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DALLE
7 ALLE 23
ELEZIONI REGIONALI
EMILIA-ROMAGNA
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BON PRESIDENTE
stefanobonaccini.it
#lavoro e sviluppo
Il futuro cambia.
Cambiamo il futuro.
IL RINASCIMENTO DI UNA NUOVA MANIFATTURA
Limpresa lavoro. Per favorire la competitivit del sistema economico-produttivo e creare
nuova occupazione oggi indispensabile sostenere il rinascimento di una manifattura fatta di
prodotti, processi, ma anche di conoscenza, servizi e sistema. Questa deve far leva su capacit
imprenditoriali, valorizzazione dei risultati della ricerca, alte competenze tecniche, nuova artigianalit e creativit.
Negli ultimi ventanni ci si era illusi di poter creare ricchezza senza lavoro, mettendo in secondo
piano i diritti dei singoli e dei lavoratori, nella convinzione che con liperfinanziarizzazione dei
mercati fosse sufficiente puntare su uneconomia di servizi lasciando ai paesi emergenti la produzione industriale, che rimane invece uno dei punti di forza della nostra regione e del nostro
Paese.
In Emilia-Romagna esistono imprese e filiere, sorte dallevoluzione dei distretti industriali, che
sono leader nel mondo per produzioni ad alto valore aggiunto. Queste imprese sono cresciute,
e continuano a crescere, perch inserite nelle nuove reti di produzione a livello globale, con
competenze professionali e capacit di gestione delle tecnologie in grado di affrontare con dinamicit ed adeguatezza problemi complessi.
Occorre investire perch il numero di queste imprese, realt in grado di operare e competere a
livello internazionale, cresca e si integri con nuovi operatori e reti di impresa. Obiettivo da un
lato valorizzare lartigianato tradizionale, anche attraverso le nuove tecnologie digitali, e dallaltro sperimentare un nuovo artigianato che capitalizzi il patrimonio di eccellenza del territorio
anche tramite il digital manufacturing e le nuove tecniche collaborative, per fare dellEmilia-Romagna la punta avanzata della nuova manifattura che si sta ridisegnando a livello globale. Una
manifattura, connessa a nuovi servizi altamente specialistici, capace di coniugare sostenibilit
ambientale, produzione di conoscenza e valorizzazione dei risultati della ricerca e di contaminare competenze culturali e creative con competenze tecnologiche per trasformare contenuti
in prodotti ad alto valore aggiunto.
Una nuova industria che sviluppi occupazione e nuovi buoni lavori nel campo dei green jobs,
dei lavori digitali, dei nuovi lavori ad alto contenuto di conoscenza, delle nuove industrie culturali e creative, nellindustria della salute e del benessere, nei servizi innovativi alle imprese e alla
persona.
LEmilia-Romagna rafforzer lalleanza strategica, gi avviata con le regioni innovative dEuropa
e degli Stati Uniti, per coinvolgere i territori che investono e intendono cooperare per il rinascimento della manifattura su scala globale. Ridisegnare la manifattura significa infatti anche promuovere una nuova capacit di far interagire competizione globale e ripensamento dei nostri
territori, riscoprire nuovi e vecchi modi di cooperazione fra persone e imprese, per rilanciare
quella presenza di imprese diffuse nel tessuto urbano e nei centri periferici per mantenere vive
le nostre comunit e puntare verso una societ equa e inclusiva.
Un contributo significativo alla crescita e al lavoro deve venire anche da una nuova stagione di
rilancio delliniziativa mutualistica e della cooperazione, da promuovere ulteriormente nel settore della gestione dei beni comuni, nei nuovi servizi alla persona e di welfare, nelleconomia
circolare, nella mutualizzazione delle soluzioni ai bisogni delle famiglie e delle comunit, nello
sbocco a situazioni di crisi aziendali e workers buyout.
Per fare tutto questo e creare nuova occupazione non basta intervenire sulle singole imprese:
bisogna ricreare un ambiente sociale ed economico, un ecosistema, favorevole alla crescita.
UNINFRASTRUTTURA EDUCATIVA PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO
Globalizzazione e nuove tecnologie hanno profondamente modificato le dinamiche economiche e sociali. Di fronte ai rischi e alle opportunit che ne derivano, il bisogno di educazione e
formazione cresciuto a dismisura, non solo per mettere tutti nelle condizioni di utilizzare al
meglio le tecnologie della nostra epoca, ma soprattutto per innalzare la capacit di ognuno di
comprendere la complessit e di contribuire al generarsi e consolidarsi di quelle innovazioni
sociali ed economiche che costituiscono il motore dello sviluppo. Se questi sono gli obiettivi, la
formazione deve essere concepita come un processo continuo e permanente, accessibile a
tutti, che necessita di un sistema unitario negli obiettivi ed integrato nelle sue componenti, dalla
scuola dellobbligo al dottorato di ricerca.
In Emilia-Romagna abbiamo costruito uninfrastruttura educativa per lo sviluppo capace di
mettere in sinergia opportunit e risorse europee, nazionali e regionali, per accompagnare
le persone nelle transizioni tra la formazione e il lavoro e tra un lavoro e laltro e farle crescere
nel mercato del lavoro. Tale infrastruttura, fondata sulla collaborazione tra i diversi soggetti
formativi (scuole, enti di formazione, universit e centri di ricerca) e le imprese, svolge un ruolo
fondamentale nellattrazione di investimenti, nella promozione di unoccupazione qualificata
e di una crescita sostenibile. Questa politica innovativa gi intervenuta, con la legge regionale n. 5/2011, sul decisivo nodo dellIstruzione e Formazione Professionale (IeFP) per dare pi
opportunit ai giovani e contrastare la dispersione scolastica, sullistruzione tecnica superiore
per rispondere alla domanda delle imprese di tecnici in grado di portare nei settori strategici del
sistema economico-produttivo competenze altamente specialistiche e sullalta formazione in
impresa per dotare anche le PMI di conoscenze strategiche per linnovazione, fino a promuovere
accordi aziendali fortemente innovativi come quello siglato con Ducati e Lamborghini (Gruppo
Volkswagen) per lavvio di una formazione duale, in cui scuola ed impresa siano riconosciuti
come parte di un percorso educativo integrato.
Tale infrastruttura va consolidata nelle sue diverse componenti (istruzione, istruzione e formazione professionale, formazione terziaria non universitaria, alta formazione, formazione
continua e permanente e formazione in apprendistato). Lobiettivo sostenere una politica di
sviluppo e di nuova occupazione che, affiancata ad incentivi che premino le imprese che investono sui giovani, sia capace di investire sui settori e sulle imprese oggi in grado di generare
occupazione, di promuovere la nascita di nuove imprese come leva per la creazione di nuovi
posti di lavoro e di affrontare in modo mirato lemergenza occupazionale attraverso unofferta
formativa calibrata sui fabbisogni professionali anche di singole imprese o sul riposizionamento
strategico di interi comparti e filiere produttive.
Partendo dalla riforma del Titolo V, che prevede che le norme generali sullistruzione siano di
competenza esclusiva dello Stato ma che singole Regioni (art. 117) possano richiedere forme e
condizioni particolari di autonomia (art. 116, comma 3), candidiamo lEmilia-Romagna per sperimentare una riforma delleducazione tecnica che veda crescere pi avanzati rapporti tra
mondo delleducazione e mondo dellimpresa.
LAVORO PER I GIOVANI
Vogliamo che i giovani, le loro aspettative e le loro competenze tornino ad essere un fattore di
crescita e di dinamismo sociale ed economico del nostro territorio. con questo obiettivo che la
nuova Regione con determinazione assume come priorit dellazione di governo il contrasto alla
disoccupazione dei giovani, mettendo in campo ogni intervento utile a creare nuove opportuni-
#europa
Il futuro cambia.
#innovazione e territorio
Il futuro cambia.
Linnovazione diversa dalla novit. Linnovazione la novit che vince la sfida del tempo e diventa un bene comune. Linnovazione non un fatto individuale, perch ha bisogno di un ecosistema in grado di coinvolgere le imprese, la scuola, la pubblica amministrazione, luniversit, la
ricerca, lassociazionismo, dando voce agli innovatori presenti nel nostro territorio.
Vi sono pratiche di innovazione sociale diffuse capillarmente e non ancora del tutto valorizzate.
Esperienze che la Regione intende valorizzare per un investimento strategico nel campo delleconomia digitale. Vi sono realt in grado di organizzare nuove forme di produzione che, mettendo insieme diversi saperi, possono facilitare una nuova sinergia tra lartigianalit tradizionale e
quella digitale. Altre realt associative nascono dal basso per aggregare persone e creare nuovi
modelli di relazione dei bisogni anche di piccole comunit territoriali. Incubatori di imprese e
start-up guardano per vocazione alla competizione globale e sperimentano nuove forme di organizzazione del lavoro e di impresa, fondate sulla condivisione degli spazi e le contaminazioni
delle esperienze professionali. Questo patrimonio di talenti e conoscenze ha bisogno di essere
valorizzato e messo in relazione allinterno di un ecosistema regionale di innovazione.
Per realizzare tutto questo occorre una gestione unitaria e strategica della nostra azione politica, che ottimizzi luso delle risorse e promuova lintegrazione fra le diverse competenze presenti
in Regione. Nellambito di una gestione unitaria e strategica dei fondi strutturali, proponiamo
quattro grandi progetti che partono dalla Regione, aggregano a noi territori pi ampi e raggiungono direttamente il centro dellUnione Europea.
Cambiamo il futuro.
SMART CITY REGIONALE
Per valorizzare e mettere in relazione il patrimonio di talenti e conoscenze che il territorio gi
esprime allinterno di un ecosistema regionale di innovazione, attraverso lagenda digitale occorre sviluppare programmi di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e di infrastrutturazione telematica, servizi digitali per persone e imprese e diffondere le tecnologie dellinformazione. Il sistema urbano regionale, da Piacenza a Rimini, deve essere inteso come unarea ad
alta intensit relazionale, che operi come infrastruttura base per lintero sviluppo regionale. Una
Smart City regionale di questa dimensione integrer sistemi di trasporto, sistemi di dati, servizi
ai cittadini, offrendo a ciascuna comunit la possibilit di cooperare e competere con altre realt in un ambito vasto. Pensiamo ad esempio ai nostri 900 edifici scolastici collegati alla banda
larga entro 5 anni, a nuovi servizi per le nostre aree produttive e ancora alla riqualificazione di
distretti per la nuova creativit.
Una smart city lungo lasse della via Emilia, estesa a Ferrara e Ravenna, in grado di valorizzare
anche quelle specificit (turismo, produzione agricola, ecc.) della fascia agricola e della fascia
di pianura, offrendo a tutto il territorio laccesso ad opportunit innovative (per esempio i programmi di riqualificazione tecnologica delle aree industriali e i programmi urbani su imprese
digitali e creative).
RIASSETTO IDROGEOLOGICO E PAESAGGISTICO DEL BACINO DEL PO
Il secondo di questo progetti il riassetto idrogeologico e paesaggistico del Bacino del Po.
Partendo dalla grande area fra gli Appennini, il Po e il mare, costruiamo un progetto che coinvolga tutta la nostra comunit scientifica ed il sistema della produzione, per unazione che non
solo metta in sicurezza il territorio attraverso una difesa del suolo, dei fiumi e delle coste, ma ne
riqualifichi e valorizzi il complesso e delicato equilibrio naturale.
Nellambito di questo progetto possibile introdurre lo strumento del Contratto di Fiume, che
mette insieme i territori lungo lasta di un fiume per rilanciare i territori in funzione della sostenibilit e dellintegrazione tra ambiente, cultura, storia e tipicit. Ed necessario promuovere
nuove figure professionali e nuovi strumenti digitali.
Un progetto di questo tipo, coinvolgendo le altre Regioni del Bacino del Po, pu essere proposto a modello per un ridisegno a livello europeo dei bacini e dei delta dei grandi fiumi europei.
I nostri territori sono per fragili non solo per ci che attiene la sicurezza idrogeologica: hanno
infatti anche bisogno di manutenzione dei corsi dacqua, di manutenzione e messa in sicurezza
degli argini e di uninnovazione del sistema fognario di citt e paesi, per recuperare le acque
stesse.
Inoltre ridurre le emissioni di gas serra in tutti i settori economici e delle infrastrutture diventa
essenziale. Il risanamento dei bacini fluviali, la de-cementificazione del territorio, la costante manutenzione sono obiettivi primari sui quali indirizzare le risorse. Serve inoltre definire ed attuare
di un Piano regionale di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici che funga da
cornice entro cui integrare e valutare la pianificazione settoriale e locale.
Il riassetto idrogeologico riparte dallAppennino. LAppennino una grande ricchezza per lintera Regione. Lo in termini ambientali, sociali, culturali, economici, paesaggistici. Affinch questo
territorio mantenga ed, anzi, migliori queste valenze e continui ad essere una grande ricchezza
necessario invertire tutti i processi che lo stanno indebolendo, promuovendo uno sviluppo
integrato, sostenibile e con una programmazione fortemente partecipata, a partire dal convincimento circa il ruolo imprescindibile della presenza attiva delluomo sul territorio.
La nuova Regione pone al centro della sua politica per larea appenninica e le comunit che ci
vivono una serie interconnessa di temi. La qualificazione infrastrutturale (anche telematica e
digitale) per creare condizioni favorevoli alle imprese, allamministrazione pubblica e ai cittadini;
la promozione del governo idrogeologico del territorio tra unattenta pianificazione degli interventi ed una costante prevenzione attiva, anche tramite la promozione delle attivit agro-forestali; la riorganizzazione dei servizi per un welfare rinnovato in grado di affrontare i processi di
senilizzazione e i nuovi bisogni delle famiglie; il sostegno al sistema di istruzione quale momento
fondamentale per la formazione delle future generazioni, per il consolidamento del capitale
cognitivo e della cultura delle comunit; la valorizzazione specifica dei prodotti dellagricoltura di montagna per fare fronte alle sfide dei mercati, tenuto conto del fondamentale ruolo
dellagricoltura nella creazione di lavoro e nella gestione ambientale; lo sviluppo del turismo
attraverso una significativa innovazione dei prodotti turistici e dei servizi connessi in relazione
allevoluzione della domanda, avvalendosi di network operativi e promozionali; la rivitalizzazione
dellartigianato manifatturiero che sia in grado, facendo leva su competenze locali e innovazione, di affrontare il mercato globale; la valorizzazione della biodiversit e lattenzione alle risorse
naturali tra gestione ambientale e opportunit economiche connesse al climatechange e alla
green economy.
LECONOMIA DEL MARE E LAREA ADRIATICO-IONICA
Il terzo progetto riguarda il nostro mare. Oltre alla green economy dobbiamo guardare alleconomia che vive sul nostro mare. LAdriatico-Ionico la pi antica delle vie della civilt, ma ora questo
nostro mare diventato anche una frontiera dove si giocano i delicati equilibri geopolitici del Sud
Europa. In questo momento lattenzione alle economie legate ai cicli idrici, cio le economie legate
al mare, ai fiumi e alle coste, indispensabile per la ripresa. La nostra Regione gi presente in
qualit di Autorit di Gestione dei progetti sullo sviluppo dellarea. Coinvolgendo le altre Regioni
italiane e gli Stati e le Regioni della sponda orientale si pu delineare un grande progetto europeo,
in sinergia con larea danubiana e larea baltica, gi in fase operativa, per un riposizionamento della
nostra Regione e del nostro Paese anche verso lintero Est Europa. A questo approccio arriviamo
ricordando che proprio in Emilia-Romagna si trovano i principali centri di ricerca sul mare (CNR
e Universit), e che disponiamo della pi grossa concentrazione di imprese off-shore operante in
Europa (il recupero della nave Concordia ne la riprova), di unattivit di pesca fra le pi rilevanti,
di un progetto gi avanzato per una rete di formazione sui mestieri del mare e delle zone umide
riferimento per lintera area del Sud Europa, e di un porto come quello di Ravenna di primaria importanza come infrastruttura per tutta larea Adriatico-Ionica.
BOLOGNA ED EMILIA ROMAGNA GRANDE HUB EUROPEO DELLA RICERCA
Il quarto progetto da negoziare in sede europea il riconoscimento di Bologna e dellEmilia Romagna come grande Hub europeo della ricerca, perno essenziale di quella rete europea della
ricerca che sta diventando un asse essenziale per un rilancio dellUnione.
Per questo dobbiamo rilanciare una strategia regionale della ricerca, che valorizzando quanto
fin qui investito nella Rete Alta Tecnologia e nei Tecnopoli(10 Tecnopoli, 36 laboratori di ricerca
industriale, 41 laboratori e 11 centri per linnovazione), consolidi ancor pi un sistema integrato di
ricerca, in grado di presentarsi esso stesso come grande infrastruttura di dimensione europea.
Le nostre universit, i grandi centri di ricerca, tra cui CNR e Enea, il CINECA, consorzio che riunisce le capacit di calcolo dellintero sistema universitario italiano, gli istituti di ricerca e cura dispongono di apparati in Emilia-Romagna, ed in particolare nella Citt Metropolitana di Bologna,
che costituiscono un insieme che ha titolo ad essere riconosciuto come grande infrastruttura di
ricerca di dimensione europea allinterno di Horizon 2020 e quindi come riferimento attrattivo
per nuovi investimenti per imprese che vogliono qui investire nelle loro strutture di ricerca ed
innovazione.
In questa prospettiva, candidando Bologna e tutta la regione a nuovo polo per la ricerca avanzata di dimensione europea, richiederemo le maggiori autonomie previste nel nuovo Titolo V,
anche per sostenere la possibile assunzione dei ricercatori e per lincentivazione della ricerca
avente fini applicativi.
#crescita e attrattivit
Il futuro cambia.
LEmilia-Romagna ha saputo resistere, meglio di altre regioni, alla crisi economica e sociale. La
perdita del 20% di capacit produttive e del 25% di produzione industriale deriva essenzialmente da una caduta degli investimenti e dal crollo della domanda interna. Per tornare ad essere
competitivi a livello globale bisogna aumentare il valore aggiunto delle nostre produzioni, tornando ad investire nella qualit e nelleccellenza delle nostre produzioni. Le imprese che hanno
saputo resistere e crescere nellet della crisi globale sono quelle che hanno aumentato il volume
dei loro fatturati, posizionandosi come leader sui mercati internazionali, inserendosi e governando le filiere globali di produzione.
Per non rassegnarsi allidea di un declino inarrestabile, bisogna ampliare larea delle imprese in
grado di operare con capacit e competitivit a livello globale, disponendo di risorse umane e
condizioni locali in grado di sostenere il loro sforzo di riposizionamento strategico.
Cambiamo il futuro.
UNA REGIONE ATTRATTIVA E DINAMICA
LEmilia-Romagna che vogliamo governare una regione attrattiva capace di portare sul territorio investimenti, talenti, capitali e conoscenze, ma soprattutto capace di portare nel mondo la
forza di un modello di sviluppo sostenibile e di equit sociale, in grado di favorire il processo di
internazionalizzazione delle nostre eccellenze imprese, universit, sanit - pronte a misurarsi
con la competizione globale.
La ripresa degli investimenti sia privati che pubblici, degli investimenti in innovazione, la direzione principale nella quale operare per uninversione di rotta. Perch ci avvenga servono tre
condizioni prioritarie: fare di Bologna e dellEmilia-Romagna un Hub della ricerca industriale e
dellinnovazione europea, rendere la nostra Regione il vero motore del Rinascimento di una
manifattura tecnologicamente avanzata radicata sul territorio e fatta di prodotti, processi,
servizi, sistemi e conoscenza, e garantire un ecosistema sociale ed economico favorevole allo
sviluppo, un quadro di riferimento stabile e di lungo periodo nellambito del quale le imprese,
gli attori pubblici, le comunit locali e le famiglie possano operare consapevolmente le proprie
scelte di investimento.
In particolare il rinascimento di una industria globale tecnologicamente avanzata, una manifattura 4.0, ha bisogno di una Regione che investa sul benessere e sulla salute (livelli prestazionali, servizi, tecnologia, sistemi organizzativi, imprenditoria sociale, filiere produttive), sul fattore energetico e ambientale (prodotti, processi, sistemi e servizi a minor consumo di risorse
energetiche ambientali e materie prime, riuso e riciclo, nuove e rinnovabili fonti energetiche),
sulla bioeconomia (convergenza tra agricoltura e industria, tecnologie avanzate per luso delle
biomasse e del ciclo dei rifiuti, nuovi prodotti e materiali innovativi o ad alto valore aggiunto).
E ha bisogno di unEmilia-Romagna Digitale, capace di sviluppare nuove realt imprenditoriali, utilizzare grandi quantit di dati digitali (BigData), garantire trasparenza, semplificazione e
ottimizzazione dei servizi pubblici per le persone, le imprese e i servizi produttivi, a partire da
una capillare diffusione della banda larga. Cos come necessario rafforzare e promuovere la
crescita di nuova Industria Culturale e Creativa, che valorizzi il grande patrimonio di risorse e
competenze presenti.
Per realizzare questi obiettivi la Regione, nella prossima legislatura, dovr programmare una
gestione unitaria e convergente dei fondi strutturali europei, promuovere una politica della
domanda pubblica e di investimento sui beni comuni come motore dellinnovazione a partire
da un programma pluriennale di rigenerazione urbana delle citt, della costa, aree produttive
e del patrimonio pubblico. A tal fine dovr favorire la nascita di una nuova strumentazione
finanziaria di intervento pubblico (capitali di rischio, micro-credito, fondi rotativi, partecipazione ad iniziative europee ed internazionali), una finanza di missione che diventi catalizzatore
delle risorse private, attivi capitale paziente per garantire la sostenibilit economica nel tempo
degli investimenti sui beni comuni, e sviluppi partnership con le imprese sugli investimenti in
innovazione, diversificando e rafforzando gli strumenti di garanzia e condivisione del rischio e
sviluppando nuovi strumenti finanziari da realizzare anche in collaborazione con altre Regioni e
con lo Stato centrale.
I TURISTI CAMBIANO. CAMBIAMO IL TURISMO
Il turismo per tutti stata una delle grandi rivoluzioni del secolo scorso, una rivoluzione di cui
lEmilia-Romagna stata leader creando vacanze, lavoro e sogni non solo per lite ristrette, ma
per tutte le persone.
Il turismo uno dei settori maggiormente in crescita a livello mondiale, capace di offrire lavoro, benessere, libert e cultura. Lo sviluppo di questi ultimi cinquantanni ha progressivamente
modificato la domanda di tempo libero e di benessere, che ha generato nuovi bisogni e quindi
nuovi mercati.
Lobiettivo per i prossimi cinque anni sar rispondere alle consolidate e nuove domande di turismi con strategie adeguate ai vari segmenti del mercato, partendo dalle tante risorse, strutture e
competenze di cui gi il territorio dispone e su cui dobbiamo continuare ad investire. Dobbiamo
dare valore al nostro patrimonio materiale (monumenti, opere darte, aree naturali e patrimonio
paesaggistico, strutture ricreative, impianti sportivi) e immateriale (tradizioni, musica, cultura,
enogastronomia, festival). Vogliamo aumentare la qualit dei servizi e dellarchitettura della ricettivit, investire sullinnovazione e digitalizzazione dellofferta turistica, anche attraverso una
destagionalizzazione della proposta, rendere sempre pi attrattivi i nostri beni culturali con
eventi importanti, valorizzare il sistema pubblico-privato di promozione e commercializzazione,
aggiornare la professionalit degli operatori e investire strategicamente per un ricambio generazionale, per essere la regione italiana pi accogliente anche verso i nuovi turisti.
Bisogna liberare energie giovani e energie esperte, per valorizzare, anche in reti internazionali,
le competenze, rileggere e ricomporre le tante specificit che ci caratterizzano per essere nuovi
poli di sviluppo del turismo, aumentare loccupazione e il PIL a beneficio della qualit della vita
delle nostre comunit. LEmilia-Romagna deve essere un luogo bello per il tempo libero di
tutti.
Serve rilanciare una governance per il turismo che passi attraverso linnovazione dei prodotti,
la salvaguardia dei territori e delle risorse e rimoduli la relazione storica fra pubblico e privati.
Sono necessarie azioni coraggiose e specializzate per la messa in rete, sia a livello operativo che
promozionale, di nuovi turismi capaci di rivolgersi ad un pubblico pi vasto ma segmentato e
rigenerare limmagine della Regione in un mondo che cambia.
Per sviluppare questa qualit del territorio, rispondere alla diversificata domanda turistica, oltre
che migliorare la vita quotidiana di tutti noi, bisogna operare sulla rete dei trasporti di lunga
distanza e sulla rete locale. Il tema dellaccessibilit e della mobilit sulla costa strategico,
cos come lo sviluppo dellintermodalit (aeroporti-trasporto pubblico locale; aeroporti-ferrovia;
ferrovia-bicicletta; porti-ferrovia), daltra parte strategico lo sviluppo di una mobilit dolce
e slow con lestensione dellinterconnessione delle piste ciclabili e cos come la produzione di
cammini ad alto valore storico-culturale e ambientale che debbono diventare parte di una offerta turistica, innovativa intelligente e integrate.
Expo 2015 loccasione per integrare i diversi itinerari con la rete ad alta velocit, la rete locale,
la mobilit costiera, le aree interne, con lobiettivo creare un vero e proprio Sistema Metropolitano Regionale, parte essenziale della nuova identit regionale.
Strutturare percorsi integrati, che uniscano le grandi potenzialit della nostra montagna, del
Fiume e del Delta, del mare, delle citt darte, della cultura, del termalismo e del benessere deve
diventare la sfida del futuro per intercettare quel turismo sostenibile, naturalistico, culturale e
slow che sempre pi risponde ai bisogni di una societ aperta e complessa. Questo ruolo di leader diviene essenziale nella Macroregione Adriatico-Ionica, dove bisogna essere attraenti verso
i nuovi viaggiatori asiatici che stanno cambiando il turismo mondiale.
Un Turismo di qualit con servizi di livello europeo richiede un investimento mirato sulla formazione degli operatori e degli imprenditori che con diverse professionalit strutturano la nuova
accoglienza, perch, ricordiamolo, nel turismo come in ogni altra forma di relazione la competitivit data dalla qualit delle risorse umane.
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#velocit
Il futuro cambia.
Le domande di tutela di vecchi e nuovi diritti, cos come le esigenze delle nostre aziende che
si confrontano con mercati aperti - in Italia, in Europa e nel mondo - richiedono alla politica risposte tempestive, regole chiare, procedure semplici, una burocrazia orientata a risolvere
problemi, pi che a garantire s stessa.
La velocit un tratto del nostro tempo, nella vita delle persone, delle famiglie e delle imprese.
Se vogliamo tornare a crescere, mantenendo i nostri standard elevati nella qualit e universalit
dei servizi, dobbiamo offrire a chi vive e investe sullEmilia-Romagna un sistema politico-amministrativo pi semplice, meno costoso e pi efficace.
Le iniziative del Governo Renzi hanno cominciato a delineare un nuovo orientamento. La riforma
costituzionale, che trasforma il Senato in una sede di confronto sulla legislazione statale con
le Regioni, insieme alla legge Del Rio sullabolizione delle Province, al pacchetto di norme sulla
semplificazione e alla spending review, impongono anche alle Regioni profonde riorganizzazioni
interne per rispondere, in un contesto di revisione di poteri e di sempre pi stringenti vincoli di
bilancio, in maniera pi efficiente ed efficace ai bisogni dei cittadini.
LEmilia-Romagna pronta alla sfida e saremo, come altre volte in passato, protagonisti e motori
di un nuovo regionalismo.
Cambiamo il futuro.
IL RIORDINO DEGLI ENTI TERRITORIALI PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA
In Emilia-Romagna abbiamo gi iniziato a promuovere le Unioni tra i comuni per la gestione in
forma stabilmente associata di servizi, ad incentivare le fusioni, facendo salvi la rappresentanza
e i presidi di ogni comunit, a concepire le Aree Vaste (non pi di cinque, in sostituzione delle
nove Province) come luoghi della programmazione condivisa.
Comuni/Unioni, Citt Metropolitana/Aree Vaste e Regione devono avere funzioni chiare e
definite in ambiti diversi: i Comuni e le Unioni sono i livelli istituzionali pi idonei per rispondere
ai bisogni diretti di cittadini (welfare, istruzione, cultura, politiche attive del lavoro). La Citt Metropolitana e le Aree vaste sono i livelli decisionali che possono prendere le misure di sostegno
allo sviluppo economico (promozione, attrattivit), di governo del territorio e dei trasporti, di
tutela dellambiente. La Regione deve essere il luogo della programmazione strategica, della
regolazione e della legislazione.
Oltre a semplificare larticolazione degli enti locali, a stabilire una chiara divisione delle rispettive
competenze, dobbiamo imparare a prendere decisioni condivise, tra Regione ed enti locali, in
tempi certi, evitando che si moltiplichino le sedi di discussione. La funzione di promozione e di
snodo che la Citt Metropolitana pu assumere, affiancata alla capacit delle Aree Vaste di aggregare funzioni e rafforzare i territori, devono essere messe a disposizione di tutto il territorio
regionale. Per questo occorre una sede forte e snella di decisione su investimenti e programmazione che veda tutti coinvolti.
Valorizzeremo ancor pi la Conferenza delle Autonomie Locali (CAL), per dare sempre pi valore alla presenza di rappresentanti di Comuni e Unioni, di Citt metropolitana e Aree Vaste, come
sede di confronto con la Giunta sui Programmi e le leggi regionali, in analogia alla riforma del
Senato.
La semplificazione dei livelli istituzionali necessaria se vogliamo aumentare la velocit delle
decisioni e migliore la qualit della programmazione delle politiche regionali, ma non ha un impatto immediato sui cittadini.
REGULATION REVIEW
Con una Regulation Review intendiamo eliminare le norme e gli adempimenti che complicano
inutilmente la vita di famiglie ed imprese senza tutelare, in concreto, i diritti delle persone, la
legalit e lambiente.
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Una tendenza insidiosa consiste nel pensare che per tutelare efficacemente i diritti delle persone
e la loro sicurezza, per proteggere lambiente o pi in generale per orientare i comportamenti
(dalle consuetudini alimentari, alle strategie di impresa, alla condotta dei funzionari pubblici) sia
necessario approvare nuove leggi, regolamenti e circolari.
Questa ipertrofia normativa ha generato in tanti campi una legislazione confusa, contraddittoria, inapplicabile. Ha imposto vincoli e adempimenti che non aumentano la tutela dei diritti dei
cittadini, la trasparenza e lefficienza dellazione amministrativa, la lealt fiscale delle imprese o la
loro correttezza nei confronti dei consumatori, ma producono effetti contrari a quelli dichiarati
o voluti, creando una disparit intollerabile tra chi si sforza di adeguarsi alle regole esistenti e chi
le aggira, infliggendo complicazioni odiose alle persone oneste, deprimendo o respingendo chi
vorrebbe creare imprese e opportunit di lavoro.
Questo approccio culturale alle politiche pubbliche ha una radice profondissima, e per questo
difficile da estirpare, nella mentalit giuridica che permea storicamente le burocrazie. Lidea che,
scritta una norma, sia stato risolto il problema.
Nei primi cento giorni dellattivit di governo metteremo a punto un programma e costruiremo
le condizioni di una profonda Regulation Review che ci porti entro i primi due anni del mandato a semplificare il quadro normativo regionale in materia di urbanistica, commercio e procedimenti amministrativi, cominciando da quelli che producono costi inutili per i cittadini e generano
ostacoli alla programmazione della stessa Regione.
Non ci limiteremo ad abrogare, semplificare, chiarire la normativa regionale, ma forniremo indirizzi agli enti locali e proposte al governo statale, anche attraverso la nostra presenza allinterno
del nuovo Senato.
In ogni ambito intendiamo attuare il principio della responsabilit del cittadino e dellimpresa,
promuovendo la de-certificazione e rafforzando i sistemi di controllo, attraverso la completa
informatizzazione e trasparenza delle procedure, in applicazione della L. 18/2011.
Non possibile che ancora oggi i cittadini e le imprese siano travolti dalla diversit delle procedure e siano ostacolati dai tempi della burocrazia. La nuova Regione dovr garantire tempi
certi di risposta dei livelli amministrativi e dovr prevedere procedure uniformi verso tutti gli enti
territoriali, incentivando accordi con ministeri e agenzie nazionali.
BUROCRAZIA ZERO
Bisogna estirpare le resistenze culturali e le rendite di posizioni dei livelli burocratici. Nei primi 100 giorni di governo lanceremo una spending review regionale con un forte impegno per
la Burocrazia zero. Che vuol dire eliminare tutti gli enti, le strutture, le posizioni dirigenziali e i
procedimenti che non hanno unutilit effettiva, diretta o indiretta, per i cittadini.
Gi oggi lamministrazione regionale, in Emilia-Romagna, dimostra grandi capacit di lavoro nei
singoli settori ed efficiente nella spesa delle risorse europee. Ma non ci basta spendere bene
il denaro: dobbiamo scegliere di investire su ci che pu produrre valore aggiunto per il nostro
sistema economico e produttivo, su ci che genera un benessere diffuso tra le persone e sul
territorio.
La modernizzazione delle politiche regionali passa anche attraverso la capacit di innovare le
pratiche e adeguare le modalit di gestione amministrativa della Regione stessa, favorendo la
rotazione degli incarichi dirigenziali, valutando rigorosamente e valorizzando le competenze, le
capacit professionali e leffettiva adeguatezza alla missione di rendere lamministrazione regionale a servizio dei cittadini. Egualmente interverremo sulle partecipate, dandoci lobiettivo di
un loro dimezzamento.
Lavorare per una pubblica amministrazione capace di essere leva dello sviluppo anche lunico
modo per valorizzare le professionalit e cambiare unidea sbagliata del lavoro pubblico.
UNA MOBILIT SOSTENIBILE
Il sistema regionale della mobilit pubblica deve poter essere identificato come linfrastruttura
portante di una regione metropolitana. Se da Bologna si arriva a Milano in meno di unora e si a
Firenze in meno di mezzora, non sono tollerabili tempi di una scala diversa per gli spostamenti
infra-regionali o per raggiungere Bologna dallarea metropolitana circostante. Lobiettivo creare un vero e proprio Sistema Metropolitano Regionale.
Lunico mezzo che pu dare questa rapidit il treno e per questo pensiamo ad una vera e pro-
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pria cura del ferro per lEmilia-Romagna, concentrando risorse regionali, nazionali ed europee
per completare il Sistema Ferroviario Metropolitano di Bologna, collegare la Stazione Alta Velocit e laeroporto di Bologna e continuare una forte riqualificazione dei treni e delle stazioni del
sistema ferroviario regionale.
Una cura del ferro anche per collegare tra loro gli aeroporti, che non possono pi essere posti
in concorrenza gli uni con gli altri, come spesso stato in questi anni. Gli scali della regione, se
integrati e messi in rete, possono coesistere e attrarre investimenti senza oneri per la finanza
pubblica e servire un territorio pi ampio della sola Emilia-Romagna.
Anche sulle principali infrastrutture di mobilit occorre investire tenendo conto di una gerarchia
di priorit che parte dalla cura del ferro e dalluso della rete ferroviaria come metropolitana
regionale, dal decongestionamento delle citt e dei nodi autostradali. Importante a questo proposito la formazione di tecnici per la manutenzione/miglioramento del sistema dei trasporti su
rotaia.
Dobbiamo aprire una battaglia nazionale sui trasporti pubblici locali, oggetto nellultimo decennio di tagli indiscriminati, soprattutto a danno dei cittadini pi deboli e dei lavoratori pendolari.
Sentiamo di avere fatto la nostra parte per aggregare i bacini del trasporto pubblico e rendere
pi efficienti le aziende regionali, ma occorre uninversione di rotta che non sia solo a parole nelle politiche nazionali. Questa la priorit per un sistema pubblico efficiente che sia in grado di
offrire un sevizio di qualit ai cittadini, in grado di conquistare quote maggiori di utenza.
LEmilia-Romagna snodo fondamentale dei trasporti nazionali ed Europei. In questottica, valutandone con attenzione limpatto ambientale, dobbiamo rispondere ad alcune priorit nazionali
per rendere pi efficiente il sistema autostradale, anche per separare i flussi esterni da quelli metropolitani e regionali, a partire dal completamento del corridoio adriatico e dal Passante Nord.
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#sostenibilit
Il futuro cambia.
Il territorio la nostra grande ricchezza. Il paesaggio che si estende dal crinale appenninico al
Po e si snoda lungo la Via-Emilia o la meraviglia della costa in Romagna non disegnano solo la
nostra conformazione geografica, ma ci segnano nel nostro modo di essere.
La gestione dellequilibrio tra uomo e natura un fondamentale presupposto per la qualit della
vita. Se una parte del dissesto idrogeologico naturale, unaltra provocata dalluomo. Sulla prima bisogna intervenire in via preventiva per mitigarne gli effetti, per la seconda bisogna evitare
con cura e lungimiranza di creare le condizioni per il verificarsi del dissesto. Lestremizzazione dei
fenomeni atmosferici, dovuti al cambiamento climatico in atto, labbandono di antiche pratiche e
labuso del suolo portano al ripetersi di disastri, in ci dimostrando quanto la sicurezza e la bellezza siano insidiate dalla fragilit.
Non possiamo pi permetterci di muoverci su un piano emergenziale. Dobbiamo investire con
urgenza sul tema della prevenzione rispetto al dissesto idrogeologico, perch gli interventi di
manutenzione sono fondamentali per mettere in sicurezza le zone a rischio e prevenire danni
pi gravi, pericolosi e costosi. Su questo piano, le Regioni devono muoversi in modo compatto, al fianco dellazione di Governo, per chiedere allEuropa di smettere di ragionare solo su
regole e vincoli di bilancio, per adottare una nuova flessibilit del Patto di Stabilit. Questo
consentirebbe agli enti locali di investire da subito le risorse che hanno gi a disposizione per la
prevenzione e la tutela del territorio. Si tratta di invertire la rotta, investendo nella prevenzione e
non chiedendo allEuropa i fondi per far fronte ai disastri naturali sempre pi violenti e frequenti,
ma anche promuovendo unindustria della manutenzione urbana e del territorio che riorganizzi
un settore delledilizia in crisi. La Regione intensificher la sua azione anche per contribuire al
contenimento delle emissioni dannose e al risparmio energetico e al crescente impiego di fonti
rinnovabili con produzione distribuita sul territorio.
Noi rivendichiamo il diritto alla felicit per un nuovo modello di crescita fondato sulla sostenibilit e sul benessere diffuso.
Cambiamo il futuro.
RIASSETTO IDROGEOLOGICO E PAESAGGISTICO DEL BACINO DEL PO
Il riassetto idrogeologico e paesaggistico del Bacino del Po, comprendendo tutta larea dal
crinale al Po fino al mare, sar uno dei Grandi progetti perseguiti dalla Regione. Intendiamo
costruire un progetto che coinvolga tutta la nostra comunit scientifica ed il sistema della produzione, le istituzioni e i cittadini per unazione che non solo metta in sicurezza il territorio attraverso una difesa attiva del suolo e il governo sostenibile dei fiumi e delle coste, ma ne riqualifichi
e valorizzi il complesso e delicato equilibrio naturale.
Un progetto di questo tipo, coinvolgendo le altre Regioni del Bacino del Po, pu essere proposto a modello per un ridisegno a livello europeo dei bacini e dei delta dei grandi fiumi europei.
ENERGIE RINNOVABILI
Le politiche a tutela dellambiente non sono solo indispensabili per la salute e il benessere delle
persone, bens unopportunit di sviluppo per mettere le energie rinnovabili nel motore della
crescita della nostra Regione con lambizione di porci come modello allavanguardia nel contesto europeo.
Nel prossimo mandato saremo chiamati a rimodulare il piano energetico regionale, puntando
maggiormente sullefficienza energetica, sul fotovoltaico e sulladozione di piani energetici metropolitani o di area vasta che mirino alla costituzione di esperienze innovative come le Comunit solari locali (le cui sperimentazioni sono in corso in varie forme sul territorio) caratterizzate
dalla realizzazione di un sistema integrato di gestione dellenergia rappresentato da impianti di
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#legalit
Il futuro cambia.
Per molti anni lEmilia-Romagna stata considerata unisola felice, immune dal contagio di forme di criminalit organizzata che avevano avuto origine in altre parti dItalia. Eppure oggi il
fenomeno dellinfiltrazione mafiosa nel nostro territorio una realt di fatto che non possiamo
e non dobbiamo ignorare. Del resto, lEmilia-Romagna ha una capacit produttiva ed una ricchezza pro-capite che rende la nostra regione unideale terra di conquista per le organizzazioni
criminali.
Gli ultimi dati del Rapporto sulle Mafie in Emilia-Romagna stilato dalla Fondazione Caponnetto,
unitamente alle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia, danno la misura del
fenomeno di infiltrazione mafiosa nella nostra regione. Il quadro che emerge dallinquinamento
nelleconomia legale segnala il superamento delle soglie di attenzione con un volume di affari
stimato in oltre 20 miliardi di euro. Le organizzazioni criminali si sono infiltrare nel nostro tessuto
produttivo utilizzando la strategia del mimetismo e sfruttando la crisi economica per riciclare i
propri affari ed inserirsi nel mercato degli appalti di beni e servizi attraverso il minimo ribasso,
cos come fagocitando le imprese in crisi o accelerandone il fallimento. In Regione vi un consistente numero di beni confiscati alle mafie (109), pi del doppio della Toscana.
Nellultimo Rapporto si segnala la commissione di 226 reati di estorsione, 43 reati di riciclaggio,
12 reati di usura ed un numero di operazioni sospette pari al 9% del livello nazionale. In generale,
si tratta di reati che non utilizzano i metodi tipici della violenza criminale, sebbene le ultime statistiche sui reati spia commessi con metodi mafiosi parli di 9 attentati, 301 incendi, 1149 rapine.
Sono dati allarmanti che segnalano le dimensioni del fenomeno e ci devono rendere consapevoli
di come ormai nessuna regione possa considerarsi unisola felice immune dal contagio.
Cambiamo il futuro.
Non possiamo ignorare il fenomeno e voltarci dallaltra parte. Dobbiamo affrontare la sfida con
tutti gli strumenti a nostra disposizione. Non ci pu essere sviluppo economico sostenibile senza
legalit. La lotta alla corruzione, il contrasto allinfiltrazione mafiosa non possono essere delegate solo alla magistratura ed alle forze dellordine. Il compito della politica quello di ripristinare
la cultura della legalit come fattore di unit e crescita del territorio.
Il futuro Governo della Regione deve fornire agli amministratori locali tutti gli strumenti utili per
riconoscere e prevenire il fenomeno della corruzione. La nuova Regione metter tra le priorit
della sua azione di governo il contrasto alla radice dellinfiltrazione mafiosa, in tutte le sue forme. Ci impegneremo fortemente nella gestione dei beni confiscati alle mafie per restituirli alla
collettivit. Ma non basteranno gli strumenti normativi per una battaglia che anche culturale.
Per questo la Regione sar al fianco di quelle esperienze come Libera Terra che ogni anno impegnano migliaia di giovani e volontari nei campi di lavoro che, da Nord a Sud, liberano terreni
ed energie che erano state imprigionate dalla mafia.
Nella passata legislatura stato adottato un pacchetto di norme sul contrasto alle infiltrazioni
mafiose, sulla promozione della cultura della legalit e della cittadinanza responsabile, insieme
a due leggi regionali specifiche, dedicate agli appalti in edilizia ed al facchinaggio. Proprio nel
sistema degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, non c dubbio che molto debba essere
ancora fatto, introducendo clausole sociali, maggiore trasparenza nelle procedure di appalto e
potenziando lefficacia dei controlli e delle verifiche.
Per quanto riguarda la gestione dei beni confiscati, importante sottolineare come nel periodo
2010-2014 lEmilia-Romagna abbia raggiunto il 22,5% dei beni confiscati restituiti alla collettivit.
Sono dati significativi da consolidare e migliorare grazie alladozione di nuovi protocolli di intesa, alla professionalizzazione delle figure che si dovranno occupare della gestione dei beni,
allintroduzione di innovativi strumenti in grado di fornire in modo tempestivo e trasparente una
serie di informazioni sulla tipologia dei beni confiscati e sulla geo-localizzazione degli stessi nei
nostri territori.
Ma il contrasto allinfiltrazione mafiosa non pu agire solo sul piano repressivo. La criminalit,
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sia quella organizzata che quella comune, e il disordine urbano sono fenomeni che coinvolgono
problemi complessi che possono essere affrontati seriamente solo con politiche integrate e di
lungo respiro, che non siano destinate a combattere esclusivamente gli effetti della criminalit,
ma anche le sue cause profonde, quali lesclusione sociale, le discriminazioni in materia di diritti,
le disuguaglianze sociali.
Per questo, oltre al rafforzamento dellOsservatorio regionale in coordinamento con la Direzione
Investigativa Antimafia di Bologna e con le Banche dati comunali sulla criminalit, fondamentale il potenziamento delle attivit legate alle Case della legalit, sul modello di quanto avvenuto recentemente nel 2014 a Bomporto e di quanto previsto dalla legge 13 agosto 2010, n. 136
- Piano straordinario contro le mafie. Perch la lotta per la legalit va portata avanti ogni giorno,
da istituzioni e cittadini, insieme.
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#diritti e parit
ll futuro cambia.
La democrazia paritaria o non . La parit tra donne e uomini un diritto garantito da principi
costituzionali volti a coniugare luguaglianza e lequit con il benessere delle persone e la qualit
della convivenza civile.
La Regione Emilia-Romagna ha raccolto la sfida dello sviluppo e dellinnovazione con lapprovazione della legge quadro per la parit e contro le discriminazioni di genere (L.R. 27.6.2014, n.
6), nel solco delle pi avanzate speranze dei Paesi europei e in attuazione della Convenzione di
Istanbul contro la violenza sulle donne. Una sfida che si fonda sulla visione dei diritti non statica,
immobile e impermeabile agli incalzanti cambiamenti della societ, ma piuttosto una visione dei
diritti e dei doveri dinamica, in cammino, permeabile allevoluzione del presente che renda la
politica e le istituzioni capaci di interpretare il futuro.
Cambiamo il futuro.
La piena attuazione della legge per la parit e il finanziamento delle azioni positive in essa
contenute garantir il raggiungimento degli obiettivi di sistema condivisi nellintenso percorso
partecipato con le istituzioni, i centri antiviolenza, le associazioni femminili, le organizzazioni
sindacali, le universit, gli ordini professionali e tanti altri soggetti impegnati sul tema. Si scrive
parit, si legge democrazia.
Dopo aver introdotto la doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale, dobbiamo
promuovere la rappresentanza paritaria in tutti i luoghi della decisione. Si tratta di perseguire gli obiettivi di educazione e formazione alla cittadinanza di genere e alla cultura del rispetto
e della non discriminazione in ogni scuola di ordine e grado, anche con listituzione di borse di
studio di genere. La nuova Regione si impegner a riconoscere la necessit di valorizzare i talenti femminili protagonisti della storia, della filosofia, dellarte, della cultura, delle scienze, per
costruire esempi positivi per le ragazze di oggi e per le donne di domani, sostenendo le associazioni femminili, i centri di documentazione femminile, le biblioteche delle donne, gli archivi e
i luoghi della memoria.
Lobiettivo quello di promuovere una rappresentanza autentica dellimmagine femminile, coinvolgendo operatori della comunicazione, universit, in alternativa agli imperanti stereotipi sessisti. Anche nel sistema socio-sanitario sar importante sviluppare la medicina di genere come
un approccio ancora pi appropriato alla prevenzione, alla cura, ai bisogni di salute e benessere
di donne e di uomini, rafforzando la rete dei presidi socio-sanitari territoriali, in particolare i
consultori.
Un impegno prioritario per leffettivit della parit di genere, sar il contrasto al fenomeno delle
dimissioni in bianco che colpisce soprattutto le donne ed il loro diritto alla maternit ed al lavoro. Inoltre necessario introdurre sistemi di rendicontazione dellefficacia delle azioni positive
regionali quali il bilancio di genere, le statistiche di genere, il tavolo regionale permanente per le
politiche di genere, la conferenza delle elette.
Il rafforzamento del ruolo della donna nella societ funzionale a prevenire le discriminazioni e
contrastare la violenza di genere, ma limpegno della Regione sul punto costituir una battaglia
irrinunciabile a difesa dei diritti umani, attivando il codice di prevenzione per laccoglienza delle vittime di violenza nei Pronto Soccorso della regione, sostenendo i centri di antiviolenza e
la distribuzione in maniera uniforme sul territorio delle case rifugio, costituendo lOsservatorio
regionale di monitoraggio permanente della violenza di genere, avversando i fenomeni della
tratta e riduzione in schiavit, dei matrimoni forzati e delle mutilazioni genitali femminili, favorendo percorsi dinserimento lavorativo e formativo per le donne vittime di violenza, assistendo i
minori testimoni di violenza e trattando gli uomini maltrattanti mediante apposite progettualit.
La nuova Regione chiamata ad assumersi le proprie responsabilit ed esercitare un proprio
protagonismo nel garantire i diritti quali la fecondazione eterologa, cos come sancito dalla
Corte Costituzionale, predisponendo gli strumenti sanitari per renderli esigibili.
Limpegno della Regione quello di fare dei diritti civili un punto qualificante della legislazione
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e dellamministrazione regionale nel segno del rispetto della libert, delle prerogative e della
dignit della persona umana.
La Regione intende dare pratica realizzazione allart. 48 della finanziaria regionale del 2009 che
promuove la parit dei diritti tra tutte le tipologie di famiglia nella nostra regione, anche nel quadro della legge di Parit approvata a fine legislatura e attraverso una legislazione antidiscriminatoria verso la collettivit Lgbt che la fine anticipata della legislatura ha fermato nonostante liter
avanzato. Si tratta di sostenere un nuovo welfare dei servizi alla persona in grado di intrecciare
il volontariato e lassociazionismo con il Pubblico per non lasciare solo nessuno e per intervenire
nelle nuove povert e nelle situazioni di emergenza individuale generate dalla discriminazione
e dallabbandono.
Nel quadro delle politiche sui diritti civili la Regione intende svolgere un ruolo da protagonista.
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#persone e comunit
Il futuro cambia.
Le persone sono per noi al centro dellazione delle istituzioni. Creare benessere diffuso e qualit
della vita, estendere i diritti civili e sociali, lottare contro la povert, le disuguaglianze e le discriminazioni hanno senso se pongono al centro il valore imprescindibile di ogni persona umana.
sulleducazione che si fonda il legame tra persone e comunit. Leducazione compito diffuso
della societ a partire dal suo nucleo fondamentale, la famiglia. Compito delle politiche pubbliche in campo educativo sostenere i bambini e le bambine, le loro famiglie e le comunit in cui
vivono a crescere liberi di scegliere il proprio percorso di vita, indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche di partenza. il sistema educativo di un territorio che permette alle
persone di diventare buoni cittadini, lavoratori capaci, innovatori nelle imprese e nelle istituzioni.
Se questa infrastruttura debole, proprio la scuola e luniversit rischiano di generare ingiustizia
sociale, accentuare le differenze e perpetuare le disparit. nel sistema educativo infatti che si
sedimentano i diritti effettivi dei cittadini.
I cittadini emiliano-romagnoli sono gente forte e responsabile, che vuole contare e partecipare
nella propria comunit. Comunit con ogni probabilit la parola con cui lEmilia-Romagna
definisce meglio se stessa. linsieme delle opportunit e dei bisogni, lidea che una lettura
autentica della realt non ci consente di limitarci solo alla somma di tanti destini individuali, ma
di concepirci come depositari di una comune idea di futuro. Comunit leggere i cambiamenti
che attraversano la nostra societ regionale ed adoperarsi per trovare e sviluppare risposte
nuove ed aggiornate. Comunit riconoscere e valorizzare il contributo decisivo dei tanti che la
compongono, mettendo in rete e in collaborazione risorse, intelligenze ed idee.
Si realizzato negli anni un sistema di tutela e promozione socio-sanitaria capace di competere
con i migliori sistemi di welfare europei e di concepirsi come diritto sociale e di cittadinanza, in
grado di fare della coesione sociale e dellaccesso universalistico ai servizi il presupposto della
competitivit dellEmilia-Romagna.
Questi sono la base su cui intraprendere una strada di innovazione e cambiamento che deve
proseguire per dare nuove risposte ai profondi mutamenti demografici, allinvecchiamento della
popolazione, allemersione di nuovi target di fragilit, a nuovi bisogni che esprimono le famiglie,
alla crescente cronicit delle patologie che chiede continuit assistenziale, allimpoverimento
economico.
Cambiamo il futuro.
INVESTIAMO IN EDUCAZIONE PER COSTRUIRE IL NOSTRO FUTURO
La scuola il cuore di ogni comunit e in particolare della nostra. Ma la parola scuola non pi
sufficiente. Vogliamo investire su quellessenziale infrastruttura sociale, costituita dal sistema
educativo e formativo nel suo insieme, che accompagna le persone dai primi mesi di vita fino alla
giovinezza e, da l in avanti, garantisce ad ognuno di continuare ad apprendere. Nessuna altra
infrastruttura sociale ha una presenza cos incisiva nella vita delle persone. Lo abbiamo toccato
con mano dopo il terremoto del 2012, quando la scelta di dare priorit alla scuola per garantire
a 70.000 studenti un regolare anno scolastico diventata la misura della capacit di una comunit e delle sue istituzioni di riprendere un cammino di crescita.
Siamo lEmilia-Romagna degli asili pi belli del mondo, ma vogliamo migliorare e fare di pi: costruire una rete tra famiglie e servizi, sostenere la condivisione tra madri e padri dei compiti educativi e di cura, dare opportunit di frequentare il nido a tutte le bambine e i bambini, sperimentare in Emilia-Romagna la proposta di legge 0-6 anni presentata dal PD in Parlamento, per
garantire a tutti i bambini e le bambine scuole e servizi educativi, coinvolgendo tutti i soggetti
pubblici e privati della nostra comunit. Tutto ci possibile se i servizi pubblici lavorano con la
comunit, superando la dicotomia e la separatezza tra pubblico e privato, perch leducazione
un valore pubblico comunque.
La scuola primaria e secondaria di primo grado sono per noi luogo di formazione della citta-
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Indispensabile in questa strategia anche sviluppare uneconomia sociale dei beni pubblici,
costruire spazi di sperimentazione e autonomia in cui crescano soggetti capaci di sviluppare
nuovi servizi di qualit, pi dinamici e flessibili, creando occupazione, sviluppando un mercato
svincolato dalla gestione dei servizi accreditati e non dipendente dal finanziamento pubblico,
capaci di proporsi anche direttamente alle famiglie portatrici di bisogni aggiuntivi.
Abbiamo inoltre la necessit di ricomporre lofferta pubblica dei servizi (ad esempio lassistenza
domiciliare) con ci che attivano direttamente le famiglie (ad esempio le badanti) in una logica
di complementariet ed integrazione, facilitando lincontro domanda-offerta, qualificando lassistenza, costruendo profili di assistenza integrata, valorizzando il lavoro dei caregivers familiari,
dando piena attuazione alla legge regionale recentemente approvata.
Abbiamo la necessit di orientare pi decisamente la spesa dei Comuni, oggi spesso assai polverizzata, verso obiettivi condivisi ed intorno a priorit individuate, anche attraverso il pieno
compimento della riforma istituzionale con la responsabilit unitaria dei servizi alla persona in
capo alle Unioni dei Comuni, a cui dobbiamo associare lintroduzione di una Cartella Sociale,
capace di monitorare come le istituzioni complessivamente agiscono a sostegno delle persone.
Dobbiamo far leva su un uso equo delle risorse per il welfare, in cui la fiscalit generale garantisca
i livelli essenziali di assistenza (LEA), unica condizione per un sistema universalistico, con unequa
compartecipazione alla spesa attraverso lapplicazione regionale del nuovo ISEE, e si possa aggiungere un fondo mutualistico integrativo di comunit che allarghi le prestazioni garantite oltre
i livelli essenziali, in particolari condizioni di fragilit, per la non-autosufficienza o per sostenere il
reddito di chi perde il lavoro, costruendolo assieme alle parti sociali ed al terzo settore.
LO SPORT COME PROMOZIONE DI SOCIALIT E STILI DI VITA SANI
Anche la pratica sportiva parte di questo essere comunit. LEmilia-Romagna si colloca tra le
regioni meno sedentarie in Italia, con pi dei due terzi della popolazione che pratica attivit
fisica, ed anche una delle regioni dove lassociazionismo e il volontariato sportivo raggiungono
numeri e capacit gestionali sconosciuti ad altre latitudini.Sulla base di ci necessario dare
un impulso nuovo alle politiche per favorire la diffusione dello sport e la capillarit e la qualit
degli impianti sportivi nel nostro territorio regionale, con una particolare attenzione ad un loro
ammodernamento e alla richiesta di nuove ed emergenti discipline sportive. La pratica sportiva
rappresenta oggi un diritto del cittadino, che coinvolge una comunit significativa nei numeri e
impone a tutti i diversi attori di condividere strategie e di tradurle in risposte concrete.
Investire in sport vuol dire promuovere stili di vita sani, cos come ricordato pi volte dallOrganizzazione Mondiale della sanit. indispensabile, pertanto, garantire gli spazi e le risorse
necessarie per la corretta crescita di una pratica sportiva che sia in grado di esprimere il proprio valore sociale, educativo, di promozione del benessere e di prevenzione attiva. Per questo
intendiamo offrire sostegno al sistema dellassociazionismo sportivo, che vive un momento
complesso con un calo degli sponsor, una normativa in continua evoluzione, non sempre semplificante, e le crescenti difficolt delle famiglie a far fronte alle quote associative dei vari corsi.
fondamentale incentivare lattivit fisica nel pi alto numero possibile di cittadini, con una attenzione particolare e specifica allavviamento allattivit motoria qualificata per le nuove et
(i bambini ed i ragazzi al di sotto dei 12 anni, e gli over 65) e per le persone con disabilit, in
collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico (CIP).
necessario individuare spazi di maggiore investimento nel bilancio regionale, ma non di meno
attrezzarsi adeguatamente per accedere a finanziamenti europei e nazionali, creando sinergie
con i settori della salute pubblica, del benessere, della qualit della vita, delle politiche sociali
e dellurbanistica e promuovendo una responsabilit sociale di impresa, di cui questa Regione
ricca, che abbia ricadute anche sullo sport.
Abbiamo bisogno di costruire tutto questo con il coinvolgimento pieno e la partecipazione attiva del CONI, degli Enti di promozione sportiva, sulla base delle indicazioni del Libro Bianco sullo
Sport regionale, con gli amministratori dei Comuni, impegnati in questi anni a trovare soluzioni
nuove per garantire luoghi e occasioni di sport nelle nostre citt.
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#bellezza
Il futuro cambia.
Cambiamo il futuro.
UN NUOVO DIRITTO
Limpegno della nuova Regione sar quello di investire nella cultura come un diritto di tutti, un
servizio diffuso e accessibile a tutta la popolazione, rimuovendo gli ostacoli di natura economica
e geografica che non consentono il pieno accesso alla vita culturale.
La cultura fattore fondamentale dellidentit di una comunit, attiene alla libert e al bisogno
di espressione delle persone, alla qualit della vita di un territorio per una fascia sempre pi
ampia di popolazione. Essa rappresenta una componente imprescindibile del welfare: un nuovo
diritto delle persone, espresso fortemente nelle linee guida dellUnione Europea che ha ripetutamente formulato indirizzi e raccomandazioni agli Stati membri perch investano, potenzino,
sostengano cultura e creativit come strumenti indispensabili per il dialogo interculturale e
per linclusione sociale.
LA PRODUZIONE CULTURALE MOTORE DELLA CRESCITA
Cultura e Creativit sono leve strategiche per la costruzione di unidentit e di uneconomia regionale volta al futuro. LEmilia-Romagna terra della creativit. Lindustria creativa sviluppo
e lavoro del futuro su cui lEmilia-Romagna pu e deve investire e puntare, con una nuova legge
regionale che promuova e razionalizzi ci che gi esiste. Ne ha le potenzialit e le capacit, grazie alluniversit, alle istituzioni culturali ed alle imprese private.
Investiamo sulla contemporaneit. Lavoriamo perch lEmilia-Romagna sia al centro della
produzione culturale del nostro tempo. Questa Regione ha artisti, istituzioni culturali, universit,
centri produttivi capaci di essere allavanguardia nella comprensione del mondo globalizzato e
nel rinnovamento delle idee. Anche attuando norme nazionali, intendiamo realizzare una rete dei
teatri e dello spettacolo che sia multidisciplinare e sostenga giovani artisti, creando maggiori
occasioni per il mercato ed aiutando la diffusione delle iniziative culturali nelle citt e nei paesi,
valorizzando il potenziale di crescita e sviluppo dellindustria culturale e dei servizi creativi.
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Con lapprovazione della nuova Legge regionale sul cinema e laudiovisivo s tracciato il
paradigma della logica interdisciplinare con la quale approcciare linvestimento nello sviluppo
dellimpresa culturale, costruendo filiere produttive in campo creativo nellottica di un distretto
diffuso della creativit. Lesperienza pu e deve essere riproducibile in altri campi, primo fra tutti
nel settore della musica.
La particolare esperienza produttiva dellEmilia-Romagna ha saputo integrare eccellenza, creativit, innovazione e saper fare. Un artigianato di grande qualit e creativit ha, infatti, affiancato lindustria meccanica, della ceramica, della moda creando le condizioni per produzioni ad
alto valore aggiunto e di straordinario valore simbolico e creativo. Dal design allenogastronomia
di qualit, dalla moda ai beni culturali, dallo spettacolo dal vivo alle produzioni editoriali, cinematografiche e radiotelevisive, lindustria e i servizi culturali-creativi vivono una fase di forte e
continua espansione e trasformazione e sono sempre pi una risorsa competitiva importante,
sia per i diversi settori manifatturieri che giocano la loro competitivit sul terreno del Made in
Italy che incorpora in s lo specifico fattore culturale di questo Paese sia per la loro ricaduta
positiva sullintera economia nazionale, in particolare nel settore del turismo.
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#ricostruzione
Il futuro cambia.
Abbiamo reagito con forza ed orgoglio, nella migliore tradizione della laboriosit dellEmilia-Romagna, alle calamit naturali che ci hanno colpito.
Negli ultimi anni, il sisma del 2012, le trombe d aria e le alluvioni del gennaio 2014 hanno colpito
unarea di 54 comuni, con circa 600.000 cittadini, fortemente industrializzata, con unagricoltura di alta qualit, che da sola concorreva al 2% del PIL nazionale.
Tutto avvenuto in assenza di una legge nazionale sulle calamit naturali e a pochi giorni dalla
modifica della legge sulla protezione civile che riduceva pesantemente, in particolare alla fase
emergenziale, il ruolo del pubblico, rimandando ad un sistema assicurativo la ricostruzione.
In questa condizione la scelta operata di mantenere sia la fase emergenziale che la ricostruzione
in capo agli eletti dai cittadini, in primo luogo i sindaci, stata la vera chiave del buon lavoro
svolto. Oggi, a pi di due anni dagli eventi sismici e a qualche mese da quelli alluvionali, si pu
dire che la nomina del Presidente Errani a Commissario delegato e la scelta di concertare ogni
fase dellemergenza e della ricostruzione con le autonomie locali, abbia portato a concreti e tangibili risultati. In primo luogo si sono ottenute le risorse necessarie per la ricostruzione di imprese
e abitazioni civili e una parte importante di risorse per le opere pubbliche (scuole, ospedali ed
altri presidi sanitari, strutture per il sociale, per la cultura, lo sport e tanto altro), a cui si aggiunta la straordinaria solidariet di tanti cittadini, imprese associazioni.
Cambiamo il futuro.
Tanto stato fatto, ma siamo consapevoli che sia indispensabile un impegno ancora forte per
portare a compimento la ricostruzione e contribuire alla piena ripresa economica ed al benessere delle nostre comunit, nella consapevolezza che il nuovo Presidente della Giunta regionale
sar anche il nuovo commissario per sisma ed alluvione.
Occorre semplificare i processi e le procedure in essere, cos come occorre accelerare il rientro
nelle case di tutti i cittadini collocati provvisoriamente nei Map.
Ci aspetta anche un confronto diretto con Governo e Parlamento per definire norme e risorse
necessarie a concludere il processo di ricostruzione. Ci impegneremo per ottenere la proroga
dello stato di emergenza per almeno due anni (fine 2016), maggiore attenzione alla finanza locale dei Comuni che necessitano di risorse per coprire le minori entrate (anche delle Multiutility),
lesclusione dal patto di stabilit e dalla spending review per i prossimi 4 anni e lo svincolo degli
indennizzi assicurativi dal patto di stabilit, cos come avvenuto per le erogazioni liberali e la
Proroga dei Mutui CDP almeno per il 2015.
Ci impegneremo per ottenere anche lo sblocco della spesa del personale e la prosecuzione della
possibilit di assumere personale interinale per i prossimi 3/4 anni almeno, necessario per dare
continuit alle assunzioni fatte e a non interrompere il processo della ricostruzione.
Per i Comuni con meno di 5.000 abitanti serve prorogare almeno al 2015 lobbligo di gestione
dei servizi fondamentali in modalit associata, permettere lesenzione IMU per i fabbricati inagibili, definendo la scadenza sulla base della recuperata agibilit.
necessario inoltre ottenere il finanziamento di un miliardo che ancora manca per poter ricostruire il sistema delle opere pubbliche e soprattutto misure di natura fiscale in grado di far
ripartire parte delleconomia delle aree sismiche. Pertanto occorre la rapida approvazione dei
decreti attuativi per la legge 122/2013 e in modo particolare lo strumento del credito dimposta
per investimenti e assunzioni e la fiscalit strutturale di vantaggio.
Fondamentale per tutta larea anche la realizzazione dellinfrastruttura Cispadana. Anche in
questo caso occorre un processo di accelerazione e di garanzie che permettano di avviare entro
il 2015 tale intervento, strategico da un punto di vista economico, sociale, ambientale e turistico-culturale per la regione Emilia-Romagna e per lintero territorio nazionale.
Allo stesso tempo rimane il no alla realizzazione dellimpianto di stoccaggio del gas a Rivara
(vicenda definitivamente conclusa), anche alla luce della promozione di forti processi di innovazione in campo energetico.
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Infine, a fronte delle tragedie che sta vivendo il Paese, ormai urgentissima una Legge Quadro
sulle calamit. Occorrono procedure e regole che permettano di conoscere diritti e doveri sia
nella fase di emergenza che in quella di ricostruzione e che garantiscano processi di ricostruzione veloci ed efficaci, tutelati dalle infiltrazioni malavitose, e in grado di aiutare la popolazione
senza lasciare indietro nessuno.
Lesperienza dellEmilia-Romagna pu essere il prototipo, gi sperimentato, per una legge nazionale.
Lesperienza maturata dalla nostra Regione - le regole e i percorsi innovativi sulla sicurezza sismica, sulla costruzione e ricostruzione, sui materiali e i processi edilizi, sulle procedure autorizzative e sul rapporto con i tecnici privati, sullinformatizzazione delle procedure, sullassistenza
alla popolazione - deve diventare patrimonio di tutta la regione. Una regione che parte dai
territori e arriva a soluzioni di sistema, trasferendo e valorizzando le buone pratiche.
Ricostruire diviene quindi lasse essenziale del nostro sviluppo. Ricostruire il nostro senso di
comunit nazionale per essere pi dinamici e propositivi in Europa, ricostruire il senso della
politica e della responsabilit collettiva rispetto al futuro del nostro Paese. Questo il ruolo
per lEmilia Romagna, questo il compito che ci assumiamo con i nostri elettori per questa
nostra legislatura costituente.
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