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NOMEPAGINA: ENTILOCALI EL1IN NAZ XV 15/02/08 Autore: APALMIERI Data e Ora di stampa: 15/02/08 13.

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TRASPARENZA

Gli obblighi poco sentiti della legge 150


di Domenico Pennone
Direttiva Frattini: gli obiettivi La programmazione
L
a necessità di definire
azioni coerenti e pro-
grammate nell’ambito annuale degli obiettivi
della comunicazione istitu-
zionale è stata posta in ma- “L
no:
e pubbliche amministrazioni, attraverso gli uffici stam-
pa, i portavoce e gli Urp e le analoghe strutture, devo- di comunicazione
niera molto netta dalla leg-
ge 150 del 2000. Questa 1) garantire un’informazione trasparente ed esauriente sul fa parte dei doveri
loro operato;
legge stabilisce contenuti e
procedure per tutte le ammi- 2) pubblicizzare e consentire l’accesso ai servizi promuo- non derogabili
vendo nuove relazioni con i cittadini;
nistrazioni pubbliche, con-
3) ottimizzare l’efficienza e l’efficacia dei prodotti-servizi
delle amministrazioni
fermando in modo netto e
definitivo il carattere obbli- attraverso un adeguato sistema di comunicazione interna” l che dovrebbero
gatorio della comunicazio-
ne istituzionale. essere applicati anche
nei limiti delle risorse di- portanza della comunicazio-
OBBLIGHI sponibili, le strutture e i ser- ne per le Amministrazioni a livello locale.
vizi finalizzati alle attività pubbliche. La direttiva, in-
L’articolo 11 di questa pre-
vede che le amministrazio- di Informazione e Comuni- fatti, indicando al punto 7 Obiettivo delle norme
ni “statali” debbano elabo- cazione e al loro coordina- le azioni di monitoraggio di riferimento,
rare annualmente il pro- mento». Questo articolo evi- necessarie per la verifica
gramma delle iniziative di denzia, in modo netto, la dello stato d’attuazione del- quello di promuovere
comunicazione che intendo- volontà del Legislatore di la legge 150 afferma: «Le
no realizzare nell’anno suc- indicare, a tutte le ammini- amministrazioni, ...dovran- la trasparenza
strazioni, la necessità di co- no verificare, attraverso
cessivo. Secondo l’articolo
12 poi tutti i “programmi” ordinare e definire risorse sondaggi, studi e ricerche, e attuare il dettato
(piani di comunicazione) umane e mezzi che consen-
tano di attuare l’obbligo di
da affidare anche a soggetti
privati, l’attuazione del pia-
costituzionale
delle amministrazioni stata-
li dovranno pervenire al Di- comunicazione. Attività no di comunicazione annua-
partimento per l’informa- che solo attraverso una pre- le e misurarne l’efficacia».
zione e l’editoria, che redi- cisa programmazione è pos- Con la direttiva dunque è
gerà il piano di comunica- sibile realizzare, ovvero at- sancita la necessità, per tut-
zione nazionale sottoposto traverso uno specifico Pia- te le amministrazioni cen-
all’approvazione del Presi- no di comunicazione. trali e locali, di definire
dente del Consiglio dei mi- Solo, dunque, con la reda- sempre un proprio piano an-
nistri. zione di un piano organico nuale di comunicazione,
La legge 150/2000 ha reso di comunicazione anche un unico strumento capace di
dunque obbligatorio il pia- Ente locale potrà dare pie- garantire il necessario moni-
no di comunicazione per le na attuazione agli aspetti toraggio delle attività di co-
amministrazioni dello Sta- d’indirizzo generale presen- municazione adottate.
to, mentre per gli altri Enti ti nella legge 150/2000. Lo Il Piano di comunicazione,
tale strumento sembra resta- stesso Ente locale, con l’ap- anche se redatto da un’am-
re facoltativo. provazione di un Piano di ministrazione locale non
Nella stessa normativa pe- comunicazione, potrà inol- soggetta a precisi obblighi
rò, con articolo 6, si sanci- tre recepire pienamente la di legge in tal senso, rappre-
sce un principio generale: Direttiva del ministro per la senta dunque lo strumento
«Ciascuna amministrazio- Funzione pubblica del 7 fondamentale per garantire
ne definisce, nell’ambito Febbraio 2002, n. 422, che l’efficacia di ogni azione di
del proprio ordinamento de- ha rappresentato un ulterio- comunicazione nel rispetto
gli uffici e del personale e re riconoscimento dell’im- della legge 150/2000 sulla

FEBBRAIO 2008 XV
NOMEPAGINA: ENTILOCALI EL1IN NAZ XVI 15/02/08 Autore: APALMIERI Data e Ora di stampa: 15/02/08 13.17 Colore

TRASPARENZA

L’attività di informazione e comunicazione In via generale, è possibile


che la stesura del piano di
comunicazione sia affidata
a. «l’informazione ai mezzi di comunicazio- h. promuovere conoscenze allargate e ap- a un preciso e definito grup-
ne di massa, attraverso stampa, audiovisivi e profondite su temi di rilevante interesse pubbli- po di lavoro tecnico che re-
strumenti telematici; co e sociale; cepisce le linee d’indirizzo
b. la comunicazione esterna rivolta ai citta- i. favorire processi interni di semplificazio- politico. In tal senso, il
dini, alle collettività e ad altri enti attraverso ne delle procedure e di modernizzazione de- gruppo di lavoro potrebbe
ogni modalità tecnica e organizzativa; gli apparati nonché la conoscenza dell’avvio essere identificato proprio
c. la comunicazione interna realizzata nel- e del percorso dei procedimenti amministrati- con quanto indicato dalla
l’ambito di ciascun ente. vi; direttiva Frattini del 7 feb-
d. Le attività di informazione e di comunica- j. promuovere l’immagine delle amministra- braio 2002 (Direttiva sulle
zione sono, in particolare, finalizzate a: zioni, nonché quella dell’Italia, in Europa e attività di comunicazione
e. illustrare e favorire la conoscenza delle nel mondo, conferendo conoscenze e visibili- delle Pubbliche amministra-
disposizioni normative, al fine di facilitarne tà ad eventi d’importanza locale, regionale, zioni). La direttiva indivi-
l’applicazione; nazionale ed internazionale». dua nella creazione di una
f. illustrare le attività delle istituzioni ed il (Dall’articolo 1, “Finalità ed ambito di applica- struttura di coordinamento
loro funzionamento; zione”, della legge 7 giugno 2000 n. 150 trasversale - composta dal
g. favorire l’accesso ai servizi pubblici, pro- ”Disciplina delle attività di informazione comu- Responsabile Urp, dal Ca-
muovendone la conoscenza; nicazione delle Pubbliche Amministrazioni”). po Ufficio stampa e dal Por-
tavoce - le funzioni di pro-
grammazione, indirizzo e
comunicazione pubblica e QUADRO NORMATIVO autorità. Innanzitutto, quan- raccordo per la redazione
istituzionale. Un Ente locale, per garanti- do si predispone il piano, del piano di comunicazione
La legittimazione e il rico- re l’attuazione del dettato bisogna scegliere che cosa dell’Ente. Non è esclusa la
noscimento dell’informa- costituzionale sull’impar- comunicare: scelta questa partecipazione di tecnici
zione e della comunicazio- zialità e il buon andamento chiaramente da assegnare esterni.
ne quali funzioni legittiman- e diritto all’informazione, all’esecutivo che garantisce La soluzione proposta dalla
ti l’azione di governo nella deve gestire e organizzare un’essenziale legittimazio- Direttiva consiste, dunque,
pubblica amministrazione al meglio le proprie attività ne strategica e politica. Se- nell’istituzione di un
avviene dunque con la leg- di comunicazione istituzio- guono poi le scelte più pro- “organismo” collettivo for-
ge 7 giugno 2000 n. 150, e nale. priamente tecniche, di forte malizzato, che è possibile
con il successivo Dpr 21 Il piano di comunicazione, impatto sulla pratica quoti- costituire quando esistono
settembre 2001 n. 422. Si in questo contesto, diventa diana della comunicazione tali uffici e quando l’esecu-
ribadisce in particolare il un importante strumento che andranno affidate a ope- tivo politico ne riconosce il
concetto base per cui le atti- programmatico ed è stretta- ratori e tecnici esperti. ruolo.
vità di informazione e di mente collegato agli altri at- Nonostante questa distinzio-
comunicazione delle pubbli- ti fondamentali come il bi- ne generica di fondo tra ruo- GESTIONE E APPROVAZIONE
che amministrazioni con- lancio di previsione e i do- lo politico e tecnico resta In ogni caso, anche quando
sentono l’attuazione dei cumenti di programmazio- complicato stabilire a quali sussistono tutte le condizio-
principi di trasparenza ed ne economica. figure specifiche spetti poi ni per la sua costituzione,
efficacia dell’azione ammi- Il Piano inteso come strate- concretamente approvare e tale struttura non ha alcuna
nistrativa. I cittadini/utenti gia, non semplice contenito- gestire il piano di comuni- esplicita autorità formale.
da semplici destinatari pas- re di attività o una mera cazione. È invece opportuno che il
sivi di norme e provvedi- elencazione di singoli pro- Non esistono, infatti, rego- piano di comunicazione sia
menti diventano punti di ri- getti, assume un ruolo deci- le valide per tutti e in tutti i approvato formalmente dal
ferimento fondamentali del- sivo e si colloca in una pra- casi. Una regolamentazio- massimo organo decisiona-
l’agire della Pubblica Am- tica in cui difficilmente ne unica sarebbe sicuramen- le dell’amministrazione
ministrazione, «la comuni- può essere prevista una fi- te auspicabile ma, difficil- (Giunta). Al gruppo di lavo-
cazione pubblica cessa di gura unica e centrale a cui mente, è possibile classifi- ro andrebbe affidata l’attivi-
essere un segmento aggiun- assegnare tutti i compiti di care una metodologia appli- tà di stesura e coinvolgi-
tivo e residuale dell’azione approvazione e gestione cabile in tutta l’amministra- mento collettivo nella defi-
delle pubbliche amministra- dello stesso. zione pubblica fatta di Co- nizione del Piano. All’orga-
zioni, e ne diviene parte in- La stesura del piano di co- muni che spesso non supe- no politico o tecnico deci-
tegrante» (Direttiva del mi- municazione non può non rano i cinquemila abitanti sionale il compito di appro-
nistro per la Funzione pub- essere il frutto di una colla- fino a enti complessi come vare e quindi legittimare il
blica del 7 febbraio 2002). borazione tra più soggetti e le Province e le Regioni. piano. l

XVI FEBBRAIO 2008

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