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ANSWER MACHINE

Gli ANSWER MACHINE sono Saverio Vita e Giuseppe De Francesco. Entrambi musicisti e
produttori, uniscono i loro orizzonti per dare vita a un linguaggio comune che esplora i territori
dell'elettronica, del pop, della musica sinfonica e dei club europei. Al loro immaginario musicale
appartengono pi mondi orbitanti attorno a un'unica visione stilistica, compositiva e formale.
The ANSWER MACHINE are Saverio Vita and Giuseppe De Francesco. Both musicians and
producers, they mix each other's points of view, expressing, as a result, a common language which
explores the worlds of electronic, pop, symphonic and club music. Several planets orbiting around
the same star: a unique vision, a common way of thinking about style, composition and formal
issues.
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Soundcloud
https://soundcloud.com/answermachine

Dont Stop
Dont Stop lho ideata avendo in mente le produzioni di pionieri dellelettronica come Kraftwerk e
Giorgio Moroder. Anche in questa traccia sono presenti in modo preponderante i synth di Reason.
La genesi di questo pezzo stata speculare e complementare rispetto a Keep On Going: ho
composto i nuclei portanti del pezzo, come la linea di basso synth e il riff, e ho lasciato a Saverio il
compito di definire il lead melodico della voce: anche qui trattata da lui con lo stesso programma di
vocoder. La parte ritmica suona un pattern dance lineare in cui sono miscelati i campioni della
Roland Tr 808 e 909 caricati dentro l'MPC. Ho voluto lasciare un'impronta che fosse marcatamente
stilistica registrando un pattern di Roland Tb 303 emulata da unapp per iPad, ricreando cos il
tipico suono acido della techno degli anni 90. Anche in questo pezzo gli archi sono stati composti e
registrati con lo stesso approccio usato in Keep On Going: miscelazione di diversi campioni,
immersi in un unico ambiente sonoro riverberato e leggermente ridonante di echi.
G.
Dont stop nasce da unidea di Giuseppe, unidea gi ordinata di per s. Pochi sintetizzatori, gi
strutturati e dotati di suoni ben definiti. Suoni che, con forza, definiscono un linguaggio oltre che un
genere. in questo contesto che ho prodotto, nuovamente, le tracce di vocoder (stavolta prive del
tutto della mia voce naturale) e quelle di archi, con lo stesso procedimento attuato in Keep on going.
La differenza sta nel fatto che qui gli archi non hanno un carattere forte, una vocazione alla
solitudine allinterno del mix, come accade invece nel primo pezzo (infatti, alla fine di Keep on
Going, potrete ascoltarli in solo) ma il loro scopo incentivare un ritmo elettronico gi dato,
sfruttando la natura degli strumenti ad arco, una natura che affonda nelle radici della musica
occidentale. Per noi unire il suono di un violoncello a un sintetizzatore equivale a unire due mondi:
quello dal quale proveniamo culturalmente e quello dal quale siamo circondati. La memoria nel
presente.
Entrambi i pezzi sono stati concepiti per stare insieme in un singolo vecchio stile, come se
dovessero essere pubblicati su un 45 giri. I vocoder, gli archi, alcuni suoni di sintetizzatore, sono
identici in entrambi i pezzi, perch sia Keep on going che Dont Stop provengono da un momento
compositivo
pressoch
unico.
giunto poi il momento di amalgamare ulteriormente le parti cos composte, e pi che momento
potrebbe chiamarsi periodo: abbiamo infatti deciso di licenziare i pezzi dopo almeno due mesi di
telefonate, mail, connessioni mancate. Abbiamo lavorato di cesello e, come ci piace sostenere, per
sottrazione. questo il motivo conduttore del nostro modo di operare, che forse perfino
rintracciabile nellimmagine che abbiamo elaborato per descrivere la nostra musica: un monolite
scheggiato,
un
parallelepipedo
privo
di
alcune
sue
componenti.
Abbiamo lavorato cos in modo tale da poterci dire che, qualsiasi cosa accada, siamo stati noi a
volere che i pezzi fossero esattamente per come sono adesso, e per come potete ascoltarli anche voi,
sperando
che
li
possiate
apprezzare.
S.

Keep on going
Keep on Going nata da alcune parti di pianoforte mandatemi da Saverio, queste, di fatto,
possedevano gi tutta lessenza del pezzo. Mi sono dato il compito di strutturarle in una forma
simile a quella di una canzone, e di affiancarle ad altre parti che ho scritto e registrato al fine di
ottenere il giusto sostegno ritmico e melodico. Ho programmato un sequencer in modo che ripetesse
un ostinato su una singola nota prima in quarti e poi in ottavi, il suono stato generato da un synth
analogico monofonico MFB, e lo si pu sentire in testa e in coda del pezzo. Lidea per questa parte
mi venuta ascoltando Together degli xx. C anche un suono di arpeggiatore presente lungo tutto il
pezzo, che invece un soft synth di Reason, che simula Poly-six della Korg. Per la parte ritmica ho
utilizzato un MPC 500 dellAKAI, con dentro caricati i campioni di una Roland tr 808. Ho
utilizzato la tecnica del fingerdrumming, usata spesso nelle produzioni e nelle performance hip hop:
in questo moto ho ottenuto il suono tipico delle drum machine e al contempo il feeling umano delle
dita che tamburellano sui pad; la parte lho registrata improvvisando, in ununica take e non segue
un pattern lineare ma in continuo controtempo. Saverio mi ha anche mandato le melodie vocali in
parte trattate al vocoder e in parte lasciate a voce naturale, per quanto riguarda i suoni dorchestra,
abbiamo usato pi campioni di archi miscelati allunisono. Sia le singole tracce, che il master sono
state trattate con riverbero e delay, in modo da creare spazialit nellambiente sonoro. Reason
svolge un lavoro eccellente, nella registrazione, nella sintesi e nel trattamento dei suoni.
G.
Keep on going nasce da alcuni passaggi di pianoforte abbastanza estemporanei, registrati molto
velocemente per trattenere lidea e sui quali ho poi costruito una struttura che sostenesse il giro. Ma
ho subito avvertito un certo disordine nella composizione. Avevo, per lennesima volta, lidea di
costruire qualcosa che avesse a che fare con lelettronica, ma mi rendevo conto che ancora non ero
riuscito a trattenerne il linguaggio specifico. stato durante il mio ritorno estivo a Messina che,
prendendo un caff con Giuseppe, ho capito (ricordato) di avere bisogno delle sue capacit di
restauro, di ristrutturazione, per portare avanti il pezzo. cos che abbiamo cominciato a lavorare,
scambiandoci le rispettive parti via internet. Dopo il prezioso lavoro di Giuseppe, che ha riordinato
le parti, le ha scomposte, ricollocate in modo diverso e funzionale, e le ha riprodotte, scolpendo i
suoni elettronici, ho ricevuto il necessario sostegno armonico per poter costruire le parti che ancora
mancavano al pezzo: le voci, sia naturali che trattate con il vocoder, e gli archi, presenti nel pezzo
nella formazione classica del quartetto. Su richiesta di Giuseppe ho poi prodotto altre tracce di
vocoder, a diverse ottave, in modo da ottenere un suono pieno e pi ampio a livello di frequenze, e
miscelato tracce di archi prodotte con pi samples. Abbiamo, inoltre, doppiato le tracce di
pianoforte,
per
lo
stesso
motivo.
S.

No space between us
"No Space Between Us" ha un percorso un po' travagliato. Nasce in modo molto estemporaneo
come pezzo acustico, volendo cantautoriale, ma si trasforma, in conformit a "Don't stop" e "Keep
on going", in un pezzo elettronico. Tuttavia, nel momento in cui ho condiviso entrambi i materiali
con Giuseppe (cio la demo acustica e un primo arrangiamento elettronico), ci siamo presto resi
conto che il valore della canzone risiedeva nel suo modo di essere diretta, acustica, cos per come
stata concepita. La chitarra, strumento assente in "Keep on going" e "Don't stop", fa la sua
apparizione inevitabile (attesa, gradita, raggiunta) nella musica degli Answer Machine, cio nella
musica di due ragazzi che suonano la chitarra. "No space" un pezzo che inaugura un progresso nel
nostro modo di fare musica, ma un progresso che rimane dentro la "tradizione": il concetto sempre
quello di comporre moduli che siano esportabili in un punto o un altro del pezzo (gli "uuu" che
sentite all'inizio, per esempio, sono stati concepiti per essere riprodotti alla fine del pezzo), e che tali
elementi portino in serbo il germe della melodia pura, suonata con strumenti acustici. Gli archi, il
pianoforte, rimangono fondamentali. Rimaneva un problema: come uniformare il suono di No space
con gli altri pezzi? Giuseppe ha avuto la bella idea di far passare la traccia di archi attraverso il
filtro di un sintetizzatore, e ha poi programmato il suono di batteria. Il risultato quello che
desideriamo: un pezzo acustico, ma non fino in fondo, elettronico, ma non fino in fondo. E' il centro
del nostro discorso musicale: i generi sono delle gabbie troppo strette. I linguaggi sono fatti per
essere
studiati,
miscelati,
distrutti
e
rigenerati
se

il
caso.
S.
Quando Saverio mi ha mandato il file No Space Between Us, mi sono trovato di fronte a un pezzo
gi ben strutturato sui piani della composizione, dellarrangiamento e del testo. Ho riscontrato la
presenza di diverse anime allinterno di questa composizione e mi sono assegnato il compito di
bilanciarle: ho provato quindi a far coesistere gli elementi acustico/organici di voce, chitarra e archi,
con quelle elettronici, rappresentati non tanto dai sintetizzatori quanto dalle opportunit che questi
offrono di filtrare e modulare suoni gi esistenti; lintento stato quello di creare una sorta di
inestricabilit fra i suoni reali quelli artefatti senza che vi fossero nette demarcazioni. Per le voci e i
cori ho stratificato numerose tracce, ci ha portato a una maggiore spazialit del comparto vocale
che ricrea artificialmente la sensazione di un coro polifonico, in cui pi voci dallo stesso timbro
vocale cantano la stessa parte ma con intenzioni interpretative lievemente differenti. Tutti i suoni di
questo pezzo sono stati riverberati per ampliare il senso di spazialit, la batteria suona un semplice
pattern di cassa continua e clap, i cui suoni provengono dal Volca Beats della Korg (drum machine
analogica) e da brevi campionamenti di suoni percussivi pescati nella mia libreria musicale.
G.

Emotions
"Emotions" per me una sorpresa. Anzi, le sorprese sono due. Da un lato, un pezzo che nasce con
l'intento teorico di miscelare a fondo il quartetto d'archi minimalista e l'elettronica pura (linguaggi
che, per la loro struttura modulare, hanno molto in comune), ma rimane in fondo un pezzo molto
spontaneo. Dall'altro, la fusione dei generi porta con s la fusione di due stati d'animo: se la frase
minimalista nostalgica, quella elettronica invece gioiosa. Come riescano a fondersi questi due
sentimenti noto a tutti, meno facile invece comunicarli in musica, nel guscio comune di una
manciata di battute, con l'alfabeto ristretto, ma bizzarramente infinito, delle note. La composizione
operata per moduli ha permesso a Giuseppe di riordinare il materiale in modo non comune, secondo
il nostro consueto comandamento: la sintesi prima di tutto, ce lo insegna la letteratura che abbiamo
letto insieme. La sua operazione di riordino, e la sua grande perizia nella produzione dei suoni,
gemella di quella agita su "No Space Between Us": anche qui presente la chitarra (classica), ed
trattata attraverso un filtro di sintetizzatore, come gli archi di "No space". Il nostro ospite gradito e
desiderato, Massimo Russo dei Central al basso elettrico, completa una canzone che figlia di un
lavoro fatto tra amici, tra persone che condividono una visione musicale, ed extramusicale,
profonda.
S.
Il mio lavoro su Emotions consistito non tanto nel bilanciare gli elementi concepiti da Saverio,
ma nel dare enfasi a ci che gi era contenuto nelle prime versioni del brano. Ritmo, armonia e
melodia, che sono naturalmente le componenti fondamentali della musica, trovano in questo pezzo
la propria rilevanza in modo netto: la batteria, scritta e programmata da Saverio, lho filtrata in
alcune sezioni per conferirle variazioni dinamiche e sonore. Massimo Russo (Central) ha scritto e
registrato una linea di basso elettrico. Gli archi sono stati mescolati e doppiati dai synth; alla parte
di piano forte ho aggiunto , verso la fine, un synth arpeggiato (Thor di Reason) che riallinea il sound
a quello dei pezzi precedenti. La voce stata trattata da Saverio non da un vocoder ma da un synth
vocal che, senza alterare significativamente il timbro, ne enfatizza la linea melodica. Tra tutti i pezzi
degli Answer Machine, Emotions quello pi denso e meno rarefatto, ho infatti utilizzato la
distorsione su molte delle tracce che lo compongono, con lintento di conferire allascoltatore una
sensazione di saturazione sonora che riflettesse il complesso mondo delle emozioni cantato da
Saverio.
G.

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