abbandonata sul balcone. Cos avrebbe parlato la mia pianta se avesse potuto parlare: Scusatemi se da sola mi presento, se mi capite vi dico tutto, vi dico che una volta ero una verde pianta tropicale, abituata alla terra della foresta, alla rugiada del mattino, alla pioggia scrosciante, alla luce che filtrava attraverso il fogliame di vecchi alberi secolari, allodore della foresta. D'un tratto per qualcuno ha sradicato le mie radici, e gi per questo ho molto sofferto, poi mi ha costretta allesilio in un balcone. Ora non so pi dove sono, qui mi manca la foresta, qui mi manca la rugiada, qui mi manca la pioggia,
addio alberi secolari,
ora sopravvivo solo in un grande vaso di coccio. Qualcuno, ogni tanto, versa dellacqua nel vaso, per le mie radici riarse, ma io non voglio morire, perci mi devo adattare, e generare altre foglie, farle diventare cos grandi, come quelle che avevo nella mia foresta, voglio seguitare a vivere anche qui. Aiuto, ho sete, non so che cosa mi stia accadendo, manca lacqua per le mie radici assetate, le mie foglie ingialliscono, poi muoiono perch il vento secco, impietoso, mi soffia addosso ed asciuga le mie povere foglie gi appassite. Mi rimasta ormai una sola foglia ancora verde, alla sommit del fusto, se morir anche quella per me sar arrivata la fine. Per fortuna, ecco che arriva qualcuno, mi libera dalle foglie secche, le toglie e, insieme a ci che mi resta mi mette in un vaso nuovo. Ora, anche se non ho pi le radici, lacqua tornata, cercher ugualmente di assorbirla e di portarla lass alla mia ultima foglia rimastami in cima al fusto. Non vorrei arrendermi, per solo quella ormai, quella piccola foglia, la mia residua speranza di vita. Renato Alterio