikola che super solo grazie alla ricerca e alla
lettura. Egli fu un bambino fuori dal comune. A
volte aveva delle visioni talmente vivide da non
distinguere pi la realt tangibile dallimmaginario.
Nessuno degli psicologi, ai quali Tesla si rivolse,
gli seppero dare una risposta. Il fenomeno si
manifestava spesso di notte. Queste illuminazioni
lo accompagneranno per tutta la sua vita e
caratterizzeranno ogni invenzione. La sua mente
era in grado di formare un immagine che poi
veniva sviluppata nella realt, semplicemente
utilizzando il calcolo mentale, senza lausilio di
modelli o elaborati scritti. Stando alle sue parole,
ogni suo pensiero veniva suggerito da una fonte
esterna: i suoi organi sensoriali erano capaci di
interagire con essa.
Da quanto ci viene descritto dalla poche fonti,
sembra di stare di fronte ad un essere
sovrannaturale. Parlava 9 lingue e conosceva a
menadito le opere di Shakespeare, Goethe e Locke.
Verrebbe quasi da dire che Tesla faceva parte degli
di scesi sul pianeta Terra per mettersi al servizio
dellumanit, sacrificando il suo ingegno e
donandolo al genere umano. Scelse di non sposarsi
e di non condividere la vita con una donna; delle
donne non amava gli ornamenti utilizzati per
abbellire la loro persona, come gli orecchini.
Inoltre adorava il numero tre. Ma la cosa che lo
rendeva umano, era il gioco dazzardo, questo lo
intrig cos tanto che arriv a giudicarlo come la
quintessenza del piacere1 .
Il suo corpo sembrava poter entrare in risonanza
con qualsiasi tipo di vibrazione presente
nellambiente. Il fischio di un treno lontano 30 km
poteva produrgli dolori insopportabili ai timpani. Al
buio aveva la sensibilit di un pipistrello. Riusciva
a rilevare la presenza di un oggetto fino a 3 metri2.

Nonostante le sue doti fuori dal comune, Tesla non


ebbe mai il senso degli affari n tanto meno
metteva come fine ultimo il guadagno. Si
considerava profondamente religioso, ma non fu
mai un seguace ortodosso. Egli affermava: Il dono
della forza della ragione ci viene da Dio,
dallessere divino, se concentriamo le nostre menti
su questa verit, stabiliamo un armonia con questa
grande forza3 .
Queste sensazioni, lo portarono un giorno, ad avere
unilluminazione durante una passeggiata insieme
ad un suo amico, nel parco di Budapest dove si
trovava per lavoro e ad ideare linvenzione del
motore a campo magnetico (tecnica che verr in
seguito utilizzata per la corrente alternata,
sostituendo gli obsoleti commutatori ad induzione
polifase), disegnandolo sul terreno con un
bastoncino di legno.
Nel 1882 si trasfer a Parigi per collaborare con la
Edison Continental Company, riuscendo a ridurre i
difetti dei sistemi utilizzati nelle centrali elettriche.
Conobbe lingegnere inglese Charles Batchelor, il
miglior tecnico della Continental Edison Company
europea. Sar proprio questultimo che con una
lettere di presentazione port Tesla ad emigrare
negli USA, nel 1884, per conoscere Thomas Alva
Edison, personaggio di spicco dellepoca per aver
ideato e commercializzato, la corrente alternata,
linvenzione del fonografo e la prima lampada
elettrica, al quale fu proprio Tesla ad esporre i
concetti della sua scoperta relativa alla corrente
alternata. Edison era un fiero sostenitore della
tecnologia relativa alla corrente continua, e le idee
sostenute dal giovane scienziato serbo non
suscitarono in lui alcun interesse, poich andavano
in contrasto con laffermata idea del magnate della
corrente continua. Riconoscendone comunque le
potenzialit, lo volle con s nei suoi laboratori. Per
un periodo di tempo , il giovane immigrato dovette
lavorare come scavatore di fossati, sempre per la
stessa azienda, per poter sbarcare il lunario; solo
successivamente gli fu affidato lincarico di
modifica della progettazione della dinamo, cio dei
generatori di corrente continua, con una promessa
verbale di 50.000 $. Ma qual era il motivo che
spinse il pi noto ingegnere americano a non dar
retta al progetto di Tesla sulla correnta alternata
polifase? Semplice: linventore della prima
lampadina aveva respinto il progetto in quanto tutto
il suo impero fino ad allora costruito rischiava di

andare in fumo. A quellepoca la corrente continua,


seppur non adatta a coprire lunghe distanze,
rappresentava lo standard di riferimento per tutto il
mondo industrializzato, ed Edison ne era stato
lideatore. Egli aveva un forte seguito nel mondo
scientifico: i grandi magnati avevano fino a quel
momento investito e finanziato nella tecnologia
della corrente continua. Una volta terminato il
proprio compito, Tesla si vide rifiutato il credito
dallo stesso Edison con una battuta ironica di
dubbio gusto: Tesla, voi non capite il nostro
humour americano, sostenendo in pratica che la
ricompensa promessa fosse stata solo uno scherzo.
Non sembra troppo difficile a questo punto
comprendere il motivo per cui il nostro uomo di
scienza abbandon la Edison Company.
Tesla un uomo tenace e non demorde. Il 16
maggio del 1888, viene invitato come relatore per
una conferenza sulla corrente alternata presso
lIstituto Americano di Ingegneria Elettrica, durante
la quale conosce uno degli uomini daffari pi noti
dellepoca, George Westinghouse, famoso per
alcune invenzioni per il trasporto ferroviario.
Questultimo non esit ad investire sul promettente
scienziato serbo, acquistando i suoi brevetti sulla
corrente alternata e stipulando un contratto
milionario. Fu cos creata la Westinghouse Electric
Company. Questo per Edison fu un brutto colpo.
Egli non poteva permettere un simile cambiamento.
Con questo contratto stipulato con la Westinghouse,
Tesla avrebbe ricevuto dei compensi altissimi, in
particolare un milione di dollari per i brevetti e le
royalties4.
Nessuno, inizialmente, cap limportanza di questa
nuova via presentata da Tesla. Chi lo cap fece di
tutto per portarlo fuori strada per non inceppare il
meccanismo proficuo del commercio della corrente
continua. Da allora chi ebbe il coraggio di
promuovere le innovazioni del giovane scienziato
di Smiljan, si portava dietro di s le minacce e le
persecuzioni dellinquisizione finanziaria che
dominava con i loro ingenti finanziamenti la
scienza ufficiale. Inizi cos una guerra delle
correnti tra Edison e Westinghouse. Ma Edison
aveva dalla sua una carta in pi: i media. Sfruttando
la sua immagine riusc a destabilizzare la gente,
creando una propaganda negativa nei confronti
della corrente alternata, attraverso dimostrazioni
pratiche effettuate davanti al pubblico. Una su tutte,

la crudele esecuzione dellelefantessa Topsy, fatta


abbrustolire viva infliggendole potentissime
scariche elettriche secondo i dettami del brevetto di
Tesla, per suscitare paura alle persone e creare ad
hoc una posizione negativa della CA (CORRENTE
ALTERNATA), scatenando una crudele campagna
diffamatoria nei suoi confronti. Edison si serv di
questi escamotage per insabbiare e portare fuori
strada dall utilizzo commerciale le idee tesliane,
con i riconoscimenti dellopinione pubblica.
La consacrazione definitiva per linventore della
corrente alternata si ebbe il 10 maggio 1893,
quando il presidente degli Usa Grover Cleveland
spinse lo storico interruttore che accese pi di
200.000 lampadine che illuminarono la fiera di
Chicago.
Tesla, uomo dallanimo nobile, tent di sottrarre la
scienza dal controllo dei banchieri per asservire
lumanit, questo era il libero pensiero di Tesla,
libero come la sua free Energy.
Potremmo elencare opere sterminate effettuate da
Tesla, come il tachimetro utilizzato oggi nelle
automobili, il radar, le lampade al neon, gli
altoparlanti, il tubo catodico e tante altre. La lista
dei suoi brevetti interminabile. Ma la pi
sensazionale di sicuro la progettazione di sistemi
che ricavano energia dalletere. Egli sosteneva
lesistenza in natura e nelluniverso di unenergia
inesauribile, gratuita e infinita. Vi energia nel
cosmo immagazzinata, che se efficacemente
sfruttata pu dare allintera umanit ci di cui
necessita quotidianamente senza lausilio di fili o il
consumo e lo sperpero di combustibili fossili. Fu
una scoperta sensazionale. Grazie alla sua
intuizione, rivel che la crosta terrestre un ottimo
conduttore di energia elettrica. Egli sosteneva che
la zona dell'atmosfera terrestre posta a 80 km dal
suolo, detta ionosfera, era fortemente conduttrice, e
quindi poteva essere sfruttata per trasportare
energia elettrica per grandi distanze, catturando
l'energia sprigionata dal sole e proponendo anche
un sistema mondiale di comunicazione, utile per
comunicare telefonicamente, trasmettere notizie,
musica, immagini5 .
Aveva praticamente teorizzato la radio, la moderna
telefonia cellulare, la televisione e internet. Lo
scienziato si era posto un obiettivo ambizioso, ma
che richiedeva somme ingenti.L'articolo cattur
l'attenzione di un altro magnate dell'epoca, J. P.
Morgan che offr un finanziamento di 150.000 $,

esiguo per per costruire tale stazione trasmittente.


Tesla si mise subito al lavoro, procedendo alla
costruzione di una torre altissima nel quartiere di
Wanderclyffe, Long Island, New York. Per quanto
la Wanderclyffe Tower si fondasse sul principio
della radio, lo scopo che primariamente Tesla
voleva conseguire era la trasmissione di elettricit
senza fili, obiettivo che il nostro scienziato non
espose a Morgan. Questo tipo di apparato avrebbe
rivoluzionato il globo e di conseguenza avrebbe
reso vano ogni investimento dei colossi del
commercio dellenergia. Morgan era sempre stato
informato che la torre servisse per le
telecomunicazioni e su questa ipotesi laveva
finanziata. Il 12 Dicembre 1901 il mondo fu
sconvolto da una notizia sensazionale: Guglielmo
Marconi aveva trasmesso la lettera S oltreoceano,
da una localit in Cornovaglia. Tale informazione
era stata trasmessa a Newfoundland, in America.
Morgan, contrariato, ritir l'appoggio finanziario a
Tesla. Ancora una volta gli interessi economici che
i grandi finanziatori volevano perseguire
frustravano l'obiettivo che lo scienziato serbo
voleva perseguire.
Con il sistema mondiale di trasmissione wireless
di Tesla, chiunque avrebbe potuto rifornirsi di
energia con una semplice antenna piantata in
giardino, usufruendone dalle stazioni riceventi
dislocate opportunamente sul globo. Tutti i lobbisty
si schierarono contro i progetti futuristici del nostro
inventore cos come i mass media controllati dai
potenti iniziarono una campagna diffamatoria nei
suoi confronti. Riusc a trasmettere con la
Wanderclyffe Tower una notevole quantit di
energia elettrica dal suo trasmettitore da Long
Island a Los Angeles (4.000 km circa di distanza)
con un consumo pari solo al 2 % rispetto al 30 %
della corrente trasmessa via cavo. Purtroppo il suo
obiettivo venne ostacolato con ogni mezzo
possibile. Nel 1912 Tesla fu candidato al premio
Nobel per la Fisica condividendo il premio con
Marconi, che linventore di Smiljan rifiut
inderogabilmente affermando che Marconi aveva
utilizzato 17 dei suoi brevetti sulla telegrafia senza
fili.
Solo nel giugno del 1943, cinque mesi dopo la sua
morte, la Corte Suprema degli Stati Uniti in una sua
decisione (caso 369, 21 giugno 1943) riconobbe
che Tesla aveva per primo inventato la radio.
Nel 1892 si rec in Germania per discutere di

uninteressante scoperta sulla fisica delle onde con


il prof. Hertz. Divergenze di opinioni portarono lo
scienziato serbo a far ritorno negli Usa senza aver
avuto la possibilit di ottenere un cordiale
confronto scientifico. Quello che aveva messo in
luce era di poter migliorare il sistema hertziano in
quanto andava incontro a considerevoli dispersioni
nellatmosfera producendo elettrosmog. Fu il
primo a capire il problema dellinquinamento
elettromagnetico, e linefficacia della sua
propagazione che poteva essere interrotta dagli
ostacoli come montagne o grandi costruzioni ed
essere condizionata sensibilmente da eventi
meteorologici. La ricetrasmissione delle onde radio
effettuata da Tesla era caratterizzata invece
dallalta qualit del segnale e da una scarsa
dispersione su ampia scala sopprimendo le onde
elettromagnetiche.
Degli esperimenti effettuati dal nostro scienziato
non ci restano che accenni su documenti rilasciati
dagli archivi del FBI, tra i quali bisogna ricordare
quello che avvenne nel gi citato laboratorio di
Colorado, dove riusc a produrre fulmini artificiali
di ben 50 m di estensione con tuoni fragorosi. Sul
diario dove annotava alcuni appunti, ci vengono
descritti i fenomeni dei fulmini globulari, o dette
palle di fuoco6.
In unintervista rilasciata a William L. Laurence
comparsa sul New York Times del 22/09/1940,
Tesla annunci al mondo la Teleforza, consistente
di quattro invenzioni gi testate che consistevano
in:
1)un mezzo per produrre raggi nellaria libera
senza alcun
vuoto;
2) un metodo di produrre una forza elettrica molto
forte (per
forza si intende tensione);
3) un metodo per amplificare questa forza elettrica;
4) un metodo per produrre una tremenda forza
elettrica
propellente.
Alcuni scienziati posteriori, si sono appropriati
delle scoperte e delle invenzioni di Tesla, per
applicare a fini opposti a quelli dellingegnere
slavo le armi a raggi di particelle per il progetto
HAARP, le emissioni ELF per il controllo della
mente e altri crimini contro lumanit. La teleforza

, denominata raggio della morte, aveva la capacit


di distruggere unarmata a 200 miglia di distanza.
Tesla la considerava unarma difensiva che
presentava molte analogie con le armi laser a fasci
di particelle: le forze armate americane intendevano
posizionarla su navicelle o satelliti militari
nellambito del progetto americano dello scudo
spaziale. Il 5 gennaio 1943 Nikola Tesla contatt il
dipartimento americano e parl con il colonnello
Erskine, proponendogli di rivelare il segreto del suo
raggio della morte. Il 10 gennaio, esattamente due
gironi dopo, venne trovato morto nella sua camera
dalbergo. Il medico che lo esamin, stabil che la
morte risaliva alle 22.30 del 7 gennaio. La
segretaria di Tesla, Charlotte Muzar, scrisse che al
momento della scoperta della morte dello
scienziato nella sua stanza mancavano diversi fogli
e alcuni oggetti7. Questi furono secretati dallFBI .
La causa del decesso venne ufficialmente attribuita
dal medico a una trombosi delle coronarie, anche se
fino al quel momento Tesla non aveva alcun
disturbo di natura fisica. Vennero celebrati i
funerali di stato ai quali parteciparono pi di
duemila persone. Dopo la sua morte, J.Edgar
Hovver, capo dellFBI, diram un promemoria in
cui raccomandava la massima riservatezza sulle
ultime vicende collegate a Tesla, per evitare
qualsiasi tipo di pubblicit sulle sue invenzioni.
Classific tutti gli studi di Tesla Top Secret e
dispose il sequestro di tutti i suoi effetti personali.
Gli agenti dellFBI scoprirono cos che lo
scienziato nel 1932 aveva depositato una sua
invenzione nella cassetta di sicurezza dellHotel
Grosvenor Clinton e si impossessarono anche di
quella. Gli uomini del governo requisirono un tir di
materiale di estrema importanza, destinato a
progetti di difesa nazionale.
Thomas Berden, fisico- matematico statunitense,
afferm di essere convinto che i documenti requisiti
a Tesla nella camera dalbergo, dopo la sua morte
furono utilizzati per la creazione della tecnologia
H.A.A.R.P. (Hig Frequency Active Auroral
Research Project), un sistema di armi geofisiche
americano tuttora secretato. Questo brevetto
avrebbe potuto alterare la ionosfera, ed inoltre
sarebbe stato capace di neutralizzare missili ,
velivoli e satelliti nemici. Il sistema HAARP in
sostanza un dispositivo ideato per scopi difensivi,
mai pubblicati ufficialmente dagli archivi
dellinventore.

La storia di questuomo venuto dallEuropa per


cercare maggiore fortuna e mettere al servizio
dellumanit le sue scoperte veramente esemplare
ed esaltante allo stesso tempo. Egli divenuto la
pi grande minaccia per le sedute plenarie di
capitalisti col cuore verde come il Dollaro, quali
Morgan, Warburg, Rothschild ed Harrimann, che
controllano ancora le nostre economie mondiali.
Lingegno di Tesla poteva metter a repentaglio gli
equilibri economici gi consolidati del sistema
finanziario di sfruttamento delle risorse, per il
guadagno in favore di pochi usurai delle
corporations dei carburanti fossili, dellindustria
degli armamenti e delle multinazionali avrebbe
rivoluzionato le fondamenta per una nuova Fisica.
Note :
1. Pizzuti, Marco, Scoperte scientifiche non
autorizzate, 2011 Vicenza, Edizioni Il Punto
dIncontro.
2. Ibidem pag. 29
3. Ibidem pag. 31
4.Con Royalty si indica il pagamento di un
compenso al titolare di un brevetto o una propriet
intellettuale, con lo scopo di poter sfruttare quel
bene per fini commerciali. (Wikipedia)
5.L'energia elettrica pu essere propagata
attraverso la Terra e anche attorno ad essa in una
zona atmosferica chiamata cavit di Schumann.
Essa si estende dalla superficie del pianeta fino alla
ionosfera, all'altezza di circa 80 chilometri . Le
onde elettromagnetiche di frequenza estremamente
bassa, attorno agli 8 hertz (la risonanza di
Schumann, ovvero la pulsazione del campo
magnetico terrestre) viaggiano, praticamente senza
perdite, verso ogni punto del pianeta.
Di Vittorio Bccelli, Nikola Tesla un genio
volutamente dimenticato, file in pdf pagg. 117118
http://www.nikolatesla.it/
6. Pizzuti, Marco, Scoperte scientifiche non
autorizzate, 2011 Vicenza, Edizioni Il Punto
dIncontro, pag.101
7 .Ibidem pag.134

La profezia Lakota
Oliva Giacinta

Sfogliando un qualsiasi libro di storia,


comunemente usato dagli studenti delle
scuole superiori, andavo alla ricerca
della storia dei nativi dAmerica. Essa
trattata in un breve, superficiale e
alquanto ridicolo paragrafo, a sua volta inserito
nel capitolo intitolato : Le origini dellegemonia
Europea sul mondo.
Qui si descrivono i
pellerossa, nominati cos da diversi libri, come
un popolo assai arretrato, che non conosceva luso
dellaratro e della ruota. Andando alla ricerca di
un nome in particolare, Toro Seduto, ho notato
che esso vi era nominato una sola volta, in un
paragrafo lungo un rigo e qualche parola. La guida
spirituale di molte esistenze maltrattata e cos
poco considerata. Proprio per questo tale articolo
sar dedicato ad uno dei pi importanti
subalterni della storia Tataka Iyotaka.
Tutti avranno sentito, almeno una volta nella vita,
il suo nome pi commerciale, Toro Seduto, che
non soltanto quellindiano con le trecce e sul
capo una penna daquila che troviamo nei poster
dei
supermercati.
Egli fu uomo di grande spiritualit, un valoroso
guerriero e un negoziatore intransigente, nonch
compositore ed artista , capo e uomo sacro per i
Hunkpapa Lakota, noti con il nome di Siuox.
Nasce a Grand River nel 1831. Prese il nome del
padre, Tataka Iyotaka ( esattamente bufalo
seduto), allet di 14 anni, quando durante una
battaglia contro la trib degli Absaroke riusc a
battere un guerriero mentre cavalcava; quella
occasione, in cui lui dimostr il suo coraggio, gli

fece ricevere anche la prima penna daquila


bianca. Della fase iniziale della sua vita si sa
poco, egli divenne sciamano verso i ventanni,
conosceva i principi delle erbe medicinali, e
aveva la capacit di predire gli avvenimenti.
Venne a contatto con i visi pallidi(luomo
bianco), che lasciavano solo tracce di sangue
dietro di loro, quando nel 1874 si sparse la voce
che nel territorio sacro dei Lakota, Paha Sapa
(Black Hills), vi era quel metallo giallo che fa
impazzire i bianchi, loro. Il governo americano,
appresa tale notizia, mand il tenente - colonnello
Lunghi Capelli, ovvero il tenente - colonnello
Custer, nel cuore delle sacre Black Hills.
Cos facendo Custer stava violando il trattato di
Fort Laramie del 1868 che principalmente vedeva
i Lakota come uomini liberi e che annullava la
cessione delle Black Hills alluomo bianco, ci
diede vita alla pi grande guerra degli indiani
dAmerica
contro
i
bianchi.
Toro Seduto aveva predetto questo avvenimento:
egli durante una danza del sole (era una cerimonia
di sofferenza e stoica sopportazione del dolore che
si teneva una volta allanno, e voleva sottolineare
che lunica cosa che luomo possedeva era il
proprio corpo) si tagli 100 pezzi di carne dalle
braccia e danz per oltre 24 ore; mentre danzava
si manifest a lui una visione di soldati che
cadevano, fu la profezia esatta di ci che sarebbe
accaduto un mese pi tardi. Il 25 giugno 1876
Custer condusse cinque compagnie di cavalleria
direttamente verso laccampamento dei
Lakota,presso il fiume Erba che scivola, qui inizi

la battaglia che dur allincirca venti minuti e vide


come
vincitore
il
popolo
Lakota.
Purtroppo con landare degli anni luomo bianco,
con la sua arrogante prepotenza , riusc nel suo
intento: desacralizz le Black Hills e inizi la pazza
ricerca
delloro.
Toro Seduto condusse a quel punto il suo popolo in
Canada dove voleva assicurare ad esso il
tradizionale e libero stile di vita nomade, essi si
muovevano insieme al sacro bufalo, che garantiva
loro la sopravvivenza. Purtroppo dopo pochi anni il
popolo Lakota e Toro Seduto dovettero
riattraversare i confini per le condizioni di vita
assai precarie e solo per il bene del suo popolo si
arrese alluomo bianco, andando a vivere nella
riserva, i cui confini erano stati stabiliti dai visi
pallidi. Confini, possedimenti, soprusi,
desacralizzazione, luomo bianco stava
distruggendo la vita delluomo nato libero. La loro
libert si pu notare anche nei luoghi abitati dagli
indiani dAmerica:le infinite pianure del nord,
avvolte nella meravigliosa bellezza della natura, la
loro madre. Abitare in una riserva significava per
luomo Lakota essere soffocato fino alla morte.
Toro Seduto port in salvo il suo popolo nella
riserva, e qui James Mc Laughlin il caparbio
agente indiano, intendeva far diventare gli indiani
simili ai bianchi , ma Toro Seduto, insofferente nei
confronti dello strapotere militare, non riusc ad
andare contro la sua natura, egli era un indiano e
sarebbe rimasto tale, infatti non rimase confinato
nella riserva. Nel 1885 partecip allo spettacolo
Wild West di Buffalo Bill per 50 dollari alla
settimana, guadagnando un dollaro in pi per ogni
foto
autografata.
Nel 1887 ebbe il presentimento che il governo era
in procinto di portar via altra terra al popolo
Lakota, torn quindi nella sua famiglia nella riserva
di Standing Rock e qui ebbe unaltra visione
profetica: il suo stesso popolo lavrebbe ucciso.
Anche questa profezia risult essere veritiera,
infatti quando la danza del sole fu trasformata in
danza degli spiriti (cerimonia che sosteneva che gli
indumenti usati durante il rito avrebbero reso
inviolabile il popolo Lakota dai colpi dei soldati, a
tutti era consentito danzare fino allo sfinimento e
questo rito stava facendo impazzire i praticanti),
Mc Laughlin diede lordine di far cessare la danza,
Toro Seduto si oppose e Mc Laughlin ne ordin
allora larresto. L incarico venne dato a dei

poliziotti reclutati tra gli indiani stessi; il 15


dicembre 1890, prima del sorgere dellalba, i
poliziotti si recarono da Toro Seduto per arrestarlo,
ad un tratto un seguace del grande capo fece fuoco
contro il drappello, che non esit a rispondere al
fuoco e cos Toro Seduto venne colpito al petto e
alla testa. Scoppi il finimondo , quella fredda
mattina 6 poliziotti indiani e 7 seguaci di Toro
Seduto, compreso il figlio Zampa di Corvo,
morirono insieme alleroe indiano, unaltra
profezia si era avverata. Toro seduto forse sar
descritto come colui che strapp il cuore al
generale Custer, o come il pellerossa selvaggio, che
si vede nei film, che invade il piccolo paese
borghese per violentarne le donne e uccidere i
bambini. Sicuramente abbiamo imparato una cosa:
non dobbiamo credere sempre alla storia che ci
viene raccontata, perch dipende da chi la racconta.
Quella di Toro Seduto una figura complessa e
affascinante; nonch una figura che ancora oggi
ispira coloro che vogliono combattere per la
propria libert e per i propri diritti, rifiutandosi,
come il grande capo, di chinarsi allarroganza del
potere.
La corsa alloro non ancora finita, anzi sta
sempre di pi aumentando, luomo diventa sempre
pi avido, il viso pallido sta distruggendo senza
nessun rispetto ci che la madre natura ha donato
molto
generosamente.
Direi che anche una terza sua profezia non troppo
lentamente, in questi tempi, si sta portando a
compimento: strano, ma vogliono arare la terra,
e sono malati di avidit. Hanno fatto molte leggi e
queste leggi i ricchi possono infrangerle, ma i
poveri no... Insudiciano nostra madre, la terra, con
la loro spazzatura, strano Luomo bianco
morir seppellito dalla montagna dei propri rifiuti.
In caso dovesse avverarsi tale profezia, noi uomini
bianchi non possiamo lamentarci, perch lo stesso
Toro Seduto ci aveva avvisato: Quano lultima
fiamma sar spenta. Lultimo fiume avvelentato,
lultimo pesce catturato, solo allora capirete che
non si pi mangiare denaro
BIBLIOGRAFIA
Conoscenza storica, di Alberto De Bernardi
e Scipione Guarracino
I cavalieri del West, di Bosco e Rizzi

FILMOGRAFIA
Buffalo Bill and the Indians, di Robert
Altman
Lultimo pellerossa, di Yves Simoneau
SITOGRAFIA
http://it.wikipedia.org
http://www.indianiamericani.it

Flavio Claudio Giuliano: il


miraggio pagano
Sola Francesca

iuliano nacque nel 331 a


Costantinopoli; figlio di Giulio
Costanzo, apparteneva alla dinastia di
Costantino il Grande. Solo, assieme al
fratellastro Gallo, sopravvisse, nel 337,
alla tremenda purga fratricida che Costanzo II
avvi per annientare tutte le potenziali minacce
alla sua corona, intendendole incarnate negli
elementi maschili della discendenza di Costanzo
Cloro e Teodora. Giuliano, forse strappato di
nascosto alla strage dai suoi precettori cristiani,
forse risparmiato perch di soli sei anni, fu
testimone della strage in cui perse in una sola,
sanguinosa, notte, il padre, il fratellastro
maggiore, lo zio, e sei cugini. Non troppo piccolo
per non comprenderne lorrore, non troppo piccolo
per dimenticare e non covare dentro di s, negli
anni della crescita, un odio latente, un orrore cupo
verso la religione di cui tanto lo zio era imbevuto,
e che gi come per il nonno Costantino il Grande,
era sempre pronto e comodo rifugio, ai loro occhi,
dopo azioni nefaste.
Giuliano crebbe lontano dalla corte ed ebbe come
precettore leunuco Mardonio, che cos volle
educarlo, a pane e Omero, forgiando la mente
acuta del suo discepolo sui fasti perduti della
classicit.
Giuliano ricevette tuttavia educazione cristiana e
crebbe in un periodo di trionfo ariano1 sotto lo zio
Costanzo che fu imperatore cristiano di paranoica
indole, facilmente indotto a considerarsi al centro
di complotti contro la sua vita da parte dei
numerosissimi adulatori dattorno e incline per

natura agli eccidi2. Costanzo per a capo dun


immenso impero disgregantesi, e deve cedere di
fronte alla necessit di affiancarsi un cesare che lo
aiuti a difendere i confini: costui sar dapprima il
nipote Gallo, fratellastro di Giuliano.
Presto Gallo torner inviso allimperatore e,
sommariamente processato, sar costretto a
pagare il fio dei suoi successi militari con la morte
per decapitazione. Stesso destino Giuliano teme
per s, quando lo zio lo invita a Milano
lusinghevolmente, salvo poi ridurlo in prigionia.
Costanzo per facilmente influenzabile, e sua
moglie Eusebia la bella, intercede per il nipote,
che a questo punto inviato in un nuovo esilio ad
Atene, in un soggiorno coatto sotto stretta
sorveglianza che fu per Giuliano il pi bello dei
doni.
Il nostro giovane rampollo non ha infatti alcuna
ambizione di gloria militare, ama soltanto lo
studio e la pratica delle virt filosofiche. Ad Atene
sotto gli insegnamenti di Massimo di Efeso,
introdotto alla teurgia del neoplatonico Giamblico,
che gli pare la disciplina pi efficace non solo per
avvicinarsi alla divinit, ma per somigliargli
almeno un po, intrecciando con essa un dialogo
scambievole e continuo, attraverso la mistica
interpretazione dei simboli e la pratica di rituali
precisi.
Dietro la parvenza della sua educazione cristiana3 ,
Giuliano celava la sua fede verso lantico
pantheon pagano e la pi completa devozione
nellapprendere i misteri mitraici cui era stato
introdotto e le regole della pratica teurgica; chiss

che Giuliano, nel non rivelarsi per il momento,


inconsciamente non presentisse il suo destino di
potere che davvero gli avrebbe concessa una
possibilit, lultima opportunit della storia, di
reindirizzare il cammino dellumanit per unaltra
via!
Giuliano appena ventenne nel ritratto grottesco
che ne d lavverso Gregorio di Nazianzo che
studia con lui in quegli stessi anni nelle scuole di
Atene. Balbettante e euforico nellaccatastare
domande e argomentazioni al pari di persona
incolta, i suoi stessi caratteri fisici erano risibili;
eppure gi in questa impietosa caricatura, Gregorio
non volendo sottolinea lo strano potere del suo
sguardo, un tratto su cui nessun testimone
contemporaneo pot tacere di Giuliano: un fulgore
di sguardo penetrante e infondente coraggio, che i
soldati di l a poco dimostreranno tanto di amare,
che pure le genti di tutto limpero, ancora da
lontano, ameranno in questo giovanissimo uomo
soldato, precipitato alla guerra non dalla tenda di
un accampamento, ma dai divanetti delle
biblioteche dAtene.
Al rapido succedersi deventi che lo condurranno
dopo pochi mesi, oltre ogni previsione, al cesariato
dOccidente, Giuliano non sa in che altro modo
prepararsi alla guerra se non col leggere i
Commentarii di Cesare e le Vite Parallele di
Plutarco. Questo sar il suo addestramento. Qui,
tutta la sua disciplina militare.
Eppure Giuliano fu giovane uomo carismatico pi
di mille altri campioni dellantichit. La sua
barbetta da filosofo e il suo agile corpo atto alla
corsa, ma dalle spalle larghe e le gambe ben salde a
dar sicurezza, lo condussero dopo soli quattro anni
da cesare in Gallia - dopo una trionfante campagna
che riassicur allimpero tutti i confini occidentali allacclamazione, da parte dei suoi soldati, alla
corona imperiale e ad un atto di insubordinazione,
di fronte a cui si trov forse impreparato, ma che
pure decise infine di assecondare, confermando che
il topino di biblioteca deriso da molti, poteva ben
essere Uomo dellOccasione, o, meglio,
consapevole strumento di un destino per lui
prescritto dagli dei.
Giuliano chiede allo zio di prendere atto della
nuova situazione. Ci si appresta alla guerra civile,
ma durante la risalita dai territori persiani verso
Occidente alla guida del suo esercito, Costanzo
sammala; tenta una coraggiosa ripresa della

marcia, ma muore.
E il 3 novembre del 360. Giuliano ora unico,
incontestato, Augusto: pu ora porre la sua mano
decisa su di un sogno gi da lungo tempo sfiorato.
Ora nelle possibilit di realizzarlo. Egli ambiva
a dare ai popoli la loro prospettiva perduta e
soprattutto il culto degli dei. Ci che pi
commuoveva il suo cuore erano i templi rovinati, le
cerimonie proibite, gli altari rovesciati, i sacrifici
soppressi, i sacerdoti esiliati, le ricchezza dei
santuari distribuite a persone miserabili4.
La rinascita pagana dellimpero, il ritorno
allantico culto e il rovesciamento della
dominazione cristiana cominciano ufficialmente
con leditto promosso in favore della libert di ogni
culto sul suolo imperiale che permise la riapertura
dei templi e la celebrazione dei sacrifici pagani,
mentre fu concesso il rientro dall'esilio a quei
vescovi cristiani che per le reciproche dispute tra
ortodossia e arianesimo erano stati allontanati dalle
loro citt5 . Il 17 giugno 362, Giuliano emise un
editto con il quale stabiliva l'incompatibilit tra la
professione di fede cristiana e l'insegnamento nelle
scuole pubbliche. Alla legge fece seguire una
lettera circolare che spiegava che il motivo per cui
era necessaria tale autorizzazione imperiale per
linsegnamento, che soltanto maestri che
credevano nel pantheon pagano potevano
giustamente insegnare le opere dei sommi autori
classici che da quelle stesse divinit del pantheon
erano stati ispirati nella vita e nel pensiero.
Spinto dallillusione dellImpero universale,
novello Alessandro, sostin nella campagna in
Oriente contro i persiani; quivi trover la morte,
ripetutamente ignorando i responsi oracolari
sfavorevoli che pure egli puntualmente richiede ai
sacerdoti al suo seguito, e il triste presagio del
Genio dellImpero, che col volto mesto vedr
abbandonare la sua tenda, nella notte della vigilia
fatale.
Mentre le sue gesta lo stanno conducendo alla
distruzione delle forze persiane; mentre gi ha
guadagnato la resa, da lui rifiutata, dal parte del
Gran Re Sapore, Giuliano continua a scrivere i suoi
discorsi. Giuliano divideva tutte le sue notti in tre
momenti: al primo dedicato al riposo, seguiva
quello dedicato alla preghiera; nel terzo, prima di
prepararsi alla battaglia, Giuliano scriveva.
Copiosa la sua produzione, costante nella sua breve
vita; dai panegirici alla coppia imperiale, ai

discorsi di giustificazione dei propri atti alle varie


province dellimpero, alle satire, agli scritti
teologico-filosofici volti a diffondere la sua paideia
cos che la sua opera di restaurazione non mancasse
di valide argomentazioni. Fu arguto polemista e di
finissimo acume ma solo nellultimo secolo se ne
consider la produzione. Giuliano fu uno dei
principali autori greci del IV secolo: tra i suoi
lavori, l'opera "Contro i Galilei" gli conquist l'odio
e la demonizzazione del mondo cristiano. L'opera
and distrutta, ricostruibile solo per gli accenni del
vescovo Cirillo di Alessandria che lo confut 50
anni dopo la sua morte.
Il 22 giugno del 363 Giuliano moriva nei pressi di
Toummara, in Mesopotamia, ucciso da una lancia
vagante, nel turbine del polverone sollevato dalla
ressa combattente; inerme, protetto dal solo scudo:
Giuliano era accorso imprudentemente senza
neanche volersi approntare larmatura; gli urgeva di
portare manforte ai suoi soldati, colpiti di sorpresa
nella retroguardia. Cade da cavallo, Giuliano, ma
tenta di togliersi il legno che da dietro la spalla gli
trapassa il torace sino al fianco, non riesce; si rialza
e combatte finch le forze non lo abbandonano del
tutto.
Nella tenda si riprende e vuole tornare a
combattere, ma troppo debole. Morir a breve,
accettando stoicamente la propria morte,
rimproverando chi gi lo compiange; trascorrer gli
ultimi momenti della sua agonia discorrendo coi
suoi amici sullimmortalit dellanima, lo rasserena
il pensiero daver mantenuto con tutte le sue forze,
gloriosamente, immacolato, limpero.
Le stragi, le torture, i tranelli, le delazioni e le
congiure, tutto quanto di pi sanguinoso e ambiguo
caratterizzava le corti imperiali cristiane come gi
quelle pagane, sin dallepoca di Claudio, Tiberio,
Nerone. Ma un nuovo elemento, ora, vi s'aggiunge:
che neanche il Cristianesimo, il quale pure si
proponeva al mondo come una fede dagli altissimi
valori morali, riusc a fermare questo indirizzo
torbido dellanima umana, ma anzi benissimo
sinsinu nel sistema, usufruendo ben presto di
quegli stessi strumenti di tortura, di quelle stesse
condanne e repressioni che fecero gi nel IV secolo
molte vittime, una prima caccia alle streghe, in
nome di un nuovo principio, lIntolleranza.
Ben presto, la religione cristiana, che pure aveva
apportato inizialmente nuova linfa negli strati
sociali pi bassi coi suoi ideali duguaglianza, e di

carit simpossess delle arti classiche della


retorica e di ogni strumento di propaganda e di
controllo6 e finanche delliconografia classica, per
avviare quel processo di diffusione del culto che
condurr alla societ tardo-antica a maggioranza
pressoch totale cristiana.
E c' anche che la formula ortodossa che risulter
vincitrice dalla guerra metafisica sar cos
circonfusa di mistero e di irrazionale che
necessariamente sar posta come assoluto dogma, e
ci in maniera indiscutibile e per via definitiva da
Agostino. E qui, proprio qui, il Cristianesimo fonda
la sua caratteristica intolleranza, nel porre la
propria teologia nel sovrarazionale e nel Mistero
incomprensibile; nel mistero del Dogma la Chiesa
ha fondato la sua indiscutibile sovranit,
presentandosi come suprema autorit in possesso
delle chiavi per la salvezza, unica dispensatrice dei
rimedi dell'anima.
Fino al Cristianesimo le metafisiche erano
semplicemente delle opinioni, oggetto di una
speculazione filosofica costantemente rivalutata e
rimessa in discussione di maestro in allievo, di
scuola in scuola. Il Cristianesimo ortodosso fece
invece della metafisica un dogma "rivelato" e
indiscutibile poich elevato al di sopra delle
capacit speculative razionali dell'uomo - ancora
abbastanza
razionale
e
"umanamente
comprensibile", la teologia di Ario. Di qui
l'intolleranza dottrinale tra i partiti, ognuno
pretendente per s della verit assoluta.
Il Neoplatonismo, rispetto al Cristianesimo, si
mantenne fedele alla libert di culto, gi dalle sue
origini, anche quando sembra oltrepassare i limiti
della speculazione filosofica per circonfondersi
sempre pi di religiosit: Porfirio, infatti,
ammetteva le varie religioni nazionali in nome di
manifestazioni epifaniche dellEssere che permea
lintero Universo. Partendo dalle premesse di
Plotino, egli spiegava le religioni come sforzo
dellanima umana a uscire dal finito e
ricongiungersi con Dio. in questo modo
riconosceva tutte le religioni nazionali, aborrendo
di conseguenza la presunzione esclusivista del
Cristianesimo e la sua agguerita intolleranza.
Il culto pagano, tuttavia, durante il IV secolo non
che una flebile sopravvivenza, esaurita, dell'antica
religione naturale. Le mitiche divinit del
pantheon, la cui molteplice coesistenza consent
sempre suprema tolleranza nei confronti dei pi

svariati culti, sopravvivevano in riti e celebrazioni


vuotate del loro antico significato mistico: di e de
mitologici, poco pi che personaggi letterari al
confronto della divinit e dei nuovi santi cristiani rispetto ai quali non erano n contemporanei n
storicamente conoscibili -, non ne potevano
affrontare la verde irruenza.
Resta del paganesimo il folclore religioso nelle
campagne, un'antica devozione laddove si lontani
dai centri propulsori del pensiero; ma altrove, l tra
le accademie, tra i seggi senatori, nelle scuole di
retorica, sopravviveva un sentimento pi elevato,
pi speculativo: una consapevolezza razionale della
grandezza della religione patria, del culto a divinit
che protessero e resero grandi i popoli ellenici e la
loro cultura.
Lo spettacolo che si poneva agli occhi di questi
liberi, tolleranti, pensatori, erano corti guaste da
confessori cristiani, consiglieri infimi che di contro
alle effusioni di santit dalla loro ingorda bocca
pure non esitavano nel suggerire i pi cruenti
delitti, i tradimenti pi subdoli; apparati burocratici
invasi dagli esponenti della nuova fede, che gi
s'erano affibbiati i maggiori privilegi e gi s'erano
esonerati dalle comuni tassazioni; popolazioni
cittadine che in preda a devoti furori facevano
scempio delle vestigia dell'antica fede dei padri.
Neoplatonismo e Cristianesimo hanno in comune la
necessit di riavvicinare luomo alla divinit, sotto
forma di espressione panteista nel primo caso,
monoteista nel secondo; sono proiezione del
fallimento delle religioni naturali e razionali che li
precedettero; salimentarono vicendevolmente,
snaturandosi lun laltro. Il Neolatonismo
accentuer il suo carattere mistico, ponendosi
sempre pi come religione; il cristianesimo,
sovraccaricandosi di speculazioni teologiche, finir
con limpoverire il proprio originario spiritualismo.
In effetti nessuna delle due correnti bast a
soccorrere alle aspettative che portavano con s e di
cui luomo era da lungo periodo affannato. Al
Neoplatonismo difettava di fondare il proprio
sistema su divinit ormai fattesi vuoti simulacri; al
Cristianesimo la perdit dei valori su cui aveva
basato la propria predicazione. E qui giungiamo
alla motivazione intima del tentativo di
restaurazione pagana di Giuliano: il
Neoplatonismo, ristretto nelle elitarie cerchie,
spregiato dalle corti, appeso ai suoi Misteri e alle
sue meditazioni, preserv quel minimo di idealit

che nel frattempo il cristianesimo aveva perso, per


laltra faccia della sua vittoria, diretta, infausta
conseguenza della sua mondanizzazione.
Cos, dalla necessaria concessione di tolleranza alla
fede cristiana, interpretabile inizialmente come
intuizione politica, all'imperio intollerante della
medesima fede non passano che pochi decenni.
Secondo questa lettura, il tentatitivo di Giuliano
non pu comprendersi se non anche come una
necessit di rifondazione morale.
La reazione degli antiochesi al soggiorno
dellimperatore nella loro citt, ne certamente la
controprova pi interessante, cos come la lettera di
sdegno che gli indirizza in risposta il giovane
Giuliano: nulla che accenni a contrasti di tipo
religioso, solo un insormontabile abisso tra due stili
di vita incompatibili, in cui il degenerato, guarda
un po, non fu certo lApostata.
Una biografia tanto ricca, non pu essere troppo
riassunta. Fu leggenda, lorfanello leopardiano
tutto libri, che posto prepotentemente su di un
cavallo a guidare limpero, ne ricuciva i confini in
brandelli.
Demonizzato come folle visionario e autore di
atroci sacrifici umani, fu piuttosto umanissimo,
tollerante, un imperatore filosofo che pretendeva
come primo criterio per i suoi sacerdoti la sola
sensibilit morale, senza limiti di censo o
provenienza, che cre ospedali e rifugi per malati,
orfani, donne. Che insegn la carit verso tutti,
compresi i malvagi e i carcerati. Non avvi alcuna
persecuzione anti-cristiana: i soli 8 martirii7 che
vennero riconosciuti dalla tradizione ecclesiastica
risalenti agli anni del suo regno, sono per molti
motivi discutibili, come avvenuti per opera della
folla inferocita su chi aveva profanato templi e
cose sacre pagane e comunque non direttamente
riconducibili alla volont dellimperatore.
Sulla sua figura pes la tradizione vincente della
storiografia cristiana, specie plasmata sulle
impietose due orazioni di Gregorio di Nazianzo,
uno dei padri della chiesa che alla sua morte, cos
brindava:
Udite, popoli! [. . . ] fu estinto il tiranno [. . . ] il
dragone, l'Apostata, il Grande Intelletto, l'Assiro, il
comune nemico e abominio dell'universo, la furia
che molto gavazz e minacci sulla terra, molto
contro il Cielo oper con la lingua e con la
mano(Gregorio di Nazianzo, Orazione IV, 1).

Note:

1 . Arianesimo al quale qualche storico cristiano


attribuisce la responsabilit del rifiuto netto del giovane
principe nei confronti del cristianesimo
2. Tuttavia, secondo Eutropio,Costantio sinente potius
quam iubente. La purga del 367 mir allepurazione di
tutti le potenziali minacce al suo governo, ovvero tutti i
membri maschi della dinastia costantiniana. Costanzo
attribuir la responsabilit delleccidio a una rivolta
militare.
3. Nella sua prigionia dorata di Macellum (Cappadocia),
da ragazzo, studi con seriet, sotto il vescovo ariano
Giorgio di Cappadocia, i testi biblici.
4. Libanio, Orazione XVIII, 20.
5. Eppure, nonostante la tolleranza religiosa fosse quasi
sicuramente naturale propensione del suo spirito,
potrebbe esser vero che nel rientro degli esponenti pi
caldi delle opposte tendenze cristiane Giuliano
sperasse di favorire discordia e debolezza allinterno
della Chiesa. Infatti, l'esperienza gli aveva insegnato
che non ci sono belve pi pericolose per gli uomini di
quanto non siano spesso i cristiani nei confronti dei loro
correligionari: Ammiano Marcellino, Storie, XXII, 5, 2;
ma anche lo storico ecclesiastico Filostorgio, Storia
Ecclesiastica, VII, 4.
6. Vedi R. Lizzi, Discordia in urbe: pagani e cristiani in
rivolta, in Pagani e cristiani da Giuliano lApostata al
sacco di Roma, Atti del Convegno Internazionale a cura
di Franca Elia Consolino, op. cit.
7. Cfr. F. Scorza Barcellona, Martiri e confessori dellet
di Giuliano lApostata: dalla storia alla leggenda,in
Pagani e cristiani da Giuliano lApostata al Sacco di
Roma, op.cit. pag. 54-83

Le migliori tesine del Laboratorio


di Italiano Scritto 2011 /201 2

Apologia della musica


Agresta Francesco

ensazioni, pensieri, parole. Idee che si


rincorrono lun laltra, come in un
infinito gioco d'inseguimenti in cui
poco importa il ruolo del vinto o del
vincitore, quanto piuttosto il percorso da esse
tracciato, segno indelebile del passaggio da una
dimensione umana e materiale ad una pi pura e
spirituale, ma non per questo meno attinente al
reale. E ci che ci accade ogni volta che veniamo
a contatto con quello strano turbinio di voci ed
emozioni che comunemente racchiudiamo nella
parola musica: uno scrigno, un involucro di
sette note la cui combinazione (non ci si lasci
ingannare dalla cifra) pu rappresentare un punto
di contatto diretto con tutto ci che riguarda
lindagine prettamente umana e non solo. Si tratta
di attimi fugaci o di lunghi ed intensi viaggi, in cui
facile ritrovarsi smarriti da un momento all'altro,
naufragati ed immediatamente immersi in questa
sorta di alienante quarta dimensione. A volte
addirittura affogati in essa, al punto da non poter
pi trovare una facile via d'uscita. In casi del
genere, la migliore bussola in grado di guidarci si
costituisce di un precisa armonia tra cuore e
mente, passione e ingegno: due perfetti elementi
matrici del nostro orientamento, salvagenti a cui
aggrapparsi per poter tornare a respirare aria di
salvezza. Sempre che, arrivati a questo punto, si
voglia ancora essere salvati.
Ci che la mia tesi si propone di mettere in atto,
come suggerisce chiaramente il titolo, una sorta

di apologia della musica, una sua esaltazione


come disciplina ed arte totale e totalizzante sotto
ogni punto di vista, nonostante il lento declino
sociologico e culturale che la porta oggi ad essere
ridotta al rango di mero intrattenimento nella
considerazione di fin troppe persone. Posta in
auge dalla sua natura stessa, che non la vede
primeggiare in nessuna ipotetica classifica delle
espressioni artistiche: ovviamente non perch non
ne abbia merito, ma perch se ne astrae in
maniera del tutto consequenziale, dando vita ad
una propria dimensione speciale che ne esalta
ogni singola e specifica peculiarit. Sin dall'alba
dei tempi il suo fascino attrasse irrimediabilmente
l'uomo: dapprima grazie ai suoni grezzi, selvatici,
ma allo stesso tempo armonizzati in un
ammaliante unicum da parte della natura; ed in
seguito scoprendo di poter piegare larmonia alla
propria personalit, che fosse attraverso capacit
innate (la voce, e dunque la sua equivalente nel
canto) o attraverso nuove opportunit dettate dal
suo ingegno industriale (e dunque gli strumenti
musicali: sin dai pi rudimentali, che potevano
essere costituiti semplicemente da pietre e bastoni,
per arrivare a quelli moderni, in cui il pi delle
volte l'elettronica la fa da padrona). E' importante
sottolineare per come la materia musicale sia il
solo ed unico soggetto che agisce in prima
persona: potremmo immaginarla come un'entit,
che si manifesta sulla terra utilizzando l'uomo
come suo strumento (quasi a delineare una sottile

ironia), nonch come suo principale fruitore. Per


dirla con le parole del celebre chitarrista
statunitense (ma di origini italiane) John
Frusciante:
Penso che la forza creatrice si esprima con la
nostra esistenza. Non credo che unidea musicale
nasca nella mente, presumo abbia origine in un
luogo che non ci appartiene, e da cui poi in un
secondo momento attingiamo per creare. E tal
processo riguarda ogni cosa che noi creiamo, la
Natura che si esprime assieme a noi. Al pari di un
fiore o un albero che cresce sul terreno. [] La
musica cos espressiva che le parole non sono
sufficientemente in grado di dare leffettiva
spiegazione che possa farci comprendere la
tematica . Noi possiamo entrare in connessione con
La forza creativa delluniverso, sorgente o Dio o
come tu voglia chiamarla. Possiamo entrare in
contatto con questa intelligenza imparando un
linguaggio musicale, imparando uno strumento
musicale, riuscendo ad identificare un suono o un
sentimento, o riuscendo ad esprimere in maniera
graduale emozioni sempre mediante il tuo
strumento1 .
Musica come forza creativa dunque. Difficile
trovare una definizione che abbia un impatto pi
profondo e significativo, e che la esalti fino a
dotarla quasi di una certa responsabilit. L'unico
modo che ha l'uomo di farla propria quella di
abbandonarsi del tutto ad essa, lasciarvisi penetrare
fino a perdere quasi la propria volont, la precisa
coordinazione di ogni sinapsi, il controllo del
movimento delle proprie dita sulla liscia superficie
di un pianoforte, sul ruvido nylon di una corda o
sulle chiavi di un freddo ottone.
Sin dagli albori, la parola musica possedeva gi
presso i Greci un significato ben pi ampio e
complesso di quello comune, essendo in origine
una forma aggettivale derivata da , nome
con il quale si indicava, nella mitologia classica,
ciascuna delle nove sorelle che presiedevano alle
arti e alle scienze. Il rapporto etimologico ci mostra
dunque come nella civilt ellenistica essa fosse
considerata elemento fondamentale nell'ambito
delle attivit che perseguivano la bellezza e la
verit, e che ad essa ineriva di conseguenza una
serie di implicazioni maggiore di quanto oggi si
possa pensare. Quella musicale fu materia di studio
e d'indagine per molti dei pi celebri ed influenti
pensatori d'et classica; e tra tutte, le teorie pi

rilevanti furono senza dubbio quelle espresse da


personalit del calibro di Pitagora e Platone. Il
primo la connesse strettamente alla matematica2:
come infatti la comprensione dei numeri era
ritenuta la chiave per la comprensione dell'intero
universo, spirituale e fisico, cos il sistema dei
suoni e dei ritmi, a sua volta regolato da rapporti
numerici, era concepito come esemplificazione
dell'armonia cosmica. Alla rotazione degli astri fino
ai pi profondi meandri dell'universo egli associ
la nascita di una musica perfetta e divina,
letteralmente celestiale, il cui suono quasi
impossibile da udire a causa dell'assuefazione, quel
fenomeno psicologico che rende inavvertito alla
coscienza percettiva un suono continuo. Scriveva a
tale proposito il neoplatonico Giamblico:

[. . . ] valendosi di un divino potere, ineffabile e


arduo a concepirsi, (Pitagora) sapeva tendere
l'orecchio e fissare la mente alla sublime musica
celeste. Ed era l'unico, come spiegava, in grado di
udire e intendere l'armonia universale e la musica
consonante delle sfere e degli astri che entro queste
si muovevano. Questa armonia rende una musica
pi pura e pi piena di quella umana, grazie al
movimento dei corpi celesti, il quale
caratterizzato da suprema melodiosit ed
eccezionale, multiforme bellezza. Queste ultime
sono il prodotto dei suoni celesti, i quali traggono
s origine dalle ineguali e in vario modo tra loro
differenti velocit, grandezza e posizione dei corpi,
ma sono nondimeno collocati in reciproca
relazione nel modo pi armonico 3 .

Questa teoria era ovviamente rafforzata dal fatto


che all'epoca si ritenesse che il sole, la luna ed i
pianeti girassero attorno alla Terra4 all'interno delle
proprie sfere, le quali rispettavano rapporti tra
intervalli musicali a numeri interi, creando in
questo modo delle vere e proprie armonie. Platone
la riprese e rielabor nel celeberrimo Mito di Er,
contenuto nel X ed ultimo libro della Repubblica,
in base al quale ciascuno dei sette pianeti (cinque
pi il Sole e la Luna) emette contemporaneamente
un suono insieme alle stelle fisse. La loro armonia
complessiva di otto note genera un immenso e
perfetto accordo, simbolo ed espressione
dellArmonia cosmica, nel quale trovano
consonanza, equilibrio e giusta rispondenza col
tutto gli elementi costitutivi della materia,
potenzialmente disparati e in conflitto fra loro.
Inoltre, lidea della musica come intimamente

connessa con la parola ha privilegiato nel mondo


greco un altro fondamentale aspetto di questarte,
cio il suo effetto sugli altri e quindi il suo potere di
azione sul carattere, la volont e la condotta degli
esseri umani. Le qualit etiche della musica trovano
a loro volta spiegazione nella teoria pitagorica
dellanima, la quale viene messa in movimento dai
suoni: il mutato equilibrio dellanima darebbe
dunque origine a differenti caratteri e passioni,
facendo cos in modo che la melodia possa
convincere o commuovere, placare un intero
popolo in rivolta, combattere linfluenza eccitante
del vino, spingere alle armi o addirittura guarire.
Platone elabora ed espone, in proposito, la teoria
dellEthos, cio delle qualit morali e degli effetti
della musica, in seguito ripresa anche da Aristotele
nella Poetica e nella Politica. La musica infatti,
lungi dallessere unimmagine inerte dellordine
universale, imita direttamente e rappresenta i pi
diversi stati danimo; di conseguenza, ascoltando
una musica che imiti rabbia o ira, si finir con
lessere coinvolti in passioni ignobili che
plasmeranno negativamente il nostro carattere,
mentre ascoltando musica che imiti gentilezza,
coraggio o temperanza, si tender a sviluppare una
personalit corretta ed armoniosa, che Platone
definisce giusta. questo dunque il criterio
secondo il quale Platone, nel VII libro delle Leggi,
distingue la musica buona dalla cattiva, la cui
differenza non pu e non deve essere distinta in
base al godimento che se ne trae, ma piuttosto in
base agli effetti morali che ne derivano. Infine,
quasi a chiusura del cerchio, nel XII capitolo del
Simposio il filosofo sostiene per bocca di
Erissimaco che la musica la manifestazione pi
perfetta dell'Eros regolare, cio di quell'Eros
stupendo, sublime, celeste, che prescindendo da
ogni aspetto profano e volgare si annida nel cuore
dell'incompletezza umana e si fa ponte tra l'umano
ed il soprannaturale, volando alla ricerca della
Verit.
Spostando le nostre analisi su un punto di vista
scientifico ed osservando le reazioni che l'intenso
rapporto musica-individuo in grado di realizzare,
correremmo quasi il rischio di rimanere sorpresi di
fronte all'evidente concretizzazione dei suoi
magici poteri. D'altronde sempre pi spesso gli
studi intrecciati di neurologia e musicologia ci
vengono incontro dimostrando
quanto sia
importante nella vita di un uomo abbracciare la

musica e renderla un elemento cardine della


propria quotidianit: non sar un caso, infatti, se in
base a determinati studi risulti che molti degli
studenti delle universit americane che si
impegnano a tempo pieno nella pratica di uno
strumento musicale risultino poi quelli con i
migliori profitti a livello didattico. Le ricerche
coordinate da Michael Gazzaniga, uno dei pi
importanti neuroscienziati al mondo (docente di
psicologia all'Universit di Santa Barbara),
forniscono diverse
certezze riguardo la
correlazione tra musica e intelligenza: ad esempio
si visto come nei bambini pi piccoli la pratica
musicale stimoli l'attitudine alla geometria,
migliorando notevolmente le capacit di
riconoscere le figure geometriche. La costante
pratica di uno strumento, soprattutto nel momento
in cui si arriva alla memorizzazione ed esecuzione
di pezzi musicali complessi, in grado di stimolare
nell'individuo lo sviluppo di una serie di strategie
sofisticate per la gestione di linguaggi anche non
musicali, con evidenti vantaggi a livello cognitivo
anche al di fuori delle arti. Inoltre fare musica
stimola l'apertura mentale e la curiosit nei
confronti di tutte le materie: senza alcun limite
d'et, essa in grado di aprire nuovi orizzonti, con
ovvie ripercussioni sull'intelligenza, ed triste in
quest'ottica segnalare come l'Italia (quella che un
tempo era conosciuta come la patria della Musica,
quella con la m maiuscola, ed in particolar modo
della lirica e dell'opera) si ritrovi sprofondata agli
ultimi posti nella graduatoria dell'insegnamento
musicale in et scolastica, non solo in Europa ma
anche nel resto del mondo. Focalizzandosi su degli
aspetti prettamente pi fisiologici riguardanti gli
effetti dello stimolo musicale sull'essere umano, i
risultati possono sembrare ancora pi stupefacenti.
Secondo gli studi effettuati dal neurologo canadese
Robert Zatorre, della Mc Gill University di
Montreal, le reazioni della musica sul corpo sono
ben definibili ed identificabili, in quanto alterano in
modo percettibile il battito cardiaco ed il tono
muscolare. A livello cerebrale, si assiste
all'attivazione di alcuni centri del piacere, una
reazione che avviene anche durante le cosiddette
attivit gratificanti, come l'assunzione di cibo,
droghe, o l'attivit sessuale. Ci che la differenzia
da queste per (e che ne aumenta dunque il
carattere in un certo senso miracoloso) il fatto che
si tratti palesemente di un'attivit astratta, e

dunque priva di qualsiasi valore biologico. Per


spiegare questa reazione ci vengono incontro
motivazioni molto pi antropologiche che
scientifiche, in quanto nonostante oggi la musica si
trovi relegata nel vago recinto dellintrattenimento,
nelle societ primitive la sua pratica era legata alle
esigenze primarie quali sesso e cibo, poich era
utilizzata in tutti i rituali come quelli di caccia e di
iniziazione. Per molto tempo si sostenuto che il
linguaggio attivasse l'emisfero cerebrale sinistro e
la musica quello destro; ma non corretto
considerare quest'ultima, all'interno della sua ampia
polivalenza, una effettiva forma di linguaggio? Lo
, certo che lo . E di conseguenza i diversi
elementi che la compongono (tono, ritmo, melodia,
armonia, ecc..) si distribuiscono su entrambi gli
emisferi cerebrali. Il cervello per in grado di
"riconoscere" la musica e la reazione diversa da
altri stimoli uditivi, come voci o rumori. Non
risultano invece differenze fra le reazioni cerebrali
stimolate da una sinfonia di Beethoven, una
canzonetta o una musica proveniente da una cultura
completamente diversa da quella dell'ascoltatore.
Un altro studioso infatti, Steven Demorest
dell'Universit di Seattle, usando la risonanza
magnetica dimostr che un'antica melodia cinese
produce nel cervello degli ascoltatori la stessa
risposta provocata da un brano di tipologia classica.
Il pentagramma si conferma cos territorio proprio
di un linguaggio ed un'esperienza universale
accessibile a tutti, anche dal punto di vista
fisiologico.
E' purtroppo vero per che, in tempi come quelli
che oggi stiamo attraversando, questo quadro
idilliaco tracciato da brillanti personalit del
pensiero e della scienza umana sta perdendo
sempre pi la sua aderenza con la realt del
quotidiano. Nell'epoca del profondo materialismo
di cui siamo impregnati fino al midollo, anche la
musica finita per diventare un autentico business:
un prodotto da lavorare, modellare e confezionare
secondo precise e severe regole di mercato. La
materia prima, ovvero il brano musicale, sembra
quasi essere relegato ad un piano d'importanza
secondario, letteralmente sommerso dalla vorticosa
giostra della promozione e della propaganda, sulle
quali le case discografiche scelgono ormai di
puntare con decisione in modo da far quadrare i
bilanci, a maggior ragione dopo l'avvento di
internet (ed in particolare del file sharing) ed il

conseguente crollo della vendita al dettaglio dei


dischi. Gi, l'economia: una materia con la quale la
musica, in base ai discorsi fatti precedentemente,
dovrebbe avere veramente poco a che fare, e che
invece ha finito per coinvolgere in maniera netta
anche il mondo delle sette note, portandolo in
breve tempo ad un'immagine di declino. La perdita
di sincerit ci che pi di tutto mi spaventa
all'interno di questa sorta di percorso di negligenza:
nel momento in cui un artista non compone pi per
esprimersi, per soddisfare in lui quel bisogno
innato che lo rende tutt'uno in via trascendentale
con la propria quarta dimensione, e finisce per
piegare la sua arte alle esigenze del pubblico, ecco
che la musica smarrisce la specialit della sua
natura; bistrattata, umiliata e calpestata proprio da
coloro che pi dovrebbero curarla. Ovviamente non
mia intenzione generalizzare e far cos di tutta
l'erba un fascio: il presente (per fortuna) ancora
colmo di musicisti per cos dire onesti e degni di
tale nome che, godendo di una maggiore o minore
visibilit, operano indistintamente guidati
dall'ardente fiamma della propria passione, che li
conduca al buio di una piccola camera o sotto
l'accecante luce dei riflettori di un palco. Il tutto
sta, ovviamente, nel saperli riconoscere in modo da
poter attribuire ad ognuno i suoi giusti meriti.
Come gi accennato in precedenza, rimarcando il
carattere universale delle sette note non ci si pu
non soffermare sul valore comunicativo che
impreziosisce ulteriormente la loro natura,
rendendo la musica un vero e proprio linguaggio
con le carte in regola. Cos come le lingue degli
uomini, essa si avvale di una parte fonica e di un
particolare tipo di grafia, che per salvo casi
eccezionali (come ad esempio la genialit di
Beethoven, che anche privato delludito riusc a
scrivere ci per cui oggi viene ricordato come
probabilmente il miglior compositore di tutti i
tempi) incarna solo una funzione di supporto nei
confronti della prima, verso cui risulta quasi del
tutto dipendente. Il linguaggio parlato indirizzato
alla frazione pi consapevole del nostro cervello,
quella appunto che si esprime con la parola, che
funge da interprete tra noi e gli altri, e tra la parte
implicita e quella esplicita del nostro essere. La
musica invece il mezzo creato per dettare dei
sentimenti nellascoltatore, utilizzando a questo
fine la frazione inconsapevole del cervello.
Possiamo affermare che non esiste una maniera

precisa per elaborare una musica altamente


espressiva: la ricetta non scritta, creata sul
campo, la trova il compositore nella parte
inconsapevole di se, e riesce poi a riversarla nel
codice scritto ed esplicito dello spartito. Se
accettiamo per di conferire alle sette note lonore/
onere di definirsi linguaggio, avremo bisogno
dunque anche di una serie di parametri validi che ci
aiutino a classificarlo in questo senso, come ad
esempio quelli istituiti dal semiotico Charles W.
Morris, il quale sostiene che un sistema di segni
pu definirsi linguaggio solo se rispetta le regole di
tre fondamentali discipline linguistiche: la sintassi,
la semantica e la pragmatica. Applicando i loro
principi al linguaggio musicale, troviamo che la
sintassi in primo luogo dovr occuparsi delle norme
che consentono di legare tra loro i diversi segni,
ordinandoli secondo una determinata grammatica
(intesa come successione di regole) che pu variare
a seconda dei contesti e che si espliciter grazie alla
manifestazione della stessa materia musicale. La
semantica invece riguarda le relazioni che
intercorrono tra i segni e gli oggetti a cui essi si
riferiscono, e in ambito musicale si caratterizza in
base ad una doppia interpretazione: secondo la
prima, il linguaggio musicale sarebbe generalmente
privo di denotazione, ed il suo contenuto semantico
apparirebbe per cos dire contestuale, ovvero
racchiuso in se stesso e dunque non affidato alla
relazione suono realt extrasonora; in seconda
istanza, una semantica musicale considerata
possibile, ma solo in maniera arbitraria attraverso
delle convenzioni ed in alcuni precisi patti validi
allinterno di particolari gruppi sociali ed in
contesti storico culturali determinati. Infine la
pragmatica riguarda lo studio delle relazioni che si
stabiliscono tra i segni e le persone che li
utilizzano, e possiamo avere a che fare con la sua
manifestazione in ambito musicale ogni qualvolta
un gruppo di persone si riunisce interagendo tra di
loro attraverso le sette note. Nel messaggio
musicale inoltre il ritmo, la melodia ed il timbro
costituiscono tre elementi dal ruolo essenziale: il
ritmo di per se una componente ripetitiva
connessa coi ritmi biologici (come quello cardiaco
e respiratorio), e costituisce lintelaiatura sulla
quale si estende la storia raccontata dalla
melodia, in cui giocano gli accordi tra le note e
lampiezza dei suoni. Il timbro si identifica invece
con la matrice stessa del suono, la voce dello

specifico strumento che lha prodotta, sia esso


artificiale o naturale (la voce del vento, lo scroscio
dellacqua o il canto degli uccelli), e possiede una
sua componente espressiva che produce
inevitabilmente un sentimento. Lo stato danimo
prodotto finale di un ascolto musicale pu dunque
differenziarsi secondo una doppia chiave
interpretativa: una pi individuale, strettamente
connessa alla sfera intima e personale della
persona, ed unaltra collettiva, o addirittura
universale, di condivisione ed empatia. Questo
fenomeno pu avere aspetti ed espressioni, anche
corporali e motorie, assai diverse a seconda della
partecipazione ad una musica per cos dire
apollinea (ovvero vicina al genere classico)
oppure a una musica dionisiaca (un rock, o
addirittura gli antichi canti di guerra).
La mia convinzione dunque, alla luce delle prove
qui fornite alla causa (probabilmente in numero
parziale, ma di sostanza significativa) si rinforza
nellidea che la musica dovrebbe recuperare
allinterno della societ odierna quella componente
di dignit ed autorevolezza che si andata
lentamente ad assottigliare, schiacciata sotto il
grosso peso di una delle peggiori attitudini che
possano influenzare luomo: la superficialit.
Essere superficiali ci impedisce di vedere la
bellezza in ci che ci circonda, nella semplicit del
quotidiano, corrompendo lanima in favore di quel
bieco materialismo a tutti i costi in cui la musica,
quella vera e pura, non pu che trovare uno spazio
minuscolo. Mi riesce davvero difficile immaginare
che una persona possa vivere senza musica,
qualunque sia il posto che egli voglia dedicarle
allinterno del proprio percorso, dalla semplice
colonna sonora al protagonismo assoluto. Per
questo motivo penso sarebbe giusto che essa
recuperi quella dimensione di spessore che le si
addice per sua stessa natura, ritrovando quel ruolo
fondamentale di cui degna anche allinterno di
una societ talmente controversa come quella con
cui oggi ci troviamo a fare i conti. Daltronde,
richiamando un celebre aforisma di Friedrich
Nietzsche, senza musica la vita sarebbe un
errore, e di errori la storia delluomo gi fin
troppo colma.

Note:
1. Tratto dal film-documentario The heart is a
drum machine (2009), diretto da Cristopher

Pomerenke.
2. Come d'altronde era quasi inevitabile, avendo
egli riposto nel concetto di numero il proprio arch,
ovvero la natura intima del tutto, fondamento e
causa di ogni cosa.
3. Cit: Giamblico, La vita Pitagorica, ed BUR, pag
195
4. Il famoso sistema geocentrico (o anche detto
aristotelico tolemaico), soppiantato nel 500 dal
modello
eliocentrico formulato per la
prima volta dallastronomo polacco Niccol
Copernico
Bibliografia
Nicola Abbagnano, Giovanni Fornero,
Protagonisti e testi della filosofia, Edizioni Bruno
Mondadori, Paravia, II edizione, 2000
Giamblico, La vita pitagorica, Rizzoli ed.
Bur Classici Greci e Latini, 1991
Nicola Ubaldo, Antologia illustrata di
filosofia, Giunti editore SPA, 2006
Sitografia
-La musica un linguaggio?, di Angela Longo,
Giosu
Panio:
http://digilander.libero.it/initlabor/musicalinguaggio/musica-e-linguaggio1.html
La musica: i suoi effetti comunicativi e
neurofisiologici, e la musicoterapia, di Franco
Panizon
:
http://www.fimed.net/images/IMGNewsletterPunto
Tecnico/File/Musica.pdf
Musica
e
mente:
http://www.andreaconti.it/mente.html
Robert
Zatorres
homepage
:
http://www.zlab.mcgill.ca/home.html

Il finanziamento Pubblico ai
Partiti espressione di democrazia
o un grave spreco di soldi pubblici?
Astorino Mariangela

ome tutti ben sappiamo stiamo


attraversando tempi di "crisi" dove ai
cittadini chiesto "rigore", fiducia nelle
istituzioni, <<lacrime e sangue>>
mentre ogni giorno si susseguono,
paradossalmente, notizie di milionari furti dalle
casse dei partiti e di ignorabili lussi di cui si
circondano i nostri politici a spese dei partiti a cui
legati. Il finanziamento pubblico ai partiti (che
viene perpetuato illegalmente attraverso i
cosiddetti "rimborsi elettorali") una scomoda
realt, malgrado il referendum del 1993 che aveva
abrogato la Legge Piccoli, con la netta
maggioranza del 90,03%. La volont popolare in
questi ultimi 21 anni, come troppo spesso succede
in Italia, non stata solo ignorata, ma anche
clamorosamente scavalcata e si stima che dal 1993
a oggi oltre 2.735.581.964 di soldi pubblici siano
finiti nelle casse dei partiti italiani come "rimborsi
elettorali, senza che avvenisse un controllo chiaro
sulle reali esigenze economiche dei partiti. Mentre
le pensioni scendono, le tasse salgono e la gente
mette fine alla propria vita perch non riesce a
tirare avanti c' un'elite che intasca non pochi soldi
per un servizio inesistente: la politica.
mia opinione che il non rispetto del referendum
del 1993 e la creazione di una "scappatoia" per
arginarlo e continuare ad usufruire del denaro
pubblico sia stato ed tuttora un grave crimine, un
furto perpetuato dai partiti ai danni di tutti i
cittadini.
"Fare politica" dovrebbe essere fare il bene della
polis tutta e non impiegare le proprie energie e le
risorse di un partito eletto "democraticamente"
solo a favore del proprio interesse personale.
I cittadini potranno ancora tollerare il mantra "i

soldi sono finiti" e tirare la cinghia quando i fatti


dimostrano che di soldi ce ne sono ancora per
ingrossare conti in banca, comprare lauree
all'estero e pagare le escort (magari perch stiano
zitte)?
Il rimborso elettorale antidemocratico per la sua
nascita, avvenuta con il preciso scopo di ignorare
il referendum e costa all'Italia milioni che ogni
anno aggravano una situazione gi sull'orlo del
precipizio quando, invece, potrebbero essere usati
per ridurre i tagli e le tasse.
Nel 1974, successivamente gli scandali Trabucchi
e Petroli, Flaminio Piccoli istitu un piccolo
rimborso spese pubblico da concedere ai partiti
perch essi potessero continuare il proprio lavoro
di rappresentanti democratici e fosse possibile a
tutti
dedicarsi
alla
vita
politica,
indipendentemente dai costi di questa attivit.
La legge, per, non riusc a fermare la
malapolitica e, dopo l'era Tangentopoli, la abrog
un referendum popolare. Ma rinunciarvi era gi
diventato troppo difficile per i partiti, bisognosi di
sempre pi soldi per il proprio sostentamento, e
subito dopo il referendum nacque un nuovo tipo
occulto di aiuto, il " rimorso elettorale". Un
classico esempio di politica all'italiana. Nel 1993
venne adottato il simpatico termine di "rimborso"
per andare, di fatto, a sostituire quello di
"finanziamento pubblico" contro cui gli italiani si
erano espressi. Fu calcolato come la
moltiplicazione di 1.600 lire per il numero degli
aventi diritto di voto (non dei votanti effettivi) e ai
partiti le casse di stato elargirono in lire quelli che
oggi sarebbero 47 milioni di euro. Ironicamente
questa donazione non attese neanche la fine
dell'anno del referendum per mettersi a rimpolpare

le tesorerie di partito. La cifra, poi, ha continuato a


lievitare con il passare degli anni e delle legislature.
Nel 1999 pass a 4.000 lire privando lo Stato di
qualcosa come 171,5milioni di euro. E con l'arrivo
della moneta unica i conti cambiarono ancora. Le
"modeste" 4.000 lire divennero 4 euro, il doppio.
Man mano che i rimborsi continuavano a prelevare
ingenti somme dalle casse pubbliche una legge del
2006 decret addirittura che, qualora una
legislatura dovesse cadere, si continui a pagare i
rimborsi ai partiti che la componevano come se
fosse ancora in carica. Cosi alla caduta del governo
Prodi nel 2008 ai costi della nuova legislatura si
aggiunsero quelli della vecchia. Si stima che nel
2008 siano stati versati rimborsi per 271,5 milioni,
una cifra da capogiro se si pensa all'attuale
processo di intransigente risparmio nella pubblica
amministrazione che sta portando alla fine dello
Stato Sociale. Tra il 2010 e il 2011, con la crescita
di un certo malcontento pubblico per tali spese, si
decretato che i rimborsi non sarebbero pi stati
versati per i partiti non pi attivi e una riduzione
degli stessi del 10%. Ugualmente,143 milioni sono
volati via inghiottiti dal ventre senza fondo della
macchina politica.
Con lo scoppio dello scandalo Lusi il tema del
finanziamento pubblico alle attivit politiche oggi
tornato in auge. Ad un fronte sempre pi compatto
di cittadini che chiedono spiegazioni per questo
"furto" i politici promettono, come solo loro sanno
fare, tagli e magari anche un referendum
abrogativo, giusto per dare un po' l'illusione di aver
fatto qualcosa di concreto per fermare questa
emorragia. Ma ovviamente i tempi d'azione di
queste promesse sono molti lunghi, un po' per
burocrazia un po' perch, forse, si spera che gli
italiani riprendano a dedicare ad altro la propria
attenzione. Cosa dura, perch difficile ignorare
questa ingente spesa pubblica quando vengono
stanziati solo 50 milioni per aiutare la ricostruzione
di un bel pezzo dItalia sbriciolato da un grave
terremoto proprio in questi giorni.
I recenti scandali di Berlusconi, della famiglia
Bossi e della Margherita stanno dimostrando, ogni
giorno di pi, che l'Italia non guidata da una
classe politica forte ma da una oligarchia, che
sperpera le risorse pubbliche per s ed incapace di
gestire la delicata situazione attuale.

I privilegi goduti dalla classe politica sono ormai


cos all'ordine del giorno che quasi non ci si
stupisce a scoprire che al Trota (il "delfino" della
Lega) era concessa una "paghetta" di 5mila euro al
mese o che alla sfarzosa festa di compleanno di
Renata Polverini (presidentessa della regione
Lazio) la maggioranza degli invitati arrivata con
l'auto blu e l'autista (pagati dai contribuenti). Non
ci si aspetta pi neanche che i cittadini si indignino
di pagare una tassa anche sull'aria che respirano per
permettere a questi personaggi di potere di
mantenere il proprio status quo. I politici non
pagano la crisi n si impegnano a risolverla e il
loro parassitismo sociale chiaro ed evidente da
come anche la piccola elezione comunale diventa
teatro di zuffe da condominio per assicurarsi la
lucrosa poltrona. Mentre in Islanda una rivoluzione
popolare taciuta dai media italiani (per carit, non
colpa loro, ci sono le bizzarrie del tempo, le partite,
la nuova relazione di Belen di cui parlare e altro
spazio non si trova) ha mandato a casa il governo e
si propone di fermare le banche, vere detentrici del
potere, in Italia si accetta passivamente l'idea che la
classe politica sia una Casta. La si definisce con
questo termine sui giornali e nei discorsi al bar
come fosse un normale sinonimo di ci che essa
dovrebbe essere e dovrebbe rappresentare mentre
non altro che espressione del decadimento di un
intero sistema politico e sociale.
L'idea originaria di finanziamento pubblico ai
partiti aveva un importante senso d'essere in quanto
si riprometteva di impedire che i partiti, finanziati
nelle campagne elettorali da privati con scopi
precisi, sostenessero gli interessi di pochi
"generosi" e non di tutti i cittadini.
L'articolo 49 della Costituzione italiana dichiara:
"Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi
liberamente in partiti per concorrere con metodo
democratico a determinare la politica nazionale". In
Germania il finanziamento pubblico ai partiti esiste
dal 1959 e attualmente previsto in tutti e 27 Paesi
dell'Unione.
, infatti, democraticamente corretto che a tutti i
cittadini sia data la stessa possibilit di partecipare
attivamente alla res publica facendo opera di
propaganda delle proprie idee e organizzando la
vita e le attivit del proprio partito. Questo diritto
non giustifica, per, il gi citato "furto" di risorse
pubbliche attuato dai partiti per la propria
sopravvivenza. L'aver modificato la legge

reintroducendo il finanziamento pubblico e


nascondendolo con il nome di rimborso resta un
sopruso della classe (o Casta, per meglio dire)
governante ai danni della sovranit popolare sulla
quale questo paese dovrebbe basarsi.
Inoltre il finanziamento pubblico e il suo
successore non hanno mai impedito che i partiti
ottenessero finanziamenti privati illeciti. Anzi, con
una legge del 2004 Tremonti ha reso le donazioni
private ai partiti inferiori alle 50mila euro
totalmente non rintracciabili. Cos molti privati
cittadini (per quanto possano essere considerati dei
privati dirigenti di grandi industrie e presidenti
bancari) finanziano a proprie spese i propri "partiti
del cuore" senza dover rendere noto il proprio
nome. Ed facile intuire che se si investe non lo
solo per la gioia del sentirsi dire <<grazie>> dal
segretario del partito di turno.
Altro punto a sfavore del finanziamento pubblico ai
partiti la grande riduzione dei costi del fare
politica nell' era digitale. Se negli anni '70 poteva
essere abbastanza dispendioso pubblicare articoli,
parlare con la gente, informarsi e informare, fare
propaganda, viaggiare per l'Italia ecc. oggi bastano
una connessione a internet e un Pc per fare della
sana politica, dando agli elettori la possibilit di
conoscere i politici e ascoltarne le idee e anche
viceversa. Basti pensare a quanti mezzi la rete
offre, partendo da un semplice blog, passando dai
forum fino ai siti ufficiali. Senza dimenticare
youtube e i social network. E per far questo non
servono i milioni ma coerenza, onest, voglia di
fare e pochi euro al mese per una connessione a
internet. Ma in Italia, tra i pochi Paesi senza banda
larga, la politica piace all'antica: scendere in piazza
a salutare festosamente il politicante di turno
neanche fosse un profeta in terra, ascoltarne i
discorsi demagogici tagliuzzati e imboniti sulle tv
pubbliche e private, limitarsi a scegliere per chi
votare dai depliant che arrivano puntuali di casa in
casa in periodo elettorale o dare il voto al parente di
questo o l'amico di quello.
Eppure qualcosa sembra cambiare.
Delusa sempre pi dalla malapolitica e dalla sua
incompetenza una generazione di giovani sta
cercando di cambiare le cose, proprio grazie alla
rete. Essendo possibile scrivervi liberamente senza
incorrere nella censura di televisioni e giornali la
rete diventata il miglior mezzo per veicolare le
informazioni ritenute "scomode". Molti giornali, in

questi anni, hanno taciuto alla popolazione


l'esistenza dei rimborsi elettorali, forse per non
essere costretti a dare spiegazione anche dei fondi
pubblici che si spendono a vagonate ogni anno per
testate che sono effettivamente giornali di partito.
Con tutti questi rimborsi i partiti non dovrebbero
pagarsi da soli le proprie stampe? Non si pu
fermare il flusso delle informazioni sulla rete e i
cittadini possono pi facilmente essere informati su
quello che politici non vorrebbero far sapere. Le
ultime elezioni amministrative hanno visto
l'avanzata del "Movimento 5 stelle", guidato dal
comico Beppe Grillo, che si propone come
opposto alle logiche politiche vigenti e che
promuove una rivoluzione di pensiero che parte
dalla rete, dai giovani, dai cittadini stanchi di
essere rappresentati da ladri, corrotti, ex soubrette,
incompetenti e pedine delle banche. Condividendo
o meno il programma del "Movimento 5 stelle" si
riconosce che sta dimostrando come la politica pu
essere fatta anche senza prendere i soldi dei
contribuenti, senza sprechi e senza privilegi. Le
attivit sono finanziate dagli attivisti militanti con
libere raccolte fondi e la maggior parte di esse si
svolge on-line, per una migliore condivisione di
opinioni e pensieri e un maggior risparmio
economico.
Se ci riescono loro con i loro notebook e la loro
inesperienza perch non possono farlo anche i
grandi partiti che dovrebbero avere militanti con
un'esperienza politica che ha ricordo di campagne
di volantinaggio, congressi, manifestazioni, attivit
in mezzo alla gente? Forse, nei grandi palazzi dai
nomi altisonanti hanno un po' perso i contatti con la
realt della popolazione e non ricordano pi per
cosa e per chi stanno seduti sulle loro poltrone.
O forse ancora, non pi per i cittadini che si
scende in campo oggi, forse proprio per la
prospettiva di guadagni facili, senza troppo sforzo,
apparentemente infiniti. Questa la grave
conseguenza dell'aver lasciato per tanto tempo che
la politica divenisse un business milionario perch
a farne le spese il cittadino medio che non riesce
a tirare avanti fino alla fine del mese.
Sarebbe giusto attuare al pi presto una riforma
(cosa non facile, considerando che dovrebbero
essere gli stessi partiti a metterla in pratica) che
elimini le grandi speculazioni economiche dalla
politica. Fintanto che i partiti e i politici potranno
gestire i soldi dei cittadini come fossero propri e

vivere di questo impossibile provare fiducia verso


essi e crederli davvero interessati al bene comune e
allo Stato. s giusto che sia concesso un piccolo
aiuto pubblico a chi intende mandare avanti
l'attivit di un partito senza dover ricorrere a
compromettenti finanziamenti privati ma questo
aiuto dovrebbe essere esiguo, immodificabile nel
tempo, trasparente e soprattutto sfruttato al meglio,
con ogni spesa giustificata e dichiarata al pubblico.
Perch non pi accettabile sentir parlare di
spread, tagli e debito pubblico e permettere che i
partiti, che non hanno fatto una piega neanche per
la riduzione della pensione minima, intaschino
milioni sotto banco, mandando i propri tecnici a
piangere lacrime di coccodrillo.
Inoltre, considerando che i "rimborsi elettorali"
sono in forma rateale da qualche anno, lo Stato si
ritrova ad avere dei debiti con gli stessi partiti ed
arrivato il momento di annullarli completamente,
per non rischiare di avvicinarci ad un default
causato dai costi di quella stessa classe politica che
dovrebbe lavorare instancabilmente per impedirlo.
Far tornare la politica un servizio dei cittadini per i
cittadini dovrebbe essere la priorit in questo
momento e per farlo bisogna far crollare il mito dei
politici deificati e della Casta governante.
Il popolo dovrebbe pretendere di riavere indietro la
propria sovranit, ennesimo furto fatto ai suoi
danni.
Sitografia:
- www.reset.it
- www.corriere.it
- www.ilfattoquotidiano.it
- www.repubblica.it
- www.intoccabili.wordpress.com
- www.leggooggi.it
- www.beppegrillo.it
- www.wikipedia.org

Crescita e Sviluppo:
Il Movimento Cooperativo
Aurelio Mariangela

ohn Stuart Mill ha scritto:

<<La forma di associazione che, se


lumanit continua a migliorare, ci si
deve aspettare che alla fine prevalga,
non quella che pu esistere tra un capitalista
come capo e un lavoratore senza voce alcuna
nella gestione, ma lassociazione degli stessi
lavoratori su basi di eguaglianza che possiedono
collettivamente il capitale con cui essi svolgono le
loro attivit e che sono diretti da manager
nominati e rimossi da loro stessi1 >>.

Ci accadeva nel 1848, periodo in cui venivano


gettate le basi per la nascita di una nuova
importante forza economica che, allo stesso
tempo, potremmo definire sociale: il movimento
cooperativo.
Questa nuova forma di associazionismo
rappresenta uno dei fenomeni sociali pi
significativi, non soltanto grazie al contesto
storico in cui sviluppa, ma anche e soprattutto
grazie ai principi da cui trae il proprio
fondamento; lo spirito cooperativo, infatti, nasce
sulla
base
di
principi
democratici,
dell'eguaglianza, dell'equit e della solidariet.
Secondo le tradizioni dei propri padri fondatori, i
soci delle cooperative credono nei valori etici
dell'onest, della trasparenza, della responsabilit
sociale e dell'attenzione verso gli altri. A questi
vanno aggiunti altri valori fondamentali quali

limitata remunerazione del capitale, educazione,


formazione dei cooperatori; tutto ci rende il
concetto di cooperazione estremamente
complesso poich rappresenta un fatto sociale,
che si evolve sulla base di principi solidi e
vincolanti.
Una caratteristica importante e certamente
fondamentale di questo modello economico e
societario , senza dubbio, la sua base capitaria,
ossia la parit e luguaglianza tra i soci, il cui
ruolo non definito dal capitale investito ma
bens una condizione imprescindibile. Ne
consegue, quindi, un ideale di membro societario
completamente estraneo dallidea diffusa di
impresa capitalistica, e che ha inoltre un uguale
potere decisionale condividendo diritti e doveri
con l'intera base sociale. possibile aggiungere a
tutto ci un ulteriore criterio di classificazione che
distingue la figura del socio allinterno di una
societ cooperativa, quello del profitto legato
inevitabilmente alle finalit dellimpresa; il
reddito, e quindi gli utili ricavati dalle attivit
proprie delloggetto sociale, non vengono
distribuiti tra gli azionisti, come avviene nelle
societ capitaliste, ma vengono reinvestiti per la
crescita e lo sviluppo della cooperativa stessa.
L'attuale scenario economico, tra l'altro, lascia
largo spazio a strutture societarie in cui il profitto
semplicemente un'eventualit, e tale sviluppo
riscontrabile anche nella realt internazionale e
nazionale, allinterno delle quali le difficolt e di

gestione delle imprese sono al centro del dibattito


economico e sociale.
proprio nella crisi, che la formula cooperativa
pu dimostrare ancora di pi il suo valore. Non
perch sia immune alle difficolt, che soffre come
tutte le realt imprenditoriali, ma perch nel cambio
del sistema, nellazione di possibile antidoto alla
crisi, nella posizione culturale di antitesi alle
ragioni della crisi, la cooperazione pu mostrare di
esserci. Di essere presente e di essere efficace.
La mia tesi che il modello cooperativo pu essere
da esempio per lo sviluppo dellimpresa, che non si
basa pi semplicemente sullinvestimento e sul
profitto ma si nutre anche e soprattutto di principi e
del valore delle persone che ne fanno parte. Della
serie <<noi ci mettiamo il cuore>>, come citava un
noto spot di qualche tempo fa, e probabilmente
lespressione pu non essere un semplice richiamo
al perbenismo o alla visione romantica e benevola
del legame tra i cooperatori, immagine che, si sa,
non sempre ha spazio in campo economico e
imprenditoriale, anzi, a volte pu risultare
totalmente fuori luogo, ma in realt un elemento
da non sottovalutare quando si parla di cooperative,
in particolare di cooperative sociali, atte cio
allinserimento nel mercato del lavoro di persone
svantaggiate.
Una sfida al futuro quindi, al mercato, al business
fatto di numeri su numeri il cui accrescimento si
basa sul puro desiderio di vederli aumentare in
maniera esponenziale, una sfida al sistema e alle
relazioni economiche. La cooperazione pu
rappresentare, e lo pone tra gli obiettivi primari, un
mercato pi competitivo, pi umano, grazie alla
figura del socio-lavoratore, alla messa in evidenza
del ruolo della persona, che deve avere una
funzione centrale nel modello di impresa. In questo
senso, la cooperazione diviene una risorsa
importante per leconomia, attraverso la
predisposizione al confronto, allunione e alla
capacit di porsi obiettivi con un orizzonte pi
ampio di quello limitato dagli interessi di parte.
Cooperare significa confrontarsi, ascoltarsi
reciprocamente per arrivare ad un obiettivo, ad uno
scopo deciso insieme, significa collaborare e fare
rete, anche e soprattutto nei momenti di crisi,
perch proprio in questi momenti che la
cooperativa dimostra il proprio valore. La crisi pu
essere unopportunit per riorganizzare il
modello sociale ed economico proprio perch

questi momenti richiedono uno sforzo di sistema


per uscirne. Uno sforzo di testa e di cuore.
<<Una cooperativa un'associazione autonoma di
individui che si uniscono volontariamente per
soddisfare i propri bisogni economici, sociali,
culturali e le proprie aspirazioni attraverso la
creazione di una societ di propriet comune e
democraticamente controllata.>> Cos, la
dichiarazione di identit cooperativa approvata
dal XXXI Congresso dell'Alleanza Cooperativa
Internazionale, a Manchester nel 1995, definisce
una societ cooperativa, dandone una connotazione
economica, sociale, culturale e sottolineando lidea
di propriet comune e di controllo democratico.
Perch, come gi sottolineato pi volte, una
cooperativa questo: collaborazione, sostegno,
progetto unitario.
Ogni impresa si basa su dei principi ben definiti
dallACI, Alleanza Cooperativa Internazionale,
che, attraverso il proprio statuto, determina,
definisce, vuole conciliare le differenze tra le varie
cooperative e, ancora prima, si pone come
strumento basilare per la nascita delle stesse. Nata
nel 1895, lACI, fa da referente a 219
organizzazioni nazionali che, a loro volta,
coordinano le diverse attiva delle cooperative
aderenti, in modo tale da portare avanti uno
sviluppo unitario e condiviso, una rete lavorativa in
cui la collaborazione non avviene soltanto tra i
singoli soci ma anche tra le imprese.
Ma, nello specifico, cos e come nasce una
cooperativa? La societ cooperativa
essenzialmente due cose: unimpresa e una societ.
Ha quindi (in quanto impresa) un fine economico e
non si fa da soli, nasce cio da un gruppo di
persone che si uniscono per soddisfare un bisogno
comune. Non si tratta esclusivamente di una
semplice entit economica, laspetto economicofinanziario ha infatti la sua importanza, ma
lattivit di una cooperativa va a toccare, in modo
non marginale: la sfera del sociale, quella
economica e non ultima quella culturale.
La cooperativa dunque unimpresa nella quale la
persona-socio prevale sullelemento economico.
Alla base della cooperativa sta infatti la comune
volont dei suoi membri di tutelare i propri
interessi di consumatori, lavoratori, agricoltori,
operatori culturali e di mantenere vivo nel tempo lo
spirito di giustizia e il senso di responsabilit,
qualunque sia il loro ruolo o la loro posizione.

A tutto ci si aggiunge una caratteristica


fondamentale di tutte le societ cooperative, lo
scopo mutualistico, cio il vantaggio che i soci
intendono perseguire mediante ladesione alla
cooperativa stessa. Nella mutualit si concretizza lo
scopo sociale e si delinea maggiormente la
differenza sostanziale tra questa tipologia di
impresa e quella capitalistica: lassenza dello scopo
di lucro, ossia della rimunerazione di un
investimento di capitale. Ci non implica che le
cooperative non producano utili; attraverso una
buona gestione esse possono divenire fonti di
guadagno e ricchezza, sempre entro dei termini
previsti dalla legge e dallo statuto; soltanto una
quota di utili, infatti, pu restituire il capitale
investito dai soci.
A seconda del tipo di rapporto che intercorre tra la
cooperativa e il socio, si distinguono tre tipologie
di cooperative:
COOPERATIVE DI UTENZA - Svolgono la loro
attivit in favore dei soci, consumatori o utenti, di
beni e servizi.
COOPERATIVE DI LAVORO - Si avvalgono
nello svolgimento delle loro attivit, delle
prestazioni lavorative dei soci (figura
del socio lavoratore).
COOPERATIVE DI SUPPORTO - Si avvalgono
nello svolgimento delle loro attivit, degli apporti
di beni e servizi da parte dei soci.
Unulteriore suddivisione delle differenti tipologie
di impresa possibile in base allattivit volta:
Cooperative di consumo: Si costituiscono con lo
scopo di assicurare ai soci-consumatori la fornitura
di beni, sia di consumo che durevoli, a prezzi pi
contenuti di quelli correnti di mercato. Per
raggiungere tale scopo gestiscono punti vendita ai
quali possono accedere i soci, e, previo rilascio
dellapposita licenza di vendita, anche i non soci.
Sono tipicamente cooperative di UTENZA.
Cooperative di produzione e lavoro: Si
costituiscono per permettere ai soci di usufruire di
condizioni di lavoro migliori, sia in termini
qualitativi che economici rispetto a quelli
disponibili sul mercato del lavoro. Queste
cooperative svolgono la propria attivit sia nella
produzione diretta dei beni che nella fornitura dei
servizi. Si tratta della tipologia di cooperativa di
LAVORO.
Cooperative agricole: Sono costituite da
coltivatori e svolgono sia attivit diretta di

conduzione
agricola,
sia
attivit
di
commercializzazione e trasformazione dei prodotti
agricoli conferiti dai soci. Sono normalmente
cooperative di SUPPORTO quando i soci sono
imprenditori agricoli e il rapporto con la
cooperativa basato sul conferimento dei prodotti
(Cooperative di conferimento prodotti agricoli e
allevamento). Possono essere di LAVORO
quando trattasi di conduzione agricola come le
cooperative bracciantili (Cooperative di lavoro
agricolo).
Cooperative edilizie di abitazione: Rispondono
alle esigenze di soddisfare un bisogno abitativo
delle persone, realizzando complessi edilizi che
vengono poi assegnati ai soci in propriet se la
cooperativa a propriet divisa o in diritto di
godimento se la cooperativa a propriet
indivisa. Sono sempre cooperative di UTENZA.
Cooperative di trasporto: Associano singoli
trasportatori iscritti allAlbo, garantiscono loro
servizi logistici, amministrativi, di acquisizione
delle commesse, o gestiscono in proprio i servizi di
trasporto a mezzo di soci-lavoratori. Se associano
trasportatori imprenditori rientrano nella
tipologia di SUPPORTO; se associano
trasportatori soci/lavoratori si rifanno alla tipologia
di LAVORO.
Cooperative della pesca: Sono costituite da soci
pescatori e svolgono attivit con un impegno
diretto dei soci o attivit di servizio ai propri
associati, quali lacquisto di materiale di consumo
o di beni durevoli, o la commercializzazione dei
prodotti ittici, o la loro trasformazione. Come per
le cooperative di trasporto sono di SUPPORTO
se associano soci/imprenditori e di LAVORO se
associano soci/lavoratori.
Cooperative di dettaglianti: Sono costituite da
soci imprenditori che svolgono attivit nel settore
del commercio ai quali garantiscono servizi di
acquisti collettivi, amministrativi, finanziari. Sono
normalmente cooperative di SUPPORTO.
Cooperative sociali: Sono cooperative
regolamentate dalla legge 381 del 1981 e hanno
come scopo quello di perseguire linteresse
generale della comunit alla promozione umana e
allintegrazione sociale dei cittadini.
Tutte queste classificazioni, infine, vengono
inglobate in due grandi gruppi:
cooperative che gestiscono servizi socio-sanitari
ed educativi (tipo A);

cooperative che svolgono attivit diverse


(agricole, industriali, commerciali o di servizi)
finalizzate allinserimento lavorativo di persone
svantaggiate (tipo B).
Oltre a essere iscritte a questa categoria, le
cooperative sociali, a seconda dellattivit che
svolgono, devono essere iscritte a una delle
precedenti categorie, a cui va fatto riferimento
anche per la classificazione in una delle tre
tipologie base.
La comune gestione dellimpresa permette di
collocarsi in una situazione di concorrenza nei
confronti di chi, come i grandi gruppi, detiene una
posizione di forza sul mercato e, attraverso la
cooperazione, pu concorre allo sviluppo dello
stesso organizzando la domanda, rispondendo ai
bisogni della collettivit: con questi significati si
intende la promozione cooperativa.
23 ottobre 1844: questa la data cui si fa risalire
linizio dellesperienza cooperativa. Per volont di
28 lavoratori nasceva quel giorno, in Inghilterra, la
Societ dei Probi Pionieri di Rochdale, la prima
iniziativa economica fondata su principi e
organizzazione cooperativi. Lo spaccio
cooperativo di Rochdale (attivo dalla sera del 21
dicembre 1844), nella contea inglese di Lancaster,
nasceva con la missione di difendere il valore reale
del salario e migliorare le condizioni familiari e
sociali dei soci.
Pochi anni dopo, in Germania e in Francia, sorsero
le prime cooperative; quelle tedesche, di credito,
nacquero per lottare contro l'usura e difendere
agricoltori, artigiani, piccoli commercianti, dargli la
possibilit di accedere al credito attraverso la
raccolta dei risparmi tra gli stessi. Le cooperative
francesi, di operai, lottavano contro la
disoccupazione e tentavano di dimostrare che era
possibile lavorare senza padrone.
Queste esperienze si moltiplicarono a vista
docchio, versificandosi, in tutta Europa. I
produttori agricoli, ad esempio, alcuni decenni pi
tardi, reagirono alla crisi che progressivamente li
attanagliava riunendosi in cooperative per gestire
latterie, cantine o mulini per difendere il frutto
delle loro fatiche.
Anche in Italia, nellOttocento che il Movimento
Cooperativo muove i suoi primi passi, la prima
cooperativa costituita nel nostro paese il
Magazzino di previdenza di Torino una
cooperativa di consumo sorto nel 1854 per

iniziativa della Associazione degli operai e due


anni pi tardi ad Altare, in Provincia di Savona,
nasce la Artistica Vetraria, una cooperativa di
lavoro.
Le prime cooperative nascono, insomma, per dare
una risposta, sulla base di un principio di
solidariet, a problemi immediati e particolari
come la disoccupazione e laumento del costo della
vita, trovando lappoggio di importanti esponenti
della politica del tempo tra cui Giuseppe Mazzini,
che vedeva nella cooperazione un principio
generale dellorganizzazione sociale grazie al quale
capitale e lavoro dovevano proseguire di pari
passo. La pluralit di approcci allimpostazione di
fondo da dare al movimento cooperativo,
corrispondente a specifiche ispirazioni politiche e
ideologiche, emerse con chiarezza nellautunno del
1886, quando 100 delegati, in rappresentanza di
248 societ e di 70.000 soci, si riunirono in
Congresso a Milano, dal 10 al 13 ottobre, per dare
vita ad una strutturazione organizzativa che
assicurasse lo sviluppo e il coordinamento di un
movimento cooperativo assai variegato. Nacque
allora la Federazione Nazionale delle Cooperative,
che nel 1893 si sarebbe trasformata in Lega delle
Cooperative. Allinterno della Lega trovava
espressione anche laltro grande filone di
ispirazione della cooperazione italiana: quello
cattolico, portatore di una concezione interclassista
della cooperazione, imperniata su un forte
solidarismo sociale.
Fino al periodo immediatamente precedente alla
Grande Guerra, la cooperazione aveva gi
acquisito, grazie anche alla politica giolittiana, una
certa solidit economica e quelle caratteristiche che
ne avrebbero consentito, dopo il 1918, il rilancio
politico ed organizzativo. A seguito, per, della
separazione tra la cooperazione di ispirazione
cattolica e quella di ispirazione laico-socialista,
avvenuta nel 1919, e dellavvento del fascismo,
legato inevitabilmente alla tragedia della Seconda
guerra mondiale (con la devastazione di molte
cooperative, lo scioglimento della Lega ed il
tentativo di piegare la cooperazione ad un modello
economico corporativo), lesperienza cooperativa
attravers un periodo di declino segnato dalla fine
della democrazia, la stessa democrazia che aveva
caratterizzato i principi dei probi pionieri di
Rochdale.
Con la fine della dittatura e della guerra ebbe inizio

la rinascita, anche se non riusc a realizzarsi su base


unitaria (oggi le Centrali cooperative sono quattro:
oltre a Legacoop, la Confcooperative, lAGCI e
lUNCI). La fuoriuscita dalla fase di declino fu
congiunta alla volont di ricostruzione del Paese su
basi di solidariet, di democrazia, di
partecipazione. Non a caso lart. 45 della
Costituzione italiana, che riconosce la funzione
sociale della cooperazione a base mutualistica e
senza finalit di speculazione privata, impegnando
lo Stato a promuoverne lo sviluppo, non una sorta
di norma isolata o transitoria, ma del tutto
coerente con lo spirito complessivo della
Costituzione stessa.
A partire dal dopoguerra la cooperazione riuscita,
pure attraverso le difficolt, a consolidarsi e a
crescere, a diventare una presenza diffusa su tutto il
territorio nazionale.
Scegliendo la forma cooperativa pu essere pi
facile e meno rischioso sviluppare il sogno di
diventare imprenditore. Attraverso la cooperazione
le idee imprenditoriali individuali, i progetti, il
lavoro, si associano fra loro, interagiscono, si
arricchiscono, mettono a frutto le esperienze e le
conoscenze di unorganizzazione pi complessa
che, in molti casi, ha dimostrato la capacit di fare
sistema. Perch in un'impresa cooperativa non
esiste la distinzione tra titolare e dipendente: essere
cooperatori vuol dire agire insieme in una struttura
dinamica in cui al tempo stesso si lavoratori e
imprenditori, in cui si fondono doti di managerialit
e doti di mutualit, senza snaturare lessenza
solidaristica che alla base della cooperazione
stessa.
Questa tesi viene rafforzata ancora di pi se si
considera che il limite di crescita individuale non
consiste in una pura scelta etica dei soci ma viene
circoscritto in base a delle leggi e a dei controlli
difficilmente eludibili. l'applicazione delle
norme, infatti, che assicura la corretta gestione
dell'impresa e degli utili ricavati dalle attivit
svolte, del reinvestimento che ne deriva e della loro
eventuale ripartizione. Perch questo il tema
centrale: il margine di guadagno individuale. Come
gi specificato, i profitti non possono essere
ripartiti tra i soci ma devono essere reinvestiti in
nuove attivit, e soltanto una quota prestabilita
dalla legge e dallo statuto della stessa cooperativa
pu risarcire i soci del capitale investito. Il
ristorno, ossia la quota di utili destinata ai soci,

consente la ridistribuzione agli stessi del profitto


realizzato dalla cooperativa relativamente
allattivit svolta con i soci stessi e pu consistere:
in unintegrazione dei salari (nel caso delle
cooperative di lavoro), che non pu superare il
30% dei salari correnti corrisposti nellesercizio
sociale;
in un rimborso di costi o aumento di ricavi
dellattivit svolta con il socio.
Inoltre, grazie alla sua natura non speculativa, nel
momento dello scioglimento, i soci non possono
dividersi il patrimonio della cooperativa, n
possono vendere la societ nel suo complesso. La
legge consente una tassazione agevolata degli utili,
a condizione che siano reinvestiti per lo sviluppo
della cooperativa stessa.
Considerando i punti appena descritti la scelta di
intraprendere un percorso cooperativistico piuttosto
che capitalistico potrebbe sembrare pi scomoda
o comunque pi vincolante per quanto riguarda la
crescita e il profitto individuale che, con dispiacere
di alcuni, non trovano spazio n da un punto di
vista normativo e legislativo, n da un punto di
vista etico e ancor di pi dei valori societari.
<<Un movimento di liberi e indipendenti
cooperatori, aperto a tutti coloro che riconoscono
nella cooperazione unidea di fratellanza umana e
un metodo di giustizia sociale>>. Cos lo Statuto
della Confederazione Cooperative Italiane, di cui
Confcooperative la denominazione abbreviata,
definisce
la
principale
organizzazione,
giuridicamente riconosciuta, di rappresentanza,
assistenza e tutela del movimento cooperativo e
delle imprese sociali.
Confcooperative si ispira ai principi cooperativi,
fissati e periodicamente aggiornati dall ACI e, in
ragione della funzione sociale costituzionalmente
riconosciuta alla cooperazione, ne promuove lo
sviluppo, la crescita e la diffusione attraverso le
azioni di volta in volta pi adeguate; larticolo 1
dello Statuto riconosce altres che lazione di
Confcooperative si ricollega ai principi ed alla
tradizione della dottrina della Chiesa, che ne ha
favorito la nascita e lo sviluppo.
L'organizzazione ha una presenza capillare su tutto
il territorio nazionale, con unorganizzazione che si
articola orizzontalmente in 22 Unioni regionali, 81
Unioni provinciali e 7 Unioni interprovinciali,
abbracciando ben 20,500 cooperative Ogni
articolazione fa da referente alle varie imprese

attraverso il controllo, il supporto e la tutela delle


stesse, al fine di garantire una corretta gestione e il
fondamentale sviluppo del lavoro di rete.
Nata nel 1919, la Confederazione Cooperative
Italiane si sviluppa seguendo il corso degli eventi
che hanno caratterizzato la storia d'Italia,
subendone le conseguenze che hanno portato ad un
declino prima e ad una rinascita poi. Fu il regime
fascista, infatti, nel 1927, ad ordinare la chiusura
della Confederazione attraverso il debellamento, e
in molti casi la distruzione, di numerosissime
cooperative, senza dimenticare la i pesanti effetti
del secondo conflitto mondiale che coinvolgono,
naturalmente, la cooperazione e e le sue
organizzazioni di riferimento, tra cui
Confcooperative, al pari di tutte le altre realt socio
economiche del Paese. Tali effetti, tuttavia, non
impediscono a molti cooperatori di tenere vivi lo
spirito ed i principi della cooperazione; ci
costituisce la premessa sulla base della quale verr
realizzata una rapida ricostruzione cooperativa
quando, terminata la guerra, viene restaurata la
libert e si affermano i principi democratici
Ad oggi Confocooperative un'importantissima
realt sociale ed economica che porta avanti con
impegno e responsabilit i principi che, dal secolo
scorso, la contraddistinguono, cercando in primo
luogo di preservare e tutelare la fiducia che i
cooperatori ripongono in questa rilevante
istituzione, a
livello nazionale e ed internazionale. questo lo
stimolo principale per la progettazione e
l'attuazione dei vari piani di sviluppo, di crescita e
marketing che la Confederazione mette al servizio
delle imprese, favorendone e valorizzandone la
crescita e lavorando insieme per la realizzazione di
un unico grande progetto che ha come protagonisti
le Cooperative e ancor prima i Soci che ne fanno
parte e che, giorno dopo giorno, portano avanti con
dedizione i valori che stanno alla base di questa
grande rete.
Il lungo excursus affrontato all'interno del
Movimento Cooperativo ha portato alla
convinzione che se esiste un sistema lavorativo
capace di portare ad una sana crescita collettiva,
soprattutto in un momento cos delicato,
certamente quello della cooperazione. Soprattutto
se consideriamo l'elemento chiave su cui si fonda
questo sistema, che non risiede sicuramente nel
desiderio di una ricchezza individuale, anche

perch, diciamolo pure, ad oggi parlare di


ricchezza per la pi parte della gente potr
sembrare blasfemo, in particolare se ricordiamo
che una ricchezza forse c', ma mal ripartita.
Proprio in questi casi lo spirito cooperativo e
l'unico motore capace di ridare vita ad una
macchina che stenta a ripartire e non a caso il 2012
stato proclamato dall'ONU come l'anno
internazionale delle Cooperative.
Italia Cooperativa, l'organo di stampa di
Confocooperative, ha diffuso dei dati
importantissimi riguardo il binomio crisi
cooperative, dati che possono dare dei piccoli
fondamenti alle nostre speranze. Negli ultimi 4
anni infatti la cooperazione in Italia ha registrato
+8% di occupazione, un'occupazione moderna, con
maggioranza femminile, che si aggiunge al +13,4%
registrato soltanto dalle cooperative di
Confooperative che fanno, dunque, ancora meglio
della media nazionale, passando da 480mila
persone occupate a 544.480. Numeri importanti
che confermano la caratteristica delle cooperative
di un utile in meno un occupato in pi che
dimostrano di operare pienamente nella
responsabilit sociale.
Tutto questo non passa inosservato, anzi, le
istituzioni sono ben coscienti del grandissimo
lavoro che le imprese stanno facendo per portare
avanti un intero sistema non solo economico ma
anche culturale. A tal proposito importante citare
una piccola parte del discorso tenuto dal Ministro
per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione,
Andrea Riccardi, alla 38esima Assemblea
Nazionale di Confcooperative per l'anno 2012, in
cui si ritrovano i concetti fondamentali del ruolo
della cooperazione:
<<La cooperazione un capitolo fondamentale,
costitutivo dell'universo italiano, rappresenta un
aspetto decisivo del vivere italiano. Un elemento
che pu rendere l'Italia un modello alternativo. La
forza della cooperazione trae le sue radici nel
perseguimento della vittoria comune, sia essa
economica che sociale. Le cooperative sanno stare
sul mercato come le altre imprese, anzi, come
dimostrano i dati sul fatturato e sull'occupazione
degli ultimi anni, spesso sanno reagire e tener
meglio del resto del sistema imprenditoriale
soprattutto nei momenti pi difficili. Le cooperative
sanno quindi essere competitive ma la vostra una

competitivit accettata insieme nel suo sviluppo


complessivo. L'uomo, come dimostrano studi
antropologici, deve la sua evoluzione pi agli
impulsi cooperativi che a quelli individualistici.
Oggi c' bisogno di ricostruire e alimentare reti,
occorre rigenerare legami cooperativi. C' pi
bisogno di voi. La cooperazione deve farsi
proposta culturale per il Paese. >>

Note:
1 John Stuart Mill, Principles of Political
Economy, London, 1852, cap. IV
BIBLIOGRAFIA:

A. Azzi, Per la cooperazione un ruolo


fondamentale per far ripartire il sistema Italia, in
Italia COOPERATIVA, a. LXVI, n. 18/19, 11-24
maggio 2012

L. Bianco, Il movimento cooperativo


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Milano, 1975

Confcooperative, Elabora, Labc della


cooperativa. La cooperativa dopo la riforma del
diritto societario. Firenze, 2003

M. Fornasari e V. Zamagni, Il movimento


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(1854- 1992), Firenze, 1997.

Lecacoop Reggio Emilia, Cos una


cooperativa e come si costituisce, Reggio Emilia,
2005

C. Mitra, Per tornare a crescere


scommettere sulle cooperative, in Italia
COOPERATIVA, a. LXVI, n. 18/19, 11-24
maggio 2012

P.L. Morara, La Cooperativa: Istruzioni per


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Movimento,<http://www.pbmstoria.it/dizionari/stor
ia_mod/c/c304.htm>

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cenni
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<
http://www.modena.legacoop.it/updown/storia/stori
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Che
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<http://www.confcooperative.it/C0/Che%20cos%2
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Confcooperative,
Chi
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http://www.confcooperative.it/Chi%20Siamo/defau
lt.aspx>

Limpresa, Societ cooperative, <


http://www.notariato.it/it/serviziutenti/impresa/societa-cooperative/ingenerale.html>

Immigrazione:
una risorsa per l'Italia
Bagnato Maggie

el corso del XX secolo il flusso


migratorio non si praticamente mai
arrestato. Il continuo spostamento di
individui singoli, di famiglie, di intere
comunit ha motivazioni molto
complesse, che sono inerenti sia alla necessit di
fuga, sia all'attrazione. Oggi il fenomeno
dell'emigrazione riguarda soprattutto Paesi che o
sono strangolati da un elevatissimo debito estero,
o sono interessati da conflitti armati relativi a
conflitti politici, religiosi, etnici, che rendono
praticamente impossibile l'organizzazione della
vita economica e sociale. Il fenomeno
dell'immigrazione un tema associato a quello
dell'aumento della delinquenza e della criminalit.
Per quanto riguarda l'Italia, tuttavia, delle ricerche
hanno dimostrato che non c' alcun nesso fra
l'immigrazione e la criminalit. I due fenomeni
sono entrambi attratti dalla ricchezza, e quindi
possono intensificarsi contemporaneamente nelle
zone ricche, senza per che l'una causi o favorisca
l'altra.
La mia tesi dunque quella di dimostrare come gli
immigrati possono essere una grande risorsa per
l'Italia, un futuro per questo Paese, adattandosi
tranquillamente ai nostri stili di vita, se aiutati e
stimolati da noi italiani. Perci non sono d'accordo
alla chiusura delle frontiere, non sarebbe mai un
gran giovamento, n dal punto di vista economico
n tantomeno da quello umano. Si avrebbe un
impoverimento della cultura che finirebbe

comunque per diventare sterile, chiusa fino ad


assere schiacciata dall'evoluzione di quelle che le
sono attorno. Vorrei una societ pi accogliente,
uno Stato pi sociale, un governo pi pragmatico
nel legiferare, un Paese che si rispecchiasse nei
valori e nelle leggi della sua Costituzione, un
popolo con medesimo denominatore comune:
amare, accogliere e rispettare diritti e doveri. Non
voglio delle gabbie nelle scuole, luogo per
eccellenza della conoscenza e del sapere, non
vorrei che lo straniero si sentisse emarginato ed
escluso; non vorrei che la badante fosse sfruttata e
considerata come schiava; non vorrei che lo
straniero diventasse solo un marciapiede per la
forza lavoro. In una societ civile le minoranze
devono essere protette e non umiliate. Non vorrei
per che il cittadino cancellasse i simboli o
negasse la cultura del Paese che lo ospita.
La migrazione internazionale per lavoro spesso
vista dai Paesi in via di sviluppo come un rimedio
contro la disoccupazione e sottoccupazione
interna; a ci si aggiunge il vantaggio economico
costituito dalle rimesse degli emigranti e da quanti
ritornano e investono i risparmi in patria. Molto
pi generalmente le motivazioni che spingono una
persona a lasciare il proprio Paese sono la ricerca
di un lavoro che possa migliorare le proprie
condizioni di vita; il proseguimento degli studi o
l'istruzione; il turismo; il matrimonio o il
ricongiungimento familiare; fuga dal proprio
Paese per motivazioni politiche, etniche, religiose

o ambientali. In quest'ultimo caso si parla di


profughi, cio persone che ricercano un rifugio per
sopravvivere.
Se per i Paesi in via di sviluppo questo fenomeno
rappresenta una valvola di sfogo per il forte
incremento demografico, per i Paesi pi
industrializzati gli immigrati e in particolare modo i
loro figli contribuiscono a rallentare
l'invecchiamento della popolazione.
Il fenomeno dell'immigrazione in Italia pu essere
analizzato considerando la regolamentazione,
poich tanti extracomunitari giungono nel nostro
Paese clandestinamente, alcuni viaggiando su
imbarcazioni di fortuna e dietro il pagamento
d'ingenti somme di denaro a scafisti privi di
scrupoli. Proprio per questo le varie leggi
sull'immigrazione che si sono succedute in Italia
negli ultimi anni tendono a regolare il flusso
migratorio nel nostro Paese.
L'immigrazione costituisce, in ogni modo, una
preziosa risorsa per lo sviluppo economico
dell'Italia. Infatti storicamente gli Stati Uniti, che
per tanto tempo hanno praticato una politica di
apertura e che fino ad alcuni decenni fa hanno
ricevuto un'immigrazione illimitata, hanno avuti
ritmi di sviluppo intensi che gli altri Paesi non
hanno conosciuto.
Sarebbe quindi davvero
riprovevole che fossero chiuse le porte a chi viene a
portare il suo lavoro nel nostro Paese. Il numero di
stranieri extracomunitari provvisti di regolare
permesso di lavoro di circa 1.250.000.
Relativamente si pu osservare che gli immigrati
sono impegnati come conciatori, addetti alle
fonderie, fattorini, minatori, lavapiatti, camerieri,
domestici, badanti e in tanti altri mestieri che gli
Italiani in genere rifiutano considerandoli troppo
faticosi e professionalmente dequalificanti pur
accettando un misero stipendio; quindi coprono una
domanda che altrimenti avrebbe difficolt ad essere
soddisfatta.
L'impiego di una manodopera immigrata, efficiente
e laboriosa, ha fatto letteralmente da traino ad
alcuni settori dell'agricoltura: pensiamo alla
raccolta dei pomodori nelle regioni meridionali, a
quella delle mele nel Trentino Alto Adige, alla
vendemmia in Piemonte, in Toscana, in EmiliaRomagna. Regioni economicamente prosperose,
ma carenti per quanto concerne la forza-lavoro, che
la presenza di immigrati all'interno delle industrie
si resa indispensabile.

In Sicilia, invece, toccato ai lavoratori tunisini


salvare l'attivit della pesca, in procinto di
scomparire perch evitata dalla manodopera
giovanile locale.
Gli italiani sono stati protagonisti del pi grande
esodo migratorio della storia moderna gi dal 1861.
Fa parte della nostra storia, della nostra cultura.
Invece sembra che non vogliamo ricordare di
quando i vu cumpr eravamo noi, quando milioni
di italiani andavano alla ricerca della
sopravvivenza lontano dal loro paese per
combattere la fame e la povert.
Se facciamo un passo indietro e andiamo a
ritrovare le nostre condizioni nel passato, possiamo
notare la grande miseria che esisteva al tempo
perch siamo diventati un paese di immigranti e il
passato sembra non fosse esistito. E come una
parte di storia da cancellare, come se ci
vergognassimo di ci che i nostri antenati hanno
dovuto fare per scappare dalle loro povere
condizioni.
Eppure non dobbiamo dimenticare il nostro
passato di emigranti: noi, che siamo andati a
portare la nostra intelligenza in tutto il mondo,
siamo stati trattati a volte bene, a volte meno bene,
comunque siamo riusciti quasi dappertutto a far
apprezzare il lavoro italiano.
Gli immigrati sono pertanto una preziosa risorsa
per i poli industriali in crescita nel nostro Paese. E'
il ribaltamento di un'opinione, ancora oggi molto
diffusa nella popolazione italiana e in parte nella
nostra classe politica dirigente, che vuole gli
immigrati come pericolosi concorrenti nella ricerca
di un posto di lavoro, cio come un fattore di
disoccupazione locale. Se vero che gli immigrati
sono disposti molto pi degli italiani ad accettare
lavori faticosi, saltuari o stagionali, spesso
retribuiti in nero o con salari che sono al limite
dello sfruttamento, non certo con questi che
bisogna prendersela se nel Mezzogiorno persiste
un'arretratezza
economica,
strutturale
e
tecnologica; se tanti giovani meridionali, dopo
essersi laureati sono costretti a ripiegare su lavori
non all'altezza delle loro aspirazioni professionali;
se imprenditori privi di scrupoli continuano ad
assumere manodopera locale qualificata senza un
regolare contratto di lavoro, senza alcuna tutela
previdenziale e dagli infortuni, senza compenso
adeguato al tipo di mansione svolta.
Ovviamente, la manodopera poco costosa, che si

adatta a lavori spiacevoli o faticosi e spesso anche


pericolosi, rifiutati dai lavoratori locali ha creato un
vuoto nell'occupazione, lasciato da molti nostri
connazionali, che viene riempito proprio dagli
immigrati, senza il cui fattivo contributo il nostro
sistema economico rischierebbe il collasso. "Il Sole
24 Ore" del gennaio 1999 ci indica che gli
extracomunitari presenti in Italia, tra regolari ed
irregolari, sono poco pi di 1.240.000, ossia il 2%
della popolazione presente in Italia, e di questi solo
563.000 circa (il 45%) sono lavoratori regolari, i
restanti sono clandestini o disoccupati. Questi dati
sono preoccupanti se pensiamo che il 65% delle
rimanenti persone per vivere deve lavorare in nero
o, peggio ancora, deve dedicarsi ad azioni ancora
pi illecite, come spaccio di stupefacenti, induzione
alla prostituzione, ecc. In un'inchiesta fatta sempre
da "Il sole 24 ore" nel gennaio 1999 notiamo che il
settore lavorativo in cui gli immigrati lavorano di
pi il settore del commercio (28,9%), seguito da
quello della metalmeccanica (23,2%) ed edilizia
(12,6%).
Quindi fra tutti gli extracomunitari presenti in Italia
neanche la met, ossia il 45%, sono lavoratori
regolari. L'altro 65% viene spartito tra disoccupati,
rifugiati politici, clandestini e lavoratori in nero.
Questo deve farci riflettere, basti pensare che danno
si pu arrecare allo Stato Italiano se l'1% dei
cittadini lavora in nero!! Bisogna per non solo
considerare l'aspetto economico della situazione,
ma anche il lato umanitario: questa povera gente
infatti non lavora in nero, o si dedica ad attivit
illegali soltanto per sfizio, ma sicuramente lo fa per
sopravvivere. Questo non li giustifica, ma
comunque spiega il fatto che vede molti
extracomunitari legati ad attivit illegali.
Da non dimenticare che molti di loro si vanno a
scontrare con realt europee gi di per s
interessate da fenomeni di disoccupazione,
criminalit organizzata e corruzione. Tutto ci
viene visto molto spesso negativamente dalla
popolazione italiana che etichetta gli immigrati
come possibili criminali o parassiti sociali;
nonostante questo sia solo uno stereotipo credo che
nel nostro Paese sia ancora in circolazione una
forma seppur minima di razzismo che condanna
coloro che si spostano da uno Stato ad un altro a
trascinarsi dietro unetichetta scomoda e umiliante.
Tuttavia, soprattutto negli anni Novanta,
l'immigrazione ha creato tensioni in molti parti del

mondo; in Europa gli emigranti provenienti dai


Paesi del Sud del mondo si sono concentrati nelle
citt, dove contendono alla popolazione locale pi
povera le abitazioni pi misere i lavori sottopagati,
spesso vivendo in condizioni di marginalit.
Infine, attraverso la condivisione del vissuto
quotidiano permette di conoscere realmente una
differente realt culturale e sociale e aiuterebbe a
sviluppare il nostro Paese, e soprattutto a far
crescere i bambini che nelle scuole elementari
italiane; infatti le occasioni d'incontro con gruppi
etnici diversi dovrebbero rappresentare un
momento di arricchimento per entrambi, non
un'occasione di panico da parte dei pi piccoli e dei
pi grandi. E importante capire che non giusto
che unintera comunit paghi per colpa di alcuni
individui che infangano la reputazione di un intero
popolo e che la violenza non deve essere
ricambiata con altra violenza. Ma bisogna mettersi
dalla parte delle persone che non si sentono pi
nelle loro citt, che allimprovviso sono
diventate piene di stranieri che ne stanno
modificando la vita, le abitudini e i modi di fare.
La nostra ormai una cultura allargata nella quale
sin da bambini si abituati a stare a contatto con
persone di altre etnie e di diverse culture ma
proprio per questo motivo credo che sia necessario
trovare punti di incontro e di dialogo senza sfociare
nella violenza.
Dunque gli immigrati chiedono solamente di poter
lavorare, di poter contribuire anche loro alla
ricchezza del Paese che li ospita. Ingannevole
l'idea che gli immigrati possano togliere il lavoro ai
locali, un pregiudizio questo che anche il
presupposto di una sempre maggiore intolleranza.
Il problema della diffusione della criminalit va
affrontato con serenit e senza pregiudizio: anche
se si tratta di minoranze che vengono coinvolte nel
giro della criminalit organizzata, bisogna pur dire
che sono, in realt l'emarginazione e la condizione
d'irregolarit a spingere i pi deboli e i pi disperati
tra le grinfie dei criminali.
Per risolvere questo problema, bisogner far uscire
gli immigrati dalla condizione d'irregolarit,
assicurando piena dignit di lavoro e di trattamento
a tutti i lavoratori extracomunitari: in questo modo,
non solo si sopprimeranno le condizioni che
favoriscono la diffusione degli atteggiamenti
criminali, ma si eliminer anche lo sfruttamento di
questi lavoratori, nonch la preferenza che certi

datori di lavoro senza scrupoli concedono agli


extracomunitari a danno dei lavoratori italiani.
Altra soluzione efficace, per me, sarebbe quella di
mandare aiuti concreti nei Paesi originari: soldi,
personale specializzato, costruendo opere
pubbliche adeguate, insegnando tecniche
allavanguardia in modo di risolvere localmente i
problemi degli immigrati, evitando cos che
migliaia di persone lascino la loro terra natale.
Resta il fatto che siamo ancora molto diffidenti
rispetto ai diversi e non ci ricordiamo che anche
nella nostra storia stato scritto un triste capitolo di
immigrazione: come dimenticare le grandi navi o
gli straripanti treni che partivano dal mezzogiorno
per andare in America o in Europa, migliaia di
sventurati con le valigie di cartone pronti
all'avventura, gente che accettava umili lavori pur
di sopravvivere: ora la storia si ripete con lunica
variante che i poveri del mondo, almeno in larga
parte, non siamo noi ma aumentano sempre pi.
Ora noi viviamo in un paese di immigrazione, dove
arrivano stranieri, perfino extracomunitari, da tutte
le parti. Magari li trattiamo pure male, ma
dobbiamo pensare che vivono la stessa situazione
degli italiani di un tempo. E vero che alcuni
stranieri sono clandestini o si comportano come
non devono, ma non per questo se uno straniero si
comporta male, tutti quelli del suo Paese sono
come lui. E bisogna anche considerare che come
esistono stranieri maleducati o che non fanno il
proprio dovere e non rispettano le varie regole,
esistono anche italiani che si comportano male.
Bibliografia
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l'assimilazione degli italiani negli Stati Uniti,
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Norme interne e internazionali, Milano, 1992
M. De Bernart G. Sciortino, Migrazioni, risposte
sistemiche, nuove solidariet', Roma, 1994
L. Bianciardi, L'integrazione, Bompiani, Milano,
1994
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1994
Il Sole 24 ore, La nuova legge sullimmigrazione,
Roma, 1999
Iraci Fedeli Leone, Razzismo e immigrazione. Il
caso Italia, Lucca, 2000

L'inaffidabilit della traduzione


della Bibbia
Bennardo Mariangela

L'

attendibilit della traduzione odierna


della Bibbia stata per molti oggetto di
lunghi e accesi dibattiti. Non si mai
messo in dubbio che la Bibbia sia il pi
singolare volume che mai sia stato
scritto dall'uomo in circa cinquemila anni di uso
della scrittura. Pur essendo stata scritta in tempi
tanto diversi (durante pi di 1500 anni, circa dal
XV secolo a.C. al I secolo d.C.) e da persone di
cos varia estrazione sociale (gli autori sono pi di
quaranta: re, contadini, filosofi, pescatori, poeti,
statisti, studiosi), dall'inizio alla fine la Bibbia
presenta una continuit unica. Ma la Bibbia non
solo superiore a qualsiasi altra letteratura per il
suo contenuto e per la sua diversit stilistica, ma
essa supera qualsiasi altro libro anche per la sua
diffusione e per la sua influenza. Ma noi non
abbiamo altro che manoscritti che sono delle copie
di copie di altrettante copie che sono talvolta in
forte contraddizione fra di loro. <<Se la Bibbia
fosse unopera ispirata da Dio, non dovrebbe
essere corretta, coerente, veritiera, intelligente, e
giusta? E come mai trabocca di assurdit,
contraddizioni logiche, falsit, sciocchezze umane
e perversioni etiche? >>1 Ecco perch oggigiorno
il dibattito sulla traduzione della Bibbia
incentrato sul tema della fedelt della traduzione
alloriginale, vale a dire sulla possibilit o meno di
conservare la forma, il contenuto, del testo
allorigine del processo di traduzione.
La mia tesi che difficilmente la Bibbia di oggi

abbia lo stesso significato letterale di quella


originale. Basti pensare alla traduzione della CEI
(Conferenza Episcopale Italiana), iniziata nel
1965 e divenuta la traduzione italiana cattolica
ufficiale nel 2008, scritta con lo scopo di fornire
una traduzione adatta alla liturgia cattolica
italiana, secondo le indicazioni del Concilio
Vaticano II. Data lurgenza della richiesta non
venne eseguita una nuova traduzione dai testi
originali, ma fu deciso di operare una revisione
della
1 Odifreddi, quarta di copertina.
versione UTET1, omogenea in quanto opera di tre
soli traduttori. Lo stile della
Bibbia CEI pi vicino alla lingua corretta e
corrente che non alla resa meccanica del
significato originale: in termini traduttologici,
viene cercata un'equivalenza funzionale a
discapito di quella formale. Per esempio non
vengono resi alcuni semitismi presenti nei testi
originali che risulterebbero incomprensibili per un
lettore e uditore italiano, come in Lc 1,69 dove si
legge "ha suscitato per noi una salvezza potente",
quando una resa letterale o formale del testo greco
originale suonerebbe come un incomprensibile
"eresse un corno di salvezza". ovvio che
modificando un verbo, parole che significano una
cosa specifica e non qualcosaltro o cancellando
espressioni, citazioni si pu stravolgere lintero

significato del messaggio. Ed proprio questo che


rende oggi il testo biblico non fedele alloriginale
messaggio di chi lo ha ispirato e che desiderava
tramandare.
Lalterazione del significato o del genere delle
parole stata una pratica molto utilizzata
allinterno della Bibbia, direi quasi assiduamente.
il caso della parola Spirito Santo. La parola
spirito spesso usata nella Scrittura a Dio. Gv 4,
24 afferma che Dio Spirito. In ebraico la parola
spirito "( ruach"), un nome di genere
femminile. "Spirito Santo" , "ruach
haQodesh". Per la Religione ebraica con tale
termine viene indicata la forza attiva o energia
vitale di Dio. Questo concetto non ha avuto tuttavia
uno sviluppo particolare nell'Ebraismo, come
invece si avuto nel Cristianesimo. In greco antico
"spirito" si dice "" o ""
("pneuma"; da "", "pne", cio
"respirare/soffiare/aver vita"), ed di genere
neutro. In latino Spirito "Spiritus" (da "spiro",
cio "respirare", "soffiare") ed di genere
maschile. Da l e dal greco l'equivoco di una
Trinit, la dottrina centrale delle pi diffuse chiese
cristiane, tutta maschile. Se ci soffermiamo poi sul
termine El shady ( ) noto come
onnipotente scopriamo unalterazione a dir poco
unica. Il Dizionario di ebraico e aramaico biblici
non d una traduzione esatta e concreta del termine,
ma lo classifica semplicemente come un termine di
teologia biblica. In ebraico comunque ( shad)
significa mammella. Recentemente si collegato
shady con la radice semitica tdy che significa
petto. Limmagine che ne deriva quindi pettomammella e nel linguaggio concreto ebraico questo
attributo femminile viene associato proprio a Dio.
Diversi sono poi gli esempi di parole che cambiano
di significato tra una traduzione e laltra; parole
come eredit2 si trasformano in propriet o il
placarsi3 arriva ad identificarsi con il pentimento.
Piccole variazioni che sembrano insignificanti, ma
che stravolgono completamente il senso del
messaggio originale.
1 E. Galbiati, A. Penna e P. Rossano, La Sacra
Bibbia, UTET 1963.
2 Deuteronomio 3, 18. Versione Bibbia Mons.
Martini 1778 <<E io allora ordinai, e dissi loro: Il
Signore Dio vostro d a voi questa terra in eredit
>>. Versione CEI 2008 <<In quel tempo io vi diedi

quest'ordine: "Il Signore, vostro Dio, vi ha dato


questo paese in propriet.>>
3 Esodo 32, 14. Versione Bibbia Mons. Marini
1778 << E il Signore si plac, e non fece al
Daltra parte in campo traduttologico nessuna
traduzione di un sostanzioso libro quale la Bibbia
pu risultare perfettamente uguale alloriginale.
Questo perch gli insiemi semantici dei termini di
una lingua spesso non si sovrappongono
perfettamente con quelli della lingua darrivo. E la
lingua con la quale stato scritto il testo originale
ha posto non pochi problemi. Lebraico biblico,
infatti, una lingua molto ostica perch non
presenta le vocali e di norma non venivano lasciati
gli spazi tra le parole e le frasi. Quindi, i traduttori,
per esperti che siano, sono stati spesso obbligati a
tradurre il concetto piuttosto che il termine
specifico. Dal punto di vista di un cristiano
credente ci non dovrebbe essere considerato un
ostacolo, poich ci che Dio ha trasmesso alluomo
un insieme di concetti e non un accumulo di
parole ed espressioni con significati definiti e
valori impressi. Il messaggio della Bibbia va,
dunque, preso nel suo intero e occorre di pi
vedere se la sua traduzione corretta nellinsieme,
piuttosto che stabilire se corretta nei particolari.
Tuttavia, a dimostrazione di come in ogni caso non
sia possibile fidarsi di una traduzione corretta
nellinsieme, si consideri che la versione ufficiale
della Bibbia stata depurata da parti
eccessivamente scomode e ci che ne risulta un
messaggio del tutto manipolato. Un esempio
presente nel Vangelo di Marco 9,44 e 46:
<<... meglio per te entrare nella vita monco, che
con due mani andare nella Geenna, nel fuoco
inestinguibile.
[44] . (MANCA)
[45] Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo:
meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser
gettato con due piedi nella Geenna.
[46] . (MANCA)
[[47] Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo:
meglio per te entrare nel regno di Dio con un
occhio solo, che essere gettato con due occhi nella
Geenna,
[48] dove il loro verme non muore e il fuoco non si
estingue.>>
Poich i versetti soppressi dicevano <<dove il loro
verme non muore e il fuoco non si estingue>> la
Nota della Bibbia CEI Ed. UELCI a pag.1015

afferma <<I vv. 44 e 46 omessi ripetono il v. 48>>.


In realt, il versetto eliminato non una ripetizione,
ma un rafforzativo ma essendo un concetto
infausto, i censori biblici lo hanno censurato. La
Bibbia contiene molti brani ripetuti, ma quando il
ribadire inopportuno lo si elimina con effimere
motivazioni. Eppure anche lespressione meglio
per te viene ripetuto per tre volte, ma non stato
cancellato. Eclatante poi lesempio nel Vangelo di
Luca 23,17 dove
popolo suo quel male, che aveva detto.>> Versione
CEI 2008 << Il Signore si pent del male che aveva
minacciato di fare al suo popolo >>.
presente una cancellazione, ma non vi nessuna
nota contenente la spiegazione a tale atto.
Cristo davanti a Pilato:
<<[15] ...Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la
morte.
[16] Perci, dopo averlo severamente castigato, lo
rilascer".
[17] . (MANCA)
[18] Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "A
morte costui! Dacci libero Barabba!". >>
Il versetto 17, che doveva enunciare Per la festa di
Pasqua era necessario che egli mettesse loro in
libert qualcuno, ricordava che la Pasqua era una
festa pagana ed Ebraica. Pagana perch con linizio
della primavera cera lofferta sacrale per il
raccolto dellorto; Ebraica perch ricorda lesodo
del popolo israelita dallEgitto e vi era il rito
dellamnistia. La CEI ha probabilmente occultato
questa storicit per conferire valore esclusivo alla
ricorrenza della Risurrezione.
Modifiche e variazione hanno riguardato anche le
dieci leggi della Bibbia che Dio diede alla
nazione dIsraele subito dopo lesodo dallEgitto, i
dieci comandamenti, e i Salmi che costituiscono i
brani fondamentali del cerimoniale liturgico. Per
quanto riguarda il decalogo1, lelenco riportato su
qualsiasi testo non coincide affatto con il testo
biblico, ma solo una versione ridotta per essere
utilizzata nel catechismo e per facilitarne la
memorizzazione. Inoltre sembrerebbe che le
ingiunzioni non sarebbero nemmeno dieci, in
quanto questa solo una suddivisione fatta a
posteriori per organizzare un testo originale ce non
riporta n numerazioni n punteggiatura. Leggendo
direttamente il testo biblico i dieci comandamenti

sono presenti, in versioni lievemente differenti,


nellEsodo e nel Deuteronomio.
Esodo 20,2-17
Deuteronomio 5,6-21
[2] Io sono il Signore, tuo Dio,che ti fece uscire
dalla terra d'Egitto, dalla casa degli schiavi.[3] non
avrai altro Dio all'infuori di me.[4] Non ti farai
idolo n immagine alcuna di ci che lass nel
cielo n di ci che quaggi sulla terra, n di ci
che nelle acque sotto la terra.[5] Non ti prostrerai
davanti a loro e non li servirai. Perch io, il
Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che
punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e
alla quarta generazione, per coloro che mi
odiano,[6] ma che dimostra il suo favore fino a
mille generazioni, per quelli che mi amano e
osservano i miei comandamenti.[7] Non
pronunzierai invano il nome del Signore, tuo Dio,
perch il Signore non lascer impunito chi
pronuncia il suo nome invano.[8] Ricordati del
giorno di sabato per santificarlo:[9] sei giorni
faticherai e farai ogni tuo lavoro;[10] ma il settimo
giorno il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu
non farai alcun lavoro, n tu, n tuo figlio, n tua
figlia, n il tuo schiavo, n la tua schiava, n il tuo
bestiame, n il forestiero che dimora presso di
te.[11] Perch in sei giorni il Signore ha fatto il
cielo e la terra e il mare e quanto in essi, ma si
riposato il giorno settimo. Perci il Signore ha
benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato
sacro.[12] Onora tuo padre e tua madre, perch si
prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti d il
Signore, tuo Dio.[13] Non uccidere.[14] Non
commettere adulterio.[15] Non rubare.[16] Non
pronunciare falsa testimonianza contro il tuo
prossimo.[17] Non desiderare la casa del tuo
prossimo.
Non desiderare la moglie del tuo prossimo, n il
suo schiavo, n la sua schiava, n il suo bue, n il
suo asino, n alcuna cosa che appartenga al tuo
prossimo.
[6] Io sono il Signore, tuo Dio, che
ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla
condizione servile.[7] Non avere altri di di fronte
a me.[8] Non ti farai idolo n immagine alcuna di
ci che lass in cielo, n di ci che quaggi
sulla terra, n di ci che nelle acque sotto la
terra.[9] Non ti prostrerai davanti a quelle cose e
non le servirai. Perch io il Signore tuo Dio sono
un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei
figli fino alla terza e alla quarta generazione per

quanti mi odiano,[10] ma usa misericordia fino a


mille generazioni verso coloro che mi amano e
osservano i miei comandamenti.[11] Non
pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio
perch il Signore non ritiene innocente chi
pronuncia il suo nome invano.[12] Osserva il
giorno di sabato per santificarlo, come il Signore
Dio tuo ti ha comandato.[13] Sei giorni faticherai e
farai ogni lavoro,[14] ma il settimo giorno il
sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro
alcuno n tu, n tuo figlio, n tua figlia, n il tuo
schiavo, n la tua schiava, n il tuo bue, n il tuo
asino, n alcuna delle tue bestie, n il forestiero,
che sta entro le tue porte, perch il tuo schiavo e la
tua schiava si riposino come te.[15] Ricordati che
sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore
tuo Dio ti ha fatto uscire di l con mano potente e
braccio teso; perci il Signore tuo Dio ti ordina di
osservare il giorno di sabato.[16] Onora tuo padre e
tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha
comandato, perch la tua vita sia lunga e tu sii
felice nel paese che il Signore tuo Dio ti d.[17]
Non uccidere.[18] Non commettere adulterio.[19]
Non rubare.[20] Non pronunciare falsa
testimonianza contro il tuo prossimo.[21] Non
desiderare la moglie del tuo prossimo. Non
desiderare la casa del tuo prossimo, n il suo
campo, n il suo schiavo, n la sua schiava, n il
suo bue, n il suo asino, n alcuna delle cose che
sono del tuo prossimo.1
1 Versione Bibbia CEI 2008. Notare che il testo
biblico non riporta la numerazione dei
comandamenti, n, nell'originale ebraico, conosce
punteggiatura. Qui si messa la punteggiatura, ma
non appartiene al testo biblico. Inoltre dobbiamo
tenere presente che la suddivisione in versetti non
nel testo originale, ma stata formulata nel
secondo millennio cristiano per facilitare il lavoro
di individuare le citazioni bibliche. Essa quindi
puramente redazionale.
Da una prima lettura si scoprono cose incredibili.
Dio chiede esplicitamente che non vengano fatte
immagini sacre, eppure le chiese sono piene di
figurazioni di Dio e santi vari davanti alle quali la
comunit cattolica si prostra, una pratica proibita
dallo stesso Dio. Per ci che riguarda invece il
comandamento di Dio circa il giorno del riposo, il
sabato, la curia romana ha pensato di modificarlo
in: Ricordati di santificare le feste e questo per far

ricordare di osservare le feste di precetto che sono,


oltre a tutte le domeniche, Natale, Circoncisione,
Epifania, Ascensione, Corpus Domini; Immacolata
e Assunzione di Maria Vergine, S. Giuseppe, i
Santi Pietro e Paolo e Tutti i Santi. Infondo Dio
istitu delle feste, esse erano la festa di Pasqua, la
festa di Pentecoste, la festa delle Capanne, e
comand agli Israeliti di osservarle, ma il
comandamento di osservarle non fu messo da Dio
tra le dieci parole assieme al comandamento sul
sabato, lo avrebbe potuto fare ma sta di fatto che
non lo fece. Inoltre il comandamento non
commettere adulterio ha cambiato del tutto volto
con non commettere atti impuri, espressione
impossibile da definire con chiarezza e
definitivamente. Infine Dio chiede di non
desiderare le cose degli altri, in generale. Invece
qualcuno, nella versione mnemonica, ha deciso di
mettere in evidenza "la donna d'altri", con un
comandamento a se stante, ma al tempo stesso ha
deciso di omettere il riferimento agli schiavi.
Insomma, dagli originali comandamenti biblici si
evince che la pratica cristiana, e cattolica in
particolare, non li rispetta affatto. Ma cosa ancor
pi grave, a mio modesto parere, che il Dio
cristiano legittima la schiavit. E poco vale
avanzare giustificazioni che tentino di inserire i
comandamenti nel periodo storico in cui sono stati
scritti, in quanto se sono stati ispirati veramente da
Dio il periodo storico non conta. A meno che il
testo non suggerisca chiaramente che quelle parole
siano state scritte da un essere che poco aveva di
divino. Anche i Salmi, che costituiscono i brani
fondamentali del cerimoniale liturgico, sono stati
preda di atti di manipolazione. Due Salmi
imprecatori sono stati eliminati dal salterio
liturgico: "sconsacrati" dal Concilio Vaticano II: Il
salmo 108, il salmo-maledizione per eccellenza,
una litania di imprecazioni, un torrente di
ingiurie e di anatemi e il salmo 57, il salmo
paragonato ad una cascata di insulti, un pieno
di invettive. Non bastato spiritualizzarli o
interpretarli metaforicamente. Per tutti gli altri
brani crudeli della Bibbia la vigilanza ecclesiastica
ha operato indirettamente non inserendoli nella
lista liturgica, come i versetti finali del Salmo 137.
In tal modo, i fedeli non ascoltano ci che non
devono ascoltare e la lode liturgica salva.
La mia convinzione, dunque, che la Bibbia,
lunica norma alla quale dobbiamo attenerci per

quanto riguarda la fede, inaffidabile a causa delle


alterazioni delle traduzioni e della cancellazione
sistematica di alcuni concetti. La Chiesa nei secoli
non ha smesso di mentire per proprio tornaconto
personale e mantenere cos il dominio sulla massa
di gente credulona. Questo perch riuscita a
cogliere linnegabile potere della parola, la
<<grande signora che con piccolissimo corpo e
invisibile sa compiere imprese degne degli di:
infatti pu far cessare la paura e portar via il dolore
e destare la gioia e accrescere la piet. []
Attraverso le parole lanima prova una propria
affezione davanti a fortune sventure e persone a lei
estranee>>1. vero che la lingua si evolve col
tempo, ma il significato non deve essere mutato,
per di pi se si tratta di un messaggio divino al
quale milioni di persone credono fortemente.
Eppure la stessa Chiesa lo ha fatto. Sono state
effettuate diverse manipolazioni, segno evidente
che gli stessi teologi non approvano alcuni concetti
della Parola di Dio, a tal punto da alterarli o
finanche cancellarli: un inganno perpetrato ai danni
del sapere e della fede.
1 Gorgia, Encomio di Elena, fr. 11, 8-9
SITOGRAFIA:
o

it.wikipedia.org

www.utopia.it

BIBLIOGRAFIA:
o

La Sacra Bibbia CEI, Uelci 2008

o
J. Podeur, La pratica della traduzione,
Napoli, Liguori Editore, 2002

Il vampiro ed il capitalismo
Borrelli Sabrina

l motivo per cui ho scelto di affrontare


largomento Il vampiro e il
capitalismo dovuto dal fatto che
viviamo in una societ che basa il suo
interesse sullo sfruttamento e la
speculazione della classe operaia, al fine di trarne
il massimo profitto. Il declino del capitalismo un
fatto ormai assodato, ma nonostante ci, come un
vampiro si addentra nella notte in cerca di vittime,
esso si addentra nelle nostre economie con
lintento di succhiare lanima dei lavoratori. Il
nostro paese come anche il resto del mondo
sembrano assopiti in una sorta di dormi- veglia
dove solo pochi sembrano interessarsi al bene
comune mentre tutti gli altri sperano che dallalto,
dei governi, qualcosa possa cambiare.
Ultimamente non si fa altro che parlare di debito
pubblico, rallentamento della crescita economica e
della scarsa credibilit dei governi. La crisi
economica di oggi, in generale sembra essere
giunta ormai al culmine: dagli iniziali piani di
salvataggio delle banche, ai piani di stimolo
fiscale, agli attuali piani di austerit. In questo
contesto anche le banche rivestono un ruolo
decisivo in questo scenario di difficolt per i pi
deboli. Infatti se la banca in passato era
considerata uno strumento di crescita del
territorio, per la capacit di alimentarlo attraverso
la facilit dellaccesso al credito, adesso le banche
hanno nettamente invertito la tendenza. Le
difficolt dei mercati, animati da logiche spietate,

hanno portato le stesse banche ad inasprire


sempre pi la loro competitivit, finalizzata al
raggiungimento di utili. Dallaltro lato per, ci
sono i mercati che essendo sempre pi contratti
non sono in grado di garantire gli utili di una
volta. La crisi occorsa agli istituti bancari nel
1929, particolarmente in Italia, fu una
conseguenza dellappesantimento dovuto, prima
al massiccio finanziamento delle imprese in
difficolt,
poi alla trasformazione dei
finanziamenti in partecipazioni; in altri termini la
crisi bancaria fu conseguente a quella dei settori
produttivi. Oggi la crisi degli istituti bancari
deriva direttamente da loro comportamenti sui
mercati finanziari, oggi il fenomeno quindi
diverso. Oggi le banche hanno difficolt nelle
loro normali funzioni di credito minuto e credito
per la casa. La crisi odierna, quindi,
propriamente crisi del sistema finanziario e
tuttavia, a causa della forte connessione con il
sistema produttivo, essa pu ripercuotersi e avere
gravi conseguenze su questultimo, specie quando
il sistema finanziario non sia pi in grado di dare
adeguato respiro agli investimenti.
La mia tesi che al giorno doggi le industrie e le
grandi imprese sembrano interessarsi poco o
niente alla classe lavoratrice. Siamo soggetti a
riforme, cambi di governo, capitalisti e membri
delle banche. Il punto quindi capire se si tratta di
semplici tattiche economiche per cercare di far
fronte alla crisi oppure se si tratta di un vero e

proprio capitalismo vampiro. Proprio per questo


il vampiro sempre stato visto anche come simbolo
del capitalismo, del padrone che sfrutta il lavoro
degli operai per arricchirsi sempre pi, della sete di
potere che non si fa scrupolo di gravare su chi gi
ha poco. Tutte le riforme infatti vanno contro i pi
poveri che sono costretti a fare sacrifici a causa
della cattiva gestione economica dello stato. Tutto
questo vero ma non coglie la natura della crisi
attuale. Essa non cominciata con il disastro
finanziario ma da considerarsi come il frutto del
fallimento di un programma che vede limpresa
come modello economico e degli scontri che esso
ha ottenuto col capitale umano e limprenditore
stesso. proprio questa la causa che ha trasformato
il credito in debito. Ora , come 80 anni fa, il
capitalismo in crisi, ma questa volta le
conseguenze non saranno migliori come quelle di
ieri.
Difatti, nelle societ di oggi, industriali e non, la
conseguenza pi evidente di questa crisi
sicuramente la perdita di speranza e di fiducia nel
sistema. Non c pi fiducia nel futuro ne per s, ne
per i propri figli. Anche il fenomeno della
disoccupazione non solo si aggravato, ma si
stabilizzato in maniera permanente.
La crisi del sistema capitalista sta diminuendo i
salari, i posti di lavoro e di conseguenza le
condizioni di vita dei proletari,peggiorano. I
licenziamenti sono sempre di pi e i governi si
preoccupano di preservare il ruolo delle grandi
imprese e delle banche. Anche i sindacati fanno
altrettanto : costretti a sostenere il governo e i
padroni contrastano ogni qualsiasi forma di
protesta della classe operaia, stroncando i lavoratori
che protestano con tutta la loro forza contro i
licenziamenti. I disoccupati sono 210 milioni, 30
milioni in pi con la crisi. Tutto questo per
mantenere il profitto dei padroni, distruggendo le
conquiste e i diritti della classe operaia. Parlando di
crisi, ci si riferisce a quella che ha colpito prima le
grandi banche americane, poi la finanza mondiale,
e ora va mettendo in panne leconomia tutta intera,
con pesanti ricadute su occupazione e condizione
dei ceti pi deboli. I giornali e le tv continuano a
dirci che non ci sono soldi per i servizi pubblici,
per la sanit, per rendere le scuole luoghi sicuri,
dove in nostri figli possano imparare ad affrontare
la vita senza il rischio di perderla a causa di un

crollo improvviso; non ci sono soldi per


lassistenza degli anziani e dei disabili, per curare
al meglio tutti coloro che non possono ricorrere a
cure private, non ci sono soldi per curare le ferite
inferte al territorio e allanima della gente che vive
sempre pi ai margini del grande banchetto.
Ma perch il capitalista accostato alla figura del
vampiro? Iniziamo col dire che il vampiro si
sempre distinto, oltre che per il suo fascino
mitologico, anche perch egli ha rappresentato in
maniera allegorica la parte pi oscura del nostro
essere. Lorigine del mito del vampiro
antichissima. Il testo pi antico si riduce ad una
tavoletta babilonese dove vi una formula magica
che serve a proteggere dai demoni notturni
succhiatori di sangue, che erano gli Etimm. Gli
antichi ebrei, invece, temevano lAluka
(succhiatore di sangue), un essere che assaliva i
viandanti del deserto. Ed proprio dal culto di
questo demone che nasce la paura ed il timore per
la prima compagna di Adamo, Lilith. Questa era
considerata come un demone che, golosa del
sangue umano, entra di notte nel letto degli uomini,
prosciugandoli della loro forza. Secondo la
tradizione rabbinica, la stirpe dei Vampiri ha avuto
inizio dal matrimonio tra Adamo e il Demone
Lilith. Il vampiro propriamente detto un defunto
che per concessione infernale, sopravvive alla
morte succhiando il sangue sottratto ai viventi.
Grazie alla sua natura malvagia ha sempre
rappresentato una figura affascinante, che ha la
capacit di adattarsi a qualsiasi epoca e contesto.
Anche per questo rappresenta la chiave attraverso
la quale poter svelare le tendenze e le aspirazioni
delluomo. In ogni epoca e in ogni situazione
economico-politica, la sua immagine la perfetta
incarnazione del male, poich quest'ultimo
raramente si presenta all'uomo per quello che in
realt. Con i suoi occhi ipnotici attira a s la
vittima senza che questa nemmeno se ne renda
conto. Anzi, essa spesso gli si d volontariamente,
salvo accorgersi quando ormai troppo tardi
dell'errore commesso. Ci perch, almeno secondo
alcune interpretazioni, il vampiro non altro che la
trasposizione
dell'inconscio
umano,
di
quell'enorme calderone di tutte le pulsioni
considerate sconvenienti, negative, ma che sono
insite nell'istinto dell'essere umano e che pertanto
non potranno mai essere cancellate. L'uso
ideologico della figura del vampiro servita e

serve, appunto a raffigurare il capitalista sfruttatore,


che col suo fare languido riesce ad impossessarsi
del lavoro vivo del proletario.
Gi dalla prima met del 700 il vampiro ha assunto
il significato di metafora politica economica. Il
tiranno, il capitalista che succhia il sangue al
popolo viene identificato come, appunto, vampiro.
Ma cosa ha a che fare il vampiro col capitalista?
Gi Marx us molte metafore sul vampiro, per
spiegare i limiti della giornata lavorativa del
proletario, scrivendo : Dunque, il capitale lavoro
morto che resuscita, come un vampiro, solo
succhiando lavoro vivo, e tanto pi vive quanto pi
risucchia1 . Attraverso i riferimenti a questa
creatura, Marx mostra come il capitale non solo si
nutre del lavoro vivo estratto dalla classe
lavoratrice ma che in questo modo cresce e si
moltiplica, riuscendo cos a rendere la classe
operaia una parte integrale del proprio processo
riproduttivo.
Luso delle metafore da parte del filosofo
frequente in tutta la sua opera. Innanzi tutto Marx si
serve della figura del vampiro perch non un
semplice mostro. Certo come gli altri mostri, il
vampiro disturba le regole sociali, ma al contrario
degli altri viene identificato dallo stesso filosofo
come parassita, parasite. Anche Voltaire diede la
definizione di vampire nel suo Philosophical
Dictonay. Egli individu il vampiro affermando :
Questi vampiri erano cadaveri, che uscivano dalle
loro tombe la notte per succhiare il sangue dei vivi,
sia dalle loro gole che dai loro stomachi, e poi
tornavano nei loro cimiteri. Le persone a cui
succhiarono il sangue si indebolivano, divenivano
pallide e iniziavano a consumarsi, mentre i cadaveri
che succhiavano il sangue prendevano peso, la loro
carnagione si faceva rosea e godevano di un grande
appetito. Fu in Polonia, Ungheria, Slesia, Moravia,
Austria e nella Lorena che i morti poterono cos
gioire2.. Anche nella letteratura non mancano i
riferimenti. Infatti nel Dracula di Bram Stocker si
pu notare come il vampiro sia interessato solo
nellampliare il suo dominio e nellaccumulare
beni. Tuttavia questo concetto si distacca da quello
del filosofo Marx, il quale indica come il lavoro
morto in grado di diventare fattore di produzione
associato al lavoro vivo. Il capitale si ravviva
come un vampiro perch capitalista e vampiro
hanno la prerogativa di succhiare il sangue e
lanima del proletario. Marx inoltre affermer :

[] sete del vampiro che il capitale che del vivo


sangue del lavoro. In Das Kapital Marx pi volte
fa riferimento al vampiro come metafora del
capitale, sottolineando come entrambi siano
accumunati da un metabolismo mostruoso e
innaturale.
Il capitalismo per non va visto solo come
speculatore. Infatti i vantaggi non mancano.
Innanzitutto quando fu introdotto tra il XVI e il
XVII secolo, ha permesso il diritto di comprare e
vendere capitali in un libero mercato, libero dal
contratto statale. Lo sostengono infatti il
liberalismo, perch considerato forma pura di
economia di mercato con interventi statali ridotti al
minimo; il conservatorismo perch difende
qualcosa di non diverso dallo status quo delle
pratiche capitaliste attuali; il mercantilismo perch
promuove la protezione delle industrie e il
commercio interno, contro la concorrenza estera,
permettendo prezzi pi accessibili. Anche il
progresso tecnologico non sarebbe esistito senza
gli scambi favoriti dal capitalismo. Esso ha
generato il libero mercato e la libera concorrenza,
al contrario del vampiro che : un vero e proprio
detentore di un monopolio che non consente
concorrenza3 . E dalla buona concorrenza che
nasce il beneficio dei consumatori.
In effetti per si passati da un capitalismo liberale
che si arricchiva con i consumi, ad un capitalismo
vampiro che si arricchisce contro i consumi. I
prezzi dei beni primari infatti, continuano a
crescere, mentre i salari diminuiscono. Questo
perch il lavoro c ma la mano dopera utilizzata
al ribasso. La banche inoltre giocano un ruolo
strategico. Speculano sui Paesi sottosviluppati
comprando i loro titoli che rivalutati recano molti
vantaggi e profitti. Impoverendo cos i ceti pi
bassi quali : pensionati, impiegati, giovani e operai
si va incontro ad una sorta di compressione dei ceti
stessi. Questa crisi infatti non per niente pagata o
affrontata da chi lha generata ma bens pagata da
coloro che dovrebbero essere salvaguardati e ai
quali dovrebbe essere preservato il diritto ad una
vita per lo meno adeguato alle esigenze di oggi. Le
banche e la finanza sono la causa prima del disastro
a cui assistiamo, ma purtroppo i politici sembrano
non interessarsi per niente al fatto che le banche
stesse vengono ricapitola rizzate col denaro
pubblico che dovr essere poi ripagato con i
sacrifici dei servi della gleba . Loperaio ha tutto

il diritto di lavorare di meno, con ritmi meno


intensi, di non ammalarsi e perfino di portare a casa
una fetta pi consistente del frutto del SUO lavoro.
Loperaio spontaneamente, prima ancora di sapere
il suo ruolo nella catena di montaggio
capitalistica ,sente la sua condizione come una
condizione ingiusta. Un'ingiustizia che resa
ancora pi forte di fronte all'arroganza di un
benessere ostentato, senza pudore, dalle classi
ricche di un paese che si fermerebbe di colpo se
solo lui, e i suoi compagni, decidessero di
incrociare le braccia. Il capitalismo quindi
dissangua le fasce sociali e rovina il futuro dei
giovani. Il banchiere o il capitalista non potranno
mai condividere il fatto che il proletario lavori
secondo i suoi diritti e guadagni quanto gli spetti.
Questa infatti sarebbe una minaccia per chi
sfrutta la mano dopera che deve produrre sempre
di pi ma a prezzi molto bassi, proprio perch se il
proletario avanzasse dei diritti, il capitalista , alle
strette, dovrebbe prenderli in considerazione
perdendo cos tutto il suo guadagno sulla
speculazione del lavoro proletario.
A mio parere, qualunque sia il vero ruolo del
capitalismo esso fa da sfondo alle attivit degli
economisti, dei politici e degli industriali, che con
la speranza di un loro benessere futuro, con la scusa
di voler risolvere la crisi, privatizzano e aumentano
let pensionabile. Insomma qualunque sia la
convinzione sul capitalismo, resta il fatto che esso
ha nel suo nome e nella sua attuazione
arricchimento da un lato e impoverimento
dallaltro. I capitalisti come i vampiri, fanno parte
di una casta privilegiata, che pensa solo ad
arricchire le proprie tasche e ad espandere il loro
dominio. Mi chiedo solo quando i ceti pi bassi e
noi giovani soprattutto, finiremo di pagare le
conseguenze delle speculazioni dei ricchi, perch
nessuno dei cittadini pi disposto a pagare per i
politici, speculatori, parassiti, banchieri e
capitalisti.
Note:
1 K. Marx, Il Capitale, Libro 1, 1867, Newton
Compton Editori, 1974
2 M. de Voltaire, Philosophycal Dictonary, 1764
3 F. Moretti, Dialettica della paura. Segni e stili del
moderno, Einaudi, Torino 1987

Bibliografia
K. Marx, Il capitale, Libro 1, 1987, Newton
Compton Editori, 1974
F. Moretti, Dialettica della paura. Segni e stili del
moderno, Einaudi , Torino, 1987
M. de Voltaire, Philosophycal Dictonary, 1974
Sitografia
www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia
/TestiPDF/Voltaire/Dizionario.pdf
http://xkom55.org/2012/02/14/dracula-monti-e-ilcapitalismo-vampiro/
http://darknesskiss.forumcommunity.net/?t=148673
21
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-efinanza/2008/4/3/Crisi-finanziaria-ripensiamo-ilruolo-delle-banche/1217/
http://www.alfabeta2.it/2012/03/19/crisi-dellafinanza-o-crisi-del-capitalismo-2/
http://www.panerose.it/files/index.php?c7:o129:e1:p140

La trasgressione come creativit


D'Agostino Raffaella

"T

rasgressione, diversit, disagio,


devianza. Ognuna di queste parole ha
un significato particolare. Eppure tutte
hanno un comune denominatore: sono
lesatto opposto di conformit.
Nellimmaginario comune, infatti, la trasgressione
identifica lo sconfinamento dalle regole, racchiude
in s lidea, il desiderio di voler divergere, di voler
opporsi e di voler andare oltre la
normalit.Etimologicamente, trasgressione
deriva da trasgredior che significa passare
oltre, al di l.
A mio parere la trasgressione significa esternare,
mettere in pratica un bisogno di autoaffermazione.
Trasgredire pu significare fare nuove esperienze
uscendo da ci che considerato usuale e
rassicurante; misurarsi con i limiti prestabiliti
mettendo alla prova se stessi e gli altri. Vuol dire
dare uno strappo alle regole indipendentemente
che queste siano dettate da altri o siano dettate da
noi stessi e dalla nostra educazione.
La vita delluomo stata caratterizzata da un
susseguirsi di episodi di trasgressione che in
qualche modo hanno contribuito alla crescita della
societ. Esistono vari tipi di trasgressione e alcuni
di questi, ancora, non sono stati accettati da tutti
andando cosi ad emarginare chi alla fine ha una
propria visione del mondo o che comunque
trasgredendo i canoni imposti dalla societ si batte
per i suoi ideali e i propri valori. C anche da dire
che la trasgressione cammina di pari passo con la

creativit, infatti alcuni grandi della letteratura,


dellarte e della filosofia erano dei personaggi
controcorrente. Proprio pensando a questo, forse,
un autore rimasto anonimo, un giorno ha scritto:
<< La crescita nella lotta alle abitudini di
ciascuno di noi, proprio quelle abitudini cos
radicate da non essere quasi coscienti >>.
Nel panorama letterario italiano,ad esempio, una
figura emblematica ed estremamente trasgressiva
fu Gabriele DAnnunzio. Egli incarna le tendenze
estetizzanti del decadentismo e il suo estetismo.
Pone larte, a differenza degli altri poeti, in cima
alla gerarchia dei valori, che lo porta a fare della
sua stessa vita unopera darte. Lapoteosi di
questo culto del bello,che fa di Dannunzio un
trasgressore creativo, raggiunta con il
protagonista de Il piacere : Andrea Sperelli,
eccezionale, eccentrico, trasgressivo, fruitore
dellarte e dedito alla bellezza e al superfluo,
propone tutto ci che poi DAnnunzio ha
concretamente cercato di realizzare nella sua vita.
Un personaggio , come ha scritto lo stesso autore,
che il modello del nuovo giovin signore
italiano, legittimo e campione di una stirpe di
gentiluomini e di artisti eleganti, ultimo
discendente di una razza intellettuale in cui il
culto del bello innalzatore di una vera e propria
religione.
<< Io non sono e non voglio essere un poeta

omero []. Tutte le manifestazioni della vita e


tutte le manifestazioni dellintelligenza mi
attraggono egualmente e credo di aver pienissima
libert di portare il mio studio e la mia ricerca in
ogni campo1 >> .
Tale affermazione di DAnnunzio stesso rivela il
carattere complesso e la personalit poliedrica di
tale personaggio e si presta bene a riassumere la
tempra di una vita intera e dellopera completa.
Continuando ancora nella letteratura, non soltanto
italiana, troviamo altri poeti trasgressori, tra cui il
poeta maledetto francese Charles Baudelaire.
Egli ha alimentato il mito del bohemien, lo
studente povero o presunto tale, ribelle ed amante
dei piaceri notturni, dell'assenzio e delle novit in
fatto di costumi e
di arte . Generazioni di studenti e di poeti si sono
ispirati e ancora oggi si ispirano al poeta parigino.
Interpreta quella visione di giovent romantica
dedita all'eccesso,alla poesia e alla trasgressione.
Era sempre in lotta contro il mondo circostante,
contro i sogni di progresso cari alla societ
borghese del suo tempo, contro la mediocrit
banale della vita quotidiana. Viveva una vita
piuttosto sregolata, tra alcool e prostitute, che
associata allesasperata originalit , erano per lui un
alternativa alla noia di un mondo troppo ordinario.
Lui, e il movimento letterario a cui
apparteneva,vedevano larte come un attivit
umana totalmente indipendente dalla morale e non
pi come portatrice di un messaggio relativo al
comportamento. Anche in questo poeta, il suo
modo di vivere la vita nella trasgressivit ha
alimentato la sua creativit, infatti, nelle sue opere
Baudelaire esprimeva la poesia in una nuova
forma, attraverso simboli che riflettevano le
sensazioni del mondo inconscio, utilizzando temi
come il vizio, la perversione, il desiderio,la paura
della morte, la fuga dalla vita monotona e normale,
la ricerca spasmodica dellideale, la
consapevolezza delle contraddizioni delluomo. Ad
esempio nella poesia sinistra e fredda , si nota
tanto come la trasgressione della sua vita abbia
influito nellopera, in quanto il poeta paragona se
stesso ad un angelo caduto, affascinato
contemporaneamente sia dal cielo sia dallabisso,
che si aggira per le strade della metropoli attratto
dai paradisi artificiali degli stupefacenti, dal vizio,
perseguitato dalla maledizione mentre cerca la

redenzione.
Spostandoci poi, in ambito filosofico, troviamo il
concetto di trasgressione, diversit, come punto di
partenza del pensiero nietzschiano esplicato con la
figura del superuomo. Il superuomo infatti
colui che sa accettare e vivere coraggiosamente e
intensamente la vita, al di l del bene e del male ;
che capace di rifiutare la morale ascetica
tradizionale e operare la trasvalutazione dei valori;
in grado di liberarsi della fede in Dio e "reggere"
l'angoscia derivata proprio dalla morte di Dio,
guardando in faccia il reale al di l delle illusioni
metafisiche. Il superuomo un uomo che supera
i limiti mentali che la societ gli impone, un
oltre uomo.
<< Io vi insegner cos il Superuomo. Luomo
qualcosa che deve essere superato. Che cosa avete
fatto per superarlo? Tutti gli esseri fino ad oggi
hanno creato qualcosa che andava al di l di loro
stessi: e voi invece volete essere la bassa marea di
questa grande ondata e tornare ad esser bestie
piuttosto che superare luomo? [] Guardate, io
invece vi insegno a diventare Superuomini! Il
Superuomo, ecco il vero senso della terra. La
vostra volont quindi dica: il Superuomo diventi il
senso della terra. Vi scongiuro, o fratelli, siate
fedeli alla terra, e non credete a coloro che vi
parlano dl speranze ultraterrene! Essi sono dei
manipolatori di veleni, sia che lo sappiano, o
no[..]Ecco, io vi insegner a diventare
Superuomini; il Superuomo appunto quel mare,
in cui si pu perdere il vostro grande disprezzo.
Qual lesperienza pi grande che potete avere?
Lora del grande disprezzo. Lora in cui la vostra
felicit vi far nausea, e anche la vostra ragione, e
la vostra virt2.>>
In questo celebre passo dello Zarathustra,
Nietzsche ci presenta la figura del superuomo dove
egli lo definisce il vero senso della terra, il
nuovo Dioniso. Il superuomo va al di l delle
barriere e quindi al di sopra di tutto.
Un fondamentale riferimento, che non pu di certo
mancare, nel campo dellarte, dove la
trasgressione ancor di pi sinonimo di creativit e
lartista visto come un individuo eccezionale .
Basti pensare a Van Gogh, Modigliani, Caravaggio
e soprattutto a Egon Schiele. Questultimo era uno
straordinario artista, trasgressivo austriaco.
Differisce dagli altri artisti perch ha un modo

differente di dipingere, nei suoi quadri si vede l


intensit espressiva, lintrospezione psicologica e la
comunicazione del disagio interiore. I suoi
quadri rappresentavano corpi asciutti,posture
contorte e drammatiche. Si distacca cos dal ricco
decorativismo secessionista asburgico per creare un
universo tragico e trasgressivo. Sullo sfondo di una
Vienna colta e austera, i rigidi canoni artistici
imposti dallAccademia delle Belle Arti si rivelano
presto opprimenti e cos lasci gli studi in aula per
frequentare i locali viennesi, che erano la sua forma
dispirazione.
Ovviamente ,inutile negarlo, la trasgressione oltre a
stimolare la creativit e ad avere i suoi lati
positivi, ha anche i lati negativi e, leccessivo
trasgredire, quindi, condurr a delle conseguenze
che non erano previste. Un esempio di
trasgressione negativa lo possiamo avere
pensando ad Eva,che trasgredendo alle regole, cede
alle tentazioni del serpente assaggiando il frutto
proibito. Quindi da tener presente che ogni azione
ha una conseguenza e pertanto, come Eva viene
cacciata dall'Eden e privata della vita eterna,
ognuno di noi deve accettare le conseguenze ed
essere pronto ad assumersi le proprie
responsabilit. Quindi si pu facilmente dedurre
che, come ogni medaglia ha il suo rovescio, allo
stesso modo anche la trasgressione ha le sue
negativit.
Tuttavia,con il passare del tempo, la trasgressione
andata sempre di pi ad affermarsi e a
modificarsi, questo dato dal fatto che la societ,
crescendo, ha allargato i limiti ,cosi da creare
nuove regole da trasgredire. Ci sta a significare
che quello che una volta era fuori dalla
normalit, oggi diventato normale e cosi facendo
si anche incrementata maggiormente la creativit
delluomo, in quanto queste novit, lo mettono di
fronte ad un confronto dove lingegno gioca un
ruolo importante.
In conclusione, la mia idea che la trasgressione
stata importante nel corso della vita umana e
continuer ad esserlo perch la libert di essere
di ogni singolo individuo. Senza la trasgressione
non si avrebbe la creativit e senza questa la vita
sarebbe un modello standard da rispettare.
Pertanto, credo necessario che si sperimentino
nuove idee e che non si rimanga incatenati nelle
regole del sistema che ci circonda, perch cos

facendo si ucciderebbe la creativit.


NOTE:
1 Guido Capovilla, D'Annunzio e la poesia
"Barbara" , Ed. Enrico Mucchi,Modena,2006
2 F. Nietzsche, Cos parl Zarathustra, Longanesi,
Milano, 1979, pagg. 37-41
BIBLIOGRAFIA

Silvia Mantovani , Tra ordine e caos.


Regole del gioco per una urbanistica paesaggista .
Ed Alinea ,Citt di Castello (Perugia) , 2009

F. Nietzsche, Cos parl Zarathustra,


Longanesi, Milano, 1979

Guido Capovilla, D'Annunzio e la poesia


"Barbara" , Ed. Enrico Mucchi, Modena, 2006

Scalamandr Raffaele , Storia e poesia di


Baudelaire , Edizioni Scientifiche Italiane
SITOGRAFIA

http://www.ilgiornale.it/cultura/oscena_e_paura_se
sso_firmato_egon_schiele/23-02-2010/articoloid=424288-page=0-comments=1

http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale

http://www.storiadellarte.com

I cellulari provocano gravi danni


alla salute
De Masi Martina

redo che al giorno doggi concepire la


quotidianit senza i cellulari sarebbe un
tentativo senza successo, che darebbe
forma a una vita astrusa e inconsueta.
Quel dispositivo tascabile, che
permettere di contattare chiunque, funzionante in
qualsiasi luogo e momento, diventato in tempi
estremamente brevi compagno inseparabile delle
nostre giornate. La sua introduzione suscit
immediatamente sentimenti di entusiasmo
generale, per cui il cellulare divenne ben presto
loggetto pi anelato, il regalo pi gradito.
Trascuro i vari antenati del telefono cellulare per
giungere direttamente al 1983, lanno in cui
linvenzione di Martin Cooper venne resa nota al
mondo: il cellulare per la prima volta disponibile
sul mercato. Da quella data in poi lapparecchio ha
subto innumerevoli perfezionamenti e sviluppi
che hanno condotto allapparizione di modelli di
volta in volta pi tecnologici, cos che alle prime
funzioni di base (possibilit di telefonare e
inoltrare messaggi di testo) se aggiunsero di altre
(opportunit di ascoltare brani musicali, scattare
fotografie, realizzare video e registrazioni,
navigare su internet).
Il marchingegno dalle mille funzioni nel XXI
secolo parte integrante della vita di tutti i giorni. I
dati parlano chiaro: l81,4% degli italiani possiede
almeno un cellulare, solo il 35,4% ne ha uno,
mentre il 27,5% ne possiede 2, l11,5%
proprietario di 3 telefonini, il resto di 4 o pi. Non

si tratta esclusivamente di adulti, in queste


percentuali sono certamente compresi bambini di
et inferiore ai dodici anni.
Non si pu proprio fare a meno di comunicare.
Se se ne ha la facolt, non si resiste alla tentazione
di informare in tempo reale i propri cari riguardo
a tutto ci che si sta vivendo; se si pensa poi che
un telefono cellulare svolge anche tutte le
funzioni di una fotocamera e di un iPod, si
comprende perch, per un motivo o per un altro,
non lo si abbandona mai.
Ritengo, a questo punto, necessario un ulteriore
resoconto di dati per lefficacia della quale essi
sono portatori: due terzi degli Inglesi usano il
cellulare sulla tazza del bagno, il 41% dei
Giapponesi se ne serve persino nella vasca. Nel
2009 gli Italiani hanno parlato al cellulare per
113,8 miliardi di minuti. Le schede sim acquistate
dalla popolazione mondiale, che ha raggiunto le
soglie di 7 miliardi di abitanti, sono
attualmente 5,2 miliardi. Ancora pi interessante il
fatto che in Italia il 56% dei bambini di scuola
elementare possiede un telefonino. Sembra
proprio che esso sia fondamentale insostituibile
passatempo e salvavita, ma adesso tempo che si
riconosca che sa essere letale.
La tesi che sostengo fa riferimento non solo
alleffettiva nocivit del dispositivo, ma anche
allatteggiamento biasimevole delle aziende e dei
centri studio in merito alla questione.
Tutti i cellulari emettono radiazioni o microonde

radio, queste a partire dal dispositivo sono soggette


a unespansione in senso orizzontale che investe
ogni corpo vicino, a una maggiore vicinanza
corrisponde una maggiore intensit delle onde. Si
tratta di radiazioni ad alta frequenza, le quali hanno
le capacit di provocare linnalzamento della
temperatura corporea, tale fenomeno comporta la
possibilit di danni ai tessuti. Per ci che concerne
tale fenomeno possibile per la persona stessa che
utilizza lapparecchio notare, dopo lunghe
telefonate, il riscaldamento dellorecchio a contatto
e il corrispondente lato del cranio. Nel caso di una
lunga conversazione al cellulare lapparecchio
costretto per lungo tempo direttamente a contatto
con la testa e le microonde sono capaci di
neutralizzare la barriera ematoencefalica e
rilasciare delle tossine in direzione del cervello. Le
altre due parti dellorganismo umano pi esposte ai
rischi sono gli occhi, a causa delle possibilit dello
sviluppo del melanoma uveale ed il nervo acustico
che, per tempi lunghi, viene sollecitato. Il
telefonino costituisce un problema anche se non
effettivamente utilizzato, ma lasciato nella tasca
sinistra dei pantaloni: a contatto con il corpo in
quella determinata area potrebbe interferire con il
ritmo cardiaco.
altamente sconsigliato luso del cellulare durante
la guida, al contrario di ci che si potrebbe pensare
non si tratta solo di una questione di responsabilit
o di prudenza stradale, ma possibile che le
radiazioni emesse dal cellulare interferiscano con la
strumentazione digitale dellautomobile per cui
lairbag potrebbe aprirsi inaspettatamente e il
sistema ABS potrebbe azionarsi senza preavviso.
Le ragioni sopra citate costituiscono motivi pi che
validi per ridurre categoricamente a momenti di
stretta necessit lutilizzo dellapparecchio. Eppure
soltanto un numero
esiguo di persone a conoscenza di tali
informazioni e mette in atto le precauzioni
adeguate. Questo accade perch esiste gente che
ama arricchirsi in maniera vergognosa alle spalle
dellignoranza della povera gente.
Luso eccessivo e improprio del cellulare
rappresenta un grosso rischio per la salute, ma noi
non lo sappiamo o meglio non dobbiamo saperlo e,
le industrie produttrici di cellulari e le compagnie
telefoniche non sono da considerarsi del tutto
estranee a riguardo. Le ultime non fanno altro che
proporre spot pubblicitari che informano su offerte

sempre nuove e convenienti. Pi della met della


pubblicit che viene proposta in televisione, sul
web, alla radio contiene messaggi relativi a tariffe
vantaggiose e modelli di volta in volta pi avanzati
di telefonini. Siamo tempestati di informazioni
riguardo ai cellulari, ma conosciamo solo una
faccia della medaglia e, come viene facile intuire
quella in cui tutto appare sicuro e luminoso, laltra
faccia quella oscura e allarmante, della cui
esistenza in numerosi non sono al corrente, resta
celata.
Come di consueto, il lato premurosamente
nascosto costituisce ci che pi importante
sapere. Si tratta di informazioni conosciute da una
piccola lite, sintende studiosi, scienziati,
appassionati di tecnologia e quei pochi che essendo
tormentati dal dubbio hanno ritenuto opportuno
documentarsi in maniera soddisfacente. Tutti gli
altri abbagliati dallutilit e dai profitti, bisogna
dirlo, innegabili, che il dispositivo offre, hanno
lasciato correre.
Ebbene la disinformazione in merito a questo tema
non un fenomeno puramente casuale, ma
rigorosamente intenzionale. a dir poco
sconcertante leggere che la maggior parte degli
studi di ricerca, che si occupano di capire se i
cellulari effettivamente nuocciono alla salute
delluomo o meno, sono finanziati dagli stessi
produttori di telefonini. semplice, se non
dobbligo, intuire che i risultati possono essere
facilmente falsati, la gravit degli effetti sminuita.
Largomentazione pi forte a sostegno della mia
tesi prende quindi forma proprio dallignobile
comportamento dei produttori, che segretamente
finanziano le aziende perch al termine delle
ricerche possano comunicare solo ci che
conveniente e omettere o camuffare eventuali
verit scomode.
Generalmente i libretti di istruzione per luso
recitano: si consiglia di tenere il cellulare a una
distanza compresa tra 1,5 cm e 2,5 cm dalla testa.
Sul libretto di istruzioni delliPhone, invece si
legge unulteriore precauzione: Quando usate
liPhone vicino al vostro corpo tenetelo ad almeno
15 millimetri di distanza dal corpo e usate soltanto
custodie, clip da cintura o fondine che non abbiano
parti metalliche e mantengano almeno 15
millimetri di separazione dal corpo. A questo
punto spontaneo chiedersi perch nei manuali di
istruzione si trovino suggerimenti del genere,

mentre le compagnie sostengono lassenza di prove


conclusive e tendono a eliminare totalmente il
dubbio dalle menti della gente. Come per la
domanda anche la risposta immediata: il rischio
presente ed anche grave. Le compagnie
telefoniche, premurose di salvaguardare i propri
affari, non possono ammettere di conoscere gli
effetti devastanti che un uso prolungato
dellapparecchio provoca, tuttavia ci tengono a
tutelarsi per poter dire che loro ci avevano avvisato.
Sarebbe un tragico errore trascurare il fatto che il
motivo delle raccomandazioni taciuto. proprio
questo elemento che deve avviare la riflessione:
significa inequivocabilmente che le aziende sono in
malafede. A questo proposito il programma
televisivo Report, in onda su rai 3 la domenica sera,
che si occupa di inchieste giornalistiche, condotto
da Milena Gabanelli, in una puntata intitolata
LOnda lunga ha spiegato come Motorola ha
cercato di ridimensionare i dati, risultato di una
ricerca finanziata dalla stessa azienda.
E come potrebbe, daltronde, essere definito
corretto latteggiamento delle compagnie se
esistono disposizioni sanitarie in vari paesi che
sostengono limportanza di evitare che i bambini ne
facciano uso e asseriscono che pericoloso
lasciarlo sotto il cuscino di notte; inoltre il
Consiglio Superiore di Sanit ha consigliato di
adottare le precauzioni del caso. Non tutto qui,
anche alla legge questa condotta non piace troppo,
esemplare il caso di un ex manager lombardo, a
favore del quale si espressa la sentenza del
Tribunale di Brescia, lInail dovr far fronte a un
risarcimento da versare nei confronti delluomo,
che soffre di un tumore alla testa causato dalluso
eccessivo del telefonino.
Questo tema cos delicato ha certamente interessato
lOMS (lorganizzazione
mondiale della sanit) che, in collaborazione con
lIARC (associazione internazionale per la ricerca
sul cancro) ha condotto degli studi. Il responso d
ancora maggior credito alla mia posizione ed
stato il frutto del lavoro di trentaquattro scienziati
provenienti da quattordici paesi diversi che si sono
riuniti dal 24 al 31 maggio dello scorso anno. Sono
stati effettuati studi epidemiologici su esseri umani
e test su animali. I cellulari sono nocivi per la
salute umana in quanto comportano potenziali
effetti tumorali. Il rischio che si registra riguarda il
glioma,tumore che investe le cellule gliali

responsabili della protezione e addette al


sostentamento dei neuroni, e il neurinoma acustico,
il tumore del nervo uditivo; non stato attestato ma
non si esclude che il cellulare possa causare altri
generi di tumore. Le microonde radio emesse dai
cellulari sono diverse dai raggi x o dai raggi
ultravioletti, sono meno potenti, nonostante ci le
ricerche del dottor di del 1993 non sono affatto
rassicuranti: le onde elettromagnetiche dei cellulari
a cui topi da laboratorio sono stati esposti hanno
causato linterruzione del DNA di questi ultimi.
Essendo stato appurato il fatto che lutilizzo
intenso di un cellulare, vale a dire almeno trenta
minuti al giorno per un arco di tempo lungo dieci
anni, aumenta del 40% la possibilit di insorgenza
di un tumore nellindividuo, il telefonino stato
aggiunto alla lista degli agenti cancerogeni ed
stato classificato al livello 2b di pericolosit. Sono
ugualmente pericolosi rispetto al telefonino tutti
quegli apparecchi che hanno attiva la funzionalit
wireless, per cui sono inclusi i cordless e il
computer per ci che riguarda la possibilit di
navigare su internet.
Per quanto concerne questo argomento la parola
dordine suggerita dallOMS quindi estrema
cautela. Adoperare il cellulare allinsegna della
prudenza e della responsabilit verso se stessi
significa ridurre lutilizzo a casi in cui
strettamente necessario e, se risulta impossibile
evitare, bene utilizzare gli auricolari o i messaggi
di testo, cos che la testa e lapparecchio restino
sempre a debita distanza. altamente sconsigliato
tentare ostinatamente di telefonare in luoghi in cui
il segnale scarso o nullo, in questi casi infatti
necessaria maggiore potenza in uscita per cui le
radiazioni emesse dal telefonino sono nettamente
superiori. Queste sono le precauzioni che lOMS ci
raccomanda di adottare, e se lOMS e lIARC ci
mettono in
guardia sembra proprio il caso di allarmarsi.
Certo sarebbe del tutto sbagliato nonch da ipocriti
suggerire smettere definitivamente di usare il
cellulare, visto e considerato che un pericolo,
anche perch tanto non serve a nulla. Riconosco
che la sua utilit evidente in quanto, mentre ci
sono casi in cui utilizzato per gioco o per
leggerezza anche in momenti in
cui si potrebbe farne a meno, si verificano
eventualit in cui rappresenta la nostra unica
salvezza. Se ci si perde in posti isolati il solo

contatto che si mantiene con il mondo, se ci si trova


in situazioni di pericolo rintracciare la posizione
del cellulare significa sapere il luogo esatto in cui si
trova la persona.
Alla luce di ci opportuno consigliare luso
dellapparecchio allinsegna di astuzia e
intelligenza, lo si pu fare seguendo pochi preziosi
consigli che ci sono comunicati da Riccardo
Staglian nel suo libro: tutelare prima di tutto i
bambini, utilizzare gli auricolari col filo o il
vivavoce, preferire i messaggi di testo alle
chiamate, evitare il contatto con il corpo, scegliere
il modello con minore SAR (Specific Absortion
Rate = tasso di assorbimento specifico, che segnala
in percentuale il valore di radiazioni che un corpo
umano esposto a un campo elettromagnetico a
radio frequenza assorbe), non usarlo in auto o in
treno: in movimento il cellulare fa pi fatica a
connettersi con la linea ed emette maggiori
radiazioni
In conclusione intendo ribadire i concetti,
limportanza e le conseguenze legate alla mia
posizione. Il cellulare non un oggetto magico, al
contrario potrebbe rivelarsi letale, pertanto deve
essere usato con giudizio. Inoltre bisogna dire che
le precauzioni consigliate potrebbero non essere
sufficienti: mentre le ricerche continuano in attesa
di responsi pi sicuri, c chi sostiene che tutelarsi
come indicato sopra possa non servire a granch.
il caso di Francesco Marinelli, ricercatore del CNR,
che afferma: le onde elettromagnetiche stanno nel
range che interferisce con il comportamento
biologico. Ci significa che ci colpirebbero
comunque, evitare il contatto fisico col telefono
non potr salvarci. Lo stesso ricercatore sostiene
che anche la scelta del modello con minore SAR
non sia determinante. I test relativi a questo
parametro sono stati pensati dalle aziende
produttrici e vengono effettuati
utilizzando un gel proteico amorfo, la cui struttura
diversa dalle cellule che
compongono il tessuto cerebrale. fondamentale
far propri questi concetti e
comprenderne la portata, perch il cellulare non
nostro amico, le agevolazioni che in un primo
momento ci offre potrebbero non valere quanto il
sacrificio.
Bibliografia
Staglian, Riccardo, Toglietevelo dalla testa -

Cellulari, tumori e tutto quello che le lobby non


dicono, Milano, Chiarelettere, 2012
Staglian, Riccardo Rischio cellulari. Non
telefonate pi senza lauricolare (oppure usate gli
sms) in Il Venerd di Repubblica, XXV, n 1245,
gennaio 2012, pp. 67-67
Sitografia
http://it.emcelettronica.com/storia-del-telefonocellulare
http://newebmarketing.blogspot.it/2012/02/maquanti-cellulari-hanno-gli-italiani.html
http://benessere.paginemediche.it/it/238/casa-esicurezza/detail_1491_cellulari-eradiazioni.aspx?c1=98&c2=392
http://www.vanityfair.it/news/societ%C3%A0/2012
/01/28/cellulari-tumore-stagliano'4444
http://www.italiasalute.it/6801/pag2/I-cellularifanno-male-dice-l'Oms.html
http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2011/05/31/
news/oms_i_cellulari_possono_causare_il_cancro17035258/

Il business spietato delle case


farmaceutiche
Imparato Alexandra

n figlio nasce i suoi genitori lo


affidano amorevolmente alle cure del
pediatra, fiduciosi del fatto che il suo
ruolo sia quello di prevenire e curare
eventuali malattie, ma non sempre
cos: in una societ ormai caratterizzata dalla
globalizzazione, nella quale il valore
fondamentale sembra essere il vile profitto,
viene da chiederci se la popolazione mondiale non
sia ostaggio dei colossali interessi delle
multinazionali farmaceutiche. Legemonia della
politica sanitaria impone i suoi dogmi, riducendo
luomo ad un potenziale consumatore di farmaci, i
quali non sempre curano le vere cause di una
determinata patologia, ma creano bens ulteriori
danni alla salute. Questo predominio del farmaco
si compie fin dalla nascita: con le vaccinazioni
dette obbligatorie, le quali generano spesso nei
genitori forti dubbi. Basti pensare che il vaccino
esavalente consigliato alle giovani madri (e
ritenuto erroneamente gratuito poich si paga con
le tasse) contiene ben 6 vaccini in 1: antipolio,
antitetanica, antidifterica, antiepatite B,
antimorbillo e antipertosse. Una vera bomba
chimica, tranquillamente indicata dal medico di
fiducia.
La mia tesi che la nostra salute succube di una
scellerata alleanza fra la potente industria del
farmaco e un ottuso sistema sanitario. Il cartello
Big Pharma (che include tutte le maggiori case
produttrici di farmaci del mondo, da

GlaxoSmithKline a Baxter, Novartis e altre)


detiene il monopolio delle cure ed capeggiato da
individui che agiscono come dittatori invisibili.
In verit i veri padroni del nostro destino sono un
pugno di uomini appartenenti alle famiglie pi
possenti del mondo (i Rothschild, i Rockefeller ed
altri personaggi illuminati) o meglio di grandi
banche di investimento e di multinazionali. Lo
illustra bene Hans Ruesch1 quando scrive:
Lindustria farmaceutica grande e potente come
lindustria delle armi. Con la differenza che la
guerra finisce. La malattia, no, finch c
qualcuno che la tiene in vita . Lo stesso discorso
fa Michel Chossudovsky2, in un suo articoloinchiesta pubblicato su numerose riviste
internazionali e siti Internet.
In effetti, la medicina di stato ritiene molto pi
proficuo scatenare paure a suon di numeri,
modificando la realt attraverso campagne
terroristiche con la complicit di un giornalismo
servo del potere politico. Le grosse multinazionali
spendono in pubblicit e in marketing il doppio di
quello che spendono in ricerca. Si pensi al caso di
qualche anno fa quando linfluenza H1N1, detta
anche suina (una malattia degli animali che esiste
da quando vi sono gli allevamenti sporchi o
intensivi) apparve in tutto il mondo, creando una
psicosi generale, ben sfruttata dai big del farmaco,
per lucrare sulla salute della popolazione. Un
fenomeno in seguito sbugiardato: lennesima
bufala creata a tavolino. Una banale influenza

anche meno aggressiva di quella stagionale. Difatti


le ASL italiane spesero 184 milioni di euro per
acquistare vaccini (ovvero 24 milioni di dosi) che,
in gran parte, non vennero utilizzati. Ragion per cui
il Consiglio dEuropa denunci lo scandalo
sanitario dichiarando senza mezzi termini che la
vera influenza era quella esercitata dalle lobbie
farmaceutiche sull Organizzazione Mondiale della
sanit (OMS) affinch dichiarasse la pandemia.
Recentemente si verificato lo stesso fenomeno:
nel settembre del 2011, la televisione svizzera
divulga uninchiesta esaustiva (dalla parte delle
bambine) che spiega della campagna pro-vaccino
anti-virus HVP (il Papilloma virus, accusato di
provocare il cancro al collo dellutero). Il
documentario denuncia il fatto che le commissioni
parlamentari abbiano ricevuto materiale
informatico solo da parte dei fabbricanti dei vaccini
e mostra come la stessa classe medica sia perplessa
a riguardo, per non dire contraria (non conoscendo
la reale efficacia del farmaco utilizzato). Il
movimento Comilva spiega il perch dellinutilit
di questo allarmismo in quanto il vaccino protegge
solo da 2 ceppi del virus, mentre sono almeno 15
quelli che provocano il cancro. Considerato che una
donna, anche dopo aver fatto il vaccino, debba
periodicamente controllarsi eseguendo un pap test,
(un test in grado di individuare le cellule malate sul
nascere e che permette di guarire al 100%) perch
pubblicizzare una vaccinazione a tappeto quando
provato che non necessaria?
A questo punto credo sia legittimo chiederci cosa
fanno le autorit competenti per tutelarci. Ebbene
sappiamo che lindustria del farmaco deve
vendere! Cosicch si affida a degli informatori
scientifici, i quali illustrano i vantaggi dei loro
prodotti rispetto a quelli della concorrenza. Poich
sono pagati sulla base dellaumento delle vendite,
assai improbabile che si soffermino ad elencare gli
effetti tossici delle medicine che pubblicizzano.
Dellargomento si occupata la trasmissione
Report, mandata in onda nel novembre del 2011 (Il
Marketing del farmaco). Linchiesta di Paolo
Barnard rivela la verit scomoda sul ruolo di questi
rappresentanti e la loro influenza sui medici. In
aggiunta mette in luce i metodi sleali usati per
corrompere i professionisti del settore: coccole
sotto forma di cene, regali, donazioni agli ospedali,
congressi-viaggi,
mazzettee
cos
via.
Ovviamente solo una parte di questi dottori viene

corrotta, ma ci basta a falsare tutto il mercato.


Peraltro questo meccanismo di indottrinamento
nasce alla base del sistema e viene illustrato in un
documento di marketing di una nota azienda
farmaceutica, nel quale si legge: costruire un
gruppo di opinioni leader, e cio i baroni
universitari e ospedalieri, fidelizzati alla casa
farmaceutica (nelle Universit lo studente
lasciato a se stesso. I docenti nemmeno si pongono
il problema del discorso deontologico). Inquietano
le dichiarazioni fatte al giornalista della Rai nelle
quali linformatore, in forma anonima, allude
anche a minacce fisiche. Ma nello spietato mondo
delle lobbie, questi metodi non sono poi cos
lontani dagli scenari fantascientifici dei romanzi
gialli. Eppure cosa fanno le autorit? la
Commissione Unica del Farmaco (un importante
organismo con compiti vincolanti di controllo sul
settore farmaceutico CUF) deve prevenire
eventuali abusi prima di permettere la prescrizione
di un determinato farmaco sul territorio. Un
compito lodevole peccato per che non sia
sempre cos. Prendiamo ad esempio il caso del
medicinale Ritalin della casa Novartis, un
anfetaminico indicato nel trattamento della
sindrome da deficit di attenzione e iperattivit
(ADHD) che ha effetti sul cervello pi potenti di
quelli della cocaina. Questo stupefacente circolava
liberamente prima che lo autorizzassero nel nostro
paese, complici i medici autoreferenziali e le
dogane colabrodo (il farmaco proveniva dalla
Svizzera). Ma nel 2007 ecco che lItalia adotta la
pasticca miracolosa.
A tal proposito
lassociazione Gi le mani dai bambini (il
comitato italiano che monitora i disagi
dellinfanzia e raggruppa Universit, ordini dei
medici, associazioni genitoriali e socio-sanitarie)
sostiene che le precauzioni assunte dal Ministero
per evitare abusi furono del tutto insufficienti.
Ma gli speculatori si rifiutano di ammettere
lesistenza di un legame fra la potenziale nocivit
dei vaccini e la comparsa di ulteriori malattie
(autismo, patologie del sistema immunitario,
allergie varie di cui nessuno conosce la vera causa)
come nel caso della sindrome di morte improvvisa
del lattante (SIDS). Sui foglietti illustrativi dei
vaccini si legge che le case farmaceutiche
escludono, guarda caso, qualsiasi legame fra la
SIDS e i vaccini. Intanto del recente aprile 2012
una sentenza del Tribunale di Rimini che riconosce

il nesso di causalit tra la vaccinazione e lautismo


(i vaccini contengono sostanze altamente tossiche
come il mercurio, il formaldeide e lalluminio).
Tuttavia, sembra scontato pensare che i medicinali
ci aiutino e potremmo dire che grazie ai vaccini
se alcune malattie infettive e pericolose sono state
debellate, ma non cos ovvio! Ce lo spiega il
dottore Serravalle3 nel suo libro: Bambini super
vaccinati. Egli nutre forti dubbi sulla sicurezza e
lefficacia dei vaccini. Inoltre dimostra che alcune
malattie infettive come il vaiolo, ad esempio, non
sono scomparse per merito dei vaccini, ma per via
di prassi igieniche e di quarantene (lo sostiene la
stessa OMS). Del resto, leminente neonatologo
afferma anche di non aver trovato studi clinici di
ampio numero (condotti da ricercatori
indipendenti) che attestino che i bambini vaccinati
siano pi sani di quelli non vaccinati. Ci
nonostante evidente che non potremmo fare a
meno dei dottori o dei farmaci e lo scopo di questa
tesi non quello di demonizzare lintera categoria
del sistema, anzi, esiste un discreto numero di
medici "indignati" e a caccia dei trucchi
dellindustria del farmaco. Ne un esempio il
convegno di Roma del novembre 2011: un
workshop organizzato dagli studenti del
Segretariato Italiano Studenti di Medicina (SISM)
sul tema Case farmaceutiche e conflitti d'interesse
nella pratica medica, un convegno organizzato in
modo spartano e ben lontano dalle location abituali:
Resort a 5 stelle, sauna, beauty farm e ristoranti di
lusso... Comunque nel panorama attuale qualcosa
sta cambiando e le vaccinazioni non sono pi
obbligatorie fin dal 2008 (anche se le autorit si
guardano bene dal renderlo noto). Nessuno pu
forzare un genitore a vaccinare il proprio figlio.
Oggigiorno sono sempre pi frequenti i casi di
denunce che vedono coinvolta anche la politica e
gli scandali del mondo del farmaco balzano, ormai,
alla ribalta delle cronache. Parliamo della Francia e
dei suoi politici amici di case farmaceutiche. Sul
banco degli imputati c la casa Servier (propriet
di Jacques Servier, grande amico di Sarkozy,
nonch premiato dal medesimo con la legione
donore!) produttrice di un farmaco antidiabetico
trasformatosi
in
medicinale
taglia-fame
estremamente nocivo e commercializzato nel 1996.
Un caso costellato di misteri, di morti (500 morti e
3500 ricoveri in ospedale) e di denunce soffocate
(del resto Servier intoccabile con i suoi 3.7

miliardi di fatturato) fino al 2009, anno in cui il


farmaco viene ritirato dal mercato. Ma non da
meno la denuncia che la giornalista austriaca Jane
Burgermeister (dellautorevole gruppo di ricerca
indipendente Global research) ha presentato nel
2009: una serie di esposti contro la Baxter
(multinazionale attiva nellindustria farmaceutica e
le biotecnologie), lOMS e lONU per attivit
illegali e criminali nella preparazione della
massiccia campagna di informazione deviata sulla
presunta pandemia del virus H1N1. Nel documento
intitolato Prove per il bioterrorismo deposto
allFBI, la Burgermeister aggiunge:Ci sono prove
che organizzazioni come OMS e ONU e le
compagnie farmaceutiche che producono i vaccini
facciano parte di un unico sistema sotto il
controllo di un gruppo criminale di base. Un altro
esempio di contestazione ci rimanda al 2004, anno
in cui il procuratore generale di New York Eliot
Spiltzer decide di citare in giudizio la
multinazionale GlaxoSmithKline per frode
ripetuta e persistente. Laccusa si basa sul fatto
che la Glaxo, al fine di vendere un pericolosissimo
antidepressivo (il Paxil) a migliaia di bambini,
avrebbe deliberatamente tentato di insabbiare i
risultati di alcuni studi scientifici secondo i quali il
medicinale incriminato non solo sarebbe inefficace,
ma spingerebbe al suicidio.(Glaxo ha respinto le
accuse, ma ha accettato una nuova linea di
condotta, in base alla quale saranno resi pubblici
tutti i risultati delle loro ricerche). Purtroppo
questo intervento significativo
solleva un
problema molto pi profondo e inquietante
I potenti di questo mondo tentano di controllare la
popolazione anche attraverso le emozioni umane:
pi di 40 anni fa le autorit della psichiatria si
riunirono in segreto con il risultato che oggi, nel
mondo, 100 milioni di persone assumono
psicofarmaci, convinti da medici scorretti di essere
malati in ogni fase della loro vita: linfanzia,
ladolescenza, la giovent e lanzianit. Invece
manifestazioni come lansia, linsicurezza e lo
stress sono normali disagi dovuti ai ritmi
frenetici che questo mondo globalizzato ci
impone. Un mondo nel quale le emozioni vengono
etichettate come malattie di cui, peraltro, non si
conoscono le cause ma che, ovviamente,
incrementano un grasso giro daffari. Pi delle
volte non si tratta di scienza ma di forti interessi fra
multinazionali e venditori di farmaci che,

attraverso un marketing efficace, distorcono la


realt, convincono i medici di base a prescrivere
pillole per qualsiasi problema emotivo, riducendolo
ad una vera patologia. Senza accurate visite e senza
nemmeno conoscere il 50% degli effetti collaterali.
Non difficile capire il perch di questi
meccanismi: lindustria psichiatrica raccoglie in un
anno 330 miliardi di dollari! Ma parliamo ancora
di numeri: questa prolifica macchina causa pi di
3000 morti ogni mese, senza contare gli
innumerevoli danni collaterali causati da queste
pericolose pasticche. Lo testimoniano i famigliari
delle tante vittime: genitori ignari che raccontano
del suicidio del figlio o della personalit
disintegrata della figlia. Ma a raccogliere queste
nuove malattie ci pensa la bibbia degli psichiatri:
il Diagnostic and Statistical Manual of Mental
Disorders (DSM Manuale Diagnostico e
Scientifico dei Disturbi Mentali), un fertile tomo
che contiene malattie create arbitrariamente (le
diagnosi contenute nel manuale non sono fondate
su criteri scientifici) dagli stessi dottori che
concordano, a suon di voti, nellingigantire
semplici e normali disturbi (come fare la pip a
letto o litigare con la propria madre, dipendere
dalle sigarette, essere esuberanti oppure timidi)
riconosciuti in seguito, da loro stessi, per
legittimare il finanziamento di nuovi prodotti da
parte delle multinazionali. A questo punto facile
riconoscersi nel tipico soggetto affetto da
bipolarismo, una patologia generosamente
elargita dagli psichiatri di tutto il mondo, poich ci
capita spesso di alternare, nel corso della giornata,
sbalzi dumore e ci per svariati e futili motivi. Il
reale disturbo bipolare , ahim, tuttaltra cosa!
Mentre i guru italiani della medicina allopatica
(detta anche ufficiale) si oppongono drasticamente
alle tante cure alternative, i nostri cugini (Francia,
Gran Bretagna, Germania) accolgono, invece, altri
tipi di terapie complementari: per esempio, nel caso
della medicina omeopatica, che viene riconosciuta
e rimborsata dal sistema sanitario francese, mentre
da noi i prodotti omeopatici non possono, per
legge, contenere indicazioni terapeutiche perch
non considerati medicinali. E che dire del modo in
cui lItalia ha ostacolato il metodo messo a punto
da Paolo Zamboni dellUniversit di Ferrara.
Secondo il suo criterio esisterebbe una correlazione
significativa tra i sintomi della Sclerosi Multipla e
la CCSVI, (insufficienza venosa cerebro-spinale

cronica), una malformazione dei vasi sanguigni che


fa s che il passaggio del flusso sanguigno sia
ostacolato. Questa teoria (pi volte pubblicata su
autorevoli riviste scientifiche internazionali) stata
ignorata dal lAism (Associazione Italiana Sclerosi
Multipla), colpevole, secondo molti, di non essere
in grado di rappresentare i pazienti, i quali
pretendono che siano disponibili le nuove cure
offerte dalla ricerca, nel sacrosanto nome del diritto
alla salute. In ogni modo la notizia del febbraio
2012 che lEmilia-Romagna finanzier la cura
Zamboni la prova che il fenomeno irrompe
inevitabilmente, come, altrettanto, sta succedendo
con il metodo Di Bella. I media se ne stanno
occupando e molti malati di cancro non hanno mai
smesso di credere in questa terapia alimentata dal
passaparola. Lo dimostrano i 250 ricorsi vinti in
tribunale dallavvocato Marisa Cataldo di Bari, la
quale asserisce che: Il diritto alla salute non pu
essere pregiudicato da un tetto di spesa, il
bilancio dello Stato non pu comprimere il diritto
che una persona ha di curarsi. Questa una
garanzia costituzionale. La cura del dottor Di
Bella4 (una terapia alternativa per la cura dei
tumori) fu discreditata dal Ministero della Sanit
che stabil, nel 1998, linefficacia del metodo. (Ma
molti farmaci furono somministrati scaduti e la
terapia cos alterata fu testata su un gruppo di
pazienti gravemente malati, alcuni terminali, altri
allultimo stadio). Occorre sapere che nei
trattamenti oncologici, le case farmaceutiche
giocano un ruolo fondamentale, perch i protocolli
sono i trattamenti pi costosi nellambito medico (i
prezzi dei chemioterapici sono quasi in toto pagati
dal Sistema nazionale sanitario, e quindi dai
cittadini con le tasse: circa 50.000 a 200.000 euro
al mese per ogni singolo paziente!)
La mia convinzione, dunque, che in un mondo in
cui i poteri economici condizionano le nostre scelte
di vita, le poche armi di cui disponiamo per
difenderci da una speculazione efferata ai danni
della nostra salute rimangono linformazione e una
consapevolezza della realt che ci circonda. A
dimostrarlo lesempio di presa di coscienza da
parte di semplici cittadini i quali sono stati in grado
di tediare i saldi equilibri delle lobbie
multimiliardari: un gruppo di pensionati londinesi,
dopo aver scoperto che parte dei loro risparmi
erano stati investiti in alcune multinazionali come
la Glaxo, ha minacciato di spostare i propri

risparmi, nel nome di un investimento pi etico.


Ribadisco, dunque, che si possa e si debba
attingere dal proprio buon senso. Del resto, se
consideriamo che una genuina rivista come
Acqua&Sapone (un mensile che viene offerto in
tuttItalia da una nota catena di supermercati e che,
guarda caso, indipendente da qualsiasi partito
politico) approfondisce argomenti cos gravi,
richiamando lattenzione di numerosi clienti e
riscuotendo un notevole consenso, significa, forse,
che la gente comune stanca di subire i soprusi
delle lobbie farmaceutiche.
NOTE:
1 Hans Ruesch, scrittore, sceneggiatore e editore
svizzero. stato autore di romanzi, nonch saggi
contro la sperimentazione animale. Sullargomento
Scrisse Imperatrice nuda, libro che dest scalpore
in Italia nel 1976, anno in cui fu pubblicato da
Rizzoli, e che fu poi boicottato e soffocato
dall'industria farmaceutica in accordo con le
maggiori case editrici.)
2 Michel Chossudovsky un premiato autore,
professore di economia presso luniversit di
Ottawa e direttore del centro per la ricerca sulla
globalizzazione (CRG), Montreal. Egli lautore di
La globalizzazione della povert e il nuovo ordine
mondiale (2003) e
Guerra al terrorismo
dellAmerica (2005).
3 Il dottor Eugenio Serravalle,, neonatologo e
pediatra, specialista in patologia neonatale,
pediatria preventiva e puericultura
4 Luigi Di Bella era un fisiologo nato in provincia
di Catania nel 1912 e deceduto a Modena nel 2003.
SITOGRAFIA
www.mednat.org
www.guide.supereva.it
www.notizie.tiscali.it/regioni/Emilia.../Zamboniscle
rosi.html
www.ilgiornale.it/tumori/io_avvocato
www.vaccineunsencored.org
www.vaccinationcouncil.org
www.disinformazione.it
http://www.acquaesapone.it/
BIBLIOGRAFIA

Shelton, Herbert, Danni causati da vaccini e

sieri, Gildone, Igiene naturale Srl, 1985.

Pignatta, Valerio, Asma e vaccinazioni,


Cesena, Macro Edizioni, 2002.

Chaitow, leon, I pericoli della vaccinazione


e le possibili alternative, Palermo, Ipsa Editore.

Serravalle, Eugenio, Bambini super


vaccinati, Torino, Il Leone Verde, 2009.

Moynihan, Ray e Cassels, Allan, Selling


Sickness, Londra, 2005 (trad. it. Di Minnicucci S.
Farmaci che ammalano, Nuovi Mondi Ed, 2005)

Cuore d'inchiostro:
l'importanza della lettura
Korchak Cuda Mariya

el mondo contemporaneo, che


privilegia l'azione e l'estroversione,
leggere considerata un'occupazione
passiva, poco attraente, adatta, non a
caso, al genere pi oppresso, quello
1
femminile . Infatti,con l'avvento dell'era
multimediale e tecnologica ,la lettura pian piano si
sta affievolendo,indebolendo e sempre meno le
giovani generazioni leggono di buon gusto un
libro,ma sempre di pi passano il loro tempo
davanti al computer, videogames e televisione
,bombardati da migliaia di immagini,suoni e
parole che scorrono a fiumi e spesso e volentieri li
rendono passivi ed acriticamente accondiscenti .
Molti dicono: la lettura noiosa,ci fa perdere
tempo,non serve a nulla leggere libri classici in
un'epoca che va sempre pi velocemente
avanti,verso nuovi orizzonti.Ma la mia opinione
si contrappone a questi pareri , e dunque la mia
tesi che la lettura un'attivit peculiare,unica e
difficilmente sostituibile,essa molto importante
per l'individuo e la sua formazione.
La lettura importante,innanzitutto,come
acquisizione strumentale. Infatti ,in Italia ,come in
altri Paesi avanzati,ha avuto molta rilevanza la
scolarizzazione di massa,tanto vero che era uno
tra gli obiettivi prioritari della politica scolastica
negli anni '50 e '60 dei governi di Centro e CentroSinistra ai fini di combattere gli alti tassi di
analfabetismo nella penisola italiana. Invero,la
lettura come abilit decifratoria ,per cui si

riconoscono delle lettere e le si trasforma in


significato, indispensabile ai fini della piena
integrazione dell'individuo in una societ
alfabetizzata.
Insegnare a leggere,scrive A. Ascenzi,
significava e significa sia introdurre l'individuo
nel mondo della conoscenza,fornirgli gli strumenti
per avviarsi sulla strada del sapere ,ma anche
rendeva e rende possibile la partecipazione,sia
pure in termini minimali,alla comunicazione
scritta e alla vita sociale2. Dunque,sotto questo
aspetto la lettura ha un uso sociale rilevante ,essa
una necessit alla quale sfuggono soltanto
coloro che non sanno leggere, quasi
un'imposizione nell'impiego,consumo del testo
che invade tutti gli istanti dell'esistenza
attraverso
i
giornali,volantini,istruzioni
3
d'uso,manifesti . Nella societ moderna
indispensabile informarsi,tenersi continuamente
aggiornato per non ''rimanere indietro",per sapere
cosa succede attorno a noi,nel mondo nel quale
siamo immersi ,e per alcuni questa addirittura
un'attivit dettata dall'istinto di sopravvivenza4 .
E quindi ,come facciamo a rimanere sulla ''cresta
dell'onda'' del sociale se non possediamo un ben
solido possesso strumentale del saper leggere?
Un vecchio detto italiano dice: voler imparare
senza libro , come voler attingere acqua senza
secchio, ed proprio cos - attraverso la lettura
noi acquisiamo conoscenza. Essa consente
l'accesso al sapere e alle pi importanti fonti della

tradizione culturale. Nei secoli passati ,sebbene


esistessero altre forme di comunicazione,quella
scritta ( e quindi affidata al libro e alla sua
successiva lettura) ha raccolto,conservato e
tramandato ai posteri il sapere dei saggi e dei dotti
e se essi non ci fossero noi saremmo tutti rozzi e
ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza
alcun esempio5 . Il libro,molto pi in passato che
ora,devo dire, schiudeva le porte alla conoscenza ;
ma anche oggi esso vive,palpita ,ragiona ,parla con
noi,ci insegna; il libro ci aspetta sempre l,sullo
scaffale ,pronto ad essere aperto e a dialogare con
noi,ed anche se quelli scolastici ci sembrano dei
mattoni,dobbiamo ricordarci che i mattoni
edificano. Spesso ce lo dimentichiamo, ma,
leggendo buoni libri noi abbiamo una grande
possibilit che a volte ,purtroppo, ci stata negata (
roghi ,censure ,occultamenti,omissioni ) ,e cio
conversare con le persone pi oneste dei secoli
passati che ne sono stati gli autori6 .
Infine,vorrei inserire una citazione di R. De Bury
che mi ha colpito molto per la sua veridicit ,a mio
avviso, e perch mi ci sono rivista e ritrovata :
Riflettiamo infine su come nei libri il sapere sia a
portata di mano, quanto sia semplice e misterioso
insieme; con quanta tranquillit, senza falsi pudori
ci spogliamo davanti a loro della nostra ignoranza.
I libri sono maestri che ci educano senza bacchetta
n verga, senza strepiti n rabbia e non voglion
favori n soldi! Se ti avvicini loro, non dormono e
non sfuggono se li interroghi per sapere! Non ti
riprendono se sbagli e non ti ridono in faccia per la
tua ignoranza7! .
Collegata alla lettura come acquisizione di
conoscenza e sapere,vi la cosiddetta lettura
funzionale. Essa sta proliferando negli ultimi
tempi,infatti ci sono manuali per addestrare
professionisti ,tecnici , manager, studenti,ecc. ,con
la tecnica della lettura rapita,produttiva e
funzionale appunto. Inoltre vi sono tanti libri di
argomenti e campi professionali specifici,di base
,di
livello
avanzato
(lingue
straniere,economia,ecc.). La lettura ,in questo
caso, importante ai fini professionali e di studio e
viene eseguita da determinati lettori per "obbligo".
Dunque ,anche se questo va un po' a svantaggio
della lettura letteraria,con finalit di maturazione
etica ed estetica dell'individuo,d'altro lato dimostra
come una societ con tecnologie moderne e
raffinate,non fa e non possa fare a meno del

libro,della parola scritta e letta,dell'attivit del


leggere,sia essa informativa ,funzionale o
produttiva. Del resto,se ci pensiamo,ci sono
manuali d'istruzione e d'uso per usare
televisori,personal computer,lavatrici,i-phone,ecc.
Se fossi un detenuto, vorrei un libro per volar via,
oltre
le
mura
del
carcere8 .
Leggere ci porta in terre lontane,alla scoperta di
nuovi orizzonti ,modi di vivere,di pensare;ci fa
conoscere realt diverse dalla nostra e dunque ci
rende meno soggetti a condizionamenti o a
pregiudizi,ci da una certa elasticit mentale.
La letteratura che comunica esperienza ha la
funzione sia di arricchimento intellettuale ed
esistenziale, sia di svago e d'intrattenimento. Da un
lato,infatti, vi sono i libri che raccontano una
miriade di esperienze reali di terre lontane come la
Cina,l'India,l'Iran ,ecc. ; dall'altro gli adolescenti e
non solo possono immergersi nel genere fantasy e
visitare luoghi come La Terra Di Mezzo, La scuola
di magia di Hogwarts ,andare con Verne sotto i
mari,visitare i Lillipuziani con Swift. Abbiamo la
grande opportunit di sdraiarci sul salotto di casa e
volare via,con la fantasia e la meraviglia che ne
deriva ,oppure col pensiero e il dischiudersi di
migliaia di realt e testimonianze diverse che ci
sono nel mondo. Possiamo muoverci nel tempo e
nello spazio,ascoltare quello che molte persone
hanno da dirci,vedere oltre la nostra soglia di casa
,e tutto questo grazie al libro - vascello che fa
viaggiare anche al pi povero senza il tormento del
pedaggio9.
Secondo l'interpretazione psicoanalitica,sostenuta
da studiosi come B.Bettelheim, N.Holland,
J.Held,la lettura ,in particolare di un'opera
narrativa, un'occasione per un contatto con se
stessi ,in quanto riesce a toccare le sfere pi intime
e riposte dell'io. Quando noi entriamo in rapporto
con
pensieri
,sentimenti,modi
d'essere,comportamenti di uno o pi
personaggi,questi suscitano in noi il confronto con
noi stessi ,e dunque la repulsione o l'adesione ; e ,in
tutti i casi ,questo confronto implica la necessit di
verificare ci che siamo,la messa a nudo della
propria personalit e quindi un 'arricchimento della
coscienza dell'individuo. Gli studiosi sopra citati
dicono che noi diamo al testo un significato in base
alla nostra esperienza psichica personale vissuta ,in
quanto leggendo trasfiguriamo i dati per

riconoscervi simboli psichici10 ; lo not anche


M.Proust ,che disse che ogni lettore,quando
legge,legge se stesso11 .
Quest' interpretazione importante per quanto
riguarda l'infanzia poich ,secondo questi studiosi
le fiabe o le letterature fantastiche fanno sciogliere i
conflitti intrapsichici ,in quanto si adeguano agli
schemi mentali infantili e parlano direttamente
all'inconscio; da un lato le fiabe propongono nelle
vesti accettabili di personaggi animaleschi o
fantastici i fantasmi,le paure del bambino ,che
vengono riconosciuti nel suo inconscio e quindi
superati ed elaborati positivamente12. Dall' altro la
dimensione fantastica adeguata all'animismo
infantile e i bisogni dei bambini possono essere
studiati in tal modo,in quanto sono espressi dai
desideri (di invisibilit,leggerezza,ecc.) 13 .
D'altro lato si potrebbe benissimo dire che da un
libro vuoto non si raccoglie saviezza ,che
oggi,con l'affermazione dell'industria culturale,il
mercato editoriale obbedisce a logiche di mero
consumo; infatti ci sono tante pubblicazioni prive
di un autentico spessore culturale ,ci sono effimere
rincorse alle mode e la ripetizione delle formule di
successo come dimostra ,per esempio , la rapida
proliferazione dei libri sui vampiri dopo il successo
della saga diTwilight. Inoltre,ci sono prodotti
cinematografici o televisivi (per es. documentari
scientifici) di grande valore culturale e che
influiscono talvolta con maggiore determinazione
sul pubblico di massa.
Io non voglio difendere l'importanza della lettura e
dunque del libro a priori; queste realt esistono e
cio - come ci sono libri scadenti,grossolani, cos ci
sono prodotti dei mass media di valore. Il fatto
che si dovrebbe distinguere,come dice A.Ascenzi
,tra le potenzialit comunicative del mezzo e l'uso
che ne viene fatto14 . Alcuni aprioristicamente
difendono il libro e criticano le altre forme di
comunicazione,soprattutto quelle non tradizionali;
ma questo non l'atteggiamento giusto , bisogna
parlare e discutere con la medesima
consapevolezza critica dell'uno e dell'altro e
distinguere lavori che vale la pena valorizzare o che
conviene ignorare15 . E dunque,dovremmo ascoltare
e seguire ci che dice una citazione tradizionale :
i libri,come gli amici,devono essere pochi e ben
scelti.
Bisogna dire che ,per quanto faccia concorrenza la
comunicazione per immagini alla lettura,non pu

svolgere la funzione di potenziamento del pensiero


astratto come pu fare il libro. S,la conoscenza
garantita anche da molti nuovi mezzi,i racconti
fantastici diventano pi reali nei film,ma il leggere
plasma ed esercita il pensiero logico. Da una
parte,quando leggiamo (con attenzione,con
interesse,con passione),si potenziano e si dilatano
le nostre attivit cognitive generali come, per
esempio, quelle relative al riconoscimento delle
informazioni,ai collegamenti logici tra queste;
dall'altra ,si sviluppa (ovviamente va esercitata) la
capacit critica grazie al processo di comprensione
del testo e dei suoi contenuti ,e anche una loro
interpretazione. Inoltre la nostra forma del pensiero
e la conoscenza astratta,devono molto alla lingua
scritta,tant' vero che ,quando noi vogliamo
scrivere sul foglio un discorso orale o una cosa che
abbiamo letto,il nostro atto di scrivere trasforma
al tempo stesso discorso e pensiero16. Per di pi
, opinione di molti studiosi eminenti che,chi
legge buoni libri,ha una struttura mentis pi
ricca,flessibile , raffinata,analitica e sequenziale di
qualsiasi persona che non legga17.
Per ultimo,ma non per importanza,vorrei parlare di
lettura come fonte di piacere,che stimola i nostri
sensi. Disse Jules Renard : Quando penso a tutti i
libri che mi restano da leggere,ho la certezza di
essere ancora felice18 . La lettura non noiosa se
scelta con cura e a proprio piacimento ,non
passiva,essa ci porta con s, ci rende felici,liberi
,leggeri,lontani dalle nostre preoccupazioni,ci pu
consolare. Questo godimento estetico dell'opera,di
cui parlava B.Croce ,quest'autentico piacere per il
testo, quello che affascina ed avvicina l'individuo
e, sul lungo periodo,produce una solida
affezione,un gusto per la lettura e forma soggetti
capaci di apprezzare il libro e maturare con esso.
Infine vorrei esortare in primo luogo le famiglie e
soprattutto i genitori a far conoscere la lettura ai
propri bambini,coinvolgerli e spronarli ad entrare
in questo universo,in quanto la consuetudine ad
essa pi forte quando si pi piccoli . In secondo
luogo ,penso che anche la scuola ,attraverso gli
insegnanti ,e la citt ,attraverso il servizio
bibliotecario e librario ,renda pi facile e spontaneo
l'avvicinamento del possibile lettore. Perch un
libro un vasto universo comunicativo, una
sorgente dalla quale possiamo attingere conoscenza
, dialogo con i massimi geni dell'umanit, avere
esperienze immaginarie e realistiche;la lettura ci

nutre l'anima ,lo spirito e anche il cervello,in


quanto depositaria di abilit intellettuali e
processi cognitivi difficilmente surrogabili. Nella
lettura ci possiamo ritrovare ,ci possiamo
nascondere,trovare una consolazione,possiamo
volare in terre lontane ,sviluppare la nostra
immaginazione ed ampliare i nostri orizzonti.
Per quanto riguarda i mass media,la televisione , i
computer,gli educatori dovrebbero sorvegliare
l'esposizione mediale dei giovani e dotargli di
adeguati strumenti conoscitivi e critici per un
approccio non ingenuo o passivo nei confronti di
questi. Ma, nonostante le nuove e sofisticate
tecnologie ,che diverranno sempre pi raffinate e
presenti nella nostra quotidianit,credo che la
lettura di un buon libro sia e sar sempre un
alimento ,una nutrizione per il nostro spirito ed il
libro sia il nostro cuore d'inchiostro.

comune secondo cui leggere un 'attivit passiva


,in quanto invece impegnativa, faticosa,richiede
attenzione,partecipazione e attivit di riflessione
,come scrive Valentino Sosella.
16) Ivi 2)
17) cfr. Valentino Sosella, www.interruzioni.com
18) cit. Jules Renard

Bibliografia
Ascenzi,Anna , La letteratura per l'infanzia oggi,
Milano ,Vita e pensiero, 2002.
R.Bartes - a.Compagnon,Lettura , in Enciclopedia,
VIII,Einaudi ,Torino, 1979,p.180.
Cristoforo Moro
Renee Descarts
Richard De Bury
Peppe Lanzetta
Emily Dickinson
Marcel Proust
NOTE:
B.Bettelheim, The uses of enchantment:the
1)Valentino,Sosella ,www.interruzioni.com
meaning and importance of fairy tales, New York
2) Ascenzi,Anna , La letteratura per l'infanzia oggi, 1976(Feltrinelli,Milano 1977)
Milano ,Vita e pensiero, 2002.
J.Held, L'immaginaire au pouvoir:les enfans et la
3) R.Bartes - a.Compagnon,Lettura , in litterature fantastique, PUF Paris,1976.
Enciclopedia, VIII,Einaudi ,Torino, 1979,p.180.
A.Ascenzi,La Letteratura Per L'infanzia Oggi,
4) Ivi 1)
Milano,Vita e Pensiero,2002,p. 14.
5) Cit. Cristoforo Moro
Jules Renard
6) Cit. Renee Descarts
7) Cit. Richard De Bury
8) Cit. Peppe Lanzetta
Sitografia
9) Cit. Emily Dickinson
www.iterruzioni.com ,articolo di Valentino Sosella
10) Ivi 2)
11) Cit. Marcel Proust
12) cfr. B.Bettelheim, The uses of enchantment:the
meaning and importance of fairy tales, New York
1976(Feltrinelli,Milano 1977)
13) cfr. J.Held, L'immaginaire au pouvoir:les
enfans et la litterature fantastique, PUF Paris,1976.
14) cfr. A.Ascenzi,La Letteratura Per L'infanzia
Oggi, Milano,Vita e Pensiero,2002,p. 14.
15) Se vogliamo fare un confronto tra la lettura e
altri mezzi di comunicazione,la prima ha alcuni
caratteri specifici: sottintende tempi pi
lunghi,richiede una concentrazione maggiore e un
impegno pi grande per rielaborare le
informazioni,e procede solo grazie a chi
legge,altrimenti si arresta;invece la fruizione di altri
mezzi pu andare avanti senza un' attenzione o
concentrazione vigile del soggetto. E' nel secondo
caso che si pi passivi, e quindi crolla la teoria

Rinnovabile: una risorsa per


l'Italia
Mambrino Viviana

arted 18 Aprile 2012 scoppia di fronte


a Montecitorio una protesta contro i
tagli agli incentivi previsti dai decreti
del Ministero dello Sviluppo
Economico:
tali
decreti
comporterebbero una serie di impedimenti
burocratici ed economici che bloccherebbero
lavanzare dei successi realizzati fino ad oggi sul
fronte del rinnovabile. Con questi decreti vengono
introdotti limiti alle nuove installazioni
(registrazioni obbligatorie e senza rimborsi) e tagli
degli incentivi per gli impianti fotovoltaici, sia per
quanto riguarda grandi progetti sia per piccoli
impianti domestici. Fino a poco tempo fa, la
sostituzione dei tetti in amianto con pannelli
fotovoltaici era incentivata da particolari bonus
che, grazie a questi decreti, vengono eliminati. Se
prima lItalia, imitando il modello tedesco di
incoraggiamento al rinnovabile, sosteneva le
iniziative di imprese e privati, adesso abbandona
tale atteggiamento per passare ad uninfinita
burocrazia che limita investimenti e proposte per
tutte le fonti denergia rinnovabile e gli impianti di
grande, media e piccola taglia.
A mio parere lItalia dovrebbe puntare sullenergia
rinnovabile pi di altri paesi europei. Infatti, ci
troviamo di fronte ad una carenza di informazione
del pubblico su quelli che sono i non pochi
vantaggi del rinnovabile, che non viene
considerato ad oggi un equa alternativa a fonti
energetiche quali, ad esempio, il nucleare. Lo

stesso Jeremy Rifkin, economista statunitense che


ha gi collaborato nel nostro paese sul fronte
dellenergia alternativa, afferma:

L'Italia dovrebbe essere l'Arabia Saudita


dell'energia rinnovabile. Nessun Paese europeo
ha le vostre risorse: il sole, la forza del mare, il
vento, le montagne per le centrali idroelettriche.
Eppure molti altri Stati, dalla Germania ai paesi
scandinavi, sono pi avanti. 1

Le energie rinnovabili, sono definite da Rifkin


Terza rivoluzione industriale, in cui ognuno
produce la propria energia e la scambia con gli
altri: ci si scambier energia tramite una rete
cos come oggi ci si scambiano informazioni
tramite internet.
Rispetto agli altri paesi europei, lItalia
morfologicamente pi avvantaggiata per la
produzione di energia rinnovabile. Nel nostro
paese abbiamo, oltre allenergia solare, svariate
alternative. Impianti geotermici sono gi presenti
in Toscana, dove vi sono giacimenti naturali di
vapore. Per quel che riguarda lenergia eolica,
essa copre gi il 20% della produzione di energia
alternativa in Italia, la quale pu contare su venti
di buona intensit, soprattutto nelle zone
mediterranee e nelle isole. Proprio in queste zone,
specialmente lungo il crinale appenninico e nelle
zone
costiere
delle
regioni
centromeridionali(Campania, Puglia, Molise, Basilicata,
Sardegna), sono sorte le cosiddette Wind Farm,
fattorie del vento. La presenza di numerosi fiumi e

di catene montuose lungo tutto lo stivale facilita la


nascita di impianti per la produzione di energia
idroelettrica, la principale risorsa alternativa alle
fonti fossili usata in Italia: essa garantisce oggi
circa il 15% del fabbisogno energetico. Ma oltre
alle tradizionali fonti rinnovabili, esistono nuove
tecnologie in fase di sperimentazione capaci di
sfruttare lenergia delle maree o delle correnti
marine, e perfino delle onde o della variazione di
temperatura alle differenti profondit: in una
penisola come lItalia, circondata dai mari, tutto ci
non causerebbe altro che benefici.
Secondo gli studi di Jakobson e Delucchi lenergia
rinnovabile potrebbe coprire il fabbisogno
energetico del pianeta in soli 50 anni2. Le energie
wws (wind, water, solar ovvero vento, acqua e sole)
potrebbero accompagnare i combustibili
tradizionali e sostituirli interamente nel 2050.
Questo risultato viene esplicato nel saggio
Providing all global Energy with wind, water and
solar power di Mark Jakobson e Mark Delucchi. I
due studiosi statunitensi stimano che la richiesta
mondiale di energia nel 2030 sar di 11.500
gigawatt. Con le wws in circa ventanni, si
otterrebbero circa 100.000 gigawatt, e quindi oltre
il fabbisogno. Circa l84% dellenergia sar fornita
dalle turbine eoliche. Secondo i due studiosi,
inoltre, ci che non permetterebbe uno sviluppo
dellenergia rinnovabile sarebbero soprattutto
questioni politiche: i governi, afferma Jakobson,
avrebbero interessi nel proseguire gli studi sul
nucleare, non tanto per questioni energetiche,
quanto per la produzione di armi sempre pi
potenti. Per di pi esistono modelli energetici
elitari ed altri democratici(cos vengono
definiti da Rifkin): il nucleare centralizzato,
servono grandi capitali per avviarlo e mantenerlo.
Lenergia rinnovabile al contrario democratica, un
sistema distribuito, dal basso verso lalto in cui
ognuno produce e scambia autonomamente. Solo
perch lenergia rinnovabile non segue gli interessi
dei grandi capitalisti non significa che essa non sia
sufficiente a coprire il fabbisogno energetico
mondiale, e ci lo dimostra appunto lo studio di
Jakobson e Delucchi.
Ovviamente se si dovessero guardare le necessit
energetiche in tempistiche minori, il nucleare
sarebbe la soluzione migliore. Infatti, esso produce
una quantit di energia notevole in poco tempo e
per quel che riguarda la questione ambientale si

potrebbe anche aggiungere che non produce CO2


(ovvero anidride carbonica) ed ossidi di azoto e
zolfo, i quali sono principali cause del buco
nellozono.
Tuttavia le 439 centrali nucleari oggi in funzione
nel mondo non producono che il 5% dellenergia
totale. Ma, sempre come sostiene leconomista
Rifkin, il nucleare avrebbe un senso se coprisse
almeno il 20% del fabbisogno energetico mondiale,
solo in questo caso i costi sostenuti per le centrali e
il controllo sarebbero giustificati. Certo, perch
oltre al costo per la creazione di una centrale
nucleare, entrano in gioco il costo per il suo
mantenimento e lo spreco di acqua per il
raffreddamento dei reattori.
Inoltre resta il problema fondamentale
delleliminazione delle scorie. Gli Stati Uniti hanno
costruito un sistema di stoccaggio nello Yucca
Mountain spendendo miliardi di dollari per un
progetto fallito nel 2010. Come pu lItalia, che ha
gi problemi sul fronte dello smaltimento
dellumido, affrontare tale problema? E su quale
organizzazione ricadrebbero la gestione e i costi di
tale smaltimento? Dove andranno a finire tali
scorie? Come se in nostri mari non fossero gi
abbastanza radioattivi!
Le energie rinnovabili sono infinite e in continua
evoluzione. Non solo, essendo rinnovabili, sono
inesauribili ma le tecnologie e le nuove invenzioni
migliorano con il passare del tempo. Se prima,
trarre energia dal sole sembrava impensabile
adesso forse la cosa pi naturale e si cercano
nuove tecnologie e nuovi materiali per potenziare il
fotovoltaico. Se prima il vento creava disagi e
seccature adesso pu essere un elemento a nostra
disposizione. E andando oltre, ci sono migliaia e
migliaia di studi che si concentrano su altre forme
di rinnovabile e che sono ancora in fase di
sperimentazione. Se vi sono evoluzioni negli studi
sul nucleare, esse sussistono non tanto sul fronte
della produzione energetica quanto su
approfondimenti per la produzione di armi
atomiche. Rinnovabile significa nuove scoperte,
nuovi materiali e nuove invenzioni per un
miglioramento della funzionalit e della qualit
degli impianti di produzione di energia che
verrebbe prodotta in quantit maggiori a costi
inferiori.
Lenergia rinnovabile crea nuovi posti di lavoro.
Secondo uno studio dellIres ( istituto delle

ricerche economiche e sociali) i Green Jobs


diventeranno 250 mila nel mercato del lavoro
verde. Con il rinnovabile nascono nuove figure
professionali (54 in totale quelle proposte dallo
studio Ires3 ): ingegneri e designer nel campo del
fotovoltaico, delleolico o delle biomasse, tecnici,
agronomi, fisici, agricoltori per la produzione delle
biomasse e cos via. Lespandersi di questi settori
provoca un aumento di occupazioni legate ai settori
stessi. Per questo necessario anche investire
nellenergia rinnovabile in un momento in cui si
parla tanto di crisi del lavoro. LItalia potrebbe
essere un punto di svolta, perch allavanguardia
nel campo del fotovoltaico, delle biomasse e
dellenergia eolica.
Io credo che lItalia dovrebbe considerare le
energie rinnovabili non solo come unopportunit
di occupazione, ma anche come uno slancio, una
strategia che faccia da propulsore per la crescita
economica e tecnologica. Parliamo tanto di Natura
distruttiva, di forza della Natura, quando invece
potremmo usare questa forza e trarne benefici
vicendevolmente: noi da una parte ricavando
energia, e la natura dallaltra non pi vittima di gas
di scarico nocivi e scorie radioattive nascoste nel
sottosuolo. Lenergia rinnovabile potrebbe
rappresentare un punto di partenza verso il
cambiamento, e lItalia, utopicamente, come mai
accaduto prima, potrebbe fare da traino e condurre
lintera Europa verso un futuro rinnovabile, dove
lenergia non pi di unlite, bens unenergia
collaborativa, cooperativa e democratica.
Note:
1.
J. Rifkin, dal discorso alla cerimonia
d'inaugurazione
dell'anno
accademico
dell'Universit di Torino, 3 dicembre 2007
2. Mark Z. Jacobson and Mark A. Delucchi (30
December 2010). "Providing all global energy with
wind, water, and solar power, Part I: Technologies,
energy resources, quantities and areas of
infrastructure, and materials". Energy Policy.
Elsevier Ltd.
3. LIstituto di Ricerche Economiche e Sociali
(IRES) unassociazione no profit, fondata dalla
Cgil nel 1979.
BIBLIO-SITOGRAFIA:

I GREEN JOBS NEL SETTORE DELLE


ENERGIE RINNOVABILI;Serena Rugiero
Coordinatrice Osservatorio Energia e Innovazione
Ires;Presentazione N. 10/2010
TERMMINATION:YUCCA MOUNTAIN
REPOSITORY PROGRAM; Department of Energy
http://www.reid.senate.gov/issues/upload/Terminati
on-Language-for-the-Website.pdf
Mark Z. Jacobson and Mark A. Delucchi
(30 December 2010). "Providing all global energy
with wind, water, and solar power, Part I:
Technologies, energy resources, quantities and
areas of infrastructure, and materials". Energy
Policy. Elsevier Ltd.
"Rapporto Statistico 2010" . Statistiche
sulle fonti rinnovabili. Gestore Servizi Energetici
(GSE).

Multinazionali: avidit di pochi,


povert di molti
Pullano Luigi

n campo economico la globalizzazione


indica la graduale abolizione delle
barriere commerciali, ovvero l'aumento
degli scambi commerciali tra le
nazioni. Con lo stesso termine si indica
anche l'affermazione del fenomeno delle imprese
multinazionali nello scenario dell'economia
mondiale: in questo ambito si fa riferimento sia
alla delocalizzazione di una o pi fasi produttive
che alla tendenza delle stesse a conquistare pi
mercati. Multinazionale pu essere considerato un
termine relativamente recente, legato da un lato al
controllo di materie prime da parte di un numero
sempre pi ristretto di soggetti, dallaltro
all'espansione del commercio nel mondo e alla
recente esplosione di nuovi settori quali il terziario
e il terziario avanzato. Una realt in continuo
divenire, frutto dei processi economici e sociali
iniziati nell'Ottocento con la rivoluzione
industriale e il capitalismo, evolutisi con
lallargamento dei mercati dopo il secondo
conflitto mondiale.
La mia tesi che la globalizzazione causerebbe un
impoverimento maggiore dei paesi poveri,
attribuendo sempre pi potere alle multinazionali.
Questultime favoriscono lo spostamento della
produzione dai paesi pi industrializzati a quelli in
via di sviluppo, zone franche in cui tutti i diritti
umani non sono garantiti e dove i salari sono pi
bassi. Il tutto senza dare reali benefici alla
popolazione del posto, anzi distruggendone buona

parte dell'economia locale . Anche gli attivisti del


movimento new-global precisano per che non
sono contro la globalizzazione ma per un diverso
modello di essa, pi solidale, che tenga pi conto
delle diversit culturali e non cerchi di omologare
tutto il pianeta sul modello occidentale. molto
criticato il fatto che sia stata attuata in modo
selvaggio senza assumere, dentro i criteri del
commercio internazionale, un limite allo
sfruttamento delle risorse umane e ambientali, il
cosiddetto sviluppo sostenibile, anche perch
spesso le aziende delocalizzano solo per un breve
periodo e poi delocalizzano di nuovo dove costa
ancora meno, quindi non hanno interesse alla
tutela dell'ambiente in loco n all'armonia tra le
parti sociali, alle quali guardano da una
prospettiva simile a quella dei colonialisti dell'et
preindustriale.
LAfrica, a dispetto dei soliti luoghi comuni, un
continente ricchissimo, fortemente legato al ruolo
di produttore di materie prime di cui per non
controlla, in alcun modo, i mercati. Stiamo
parlando di petrolio, diamanti, oro, cobalto
(indispensabile per la fabbricazione dei nostri
amati cellulari), uranio, platino e molto altro.
Eppure, come scrive il giornalista Carrisi, oltre a
non portare ricchezza agli abitanti autoctoni,
queste risorse sembrano davvero maledette per
lAfrica perch causa di guerre sanguinose
manipolate da interessi stranieri: vedi il caso della
Sierra Leone dove, per la conquista dei giacimenti

diamantiferi, i gruppi rivoltosi hanno massacrato


migliaia di fratelli compiendo le efferatezze pi
inimmaginabili.
Negli ultimi anni, il rinvenimento di grandi
giacimenti petroliferi in Africa, ha persuaso gli
Stati Uniti e le multinazionali ad intensificare la
loro presenza in quel continente, anche a causa
della forte instabilit del Medio Oriente. Sono sotto
gli occhi di tutti i disastri e le violenze procurate
soprattutto in Nigeria, spesso a marchio Shell.
Ovviamente col petrolio ci guadagnano le
compagnie internazionali e le elites locali, non
certo il resto della popolazione.
Oltre a depauperare le risorse autoctone, nella
maggior parte dei casi le multinazionali
sottraggono
lavoro.
Con
l'agricoltura
industrializzata gli operai sono rari e poi spesso i
prodotti sono esportati e lavorati in Europa.
L'Africa diventa il mercato dove le multinazionali
cercano di vendere i prodotti, pi che il luogo di
lavorazione. Inoltre i salari sono estremamente
bassi, le condizioni di lavoro sono generalmente
spaventose e con lirrorazione di pesticidi aumenta
la mortalit infantile e le malattie alle vie
respiratorie, dato che la maggior parte della gente
cammina scalza e beve acqua raccolta all'aperto.
Le grandi compagnie minerarie non sono da meno
in quanto a sfruttamento indebito di risorse.
Espropriano gli abitanti locali delle loro terre con
risarcimenti ridicoli, sono dedite alla
deforestazione, sfruttano i lavoratori, e con i loro
macchinari, con i prodotti e gli agenti chimici che
utilizzano per gli scavi, inquinano spesso le falde
acquifere. Gli estrattori di diamanti, pur di
perpetuare indisturbati il loro lucroso business,
sono stati capaci di accordarsi e sovvenzionare gli
eserciti irregolari pi sanguinari che controllavano
il territorio in cui operavano o volevano insediarsi
le multinazionali.
Non si comportano bene nemmeno le
multinazionali farmaceutiche quando forniscono
agli africani i cos detti medicinali salva-vita a costi
superiori rispetto a quelli sul libero mercato. Pu
succedere, infatti, che alcune industrie, in ragione
della disastrosa situazione africana, offrano copie di
medicinali importanti per la sopravvivenza, tipo
quelli anti-HIV, a costi decine di volte inferiori a
quelli delle case farmaceutiche che ne possiedono il
brevetto. Il problema che lorganizzazione che
tutela i brevetti internazionali dei vari prodotti

messi in commercio (WTO) , fra i quali quelli


medici, sanziona i paesi da cui provengono
prodotti copiati da quelli ufficialmente registrati
e brevettati. Viene, quindi, preservato il monopolio
delle
multinazionali
farmaceutiche
da
unorganizzazione che dovrebbe, per statuto,
difendere il libero commercio internazionale. Cosi
come per le politiche agricole, il protezionismo dei
paesi ricchi condanna i poveri alla fame ed alle
malattie, mentre il libero commercio potrebbe
permettere ai loro prodotti agricoli di far
concorrenza ai nostri ed ai loro ammalati di curarsi
con medicine di basso costo da acquistare in India
o in Brasile, ad esempio.
Senza parlare poi delle multinazionali delle armi,
che riforniscono e mantengono fiorenti le attuali
guerre. Allo stesso modo quelle dei rifiuti
industriali e chimici che avvelenano l'Africa coi
rifiuti che l'Europa non riesce a smaltire, o quelle
del legname che stanno dilapidando e distruggendo
le una volta famose foreste vergini dell'Africa,
dalla cui esistenza tutti dipendiamo per la
rigenerazione dell'ossigeno e l'assorbimento della
crescente anidride carbonica.
In numerosi casi la globalizzazione "ferisce" le
tradizioni popolari diffondendo ad esempio alcune
feste che appartengono a quelle di un popolo.
Lampante il caso di Halloween, festa di origine
celtica nata presso i popoli anglo-sassoni, che con
la globalizzazione divenuta propria anche dei
paesi sviluppati. Ci non accade solo per le feste,
ma anche per il modo di vestire, soprattutto quello
giovanile, il modo di parlare, o per i cibi
consumati. Emblematico lesempio dei numerosi
centri commerciali o dei fast food sparsi ormai in
tutto il mondo. Nei McDonalds i panini hanno
dimensioni e peso uguali in tutto il mondo cos
come le modalit di consumo da parte nostra.
Questo anche un esempio usato da Ritzer nel suo
saggio Il mondo alla McDonald e ricavato dal
sistema-mercato per spiegare luniformizzazione e
lomologazione dei costumi sociali.
La globalizzazione ha prodotto in molti paesi
suicidi di massa tra i contadini, strozzati dai debiti
per l'aumento dei costi di produzione e la caduta
dei prezzi. Come afferma leconomista Vandana
Shiva, in India l'ingresso nel paese delle grande
multinazionali come la Monsanto sta causando la
rovina per i piccoli agricoltori, obbligati ad
acquistare da loro le sementi industriali a costo

sempre pi elevato, biologicamente modificate e


utilizzabili solo per un raccolto. La stessa autrice
del saggio Povert e globalizzazione in cui
correla la povert del terzo mondo agli effetti della
globalizzazione. La nostra sopravvivenza sar
possibile solo se viviamo in accordo alle leggi
della biosfera. Ci sarebbe realizzabile se
leconomia globale rispettasse i limiti imposti
dalla sostenibilit e dalla giustizia: come
suggeriva Gandhi la Terra ha abbastanza per i
bisogni di tutti, ma non per lavidit di pochi.
Con globalizzazione, ci si riferisce oltre che allo
sviluppo di mercati globali, anche alla diffusione
dell'informazione e dei mezzi di comunicazione
come internet, che oltrepassano le vecchie frontiere
nazionali. Nello stesso campo il termine indica la
crescente attenzione dei notiziari locali su temi
internazionali. Di pari passo alla diffusione di
notizie su scala mondiale ed alla progressiva presa
di coscienza delle problematiche globali,
cominciano a svolgersi grandi manifestazioni con
la partecipazione contemporanea in numerose
localit di decine di milioni di persone. In ogni
caso, nella coscienza dei popoli il fenomeno si sta
consolidando insieme alla assunzione di un punto
di vista globale e allimpegno concreto per un
mondo migliore al di l dei propri interessi
personali e dei confini nazionali . Si parla sempre
pi spesso di "globalizzazione dei diritti" e perci
di rispetto dell'ambiente, di eliminazione povert,
di abolizione della pena di morte ed emancipazione
femminile in tutti i paesi del mondo.
Ritengo che siamo davanti ad un nuovo
colonialismo, meno evidente di quello precedente,
ma non meno rapace, dal momento che di tutte
queste risorse fanno razzia gli invasori stranieri
con la complicit di governatori e potenti locali.
Per evitare la fine di paesi come quelli Africani
sono numerosi gli appelli di mobilitazione alla
societ civile che finalmente si sta organizzando e
che, spesso, in molti settori, pi competente ed
organizzata delle istituzioni locali. Un piccolo ma
importante esempio rappresentato dalla Grameen
Bank (in bengalese banca del villaggio), una banca
che concede microprestiti alle popolazioni povere
locali senza chiedere garanzie ma fondata sulla
fiducia e sulla convinzione che anche i poveri
abbiano capacit imprenditoriali sottoutilizzate.
Essa gestisce tra laltro varie attivit economiche

finalizzate allo sviluppo anche del settore


energetico, e curiosamente non in perdita
considerato che il 98 per cento dei prestiti viene
restituito. Un altro appello lanciato alla comunit
internazionale, specialmente allEuropa, meno
integralista culturalmente degli U.S.A., affinch
allacci con lAfrica ed il Terzo mondo rapporti pi
umani, perch, alla fine dei giochi, a nessuno
conviene che queste popolazioni scompaiano per
sempre.

Il linguaggio dei media


evolve tra vecchi e
nuovi poteri
Sisca Cosmo

l XX secolo segna lavvento dei mezzi


di comunicazione di massa, meglio noti
come mass media. Le informazioni
diventano disponibili per tutti e sempre
pi in tempo reale, a partire
dallintroduzione nelle case di strumenti quali la
radio, diffusasi negli anni 20, successivamente la
televisione (1954) e, alla fine del secolo, con
lirruzione di internet. La TV resta tuttora il
principale strumento dinformazione in molti
paesi, mentre internet in costante crescita: dalle
poche centinaia di host, indirizzi IP stabilmente
attivi, presenti agli albori della rete, nel 2011 se ne
sono calcolati oltre 888 milioni1 .
La mia tesi che oggi, ancora pi che in passato,
esista unassuefazione popolare al modello di
comunicazione e di linguaggio mediatico tale da
esserne irreversibilmente ingabbiati.Lo si intende
dalla rapidit con cui ci si abitua a nuovi termini
proposti, da un giorno allaltro, dai media:
spread nelleconomia, infotainment in ambito
radio-televisivo, top player nello sport. Molte di
queste espressioni rientrano fin da subito nel
vocabolario della lingua in cui vengono adoperate,
pur essendo di chiara matrice straniera2. Se a
questi si aggiungono gli slogan e le frasi fatte che
vengono inculcate nella mente di chi legge e
ascolta, come il rigore imposto da Mario Monti,
appare evidente come la facolt di pensiero umana
sia esposta a delle continue manipolazioni.
Gi in origine, le meccaniche del pensiero umano

sarebbero indotte, se non create, dal codice


linguistico
verbale.
In Pensiero
e
linguaggio,Vygotskij analizza gli stadi relativi
alla nascita del linguaggio nelluomo: proprio
mediante la parola che il bambino dirige la sua
attenzione su alcuni tratti, li sintetizza, simbolizza
il concetto astratto e li utilizza come un segno
superiore tra tutti quelli che ha creato il pensiero
umano3 .La lingua risulta avere una funzione
strutturante sul pensiero. Da una parte essa riflette
le categorie cognitive umane, dallaltra
contribuisce a formarle.
Quando anche non si vogliano accettare teorie
psicologiche o filosofiche, poich intangibili e
non costituenti una prova certa, intervengono dei
dati molto eloquenti: tutti i pi grandi regimi
totalitari del secolo scorso sono stati puntualmente
accompagnati da unadeguata campagna di
propaganda mediatica atta a predisporre, nelle
coscienze dei cittadini, il concetto di normalit
per la forma di potere in procinto di governarli.
Tra i gesti pi importanti di Benito Mussolini
durante il ventennio fascista si annovera proprio la
fondazione un Ministero della Cultura Popolare e
lacquisizione, nel 1924, dellistituto L.U.C.E.
(LUnione Cinematografica Educativa) 4, ai fini
della gestione della propaganda.Il regime nazista
fu consolidato da una serie di strumenti, tra cui
proprio lazione di propaganda affidata a Joseph
Goebbels (1879-1945), condotta massicciamente
attraverso la stampa, leditoria e i nuovi mezzi di

comunicazione di massa, come la radio e il


cinema5 .
Questa modalit di autoaffermazione non ristretta
ai soli regimi, ma risulta identificabile, pur con
qualche differenza, in qualsiasi sistema politico,
anche attuale. In Italia, innegabile il parallelismo
tra lascesa politica di Silvio Berlusconi e
lespansione del suo impero mediatico, a partire
dagli anni 80. I dati dellorganizzazione americana
Freedom House evidenziano come la stampa
italiana sia passata dallo status di libera a quello
di parzialmente libera (unica in Europa
occidentale) in coincidenza con il ritorno al
governo di Berlusconi, succeduto al governo Prodi6
. In alcuni casi si addirittura assistito a noti
personaggi televisivi e dal mondo del cinema
intraprendere con successo una carriera politica.
Fanno specie Arnold Schwarzenegger, eletto
governatore della California nellottobre del 2003,
o, caso ancora pi celebre, Ronald Reagan, ex
attore di Hollywood, che venne eletto Presidente
degli Stati Uniti dAmerica il 20 gennaio 1981
(sebbene in questultimo caso si sospetti di
unimplicazione delle banche dietro la sua
candidatura, ci non farebbe che confermare
quanto la visibilit mediatica sia considerata dal
Potere una carta vincente).
pur vero che, specialmente nellera
contemporanea, gli organi di comunicazione
costituiscono una moltitudine, varia ed eterogenea,
di idee ed opinioni.Questo comporta che,
certamente pi che in passato, si possa dare grande
risalto anche a qualsiasi opposizione ad un
potere.Ci dovuto soprattutto allintroduzione di
Internet e allincremento dei competitors, in ogni
settore mediatico, a caccia di maggiore audience.
Inoltre, sempre secondoFreedom House,la libert
nel mondo aumentata sensibilmente: tra il 1975 e
il 2008, gli stati liberi sono aumentati di oltre
20%, quelli classificati come non liberi sono
diminuiti del 25% circa, mentre la restante parte
ancora costituita dagli stati parzialmente liberi7.
Tuttavia, se vero che fino a qualche decennio fa il
potere dominante poteva essere considerato quello
politico, lera contemporanea vede una diversa
istituzione esercitare una mastodontica influenza
sulleconomia globale: la multinazionale. Essa si
insedia stabilmente nel nostro modo di pensare,
attraverso il linguaggio mediatico proprio della
pubblicit. Quanto pi un prodotto pubblicizzato,

tante pi volte al giorno appare ai nostri occhi, in


TV, sui giornali, su Internet, su cartelloni per strada
e anche in radio, e questo rende normale, per noi,
il gesto di acquistarlo regolarmente.
Le stesse corporazioni possiedono tratti in
comune con talune forme di governo di regime. La
forma corporativa fu propria dellordinamento
dello stato fascista, il quale contrapponeva
allindividualismo liberale e democratico, fonte di
divisione e di disgregazione del tessuto sociale,
lesigenza di una solidariet collettiva secondo cui
i diritti dellindividuo dovevano basarsi sulla
subordinazione agli interessi della comunit
nazionale8 . La pubblicit, inoltre, definita da
alcuni dizionari come propaganda per far
conoscere la qualit di una merce9. Pur con le
debite differenze, sia la pubblicit sia la
propaganda hanno una matrice comune, molto
antica. la comunicazione persuasiva, fondata su
tecniche di convincimento che fanno capo alla
retorica10 .
La mia certezza, dunque, che cos come
cambiano le istituzioni che ci sovrastano (certo,
oggi le multinazionali possono essere considerate
listituzione dominante del nostro tempo11 ), allo
stesso modo si evolvono le modalit con cui esse si
impongono, o si fanno accettare. Per quanto un
quotidiano, unemittente televisiva o radiofonica,
perfino un sito internet, possano vantare la propria
libert despressione, la logica capitalistica della
globalizzazione imperante, e la conseguente
necessit di profitto, obbliga ogni mass medium ad
accettare, quando non ricercare, il pi vantaggioso
contratto pubblicitario possibile offerto da una
multinazionale. E pi lemittente diffusa,
maggiori saranno i guadagni. Non stupisca dunque
se per lintervallo delledizione 2012 del Super
Bowl, negli USA, 30 minuti di spazio pubblicitario
abbiano fruttato allemittente 3,5 milioni di
dollari12 , per permettere agli americani di
ascoltare un mirato discorso patriottico di Clint
Eastwood che pubblicizza unautomobile. Come
afferma il magnate Charles Foster Kane, alla
domanda cosa penser la gente?, il capitalista
risponder sempre: quello che dico io13 . Lunica
differenza col passato che oggi la persuasione
molto pi sottile e indolore.
Note:
1. http://gandalf.it/dati/dati1.htm

2.http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/I/inf
otainment.shtml
3. L.S. Vygotskij,Pensiero e linguaggio, Bari,
Laterza, 1990 (titolo originale: Mylenie i re,
1934)
4.
http://www.treccani.it/enciclopedia/istitutonazionale-l-u-c-e_(Enciclopedia-del-Cinema)/
5. A. Brancati, Dialogo con la storia, vol.3, Milano,
La Nuova Italia, 2004, p. 224
6.http://guerrecontro.altervista.org/blog/2010/05/12
/freedom-housela-liberta-di-stampa-nel-2009/
7.http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/
2/25/Freedom_In_World.jpg
8. A. Brancati, Dialogo con la storia, vol.3, Milano,
La Nuova Italia, 2004, p. 188
9. F. Palazzi, Dizionario della lingua italiana,
Milano, Ceschina, 1973, p. 1096
10.http://www.slideshare.net/nuovoeutile/pubblicite-propaganda-somiglianze-differenze-aree-grigie
11. M. Achbar, J. Abbot, The Corporation, Canada,
2003
12.
http://www.pubblicitaitalia.it/news/Fatti-ePersone/Dal-mondo/le-auto-protagoniste-del-superbowl-2012_07020223.aspx
13. O. Welles, Quarto potere, Usa, 1941

Gruppo Bilderberg: governo di


pochi
Spadafora Maria Pia

a millenni luomo crea infinit di


gerarchie allo scopo di mostrare il suo
dominio, il suo potere sulle cose, sugli
animali e soprattutto sulluomo stesso.
Anche la storia ci dimostra come, nel
corso dei secoli, luomo abbia creato questi
sistemi tassonomici di tipo teologico, sociale ,
familiare ecc. servendosene allo scopo di regolare
e dominare il tutto. Questo concetto anche
presente nelle religioni come scrive Bacone:

<< In seguito al peccato originale, luomo


decadde dal suo stato di innocenza, e dal suo
dominio sulle cose. Ma entrambe le cose si
possono recuperare, almeno in parte, in questa
vita. La prima mediante la religione e la fede, la
seconda mediante le tecniche e le scienze1 >>.

Persino alle origini, luomo, secondo tutte le


religioni cristiane e non solo, aveva il dominio
sulle cose e solo in seguito al peccato originale ha
perso questa facolt, ma da allora ha sempre
cercato di recuperarla mediante le tecniche e le
scienze. come se questo bisogno di egemonia
sullaltro (animale,cosa o lo stesso uomo) fosse
gi insito nellistinto umano.
Dal mio punto di vista non viviamo in un mondo
libero e non esistono: la democrazia, il liberalismo
e le forme di governo pi avanguardistiche (che
inneggiano tutte le espressioni di libert), ma una
oligarchia mondiale, i quali oligarchi, si sono
arrogati il diritto di pilotare a loro piacimento gli
eventi mondiali e di conseguenza la vita, la morte

di miliardi di persone. Il gruppo Bilderberg ,o


Conferenza Bilderberg o ancora club Bilderberg,
in sostanza un organismo decisionale a carattere
sovranazionale. Ogni anno, dal 1954, un centinaio
delle personalit pi eminenti del mondo si
incontra, a porte chiuse e sotto unaltissima
protezione, per trattare una grande variet di temi
globali, economici, militari e politici. Questi
partecipanti, che decidono delle nostre sorti, non
sono stati scelti da noi, come dovrebbe essere e
come viene decantato da molti politici italiani (e
non solo) per quanto riguarda i doveri e i diritti di
voto del buon cittadino e la retorica della stampa
libera; ma hanno deciso di per s, da veri
oligarchi, di autonominarsi.
Data la segretezza,dimostrata ancor di pi dal
fatto che le discussione non vengono mai
registrate e n quantomeno riportate allesterno,
tali incontri sono stati motivo di critiche di varie
teorie di complotto. Come osserva Daniel Estulin,
scrittore russo contemporaneo, scrivendo:

<<[ ]Tuttavia, in pi di 50 anni dincontri, alla


stampa sempre stata negata la presenza, non
sono mai state rilasciate dichiarazioni sulle
conclusioni degli intervenuti, n mai stato
svelato lordine del giorno 2>> . Proprio a causa

dellestrema riservatezza, nel corso degli anni, il


gruppo Bilderberg stato accusato di ordire
oscure cospirazioni da parte di attivisti e
organizzazioni politiche, che paragonano spesso
gli incontri dei partecipanti a quelli della

massoneria intenta a creare un nuovo ordine


mondiale, per quanto non ci sia alcuna prova che
durante i convegni si siano mai fatte discussioni o
prese decisioni di questo genere. Molti giornalisti e
scrittori scrivono da anni su questo gruppo, dando
vita a diverse teorie che vengono, spesso, o
ridicolizzate o trascurate, magari dalle stesse
persone che hanno fatto, o fanno parte della stretta
cerchia che partecipa a questi incontri segreti. Le
opinioni sul tipo di cospirazioni cambiano molto a
seconda dei detrattori e cos anche le ipotesi sui
risultati raggiunti da oltre mezzo secolo. Gli
organizzatori degli incontri difendono la scelta di
svolgere tutto senza far trapelare informazioni: i
partecipanti ai convegni si sentono cos liberi di
dire davvero che cosa pensano senza temere la
diffusione delle loro dichiarazioni da parte della
stampa.
A questo punto c da chiedersi: perch, nonostante
queste riunioni siano segretissime, da qualche
tempo non si preoccupa pi di tenere nascosto il
fatto stesso della sua esistenza? Il fatto che questo
gruppo stia emergendo pubblicamente perch
siamo giunti al finale partita: quando non pi
necessaria una segretezza estrema perch non vi
alcun inganno dei pezzi chiave in posizione
strategica. Fino a poco tempo fa, anche su internet
era sconosciuta ai pi realt come il gruppo
Bilderberg, mentre ora se ne parla anche in Italia
senza problemi. Le motivazioni principali
potrebbero essere due. La prima perch il loro
potere ormai cos consolidato che non temono
alcun rovesciamento. La seconda perch, in un
certo senso, si sta spingendo alla
normalizzazionedi questo gruppo di potere
sovranazionale, cio si vuole assuefare la gente
allidea che queste dinamiche siano del tutto
normali e addirittura che sia una cosa giusta che un
manipolo ristretto di menti illuminate, nemmeno
conosciute dalla gente, guidi gli eventi mondiali.
In un certo senso difficile dar fede a queste
invettive contro il gruppo Bilderberg, soprattutto
per gli scettici devoti alla loro dottrina se non
vedo non credo . Non vi sono documenti ufficiali
che diano veridicit a queste affermazioni ma
daltra parte centinaia sono gli elaborati,le
testimonianze di alcuni scrittori, come Thierry
Meyssan che ha avuto accesso ad alcuni documenti
e ad una testimonianza di uno degli ex-ospiti del
gruppo Bilderberg, che avvalorano e accrescono la

convinzione dellattivit mondiale di complotto di


questo gruppo.
Nessuno di noi ha dato mandato a costoro di
decidere le nostre sorti,anzi fino a poco tempo fa
nessuno o ben pochi conoscevano lesistenza e il
potere di questi gruppi sovranazionali. Non capisco
perch mai queste menti illuminate si siano
appropriati del diritto di decidere di tutto e di tutti.
E allo stesso tempo, con grande ipocrisia, gli stessi
partecipanti ( la quale lista nota anche nel sito
ufficiale del gruppo) 3 sono promotori di
liberalismo in tutte le sue forme e di potere
decisionale del popolo. Proprio loro che si sono
presi il diritto di gestire il mondo, ognuno con le
proprie competenze e nei propri ambiti, autonominandosi, allinsaputa di circa 7 miliardi di
persone.
Un evento ancora pi eclatante ci che accaduto
proprio nel nostro paese. Dopo le dimissioni del
presidente Berlusconi in poche ore subentrato
nello scenario politico italiano la figura di Mario
Monti per la gestione di un teorico governo
tecnico; allimprovviso (la cosa potrebbe risultare
molto strana) tutti gli schieramenti politici italiani
(ad eccezione di IDV e Lega Nord) esprimono
pareri positivi alla nomina. A incaricare Monti
stato il nostro presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano che di certo ha legami con la
massoneria e che non dimentica in situazioni
ufficiali di ricordare lesistenza di un nuovo
ordine mondiale. E a questo punto viene da
chiedersi perch Mario Monti? Perch un uomo
importante per le grandi banche mondiali come
Goldman Sachs per la quale Mario Monti ha
lavorato per anni; le stesse banche che muovendo i
capitali a proprio piacimento fanno salire o
scendere le borse ogni giorno. Inoltre presidente
europeo dal 2010 della Commissione trilaterale e
per finire ufficialmente membro del Direttivo del
gruppo Bilderberg. Non difficile capire con
semplicit e logica che Mario Monti l'uomo
prescelto dal Nuovo Ordine Mondiale: ordine
gestito dai grandi poteri mondiali tramite
organizzazioni come il gruppo Bilderberg.
L'Ordine Mondiale ha cos deciso di spostare i suoi
burattini politici (che solitamente utilizza per
intrattenere la popolazione con i teatrini televisivi
in cui gli schieramenti fingono di essere
contrapposti tra di loro) ed ha portato in Italia il
suo uomo, immediatamente seguito dai numerosi

seguaci massonici "infiltrati" nei vari partiti che


prontamente hanno espresso commenti positivi alla
nomina di Mario Monti. L'Italia, come tutto il
mondo, cos governata dal Nuovo Ordine
Mondiale che potr portare avanti il suo progetto di
dominio e potere nelle mani di un lite.
La mia convinzione che siamo guidati da una
stretta cerchia di persone che ci manipola e governa
alle nostre spalle come burattini, o peggio come
schiavi; facendoci illudere di vivere in un mondo
libero e democratico. Del resto, luomo non mai
stato fino in fondo libero ed difficile pensare ad
un mondo ugualmente libero, se luomo
marchiato dal suo istinto di potere e dominio
sullaltro, da spingerlo a costruirsi sempre una
montagna sociale. Non un caso che il gruppo si
chiami proprio Bilderberg, anche se (com noto) il
suo nome deriva dallhotel nel quale avvenuto il
primo incontro; traducendo in tedesco bilder che
significa effigi e berg che significa montagna,
avremo effigi della montagna. E cosa pu meglio
rappresentare il gruppo se non il vertice di questa
montagna. La nostra libert, ancora oggi,
fortemente limitata e minacciata da pochi uomini
che fanno della moderazione la loro bandiera e che
ci inducono a credere di essere liberi. Come nostra
guida ad un probabile futuro, pu essere esplicativo
questo pensiero di Friedrich August Hayek,
economista e filosofo sociale :

La probabilit di trovare persone al potere come


individui che dovrebbero provare avversione per il
possesso e per lesercizio del potere al pari livello
con la probabilit che una persona estremamente
tenera di cuore potrebbe impiegarsi come maestro
fustigatore in una piantagione di schiavi4.

Note:
1. F. Bacone, La grande instaurazione, parte
seconda:Nuovo organo (1620), libro II, in Scritti
filosofici,cit., p.795
2. D. Estulin, Club Bilderberg. La storia segreta
dei padroni del mondo (2009),introduzione, p. 12
3.
http://www.bilderbergmeetings.org/governance.htm
l
4. F. A. Hayek, La via della schiavit, Milano
(1995), cap. 13, p. 243.
Bibliografia
Bacon,Francis, Novum Organum,Londra 1620 (

trad. it. Di Michele Marchetto La grande


instaurazione, parte seconda:Nuovo organo,Milano,
Pombiani, 2002).
Estulin, Daniel, La Verdadera Historia Del Club
Bilderberg,Spagna 2005 (trad. it. Di Manuel
Zanarini Club Bilderberg. La storia segreta dei
padroni del mondo, Arianna editrice, 2009).
Hayek, Friedrich, The Road to Serfdom, Routledge
Press(U.K.), 1944 (trad. it. Di Antonio Martino La
via della schiavit,Milano , Rusconi,1995).
Sitografia
http://www.bilderbergmeetings.org/governance.htm
l

Fantomatica Onnipotenza
La Neve Alessandra

Il principale degli attributi che sin dalle


prime lezioni di catechismo viene
associato solo ed unicamente a Dio
quello di onnipotente. Eppure,
essendo quella di onnipotenza un
accezione tanto complessa quanto spaventosa,
sempre sfuggente il significato che le si
attribuisce; probabilmente per la sbrigativit con
cui si scandisce il Credo, oppure per la poca
disponibilit a mettere in discussione i punti fermi
della propria fede. Il catechismo della Chiesa
cattolica insegna che: << Egli opera tutto ci che
vuole>>1 , Dio il padrone della storia, muove i
cuori e guida gli avvenimenti secondo il suo
beneplacito2 . Non a caso, il primo articolo della
professione di fede cristiana recita: <<Credo in un
solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e
della terra>>. Tale professione di fede nasce dal
Concilio di Nicea e deriva dal simbolo degli
apostoli; un Credo che vuole categoricamente
opporsi alle eresie nate nel corso dei secoli a
seguire la venuta di Cristo. Porta con s il mistero
di un effettiva onnipotenza, di un pieno controllo
su quanto avviene ed avverr nell al di qua. I
cristiani parlano a proposito di unapparente
impotenza di Dio che si manifesterebbe ogni qual
volta si dovesse fare esperienza di male o di
sofferenza. La risposta che propongono a tale
dilemma:
<<Soltanto la fede pu aderire alle vie misteriose
dell'onnipotenza di Dio. Talvolta Dio pu

sembrare assente ed incapace di impedire il male.


Ora, Dio Padre ha rivelato nel modo pi
misterioso la sua onnipotenza nel volontario
abbassamento e nella risurrezione del Figlio suo,
per mezzo dei quali ha vinto il male. Cristo
crocifisso quindi potenza di Dio e sapienza di
Dio. Perch ci che stoltezza di Dio pi
sapiente degli uomini, e ci che debolezza di
Dio pi forte degli uomini 3. Nella
risurrezione e nella esaltazione di Cristo il Padre
ha dispiegato l'efficacia della sua forza e ha
manifestato la straordinaria grandezza della sua
potenza verso di noi credenti 4 >>5.
Una risposta che non ammette diverse soluzioni,
si finirebbe per scadere nelleresia. Quella che si
desidera una soluzione preconfezionata ai
drammi esistenziali, un calmante per le ansie che
ci affliggono. Si rischia ,per, di rinunciare all
influenza di potere su quella che la nostra
esistenza.
Parlo di una fantomatica onnipotenza in quanto la
mia tesi che Dio non possa essere onnipotente.
Si badi bene, non nego sic et simpliciter tutti i
poteri che il Cristianesimo accosta alla Trinit,
tuttaltro: riconoscendo che una notevole potenza
stia nelle mani di Dio, mi rifiuto tuttavia di
predicarne lillimitata onnipotenza. Linput di tale
rifiuto deriva da un ragionamento personale, da
uninterrogazione interiore su dove finissero le
mie libert e sullesistenza o meno- di un destino
gi scritto, come mi hanno spinta a credere gli

insegnamenti cattolici ricevuti. La negazione


dellonnipotenza divina pu essere da parte mia un
bisogno di potere decisionale sulla mia vita.
Occorre a questo punto unulteriore premessa:
perch parlare di Dio?
Potrebbe essere una conseguenza al fatto che Egli
a non parlare pi, oppure al fatto che non ha mai
mostrato il suo volto. Voler sentire la voce di
Dio o volerne vedere il volto lequivalente di
voler parlare di Lui; oggigiorno il bisogno
quello di trovare qualcuno che sappia dire cosa
Dio e cosa non :
<< Non nel senso della teologia negativa, ma
nel senso di una distruzione (o di un tentativo
di distruzione) dell idolo metafisico e imperiale
che scambiamo per Dio. [] Noi abbiamo
bisogno di cambiare Dio per conservarlo. Forse
ci vuol dire soltanto cambiare il nostro pensare
Dio. O forse no?>> 6
Dio non pu essere onnipotente ed i primi ad
affermarlo furono alcuni componenti del suo
popolo prediletto, mi riferisco ovviamente agli
Ebrei. dalla voce ebraica che si erge il grido
contro il Signore della storia, quindi contro il
Signore di Auschwitz. La tradizione tramandata
cade in crisi, rimette in questione il concetto di Dio
dopo lesperienza dell Olocausto e non poteva
essere altrimenti- .
Unesperienza tanto devastante ha portato molti
alla radicale conclusione che Dio non pu esistere,
tra questi Primo Levi, che dichiara in unintervista:
<< Devo dire che lesperienza di Auschwitz stata
tale per me da spazzare qualsiasi resto di
educazione religiosa che pure ho avuto. C
Auschwitz, dunque non pu esserci Dio. Non trovo
una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la
trovo.>> 7
Diversa ancora la risposta di Elie Wiesel: ne La
notte rievoca lesperienza di Auschwitz ed il suo
pensiero a proposito di Dio pare raccogliersi nel
noto episodio dellimpiccagione di tre prigionieri
tra cui un bambino:
<< I tre condannati salirono insieme sulle loro
seggiole. I tre colli vennero introdotti
contemporaneamente nei nodi scorsoi.
Viva la libert! gridarono i due adulti.
Il piccolo, lui, taceva.
Dov il Buon Dio? Dov? domand qualcuno
dietro di me. A un cenno dl capo le tre seggiole
vennero tolte.

Silenzio assoluto. Allorizzonte il sole tramontava.


Scopritevi! url il capo del campo. La voce era
rauca. Quanto a noi, piangevamo.
Copritevi! Poi cominci la sfilata. I due adulti
non vivevano pi. La lingua pendula, ingrossata,
bluastra. Ma la terza corda non era immobile:
anche se lievemente, il bambino viveva ancora
Pi di mezzora rest cos, a lottare fra la vita e la
morte, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi
dovevamo guardarlo bene in faccia. Era ancora
vivo quando gli passai davanti. La lingua era
ancora rossa, gli occhi non ancora spenti. Dietro di
me udii il solito uomo domandare:
Dov dunque Dio?E io sentivo in me una voce che gli rispondeva:
Dov? Eccolo: appeso l, a quella forca.. >> 8
Wiesel ripensa dunque il proprio concetto di Dio: il
bambino che tace e che tarda a cedere alla morte
diventa simbolo dellimpotenza di Dio, ovvero di
assoluta impotenza sulla storia.
Affine alla visione di Wiesel quella di Hans
Jonas. Anchegli vittima dellOlocausto,
sinterroga sul Dio che la tradizione ha tramandato,
dal momento che dopo Auschwitz non pu Egli
essere pensato e compreso con le categorie
teologiche tradizionali.
Lebreo vede nella vita quotidiana e nellal di qua il
luogo della salvezza divina; perci, sorge
spontaneamente la domanda: << Quale Dio ha
permesso che ci accadesse?>>.
da questo punto di domanda che parte Jonas e
risponde con unobiezione allillimitata potenza
divina di carattere teologico; gli Ebrei attribuiscono
a Dio tre qualit: bont, comprensibilit ed
onnipotenza.
Dopo la Shoa, i tre attributi in questione sono
secondo Jonas in rapporto tale che ogni relazione
tra due di loro escluda il terzo. Bisogna quindi fare
una scelta su quali siano i concetti veramente
irrinunciabili.
La bont inseparabile dal concetto divino e
scaccia via ogni limitazione. La comprensibilit
un attributo certamente limitato, ma non pu essere
negata: il Dio nascosto estraneo allebraismo, in
quanto la Torah parte dal presupposto che noi
possiamo anche se in modo limitato conoscere
Dio. Jonas decide dunque di rinunciare all
onnipotenza di Dio:
<< Dopo Auschwitz possiamo e dobbiamo
affermare con estrema decisione che una Divinit

onnipotente o priva di bont o totalmente


incomprensibile [] . ma se Dio pu essere
compreso solo in un certo modo e in un certo
grado, allora la sua bont (cui non possiamo
rinunciare) non deve escludere lesistenza del male;
e il male c solo in quanto Dio non onnipotente.
>>9
Nel XVI secolo stato elaborato da Yitzchq Luria,
rabbino e mistico ebreo, il concetto di
tzimtzum10. Questi ripensa allorigine
delluniverso e stabilendo che Dio, prima della
creazione, occupasse con la propria luce lintero
spazio; in seguito, con latto dello tzimtzum, Dio
sembra autolimitarsi,contrarsi al fine di lasciare
agli uomini la possibilit di realizzare la propria
libert. Tale autolimitazione viene ripresa da
pensatori contemporanei, in primo luogo da Hans
Jonas, che si sofferma su contesti quali lassenza e
lesilio di Dio. Jonas riscrive il mito dello
tzimtzum:
<< Per fare spazio al mondo lo En-Sof originario,
linfinito, dovette contrarsi in se stesso e in questo
modo lasciar sorgere al di fuori di s il vuoto, il
Nulla, nel quale e dal quale gli fu possibile creare il
mondo. Senza questo ritrarsi in se stesso, nessuna
realt diversa sarebbe stata possibile al di fuori di
Dio e solo unulteriore contrazione consente alle
cose finite di restare in se stesse, di non perdere
nuovamente lessere che loro proprio nel divino
tutto in tutto>>11.
Nella visione di Jonas linfinito, contraendosi, si
aliena nel finito: tale atto di autonegazione da parte
di Dio concede al mondo di essere e di divenire.
Sempre dello tzimtzum s occupato Sergio
Quinzio che palesa, ne La sconfitta di Dio la
debolezza e la non piena onnipotenza del Dio che si
mostra assente nel mondo.
La rinuncia allonnipotenza da parte di Dio e la
conseguente libert acquisita dagli uomini
suggeriscono lidea di un Dio che non pi
ovunque, ma che si rifugiato in alcuni angoli della
Terra; tale visione giustificherebbe il mancato
intervento ad Auschwitz e attribuirebbe lintera
colpa dellesistenza del male alluomo. Il Dio che
si tiene lontano da zone dove vige o dove si fa
esperienza di dolore ha portato allelaborazione da
parte di credenti- di unaltra sfaccettatura della
divinit, che tenta di giustificare limpotenza di
Dio. Si tratta del Deus absconditus; altro non che
una teoria che d man forte al mito dello tzimtzum.

Ne riprende infatti il discorso, partendo dal


presupposto che Dio si sia ritirato, nascosto e che
stia continuando ad occultare la Sua potenza.
Largomento tuttora discusso tra gli ecclesiastici
che hanno trovato linput in un enigmatico versetto
del profeta Isaia: <Veramente tu sei un Dio
nascosto, Dio di Israele, salvatore>12
Tale espressione viene anche tradotta come Tu sei
un Dio misterioso oppure Tu sei un Dio che ti
nascondi. Giovanni Odasso, esegeta, vede qui
espresso <un contenuto di imponderabili
virtualit>. Se precedentemente Dio si era
presentato allopera nella storia, ora pare piuttosto
nascondersi dietro i suoi avvenimenti. Ignazio di
Lodola invita a meditare su questo tema: <<
Considerare come la Divinit si nasconde, come
cio, potendo distruggere i suoi nemici non lo fa e
come lasci soffrire tanto crudelmente la santissima
umanit>>.
Daccordo con lidea che Dio debba soccombere
dinnanzi al corso degli eventi (guidati dalle
decisioni delluomo) Etty Hillesum, che nel suo
diario scrivendo dellopposizione da mantenere
nei confronti di qualsiasi violenza- ripete pi volte:
<<Una cosa,per, diventa sempre pi evidente per
me, e cio che tu non puoi aiutare noi, ma che
siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo
aiutiamo noi stessi. [] S, mio Dio, sembra che tu
non possa far molto per modificare le circostanze
attuali ma anchesse fanno parte di questa vita. Io
non chiamo in causa la tua responsabilit, pi tardi
sarai tu a dichiarare responsabili noi [] Tu non
puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te>>13
La condizione di un Dio che si ritira in s e che
lascia scorrere gli eventi lascia trasparire una certa
infermit, ma quella infermit che ci consente di
prendere in mano gli eventi, divenendo cos fautori
e creatori del proprio destino. Se non altro, non
proprio qui che trova conferma quello che c stato
concesso come libero arbitrio?
Il primo dei paradossi che mi sovvenne ragionando
sullonnipotenza di Dio, fu a riguardo del libero
arbitrio. definito libero arbitrio quel concetto
teologico secondo il quale ogni persona libera di
prendere le proprie scelte, dunque la divinit per
quanto potente possa essere- non pu condizionare
le decisioni individuali.
Il principio del libero arbitrio si legge in Genesi,1:
<<Facciamo luomo a norma della nostra

immagine, come nostra somiglianza>>. Immagine


e somiglianza sono rispettivamente la traduzione
dallebraico tselem e demut: la prima
accezione di tselem statua,in questo caso statua
del padrone, il che induce a pensare che luomo sia
esattamente come Dio, ovvero non pu che
esercitarne la stessa libert, ponendo un limite al
potere di Dio sui singoli individui.
gi in Genesi,3 che la disubbidienza di Adamo ed
Eva esplica la possibilit di evadere al volere ed
al potere di Dio:
<< Ma del frutto dellalbero che sta nella parte
interna del giardino Dio ha detto: Non ne dovete
mangiare e non lo dovete toccare, per non
morirne. Ma il serpente disse alla donna: voi non
morirete affatto! Anzi!.
[] Allora la donna vide che lalbero era buono da
mangiare, seducente per gli occhi e attraente per
avere successo; perci prese del suo frutto e ne
mangi>>.
Altri esempi sono forniti dalla lettura dei libri di
Samuele: <<Il Signore rispose a Samuele: Ascolta
la voce del popolo in tutto quello che ti hanno
detto, perch non hanno rigettato te, ma hanno
rigettato me, perch non regni pi su di essi>>14.
E ancora: << Samuele rispose a Saul: Hai agito
stoltamente, non osservando il comando che ti ha
dato il Signore tuo Dio [] Tu non hai osservato
quello che il Signore ti aveva comandato>>15.
Proseguendo con lindagine sul testo biblico
emergono ben altri suggerimenti dello stato di nononnipotenza di Dio: nel Nuovo testamento, in
particolare nella Lettera agli Ebrei, pi volte si
ripetono i termini perfezionato e reso perfetto
in relazione al Figlio di Dio. gi di per s una
conferma alla tesi che Dio, di cui cerchiamo di
svelare il volto, non gode ancora di piena
onnipotenza, bens di un potere s notevole, ma non
totale. Occorre chiarire quello che potrebbe essere
preso come un punto debole della trattazione,
ovvero quello della trascrizione biblica di reso
perfetto: quello utilizzato in Italia non
(ovviamente) il testo originale della parola di Dio;
deriva infatti dalla traduzione della Bibbia dei
LXX, testo greco a sua volta traslitterato dalla
versione in lingua originale, dunque lebraico.
In ebraico il termine utilizzato El Shaddai16,
tradotto poi nella LXX come Pantocrator17.
Proprio qui sta lincomprensione: pantocrator

significa onnipotente e cos verr tramandato alla


tradizione cristiana; ma el Shaddai indica
semplicemente il Potente, senza alcuna allusione a
totalit di potere. Il Potente viene infatti accostato
alle schiere di angeli, intese come eserciti: una
potenza che sfocia nella forza, nellenergia, ma che
non ha il pieno controllo sul corso degli eventi e
sulla volont dei singoli individui.
Nel Nuovo Testamento emerge unaccezione di
onnipotenza divina, che molto si allontana dal
pieno controllo esercitabile sul volere e sulla vita
degli uomini; il modo di Dio di essere sapiente ed
onnipotente si attua nella dedizione incondizionata,
nellagape che non viene mai meno e che gli
consente di perdonare tutti gli offensori.
Dio pensabile come l Onnipotente in termini di
misericordia e di perdono, doni gratuitamente
offerti alluomo. infatti nella figura di Ges
Cristo che vediamo lamore che si consegna fino
alla morte in croce: unofferta che fa risplendere
la misericordia del Padre. Ma Dio non pu che
essere un NO allonnipotenza dispotica, alla
limitazione delluomo e del suo cammino.
Con lausilio della logica si riesce a dimostrare che
lillimitata onnipotenza non affatto plausibile: il
concetto di potenza in s a rendere contraddittorio
quello di onnipotenza.
Se si parla di Potenza assoluta, allora bisogna
supporre che non ci sia alcuna limitazione, ovvero
che non esista nulla di diverso o estraneo alla
potenza in questione. A questo punto, se tale
Potenza assoluta non ha alcun oggetto ad essa
estraneo su cui poter esercitare la propria influenza,
allora nega se stessa, facendo equivalere il Tutto a
zero.
Serve dunque lesistenza di un altro da s, di un
oggetto che limiti lattivit della Potenza,
consentendole comunque di esercitare una forza
straordinaria ed efficace. Lesistenza dellaltro, che
consente di dimostrare la propria potenza, annulla
al tempo stesso lonnipotenza. In conclusione, se
manca una relazione tra oggetti tra loro estranei,
allora la potenza stessa a mancare: serve quell
altro da s che opponga resistenza alla Potenza
coesistente, in modo da creare contrasto e
dimostrare che la potenza iniziale stata spartita.
Dunque, non possibile che tutta la potenza si
trovi dalla sola parte del soggetto agente.
Mi vorrei ora spostare sul versante filosofico, dove
trovo alcune affinit con quelle che sono mie idee.

Partirei con Feuerbach: ne Lessenza del


Cristianesimo esplica che il divino altro non che
una proiezione di quelle qualit umane che paiono
essere perfette, ragione, volont e cuore. Allora il
divino lumano proiettato nellaldil ed adorato.
<<Tutte le qualificazioni dellessere divino sono
perci qualificazioni dellessere umano [] Credi
che Dio sia un essere sapiente e buono perch
consideri bont e intelligenza le migliori tue
qualit>>18
Nella trasposizione delluomo nella sfera del divino
dovr anche rientrare il desiderio di potenza che,
assumendo connotati illimitati, non potr che
sfociare nella piena onnipotenza; tale il desiderio
delluomo: avere in pugno il potere e volgerlo a
favore delle proprie intenzioni.
Pascal porta avanti la dottrina del Deus
absconditus, secondo cui Dio si manifesta e si
nasconde al tempo stesso. La problematicit con
cui Dio si mostra al mondo rende difficile anche
solo laffermazione che effettivamente esista, al
punto che chi non crede potr interpretare la natura
razionalmente, senza il dovuto intervento di Dio,
mentre chi crede vi vedr con evidenza lopera
divina. Dice infatti: <<C abbastanza luce per
coloro che desiderano solo di vedere, e abbastanza
oscurit per coloro che si trovano nella
disposizione opposta>>19. in effetti proprio
questa una delle posizioni che pi spesso mi capita
di riscontrare in dialoghi a proposito dellessenza di
Dio: o ci credi, o non ci credi. Bisogna dunque
affermare che se non si vede la mano di Dio sugli
eventi allora Egli non c? Ma allora sar pi
importante capire se per ognuno di noi- avere fede
sia un merito o un demerito. I pochi eletti
avranno il coraggio di ammettere che Dio si
nasconde anche dietro effetti catastrofici (che
riconoscono come parte del progetto divino) e che
questi siano un modo di metterci alla prova, di
testare il dono della fede. La strada che ho invece
intrapreso non prevede alcun test, ma una
rivalutazione di Dio, che se non si manifesta pi o
se ci rende difficili da capire alcuni avvenimenti,
allora vuole dimostrarci che sta mettendosi da
parte, nascondendosi per lasciarci fare.
Il Deus absconditus va a ritrarsi, abbiamo detto si
contrae; proprio nella contractio che Cusano
riesce a vedere la presenza di Dio nel mondo, quasi
fosse una ripresa dello tzimtzum. Cusano ritiene
che Dio sia nel mondo, o meglio ancora: Dio si

sarebbe individualizzato in una molteplicit di cose


che fanno parte del nostro mondo; tale
differenziazione di Dio porta Cusano a vedere tra
Creatore e creato un rapporto di possibilit, ovvero
una relazione tale che consenta a Dio di divenire e
di poter essere. In questa lettura di Dio sparso nel
mondo trova conferma lidea che Dio partecipi
allesistenza, ma senza alcuna limitazione al corso
che gli eventi potrebbero prendere, senza alcun
limite alle strade che ciascuno vorr percorrere.
La visione rinascimentale rivendica il diritto
delluomo a forgiare se medesimo ed il proprio
destino nel mondo: Pico della Mirandola presenta
luomo come libero e sovrano artefice di s.
questa una netta frattura con lordine cosmico
medievale, ora luomo deve necessariamente
conquistare la propria dignit, diventare l homo
faber che conquista il proprio posto nel mondo
grazie alle sue virt.
Da secoli luomo si interroga sul perch
dellesistenza del male: in senso cristiano, il primo
a cimentarsi sistematicamente su tale problema fu
S. Agostino. Si Deus est, unde malum? Con la
conversione al Cristianesimo la risposta al perch
dei mali si rende ancora pi urgente e drammatica,
data linconciliabilit di piena bont divina e realt
del male. S. Agostino risolve linterrogativo col suo
noto ottimismo teologico: il male in ultima
analisi- non esiste. Il male non pu esistere perch
se globalmente considerato entra a far parte di una
totalit che di per s bene. Difficile prendere per
buona una soluzione del genere dopo secoli
scanditi da guerre e persecuzioni (S. Agostino non
poteva prevedere i mali che si sarebbero susseguiti
in 1600 anni dalla stesura delle sue Confessioni).
Trovo molto pi accettabile la posizione di S.
Agostino che precede la negazione del male, in cui
ragiona sullincorruttibilit di Dio. Se si accetta
lesistenza del bene cos come lesistenza del male,
allora Dio non pu essere incorruttibile, in quanto
potrebbe subire loffesa del male. In tal senso, la
corruttibilit di Dio da intendere come sensibilit
a mali che non pu reprimere. S. Tommaso
attribuisce lesistenza di tali mali capaci di nuocere
a Dio al libero arbitrio delluomo, che ci porta
potere decisionale, oltre che piena responsabilit
delle nostre azioni.
Ho deciso di concludere la mia trattazione
rifacendomi allicona di Rublev, la Trinit.

Sullicona stata avanzata unipotesi che ben si


sposa con la mia tesi che Dio non onnipotente e
che sta alluomo prendere in mano il proprio
destino.
Vi sono rappresentati tre angeli che i padri della
Chiesa interpretano come la Trinit-, seduti attorno
ad un tavolo, al cui centro si trova un calice
contenente un agnello. I tre si guardano a vicenda,
formano tra di loro un triangolo, ma se si torna a
considerare il tavolo, allora c un posto vacante. Il
posto rimasto vuoto deve essere occupato da chi
osserva licona, quindi luomo, i singoli individui.
Il sedersi attorno al tavolo unendosi alla Trinit
significa diventarne parte, elevarsi allo stato divino
e collaborare al progetto di vita, progetto che orasiamo noi a redigere e a portare avanti.
Se la Bibbia propone la piena potenza di Dio, la
mia idea che questa non ci sia, oppure come
Jonas- che Dio vi abbia rinunciato per consentire al
mondo di essere e di divenire secondo quelli che
sono i nostri piani.
NOTE:

1 Sal 115,3
2 Est 4,17c; Prv 21,1; Tb 13,2
3 1 Cor 1,25
4 Ef 1,19-22
5
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s2c1p3_it.htm .
6 P. De Benedetti, Quale Dio? Una domanda dalla storia,
Brescia 1997, p. 9-10.
7 Ferdinando Camon uno scrittore di matrice cattolica che
tenta in Conversazione con Primo Levi di rivisitare le
colpe della storia cristiana e trova in Primo Levi una delle
risposte pi drastiche agli interrogativi sorti a proposito di
Dio. Il suicidio di Levi, da molti interpretato come una
risposta ritardata alla detenzione nazista, rappresenta il
culmine dello smarrimento, giunto in concomitanza alla
negazione dellesistenza di un Dio.
8 Elie Wiesel, La notte, Firenze 1980, p. 66-67
9 H. Jonas, Il concetto di Dio dopo Auschwitz, una voce
ebraica, Genova 2004, p. 35
10 Tzimtzm significa ripiegamento, autolimitazione e fa
parte del misticismo della Qabbal. Nella concezione di
Luria, il termine da tradursi come ritiro o ritorno.
Brevemente, lesistenza delluniverso, sarebbe resa possibile
da un processo di contrazione in Dio: Dio rende vacanti delle
zone da cui si ritrae e qui consentito agli uomini di essere.
11 H. Jonas, Il concetto di Dio dopo Auschwitz una vove
ebraica, Genova 2004, p. 39-40

12 Is 45, 15
13 E. Hillesum, Diario, Milano 2011, p. 169
14 I libri di Samuele abbracciano un arco di tempo che va
dal XII secolo a.C. al 1010 a.C. e trattano dellabbandono
dellordinamento giuridico, seguendolo sino alladozione
della monarchia. Samuele regna col titolo di Giudice sulla
confederazione delle 12 trib di Israele, funge da mediatore
tra il popolo e Dio, cos come prevede lordinamento
teocratico. Nel passo citato si illustra il rigetto da parte del
popolo degli ordini di Dio, ricevuti per bocca di Samuele.
Linsurrezione dovuta al desiderio da parte delle trib di
adottare un regime monarchico, in modo da uniformarsi ai
regni confinanti. un palese rifiuto di seguire la volont del
Signore.
15 Nel primo libro di Samuele Saul viene ritratto in continue
disubbidienze rispetto agli ordini divini. Il passo citato si rif
al momento in cui Saul in procinto di attaccare battaglia
agli Amaleciti e riceve lordine da Dio di distruggere
completamente la popolazione e di giustiziare il loro re Agag.
Saul procede invece sacrificando una cospicua parte del
bottino al Signore azione di per s non criticabile agli occhi
del popolo- e palesando la sua disubbidienza. Tale decisione
port Samuele a dimettersi da consigliere di Saul e a
rimuovere lunzione di re da Saul al fine di eleggere
segretamente a nuovo sovrano Davide.
16
17
18 N. Abbagnano, G. Fornero, Il nuovo protagonisti e testi
della filosofia, Varese 2007, p. 81
Lindividuo tende secondo Feuerbach- a costruire
sullimmagine di Dio la realizzazione di tutte le proprie
aspirazioni, tra queste il potere. Nellimmaginare e nel volere
luomo libero ed onnipotente, mentre nella realt si ritrova
limitato. in questottica che lonnipotenza diventa
caratteristica voluta dalluomo, non appartenente al divino.
19 B. Pascal, Pensieri, Milano 2009, p.194.

BIBLIOGRAFIA
Abbagnano, Nicola, Fornero, Giovanni, Il
nuovo protagonisti e testi della filosofia, Varese,
2007
Camon, Ferdinando, Conversazione con
Primo Levi, Milano, 2006
De Benedetti, Paolo, Quale Dio? Una
domanda dalla storia, Brescia, 1997
Hillesum, Etty, Diario, Milano, 2001

Jonas, Hans, Il concetto di Dio dopo


Auschwitz. Una voce ebraica, Genova, 2004
Le Paoline, La Bibbia, Cimisello Balsamo,
1987
Pascal, Blaise, Pensieri, Milano, 2009
Wiesel, Elie, La notte, Firenze, 1980
SITOGRAFIA
http://www.diocesi.milano.it/vescovo/laparola/2000
_10/sindone.htm
http://www.vatican.va/archive/catechismit7p1s2cp3
it.htm

Oratori di ieri, persuasori di oggi


Ciccaglioni Floriana

a politica trova le sue radici nella


retorica dellantica Roma, ma i politici
sono ben lontani da quelle grandi
personalit che erano gli oratori. La
politica si svuotata del significato che
era proprio della retorica:<< la parola diviene lo
strumento per affermare la propria opinione in
unassemblea, per influenzare le decisioni che
indirizzeranno la vita nella citt, per accusare o
difendersi durante i processi. 1 >> La retorica era
caratterizzata da uno stile semplice e conciso, con
frasi taglienti per affrontare questioni sociali
come: il ruolo degli equites, la questione del lusso,
politica interna ed estera. Oggi non siamo pi
nellambito della giustizia sociale ma in quello
della persuasione occulta! La politica si basa sulla
propaganda, sul controllo dellopinione pubblica
in modo forzato.
La politica italiana non esiste! Siamo un popolo in
mano a detentori del potere che meglio giostrano
la situazione a loro favore. Sono persuasori che
inducono a credere, dire e agire al di l di ogni
convincimento razionale. Politica e politico nel
dizionario della lingua italiana hanno anche un
significato figurativo: politica un <<abile e
astuto comportamento per raggiungere un
determinato fine>>; politico <<colui che sa
barcamenarsi con abilit>>. Sono proprio queste
le accezioni che meglio si adattano alla politica
contemporanea.
Gi nel libro IX dellIliade si sottolinea

limportanza di coltivare le discipline che


rendono un giovane nobile sia uomo dazione, sia
un capace oratore. I capi dellesercito acheo
decidono di inviare unambasciata ad Achille per
convincerlo a partecipare ai combattimenti.
Labilit del parlare pubblicamente assume
nellantica Grecia un ruolo di primo piano. La
nascita della retorica come arte della parola
avrebbe origini siciliote nei primi decenni del V
sec a.C.
<<Dice pertanto Aristotele, che quando, abbattuti
i tiranni in Sicilia, si ricominci dopo lungo
tempo a far valere davanti ai tribunali i diritti dei
privati; allora per la prima volta- si trattava infatti
di gente acuta, e con un gusto innato per le
controversie- i siculi Corace e Tisia scrissero
manuali di retorica (in precedenza nessuno
parlava in base ad un metodo codificato, anche se
i pi lo facevano con accuratezza e in maniera
ordinata)>>. (Bruto 46,1 ss; Cicerone, trad. di E.
Narducci).
Nel V sec. a.C. la retorica trae insegnamenti dai
discorsi di Pitagora, dal filosofo Empedocle di
Agrigento. Ad Atene nel V sec.<< la retorica
sofistica conobbe nel filosofo Platone un
osservatore attento ma soprattutto un critico2>> .
Passando per Lisia, Demostene, Aristotele,
Zenone, Ermagora, loratoria arriva a
Roma:<<figura emblematica e quasi mitico
iniziatore della retorica fu Appio Claudio
Cieco3 .>> Nel periodo sillano Cicerone fu un

maestro delloratoria, incarn la figura di perfectus


orator: dotato di capacit oratorie, una vasta cultura
e unalta formazione etica. Grandi personalit che
ancora oggi si pongono come maestri per lattualit
dei loro scritti, sicuramente non paragonabili ai
politici di oggi data la loro cultura e, soprattutto, la
loro formazione etica. Cicerone attribuisce alla
parola il potere aggregante della civilt, la parola
il principale fattore della civilt umana e sottolinea
limportanza di unampia cultura generale:<<Est
enim et scientia comprehendenda rerum plurima
rem, sine qua verbum volubilitas inanis atque
irridenda est>> (De oratore. I 17)
I discorsi dei politici se osservati rivelano tutti lo
stesso codice e persino gli stessi gesti in base al
messaggio che si vuole mandare. George Lakoff4
nel suo Seven reasons why Obamas speches are
so powerfull del 24 febbraio 2009 ha esaminato il
discorso di Barack Obama al congresso in seduta
congiunta, cercando di descrivere il codice che lo
caratterizza: - i valori al di sopra dei programmi,
-protezione e responsabilizzazione, -moralit ed
economia si corrispondono, -concetti contestati e
linguaggio patriottico. Il risultato applicabile a
tutti i discorsi dei politici italiani. Nel discorso del
17 novembre del presidente Monti al senato
emergono dei termini ricorrenti: oltre a Italia, che
sollecita lideale patriottico, ricorre innanzitutto il
termine Europa per sottolineare limpegno
assunto dal nostro Paese verso lU.E.; evidente
poi limportanza data ai verbi dovere e fare che
sono nettamente segno di protezione e
responsabilizzazione .Tra le altre parole-chiave del
discorso di Monti spicca poi crescita, lavoro,
Crisi, finanza, fisco pronunciate con grande
enfasi e partecipazione: appunto, moralit ed
economia si corrispondono. Il programma del
governo appena sufficiente per affrontare il
pesante stato di crisi in cui versa il Paese.
Unulteriore esempio la tradizionale conferenza
stampa di fine anno che Mario Monti ha tenuto a
Palazzo Chigi; il discorso durato circa
quarantacinque minuti spaziando nei campi pi
diversi, ma Monti si sempre mantenuto su toni
estremamente cauti e diplomatici senza affrontare
le questioni pi urgenti in modo analitico. E ancora
il 13 novembre 2011 nel giro di pochi minuti sono
stati trasmessi in televisione i discorsi del
Presidente del Consiglio uscente Silvio Berlusconi
e di quello entrante Mario Monti. Berlusconi dice

di aver raggiunto molti degli obiettivi che ci


eravamo prefissi fin dal 1994. Dice di voler
modernizzare lItalia, riformando la sua
architettura istituzionale, il suo sistema giudiziario,
il suo regime fiscale, e di voler liberare il nostro
paese dagli egoismi e dalle incrostazioni
ideologiche e corporative che gli impediscono di
sviluppare tutte le sue meravigliose qualit e
potenzialit. Queste parole risuonano astratte
perch non sono mai state realizzate e il Paese
riversa ora nello stato di profonda crisi. Il professor
Monti nel suo discorso ringrazia per la nomina che
il Presidente della Repubblica gli ha dato, parla di
grande senso di responsabilit, di sfida del
riscatto, di sforzi, di dignit e speranza, ma
parla soprattutto di doveri il paese deve vincere
[] deve essere sempre di pi elemento di forza
[] lo dobbiamo ai nostri figli. Per tutto il
discorso Monti esprime solo calma e
autodisciplina, facendo molte pause fra una parola
e laltra, anche quando parla del momento di
difficolt, del quadro europeo e mondiale
turbati, addirittura di emergenza e urgenza.
Cicerone loda loratoria perch chi la pratica
svolge un operato che va a favore della comunit
<< quod qui faciunt, plurimum gratiae
consequuntur, latissimeque eorum manat
industria>> (De officis 2, 66-67). Loratoria a
Roma non era finalizzata esclusivamente a un
abbellimento del discorso ai fini estetici - artistici,
ma fin dalle origini ebbe preminentemente valenza
politica. un modo fondamentalmente diverso di
intendere la politica: nel caso dei discorsi politici,
infatti, si utilizza un codice che colpisce
linconscio attraverso luso di un formulario per
suscitare i sentimenti, distraendo luditore da
quello che in realt il contenuto del discorso; per
Cicerone, invece, diviene fondamentale la potenza
della parola per fare linteresse dei cittadini.
Shopenhauer che gi nel 1830 nel saggio Larte
di ottenere ragione spiega questa tendenza
delluomo a persuadere chi lo ascolta per
avvalorare la sua tesi:
<<La verit oggettiva di una proposizione e la
validit della medesima nellapprovazione dei
contendenti e degli uditori sono due cose diverse.
Da che cosa deriva tutto questo? Dalla naturale
cattiveria del genere umano [] Linteresse per la
verit, che nella maggioranza dei casi stata

lunico motivo per sostenere la tesi ritenuta vera,


cede ora completamente il passo allinteresse della
vanit: il vero deve apparire falso e il falso vero>>5
Sembra che i politici abbiano assunto questo saggio
come loro manuale comportamentale eseguendo
ogni stratagemma proposto dal filosofo. Per
esempio, i politici nei talk televisivi iniziano a
esporre il proprio pensiero che privo di
consistenza, parlano per non dire nulla :
<<Quando non si dispone di alcun argumentum ad
rem e nemmeno di uno ad homine, allora se ne fa
uno ad auditores, cio si avanza unobiezione non
valida di cui per solo un esperto vede
linconsistenza: ma mentre lavversario esperto,
tali non sono gli ascoltatori. Ai loro occhi viene
dunque battuto6>> .
Quando due avversari politici iniziano un dibattito
non si capisce pi qual il fine della
discussione:<<Se ci si accorge di venire battuti,
allora si fa una diversione, cio si comincia dun
tratto con qualcosa di totalmente diverso, come se
fosse pertinente alla questione e costituisse un
argomento contro lavversario7.>> Nelle stesse
discussioni si assiste a liti furibonde, offensive,
violente:
<<Quando ci si accorge che lavversario
superiore e si finir per avere torto, si diventi
offensivi, oltraggiosi, cio si passi dalloggetto
della contesa al contendente e si attacchi in qualche
modo la sua persona. [] Questa regola molto
popolare poich chiunque in grado di metterla in
pratica, e viene quindi impiegata spesso8 >>
Ma, in assoluto, uno stratagemma su tutti mi
sembra calzante alla situazione politica attuale pi
di qualsiasi altro. E come se Schopenhauer avesse
assistito alla nascita del governo tecnico guidato
dal professor Monti e al clamore popolare con cui
questi eruditi, salvatori della patria, sono stati
accolti:
<< La gente comune ha profondo rispetto per gli
esperti di ogni genere. Essi non sanno che chi ha
professione di qualcosa non ama questa ma il suo
guadagno: n sanno che chi insegna una certa cosa
raramente la conosce a fondo, perch a chi la studia
a fondo di solito non rimane neppure il tempo per
insegnare. [] Non c opinione, per quanto
assurda, che gli uomini non abbiano esitato a fare
propria.[] Lesempio fa effetto sia sul loro
pensiero, sia sul loro agire. Essi sono pecore che
vanno dietro al montone ovunque le conduca: per

loro pi facile morire che pensare9>>


La politica italiana si fermata al fascismo. Dal
1922 lItalia suddita del modo di fare politica
mussoliniano. La storia si evolve, cambiano i nomi,
cambiano i tempi, cambiano i costumi, ma la
politica quella di novanta anni fa. Basta mettere a
confronto loperato del partito fascista con i partiti
odierni per trovare innumerevoli punti di contatto.
<<Il nuovo ruolo del partito fascista pu essere
colto appieno nellimpegno profuso per
organizzare il consenso nella societ italiana,
cercando di influire sui costumi, sulla mentalit e
sulle attivit quotidiane delle masse10>> Il
fascismo diffuse molti slogan utilizzando i mezzi di
comunicazione di massa come radio e cinema o
scrivendoli sui muri lungo le strade: Mussolini ha
sempre ragione, credere obbedire combattere,
vincere e vinceremo. Si sente leco di
menomale che Silvio c ma anche si pu fare
o, per dirlo allamericana, yes we can. Il partito
fascista stil un proprio programma:
<<Mussolini cercava di tenerlo il pi possibile
aperto per attirare consensi da diverse parti. [] si
trattava in effetti di un programma [] destinato
ad intercettare molte delle insoddisfazioni e
delusioni dellItalia del dopoguerra. [] E
possibile evidenziare iniziative che saranno messe
in atto dal regime fascista e altre del tutto
abbandonate11 .>>
La parola programma usata sia dai politici di
destra sia da quelli di sinistra. Sarebbe meglio che
fosse bandita dal vocabolario dei partiti,
<<chi vuole essere eletto deve spiegare ai cittadini
i motivi per cui intende andare al governo e quello
che, una volta insediato, vuole fare per il Paese. Ma
sarebbe meglio evitare di parlare di programma,
cio di un insieme di punti che dovrebbe essere
organico, contenere tutto ed esprimere nel suo
insieme la visione della societ di chi vuole
governare. Abbiamo visto che i programmi, sia in
quella succinta versione berlusconiana denominata
patto con gli italiani e firmata solennemente nel
salotto di Bruno Vespa, sia nella versione
complessa e prolissa presentata dallultimo
governo Prodi semplicemente non sono seguiti.
Anzi spesso si fa esattamente lopposto di quello
che faticosamente si proclamato12.>>
Nei discorsi dei politici ricorre costantemente
anche la parola riforma:

<<Un tempo la riforma si contrapponeva alla


rivoluzione per indicare un cambiamento,
favorevole a una categoria di cittadini, che per
doveva essere graduale e compatibile e non
radicale e rivoluzionario. E andata cos fino a
qualche decennio fa. Ora, da un po di tempo a
questa parte le riforme vengono invocate non per il
bene di questa o di quella categoria dei cittadini ma
per il Paese e quasi allo stesso modo da destra e
da sinistra. Ma quelle riforme di cui il paese ha
bisogno, sono ahim il contrario di quello che il
soggetto a cui la riforma si riferisce avrebbe
auspicato per migliorare la propria condizione.
Quando nel passato si usava questa parola in
riferimento alle pensioni, si proponevano modifiche
che avrebbero agevolato o migliorato la condizione
dei pensionati. Oggi significano tagli o rinvii13 .>>
Assistiamo oggi a uninformazione che viene
sempre pi falsata da interessi politici, il diritto
allinformazione ci viene negato, tutto manipolato
per renderci burattini nelle mani dei potenti; le
notizie politiche, nazionali e internazionali,
scottanti vengono occultate per dare rilevanza a
frivolezze che molto poco hanno a che fare con la
realt. Lex presidente del consiglio Silvio
Berlusconi proprietario delle reti Mediaset e, da
capo dei Ministri, controllava anche le reti Rai
statali. C un monopolio nellinformazione. A
poco serve che Striscia la notizia faccia satira sui
tacchi o sui capelli trapiantati del cavaliere quando
lo scempio italiano cui ha contribuito viene taciuto.
Nel ventennio fascista <<Il controllo
dellinformazione fu attuato in maniera capillare.
La stampa fu sottoposta a censura; i direttori di
giornali non graditi al governo furono
sostituiti14>> . Radio e cinema furono sfruttati ai
fini propagandistici. La propaganda oggi il mezzo
fondamentale che utilizzano i politici in periodo di
elezioni e non. Sono diventati le soubrette del
nuovo millennio, appaiono sempre in televisione,
sui manifesti. La propaganda figlia del fascismo.
Il partito fascista istitu il ministero della Cultura
Popolare, orientando e controllando tutti gli aspetti
della cultura; istitu LUnione Cinematografica
Educativa(LUCE) che produsse documentari e
cinegiornali di attualit per mostrare la grandezza e
il valore del duce, il valore delle sue imprese, la
crescita del prestigio internazionale. <<Limmagine
che i cinegiornali davano dellItalia era quella di un
paese sicuro nel quale si viveva onestamente, dove

tutti lavoravano,dove le famiglie erano


numerose15 >> . E il caso di fare notare le parole di
Berlusconi quando, presidente di turno per sei
mesi al Parlamento Europeo, a Strasburgo
pronunci un discorso da lasciare tutti senza
parole. Shultz, tedesco, portavoce del gruppo
socialista, gli pose delle domande molto precise cui
Berlusconi rispose con questo discorso:
<<Non posso non rispondere a tutti coloro che
hanno guardato allItalia dandone una versione
assolutamente caricaturale e lontana dalla realt. Io
li invito a venire a godere di qualcosa che il
governo Berlusconi evidentemente non riuscito a
negare e cio al sole, alla bellezza, ai centomila
monumenti
e
chiese
dellItalia,
ai
tremilacinquecento
nostri
musei,
ai
duemilacinquecento siti archeologici, alle
quarantamila case storiche dellItalia che non
siamo riusciti a distruggere in questi due anni. []
Sullimmigrazione vorrei ricordarvi che, se c un
Paese che affonda le sue radici nel Cristianesimo,
un Paese generoso, aperto a chi ha di meno e a chi
soffre, questo Paese ho lorgoglio di dire che- il
mio Paese. E lItalia!>>
C da concludere che non c conclusione al
peggio. Il popolo italiano dovrebbe pensare a
reagire contro tutto ci che, dallalto, gli viene
imposto. Protestano i trasportatori in Sicilia con
blocchi stradali, creando disagi al trasferimento
delle merci; ma la protesta sta diventando di pi
ampio respiro, coinvolgendo tutta lItalia e, forse,
tutta lEuropa (proteste in Romania contro le
misure economiche volute dal governo; in Spagna
va in atto la protesta contro i tagli allistruzione; in
Francia 300 mila persone sono scese in piazza a
manifestare contro il piano di austerit proposto dal
governo). Fino a che punto siamo disposti a subire
queste dinamiche politiche-economiche globali?
<<Sventurata quella nazione sottomessa che vede
la perfezione della virt nella pompa del
conquistatore ai cui occhi la bruttezza
delloppressore diventa bellezza.[] Sventurata
quella nazione la cui politica fatta di sotterfugi, la
cui filosofia impostura, la cui industria fatta di
rattoppi. Sventurata quella nazione che saluta
loppressore accogliendolo con suoni di piffero e
rulli di tamburo, per poi mandarlo via a suon di
fischi e accogliere il successivo con canti e squilli

di tromba. Sventurata quella nazione in cui il


saggio non ha voce, il campione cieco e Ritanna Armeni, Ma come parli, compagno?, Il
lavvocato balbettante16>> ( Le nove sventure, Foglio.it, 23 luglio 2011
Gibran Kahlil)

NOTE

1. F. Piazzi, A. Giordano Rampioni, Multa Per Aequora,


Bologna, Cappelli Editore, 2004, p.522
2. Ivi, p.531
3. Ivi
4. George Lakoff un linguista statunitense, professore di
linguistica cognitiva all'Universit di California Berkeley.
Lakoff ha espresso pubblicamente sia le sue idee a proposito
delle strutture concettuali che ritiene centrali per la
comprensione del processo politico, sia alcune delle sue
particolari opinioni politiche.
5. Shopenhauer, Arthur, Eristische Dialektik Die Kunst,
Recht zu Behalten, Berlino 1830-1831 (trad. It. Di Nicola
Curcio e Franco Volpi, Adelphi Edizioni S.P.A. , 2006), p.15
6. Ibidem, p.49
7. Ibidem , p.30
8. Ivi, p.64
9 . Ivi, p.52
10. G. Gentile, L. Ronga, Storia & Geostoria, Milano,
editrice La Scuola, 2005, p.244
11. Ivi, p.256
12. Ritanna Armeni, Ma come parli, compagno?, Il Foglio.it,
23 luglio 2011
13. Ibidem
14. G. Gentile, L. Ronga, Storia & Geostoria, Milano,
editrice La Scuola, 2005, p.246
15. Ibidem, p.247
16. F. Bianchi, I nuovi termini, i nuovi argomenti, Napoli,
edizioni Manna SRL, 2001

Bibliografia
A. Shopenhauer, Eristische Dialektik - Die Kunst,
Recht zu Behalten , Berlino 1830-1831 (trad. it. Di
Nicola Curcio e Franco Volpi Larte di ottenere
ragione, Adelphi Edizioni S.P.A., 2006)
F. Bianchi, I nuovi termini, i nuovi argomenti,
Napoli, edizioni Manna SRL, 2001
F. Piazzi, A. Giordano Rampioni, Multa Per
Aequora, Bologna, Cappelli Editore, 2004
G. Gentile, L. Ronga, Storia & Geostoria, Milano,
editrice La Scuola, 2005

Leggere non una perdita di


tempo
Magnelli Claudia

eggere una consuetudine che


dovrebbe far parte della nostra cultura.
Quando nata la scrittura, nel lontano
3000 a.C., luomo si ritrovato a
leggere per lo pi per necessit, in
quanto i primi pittogrammi erano nati
esclusivamente per le esigenze amministrative e
commerciali delle antiche civilt che popolavano
il nostro mondo. quando la scrittura incominci
ad evolversi e ad essere utilizzata per fare arte che
la situazione cambi: gli uomini iniziarono a
leggere per diletto o anche solo per istruirsi, ma la
lettura non era un obbligo e sempre pi spesso si
tramutava in unattivit elitaria. Inoltre
lanalfabetismo dilagava e affliggeva quella parte
della popolazione mondiale che non aveva la
possibilit di accedere alleducazione e che quindi
non era capace di leggere e scrivere. Oggi, nel
XXI secolo, si pensa che questo sia un problema
ormai superato e pleonastico, in quanto quasi tutti
hanno accesso allistruzione. Eppure sempre pi
spesso in Italia assistiamo al cosiddetto
analfabetismo di ritorno: secondo Tullio De
Mauro, uno dei massimi linguisti italiani, il 71%
della popolazione del nostro Paese si trova al di
sotto del livello minimo di comprensione nella
lettura di un testo di media difficolt1 . Detto
altrimenti, la maggioranza degli italiani non legge.
Eppure, in un certo qual modo, tutti leggiamo, tutti
ci ritroviamo fra le mani la lista della spesa o le
istruzioni per assemblare un mobile. Non basta,

per, saper leggere per essere lettori.


assodato che ci che ci differenzia lapproccio
che abbiamo nei confronti della lettura e nei
confronti del testo che ci ritroviamo fra le mani.
C chi legge molto, quei cosiddetti lettori forti
che fanno sopravvivere il mercato editoriale,
altrimenti destinato alla rovina; e c chi legge
poco o chi non legge del tutto, ovvero coloro che
vivono questa pratica come una noiosa
imposizione. Il dibattito tra questultimi e i primi,
che invece sostengono lutilit e la bellezza della
lettura, ancora acceso e sembra non scemare.
La mia tesi che leggere d esclusivamente
benefici e che quindi sia unattivit indispensabile
per la nostra persona. Romanzi e poesie
rappresentano forse lunica vera ancora di
salvezza per quelle giovani generazioni che si
ritrovano a vivere in un mondo ormai senza
valori, come il nostro. La bellezza insita nello
sfogliare i vecchi classici che hanno fatto la nostra
storia o i nuovi romanzi dalle copertine sgargianti
che catturano la nostra attenzione sugli scaffali
delle librerie, va ben oltre lutilit che leggere ha
per le nostre vite; unutilit che per alcuni forse
appare ovvia, ma che per altri non poi cos
innegabile. Ma la poesia, larmonia che si viene a
creare tra il lettore e la storia narrata o tra il lettore
e i personaggi che prendono vita sotto i suoi
occhi, non ha eguali. I vantaggi della lettura sono
quindi molteplici: ci arricchisce come persone,
alimenta la nostra cultura, d forma e contenuto

alle nostre vite.


Leggere fa bene alla salute; unattivit che pu
essere considerata come una sorta di ginnastica
mentale. Ovviamente, come per lesercizio fisico,
per far si che i risultati si vedano, bisogna essere
costanti, cos da tenere il proprio cervello sempre
attivo e in allenamento. La lettura un ottimo
rimedio per lo stress: anche poche pagine, al ritorno
da una pesante giornata lavorativa, aiutano a
migliorare il proprio umore e a scaricare la tensione
precedentemente accumulata. Diversi studi, inoltre,
hanno confermato che la lettura previene il rischio
di sviluppo di malattie degenerative del sistema
nervoso, come lAlzheimer2 . Leggere, infatti,
migliora la propria capacit di concentrazione, la
propria memoria: di fronte ad un romanzo siamo
costretti a seguire i fili della trama che si vanno
sempre pi intrecciando, tenendo sempre a mente i
dettagli che costruiscono la storia e i personaggi
che si muovono al suo interno. Altri studi, invece,
insistono sugli effetti positivi del leggere libri ai
bambini fin dai primi mesi di vita. La lettura a voce
alta, specialmente, abitua i bambini a prestare
attenzione e questo incide positivamente sulla
nascita e sulla sopravvivenza di nuovi neuroni.
Impiantare il seme della lettura nei pi piccoli
inoltre una sorta di assicurazione sul futuro: quegli
stessi bambini saranno un giorno forti lettori, ma
avranno anche pagelle pi brillanti e non
rischieranno di adottare comportamenti aggressivi e
antisociali, a cui vanno invece incontro gli
adolescenti con un basso livello di literacy34 .
Esistono, poi, delle organizzazioni che utilizzano la
lettura come mezzo per aiutare persone che stanno
ritornando alla vita dopo un periodo di depressione,
ragazzi con alle spalle situazioni familiari
estremamente difficili, anziani lasciati soli in balia
di loro stessi. Tra queste vi The Reader
Organisation, che opera per lo pi in Gran Bretagna
e che ha tenuto a maggio una conferenza dal titolo
emblematico Leggere per vivere bene5 .
Leggere insegna a vivere, a crescere; ci mostra il
mondo e ci rivela il nostro posto al suo interno.
Non importa che tipo di lettura stiamo affrontando:
in ogni romanzo, racconto o poesia sono insiti
innumerevoli valori da adottare e da mettere in
pratica nella vita di tutti i giorni, ma anche
insegnamenti indispensabili da fare nostri e da
seguire. Se ci limitassimo a vivere solo nel nostro
piccolo, non riusciremmo mai ad apprezzare

appieno ci che ci circonda. Leggere ci permette


cos di vivere in mille e ancora pi posti diversi, ci
pu offrire la visione del mondo nella sua interezza
o appena solo un assaggio di realt estremamente
diverse dalla nostra. Si dice che la vita sia solo una,
ma un lettore, in realt, vive molteplici volte: si
immedesima nei protagonisti delle storie lette,
cresce e vive con loro, affronta i nemici pi
insidiosi e le avventure pi pericolose insieme a
quelle persone di inchiostro e carta che prendono
forma mano a mano che si avanza verso il finale e
che, girata lultima pagina, sono diventate un po di
famiglia.
Ogni libro, a suo modo, ci fa diventare una persona
migliore: non dobbiamo quindi permettere che il
mondo sempre pi frenetico in cui viviamo ci
faccia dimenticare il piacere della lettura. Leggere,
poi, anche uno svago, fa divertire, allontana i
pensieri. La scusa del non avere tempo per leggere
non sussiste: si tratta sempre di mancanza di
voglia6 . Ed proprio per sopperire a questa
carenza che bisogna sempre essere capaci di
ritagliarsi un piccolo spazio per s, da dedicare a
questattivit piena di vantaggi e soddisfazioni.
anche vero che non sempre ci troviamo fra le
mani libri realmente educativi, soprattutto
quando al giorno doggi leditoria sembra essere
solo diventata unaltra grande industria sforna
prodotti, votata al profitto. Capita di trovare in
libreria volumi scritti male e dalla trama scarna,
avvolti in copertine appariscenti e presentati in
modo da farci pensare di trovarci di fronte al nuovo
caso editoriale del secolo, salvo poi renderci conto,
una volta terminata la lettura, di aver solo sprecato
tempo dietro ad un mucchio di parole vuote. il
caso di molti best seller odierni, che, osannati dalla
stampa e dalla critica, hanno avuto un immeritato
successo; o anche il caso di molte saghe per
adolescenti, che sono un continuo ripetersi dello
stesso schema narrativo e degli stessi personaggi.
Trova riscontro ancora oggi, quindi, il pensiero
espresso da Arthur Schopenhauer in un capitolo
dedicato ai libri e alla lettura del suo saggio
Parerga e paralipomena: Nove decimi della nostra
attuale letteratura non ha altro scopo che spillare
qualche tallero dalle tasche: autore, editore e
recensore hanno per questo fermamente
complottato78 .
Non sempre, per, il libro a non essere istruttivo:
pu capitare che esso non abbia un effetto

educativo sul lettore e quindi entra in gioco lio


stesso della persona. Soggetti pi deboli possono
smarrirsi nel mondo fittizio dei romanzi, crearsi
false aspettative sulla vita, perdere di vista la realt.
Ovviamente si tratta di casi patologici e rari, ma
sembrano tutti ricadere in quella strana malattia del
pensiero che Jules de Gaultier chiam bovarysme,
termine derivato da Madame Bovary, protagonista
dellomonimo romanzo di Gustave Flaubert.
Ad ogni modo, la lettura importante anche da un
punto di vista pi tecnico: quello linguistico.
Leggere pu farci fare grandi passi nella nostra
lingua madre, ma un considerevole supporto
anche per quanto riguarda le lingue straniere. Un
libro in inglese, o in una qualsiasi altra lingua che
vorremmo imparare, innanzitutto ci avvicina
maggiormente alla cultura di cui quella lingua
emblema, quindi una finestra su un mondo a noi
sconosciuto, ma poi ci d un assaggio della
struttura grammaticale e lessicale propria di quella
lingua, con un conseguente miglioramento della
nostra padronanza della stessa. Anche leggere nella
propria lingua madre utile, in quanto ci si ritrova
di fronte a parole magari sconosciute, ma che poi,
una volta compresone il significato, desunto dal
contesto o cercato sul dizionario, entrano nel nostro
vocabolario. Inoltre con la lettura possiamo
imprimere maggiormente nella nostra mente quelle
strutture sintattiche e grammaticali della nostra
lingua che stanno sempre pi rischiando di
scomparire a causa dei nuovi linguaggi che
fioriscono su Internet. Bisognerebbe quindi
allontanare le giovani generazioni da chat e social
network, di cui fanno un utilizzo smodato e che
minano lintegrit della nostra lingua, ormai
scalzata da abbreviazioni e linguaggi sms, in modo
da non farla svanire del tutto.
Come conoscere il nostro passato, la nostra storia e
come informarsi sul presente, sulla realt che
stiamo vivendo se non leggendo? Non esistono solo
romanzi dalle trame totalmente inventate, ci sono
anche quelli storici, che ci offrono la visione di un
preciso evento del passato, ma la letteratura anche
fatta di saggi e ricerche preziose che costituiscono
per noi uninestimabile fonte di conoscenza.
Leggere, quindi, informa. E linformazione non
avviene solo tramite testi di narrativa e di
saggistica, ma anche attraverso la lettura di
giornali, che sono strumenti indispensabili per
conoscere il mondo che ci circonda ed essere

sempre al passo con gli eventi. Leggere mette in


discussione le nostre convinzioni, apre la mente.
Anche un libro solo pu mostrare la verit,
fomentare le masse e incitare alla ribellione. Basti
pensare che nel XVI e nel XVII secolo
lInquisizione cattolica iscriveva nellIndice dei
libri proibiti tutti i volumi considerati pericolosi e
rivoluzionari e li bruciava pubblicamente nelle
piazze, in quanto uniche fonti di informazione
capaci di smascherare le bugie del potere. Bisogna
quindi leggere, tenersi informati: solo cos si pu
combattere contro coloro che ci incitano
allignoranza e ci condannano alla cecit.
Ritengo, dunque, che leggere sia unattivit
indispensabile per la nostra crescita e per la nostra
cultura. cibo per la nostra mente, la mantiene
viva e dinamica. Solo con la lettura siamo capaci di
sviluppare la nostra creativit e la nostra
immaginazione, qualit che si possono rivelare utili
per la vita lavorativa e non. Inoltre, se usata
sapientemente, ci forma e ci migliora come
persone. Valentino Bompiani, fondatore della casa
editrice che porta il suo nome, disse: Un uomo
che legge ne vale due. Ed vero se si pensa al
ricco bagaglio culturale, sempre in crescita, che un
lettore porta con s lungo il corso della propria
vita. Un bagaglio unico e prezioso, difficilmente
sostituibile con gli effimeri passatempi del nostro
tempo.

NOTE:
1 Di Stefano, Paolo Se sette italiani su dieci non
capiscono la lingua, in Corriere della Sera,
novembre 2011.
2 Leone, Valeria Allenare il cervello per
prevenire l'Alzheimer, su www.sanihelp.it, marzo
2012.
3 Benedetti, Luciano Leggere (o sentir leggere) fa
benissimo ai bambini, in Corriere della Sera,
maggio 2011.
4 Nemeth, Marina Con i libri i bambini crescono
meglio, in La Repubblica, giugno 2009.
5 Dogliani, Sergio Leggere fa bene alla salute,
in Il Sole 24 Ore, maggio 2012.
6 Pennac, Daniel, Come un romanzo, Feltrinelli,
2000.
7 Schopenhauer, Arthur, Parerga und
Paralipomena: kleine philosophische Schriften,
Berlino, 1851 (trad. it. Parerga e paralipomena,
Adelphi, 1981).

8 Mascheroni, Luigi Leggere non solo inutile,


ma fa anche male, in Il Giornale, ottobre 2008.

BIBLIOGRAFIA

Pennac, Daniel, Come un romanzo,


Feltrinelli, 2000.

Schopenhauer, Arthur, Parerga und


Paralipomena: kleine philosophische Schriften,
Berlino, 1851 (trad. it. Parerga e paralipomena,
Adelphi, 1981).
SITOGRAFIA

http://www.corriere.it

http://www.repubblica.it

http://faberblog.ilsole24ore.com

http://www.ilgiornale.it

http://it.wikipedia.org

http://www.sanihelp.it

TI LOVVO!!!
La lingua italiana tra evoluzione e
ignoranza
Giordano Valeria

niziare un discorso sul modo di fare, di


essere, ma soprattutto di esprimersi dei
giovani, riporta inevitabilmente a
parlare di un gruppo di soggetti che si
stacca dalla dimensione culturale
guidata dagli adulti, per aderire ad un altro tipo di
cultura che si distingue da quella delle generazioni
precedenti. Si rischia, pertanto, di impoverire e
allo stesso modo arricchire, con nuovi
ideologismi, il lessico cosicch gli adulti si
ritrovino in uno stato di difficolt oggettiva sulla
comprensione di una nuova lingua parlata e scritta
dai giovani. Questo stesso linguaggio fa perdere il
senso delle parole e luso corretto di esse nella
costruzione di frasi di senso compiuto. Seguire
una specifica cultura, farne parte integrante,
permette ai giovani di ottenere visibilit, e di
conseguenza uno spazio ed un tempo, tracciando i
confini di un luogo impenetrabile per gli adulti. I
ragazzi con il loro modo di pensare, di agire, con
la loro moda ed ancor di pi con il loro
linguaggio, pongono importanti punti di rottura tra
la cultura dominante adulta e la loro cultura,
comprensibile solo a chi ne fa parte. Se da una
parte per, le teorie sociali sintetizzano la
dimensione giovanile come un grande bacino di
cambiamento e dinamismo, dallaltra questa stessa
estensione viene a connotarsi come contenitore di
errori ed ignoranza lessicale. La maggior parte dei
giovani di oggi non conosce la lingua italiana, non
costruisce frasi di senso sulle regole della sintassi

e, spesso, si esprime utilizzando termini stranieri


resi italianeggianti nel parlato.
La mia tesi che oggi, a causa delluso estremo di
mezzi di comunicazione di massa, soprattutto
internet e tv, la lingua italiana rischia di essere
utilizzata sempre pi in modo scorretto. Il
linguaggio dei giovani, ma anche dei meno
giovani, strettamente connesso al linguaggio
informatico per la forma rapida delle parole, le
abbreviazioni e i troncamenti. Termini
dellitaliano scritto delle e-mail, delle chat o degli
sms, trovano spesso collocazione anche
nellitaliano parlato e viceversa; accade cos che,
inconsciamente o appositamente, invece di dire ad
un amico ti voglio bene gli si dice Ti Vi Bi
oppure, prendendo spunto dai comici in tv alcuni
termini entrano a far parte delluso comune
cosicch ad un appassionato ti amo si preferisce
un maccheronico ti lovvo .
La lingua italiana, che ha una lunga storia
culturale, dispone di un lessico molto ampio che,
nel corso dei secoli cresciuto progressivamente.
naturale che nessun italiano,data la vastit di
lessemi, usa o conosce lintero lessico; il
vocabolario di ciascuno varia in base allet, alla
cultura, alla professione, ai rapporti sociali, ecc.,
ma il problema oggi che non soltanto non si
riscontra tra la maggior parte dei giovani parlanti
una padronanza linguistica adeguata ma si tende
allutilizzo di un lessico carente, ma nello stesso
tempo, ricco di termini moderni (o neologismi) di

difficile comprensione.
veramente allarmante quanto scrive Antonio
Calabr nel suo blog in merito ad un dibattito sul
Corriere della sera :
i ragazzi, soprattutto, non sanno usare litaliano,
lo scrivono a fatica, non conoscono il significato di
vocaboli come obsoleto, laido, dirimere, congruo,
fatuo, non si raccapezzano con la sintassi,
aboliscono il congiuntivo, fanno strame (strame?
Che vuol dire?) della punteggiatura e, quel che
peggio, non sanno articolare un ragionamento
scritto: tesi, svolgimento, conclusione. I dati
emergono dalle ultime rilevazioni Invalsi. E
indicano un fenomeno preoccupante: la lingua
diventa pi schematica, il ragionamento si
impoverisce, largomentazione razionale ne soffre1

Affermazioni del genere non possono lasciarci


indifferenti. giusto precisare che non tutti i
ragazzi si ritrovano in questa stroncante
descrizione, per vero anche che Calabr si
attenuto a rilevazioni Invalsi ( Istituto Nazionale
per la Valutazione del sistema educativo di
istruzione e di formazione) e ci vuol dire che il
problema delluso della lingua italiana oggi
riguarda un numero notevole di giovani e non si
pu sottovalutare. Lo stesso Calabr nelle battute
finali dellarticolo scrive :
Ecco una grande questione di fondo, civile e
politica che dovrebbe stare al centro di ogni
ragionamento sulla qualit della scuola e, dunque,
della nostra vita collettiva2 . Indubbiamente la
qualit della scuola, il luogo in cui si vive, le
persone che si frequentano influenzano il nostro
modo di parlare.
Secondo il mio punto di vista, oggi, si tende sempre
pi verso un linguaggio omologato, un
linguaggio, cio, carente dal punto di vista lessicale
e comune a quanti preferiscono la comunicazione
virtuale a quella verbale. Termini come taggare,
detaggarsi, postare, pokare ecc. (vocaboli
comuni dei social network) si inseriscono con
facilit nel nostro lessico e vengono utilizzati i
modo frequente, a volte anche senza conoscerne il
significato.
Il linguaggio dei giovani un linguaggio
emblematico. I neologismi di oggi difficilmente
trovano riscontro nei dizionari, nessuno pi scrive

diari o poesie. inoltre diminuita la disponibilit a


leggere, pertanto si scrive meno correttamente. Il
linguaggio preferito oggi quello della televisione
e dei social network; anche la pubblicit, che si
rivolge ai ragazzi, molto spesso attinge parte della
terminologia giovanile per raggiungere i suoi scopi.
Accade cos che nuovi termini, formalmente
scorretti, si inseriscono nella nostra lingua e
vengono utilizzati in modo indisturbato facendo
cadere la vecchia distinzione tra italiano formale
e italiano informale.
Ecco alcuni esempi:

Attoparsi: vestirsi in modo elegante;

Azzeccare: dire/fare la cosa giusta;

Andare a palla: andare fortissimo;

Gasato: felice;

Scialla: per invitare a darsi una calmata;

Nick: nome;

Mega: grande;
Queste sono solo alcune delle espressioni pi
comunemente usate.
La componente principale del linguaggio
giovanile stata individuata nellitaliano
informale, su questa si innestano:
o
Uno strato dialettale;
o
Uno strato gergale, che attinge termini ai
gerghi tradizionali o ne conia di nuovi per usarli
allinterno del gruppo (particolarmente produttivo
quello della droga: si pensi solo a farsi drogarsi);
o
Uno strato proveniente dalla lingua della
pubblicit e dei mass media, ricco anche di parole
straniere, soprattutto anglicismi (okay, oops!);
o
Termini propri dei linguaggi settoriali,
spesso usati con valori traslati, metaforici3 .
Anche la corretta punteggiatura indispensabile
per dare senso ad una frase, ma a quanto pare la
maggior parte della gente che scrive ne sottovaluta
limportanza.
Il problema non dato soltanto da un cattivo
insegnamento ma, ahim, anche dalluso smodato
dei mezzi di comunicazione attuali: chat, e-mail,
sms ecc.
In particolare la comunicazione nelle chats
presenta una dialogicit pi spiccata, come nel
caso di una conversazione faccia a faccia e tende a
simulare tratti di parlato. Luso corretto della

punteggiatura, in questo tipo di comunicazione,


del tutto assente (o quasi). I punti interrogativi ed
esclamativi sono tra i pi utilizzati. Infatti, nel tipo
di comunicazione telematica, questi segni
paragrafematici, impiegati con frequenza e
ripetutamente combinati tra loro, consentono di dar
una sorta di dinamismo al testo scritto. Per
rafforzare la vivacit delle parole scritte nella chat,
sintetizzando cos stati danimo ben precisi. Si
arriva ad accostare il codice alfanumerico a quello
interpuntivo, ottenendo i cosiddetti smileys o
emiticons, altrimenti conosciuti come faccine. Un
esempio di questo nuovo linguaggio il sorriso (
) prodotto dallaccostamento di : - ) . La
punteggiatura perde cos la sua funzione originale
di scansione logica del discorso.
Tra le diverse abilit linguistiche, lo scrivere
sicuramente la pi complessa. Nello scrivere, ci
sono delle regole che devono essere rispettate,
diversamente si possono commettere degli errori.
Un uso scorretto dei segni di interpunzione crea
antipatiche stonature nel ritmo della frase.
In una conversazione in chat o tramite sms si
possono anche tollerare certe inesattezze, per via
della velocit di trasmissione dei messaggi, ma il
problema quando si adotta lo stesso stile di
scrittura nei temi.
Mi capitato di leggere alcuni elaborati scritti di
ragazzi che frequentavano il secondo anno di un
Liceo Scientifico. Ho avuto modo di appurare che,
nella maggior parte dei casi, la punteggiatura
impiegata era inesatta. Gli errori pi frequenti non
riguardavano solo la scorretta scansione logica
delle frasi, ma anche limpiego di segni di
interpunzione al posto sbagliato e in modo
sbagliato. Ad esempio, il punto esclamativo, che va
posto sempre in fondo allintero periodo, spesso
utilizzato pi volte in una stessa frase e, come se
non ne bastasse uno, si preferisce inserirne due o
tre di seguito, proprio come accade in chat o negli
sms: che bella giornata!!! oppure chiamami!!!.
giusto sottolineare che un solo punto esclamativo
ha una capacit espressiva pi che sufficiente (e ci
vale anche per il punto interrogativo), pertanto
preferibile, inoltre, avvalorare la distinzione tra
italiano formale e italiano informale che oggi,
purtroppo, si avverte poco (o per niente).

mezzi di comunicazione che permettono di mettere


in contatto persone che vivono in continenti
diversi, c il rischio di non saper comunicare. Pi
aumentano i mezzi e i luoghi virtuali pi si possono
perdere di vista molteplici aspetti importanti della
comunicazione: stato danimo, tono della voce,
linguaggio. Comunicare vuol dire sostanzialmente
ascoltare, parlare e vedere.
La competenza comunicativa riguarda la
capacit che i parlanti hanno di utilizzare la lingua
nei modi che sono appropriati alle varie situazioni
4.
Pessimisticamente ritengo che nella societ in cui
vivo la capacit di ascolto sia inesistente. Non si
parla pi di tanto e soprattutto quando si comunica
(se comunicazione si pu chiamare) lo si fa per
intercessione di un computer o di un telefonino.
La comunicazione virtuale il mezzo migliore
per crearsi molteplici maschere, per dire ti amo
senza troppe complicazioni, per litigare con un
amico dicendogli le cose peggiori che non gli
avresti mai detto guardandolo negli occhi, per dire
ti voglio bene (ops! Scusate: T.V.B.) a tutti,
anche a chi conosci da poche ore. Insomma, una
comunicazione viscerale (macch); adesso
possibile anche baciarsi via web, non uno
scherzo. Questa nuovissima tecnologia stata da
poco messa a punto dalluniversit di Kajimoto
(Elettro Comunicazioni), tramite la realizzazione di
uno strumento munito di una cannuccia di plastica
che risponde agli stimoli trasmettendoli a unaltra
cannuccia-ricevitore (che cosa romantica!).
Non ho intenzione di dilungarmi su questi aspetti
veramente poco piacevoli della comunicazione
odierna. A parte la carenza di diversi aspetti
fondamentali nelle relazioni interpersonali, una
comunicazione del genere impoverisce anche il
repertorio linguistico di un individuo. Il tipo di
scrittura utilizzato, se da un lato serve per essere
pi veloci e per occupare meno spazio possibile,
dallaltro storpia la lingua italiana. I testi sono
semplificati e strutturati in parti brevi. Sigle e
abbreviazioni risultano particolarmente abbondanti:
si va da abbreviazioni ottenute con le prime
consonanti della parola (cmq per comunque, qnd e
qnt per quando e quanto, msg sta per messaggio) a
sigle formate con le iniziali delle parole della frase
come tvttb ( ti voglio tanto tanto bene), cvd (ci
Comunicare oggi sempre pi difficile. Nonostante vediamo domani); peggio ancora i risultati delle
il progresso tecnologico e lo svariato numero di combinazioni di lettere, numeri e segni matematici:

c6 (ci sei?), r8 (rotto), 4U (for you), t + t (torno pi


tardi), XXX (baci baci baci). Questo tipo di
linguaggio oltre ad essere sgrammaticato, non
prevede altre regole se non la velocit nello
scrivere. Abbreviazioni, acronimi, omissioni del
discorso, queste sono le caratteristiche del
linguaggio odierno che possono andare anche bene
per agevolare linvio di informazioni tramite
messaggi sui telefonini dove, per ragioni di tempo e
spazio necessario usare il minor numero di
caratteri possibili, anche per questioni di comodit
e praticit.
Il problema subentra quando se ne fa uso in
contesti assolutamente inappropriati, dove questo
tipo di linguaggio non ha ragione desistere.

indistintamente dallet, tra gli individui che non


sono pi in grado di comunicare. Nellera del
progresso tecnologico, soprattutto per quanto
riguarda i mezzi di comunicazione, se da un lato i
dati dimostrano che ogni giorno vengono inviati
milioni di sms e le chat-lines a volte si intasano per
il numero eccessivo di utenti, dallaltro si evince
che la comunicazione verbale, reale, faccia a
faccia, tende sempre pi a scemare. Tralasciando,
non perch meno importante, la componente
emotiva della comunicazione, resta la lingua. La
lingua italiana viene utilizzata in modo scorretto.
Nonostante la comodit delluso di abbreviazioni,
acronimi e faccine, il rischio quello di abituarsi a
questo tipo di scrittura e sottovalutare
caratteristiche fondamentali dellitaliano della
tradizione letteraria. vero che molti elementi
lessicali propri del linguaggio giovanile hanno una
vita effimera ma altri, al contrario, hanno una
durata pi lunga e possono passare alla lingua
comune e come posso sopportare chi dice: Ti
Lovvo piuttosto che Ti amo? E come si fa a
considerare sincero chi scrive: tv1kdbxs (ti
voglio un casino di bene per sempre)?
Indubbiamente anchio sono interamente immersa
in questo contesto e spesso mi servo di questo tipo
di scrittura e di linguaggio. A volte mi rendo conto
di commettere errori, altre volte no.
difficile in questi casi pensare di poter insegnare
un domani, come impensabile, secondo me,
conseguire una laurea in Lettere moderne con un
piano di studi che prevede solo due prove scritte
nellarco di tre anni.
Ci ritroviamo nellera del progresso,
dellinnovazione, della globalizzazione ma, pi che
evoluzione, emergono involuzione e superficialit
anche e soprattutto nelle piccole cose che stanno
alla base del vivere civile.
Ritornando alla lingua italiana, larticolo di
Calabr, sopracitato, esplica al meglio lo stato
attuale delle cose:

Tuttavia si sa che il mutamento linguistico rientra


nel normale divenire storico. Ogni lingua, nel corso
dei secoli, subisce delle trasformazioni dovute in
parte ai contatti con i dialetti e le variet regionali,
in parte ai contatti con le lingue straniere ma
soprattutto alle nuove esigenze poste dalle
molteplici nuove forme di comunicazione.
Questa nuova forma di comunicazione , senza
dubbio, veloce e spensierata. Quando si chatta
con amici non ci si preoccupa delle maiuscole,
della terminologia esatta, della punteggiatura ecc.
Il linguaggio, come i vestiti, i tatuaggi e i piercing,
pu essere un espressione della propria identit, ma
anche un modo per rafforzare lappartenenza ad un
gruppo e strumento per differenziarsi dal mondo
degli adulti. In unepoca come la nostra, non
bisogna biasimare i giovani. Ci che sono, ci che
pensano e come agiscono nella societ, sono solo il
frutto di ci che la societ stessa offre loro. I
giovani di oggi, occupano un posto scomodo. Non
sono adulti, non sono infanti. Sono solo giovani, e
posseggono questa caratteristica per distinguersi
dal resto e per portare avanti un proprio modo di
vivere, di pensare e di agire, cha da una parte li
tenga ben protetti dal mondo adulto, ma che Chiunque sa che la lingua strumento vivo, si
dallaltra li renda visibili e riconosciuti.
evolve, si modifica (Manzoni, Calvino, Moravia,
Vittorini sono stati dei grandi innovatori, cos come
Non voglio entrare in merito al dibattito che vede i lo sono i giovani scrittori Nori e Lagioia). Ma, tra
giovani contrapposti alla societ ed al mondo evoluzione e ignoranza c un abisso. Una lingua
adulto.
povera di vocabolario e sintassi una lingua
La mia convinzione che lo stile di vita frenetico, schematica [] Diventa uno strumento di
oggi, porta sempre pi ad un distacco, affermazioni secche (apodittiche?) e dunque

violente, di contrapposizioni, non di confronti. Ma


proprio la complessit dellargomentare sta alla
base della convivenza civile, del dibattito pubblico,
in sostanza della democrazia.
NOTE:
1. Calabr, Antonio, Troppi errori dei giovani
nellitaliano scritto. Pi ignoranti e pi poveri, in
Taccuino, www.acalabro.com, 21 settembre 2010.
2. Ivi.
3. DAchille, Paolo, Litaliano contemporaneo,
Bologna 2003, p.185.
4. Graffi G., Scalise S., Le lingue e il linguaggio.
Introduzione alla linguistica, Bologna 2003, p.229.

Cultura e Societ

Si prega la clientela di spegnere la


tv e di indignarsi
Cerminara Francesco

"S

e i giovani si organizzano, si
impadroniscono di ogni ramo del
sapere e lottano con i lavoratori e gli
oppressi, non c scampo per un
vecchio ordine fondato sul privilegio e
sullingiustizia.
Chiss cosa direbbe e penserebbe oggi il leader
del pi grande partito comunista dOccidente,
Enrico Berlinguer.
Sarebbe bello poterlo rivedere e riascoltare in
mezzo agli studenti in rivolta o agli operai in
sciopero, invece di doversi sorbire le false
promesse della banda dei tecnici e le barzellette
oscene
del
Buffon
di Arcore.
Il leader del pi grande partito comunista d
Occidente, mantenendo fede agli ideali che ne
hanno segnato l esperienza politica, dovrebbe
difendersi dagli attacchi di D Alema, Veltroni,
Fassino e darebbe ragione a quello che diceva
Pier Paolo Pasolini sul nuovo potere fascista.
Sarebbe spaventato dagli effetti che i mezzi di
distrazione di massa hanno procurato alle nuove
generazioni, costretto non pi a sentire discorsi
sulla lotta di classe, il capitalismo cannibale e la
giustizia sociale, ma commenti sulle gambe, sui
seni, sui comportamenti dei personaggi dei reality
o delle scuole di Maria De Filippi.
Questo siamo diventati e Pasolini faceva bene ad

aver paura. Non pi popolo pensante ma pubblico


dormiente, infarcito di banalit, volgarit e
indifferenza.
Eppure, una minoranza combattiva esiste e non
pu essere abbandonata a se stessa.
Eppure, il potere ha cambiato faccia e va
combattuto. Dal regime fascista a quello
mediatico e bancario. Subiamo un torto, ci fanno
un torto e non ne avvertiamo la pericolosit.
Tanto, tornando nelle nostre comode case ed
accendendo il televisore, qualche cialtrone ci
ricorda che il mondo un bel posto, che vendere
la propria dignit ( di uomo e di donna )
accettabile, che chiedere ad un genitore di un
figlio appena morto Cosa si prova ? non un
comportamento degno di censura (come dice
spesso Bergonzoni, siamo affetti dal morbo della
cronaca e i giornalisti che pongono quel tipo di
domande dovrebbero camminare con un cartello
con su scritto nuoce gravemente alla salute).
Per fortuna non ci sono solo spettatori. Dalla parte
opposta vivono e crescono i militanti, gli operai
che reclamano il diritto alla sicurezza e gli
studenti che vogliono sovvertire lo stato delle cose
(molto diversi da chi gioca a fare il rivoluzionario,
vestendosi da comunista e fingendo di voler
proteggere
gli
ultimi).
Meritano uno sguardo attento, i movimenti di
rivolta all euro e all economia disastrosa (segno
dell illusione di un Europa equa e solidale) nei
paesi della Ex- Jugoslavia, che difficilmente

occupano spazio nelle testate giornalistiche e nelle


televisioni.
In Bosnia Erzegovina, molti analisti sostengono
che negli anni novanta, tutti i partiti che hanno
portato alla guerra si dicevano democratici; ormai
gli stessi partiti, che continuano a monopolizzare il
potere e a bloccare ogni evoluzione del paese, si
dicono tutti pro-europei.
In Kosovo il Presidente Mkorad Dodik ha
manifestato una voglia di aderire all Unione
Europea; Arber Zaimi (leader della sinistra radicale
albanese) riflette: sono dieci anni che il Kosovo
fa da terreno di sperimentazioni per le politiche
europee. Con quali risultati? Un economia
distrutta; il serbo ed estremista di destra Vojidlav
Seselj prima si contrappose all europeizzazione e
poi, sotto la guida di Tomislav Nicolic, si mostr
favorevole.
In Croazia, paese che il 1 Luglio 2013 entrer nell
Unione Europea, c stato un referendum nel
Gennaio 2012 con un affluenza bassa, il 43%. Di
questo campione il 67% ha votato favorevolmente.
Mentre si votata, la Facolt di Lettere e Filosofia
dell Universit di Zagabria, faceva sventolare lo
striscione Il sapere non una merce e
comunicava che: Noi rivendichiamo la gratuit
dell insegnamento superiore. Il governo voleva
instaurare tasse d iscrizione. Grazie alla
mobilitazione, siamo riusciti a bloccarne l
espansione. Gli studenti devono pagare tasse solo
per il terzo e il quarto anno. Il primo, il secondo e il
quinto restano gratuiti. Questo compromesso
curioso direttamente minacciato dalla prevista
integrazione europea perch contravviene al
protocollo di Bologna che impone l
armonizzazione dell insegnamento superiore in
tutti i paesi dell Unione. Per noi, l adozione delle
regole europee non rappresenta un processo, bens
una messa in questione di un diritto fondamentale
Una sinistra croata unita e determinata dunque?
Proprio no, perch ci sono dissidi, in pieno stile
sinistra italiana, fomentati da Miljenko Terniski.
C bisogno di realizzare il sogno accarezzato da
Monicelli pure nei giorni che hanno preceduto la
sua scomparsa. Una rivoluzione culturale, seppur
dolorosa, l alternativa. Riempiere le piazze e le
strade di cervelli capaci di pensare a modi per
migliorare l economia (lotta all evasione, alla

corruzione e agli sperperi, adozione di politiche


ambientaliste ), di convincere gli stakanovisti della
poltrona e del telecomando che lamentarsi da
seduti vigliaccheria, che esempi di onest,
coerenza ed altruismo ci sono stati e sempre ci
saranno.
Ricordiamoci che i fascisti che si vantavano del
braccio teso e del manganello, a Duce impiccato,
festeggiarono con i liberatori. Tutto non uguale a
tutto, qualcuno morto da latitante in Tunisia
dopo aver creato un esorbitante debito pubblico ( e
a distanza di anni stato preso come modello di
modernit) e un signore sardo, timido e passionale
morto su un palco mentre incitava la gente a
proseguire il proprio dignitoso lavoro.

Potere e controllo mentale


Mollo Alessia

L'

industria musicale costituita da una


rete di case di produzione
discografiche, riviste musicali e tutto
ci che contribuisce a creare musica
destinata alla commercializzazione o
divulgazione.
La musica un mezzo che
permette di assorbire concetti e nozioni racchiusi
nei testi delle canzoni, permettendoci di assimilare
concetti non nostri con modi talvolta
estremamente piacevoli: come cantare testi di
canzoni che pi apprezziamo o guardarne i relativi
video musicali.
L'industria musicale, come tanti altri settori,
sembra oggi sotto il controllo di una serie di lobby
e a oscuri gruppi di potere che la utilizzano per
fini poco limpidi e per manipolare le masse. Uno
degli elementi che ci inducono a ritenere
plausibile questo scenario il fatto che molto
spesso ci imbattiamo in numerosi messaggi
subliminali nascosti all'interno delle clip musicali
trasmesse ripetutamente in tv. Infatti, a quanto
pare, in molte immagini vengono criptati simboli
esoterico-satanici, che vengono assorbiti dal
nostro inconscio e vi permangono come fantasmi
erranti.
Una di queste sette, secondo alcuni,
sarebbe quella cosiddetta degli Illuminati, una
sorta di societ segreta a carattere religiosoesoterico, fondata da Adam Weishaupt nel 1776, in
Germania, in alternativa alla massoneria di cui
per ha assunto molte caratteristiche e parte della

simbologia. Infatti, come la massoneria, il suo


simbolo riproduce una piramide con all'interno
l'occhio che tutto vede, oppure una G posta sotto
un compasso divaricato in modo da riprodurre i
tratti di una piramide. Ci rispecchia la struttura
gerarchica della setta, nella quale l'adepto conosce
solo quelli della sua stessa classe o quelli della
classe inferiore, e, a meno che non abbia ricevuto
ordini particolari, tutti gli altri adepti di grado
superiore saranno detti per lui gli invisibili.
Secondo alcuni teorici, molti personaggi
dello show business avrebbero avuto fama e
ricchezza aderendo a questa setta e per dimostrare
la loro totale adesione si esibirebbero ostentando
gesti tipici degli Illuminati, che ne riproducono il
simbolo: o fanno un triangolo con le mani,
oppure si coprono un occhio con la mano, come si
pu vedere in molti videoclip o concerti. Per
questo, celebrit di fama mondiale dello
spettacolo come cantanti e attori hanno una cosa
fondamentale in comune con politici, banchieri,
finanzieri mondiali e proprietari di grandi aziende:
avrebbero venduto l'anima al diavolo e
finirebbero per cooperare ai piani di una struttura
occulta di potere costituita da alcune tra le pi
ricche famiglie del mondo. Il loro potere segue da
millenni una blood-line (linea di sangue) che si
tramanda da generazioni. Il loro obbiettivo non
sembra essere pi nemmeno il denaro, piuttosto il
raggiungimento di uno stato totalitarista ed
accentratore in cui l'essere umano viene trattato

come uno schiavo. Questo sistema prende il nome lei in veste di sacerdotessa egiziana ha intrattenuto
di Nuovo Ordine Mondiale New World Order . con simbolismi e immagini le menti di migliaia di
giovani che ripetevano cantando le sue stesse
Sempre secondo alcuni, per gli adepti delle loro parole, inconsapevoli di fare parte di un vero e
sette, stringere un patto con il diavolo o con chi ne proprio rito satanico. Il concerto si concluso
fa le veci, assicurerebbe potere e denaro: per proprio con Like a prayer che riascoltata al
questo, molti cantanti e attori che sognano la contrario non , come dice il titolo come una
notoriet in svariati ambiti dello spettacolo prima o preghiera, ma anzi sembrerebbe essere un diretto
poi si accorderebbero con le grandi aziende in inno a Satana e all'occhio onniveggente.
mano
agli
Illuminati.
Un ulteriore strumento degli illuminati
Cominciano cos nello spettacolo a creare un l'emergente cantante Rihanna, costantemente in
mondo fatto di simboli, gesti e rituali in cui cercano vetta alle classifiche musicali ormai da qualche
di plasmare le masse fin dalla pi giovane et, anno. La cantante ha esordito dopo il suo incontro
creando falsi idoli in cui i ragazzi possano con il cantante rap Jay-Z, il quale, da parte sua, ha
identificarsi. Questo processo agisce distogliendo le affermato di aver venduto l'anima a Satana e di
masse dai reali problemi della vita quotidiana e aver avuto il compito di iniziare alcuni adepti; nei
realizzando miti irraggiungibili. Questi burattini suoi video si riscontrano molti gesti e messaggi
del sistema sarebbero talmente asserviti ai loro satanici o riguardanti la setta degli Illuminati. La
manipolatori al punto da esprimere tale adesione stampa dice, a riguardo del loro incontro, che il
con gesti e tracce audio. Sulla base di questi presidente dell'etichetta, Jay-Z, convoc Rihanna
meccanismi mentali sarebbe per loro possibile per un provino e le propose di firmare un contratto
condurre molte persone in condizione di disordine per sei album. Inizialmente titubante, la ragazza
della personalit multipla o disordine della accenn un rifiuto, ma Jay-Z la persuase dicendole
personalit dissociata. Il cervello delle loro vittime che non sarebbe mai uscita dalla stanza se non
verrebbe modellato e adeguato ai modelli di dalla finestra (erano al 5 piano di un palazzo), e a
comportamento che il sistema esige. Questo quel punto lei firm il contratto. Questa versione
progetto di controllo mentale noto come ufficiale in verit da pi parti smentita: sembra,
Progetto Monarch.
infatti, che Rihanna dapprima rifiut perch le fu
Un esempio lampante del progetto del controllo proposto di dover sottomettersi al potere degli
mentale nell'industria musicale quello Illuminati e di dover venerare Satana. Per, una
dell'indiscussa regina del pop Madonna, icona per volta dato il suo consenso, e firmato il contratto, le
milioni di persone. Infatti, fin dai suoi esordi ha cose cambiarono: pubblic numerosi album e dopo
giocato con la trasgressione utilizzando talvolta i primi due, serviti a renderla famosa in tutto il
simboli cristiani. L'ambiguit, i riferimenti sessuali mondo, ne pubblic uno dal titolo Good girl gone
e la blasfemia sono elementi che l'hanno sempre bad ovvero le brave ragazze diventano cattive, in
contraddistinta (e non in positivo). Anch'essa si cui gi la copertina indicativa: Rihanna infatti
relaziona al resto dell'industria musicale utilizzando mostra un solo occhio.
simboli
esoterico-satanici. Nel suo primo singolo Umbrella canta con Jay-Z
In uno dei suoi primi singoli, lanciato sul mercato in persona dicendo in inglese L'uomo della
per renderla celebre, Like a prayer del 1989, pioggia (rain man) tornato con la piccola
Madonna appare sullo schermo tra numerose croci Sunshine Rihanna.... Ma cosa vuol dire? Rain
infuocate, una rappresentazione del tutto anti- man sembrerebbe un intercalare molto ricorrente
cristiana. Il video allora fece scalpore poich parla in svariate canzoni, in realt non altro che uno
di Ges Cristo come di un essere umano con dei tanti nomi attribuiti a Satana. Pertanto Jay-Z,
desideri sessuali.
nella canzone, dice che Satana tornato portando
Madonna, essendo ormai un colosso musicale di con se una nuova schiava little sunshine (riferito
fama mondiale, diventa un favorevole punto su cui alla luce di Lucifero) e nel resto della melodia
fare leva per il controllo mentale di milioni di Rihanna dichiara la sua unione con il demonio. Il
giovani. Il suo concerto al Super Bowl americano videoclip, come il testo, chiaramente colmo di
del 2012 non stato altro che un grande rito, dove messaggi Satanici. In un frame si pu notare la

giovane adepta inginocchiata all'interno di una


piramide come simbolo di totale sottomissione agli
Illuminati.
Alcune persone potranno chiedersi se queste sono
solo delle coincidenze oppure che io veda del
negativo ovunque nei media. Queste persone forse,
non sono al corrente di alcune verit fondamentali,
non basate su credenze particolari, ma su fatti reali.
Le case discografiche che posseggono l'immagine
di tutte queste star importanti sono a sua volta in
mano a gruppi economici che li trasformano
iniziandoli a societ segrete occulte.
Certo, bisogna per evidenziare come non tutti gli
artisti svendono le loro capacit come fossero un
prodotto da lanciare sul mercato ed anzi assumono
un vero e proprio atteggiamento da anti-Illuminati.
Molti musicisti e cantanti, pur ricevendo inviti
allettanti da parte di societ segrete, si sono astenuti
dall'aderire al loro sporco scopo, rinunciando
quindi alla possibilit di possedere esorbitanti
ricchezze e fama indiscussa. Dopo svariate ricerche
svolte personalmente ho potuto infatti constatare
come alcuni generi musicali ad esempio quello
raggae pare non essere d'interesse all'industria,
quindi non soggetto al programma di controllo
mentale, perch trattasi di musica poco
commerciale. Lo stesso Bob Marley lanci un
messaggio alle masse, ovvero, chi ci governa vuole
assemblarci come tanti tasselli di un mosaico
globale uniforme, schiavizzandoci a tutto ci che
materiale, facendoci perdere la libert di governare
noi stessi per lasciarci guidare dalle leggi dettate
dai potenti, come fossimo delle pedine da scacchi:
Voi siete liberi non dovete dipendere da nessuno,
non interessa ci che diranno su di voi... I take a
revolution I make a solution....
Altra cantante che grazie a questa sorta di
fratellanza ha raggiunto la fama mondiale
Beyonc. Lei, come Rihanna, ha ragginto il
successo cantando anch'essa con Jay-Z, nel suo
primo singolo Crazy in love. Il relativo video
parla di Sasha Fiere, mostrandoci i passi della
sua trasformazione nelle mani degli Illuminati.
Nella scena finale, infatti, Jay-Z d fuoco ad
un'auto in cui Beyonc rinchiusa sul sedile
posteriore. La macchina esplode e la ragazza
muore. Un attimo dopo la vediamo rinascere
splendente come una diva, sexy e seducente nei
panni di Sasha Fierce. Quindi anch'essa rinasce

(come Rihanna) dopo l'incontro con Jay-z ed


esprime la sua unione con Satana, ridandosi un
nome, lo fa appunto pubblicando il disco I'm
Sasha Fierce.
Secondo molti osservatori, la lista delle celebrit di
ieri e di oggi aderenti alla setta potrebbe continuare
all'infinito: Marilyn Monroe, Led Zeppelin, The
Beatles, Bob Dylan, Lady Gaga, Jessie J, Pink,
Cristina Aguilera ecc. Pure artisti come Michael
Jackson ed Eminem ne avrebbero fatto parte
allinizio della loro carriera. Questi ultimi, nel
momento in cui recedettero la loro appartenenza
alla setta, subirono un notevole calo di
produzione causato da gossip diffamatori da fonti
sconosciute. I membri italiani sarebbero Vasco
Rossi, Tiziano Ferro, Marco Carta, Laura Pausini, e
tantissimi altri ancora tra i quali i gioielli made in
Mediaset soprattutto: i loro videoclips e le loro
canzoni pullulano di tutti questi messaggi,
inducendo i giovani ad assumere gli stessi gesti dei
loro idoli inconsapevoli del loro reale significato.
Anche se i loro testi professano messaggi
apparentemente benevoli, d'amore e d'amicizia,
bisogna rammentare che i singoli sono calcolati per
ottenere i massimi ascolti e il massimo della
vendita quindi studiati in modo tale da catturare le
nostre
attenzioni.
Oggi difficilmente troviamo artisti che non si siano
svenduti al Potere che ormai gestisce la politica,
l'economia e il mercato del pianeta intero. Quindi
all'artista conviene arrendersi al suo dominio e
diventare merce da lanciare sul mercato musicale o
cinematografico, in cambio di ricchezza e fama.
Il massimo dello squallore lo si trova tra i cartoon e
le melodie Walt Disney, dove messaggi Satanici
degli Illuminati sono praticamente ovunque, alcuni
sfiorano addirittura la pornografia e la blasfemia.
Alcune star infatti le abbiamo viste apparire sugli
schermi con le orecchie del simpatico cartone
animato Topolino. In verit, indossare le orecchie
di Mickey Mouse simbolo associato alla
programmazione per il controllo mentale.
Quelli che abbiamo esaminato finora sono le
marionette usate dagli Illuminati. In definitiva,
secondo la teoria del complotto, queste persone
cercano di resettarci e di riprogrammarci
secondo il loro progetto : governare il Mondo e
imporre il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale:
(New Word Order), mettendoci in una condizione
di assoluta sudditanza rispetto al Potere.

Ovviamente facile per loro illudere e far agire


secondo la propria volont la massa ignorante.
Per questa ragione, sostengo che il loro potere
debba essere disoccultato impedendo limposizione
di modelli di vita che non ci appartengono e che
non ci rispecchiano assolutamente.
L'uomo, in quanto essere pensante, dovrebbe
difendere il diritto alla ricerca della verit. Pi di
ogni altra cosa, dovrebbe rendersi conto dei vili
mezzi di cui il sistema si avvale:
OPEN YOUR EYES !!!
APRITE GLI OCCHI !!!

Sitografia
- Da you tube, Illuminati The Music Industry (full
length)
- Da you tube, Illuminati nella musiva italiana e
straniera
- Da you tube , Songs of Satan (Backmasking)

Inflazione: cause, implicazioni e


conseguenze
Romano Italo

uando si parla di Sovranit Monetaria e


signoraggio bancario si soggetti il pi
delle volte ad attacchi bipartisan.
Spesso e volentieri larma pi utilizzata
dai detrattori, pi o meno consapevoli,

quella
dellinflazione.
Sappiamo realmente cosa sia linflazione, e quali
siano le dinamiche da cui essa scaturisce?
Cerchiamo di fare un po di chiarezza.
Linflazione pu avere origini differenti e si pu
dividere, in base alle condizione che innescano la
situazione inflattiva, in tre categorie:
1)inflazione reattiva;
2)inflazione guidata;
3)inflazione creditizia.
La prima categoria di inflazione nasce a causa di
condizioni elementari e il suo meccanismo di
facile comprensione: quando aumentano i costi di
produzione (del processo produttivo, dei salari o
delle materie prime) aumenta il prezzo del
prodotto finale. Quindi se lievita il prezzo della
farina, far altrettanto il prezzo del pane venduto
al
dettaglio.
Pu anche accadere che una azienda riuscendo a
imporsi sulle altre, creando condizione di
monopolio od oligopolio, pu decidere di
aumentare i prezzi senza giustificazione alcuna,
per massimizzare il profitto. Ma, come gi
capitato, anche in un settore in cui vige
ufficialmente la concorrenza, le imprese possono
accodarsi per stabilire un prezzo di riferimento
pi alto. Le norme antitrust vietano assolutamente
questa tipologia di condotta di mercato, ma come
sappiamo in questo caos globalizzato, spesso, le

leggi sono eluse o aggirate con escamotage creati


ad
hoc.
Per cui, questa tipologia di inflazione frutto di
movimenti interni al mercato ed innescata dalle
iniziative dei soggetti che in esso operano. Ovvio
che un governo del popolo e per il popolo, attento
e lungimirante, possa intervenire per correggere
un trend inflattivo, modificando le norme, oppure,
limposizione tributaria.
Linflazione guidata, detta anche inflazione
monetaria, il pi classico dei casi, quella
maggiormente citata quando si inizia a parlare di
sovranit monetaria, moneta credito, signoraggio
statale etc. In pratica quando vi troppo denaro in
circolazione
aumenta
linflazione.
E giusto porsi un paio di domande.
Ma troppo rispetto a cosa? Rispetto ai servizi
reali: capacit produttiva, occupazione,
tecnologia, reperibilit di materie prime etc.
Chi immette il denaro in circolazione?
Formalmente, lo Stato che ordina questa
operazione, in realt il denaro creato dalla Banca
Centrale. Per comprendere meglio il rapporto che
intercorre fra i due enti, nel particolare in merito
allemissione monetaria, necessario aver ben
chiaro il concetto di signoraggio: la propriet dei
valori monetari, pari alla differenza tra costo
tipografico (o di conio) e il valore nominale.
Tornando alla nostra inflazione monetaria,
necessario fare un esempio pratico per spiegare al
meglio il concetto. Prendiamo lesempio di un
paese appena uscito da un periodo di guerra,
quindi a terra dal punto di vista economico, e
quindi politico e sociale. Il Governo di questo
Stato inizia a stampare moneta per rilanciare

leconomia del paese. Per a questa massiccia


emissione monetaria potrebbe corrispondere una
povert diffusa, quindi mancanza di acquirenti,
quindi mancanza di servizi. Insomma leconomia
non solo non si mette in moto, ma rischia di
impantanarsi. Gran parte delle risorse verrebbero
assorbite dalla ricostruzione, ma niente di pi. Cos
questo denaro inutilizzato fa impennare linflazione
alle
stelle.
La storia piena di esempi simili, su tutti, il pi
citato quello della Repubblica di Weimar. La
Germania, uscita sconfitta della Prima guerra
mondiale e messa al muro dal Trattato di Varsailles,
tent di ricostruirsi dandosi un ordinamento
repubblicano per tentare di risollevare leconomia
tedesca. Non bast. Il collasso era prossimo a
venire, difatti, nel 1923 le banche tedesche, private
e appartenenti al cartello mondiale, iniziarono a
stampare denaro senza sosta. Nello stesso periodo
la Francia invase la Ruhr, zona ad altissima
industrializzazione, e ci provoc pesanti
ripercussioni sulla produzione. In seguito a questi
avvenimenti La Societ delle Nazioni (antenato
dellOnu) apr le porte alla Repubblica di Weimar
in cambio di ingenti prestiti. Con il debito pubblico
alle stelle, si innesc una iperinflazione: i tedeschi
andavano a comprare le sigarette con la carriola e
un chilo di pane, che prima della crisi costava 250
marchi, in dodici mesi era arrivato a costare la
bellezza di 399 miliardi di marchi!
Il crollo definitivo si ebbe con la crisi del 1929, il
famoso venerd nero della borse di New York
dichiar chiusa lavventura repubblicana tedesca.
Imparata la lezione, i tedeschi non replicarono
lerrore. Hitler nazionalizz le banche e ci permise
quella spaventosa crescita, che poi degener nella
follia causa della Seconda Guerra Mondiale. Ma
anche dopo la sconfitta, il debito tedesco era
praticamente nullo e linflazione allo 0,5% annuo.
Infine abbiamo linflazione creditizia. Questa
inflazione ha conosciuto la pi ampia diffusione dal
1971, anno in cui Nixon, allora Presidente degli
Stati Uniti, con il benestare del G10, decret la fine
della gold standard, ovvero della convertibilit del
dollaro in oro (il valore del dollaro era legato alla
consistenza delle riserve auree statunitensi), come
deciso nel 1944, con gli accordi di Breton Woods.
Questa decisione ha aperto la porta del mondo alla
moneta virtuale. Questa terza categoria di
inflazione generata dalleccesso di operazioni di

sconto e concessioni di credito da parte delle


banche. Inoltre non dobbiamo dimenticare che le
banche ricavano mostruosi guadagni grazie agli
interessi che applicano. Per cui pi credito
concedono, pi interessi incassano, tanto cosa gli
importa, parliamo di una moneta che in pratica non
esiste, solo una convenzione. I guadagni delle
banche crescono di pari passo con la deriva
economica. E questa la causa che ha innescato la
crisi
del
2008.
Legame tra inflazione monetaria e inflazione
creditizia
Tutti coloro i quali prendono in prestito denaro
dalla banche diventano debitori, dovendo restituire
non solo la somma ottenuta, ma anche gli interessi
che gravano su di essa. Quando tale meccanismo si
amplia, ovvero interessa milioni di persone, si crea
una condizione di rarefazione monetaria. Per
ovviare a questa situazione, lo Stato ordina
lemissione del denaro necessario ai debitori per
restituire alle banche gli interessi sui prestiti
ricevuti.
Questo processo provoca inizialmente deflazione,
dovuta alla rarefazione della moneta, e dopo
inflazione. Inoltre giusto ricordare come la
rarefazione monetaria sia uno dei pilastri portanti
del meccanismo di finanziamento del debito
pubblico.
Lo Stato crea Buoni del Tesoro (Bot, Btp e Cct) e
la contropartita di questi buoni viene messa sul
piatto della banca centrale ed costituita da denaro
fresco di emissione. Denaro che alle banche non
costa nulla, fatte esclusione per le normali spese
tipografiche, ma giunto in circolazione viene
caricato del suo valore nominale (5 euro, 10 euro
etc.). Questa prassi illegale oramai consolidata
negli anni, e il denaro assume automaticamente il
valore facciale, senza nessuna operazione
finanziare alle spalle o copertura patrimoniale da
parte
della
banca.
Con questo denaro si acquistano i Buoni del
Tesoro, che per contro, garantiscono una resa reale
e tangibile la cui entit dipende dal tasso di
interesse (stabilito dalla BCE). Ovvio che se
qualcuno incassa queste rendite, ci sar qualcun
altro che dovr subire un esborso. Questo fatidico
qualcun altro lo Stato, il quale raggranella il
soldi necessari per pagare gli interessi che spettano
ai possessori di Buoni del Tesoro attraverso la
tassazione o con un ulteriore indebitamento.

Buona parte del denaro presente in questi flussi


passa virtualmente dai cittadini alle banche, e lo fa
attraverso lo Stato, che prima incassa sottoforma di
imposte dai cittadini e poi lo passa alla banche,
storicamente grandi finanziatrici del debito
pubblico
nazionale.
E proprio questo processo che da vita alla
rarefazione monetaria, che spesso causa
linflazione.
Laumento di denaro in circolazione non comporta
automaticamente inflazione. Difatti la variazione
dei
prezzi
avviene
in
funzione:
A) della disponibilit del cliente a pagarli;
B) del denaro a disposizione degli imprenditori;
C) del denaro a disposizione degli acquirenti;
D) di tasse, accise, costo del denaro, tassi
dinteresse etc.
Fatta eccezione per il caso A (e non sempre), un
aumento del denaro circolante sortisce
labbassamento dei prezzi. Anzi nel caso D si
deduce che laumento dei costi, compreso quello
del
denaro,
a
creare
inflazione.
Quindi la politica della BCE, volta ad aumentare il
costo del denaro e i tassi di interessi, e diminuire la
moneta circolante, per abbassare linflazione,
ottiene leffetto opposto. Leconomia moderna,
basata sui principi keynesiani e smithiani, fallita.
Secondo tali teorie, maggiore la quantit di
denaro sottratto al mercato, maggiore sar la
conseguente diminuzione dei prezzi. Per cui,
secondo questi concetti, il mercato resterebbe in
piedi anche con un solo euro in circolazione, con la
differenza che tutto costerebbe infinitamente meno.
Ovvio che ci sia impossibile, perch dinanzi una
situazione del genere collasserebbe il sistema
economico, e con lui tutte queste teorie arcaiche.
Tutto ci non il frutto dellincompetenza da parte
degli organi monetari ed economici, ma il risultato
di una premeditazione, volta al controllo delle
nazioni attraverso il denaro, e lusura, che rendono
schiavi del sistema miliardi di persone.
Henry Ford disse: "E' un bene che il popolo non
comprenda il funzionamento del nostro sistema
bancario e monetario, perch se accadesse credo
che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani
mattina."
Mentre secondo leconomista canadese J. K.

Galbraith, lo studio del sistema monetario alla


portata di qualsiasi persona curiosa e mediamente
intelligente.
La scienza economica si servirebbe dellapparente
complessit della materia per allontanare le
persone dalla verit; una verit che potrebbe
compromettere il perpetrarsi dellattuale status quo.
Esiste una economia libera senza il ricatto
dellinflazione.
Ecco come avviene la creazione del denaro: le
banconote sono emesse dalla BCE, ente privato, e
sono utilizzate per acquistare Titoli di Stato, che
per sono gravati da interessi ; ovvio che per
pagare questi interessi emesso altro denaro. E un
cane che si morde la coda.
Lunico modo per uscire da questa spirale, sarebbe
quello di generare nel bilancio pubblico avanzi
primari talmente consistenti da superare la spesa
per gli interessi. Lavanzo primario il risultato
della differenza tra il totale delle entrate, tributarie
ed extra tributarie, ed il totale delle spese di uno
Stato, risultato ottenuto prima di pagare gli
interessi passivi sul debito pubblico, cio sui buoni
del tesoro e certificati di credito emessi.
In particolare, se il totale delle entrate dello Stato
eccede il totale delle sue spese, avremo lavanzo
primario, contrariamente avremo il disavanzo
primario1 .
Per far fronte al livello attuale del debito pubblico,
bisognerebbe chiudere il bilancio con avanzi
nettamente fuori dalla portata degli attuali governi.
Inoltre una politica del genere comporterebbe un
sacrificio lacrime e sangue da parte dei cittadini,
con taglio dei servizi e inasprimento della
pressione tributaria. Una assurda ingiustizia, che
nei fatti andrebbe ad imporre politiche pubblica per
ripianare un debito contratto dai privati.
Il debito pubblico non ripianabile, in continuo e
costante crescita. Difatti si parla sempre non di
estinzione del debito, ma di rifinanziamento. Un
finanziamento che passa sempre attraverso
lacquisto di nuovi Titoli di Stato, totalmente
indipendenti dalle manovre finanziare attuate dai
vari governi appartenenti a diversi schieramenti
politici, sempre e comunque asservite ai cartelli
bancari
internazionali.
Esiste una soluzione? Certo. Lo Stato per prima
cosa dovrebbe riappropriarsi di Bankitalia, creando

il proprio denaro e prestando attenzione a


mantenere leconomia nella condizione di
equilibrio. Ad un tot di soldi in circolazione, con
prezzi mantenuti costanti, devono corrispondere
beni
e
servizi
reali.
Si dovranno abolire i Titoli di Stato, dopo aver
provveduto a liquidare i possessori di quelli
precedentemente creati, non pi necessari per
lacquisizione del denaro.
Sovranit monetaria, moneta del popolo, come da
Costituzione. La moneta cos creata non sar pi
addebitata ai cittadini, ma accreditata, elargendo un
reddito di cittadinanza. Questo non a titolo di
elemosina, ma a titolo di legittima pretesa
giuridica. E il cittadino stesso a creare il valore
della moneta, che la accetta come convenzione, in
quanto oggi la moneta non pi legata alle riserve
aurifere, quindi ha come unico valore il suo costo
di stampa. La moneta la misura del valore e il
valore della misura, come il metro la misura della
lunghezza.
Dir di pi, le banche dovrebbero essere tutte
statali e senza fine di lucro. In caso contrario,
quelle private non dovrebbero avere la possibilit
di creare denaro creditizio, e potrebbero prestare
solo il denaro realmente detenuto. Insomma,
nessun guadagno privato, se non quello necessario
alle
spese
vive.
In sintesi:

indotta ci sono. Ma se aspettiamo che gli stessi


creatori della crisi ci diano la soluzione ad essa,
stiamo freschi. Le crisi economiche sono golpe
sociali preparati a tavolini, atti a schiavizzare le
masse, e ad imporre il dominio totalitario.

1) Lo Stato crea denaro in modo tale da mantenere i


prezzi costanti, facendo corrispondere ad essi beni
e servizi reali che giustifichino lemissione
monetaria;
2) Il denaro creato affidato alle banche statali;
3) Le banche statali lo concedono in uso a costo
zero ai cittadini che ne hanno bisogno;

Per quanto riguarda lItalia, faccio rilevare che


lesistenza del suo rilevante e crescente debito
pubblico impone ai governanti di pervenire ad un
avanzo primario cospicuo
.
La consistenza dellavanzo primario deve essere
almeno sufficiente per pagare gli interessi passivi
sul medesimo debito. Lascio ad altra e separata
analisi il gravoso problema della diminuzione dello
stesso debito pubblico, anche detto debito sovrano,
rappresentato dai titoli o fondi pubblici in
circolazione e di futura scadenza.
Infatti, questultimo debito costituisce, di per s,
complesso e arduo problema da affrontare ed, ai
nostri giorni, divenuto assillante ed oggetto di
dibattito per discutere le varie ipotesi riguardanti la
sua
riduzione.
Il crescente indebitamento dello Stato italiano,
ulteriormente ampliato dallinnalzamento dei tassi
dinteresse sui titoli pubblici, sta spingendo il
Governo, per voracit di entrate, a reperire ulteriore

Vi sarebbe subito un netto miglioramento delle


condizioni socio-economiche, grazie alla possibilit
di garantire beni e servizi e al lavoro, a cui danno
origine, fonte di ricchezza reale per leconomia di
un paese. Il debito pubblico tenderebbe a zero. I
prezzi costanti ridarebbero uno slancio ad una
economia pi sobria, pi umana, e con solide basi.
E il vecchio debito pubblico? Con la Banca
dItalia ritornata in mani pubbliche, si potrebbero
stampare i quasi duemila miliardi necessari per
liberarsi dal fardello del debito.
Le soluzioni per uscire da questa crisi sistemica

La nostra economia ferma non per assenza di


opportunit o pigrizia, ma per mancanza di denaro.
Mancando questo vengono meno i beni e i servizi
necessari per i cittadini, lo stato sociale viene
smantellato, e con esso il futuro di intere
generazioni, che cresceranno allombra
dellincertezza, e sotto il giogo asfissiante della
dittatura
del
capitale.
Occorre ripristinare lordine democratico.
Informatevi e informate. Le basi della resistenza
sono queste. Un altro sistema economico
possibile. Un altro mondo possibile.

NOTE:
[1] LUnione Europea interessata allesistenza e
consistenza degli avanzi primari degli Stati
membri, in quanto, per restare in Europa, si
stabilito che gli stessi Stati debbano avere un
rapporto, tra avanzo primario e prodotto interno
lordo (PIL), non superiore al 3%.

denaro con laumento dellimposizione, gi


elevatissima e insopportabile per i percettori di
reddito fisso, oppressiva per le imprese e deleteria
per
leconomia.
Bibliografia
Il paese dellutopia di Giacinto Auriti
Euflazione
di
Antionio
Miclavez
Alta finanza e miseria di Savino Frigiola
Euroschiavi di Marco della Luna e Antonio
Miclavez
O la banca o la vita di Marco Saba
La Repubblica delle Banche di Elio Lannutti
Bankenstein
di
Marco
Saba
Schiavi delle banche di Maurizio Blondet
La banca, la moneta e lusura di Bruno Tarquini

Intervista a Paolo Rossi Barnard


Cerminara Francesco

ecentemente lo Stato d Israele ha


fatto parlare di s per un
comportamento non irreprensibile,
ma le altre Potenze mondiali non
hanno provveduto a bacchettarne la
condotta. Israele tutt ora considerato uno
Stato amico e non lo per ragioni di gratuita
simpatia. Vengono celati all opinione pubblica
altri ed alti tipi di interesse?

R: Prima cosa, non condivido che si parli di


condotta non irreprensibile in merito a un
crimine commesso in violazione di ogni legge
internazionale. Lattacco alla Mavi Marmara
stato la logica conseguenza di una politica sionista
prima, e israeliana poi, che consolidata da oltre
un secolo, cio attaccare i civili per fini strategici.
Per capire approfonditamente di cosa parlo,
rimando i vostri lettori a questo mio articolo
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_
go.php?id=184
Israele un intoccabile eccellente dagli anni 50
del secolo scorso, quando i presidenti americani
Truman e Eisenhower capirono che lo Stato
ebraico doveva diventare la pi grande base
militare americana del mondo, posizionata
allincrocio delle pi ricche risorse energetiche del
pianeta, da destinarsi ovviamente agli USA, e
posizionata anche come torre di controllo sugli
Stati arabi pi problematici e sullIran. Tutto qui.
Linteresse ovvio, e vi partecipiamo anche noi
europei in parte. A Israele sono perdonati crimini

inauditi da oltre 60 anni solo per questo. Ho


documentato tali crimini nel mio libro Perch ci
Odiano (Rizzoli BUR 2006).
Spesso penso ai massacri subiti dai Nativi d
America, dagli Armeni e potrei citare altri
popoli e mi chiedo: perch tanto disinteresse
giornalistico per la soppressione di culture
diverse dalla nostra? L Occidente non riesce
ad avvicinarsi al multiculturalismo?

R: Perch se la verit su cosa abbiamo fatto per


accaparrarci le risorse del nostro benessere fosse
rivelata dai media di massa, il nostro mondo
occidentale sarebbe sommerso da unondata di
disgusto e vergogna intollerabili e forse troppo
destabilizzanti. Il multiculturalismo non esiste, se
non nella mente di poche persone per bene, di
fatto esiste solo lallaccio delle nostre societ ad
altre pi povere per pura convenienza o necessit,
pi spesso per bieco sfruttamento.
Lei non condivide l operato di Grillo,
Travaglio, Santoro. Sostiene che annullino l Io
dei loro ascoltatori. Non ritiene valida l idea
che la gente si avvicini loro sentendosi parte di
un comune progetto di miglioramento sociale ?
E incapace di vedere il lato positivo nei
discorsi di Grillo e Travaglio ( Fatto
Quotidiano che campa senza finanziamenti
pubblico ma con l aiuto dei lettori ) o nei

programmi di Santoro ( specialmente Rai per


una notte)? In un intervista disse di aver visto
cose strane negli studi di Samarcanda,
programma per il quale ha lavorato. A cosa si
riferiva?

R: Quale progetto comune di miglioramento


sociale? Ce n uno? In metafora: combattere in
massa la cataratta e la gastrite pu curare i tumori e
gli infarti? A parte i motivi per cui questi paladini
dellAntisistema sono dannosi ai cittadini, coloro
che ne sposano il progetto non si rendono conto
che le tragedie dellItalia sono ben altre e ben pi
incurabili del lodo Alfano, legittimo impedimento,
Papi, DAddario, rapporti con la mafia e psiconano.
Siamo un Paese che soffre e soffrir pene
spaventose perch siamo prigionieri di mafie
finanziarie che stanno spolpando il futuro di
milioni di noi e dei nostri figli e dei figli dei figli (i
tumori e gli infarti), e per il 99% dellenergia
civica degli attivisti deve essere buttata
ossessivamente contro i processi del premier o le
sue amanti, le mafie regionali dal potere ridicolo
confronto a quelle finanziarie, e contro un nugolo
di leggi facilmente abrogabili (la cateratta e la
gastrite). Assurdo e scandaloso, e questo solo per
garantire potere politico ad Antonio Di Pietro,
successo e vendite editoriali a Marco Travaglio e
vero potere internazionale a De Benedetti, che bada
bene che gli italiani non si accorgano che i suoi
complici di Wall Street e Londra li stanno
divorando vivi . Ma ha senso? Travaglio non ha
mai speso una parola sui grandi giochi del vero
Potere, se ne guarda bene, n sulle porcherie che
fanno i suoi compagni di clan (giudici di
centrosinistra inclusi + Di Pietro), che sono state
molto ben segnalate dal coraggioso giudice
Clementina Forleo. Di Pietro allinea la sua IDV in
Europa a tutte le peggiori politiche della destra
finanziaria per la rapina del bene pubblico, mentre
in Italia fa i banchetti cosmetici contro la
privatizzazione dellacqua. Santoro? Possibile che
un uomo libero stia nella RAI di regime per oltre
20 anni a stipendi milionari? Ma sveglia gente,
sveglia.
Attaccare i finti paladini della libera
informazione utile. Non lo altrettanto
criticare gli stupratori mediatici come Vespa,
Fede, Belpietro, Feltri e Minzolini ? Al Gore, che
tra l altro fondatore della prima televisione

indipendente,
ha
espresso
il
proprio
apprezzamento per la Gabanelli, per Santoro e
per Biagi.

R: Un bastardo che veste la pelle del bastardo


molto meno rivoltante di un bastardo che veste la
pelle del tuo paladino. Su chi Al Gore ho scritto
questo,
andate
a
leggere
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_g
o.php?id=180 Sulla Gabanelli questo,
se ne
avete
lo
stomaco
http://www.paolobarnard.info/censura.php

Stampa e televisione sono diventati strumenti di


manipolazione intellettuale. Il conflitto di
interessi italiano dominante. Internet potrebbe
rivelarsi un arma di resistenza. Non crede per
che possa solo raggiungere una piccola fetta
della societ civile ? Gli anziani si informano
principalmente guardando i telegiornali.

R: Non c bisogno della libera informazione n di


internet perch la gente sappia cosa c di
drammaticamente sbagliato nei capitoli
fondamentali della loro vita. Sanno tutto, lo sanno
da decenni; i tuoi genitori e forse i tuoi nonni
hanno vissuto lItalia della mutua, degli scandali,
della mafia nella DC, del terrorismo, delle stragi,
della Tv del regime Vaticano-Socialisti-Comunisti,
di Tangentopoli, e molto altro. Peggio di cos?
Occorre forse internet per raccontare agli anziani
cosa non va? Lo sanno da sempre.

Il Governo italiano sta compiendo una massiccia


azione per indebolire i luoghi per la formazione
delle coscienze critiche: Universit, scuole,
teatri, sale cinematografiche. Il genocidio
culturale di cui parlava Pasolini si sta
compiendo. I gerarchi sono stati sostituiti con
personaggi meno plateali e pi incisivi. Non
detestabile vivere in un paese del genere?

R: No. Il governo fa quello che un governo di


destra deve fare. Il lupo mangia lagnello, quello
che fanno i lupi. Lo schifo di questo Paese, il vero
genocidio culturale, stato causato da ben altro, da
decisioni prese 35 anni fa in altri luoghi della Terra
(http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_
go.php?id=151) e che ci hanno scodellato
lEsistenza Commerciale e la Cultura della
Visibilit come trappole mortali per la democrazia
partecipativa.
Cio: laddormentamento finale dei cittadini attivi.

E allora se c qualcosa di detestabile in Italia non


Berlusconi, ma il fatto che gli italiani non sanno pi
combattere per nulla, e ancora peggio, che quelli
che combattono lo fanno al seguito di falsari come
Travaglio o Santoro o Grillo e ci credono pure.

Il Governo mondiale privato e il


paradosso del Capitalismo
Potente Giovanni

Una versione ridotta del presente articolo stata pubblicata dal Quotidiano della Calabria

osa accomuna capolavori universali


della letteratura quali la Divina
Commedia e lAntigone, il Mahabarata
e lHamlet, i Cantos e il Perceval, Der
Prozess e lEdipo re, The Waste Land,
Heart of Darkness e 1984? Trattano tutti, in un
modo o nellaltro, il tema inesausto del Potere. E
del Potere scavano le contraddizioni, svelano il
degrado, denunciano lillegittimit, mettono sotto
accusa i crimini e le ingiustizie. Cos, se la grande
letteratura ci insegna qualcosa, proprio a
sospettare e poi a scorgere dietro la forme del
Potere la menzogna, linganno e la presenza del
male.
Accogliendo tale somma lezione, possiamo
chiederci cosa si celi oggi dietro la solenne messa
in scena quotidiana, amplificata da un sistema
mediatico acritico e prono, delle Istituzioni del
Potere (gli Stati, i Governi, i Mercati e quegli
organismi sovranazionali come lUnione Europea
tanto ammantate di aurea sacralit che siamo
disposti a tutto solo perch lo chiede lEuropa).
Alcuni vi scorgono la regia occulta dei cosiddetti
poteri forti, senza, per, meglio identificarli. In
verit, sono ormai disponibili sufficienti studi,
fonti e informazioni (persino documentari di
History Channel !) che consentono di ricavare un
pi preciso identikit di questi poteri,
ricostruendo il quadro delle loro strutture
organizzative. Ne emerge una trama internazionale
ed interrelata -quasi una catena di comando- di

lobby, gruppi esclusivi, club privati e circoli


occulti le cui finalit non sono mai pubblicamente
dichiarate, ma che rappresentano centri
decisionali di portata planetaria.
Pi che mai nel contesto della globalizzazione,
da questi nuclei di Potere che dipendono le nostre
esistenze. Pertanto vitale saperne di pi. Tento
qui una loro breve rassegna, per poi ricavare
alcune conclusioni. Per esigenze di spazio non
riporto lapparato delle mie fonti. Del resto, il
presente articolo non pretende di esaurire
largomento. Piuttosto, vuole fornire ai lettori la
base di partenza per ulteriori approfondimenti.
1. Royal Institute of International Affairs
Fondato nel 1920 e patrocinato dalla famiglia
Reale, un circolo privato che riunisce i maggiori
rappresentanti dellaristocrazia e delleconomia
britannica. Finanziato da banche (Warburg,
Morgan, Barclays, Lazard e Bank of England), e
aziende (British Petroleum, Shell ecc.), de facto
il vero ministero degli esteri inglese da quando
ancora esisteva lImpero Britannico. Ancora oggi,
dopo la fine del colonialismo, lIstituto preside e
coordina lazione congiunta del Governo, dei
servizi segreti, degli istituti finanziari e delle
multinazionali britanniche per il controllo e lo
sfruttamento delle risorse del Terzo Mondo.
Queste forme di neo-colonialismo non sono
meno invasive e spietate del tradizionale
colonialismo praticato ai tempi dellImpero. Del
resto, fin troppo evidente a vantaggio di chi

lIstituto guida gli affari internazionali britannici: le


citt traboccano di disoccupati, ma banche e
compagnie petrolifere continuano a fare affari
doro.
2. Council on Foreign Relations lomologo
doltre oceano dellIstituto britannico. Istituito nel
1921 negli USA dalloligarchia finanziaria del
Paese (Rockefeller, Mellon, Shiff, Carnagie,
Warburg ecc.), racchiude la crema economicopolitica statunitense. Lo finanziano le maggiori
corporation (Coca Cola, General Electric, Cargill,
Mobil, Carlyle, Enron ecc.) e banche. Determina la
politica estera USA, garantendo direttamente gli
interessi dei suoi sponsor. A differenza dellIstituto
inglese, questo rende noti i nomi dei suoi membri
(www.cfr.org): cos sappiamo che ne hanno fatto
parte tutti i Presidenti dagli anni 40 in poi (tranne
Reagan) e tutti i Segretari di Stato.
3. Bohemian Club Pittoresco quanto quietante.
Riservato a soli uomini, costituito da vari
esponenti delllite: i Bush, Cheney, Blair,
Rumsfeld, Gore, David Rockfeller, Kissinger ecc.
Ed inoltre generali, banchieri, rettori di universit,
leader di multinazionali e proprietari di TV. Si
ritrovano ogni estate per alcuni giorni in un bosco
privato e sorvegliato della California, dove (tra le
altre cose) praticano un rituale paganeggiante
presso una statua di pietra alta 13 metri a forma di
gufo. Incredibile? S, ma vero.
4. Skull and Bones Una setta, pi che
unorganizzazione
universitaria.
Persino
Hollywood, che vi dedic un film, la ritrasse come
uno spauracchio. Creata a Yale nel 1832 da William
H. Russell (della famiglia allora monopolista
mondiali del traffico doppio) e da Alphonso Taft
(padre del William futuro Presidente), ha avuto
come adepti esponenti dei casati storici americani,
compresi gli immancabili Rockefeller. Tuttora ne
sono membri molti esponenti dellestablishment,
che le giurano eterna fedelt e vi consumano oscure
cerimonie rituali. Nelle elezione presidenziali del
2004 entrambi i competitori (il repubblicano G.W.
Bush e il democratico Kerry) risultavano suoi
membri. Il conflitto di interessi, anche in questo
caso, palese: un Presidente degli Stati Uniti
membro della Skull and Bones fa gli interessi
dellintera Nazione, o persegue gli oscuri fini della
setta cui ha giurato fedelt?
5. Bilderberg Group (o Bilderberg Club). uno
dei circoli pi importanti per le dimensioni, la

portata internazionale e linfluenza planetaria in


grado di esercitare,. Fu fondato nel 1954 su
iniziativa del Principe Bernhard dOlanda. Prende
il nome dall hotel olandese in cui si tenne il primo
incontro. Suoi membri storici sono stati Edmund
Rothschild, Nelson Rockefeller e Gianni Agnelli.
Esprime il gotha economico internazionale, quindi
i rappresentanti delle maggiori banche (Rothschild,
Barclays, Chase Manhattan Bank, Goldman Sachs
ecc.) e delle pi importanti multinazionali. Ne
fanno inoltre parte politici, docenti universitari
(soprattutto economisti), editori e giornalisti. Le
riunioni del Club si tengono una volta allanno. La
sede dellincontro, di solito un lussuoso albergo,
varia ogni volta ed comunicata ai membri pochi
giorni prima dellevento (per ragioni di sicurezza).
Naturalmente gli incontri sono preclusi al pubblico
e blindatissimi da parte delle forze di polizia dei
Paesi ospitanti, servizi segreti e vigilantes privati.
Le autentiche finalit del Club sono riservatissime.
Oggi ne risultano membri, tra gli altri David
Rockefeller, la regina dOlanda (figlia del
fondatore del Club e maggiore azionista della
Royal Duch Shell), J.C. Trichet (ex presidente della
BCE) Mario Draghi (ex presidente della Banca
dItalia, attuale presidente della BCE), Henry
Kissinger, K. Alexander (direttore della NSA), T.
Geithner (segretario al tesoro USA), Paul Volker
(ex presidente della FED e consulente di Obama),
Lucas Papademos (ex Primo Ministro greco).
Numerosi gli italiani, tra cui, Luca di
Montezemolo, John Elkann, Alessandro Profumo,
Paolo Scaroni, Romano Prodi, Enrico Letta e
Mario Monti, advisor della banca daffari Goldman
Sachs ed attuale Presidente del Consiglio.
6. Trilateral Commission una sorta di costola
del Bilderberg. Fu istituita nel 1973 da David
Rockefeller per allargare le tradizionali relazioni
affaristiche e politiche tra Stati Uniti ed Europa
anche al Giappone (appunto in senso trilaterale).
Suoi esponenti storici sono Henry Kissinger e Bill
Clinton. Ne fa parte Mario Monti, che stato pure
Presidente della Sezione Europea. In questa fase,
probabilmente il circolo pi in grado di
condizionare direttamente le sorti del nostro Paese,
anche a causa del ruolo articolato, e delicatissimo,
ricoperto attualmente da Mario Monti, che
simultaneamente garante degli interessi della
grande finanza anglo-americana (in particolare
della Goldman Sachs), il tutore delle strategie
27

europee della Trilateral e il Capo del Governo


italiano. Lo stesso Presidente del Consiglio, in una
intervista reperibile su youtube (basta digitare
Intervento shock di Monti), rivela la strategia di
fondo del Trilateral: ultimare lo storico processo di
erosione delle sovranit nazionali, ormai in corso
da decenni, e ridurre gli Stati europei (quel che ne
resta) sotto il controllo diretto e centralizzato di
Istituzioni sovranazionali quali la Comunit
Europea e la Banca Centrale Europea. Monti
aggiunge pure che per attuare questa strategia
occorre una serie progressiva di crisi economiche
e politiche, in modo che poi la gente, pur di trovare
una soluzione ai problemi, sia indotta ad accettare
qualunque soluzione: a cominciare dalla fine
certificata delle sovranit nazionali. Quel che
Monti, invece, non spiega, che le Istituzioni
sovranazionali cui stiamo cedendo ogni nostra
autonomia, identit e libert si riducono ad un
consorzio di banche private (come la Banca
Centrale Europea), e che le crisi di cui parla non
sono lesito inesorabile e teleologico del percorso
storico del capitalismo finanziario, ma il risultato di
strategie pianificate ed attuate con puntuale lucidit
dalla finanza internazionale, anche grazie allazione
di coordinamento di circoli quali il Bilderberg e la
Trilateral. Tanto vero che, al momento in cui
scrivo, lo spread tornato ai livelli dellautunno del
2011, quando venne utilizzato per esautorare il
Governo Berlusconi ed imporre, con un vero e
proprio golpe bianco, proprio il Governo dei
banchieri presieduto Monti. Insomma, se lalgido
professore bocconiano era stato messo alla guida
del Governo anche per salvare lItalia dagli
attacchi degli speculatori (per usare una trita
formula giornalistica) e per ridurre lo spread, ha
in tutta evidenza mancato il suo compito. Allora
perch nessuno fa presente che Monti ha fallito?
Evidentemente perch il sistema mediatico
controllato dal Potere (a cominciare da la
Repubblica e il Corriere della Sera) e la politica
asservita alla grande finanza internazionale devono
continuare a sostenere il suo Governo per il
semplice fatto che il piano prevede e pretende
che la crisi continui e si aggravi, in modo poi da
poterci chiedere di pagare un prezzo altissimo: la
fine, di fatto, dellItalia come Paese sovrano. Solo
allora, vedrete, finiranno gli attacchi degli
speculatori, il calo della nostra Borsa, la folle
corsa dello spread e la nostra crisi.

Fin qui la rassegna. Ho escluso da essa la


Massoneria, nonostante vi aderiscano molti
membri delllite, perch non si tratta di un club
profano di recente costituzione, ma una espressione
della Tradizione iniziatica Occidentale.
Naturalmente stata coinvolta nel degrado morale
complessivo della societ. La cronaca mostra come
oggi sia infiltrata da approfittatori e faccendieri e
come molte obbedienze e logge sono ridotte a
comitati di affari di livello locale o a centri di
coordinamento dellaffarismo internazionale. Tra
questa Massoneria e quella di un Benjamin
Franklin, che lott per liberare gli Americani
dallusura delle banche inglesi, v un abisso. Ma
la Massoneria odierna resta troppo variegata e
complessa per assimilarla in toto ad un Bilderberg.
E nei suoi contenuti iniziatici non sar mai
intaccata neppure dai tanti, troppi sciagurati
usurpatori che ne stanno abusando.
Ci precisato, dalla rassegna di cui sopra traggo le
seguenti conclusioni.
La rete dei circoli citati costituisce il governo
mondiale privato delllite internazionale
(finanzieri, industriali e aristocratici di consolidato
censo) che vi elabora e coordina strategie
planetarie a tutela dei suoi interessi e nella logica
del profitto ad ogni costo. Tali strategie sono
attuate grazie a specifici supporti operativi. Il
sistema mediatico manipola lopinione pubblica.
Politici e tecnocrati garantiscono che le Istituzioni
sovranazionali (ONU, UE, Banca Mondiale, FMI
ecc.) e nazionali (Stati, governi) traducano le
direttive delllite in trattati internazionali, leggi e
orientamenti politico-economici.
B) I Governi, dunque, sono lultimo anello della
catena di comando delllite. I politici di
professione forniscono manovalanza e
immagine mediatica al vero Potere, e sono
ripagati per i loro servigi in variegate modalit, cha
vanno dalle sponsorizzazioni elettorali alle dorate
pensioni (come per lex premier britannico, il
laburista Blair, e per lex Cancelliere tedesco, il
socialdemocratico Schroeder, oggi entrambi
remunerati consulenti delle banche dei Rothschild).
A)

Del resto, tende ormai a cadere ogni distinzione


28

effettiva tra pubblico e privato, e il conflitto di


interessi tra ruoli privati e cariche Istituzionali
diventato strutturale. Questo perch il governo
mondiale privato e llite finanziaria hanno
direttamente e sistematicamente occupato le
Istituzioni pubbliche dei Paesi occidentali,
soprattutto negli Stati Uniti, ma ormai anche in
Italia, inserendovi in pianta stabile dirigenti delle
multinazionali e delle banche dinvestimento
private. La stragrande maggioranza dei membri
delle Amministrazioni americane dagli anni 80 in
poi stata prima, durante e dopo la propria
esperienza politica rappresentante di qualche
grande multinazionale (soprattutto del settore
petrolifero e delle forniture militari) o delle grandi
banche dinvestimento. Gi uno dei loro fantocci
pi affidabili delllite, Ronald Reagan, nomin
Ministro del Tesoro il suo quasi omonimo Regan,
uomo della Merryl Linch. Da allora in tutte i
Governi successivi sono stati piazzati uomini delle
banche: come Rubin, Greenspan, Bernake e
Poulson, il dirigente della Goldman Sachs che era
Ministro del Tesoro durante la fase acuta della crisi
dei subprime, nel 2008. E come Tim Geithner,
nominato da Obama. Queste persone immorali
hanno tratto profitti colossali praticando crimini
finanziari come la vendita di derivati e titolispazzatura, ingannando persino i clienti delle loro
stesse banche. Al tempo stesso hanno gestito
leconomia statale americana, negando fino
allultimo larrivo della crisi dei mutui, ma
assicurando infine alle loro banche 600 miliardi di
dollari pubblici.
A dimostrare come llite sia rigorosamente
bipartisan e domini anche la sinistra liberal
americana, c il fatto che proprio al democratico
Clinton (anche se in quel momento il Congresso era
maggioranza repubblicana) si deve la
promulgazione di quel.Gramm-Leach-Bliley Act
del 12 novembre del 1999 che abrog le
disposizioni del Glass-Steagall Act del 1933, la
legge che aveva introdotto la netta separazione tra
attivit bancaria commerciale tradizionale e attivit
bancaria di investimento. Questa era una legge
fondamentale, perch impediva che le due attivit
non potevano essere esercitate dallo stesso
intermediario, in modo da evitare che il fallimento
dell'intermediario comportasse altres il fallimento
della banca tradizionale, tutelando quindi
l'economia reale da eventi negativi prettamente

finanziari. Abrogare quella legge fu un crimine. Il


Gramm-Leach-Bliley Act
ha permesso la
costituzione di gruppi bancari che al loro interno
permettono, seppur con alcune limitazioni, di
esercitare sia l'attivit bancaria tradizionale sia
l'attivit di investment banking e assicurativa. Si
tratta di mostruosi colossi finanziari dal potere
illimitato (come, per esempio, quella tra il gruppo
bancario Citicorp e il gruppo assicurativo
Travelers). La stessa crisi attuale che investe il
nostro Paese, e prese il via da quella dei mutui subprime del 2008, una diretta conseguenza della
legge promulgata da Clinton.
In questo percorso di occupazione diretta delle
Istituzioni, dunque, le grandi banche statunitensi
hanno tracciato la strada che poi lEuropa e lItalia
hanno seguito: per questo abbiamo come Capo del
Governo un tecnocrate della Goldman Sachs,
membro del Bilderberg e della Trilateral.
C) Del resto, tali dinamiche sono state possibili
perch, di fatto, gli Stati-nazione hanno iniziato a
declinare irreversibilmente da tempo. Ossia da
quando le famiglie storiche del gotha finanziario
Occidentale (nuclei originari dellattuale governo
mondiale) imposero la creazione delle varie
Banche Centrali, cartelli di banche private che
sottrassero agli Stati il diritto di emettere moneta,
usurparono la principale sovranit. La prima fu la
Bank of England, alla fine del 700. Man mano,
furono poi fondate le altre Banche Centrali. Come
la Federal Reserve, risultato del patto sottoscritto
da pochi banchieri, fra cui Warburg, J.P. Morgan e
Rockefeller, che gi nel 1913 segn di fatto linizio
della fine degli Stati Uniti come Stato sovrano. E
come la nostra Banca dItalia (il cui elenco di soci,
al 95% istituti finanziari privati, stato pubblicato
soltanto nel 2004 da un giornale notoriamente
eversivo e comunista: Famiglia Cristiana).
D) A partire dalla creazione delle Banche Centrali,
e tramite le sue strutture occulte, la politica che le
asservita e il controllo del sistema mediatico, llite
pu portare avanti da decenni ai danni di milioni di
cittadini inconsapevoli (ma colpevoli di passiva
ignoranza) la pi grande truffa di tutti i tempi:
quella del debito pubblico. Usurpando il diritto
sovrano di emettere moneta, le Banche Centrali
sono diventate le depositarie monopoliste del
denaro. Gli Stati (ci che ne resta) sono costretti a
farselo prestare da esse, accumulando debiti su
debiti. E per ripagare gli interessi sul debito, non

possono fare altro che farsi prestare nuovo denaro,


indebitandosi ulteriormente. Si tratta di un circolo
vizioso irrisolvibile. Il meccanismo perverso,
perch crea il debito pubblico a monte, cio a
prescindere: a prescindere da come uno Stato si
gestisce (e da sprechi e errori che, come nel caso
italiano, sono sotto gli occhi di tutti) esso
indebitato per il fatto stesso di esistere. Appunto
perch le Banche Centrali hanno il monopolio del
denaro. Beffa delle beffe, poi, il fatto che le
Banche emettono denaro dal nulla, soldi virtuali
con un clic sul tasto di un computer: quando gli
Stati per risultano insolventi, pretendono la
privatizzazione di beni e servizi tuttaltro che
virtuali, ma corposamente materiali. Proprio come
quando portano via ai cittadini case, automobili e
aziende. Insomma: un meccanismo infernale,
alimentato dai media che fanno convergere la
nostra attenzione sullepifenomeno (la cattiva
gestione dello Stato, gli sperperi, levasione
fiscale ecc.) ma
occultano il fenomeno
macroscopico essenziale: la perdita della sovranit
monetaria delle nazioni, premessa per la loro
perdita di sovranit complessiva.
E) Nel complesso, dunque, da quanto trapela dalla
sua strategia e da quanto si pu inferire
interconnettendo fenomeni apparentemente sparsi,
llite vuole:
e.1: completare lerosione della coscienza civile
collettiva, manipolare e condizionare le masse
tramite il sistema mediatico che essa controlla
quasi in toto (tv commerciali, programmi
spazzatura, una informazione fuorviante,
tendenziosa e menzognera, una cinematografia
ridotta a Capitan America o Manuale damore
-finiti in America i tempi di Quinto Potere e in
Italia quelli di Enrico Mattei-).
e.2: fomentare conflitti a bassa intensit e guerre
locali, funzionali allapparato industrial-militare
dellOccidente (e al traffico doppio, come in
Afghanistan);
e.3: accelerare i processi della globalizzazione,
soprattutto la prassi della delocalizzazione delle
imprese e degli impianti industriali occidentali, per
sfruttare la mano dopera (ridotta pressoch in
schiavit) e le risorse del Terzo Mondo;
e.4: attaccare ovunque e in ogni modo i diritti dei
lavoratori (nei Paesi in via di sviluppo sono stati
assassinati 90 sindacalisti, e 2500 sono stati
arrestati, nel solo 2010, mentre in Italia il Governo

Monti ha modificato larticolo 18);


e.5: imporre il neo-liberismo pi estremo
(smantellamento del welfare, privatizzazioni
selvagge ecc);
e.6: perpetuare la truffa del debito pubblico e
labominio del signoraggio bancario.
F) Il piano sta comportando inevitabilmente la
rigorosa gerarchizzazione della stessa societ
Occidentale in una sorta di piramide in cui il
potere sovrano degli Stati (cio della collettivit)
sar infine sostituito da forme di autorit private
(grandi corporations in grado di controllare
immensi territori, colossi bancari ecc.). Questa
piramide gi adesso costituita (ed ancora di pi
lo sar in futuro) da una cerchia ristretta di
ricchissimi privilegiati, da una fascia intermedia di
sostegno e supporto tecnico alllite (tecnocrati,
forze dellordine e commercianti) e da una massa
costituita da forza-lavoro a basso costo (operai,
precari, disoccupati, ) e dai resti dellattuale ceto
medio (impiegati, insegnanti) impoveriti e resi
inoffensivi. Con tanti saluti alla mitologia
moderna e illuminista (Democrazia, Progresso
ecc.), si tratta di un mondo riportato, per quanto
concerne i rapporti sociali, ad uno stadio premoderno, barbarico e medioevale.
G). Tutto questo ribalta clamorosamente i valori
dello stesso Capitalismo (iniziativa, impresa,
meritocrazia). Al posto di una societ calda (per
dirla con Lvy-Strauss), dinamica e aperta, allo
scopo di difendere e conservare le proprie posizioni
di ricchezza, potere e privilegio, llite sta
imponendo una societ fredda, irrigidita in caste
bloccate e chiuse. Ecco quindi lestremo paradosso:
llite capitalista, dopo aver di fatto determinato
lestinzione degli Stati, sta smantellando lo stesso
sistema capitalista. Cio sta facendo esattamente
ci che non riusc al Comunismo!
H). Prevedo che alcuni (ingenui o in mala fede)
replicheranno che il popolo non sa autogovernarsi, quindi giusto che il Potere sia di una
ristretta lite. Ma il problema che i membri della
casta oggi dominante NON sono gli illuminati
governanti vagheggiati dallUtopia occidentale (i
filosofi della Repubblica di Platone, i sacerdoti
della Citt del Sole di Campanella, i saggi della
Nuova Atlantide di Bacone). Piuttosto ne sono la
parodia tragica e distorta: sono un pugno di malati
di sete di possesso, che venderebbero la sorella
per qualche dollaro in pi.

Per concludere: gi solo essere consapevoli di


queste dinamiche fondamentale. Non cambieremo
la direzione imposta agli eventi dagli indegni
usurpatori che detengono il Potere. Ma almeno
cadremo ad occhi aperti: come soldati, e non come
dei rinnegati persi e stracciaculo, direbbe il
Colonnello Kurtz di Apocalypse Now. Cadremo da
uomini, non come burattini senza dignit.

Il condizionamento religioso
Corigliano Francesco

a societ occidentale presenta caratteri


davvero curiosi.
Basata su un razionalismo totalizzante,
interamente tesa al raggiungimento di
un utile, di un profitto da quantificare e
analizzare, riuscita a applicare questo
atteggiamento sistematico anche alla spiritualit e
a tutte quelle materie strettamente legate
allinteriorit e alla sensibilit del singolo. Basti
pensare allarte, solitamente accettata con
accondiscendenza, quasi tollerata come uno svago
di poco conto, per non dire inutile; ma anche alle
scienze umanistiche, che mai potrebbero reggere il
confronto con le scienze esatte e con la loro
intrinseca (e spesso presunta) utilit.
Anche alla religione, che in quanto realizzazione
del rapporto col divino dovrebbe rappresentare in
s un aspetto fondamentale della vita (cio
rapporto con ci che garantisce e causa lesistenza
stessa), stato deputato un ruolo quasi
marginale, funzionale, con unimpostazione
perlopi legalistica basata su scadenze e doveri
che ogni pia persona deve rispettare ed onorare.
Questa concezione precettistica del culto, tipica
delle grandi fedi monoteiste, ha effetti diretti sulla
societ introducendo ricorrenze da rispettare,
periodi di preparazione e momenti di comunanza
sociale che coinvolgono tutta la comunit.
La vita delluomo comune influenzata da
momenti di passaggio correlati al culto; i rapporti
con la famiglia, i funerali, il matrimonio, la nascita

dei figli, eccetera. Ma in particolar modo


nellOccidente lazione condizionante della
religione pi intensa, pi determinante,
principalmente grazie alla diffusione della fede
cattolica e alla distribuzione dellorganizzazione
ecclesiastica, presente in quasi tutto il mondo. Le
basi dottrinali della Chiesa sono conosciute
ovunque , insegnate nelle scuole e continuamente
citate o presenti allinterno dei media. E che
piaccia o meno, in Italia questa presenza ancora
pi accentuata a causa della vicinanza col
Vaticano.
Nel nostro Paese il cattolicesimo costituisce una
della maggiori basi culturali: iniziando
dalleducazione elementare, passando per tutti i
momenti formativi nella vita dellitaliano medio
ogni individuo deve prima o poi relazionarsi con
alcuni usi e precetti di matrice religiosa, e regolare
le proprie scelte in base a quanta influenza esse
hanno sulla sua comunit. Ma questo discorso non
ristretto solo allItalia; uso comune nei Paesi
prevalentemente cattolici battezzare i bambini
appena nati, il ch implica di per s una sottintesa
accettazione (e imposizione) del ruolo della
religione nella vita di ognuno. Il cristianesimo
vivo e radicato in tanti altri paesi da molti secoli, e
su di essi ha influito con minore o maggiore
intensit - non solo a livello sociale, ma anche e
soprattutto politico. Un esempio chiaro e valido
della diffusione che un credo religioso pu
raggiungere.

Sulla base di quello che accade in Europa e in


generale nellOccidente, sostengo quindi che la
religione possa essere e sia utilizzata come mezzo
di condizionamento delle masse, e che agisca
direttamente sulla coscienza e sulla psicologia degli
individui attraverso procedimenti che coinvolgono
il senso morale ed etico di ognuno. Nel corso dei
secoli la componente spirituale stata
strumentalizzata ed diventata uno dei mezzi pi
adatti per lesercizio del potere, su piccola e larga
scala, attraverso metodologie fini e penetranti come
linsinuazione del senso di colpa e del sospetto.
Nella coscienza di ognuno ben radicato il senso
del peccato e del male, anche verso elementi
assolutamente naturali (come, banalmente, il
sesso), che limposizione di precetti di base
religiosa ha distorto e alterato.
Come questo sia stato possibile, lo si capisce
osservando la struttura delle organizzazioni
clericali.
Da sempre listituzione religiosa una fattore
caratterizzante delle comunit e societ umane; sin
dai tempi pi antichi sono esistite caste sacerdotali
legate alla cura del culto e della spiritualit, dai
druidi delle comunit celtiche, ai rabbini ebrei,
passando per i pontefici dellantica Roma e per gli
sciamani pellerossa. Questa differenziazione o
elezione di alcuni individui rispetto agli altri
probabilmente dovuta alla stessa natura umana, che
si realizza nella diversificazione dellindividuo e
che inevitabilmente porta alla maggiore sensibilit
di taluni alla materia spirituale. Esistono certo
religioni che non prevedono gerarchizzazioni rigide
o reali distinzioni di valore allinterno della
comunit; il cristianesimo stesso nasce come fede
comunitaria, basata sulluguaglianza di ogni
membro e sul rapporto personale o quasi con la
divinit .
Ma un dato di fatto che nella maggior parte delle
societ umane esiste o esistita una casta di
personaggi incaricati (o incaricatisi) di gestire la
spiritualit, e di indirizzare la comunit
nellambiente religioso; e questo accade in
particolare allinterno del contesto occidentale.
Alle origini del cristianesimo, le figure
ecclesiastiche quali preti, vescovi e papi non
esistevano, n esistono allinterno delle scritture dei

riferimenti alla necessit di simili personaggi. Nella


prima met del II secolo, Ignazio di Antiochia
inizi ad affermare la necessit di figure superiori
alle altre inizialmente con funzioni di
organizzazione e coesione, a causa del perenne
stato di pericolo (di disgregazione o di
persecuzione) in cui vivevano le prime comunit .
Fu il primo a parlare esplicitamente di vescovi.
Prima di lui se ne era occupato Paolo di Tarso,
senza utilizzare termini tecnici, ma riferendosi
semplicemente a personaggi di rilievo allinterno
dei vari gruppi; questi individui andavano
controllati e bisognava impedire che il loro carisma
creasse divisioni nei gruppi stessi .
Le figure carismatiche sono sempre state lideale
per mantenere unito un insieme di persone, specie
se queste non sono propriamente colte. E i titoli
cattolici sembrano essere nati per esigenze di
controllo, e non per motivi di dottrina o di liturgia.
Tutto ci stato estremizzato ed esasperato dalla
Chiesa; per molto tempo i preti ed i vescovi hanno
esercitato un vero e proprio potere sulle comunit,
spesso soppiantando le figure istituzionali
ufficiali. Ancora oggi lopinione del prete della
parrocchia tenuta in altissima considerazione, pi
a causa della sua influenza sul resto dei fedeli che
per una autentica saggezza o cognizione di causa. E
sono innumerevoli i casi di emarginazione sociale e
di discriminazione dovuti ai malumori delle figure
religiose .
Insomma lorganizzazione ecclesiastica andata
deliberatamente ad affiancare, se non a sostituire,
le gestione sociale e anche politica delle comunit.
I limiti entro i quali deve giustamente operare il
culto, cio come fattore accomunante e mezzo di
accrescimento per la persona, nel caso del
cattolicesimo, sono stati ampiamente superati da
ben prima della famosa donazione del castello di
Sutri del 728.
Il Vaticano a tuttoggi un vero e proprio Stato,
con tanto di sistema fiscale interno, fondi bancari e
possedimenti registrati. Sovrano nel proprio
territorio, un tempo molto pi esteso e influente, lo
Stato della Chiesa in aperta contraddizione con i
precetti e gli insegnamenti che predica in giro per il
globo , preoccupandosi principalmente di
mantenere linfluenza della sua autorit e di
perpetrare lesercizio del potere attraverso le
diocesi (a conti fatti, filiali di una gestione
centrale).

La storia della Chiesa cattolica un esempio


lampante di deviazione in senso temporale si una
istituzione religiosa ; ma sempre restando
nellambito occidentale e mediorientale, bisogna
ricordare anche linfluenza dellislam (le
rivoluzioni del XIX secolo in Turchia e Persia, ad
esempio, furono basate sul ruolo della religione
nella legittimazione del governo ) e dellebraismo
(tutte le vicissitudini dello stato dIsraele e della
Palestina, in cui ebbero la loro parte le autorit
americane; ma anche la Shoah e laccusa di
deicidio generalmente mossa al popolo semitico);
nonch, ancora, il protestantesimo fondamentale
nelle grandi emigrazioni del XVII e XVIII secolo
e alcune sette minori tendenzialmente a sfondo
monoteistico, come evangelisti e testimoni di
Geova, ma anche Scientology e altri.

Antico e Nuovo Testamento sono raccolte di testi


eterogenei, e che linterpretazione che la Chiesa ne
ha dato nel corso dei secoli stata funzionale ai
proprio fini e non imparziale con tanto di
omissioni dei passi pi scottanti. Se un contadino
di bassa condizione sociale legge di Ges che
rovesci i tavoli dei mercanti nel tempio, cosa
penser riguardo lo sfarzo e la ricchezza presenti
nelle chiese? Lunico modo per evitare
fraintendimenti affermare che la Bibbia va
interpretata e studiata correttamente.
Ovviamente lesegesi tendenziosa riguarda anche
altri culti; pochi sanno che il Corano predica una
sostanziale unit religiosa tra musulmani, ebrei e
cristiani , cos come pochi sono a conoscenza degli
studi filologici operati su varie scritture sacre. Si
sono dimostrati diversi casi di pseudo - epigrafia
(famosa la questione giovannea, sulesistenza
di due o pi san Giovanni evangelista), cos come
si sono anche datate con precisione diverse
scritture sacra (ad esempio i Vangeli canonici,
scritti verso la fine del primo secolo d.C.) .
Ma limposizione dellermeneutica non lunico
mezzo per mantenere distacco tra dottrina e fedeli;
va ricordato che, in Italia, le messe non sono pi in
latino solo dal 1965 e che solo di recente si sta
diffondendo una certa consapevolezza sul
messaggio presente nelle scritture e sulla condotta
del Vaticano. Senza parlare, sempre riguardo al
cattolicesimo, della costruzione teologica operata
da letterati cristiani del III-IV secolo (e non certo
basata sulle scritture) .
Probabilmente i tempi stanno cambiando:
interessante ricordare lazione legale intrapresa nel
Febbraio 2011 da due avvocati tedeschi, che hanno
accusato il Papa di crimini contro lumanit e la
Chiesa cattolica di acquistare i suoi membri
attraverso un atto obbligatorio, cio attraverso il
battesimo dei bambini che ancora non hanno una
volont propria .
Che sia stata o meno una semplice provocazione,
credo che il gesto sia significativo perch atto a
riscuotere attenzione mediatica su aspetti
controversi dellistituzione ecclesiastica. Aspetti
che solo ora iniziano ad essere discussi, ora che il
velo dellignoranza mantenuto saldamente sugli
occhi delle popolazioni inizia a scostarsi e a
perdere consistenza.

La contraddizione tra questa gestione statale e gli


insegnamenti predicati dalle Chiese, spesso
risolta mantenendo relativamente basso il livello di
conoscenze dei credenti.
Restando nellambito cattolico, difficile trovare
un credente che abbia letto almeno una volta la
Bibbia, ed ancora pi difficile trovarne uno che
labbia letta con uno spirito critico. opinione
comune che il testo sacro non possa essere fruito
come un normale libro, ma che vada interpretato
attraverso laiuto di uno studioso competente.
Ma questa una soluzione comoda e immediata al
problema della diffusione popolare della Bibbia
stessa. Le edizioni in volgare esistono almeno dal
XIII secolo, ma solo da qualche decennio che la
gente comune pu avere accesso reale al testo,
grazie al processo di alfabetizzazione delle masse.
Nel momento in cui la maggior parte delle persone
pu leggere i capitoli pi controversi delle
scritture (dalle tremende maledizioni del Levitico
alle citazioni sui fratelli di Ges nei Vangeli ),
chiaro che possono nascere pericolose
destabilizzazioni e che un fedele qualunque pu
iniziare a nutrire dubbi su ci che crede o che gli
viene detto sia giusto credere.
Per questo il Vaticano ha sempre promosso una
lettura assistita della Bibbia; non si pu
pretendere di leggere ogni cosa letteralmente, n
pensare che quando Dio afferma Il tuo occhio non
si muova a compassione: vita per vita, occhio per
occhio, dente per dente, mano per mano, piede per
piede. stia parlando sul serio. La realt che Va ovviamente riconosciuto che la religione ha una

sua influenza caratterizzante e socialmente utile.


Resta sempre un fattore cardine allinterno delle
comunit, e generalmente si fatta tramite di valori
etici e morali in teoria positivi e adeguati al
progresso.
Punto di riferimento nei villaggi, nelle citt o nelle
province, la classe sacerdotale ha sempre rivestito
un ruolo importante nella politica e nella direzione
della cosa pubblica.
Gli esempi sono tanti, e non solo di matrice
cristiana: basti pensare al ruolo dei druidi nella
resistenza anti-romana, condotta nel periodo
delle conquiste galliche di Cesare; oppure
allautorit rivestita dagli imam, nelle recenti lotte
politiche e sociali nei paesi arabi; ma anche alle
capacit di influenza dei sacerdoti cattolici, a
favore o contro il potere, ora nelle guerre di
religione, ora nel confronto con altre culture, ora
nella resistenza contro i regimi totalitari. Per intuire
il livello capillare di diffusione e di presenza della
religione, basta guardarsi attorno.
Il culto diventa quindi un altro dei limiti che
lumanit utilizza per determinare s stessa e il
mondo che la circonda, attraverso ledificazione di
confini, di mura entro le quali muoversi e che si
oppongono alla pluralit e mobilit della realt
esterna, categorizzando e regolamentando. La
religione ha assunto, allinterno delle popolazioni
di tutto il pianeta, connotati principalmente sociali
ed diventata a certi livelli una semplice
imposizione precettistica. In questo senso, la
differenziazione tra i vari culti religiosi spesso ha
senso solo a livello teologico e tecnico-pratico; nel
principio essi rimangono espressione di quella
tensione ordinatrice che sorge spontaneamente
nelle comunit umane.
Lantropologo scozzese William Robertson Smith
fu tra i primi a studiare la religione come fatto
sociale; in Conferenze sulla religione dei semiti
insistette sulla funzione accomunante del rito,
individuando le basi della ricerca spirituale delle
comunit umane in una semplice funzione
socializzante. Addirittura mile Durkheim, in Le
forme elementari della vita religiosa, arriv a
sostenere che il culto il modo che la societ ha di
venerare s stessa (pur non teorizzando una forma
di sociolatria, ma piuttosto una predominanza
della dimensione sociale sullindividuo).
Il punto centrale nel discorso non quale teoria o
dottrina si propugna, bens lutilizzo che luomo fa

della materia spirituale. Quando non il


cristianesimo, pu essere lislam, o magari
lebraismo, ma chiaro che tendenzialmente la
cultura umana porta la religione a essere
principalmente fatto sociale e identificante.
Ora, in quanto base dei rapporti comunitari,
chiaro che la religione pu essere utilizzata per
incanalare e condizionare le scelte delle grandi
masse di credenti. Non banale ricordare
linfluenza che il Vaticano ha da decine di secoli
sullEuropa (e non solo), n banale accennare alla
mole immensa di distruzione e morte che le guerre
di religione hanno portato in tutto il pianeta.
Se vero che lesigenza di rapporto col divino
propria di ogni uomo, chi pi chi meno; se vero
che lignoranza - non solo delle dottrine garantisce ampie possibilit di manipolazione; e se
vero che il culto ha un ruolo sociale (e perci
amministrativo) importante: allora chiaro che,
unendo lutile al dilettevole, le grandi autorit
religiose della storia hanno potuto indirizzare per
fini prettamente economici e politici il proprio
ruolo di intermediazione con la divinit, per
garantirsi ulteriore potere e capacit di controllo.
assodato che molti aspetti del nostro approccio
psicologico e umano al mondo sono influenzati da
ci che la cultura ecclesiastica ha propugnato per
secoli.
Come gi detto sopra, un esempio il concetto
tutto religioso di peccato ; comportamenti
scorretti da un punto di vista sociale e civile
vengono deplorati non in quanto tali, appunto, ma
perch peccato ed espressione di disubbidienza al
divino. giusto insegnare ad un bambino che non
deve picchiare i compagni di scuola, non perch
deve essere gentile e rispettoso con tutti, ma perch
senn poi Ges triste? giusto fare lelemosina
ad associazioni assistenziali dalla onest non
verificata, solo per sentirsi in pace con s stessi e
con gli insegnamenti dati dal prete?
Il senso di colpa uno strumento fine ed efficace,
che una volta inserito nei meccanismi mentali degli
individui li pu condizionare in maniera
determinante. Utilizzato come mezzo di controllo,
pu arginare la libert dei singoli semplicemente
facendoli sentire male da s per ci che stanno
facendo, anche se lazione in s non ha nulla di
oggettivamente deprecabile.
Per tornare allesempio precedente, una persona

cresciuta in ambiente fortemente cattolico e che si


trova a leggere un passo della Bibbia trovandolo
strano, o in disaccordo con quanto predicato dal
prete, automaticamente si sentir in colpa per avere
pensato male o per essersi sopravvalutato, e
probabilmente eviter di ripetere il peccato pi
per timore di star male di nuovo che per reale
convincimento.
Questo atteggiamento, estremizzato, non solo
limita le scelte dellindividuo ma pu anche portare
al fanatismo che ha reso tanto famosi gli estremisti
musulmani del Medio oriente, ma che non poi
tanto diverso da quello che muoveva la maggior
parte dei crociati nei primi secoli del secondo
millennio. Imporre la determinazione di ci che
giusto o sbagliato, senza indurre insieme la
riflessione, ha pi effetti controproducenti che
positivi.
Un altro campo di applicazione quello della
repressione degli istinti, meccanismo che se bene
attuato favorisce di per s il mantenimento del
controllo; nel momento in cui lautorit concede
il soddisfacimento degli istinti stessi, essa non solo
non sar malvista ma addirittura verr considerata
benevola e buona. Alcune festivit religiose come il
Carnevale, derivato da tradizioni pagane
opportunamente stravolte , un tempo servivano
proprio come valvola di sfogo per le popolazioni
oppresse materialmente e psicologicamente. Un
esempio di questo tipo di tecniche il
trattamento riservato al sesso dal cattolicesimo;
demonizzato per secoli, presentato come attivit s
necessaria per lumanit ma anche troppo vicina
alla tentazione e alla perdizione. Ma anche le
limitazioni alimentari, dettate dalle codificazioni
ebraiche o musulmane (e nate millenni fa per
esigenze soprattutto igieniche), hanno il loro buon
potenziale dinfluenza.
Questo tipo di meccaniche vanno via via
disgregandosi col passare del tempo: la societ
moderna, tesa al cambiamento continuo, al
consumismo e allimposizione arrogante, sprona
lindividuo medio a soddisfare principalmente i
suoi presunti bisogni (spesso indotti dalla societ
stessa) e linfluenza che la collettivit pu avere
sulla singola persona ormai pi forte di quella che
pu esercitare il prete o lorganizzazione
ecclesiastica.
Ma questi elementi hanno ancora una presa forte
specie nelle comunit pi piccole, magari tagliate

fuori dalle correnti culturali e mediatiche di


maggiore rilievo.
La religione determinante nellattuale modello di
societ umana, ma probabilmente non lo nella
giusta maniera. Linfluenza che dovrebbe avere sul
singolo e sul suo sviluppo si troppo spesso
tradotta in limitazione e condizionamento.
Certo non una realt identica ovunque: viene
anche da chiedersi se linterpretazione prettamente
sociale della religione sia un problema del
cristianesimo, o umano; praticare un culto solo
come fenomeno didentificazione, senza coltivare
lindividualit e il rapporto personale col divino
crea inevitabilmente divari e contraddizioni. Non si
pu certo dire che tutta lumanit sia stata
influenzata dal cattolicesimo o dalla Chiesa
cattolica. N si pu affermare che essa non abbia
rivestito un ruolo importante nella formazione
identitaria di molte societ.
Ma chiaro che unestremizzazione di tutto questo
c stata, e che il cattolicesimo come anche altre
religioni hanno fatto leva sulle debolezze umane e
sul senso di colpa.
Sarebbe positivo, per lintera societ umana,
tendere ad un approccio alla spiritualit pi
autentico, spontaneo e diretto, con meno
intermediari e meno strutture organizzative. Un
metodo che coinvolga maggiormente il singolo e le
sue propensioni naturali, spingendolo allaccordo
accomunante con i suoi simili.
La storia insegna che, per quanto riguarda le grandi
masse, questo metodo non stato adottato.
Esistono ovviamente realt diverse e che
contemplano un maggiore coinvolgimento
dellindividuo.
C insomma da augurarsi che una religione
diversa, intesa come sistema di culti e riti che
favorisca il contatto con la dimensione spirituale,
non sia n una contraddizione in termini, n
unutopia.
BIBLIOGRAFIA
M. Simonetti, E.Prinzivalli, Letteratura cristiana
antica, Piemme, 2003.
U. Fabietti, Storia dellantropologia, 2 edizione,
Zanichelli, 2001.
P. Viola, Il Novecento, Einaudi, 2003.
La Sacra Bibbia, Edizioni Paoline, Roma, 1964.

SITOGRAFIA
http://www.adherents.com/Religions_By_Adherent
s.html#Christianity, dati di Adherents sulla
diffusione del cristianesimo nel mondo.
http://qn.quotidiano.net/2007/05/10/11019chiesa_possiede.shtml, per i dati sui possedimenti
del Vaticano nel 2007.
http://www.bicudi.net/materiali/traduzioni/traduzio
ni_moderne.htm, per ledizione della Bibbia del
Mallermi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Cristianesimo,
per alcuni dati sulla dottrina cristiana.

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