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Ministero per i Beni e le Attivit Culturali

Direzione Generale per le Antichit


Museo Nazionale dArte Orientale Giuseppe Tucci

ARTE DEL TIBET E DEL NEPAL

GUIDE DEL MUSEO NAZIONALE DARTE ORIENTALE


GIUSEPPE TUCCI

Guide del Museo Nazionale


dArte Orientale Giuseppe Tucci

Mariarosaria Barbera (Soprintendente)


Coordinamento
Paola DAmore
Maria Luisa Giorgi (Estremo Oriente)

TIBET e NEPAL
CATALOGO a cura di
Massimiliano A. Polichetti
Testi di
Massimiliano A. Polichetti
Oscar Nalesini

Fotografie
Archivio fotografico MNAO:
Costantino Astuti
Paolo Ferroni
Luigi Ottaviano
Massimiliano Ruta
Elaborati grafici
Oscar Nalesini
Lucio Barbazza

Comitato Scientifico
Loredana Biasini
Roberto Ciarla
Lorenzo Costantini
Paola DAmore
Gabriella Di Flumeri
Roberto Fiocca
Maria Luisa Giorgi
Laura Giuliano
Giovanna Iacono
Michael Jung
Giovanna Lombardo
Gabriella Manna
Oscar Nalesini
Paola Piacentini
Massimiliano A. Polichetti
Paola Torre
www.museorientale.beniculturali.it

Arte
del Tibet
e del
Nepal
a cura di

Massimiliano A. Polichetti

Nota sulla grafia utilizzata


Per la grafia dei termini sanscriti e tibetani si di preferenza optato per un criterio che tiene conto della
trascrizione fonetica semplificata, limitandosi ad adattare i diversi lemmi alla pronuncia il meno approssimata possibile dellitaliano, rispettando al meglio gli equivalenti segni alfabetici originali e utilizzando una
delle convenzioni internazionali vigenti che vuole la lettura delle vocali secondo la pronuncia dellitaliano
e la lettura delle consonanti secondo la pronuncia dellinglese (es.: g sempre gutturale anche di fronte alla
e ed alla i, j come in gelato, ch come ciliegia, sh per il suono sc).

Copyright 2010 Museo Nazionale


dArte Orientale Giuseppe Tucci

Indice

Copyright 2010
Autori per i testi
Copyright 2010
Editoriale Artemide s.r.l.
Via Angelo Bargoni, 8
00153 Roma
Tel. 06.45493446
Tel./Fax 06.45441995
editoriale.artemide@fastwebnet.it
www.artemide-edizioni.com

Prefazione
Mariarosaria Barbera

Introduzione
Massimiliano A. Polichetti

11

La tradizione indo-tibetana
Massimiliano A. Polichetti

Segreteria di redazione
Antonella Iolandi

15

Il dharma del risveglio


Massimiliano A. Polichetti

Progetto grafico
Lucio Barbazza

19

Arte spirituale
Massimiliano A. Polichetti

In copertina
Coppia di divinit danzanti, bronzo, h. cm. 30,
Tibet o Nepal, sec. XVIII, MNAO (Dono 2005)
inv. 30496 (Archivio MNAO: Paolo Ferroni).

29 Introduzione al mandala
Massimiliano A. Polichetti
35

Giuseppe Tucci
Massimiliano A. Polichetti

IV di copertina
Pendente (reliquiario), oro e turchese, h. cm. 14,
Tibet, sec. XVIII, MNAO (Dono 2005)
inv. 29418 (Archivio MNAO: Paolo Ferroni).

39 Le esplorazioni di Giuseppe Tucci


in Tibet e in Himalaya
Oscar Nalesini

Stampa
Petruzzi Stampa - Citt di Castello (PG)

43 Larchivio fotografico
Oscar Nalesini

ISBN 978-88-7575-122-7

45 Abstract

Prefazione

l Museo Nazionale dArte Orientale Giuseppe Tucci (MNAO) un Istituto con finalit
particolari del Ministero per i Beni e le Attivit Culturali. Le sue specificit si sostanziano
innanzitutto nella tutela delle collezioni statali darte orientale e al contempo nella promozione di sempre maggiori conoscenza e consapevolezza in Italia riguardo alle culture e civilt
dAsia, attivit di valorizzazione resa tanto pi necessaria dallincalzare dei pi recenti sviluppi globali. Sempre a livello istituzionale il MNAO collabora con le Soprintendenze territoriali e con gli Uffici Esportazione ad esse relati, e accetta dai musei opere e altra documentazione che non facciano parte di essi in modo organico. Il MNAO fornisce inoltre alle
Amministrazioni locali e ad altri Enti opera di consulenza riguardo allo studio dopere darte o di reperti archeologici orientali in loro possesso.
Nel corso degli anni le collezioni e i Settori si sono arricchiti tramite acquisti, donazioni
sia da privati che da istituzioni e scambi con molte nazioni asiatiche. Il nucleo iniziale
delle collezioni storicamente venuto a crearsi intorno ai reperti in deposito dallIstituto
Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO), oggi Istituto Italiano per lAfrica e
lOriente (IsIAO), raccolti dalle spedizioni scientifiche in Iran, Afghanistan e Pakistan. In
seguito si sono aggiunte altre opere, sia quelle che in origine avevano costituito una sorta di
museo iniziale dellIsMEO, sia quelle raccolte tra il 1928 e il 1954 in area himalayana da
Giuseppe Tucci. I Settori Tibet e Nepal del MNAO, oggetto di questa guida divulgativa, sono
infatti strettamente connessi alla storia della ricerca scientifica italiana in Asia, nonch alla
vita e allopera di Giuseppe Tucci (1894-1984), il sommo orientalista riconosciuto a livello
internazionale padre della tibetologia contemporanea rimanendo pur sempre un altro italiano, il padre gesuita Ippolito Desideri da Pistoia (1684-1733), il fondatore della tibetologia
moderna, a ulteriore conferma degli stretti quanto profondi legami culturali tra lItalia e limmensa area himalayana.
Lopera che qui si presenta costituisce il terzo degli agili volumetti che, nellambito di
una scelta di divulgazione scientifica in grado di unire unalta qualit ad unampia accessibilit, il Museo pubblica nel corso del 2010 a cura dei suoi funzionari tecnicoscientifici.
Sinceri ringraziamenti vanno dunque a Massimiliano A. Polichetti, la cui innegabile competenza in materia si lega alla facilit di eloquio che il lettore certamente apprezzer; e che
negli ultimi mesi riuscito a contemperare felicemente limpegno scientifico con i doveri
gestionali dellIstituto.

Ringraziamenti altrettanto sinceri vanno al coautore Oscar Nalesini, che con la sua consueta capacit e professionalit ha redatto i due contributi dedicati ai viaggi di Giuseppe
Tucci e alla loro documentazione fotografica. Si ringrazia inoltre Donatella Mazzeo per la
lunga opera di Direttore del MNAO e per limpegno che prosegue ad oggi nella cura della
donazione del 2005, cos come ci grato infine ringraziare Gherardo Gnoli, Presidente
dellIsIAO Istituzione profondamente legata alla storia del MNAO con la quale contiamo
di rilanciare un mai interrotto legame anche per la presenza in questa pubblicazione di
alcune opere e di alcune fotografie di propriet dellIstituto da lui presieduto e depositate
presso il Museo.
Mariarosaria Barbera
Soprintendente del
Museo Nazionale dArte Orientale
Giuseppe Tucci

Introduzione

ome ricordato dal Soprintendente Mariarosaria Barbera nella sua prefazione a questa guida,
i Settori Tibet e Nepal del Museo Nazionale dArte Orientale Giuseppe Tucci sono intimamente
legati alla storia della ricerca scientifica italiana in Asia. Questo riferimento principalmente rivolto allo stesso Tucci, fra i massimi esponenti dellorientalismo, noto anche al pubblico non specialista per le ricerche compiute nellarea tibetana in occasione di spedizioni delle quali ha lasciato
memorabili resoconti di viaggio oltre alle numerose pubblicazioni scientifiche. Presidente dellIstituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO) dal 1947 al 1978, proprio Tucci uno
dei principali promotori del Museo nel 1957.
Per quanto riguarda lallestimento espositivo, necessario innanzitutto considerare che, data la
natura particolare degli elementi che concorrono alla composizione dei Settori, alla soddisfacente
realizzazione di una esposizione che potesse tenere il maggior conto possibile delle inerenze storicofilologiche si potuto giungere solo prevedendo la rotazione del materiale in esposizione, rotazione
resa necessaria anche dalla ricchezza nel numero oltre che nella qualit del repertorio tibetohimalayano conservato dal Museo. La gestione cos predisposta di questi Settori li rende inoltre adattabili al concorso allallestimento di mostre aventi per oggetto temi trasversali che debbano aggregare pi Settori del Museo. Sotto il profilo della conservazione, leterogeneit dei materiali (legno,
metalli, dipinti su basi diverse, cretule) non ha fortunatamente costituito un grosso problema, grazie alle condizioni climatiche ottimali garantite dagli ambienti protetti dalle spesse mura di Palazzo
Brancaccio.
La collezione dunque prevalentemente costituita da dipinti arrotolabili su stoffa, statue in lega
metallica, cretule votive, affreschi, suppellettili e oggetti rituali, oltre a gioielli e a parti di mobili. Fra
le tipologie ora enunciate, i dipinti su stoffa (Thang Ka) e le cretule (Sa Tsa Tsa) fanno di questa una
tra le pi importanti collezioni darte tibetana del mondo, sia per la qualit della realizzazione formale che per la quantit di un repertorio estremamente articolato.
Dei dipinti su rotolo si sceglie di esporre un gruppo piccolo, ma grandemente significativo: fra
di essi, alcuni esemplari restaurati presso il MNAO, per quanto riguarda la parte pittorica, e a
Firenze, presso Palazzo Pitti, per la cornice in stoffa in vista di una futura mostra. I criteri iconologici in base ai quali si giunti alla scelta ed allordinamento delle Thang Ka tengono conto sia della
appartenenza di alcune raffigurazioni divine a cicli liturgici particolarmente importanti, sia dellutilit di mostrare la possibilit di graficizzazione in questarte di concetti estremamente complessi,
come avviene per esempio con il bhavachakra, lo schema cosmologico illustrante i sei mondi della
rinascita (inferni, spiriti famelici, animali, uomini, titani, divinit mondane), con il mandala, lo psicocosmogramma (definizione, divenuta ormai classica, data da Tucci) che illustra i rapporti sottili
tra il microcosmo individuo e luniverso, o con lo Tsog Shin, sorta di albero genealogico da riferire
alla trasmissione iniziatica (sampradaya) della dottrina (dharma).

La produzione tibetana (come del resto tutta larte sacra e prima tra tutte, nella materia esposta,
quella induistica) rimanda invariabilmente ad una ragione che la determina in qualunque medium
concreto possa essere espressa. Il dipinto su stoffa, la pittura murale, la statua in legno o in lega metallica, ovvero i veicoli formali predominanti accanto alle impronte sigillari, alle miniature e a particolari tipologie ed elementi dellarchitettura, vengono infatti realizzati quali sostegni sensibili alla pratica spirituale, questultima informata dai principi che regolano la ritualistica del vajrayana (il veicolo della folgore adamantina), la tradizione esoterica del Buddhismo, i cui complessi codici simbolici rimangono, in assenza di una specifica iniziazione a quelle liturgie, di difficile accesso e comprensione per gli stessi tibetani.
Questi Settori sono stati integrati da una importantissima donazione allo Stato, perfezionatasi
nel 2005, che ha contribuito ad arricchire anche questa parte del Museo in modo estremamente
significativo tramite opere darte himalayana deccezionale bellezza. Il donatore ha scelto di restare
anonimo finch non verranno inaugurate le sale destinate alla esposizione permanente della donazione, pur essendo parte di essa attualmente gi distribuita nelle sale di pi Settori del Museo.
I Settori Tibet e Nepal trovano organico e necessario complemento nelle centinaia di testi tibetani originali, a stampa e manoscritti, raccolti da Tucci e conservati presso la biblioteca dellIsMEO,
ora Istituto Italiano per lAfrica e lOriente (IsIAO), accanto allampio archivio fotografico, depositato presso dallIsIAO presso il MNAO, documentante le spedizioni in area tibeto-himalayana.
Nel tentativo di proseguire il cammino segnato da Giuseppe Tucci nel Tibet occidentale sono
state condotte, in collaborazione con Marialaura Di Mattia della Sapienza Universit di Roma, una
serie di ricerche sul campo tra il 1988 e il 1999 in Ladakh e in Himachal Pradesh nord-orientale
(Kinnaur, Spiti, Lahul). La spedizione del 1999 si svolta nellambito di un progetto di ricerca congiunto tra la Cattedra di Storia dellarte dellAsia orientale dellUniversit di Genova e il MNAO.
Le missioni di studi e ricerche in Himalaya occidentale del 1995 e 1999 sono state approvate dal
Ministry of Human Resource Development dellIndia. La missione del 1999 stata parzialmente
sponsorizzata dal CNR. Parte dei risultati emersi dalle ricerche condotte sul campo sono gi stati
pubblicati, ma molto rimane sicuramente ancora da intraprendere a questo riguardo, sia nellambito dei viaggi di ricerca, sia su quello della pubblicazione di rapporti che documentino le nuove scoperte.
Un rapido cenno deve inoltre essere fatto alla serie di analisi non-distruttive (radiografia, fluorescenza, riflettografia a infrarosso) applicata alle Thang Ka e ad alcuni frammenti di affresco raccolti
da Tucci nel corso delle sue spedizioni in area himalayana. Questi accertamenti sono stati condotti in tempi recenti in collaborazione con ENEA, ICCROM, lIstituto Nazionale di Ottica Applicata
e lOpificio delle Pietre Dure e hanno portato alla pubblicazione di Dipinti Tibetani dalle spedizioni di
Giuseppe Tucci. Materiali e tecniche alla luce delle indagini non invasive (Roma, 2008), curato da Marisa
Laurenzi Tabasso e Claudio Seccaroni nonch da chi ora redige questo testo, opera sicuramente
importante per lavanzamento degli studi specialistici di cui si attende a breve una nuova edizione,
questa volta in lingua inglese per maggiore condivisione con la comunit scientifica internazionale.
I materiali e i dati afferenti ai Settori Tibet e Nepal, inestimabili tanto dal punto di vista della
ricerca scientifica che della divulgazione, fanno in buona sostanza della citt di Roma una delle sedi
di riferimento naturale per gli studi centro-asiatici a livello internazionale, consegnando potenzialmente allItalia il ruolo trainante che le compete nelle attivit di ricerca sulle culture e civilt dAsia
centrale e particolarmente himalayane.
Massimiliano A. Polichetti
Curatore dei Settori Tibet e Nepal

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