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La prova finale

Vademecum per gli studenti CLEF


Questa guida fornisce qualche consiglio di metodo per limpostazione e la
stesura della prova finale da parte degli studenti del corso di studi in Economia
e Finanza. I suggerimenti non hanno natura vincolante ma possono essere utili
anche quando si tratta di scrivere saggi brevi nellambito di singoli
insegnamenti.
Che cos
La prova finale NON una tesi di laurea. Non si tratta, in altre parole, di un
lavoro di ricerca vero e proprio, destinato a impegnare lo studente diversi mesi
ma piuttosto di una relazione scritta, impostata o meno con laiuto di un
docente, su di un argomento scelto dallo studente (o, eventualmente,
suggerito da un docente) in cui il laureando dar prova di conoscere a fondo gli
strumenti metodologici e teorici acquisiti durante il corso di studi. Leventuale
docente supervisore non ha alcun ruolo ufficiale: non , cio, un relatore ma si
limita ad aiutare lo studente.
Quanto tempo dedicare
La prova finale consiste in un elaborato breve (entro le 30-40 pagine), da
svolgersi in un lasso di tempo limitato quantificabile in circa un mese,
coerentemente con il valore in crediti (3 CFU) minore di quello che ha un
singolo insegnamento. Un a volta individuato largomento e deciso se ci si
vuole avvalere o meno del supporto di un docente, bene mettere a fuoco il
pi possibile lobiettivo della propria ricerca, chiarendo a quale domanda si
vuole rispondere.
Come si fa la ricerca bibliografica
Leventuale docente supervisore potr suggerire una bibliografia minima; lo
studente dovr poi dimostrare una certa autonomia nello scoprire fonti
bibliografiche aggiuntive, fermo restando che sufficiente leggere pochissime
cose, ma ben scelte.
La ricerca bibliografica va fatta (in biblioteca o su internet) su testi accademici
o comunque di comprovato carattere scientifico: articoli di rivista, working
papers (WP) di universit/centri di ricerca, pubblicazione di istituzioni
nazionali/internazionali, monografie (cio libri). Di ogni lavoro devono essere
noti lautore, la sede e la data di pubblicazione. Se si tratta di WP, buona
norma verificare se nel frattempo il lavoro stato pubblicato su una rivista
(perch vuol dire che del lavoro ne esiste una versione successiva, in genere
migliore). Ogni dipartimento universitario di economia possiede la propria
collana di WP, accessibile quasi sempre gratuitamente tramite internet.
Passare da uno studio prevalentemente fatto sui libri a uno su articoli di rivista
(o WP) non semplice poich il livello di sofisticazione analitica dei secondi
spesso molto maggiore dei primi. Per questo motivo, quando lo studente cerca
autonomamente fonti bibliografiche, consigliabile partire da un buon articolo
di rassegna, perch questo dovrebbe dare conto del dibattito teorico e/o
empirico sullargomento che vi interessa in modo esauriente. Le riviste migliori
in proposito sono il Journal of Economic Literature, il Journal of Economic

Perspectives o il Journal of Economic Surveys. Fonti bibliografiche molto utili, se


ci si vuole occupare di temi di politica economica, sono i siti delle principali
istituzioni nazionali/internazionali di ricerca e non (ad esempio Banca dItalia,
Istat, Ministero dellEconomia, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali,
Eurostat, BCE, OCSE, FMI, Banca Mondiale, ecc.) Tutti i siti di queste istituzioni
hanno un link alle loro pubblicazioni, dove sono pubblicati i risultati di ricerche
di interesse per listituzione stessa e che hanno un impatto sul dibattito di
politica economica nazionale e/o internazionale. Sempre se ci si occupa di temi
di policy, pu essere utile consultare riviste on-line (cio solo su internet) in cui
compaiono articoli divulgativi ma sufficientemente rigorosi sul piano scientifico,
scritti da studiosi (universitari e non). In Italia esempi di riviste di questo tipo
sono
rintracciabili
ai
seguenti
indirizzi:
http://www.lavoce.info/,
http://www.nelMerito.com/, http://www.sbilanciamoci.info/.
Unavvertenza va fatta per quello che si trova su internet e che NON
corrisponde a quanto detto finora (cio articoli di rivista, working papers, libri,
pubblicazioni scaricabili da enti istituzionali e/o di ricerca non accademici,
riviste on-line): su internet si trova di tutto, dallarticolo di giornale
allintervento fatto al convegno politico, dal commento su di un blog alla
dispensa/slide didattica: bene non usare questo tipo di materiali, spesso prive
di rigore scientifico poich non si tratta di pubblicazioni vere e proprie.
Redazione della tesi
La redazione della tesi dovr uniformarsi, di massima, ai seguenti criteri:
pagine di 32-35 righe, ciascuna di 65, 70 caratteri di tipo Times, Courier o
Helvetica;
scrittura in recto e verso (fronte-retro);
copertina in cartoncino leggero, di colore chiaro, non lucida; figure e
tavole in formato UNI (A4, A3);
misura dei margini destro-sinistro e superiore-inferiore: 2,5 cm;
interlinea: 1,5
testo sempre giustificato, anche per le note.
Alcuni consigli redazionali
Termini stranieri: vanno in corsivo (tranne quelli entrati a far parte del
vocabolario italiano), e vanno sempre indicati al singolare (es. i file, non i
files).
Numeri: i numeri dallo zero a nove si esprimono in lettere; si esprimono sempre
in cifre i numeri che si riferiscono a una misura o che evidenziano un
riferimento di pagina, capitolo e simili. Fino a quattro cifre, i numerali si
compongono uniti (ad esclusione delle tabelle in cui le migliaia si separano col
punto); oltre le quattro cifre si scrivono con il punto basso; per separare i
numeri interi dai numeri decimali si usa soltanto la virgola (e non il punto). Nei
numerali espressi in tutte le lettere la desinenza "mila" non va staccata (es.
cinquemila, non cinque mila). Si scrive 600.000, non 600 mila. Nel caso di
milioni e miliardi soltanto, si scrive 600 milioni, 600 miliardi (600.000.000,
600.000.000.000 in tutte cifre si riservano ai casi di incolonnamenti e di
tabelle).
Abbreviazioni: l'uso devessere generalmente limitato alle enunciazioni
bibliografiche, alle tabelle e ai rimandi tra parentesi. Un elenco delle principali
abbreviazioni:

cap. per "capitolo" e capp. per "capitoli".


vol. per "volume e voll. per "volumi"
fig. per "figura" e figg. per "figure"
n. per "numero" e nn. per "numeri"
p. per "pagina" e pp. per "pagine"
par. per "paragrafo"
tab. per "tabella"
ecc. per "eccetera" (mai preceduto dalla virgola; non usare etc.)
Lindice della tesi
Prima di iniziare a scrivere il capitolo 1 dellelaborato, utile stilare una bozza
di indice (ovviamente rivedibile), con lindicazione dei titoli dei singoli capitoli e
paragrafi. Lo scopo di questa operazione, preliminare alla scrittura vera e
propria, quella di circoscrivere loggetto danalisi, fissando dei paletti.
Abbozzare un indice della tesi utile perch serve a dare dei limiti, dei confini
al tema che si vuole esaminare. E inoltre utile per leventuale docente per farsi
unidea di come lo studente ha intenzione di strutturare il lavoro.
La struttura del testo
Per organizzare la stesura del lavoro, opportuno suddividere la tesi in capitoli
e in paragrafi. E sempre bene che il capitolo 1 sia dedicato a un
inquadramento concettuale del problema. I capitoli rimanenti, a seconda del
tipo di argomento scelto, possono essere di approfondimento della letteratura
teorica (se loggetto di studio prettamente teorico), di analisi istituzionale (se
lelaborato verte su argomenti di politica economica) o di valutazione della
letteratura empirica (se si scelto un argomento di natura statisticoeconometrica).
Qualunque sia il taglio che si vuole dare al lavoro (teorico, istituzionale o
statistico-econometrico), importante ricordare che:
1) Chi scrive deve sempre permettere al lettore esterno di capire chiaramente
quale la fonte, ossia di quali letture si avvalso per analizzare loggetto di
indagine. Ci va fatto nel testo direttamente, tra parentesi alla fine del discorso
o in nota a pi di pagina, non solo nella bibliografia.
2) Quando si tirano le fila di un ragionamento e/o si sostiene
unargomentazione, questa deve essere esposta in modo logico e chiaro,
altrimenti ideologia. Lo stile con cui si scrive la prova finale non deve essere
di tipo giornalistico ma accademico, ossia tale da permettere al lettore di
seguire chi scrive sul piano logico e sequenziale.
3) nella scrittura della prova finale ci si attende che lo studente sia in grado di
fare una sintesi chiara e ordinata delle letture fatte. Lobiettivo principale
quello di arrivare alla fine del lavoro avendo maturato una conoscenza
sufficientemente solida di un problema e di coglierne le principali complessit.
Se questo obiettivo raggiunto, si deve essere soddisfatti, anche se ci
rendiamo conto di non apportato alcun contributo nuovo.
Uso di grafici e tabelle
Luso di grafici e/o tabelle pu essere molto utile, a seconda del tipo di lavoro
che si svolge, perch d conto dellevidenza empirica di un fenomeno. Grafici
e/o tabelle devono sempre corredate da unintestazione e riportare sotto la
fonte da cui sono stati ricavati. Tuttavia, il testo deve risultare chiaro di per s,

ossia non deve costringere il lettore a ritornare in continuazione al grafico o alla


tabella per capire il senso di quanto scritto.
Uso delle note a pi di pagina
Le note a pi di pagina sono esplicative di un concetto o di unaffermazione
fatta nel testo che volete sviluppare in modo pi ampio e approfondito, senza
interrompere il flusso del discorso principale. Non devono essere indispensabili
alla lettura: il testo deve quindi risultare sufficientemente chiaro, senza
costringere il lettore ad andare a leggerle. Le note devono essere riportate a
pi di pagina, giustificando il testo, e la dimensione dei caratteri devessere
visibilmente inferiore rispetto a quella del testo.
Introduzione e Conclusioni
Introduzione e conclusioni servono a dare un quadro sintetico e chiaro del
lavoro, utile a un lettore esterno che volesse farsene unidea, senza leggerlo.
Devono essere di poche pagine (1 o 2) e non devono aggiungere cose nuove
rispetto a ci che scritto nei capitoli. E buona norma scriverle per ultime.
Nellintroduzione bene esporre i contenuti dei singoli capitoli, anche in modo
didascalico (Nel primo capitolo si analizza , Il secondo capitolo ha per
oggetto e cos via per ogni capitolo). Le Conclusioni invece servono a tirare
le fila del discorso, entrando nel merito dei contenuti dei singoli capitoli e
richiamando esplicitamente i risultati a cui si perviene.
Unalternativa allo scrivere Introduzione e Conclusioni di far precedere il
primo capitolo da una Premessa e sintesi del lavoro, in cui in 2-3 pagine si
condensa quanto si direbbe nella Introduzione e nelle Conclusioni.
Come si presenta la prova finale il giorno della discussione
E importante saper spiegare e difendere quello si scritto nella relazione
davanti ai dei docenti che compongono la commissione di laurea. Molto
apprezzata dalla commissione la capacit di dare conto in pochi minuti, con
chiarezza e sinteticit, del lavoro svolto. Non detto (anche se probabile) che
un lavoro scritto chiaramente venga esposto allo stesso modo. Va quindi curata
e preparata anche lesposizione orale.

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