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addiceva ai Pisani il pensiero di far scolpire da abile mano

in dimensioni gigantesche e innalzare nel centro di una


gran piazza il meritato simulacro a tale sovrano con il
seguente veridico elogio: A PIETRO LEOPOLDO
QUARANTANNI DOPO LA SUA MORTE.
Chiamato nel 1791 Leopoldo I a salire sul trono imperiale
e reale, i destini alla Toscana propizi lasciarono il di lui
secondogenito nato in Pisa nel 1769, Ferdinando III,
Principe sagace, clemente e moderato, che govern i
Toscani in due periodi diversi: il primo circondato da
disturbi politic i che lobbligarono nel marzo del 1799 a
ritirarsi in Germania, lasciando la Toscana in mano ai
Francesi, che presto venderono e settanni dopo ritolsero
alla Spagna ed allInfante di Parma per unire il piccolo
regno al grande Impero, finch caduto il colosso che lo
sosteneva (anno 1814), il Granduca Ferdinando III torn
in Toscana desideratissimo dai suoi sudditi e sempre mai
contornato dallamore di ogni ceto, dogni colore, di ogni
et; ma troppo presto rapito da invida morte, non intiero
per, avendo lasciato nellAugusto suo figlio riunite
insieme le paterne ed avite virt. Sotto il governo del
Granduca Leopoldo II Pisa ha ottenuto grandi benefizi,
sia dai provvedimenti legislativi come dalle opere
pubbliche da Esso ordinate col lodevolissimo fine di
migliorare le condizioni morali, fisiche ed economiche del
paese e de suoi abitanti. Fra le varie migliorie citer
una pi regolare direzione data alle acque, la costruzione
di nuovi ponti, lapertura di nuove strade, la rettificazione
delle vecchie, tanto regie come provinciali e
comunicative. Una di queste, la strada ferrata Leopolda,
il cui primo tronco gi in costruzione, deve avvicinare di
tempo se non di spazio la citt di Pisa al porto di Livorno,
siccome ravviciner egualmente Pisa e Lucca laltra
strada ferrata che sta progettandosi da unaltra societ,
senza dire della nuova e pi estesa montatura
dellUniversit pisana.
Personaggi celebri pisani in fatto di scienze, lettere, arti e
politica
Una lunga lista fornirebbe questa citt di uomini superiori
ai contemporanei nelle scienze, nelle lettere, nelle arti ed
in politica se si dovessero tutti annoverare; onde mi
restringer ai pisani sommi in fatto di arti, lettere, scienze
ecc. senza dire di quei molti celebri per dottrine divine,
per virt cristiane e santit.
La serie incomincia nel secolo VIII da Pietro Diacono
che fu maestro di belle lettere sotto Carlomagno in Pavia
e poscia in Parigi, dove pure si distinse nel secolo X un
maestro di teologia, Bernardo da Pisa; mentre nel secolo
XI senza dubbio tocca a Pisa larchitetto Buschetto, colui
che diresse come autore, e come operajo presied alla
costruzione del magnifico tempio della Primaziale. E fu
sul cadere dello stesso secolo che Pisa ebbe in pastore un
Daiberto danimo grande e di singolare valore.
Nel secolo XII Pisa ebbe la gloria di dare al mondo due
insigni giureconsulti in Bulgaro e in Burgundio, oltre un
famoso matematico in Leonardo Fibonacci, che
introdusse il primo in Europa il sistema delle cifre
arabiche e le operazioni di algebra scritte in apposito
trattato. Nel medesimo secolo Pisa vede nascere e
fiorire due sommi architetti in Diotisalvi e in Bonanno, il

primo che fu autore del bellissimo battistero pisano e


laltro il fondatore del meraviglioso campanile. Lascio di
aggiungere il glorioso S. Ranieri, larcivescovo Pietro
Morioni, il cardinal Guido da Caprona, il Pontefice
Eugenio III ed altri insigni pisani del secolo XII tutti
celebri per cristiane virt.
Anche nel secolo XIII Pisa frutt alle belle arti italiane
pi che ogni altra citt, tosto che qua ebbe i natali un
Niccola che fu il maestro e il restauratore del buon gusto
nella scultura, il vero caposcuola del medio evo, e pel di
cui merito comparvero nel secolo successivo molti distinti
allievi in diversi luoghi della Toscana.
N solamente Pisa diede nel secolo XIII in Niccola un
sommo scultore e architetto, ma ancora in Giunta Pisano,
il primo pittore italiano di distinzione.
Il qual Giunta figlio di Giuntino non fia da confondersi
con altro Giunta pittore coetaneo da me scoperto fra le
carte dellopera di S. Iacopo di Pistoja, siccome fu
indicato sino dal 1835 allarticolo FABIANA nella Valle
dellOmbrone Pistojese. Avvegnach il Giunta pittore
pistojese era figlio di Guidotto da Piteccio, il quale, se
pu dirsi coetaneo del celebre Giunta Pisano, visse per
sempre oscuro nella sua patria, dove lo ritrovo qualche
anno dopo la morte di Giunta Pisano. Vedere
PITECCIO.
Toccano al secolo XIV li scultori e architetti pisani,
Giovanni figlio di Niccola Pisano, Fra Guglielmo Agnelli
e Andrea Pisano, tutti allievi distinti dello stesso
caposcuola Niccola, per virt dei quali sorsero alcuni altri
distinti scultori e architetti, siccome furono Tommaso e
Nino figli entrambi del suddetto Andrea Pisano.
N alle sole belle arti si limita il novero degli uomini
celebri pisani nei secoli XIII e XIV, mentre nelle lettere
figurarono in Pisa un Domenico Cavalea, un
Bartolommeo da S. Concordio, un B. Giordano e un
Ranieri, comecch questi due fossero nativi del castel di
Rivalto, contado pisano. In politica e giurisprudenza
figurarono pi tardi in Pisa Michele di Lante e Pietro suo
figlio, sebbene oriundi da Vico Pisano, siccome era
oriundo da Buti il letterato Francesco di Bartolo che sotto
il governo di Piero Gambacorti commentando spieg la
divina commedia nello studio pisano.
Ma luomo del secolo XIII che fra tutti i Pisani si
rendesse il pi famigerato dalla penna inarrivabile di un
sommo poeta fu il conte Ugolino della Gherardesca, noto
per ingegno, per valore e per politica, ma pi noto per la
sventurata sua morte assai peggiore di quella che era
toccata a Napoli al conte Gherardo suo zio.
N a dimenticare la crudelt usata verso il conte Ugolino
bast la generosit con la quale i Pisani dopo 26 anni
innalzarono al grado stesso di potest i parenti di lui, cio
nel 1316 il conte Gherardo Novello, poi il Conte Ranieri
suo zio, il conte Bonifazio Novello e finalmente il conte
Ranieri nipote del primo; i quali tutti ottenerono dal
popolo pisano i sommi onori, avendoli eletti per capi
quas i assoluti della loro repubblica.
Fra i politici pisani del secolo XIV notissimi sono
Andrea, Piero e Giovanni Gambacorti, Jacopo dAppiano
e Giovanni dAgnello, mentre come letterato, politico e
dotto i Pisani fanno suo il Pontefice Niccol V, al secolo
Tommaso Parentucelli, perch di padre pisano e nato in
Pisa nellanno 1389 da padre medico, Bartolommeo, nel

tempo che leggeva nello studio pisano.


La citt di Pisa nei secoli posteriori diede molti artisti e
scienziati, ma nessuno arriv a pareggiare il merito de
vecchi maestri di sopra nominati, se devesi eccettuare
Galileo, il quale sebbene figlio di un nobile decaduto
fiorentino e di una dama pesciatina, venne alla luce del
giorno in Pisa nel 18 febbrajo 1564, colui che doveva
vedere assai pi lungi di ogni altrui vivente della sua e di
qualunque altra et.
Chi volesse poi conoscere una pi lunga serie depisani
distinti legga il catalogo cronologico posto in calce al
Volume III della Descrizione storica e artistica di Pisa di
Ranieri Grassi.
PRINCIPALI EDIFIZI DI PISA
Fra tutte le altre citt della Toscana Pisa pu dirsi la pi
ricca di memorie e di avanzi di fabbriche che ci
richiamano ai primi secoli del romano impero; sia che si
osservino i ruderi delle sue Terme delle quali sussiste
intiero il Sudatorio in un locale che quanto prima dallo
zelante corpo decurionale di Pisa sar acquistato per farvi
intorno opportune perlustrazioni e ripari; sia che si
rintraccino i nascosti fondamenti dellAnfiteatro, del
quale rest il nome ad una porta della citt, ora chiusa, la
porta del Parlascio; sia che si esamini il vestibulo di un
tempio pagano tuttora in posto dove fu la chiesa di S.
Felice, senza dire di tante colonne di graniti e di marmi
orientali, delle numerose basi e capitelli che le
adornavano. Ma soprattutto qualificano limportanza di
Pisa romana i molti sarcofagi e le iscrizioni superstiti, fra
le quali superiormente insigni sono quelle dei due Cesari,
Cajo e Lucio, figli adottivi di Augusto, illustrate dal Noris
nellopera Cenotaphia pisanae, che insieme a tanti altri
frammenti antichi sparsi qu e l veggonsi ora riuniti nel
bel Camposanto di Pisa. Ma se questa citt e tuttora la
pi doviziosa di monumenti antichi, essa con maggiore
diritto da qualificarsi la culla dove risorsero merc
desuoi figli le arti belle per lItalia, e dove si ammirano
riuniti in un solo punto della citt quattro edifizi dei primi
secoli dopo il mille, ciascuno de quali farebbe onore alla
stessa Roma; intendo dire del Duomo, del Battistero, del
Campanile e del Camposanto.
Duomo di Pisa. Quando uno vede la ricca e sublime
facciata di questo tempio, e la trova distinta in cinque
ordini di colonne con intagli squisiti di marmo; quando
uno entra in chiesa e la vede scompartita in cinque navate
sorrette da 58 colonne di granito, e di marmi fini con tale
sveltezza di forme e squisitezza di lavoro, e quando
specialmente uno pensa allepoca in cui cotesto gran
tempio fu edificato, quanto tempo vi simpieg per
compirlo, quale artista nazionale lo disegn e lo diresse,
non pu fare a meno di stupire del coraggio, del valore e
della potenza del popolo pietoso che lo innalz, del merito
originale dellarchitetto che nella seconda met del secolo
XI lo disegn, vale a dire in unepoca nella quale i Pisani
annunziarono i primi lalba foriera alle belle arti da lunga
et abbrutite, e quasi spente in Italia.
Che larchitetto fosse nativo pisano e non come altri
supposero dellisole greche, lo dichiara per tutti un
istrumento della Primaziale, rogato in Ripafratta nel di 2
dicembre dellanno 1105 (stile pisano), nel quale

Buschetto figlio del fu Giovanni giudice designato fra i


4 operai dellopera del Duomo di Pisa, i di cui personaggi
appellavansi Uberto, Leone, Signoretto e Buschetto.
(ARCH. DIPL. FIOR.. Carte della Primaziale di Pisa).
N solo il novero degli artisti pisani di quella et da
limitarsi a Buschetto, tostoch contemporaneamente al
duomo in Pisa si edificava la grandiosa chiesa di S. Paolo
in Ripa dArno, la cui facciata sorprende tuttora per la
squisitezza, la variet e la quantit dei lavori di scultura e
di ornato di cui fornita; e ci nel tempo medesimo che
sinnalzavano le chiesa di S. Michele in Borgo, di S.
Margherita, di S. Matteo ec., per non dire di quella di S.
Piero in Grado fuori di Pisa; dondech convien
concludere che tanti lavori in un cos breve periodo
dovevano eseguirsi da molte mani e dirigersi da pi dun
maestro darchitettura e scultura.
Io non star a intrattenere il lettore intorno al sublime
edifizio del duomo di Pisa, poich non vi Guida, non vi
libro di belle arti italiane in cui non si trovi descritto e
che non dia del suo interno e dellesterno il disegno.
Meritano tuttavia sopra ognaltra Guida di essere
raccomandate quelle della Pisa illustrata del Morrona, e
la descrizione storica e artistica di Pisa di recente
pubblicata dal Grassi.
Dir bens che allerezione della Primaziale contribuirono
non tanto le ricche spoglie tolte dai Pisani ai Saraceni in
Palermo, come ancora la munificenza dellimperatore
Arrigo IV e della potente marchese di Toscana, la
contessa Matilde. un tempio a guisa di croce latina
con pi ordini di colonne e sovrapposte gallerie, le quali
formano una specie di loggiato intorno alla navata
maggiore, che rest compito nel breve periodo di 56 anni.
La sua lunghezza interna di braccia toscane 162 e 1/2,
la larghezza della crociata interna arriva a braccia 55 e
1/4, mentre laltezza della stessa navata ammonta a
braccia toscane 57 e 1/2. Aggiunger altres, qualmente la
facciata della Primaziale era adorna di tre porte di bronzo
storiate, state fuse e distrutte dallincendio del 25 ottobre
1595, le quali furono rifatte nel principio del secolo XVII
sui disegni di Giovanni Bologna. Finalmente rammenter
che fu dalloscillazione del lampadario di bronzo sospeso
in mezzo a cotesta chiesa donde Galileo trov la scoperta
e dimostr lisocronismo nel moto dei pendoli.
Battistero di Pisa . Non era che di pochi lustri compiuta
cotesta Primaziale, quando i Pisani risolverono di erigere
dirimpetto alla sua facciata una grandiosa rotonda con
cupola per servire di battistero. Il qual edifizio per
maestria e magnificenza di lavoro doveva sorpassare
quanti altri in simil genere dai popoli cristiani erano stati
fino allora a S. Giovanni Battista innalzati.
Fu dato lincarico ad un architetto nazionale, Diotisalvi,
che nellagosto del 1152 (stile comune), ne gett i
fondamenti, a quello stesso Diotisalvi che disegn la
chiesa di S. Sepolcro in Chinsica nel quartiere
dellOltrarno di Pisa.
Se ignorasi lepoca in cui il Battistero pisano fu terminato,
noto peraltro che la fabbrica dove sospendersi (non
saprei dire a che punto) per lesorbitanti spese che
esigeva; alle quali per fu supplito mediante un volontario
tributo decittadini.
Questa rotonda che si alza su di un basamento di tre
scalini repartita esternamente in tre ordini, nel primo

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