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SENZA SPERANZE SPERO

Di Gianpaolo Contestabile

VERBALE DI UDIENZA DEL 9-10-2005


Pubblico Ministero: Signorina Ljubenko, oltre a essere accusata di
aggressione fisica ai danni del Dottor Monguzzi, al momento
dell'arresto, lei risultata priva documenti validi per la sua
permanenza in Italia, vuole raccontarci come mai lei si trovava sul
suolo Italiano nonostante il suo visto fosse scaduto da pi di un
anno?
Karolina: Io sono venuta in Italia con visto da turista. 15 giorni.
Tutte facciamo cos, non sorpresa. Natasha mi ha detto di venire in
Italia con visto di due settimane. Lei in Italia da 5 anni, venuta
come me, irregolare, poi ha fatto documenti, adesso ha una casa e
mi ha detto di venire in sua casa, a Poggio Romano. Lei conosce
tante ragazze ucraine, moldave, polacche e tante famiglie Italiano
che cercano donne per curare anziani o fare pulizie. Natasha
sorella di mia madre, loro lavoravano insieme nella fabbrica di
Nikolaev, costruivano navi. Mia madre ingegnere, mia zia Natasha
era dirigente di reparto. Poi il muro crollato. E niente pi lavoro.
Sono rimasti pochi e sono tutti per uomini. Non ci sono pi soldi per
donne, per figli, per gravidanza. Ma anche uomini ucraini hanno
perso il lavoro, tanta disoccupazione, tanta confusione. Prima uomo
guadagnava stipendio e ci teneva alla famiglia, ora uomini sono tutti
in giro e non sanno cosa fare. Tutto il giorno al bar, non sanno pi
cos' vita, cosa famiglia, cosa dovere. Vodka e prostitute che

ballano con palo. Vanno dietro a bambine. Non hanno pi valore


della vita e allora cercano solo piacere, si dimenticano di tutto, non
tornano a casa. Ma donne ucraine sono forti, mia madre dice che
donna ucraina come trattore. Donne in Ucraina curano la famiglia,
e non stanno a zonzo tutto il giorno, cercano lavori, non un
problema anche, come dire... scendere di livello. Natasha era
caporeparto e poi licenziata, ma non ha passato le giornate con la
bottiglia in mano. Lei teneva bambini di altre famiglie, puliva i
gabinetti in azienda americana. Mia madre fortunata perch lei pi
vecchia, lei andata in pensione prima del '94. Mio padre morto
schiacciato da pressa meccanica. Lui era un brav'uomo. Cos mia
madre ha potuto pagare a me l'universit. Io andava a Odessa ogni
mattina. Sul treno con freddo, con ghiaccio, studiavo economia e
legge. Mi sono laureata con massimo di voti. Per non ho mai
lavorato un giorno in tutta mia vita. Io usciva con Andrejv. Lui
come un principe azzurro all'inizio. Diceva io voglio una famiglia,
io voglio bambini e poi voleva solo fare amore con me. Cos io era
incinta. Tanya la mia bambina. La mia principessa. Per curare
Tanya io non ho mai lavorato in nessun giorno nella mia vita.
Andrejv diceva non ti preoccupare, devi tenere la casa, devi stare
con Tanya, penso io ai soldi, penso io a lavorare. Penso io, penso io,
poi lui porco come tutti uomini. Lui debole come tutti ucraini.
Quando ha perso il lavoro lui non era pi interessato nella famiglia.
Lui stava fuori fino a notte, diceva che cercava lavoro, che parlava
con uomini, che voleva iniziare impresa. Ma lui in realt solo
porco ubriacone. Lui frequentava brutta gente. Gente di malavita.
Gente senza valore della vita. Ha dimenticato la famiglia, e ha
dimenticato Tanya. Poi tornato tutto puzzolente di vodka e io ho
chiuso porta in faccia a lui, ho detto "tu non vieni nella mia casa".
Cos non l'ho pi visto. Io aveva tristezza nel cuore ma era l'unica
cosa da fare. Lui porco buono di niente. Lui ha trovato una donna
pi giovane e ha messo incinta anche lei.

Pubblico Ministero: Signora lei sta uscendo dal discorso.. la prego


di rimanere attinente alla domanda. Siamo dispiaciuti per la sua
situazione familiare. Ma qui, la domanda : perch lei si trovava in
Italia senza i documenti in regola?
Karolina: Per Tanya no? Per lavoro, per cos'altro se no?. Perch io
bisogno di soldi, perch devo pagare la scuola di Tanya. Lei una
bambina bravissima. Lei vuole diventare attrice. Dopo la scuola
deve fare lezione di teatro. Io voglio che lei studia, che lei impara e
diventa di successo. Lei forte come mia mamma. Vuole studiare
ad accademia di Kiev. Per dev'essere la migliore. Deve studiare
anche fuori di scuola. E bisogna pagare, chiaro. Mia madre d da
mangiare e la accompagna a scuola ma la sua pensione poca, basta
poco per sopravvivenza. Cos io ho deciso di partire. Ho chiamato
Natasha e chiesto lei per favore di trovarmi lavoro. Lei era gi in
Italia e io ho chiesto lei di dirmi come fare. Lei non voleva proprio,
diceva che qui non c' lavoro, che ci fai? Karolina stai a tuo paese,
con la famiglia, con la mamma, con Tanya. Io ho detto lei che non
era giusto. Che lei aveva avuto opportunit e ora toccava anche a
me. Lei diceva che non era facile, che Italia un paese di ferro, che le
ucraine sono come nemici, che come un combattimento di guerra.
Solo ora capisco che le sue parole avevano ragione. Cos ho fatto la
valigia e mia madre mi ha accompagnato in aeroporto. Mia madre
dice che donna ucraina un trattore, ma anche i trattori piangono. Io
avevo grandissima tristezza. Tanya non capiva ed era arrabbiata con
me, lei non mi ha accompagnato a aeroporto. Ricordo che quel
giorno pensavo tanto alla bandiera di ucraina, azzurra e gialla. Voi
sapete perch azzurra e gialla?..
La banda di giallo sono campi di grano. Sono l'oro di ucraina. E la
banda sopra di azzurro il cielo di favola. E quel giorno il cielo era
azzurro come una bandiera appena stampata. Io sperava che ogni

semaforo era rosso, perch volevo vedere quel colore del cielo
ancora un minuto. Perch non volevo lasciare mia madre che
piangeva come un trattore con perdita di gasolio. Non volevo
lasciare Tanya, che mi ha detto "ti odio". Lei non capiva. Io partiva
per lei, perch lei la mia principessa, perch io ho tutto l'amore per
lei. Mi sono trovata su aereo per Italia che non sapevo cosa sarebbe
stata mia vita, sapevo solo indirizzo di Natasha. Sapevo solo che
avevo grande tristezza nel cuore, e grande paura.
PM: Quindi, signorina Luscenko, lei ha contattato sua zia, la quale
gestisce un traffico di manodopera irregolare nei pressi di Poggio
Romano. E' cos? Le ha dato lei i contatti per lavorare?
Karolina: No, no, che traffico? Ma cosa dice ? Natasha una brava
donna. Ha lavorato tutta la vita. In ucraina era operaia poi diventata
dirigente di reparto. Lei rispetta sempre la legge. Lei mi ha solo dato
un letto per dormire pochi giorni, poi mi ha chiamato Nastenka che
dice che c' un lavoro per me. Io era felicissima, perch dopo pochi
giorni in Italia aveva trovato subito lavoro, e cos potevo avere uno
stipendio e chiedere documenti e permesso di soggiorno. Io pensavo
che era tutto cos facile. Pensavo cos ma non era affatto. Il giorno
dopo mi sono trasferito in questa grande villa di una famiglia ricca.
Penso che loro avevano fabbrica, qualcosa di assicurazioni. Una
casa grande dove stava questa famiglia di alto livello, dove il marito
stava nel letto per un tumore. Io aveva il compito di curare il marito.
C'era anche un altra donna che veniva dalla Moldavia che lavorava
come cuoca per la famiglia. Signora Annamaria dice che posso
mettere la mia roba in piccolo sgabuzzino vicino al bagno. Io
pensava che era il posto per le valigie. Ma poi ho aperto lo
sgabuzzino e c'era un letto con lenzuola pronto. Nello stanzino non
c'era posto per stare in piedi e non c'era luce, non c'era neanche
finestre. Cos la prima sera ho dormito con porta aperta perch

avevo paura di soffocare senza aria. C'era un poco di luce che


entrava dal corridoio e io pensavo a Tanja che finalmente poteva
studiare teatro e andare all'accademia. Pensavo a grano e al cielo di
favola azzurro. Quando mi sveglio primo giorno io ero di buon
umore ma signora mi diceva "tu sei ridarella Karolina, io la sapevo
che le ucraina sono tutte puttane. Tutte puttane". Io non sapevo cosa
dire a signora perch sapevo parlare ancora poco italiano, e poi io
ero appena arrivata, magari avevo capito male, non potevo perdere
subito il lavoro. Ma signora continuava "io conosco prostitute come
te" "donne ucraine sono tutte uguali". Io dentro di me pensava che
non era giusto, qualcuna forse, qualche donna forse gli piaceva fare
quelle cose, ma non era vero che le donne ucraine sono tutte
puttane. Mia madre non puttana ingegnere, Natsha era operaia,
non puttana. Io voleva dire signora che io sono avvocato non
puttana. Ma lei non mi lasciava tempo di pensare una frase, mi
diceva adesso esco vado a fare questo, poi compro quella cosa, alle
3 arriva il signore del giardino, alla sera marito deve cambiare le
lenzuola. La cosa peggiore di quella casa di pazzi, perch erano
pazzi, perch avevano una casa enorme e io dormivo in uno
stanzino come una bestia, senza luce, senza aria, la cosa peggiore
che loro quando signora faceva la lista della spesa comprava il cibo
da mangiare solo per lei, per marito e per i due figli. Io non esisteva.
La ragazza moldava non esisteva, lei cucinava ma non mangiava. A
tavola si sedeva solo loro. Loro erano pazzi, nessuno si pensava che
anche io e la ragazza moldava dovevamo mangiare. Non ci
pensavano proprio. Io vivevo con loro e non mi vedevano mai
mangiare. Per non che pensavano mai "Karolina ma non vieni a
mangiare?". Per fortuna la ragazza moldava, che teneva la cucina,
mi dava un piatto quando tutti quella famiglia di pazzi erano fuori e
cos potevo mangiare. Tre mesi ho passato in quel manicomio di
pazzi, per tre mesi ho dormito in uno stanzino senza aria. La notte
pensavo che non potevo chiamare Tanya tranne un giorno di

domenica. E lei era ancora arrabbiata, pi arrabbiata perch io non


aveva chiamato per dieci giorni, cos lei ha attaccato. Io sono tornata
a piangere in mio ripostiglio. Mi addormentavo sempre con un po'
di luce di corridoio, cos potevo leggere un libro di poesie che mi ha
dato Natasha per imparare italiano. Ricordo una poesia di una poeta
della mia terra, una poesia che era bella e triste come il cielo di
Ucraina quando sono partita con aereo. Diceva Nella lunga notte
buia, impenetrabile, Non chiuder occhi per un attimo, Cercher
stella polare, La chiara sovrana di notti buie. S! Rider attraverso
le lacrime, Intoner canzoni nel dolore, Sperer comunque senza
speranze, Vivr! Via, pensieri tristi!"
PM: Signorina Luscenko la prego di attenersi ai fatti, di fornirci
solamente una descrizione pi oggettiva possibile della realt.
Quindi lei ha cominciato a lavorare in nero, senza contratto giusto?
Non si posta il problema dei documenti?
Karolina: Si, certo. S io chiesto, come no. Io dicevo a signora
"quando posso avere un contratto, perch io ho bisogno per avere un
permesso di soggiorno". Lei diceva "tu ridarella, tu prostituta vuoi
contratto? Fai brava e vedi che ti facciamo il contratto". Io non
sapeva cosa fare. Ho passato novanta giorni in quel casa di pazzi. In
quello stanzino buio. Mangiavo di nascosto. Io sapevo che se
scappavo perdevo lavoro e facevo fare brutta figura a Nastenka che
aveva trovato il lavoro per me, e facevo fare figura brutta anche a
Natasha che conosceva Nastenka. Per io non poteva continuare
cos. E un giorno ho preso tutte mie cose e sono andata via da quel
manicomio di matti. Sono corsa via di casa quando non c'erano quei
pazzi e sono andata in unico posto che conoscevo. Sono andata alla
parrocchia del prete ucraino. Natasha mi aveva portato la prima
domenica che ero arrivata cos mi aveva presentato al prete e avevo
partecipato a questi incontro, questa festa con tutte donne ucraine.

Sono andata da padre Sergej. Lui era in chiesa e mi ha dato un


bicchiere di acqua perch mi aveva visto che ero tutta confusionata,
che tremavo, che i miei occhi erano bagnati di lacrime. Per quando
gli ho detto cosa avevo fatto, quando ho detto che ero scappata da
signora, Sergej ha fatto faccia brutta, ha fatto una faccia come dire
"cosa hai fatto!". Padre Sergej era arrabbiato perch diceva che non
dovevo scappare, che avevo fatto sciocchezza. Io aveva fatto brutta
figura per tutte donne ucraine. Per tutta Ucraina. Sergej dice che io
sono senza coscienza, senza cervello, che io non sapeva quanto
difficile per ucraini essere amici di italiani, e che io avevo rovinato
tutto. Io ho pianto e ho pregato Sergej di darmi almeno una mano
"Padre dammi un numero di telefono, qualcuno che io posso
chiamare". Cos Padre Sergej mi ha dato numero di telefono di
Ludmilla e poi mi ha detto "ora vai fuori di qua!". Io ho preso
foglietto con numero e sono andata via. Io ero cos triste e cos
paura che non riuscivo nemmeno a pensare. Avevo lasciato mia
terra, avevo lasciato Tanya, mia madre, e le uniche persone che
conosceva in Italia mi avevano abbandonato perch ero scappata
dalla casa di pazzi. Sono andata in stazione e ho passato la notte l.
Intoner canzoni nel dolore, pensavo, sperer comunque senza
speranze, Vivr! Via, pensieri tristi!. Ma pensieri tristi non andavano
via e neanche il freddo che non mi faceva dormire. Per fortuna l'alba
arrivata in fretta, i rumori di treni, l'odore di brioches di bar, le
prime persone che andavano a lavoro mi hanno fatto sentire meno
sola. Mi hanno ricordato il coraggio che avevo. Cos ho chiamato
Ludmilla e sono andata da lei. Lei molto gentile con me, mi ha
dato da mangiare, un bicchiere di latte caldo, ha detto che potevo
restare a dormire per quella notte ma che il giorno dopo dovevo
prendere mia roba e andare in citt. "Il lavoro lo trovi in citt
Karolina, e l che devi andare" dice Ludmilla. Io ho detto va bene, io
avevo trovato di nuovo mie energie e sono andata in citt. E
Ludmilla aveva ragione, la citt piena di donne ucraine, moldave,

russe, polacche. E sapete perch? Sapete come faccio a sapere io?


Basta vedere una finestra di casa, se i vetri sono puliti, se non esce
brutto odore di vecchio, se sul balcone ci sono fiori colorati, allora
c' donna ucraina in quella casa. Se vedete signora anziana
camminare per strada tutta sistemata, vestita bene e anche pettinata
allora vuol dire che c' donna ucraina in casa di signora. A noi non
piace lo sporco e il disordine delle case di signore italiane, a noi
piacciono cose a posto e case pulite. Appena in due giorni ho trovato
subito nuovo lavoro. Lavoravo in un palazzo, al settimo piano. In
una casa di signore con moglie malata, un ictus penso. Io dovevo
pulire signora, cambiare lenzuola, lavare signora, dare da mangiare
e pulire sua camera. Io ero felice perch avevo finalmente mia
camera, con un letto, una lampada, una finestra con aria e anche una
piccola radio per ascoltare musica di mattina. Signore Francesco mi
trattava bene. Ora potevo mangiare sulla tavola come un essere
umano. Era molto duro il lavoro perch avevo solo due ore libere.
La notte spesso signora aveva bisogno di essere cambiata. Poi aveva
sempre da prendere medicine ogni tre ore e di controllare che stava
bene. Per finalmente dopo primo mese potevo mandare i primi
soldi a mia madre. Ero contenta di mandare soldi per Tanja. Tanja
era un po' meno arrabbiata, aveva un po' capito che le volevo ancora
bene. Per lo stesso era molto triste perch ero lontana e allora era
un po' arrabbiata. Con la signora mi trovavo bene, lei non poteva
muovere un muscolo ma sembrava capire, a volte mi guardava come
a dire grazie, come se era contenta. Il marito mi lasciava in pace che
lavoravo e lui era fuori tutto giorno per ufficio. Questo i primi mesi.
Tutto andava bene e io avevo spedito altre tre volte i soldi per Tanja.
Poi marito di signora ha incominciato a avere problemi di ufficio,
qualcosa di litigio o di stipendio che non gli andava bene. Uomini
sono tutti uguali, ucraini, russi, italiani quando hanno problemi di
lavoro non capiscono pi niente. Quando non sono capaci di avere
lo stipendio diventano come scemi, si sentono come deboli,

incapaci, non sanno pi perch sono sul mondo. Hanno una grande
paura e allora cercano di prendersi la sicurezza con le donne. Tutti
porchi schifosi. Marito di signora ha incominciato a guardarmi in
modo strano. Io pensava solo che lui era triste o arrabbiato per
lavoro. Per lui guardava me mentre io facevo faccende come
statua. Mi guardava come con brutti pensieri. Come fossi un
televisore, come una fetta di torta, come oggetto che ci piace. Lui mi
guardava con questi occhi come se erano vuoti, come se avevano
film proibiti dentro. Guardava come uomini ucraini finiti per strada.
Con sguardo di cani randagi. Io avevo un po' paura ma non pensavo
che succedeva niente. Io spesso dormivo in camera con signora per
controllare bene anche di notte e marito dormiva in altra camera.
Per un giorno, dopo che aveva iniziato a guardare come cane
randagio, il marito di signora ha incominciato a infilarsi in mio letto.
Mi abbracciava e mi diceva che ero sua principessa. Lui aveva
sessant'anni. Poteva essere mio nonno. Mi faceva senso. Anche se
un po' ero felice di essere vista come bella. Da quando sono Italia
non uso trucchi, non vado dal parrucchiere, uso sempre tuta da
sport. E poi sono ingrassata, la pelle diventata di legno. Non metto
neanche orecchini o braccialetti. Cosa ci fa' una cameriera con
collana o con unghie dipinte. Non volevo fare ridere. Mi sentivo
brutta, un po' come arrugginita, come da sistemare. Per quando
marito di signora entrato nel mio letto a me faceva schifo. Lui era
pieno di rughe e aveva una pancia tutta pelosa. Il suo alito era pieno
di aglio mentre mi diceva che voleva fare amore con me. Io ho detto
"ma cosa dici? tu potresti essere mio nonno? ma quale amore?". Lui
non ha sorriso, ha detto " non dire cos, Karolina fai brava, tu non
hai documenti io posso chiamare carabinieri, perch non fai la
brava?". Io aveva molta paura, cercavo di staccare le sue mani
schifose dalla mia pancia. Poi ho visto una cosa brutta. Ho visto una
cosa che non volevo mai vedere. C'era una lampada accesa vicino al
letto di signora. Lei stava guardando con suoi occhi fermi. Stava

guardando suo marito che faceva il porco con me, e stava come
piangendo, anche se non poteva nemmeno piangere. Io non poteva
rimanere l sotto lo sguardo di signora. Cos ho detto al marito che
dovevo andare al bagno. Lui mi ha seguito e io sapevo. Volevo
gridare ma non volevo che venivano i carabinieri e non volevo che
signora sentiva. Volevo scappare ma io non sapevo dove andare.
Cos sono andata in bagno con lui, e intanto pensavo Via pensieri
tristi! Via.. Via pensieri tristi!.. e pensavo a Tanja, che lo facevo per
lei, poi per pensavo che mi vergognavo se Tanja sapeva tutto
questo. Non volevo che Tanja sapeva che stavo in uno stanzino, che
non mi davano da mangiare, che signora mi chiamava puttana,
ridarella, che adesso vecchio porco italiano mi stava facendo
l'amore.
Avvocato dell'accusa: Obiezione, questa storia non pertinente al
caso.
PM: Signora Luscenko quello che lei racconta molto grave,
dovrebbe fornirci delle prove. Ha delle prove di quello che dice? Ha
sporto denuncia per la violenza che lei ha subito?
Karolina: Ma quale denuncia? Se io vado da carabinieri loro
arrestano me, non signore che mi ha fatto violenza. Io ho detto a
quello stronzo che non succedeva mai pi. Io pensavo a Tanja e
dicevo "mai pi stronzo, capito!". Lui aveva un po' paura ma non ha
chiamato carabinieri. Per continuava a guardarmi come cani
randagio senza un'anima. Ho resistito fino a stipendio del mese e poi
sono scappata anche da quel palazzo di porco maiale! Ho detto
basta. Ho preso un treno e sono andata via, verso Italia del nord.
PM: E' l che ha trovato lavoro per la famiglia del dottor Monguzzi?

Karolina: S, dopo poche settimane. Ho fatto lavori di pochi giorni


poi ho trovato un annuncio che cercavano una donna per curare una
persona, e sono andata a Nibbiate alla casa di signori Monguzzi.
Loro sembravano una famiglia molto gentile, gente per bene che mi
ha spiegato tutto. Mi dicevano "vorremmo che tu ti prendi cura di
signore.. Ti aiutiamo a fare documenti, poi cos possiamo fare
contratto in regola". Io ero ancora molto arrabbiata per quello che
successo nel palazzo con marito maiale, non avevo voglia di parlare
con le persone, volevo solo lavorare in silenzio, e mandare i soldi a
Tanja. Per un poco ero felice che potevano aiutarmi a fare i
documenti. Loro mi hanno portato da signor Carlo che stava tutto il
giorno chiuso nel letto a guardare la televisione. Aveva dei problemi
nelle gambe, per muoversi e poi aveva problemi di memoria, aveva
Alzheimer. Lui continuamente chiedeva sempre le stesse domande.
Io passavo tutto il giorno con lui e dovevo ripetere le stesse cose e
dire "signor Carlo io ho gi detto cosa si mangia oggi.. tu mi hai
chiesto dieci minuti fa' ". Non facile fare questo lavoro, tutto il
giorno, che non ti puoi distrarre un minuto che lui si gira e cade dal
letto, oppure si mangia una medicina che non deve. E' come
bambino. Signora Monguzzi mi aveva detto che lui come neonato,
mi aveva detto che era difficile. Anche signor Monguzzi diceva
"padre di mia moglie un caso difficile, noi sappiamo, per noi ti
paghiamo 500 euro per mese, e tu devi curare lui bene, noi ci
teniamo, non sei qui per giocare". Io sapevo che non ero l per
giocare, io ero l per lavorare, per fare soldi da mandare a Tanja, io
ero l per mia famiglia. Per loro trattavano me come una bambina,
come una che gli devi sempre dire cosa fare. Controllavano tutte le
pause che facevo. Dicevano che dovevo cucinare sempre altre cose.
Dicevano che signor Carlo si lamentava perch io non dava lui da
mangiare, ma non era vero, lui aveva alzheimer e si dimenticava.
Non andava mai bene niente. Non erano contenti perch signor
Carlo era sempre davanti alla televisione. Ma io ci provavo a fare

una partita a carte. Chiedevo al signore dai raccontami la tua vita.


Ma loro non c'erano in quei momenti. Loro non c'erano mai per
curare signor Carlo. Lui era da solo abbandonato. C'ero solo io che
ripetevo sempre stesse cose ogni minuto. Che cercavo di dare lui da
mangiare e lui sputava, o diceva che schifo. Io mi preoccupavo e
loro non c'erano! Non c'erano quando signore faceva bisogni nel
letto e io dovevo girarlo per prendere le lenzuola. Non c'erano
quando dovevo lavare signore, e dovevo passare la spugna sul
sedere con piaghe, e passare la spugna su scroto con piaghe e suo
pene diventava un po' dritto come ramo spezzato, e poi faceva versi
di cane mentre passavo la spugna. E io dicevo "ma cosa dice
signore? Ma non fare come animale!". E lui per diceva "non
preoccuparti, fai brava, fai brava". Loro non c'erano quando lui
diceva che voleva morire, che non si ricordava chi era e tanto valeva
andare a morire. Loro avevano solo da lamentare. Signora
Monguzzi un giorno venuta in casa e mi ha trovato che parlavo al
telefono con Tanja e ha fatto faccia brutta come se non andava bene,
per lei non ha detto niente. Poi per quando arrivato il marito con
lo stipendio di mese e con la figlia piccola di 10 anni hanno
incominciato a discutere. A me dispiaceva perch loro discutevano
di me. Discutevano di me e io ero a pochi metri da loro, come se
non potevo capire. Come se non avevo orecchio. Chiedevo a
bambina come andava la scuola e intanto sentivo dire al marito :
"come? era al telefono?.. ma questa si prende 500 euro per mese,
cucina sempre stesse cose, e non fa' fare mai niente a tuo padre, e
parla pure telefono invece di stare con signor Carlo?". Lui mi
chiamava "questa", e diceva che io mi approfittavo, che io venuta
qua a pensare di fregare sua famiglia. Lui diceva "questa pensa di
fare padroni in casa nostra.. adesso parlo io con questa". Io ero
molto nervosa. Avevo ancora rabbia nel corpo per quella cosa che
ho raccontato. Signor Monguzzi mi ha detto che loro non erano
contenti di mio lavoro, che non potevo fare come mi piaceva, che

non ero qui per scherzare. Io ho detto "io sono qui per lavorare, per
curare signor Carlo, voi non ci siete quando lavoro, voi non sapete
che fatica faccio io". E lui "mia signora non contenta di come stai
lavorando, devi essere pi seria, non puoi parlare al telefono con tue
amiche durante lavoro". Io ho detto "era Tanja, mia figlia, non mie
amiche!". E lui : "non mi interessa, per ora questi soldi tengo io
perch noi non paghiamo se non siamo contenti" e voleva mettere la
busta con mio stipendio nella giacca. Cos io ho urlato "non giusto
quello che fate, non modo di comportarsi, io passo tutto giorno
con povero vecchio che abbaia quando pulisco sue palle e mi dice
sempre che vuole morire!". Ero molto arrabbiata, vedevo tutto di
nero, cos ho strappato busta dalle sue mani e stavo andando verso
porta di uscita. In quel momento signor Monguzzi mi ha afferrato
per un braccio. Io ho sentito le sue mani su miei polsi, io ho sentito
come schifo, come offesa. Non volevo pi che uomo mettesse sue
mani su di me. Volevo decidere quando uno poteva toccarmi, io
sono una persona che pu decidere, che ha emozioni, non un
oggetto che uomo prende, che uomo decide cosa farne. Per lui non
lasciava mio braccio. Io ho visto sguardo di loro figlia, bambina di
dieci anni, pi vecchia ti Tanja ma un po' uguale a lei. Ho visto suo
sguardo e ho pensato "Vivr..Vivr! Basta pensieri tristi!". Era come
se era Tanja che mi guardava, che guardava uomo tenere sua madre
per braccio come una bestia. Allora ho perso la testa. Ho preso tutta
la mia forza, tutta la cattiveria che ho passato in stanzino, nel bagno
del porco, nella stazione di notte. Ho preso tutta forza cattiva, tutti i
muscoli che avevo fatto sollevando signor Carlo, facendo pulizie,
lavando tutta la casa. Il mio corpo era come appesantito, come pi
duro, pi pesante, come un trattore che passa sui campi. Cos ho
preso mia forza e ho colpito Signor Monguzzi sulla faccia. Ho
colpito forte e come se colpivo tutte le persone cattive che avevo
incontrato, tutti uomini che mi avevano trattano male, tutti uomini
di Ucraina che fanno i maiali e hanno solo voglia di vodka. Ho

colpite cos forte che ho sentito qualcosa rompere contro le dita. Ho


pensato "cosa ho fatto? Ho ucciso signor Monguzzi?". Poi ho visto
che lui aveva ancora tutti i sensi, ma il tempo era come fermato, cos
tutti erano fermi e lui usciva tutto il sangue, cos ho chiamato
l'ambulanza

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