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VENERD 17 OTTOBRE 2014

Scenari. Dalla siderurgia alla generazione elettrica le contraddizioni

Scommessa verde
Ilva,Bruxellesfalavocegrossa:
aTarantoimpegninonrispettati

conquiste del lavoro

cronache

aranto come Ilva, vale a dire la T maggiore tra le tre (le


altre sono lAst di Terni e la
fabbrica ex Fiat di Termini
Imerese) indicate dal premier Matteo Renzi come le priorit di cui
dobbiamo occuparci insieme.
Era il 7 ottobre, giorno dellincontro con i leader di Cgil Cisl e Uil a
Palazzo Chigi. Diciamo che da allora le condizioni di salute delle tre
T, peraltro gi abbastanza compromesse, si sono perfino aggravate, con la parziale eccezione di Termini Imerese, che forse vivr una
nuova primavera grazie alla produzione di auto ibride.
La T maggiore, lIlva di Taranto appunto, quella che se la passa peggio: nuovo azionista ancora da
identificare, guai giudiziari, impegni dellAia (lAutorizzazione integrata ambientale) ancora a mezza
strada, o poco pi avanti, rampogne della Commissione Europea.
Partiamo dalla coda, cio dalle
mosse di Bruxelles, che ha comunicato di voler portare avanti la procedura dinfrazione aperta contro
lItalia poich non ha provveduto a regolare le attivit dellIlva
in conformit alla normativa Ue
in materia di emissioni industriali,
con conseguenze potenzialmente
gravi per la salute umana e per
l'ambiente. Ora lItalia ha due mesi di tempo per rispondere al parere motivato inviato dalla Commissione, altrimenti scatter il deferimento alla Corte di giustizia europea.
Non si tratta di un fulmine a ciel
sereno. Bruxelles aveva gi inviato
all'Italia due lettere di messa in
mora, la prima nel settembre
2013 e la seconda lo scorso aprile.
Inoltre il 30 marzo 2011 la Corte
Ue aveva gi condannato l'Italia
per il mancato rilascio delle autorizzazioni relative alle emissioni industriali per diversi impianti industriali, tra cui anche l'Ilva. In agosto le autorit italiane avevano rilasciato all'acciaieria l'autorizzazione integrata ambientale, aggiornata poi nell'ottobre 2012 e lo
scorso marzo.
Alla Commissione ha subito risposto il commissario straordinario
dellIlva Piero Gnudi: Abbiamo approvato una Aia che una delle
pi avanzate che esiste al mondo.
La stiamo attuando, e mi sono anche un p meravigliato che ci sia
ancora questa procedura di infrazione.
Secondo Gnudi Ilva avrebbe ottemperato a circa il 75% delle prescrizioni Aia, il problema che le
casse del gruppo siderurgico sono

praticamente vuote e pare difficile, in queste condizioni, che i lavori vengano portati a termine. A meno che lazienda non trovi in tempi
brevi risorse fresche. Potrebbe anche succedere, se oggi il gip di Milano decider di sbloccare e trasferire nelle casse del gruppo gli 1,2
miliardi sequestrati alla famiglia Riva dalla magistratura milanese nel
maggio del 2013 nell'ambito di un'
inchiesta su una presunta truffa ai

danni dello Stato e un presunto


trasferimento fittizio di beni proprio dalle casse dell'Ilva verso altri
lidi. La richiesta di Gnudi si basa
sulla nuova normativa che prevede l'utilizzo dei fondi sequestrati
anche in procedimenti diversi da
quello per reati ambientali, in modo da poterli utilizzare per risanare gli impianti dello stabilimento
tarantino.
C.DO.

Lazionedellelobbies
egliextracostienergetici

ecentemente, durante
lInformativa urgente sullimpatto economico per
le imprese nazionali dovuto alle sanzioni commerciali disposte dalla Federazione russa
contro lUE, il ministro dello
Sviluppo Economico, Federica
Guidi, ha assicurato che sono
stati elaborati dei Piani di
emergenza nazionale per il
prossimo inverno che, pur prevedendo delle criticit, mostrano una sufficiente capacit del nostro sistema di approvvigionamento per poter
superare senza eccessive difficolt anche interruzioni prolungate, fino a tre mesi, del
flusso di gas russo. Le eventuali interruzioni avranno, per,
conseguenze sui prezzi del
gas che lItalia dovr importare da altri Paesi. A ben intendere pi che una rassicurazione sembrerebbe un ammonimento che avvisa i cittadini
sui potenziali rincari della
prossima stagione invernale,
peraltro preannunciata alquanto rigida. Cerchiamo di
decodificare il messaggio del
ministro, cos criptico nella
sua generalit. Il primo punto
che non si escludono riduzioni degli approvvigionamenti
lungo la pipeline proveniente
da est, chiamata tag. In realt
pi che interruzioni potrebbero verificarsi diminuzioni di
flusso, per due motivi: il primo di politica estera, ed il
vero elemento di novit rispetto alle crisi energetiche degli
anni passati, e cio oggi siamo

arrivati allo scontro armato in


Ucraina e la Russia subisce le
sanzioni dal mondo occidentale, con in testa gli USA. Non
interesse di nessuno far precipitare la situazione, ma al momento molto ingarbugliata
e dipanare la matassa senza
perderci la faccia non semplice. E chiaramente il gas uno
strumento di pressione potente, specie nella stagione invernale, che le due fazioni possono adottare per scaricare le responsabilit allaltro davanti
al mondo. Dal canto loro gli
USA vorrebbero, nel lungo periodo (5 -10 anni), poter diventare un partner energetico alternativo alla Russia per tutta
lEuropa, in considerazione
delle vaste riserve di shale gas
che si stanno rendendo disponibili e che oggi sono impiegabili solo per consumi interni,
ma con prezzi quasi cinque volte inferiori rispetto a quelli
che pagano gli shipper italiani
per rifornire il mercato domestico. Si capisce, quindi, che
prospettiva di guadagno ci
possa essere, visto che lEuropa, complessivamente, nel
2013 ha consumato poco meno di 500 mld di mc di cui 125
provenienti dalla Russia! E qui
veniamo al secondo punto, il
prezzo. In ragione della lunga
crisi, negli anni passati si sono
rinegoziati, a ribasso, i contratti Take or pay con la Russia e
sul TAG limport salito, con
picchi oltre il 50% nel 2013. E
questo elemento di squilibrio
il vero empasse per limport
italiano di gas, che altrimenti,

con la bassa domanda interna


degli ultimi anni ( -16,6% dallinizio della crisi, con livelli assoluti lordi nel 2013 pari a
quelli del 2000!), stoccaggi
ben forniti ed i rigassificatori
operativi, reggerebbe certamente meglio le diminuzioni
di gas russo, poich lo sforzo
sarebbe calibrato su tutte le
strutture; queste potrebbero,
con un piccolo incremento
(5-10%) compensare, tutte assieme, il calo e, al limite, linterruzione totale del TAG senza particolari sovracosti. Al
contrario, sbilanciati come siamo su ununica linea anche
una diminuzione contenuta
causerebbe contraccolpi, imponendo al sistema di rifornirsi, con maggior oneri e difficolt, dagli altri punti dingresso.
Non a caso tre settimane fa il
rigassificatore di Livorno stato classificato come strategico, per destinarlo ad impieghi di emergenza, e lemergenza costa. Al momento non si dispongono di cifre puntuali, anche perch nessuno al momento conosce lentit della
potenziale crisi, cio si ignora
quanto gas ci mancher, ed in
quale periodo dellinverno, se
a dicembre con gli stoccaggi
pieni, o a febbraio - marzo che
sono invece svuotati. Peraltro
bisogna tener presente che il
gas fa marciare tutto il paese,
essendo il principale vettore
energetico per produzione
elettriche ed industriali, il che
comporta, in misura meno
blanda del suo cugino petrolifero, dei rincari supplementa-

ri su elettricit e produzione.
Sullo specifico punto, con tutta probabilit, lonere maggiore sar sopportato dalle PMI.
Alle famiglie, invece, toccher
raggere gli aumenti striscianti, come gi avviene per questo trimestre: il gas, salito
del 5,4% a 82 cent/, per il rialzo della materia prima allingrosso come effetto della
stagionalit e per limpatto
sulle quotazioni spot e, a cascata, su quelle a termine, causate dalle tensioni tra Russia e
Ucraina; si sono poi aggiunti
gli oneri di stoccaggio, cresciuti del 1,2%. Per lenergia elettrica, laumento trimestrale
dell1,7% a 19 cent/kWh. A ci
si sono sommano le necessit
di gettito per la componente
A3 (incentivi alle fonti rinnovabili + 0,4%) e per la componente A2 (oneri nucleari, +0,6%)
Ci domandiamo - visto che
lenergia lutente italiano la
paga 1/3 in pi di un europeo,
anche per lelevato livello di
tassazione - se nella crisi che
stiamo subendo, sia ancora
sopportabile per su un simile
bene di pubblica utilit, unorganizzazione di mercato risultante degli appetiti lobbistici,
piuttosto che frutto di una
progettualit finalizzata a servire famiglie ed imprese. E la
prova provata delle disfunzioni organizzative e della piaga
affaristica dato dal rincaro
del prezzo, che dalle quotazioni sulla Borsa elettrica al consumatore finale, in bolletta,
sale fino 400% in pi!
Pierpaolo Signorelli

di un sistema industriale alla ricerca di un nuovo equilibrio per uscire dalla crisi

perlacrescita

CentraleMercure,
laBasilicatapunta
sullebiomasse

otenza (nostro servizio) - Non la parola


definitiva ma certamente un passo
avanti importante verso la
riapertura della centrale
Enel del Mercure. Dopo anni di trattative, approfondimenti e riflessioni, ricorsi e
contro-ricorsi, stato siglato al ministero dello Sviluppo economico laccordo di
compensazione ambientale tra Enel, Regione Calabria e Basilicata, Ente Parco del Pollino, Cgil Cisl Uil di
Basilicata e Calabria e i Comuni di Laino Borgo, Mormanno, Laino Castello, Pa-

fronte di un fabbisogno
elettrico che non cresce
per Enel occorre rivedere la mappa degli impianti italiani. Non ha usato mezzi termini lamministratore delegato di Enel, Francesco Starace,
durante la sua audizione al Senato. Un processo inevitabile, dunque, per la realizzazione del quale Enel ha gi individuato alcuni siti e, allo stesso
tempo, ha precisato non ci saranno ripercussioni occupazionali per i dipendenti interessati.
La domanda elettrica non ripartir mai con i tassi di crescita che ci aspettavamo,
quindi bisogna rassegnarsi alla dismissione di un certo nu-

pasidero, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore e Lauria.


Per la Cisl lucana era presente Nicola Fiore, responsabile confederale del settore energia. Laccordo,
che avr efficacia solo dal
momento dellentrata in
esercizio della nuova centrale, che non brucer pi
olio combustibile ma biomasse, prevede misure di
compensazione per rafforzare i meccanismi di tutela
ambientale e di salvaguardia della salute e sostenere
iniziative infrastrutturali in
favore delle comunit locali, agricole e turistiche che
insistono nellarea del parco del Pollino.
In ballo ci sono nel complesso 14 milioni di euro di royalties. Le fetta pi grossa
di compensazioni finanziarie andr ai Comuni che si
divideranno ogni anno e
per otto anni un milione e
100 mila euro; allEnte Parco del Pollino andranno,
sempre per otto anni, 500
mila euro; infine 750 mila

euro a testa finiranno alle


Regioni Calabria e Basilicata come una tantum.
Si tratta di una boccata
dossigeno non indifferente per le esangui casse degli enti locali, alle prese con
i tagli ai trasferimenti statali e gli stretti margini del
patto di stabilit. Non ci sono soldi nella partita delle
compensazioni. Laccordo
prevede, infatti, specifici
stanziamenti finalizzati a
rafforzare limpiego degli
attuali lavoratori agricoli e
forestali per la manutenzione e lo sviluppo boschivo.
Sul versante occupazionale, Enel, che gi stima in circa 150 le unit attualmente impiegate per la gestione della centrale, si impegnata al rafforzamento dellorganico per un numero
non inferiore a 30 unit, privilegiando, a tal fine, le fasce di lavoro giovanile disponibili nellambito territoriale dei Comuni della
Valle del Mercure, unarea
dove il tasso di disoccupazione, specie giovanile, raggiunge cifre esorbitanti.
Positivo il commento del
segretario generale della
Cisl Basilicata, Nino Falotico: Siamo soddisfatti per il
risultato raggiunto dopo
anni di lavoro orientato a
fronteggiare soprattutto le
resistenze pi svariate che
nel tempo si sono frapposte allinsediamento produttivo pi importante di
unarea marginale della nostra regione. Per il segretario della Cisl la riattivazione della centrale del Mer-

Enel,23impiantiarischio
Flaei:situteliillavoroelinnovazione
mero di impianti ormai vecchi e obsoleti ha spiegato
Starace, ed Enel ne ha individuati 23 e per nove di essi (Trino, Porto Marghera, Alessandria, Campomarino, Carpi, Camerata Picena, Bari, Giugliano e Pietrafitta) ha gi avviato le procedure di cessazione
definitiva dellesercizio, ma
nessuno dei 700 dipendenti
coinvolti perder il posto. Starace ha illustrato la situazio-

ne in cui si trova attualmente


lazienda, alle prese con una
crisi della domanda che, malgrado il piccolo rimbalzo di
settembre (+0,4%), non consente di sperare nel ritorno al
livello pre-crisi.
Convinta nella necessit di avviare unampia riflessione sui
futuri assetti del settore anche la federazione degli elettrici Cisl.
Le dichiarazioni al Senato

dellamministratore delegato di Enel pongono un problema reale, assai delicato, che


non pu essere eluso bens affrontato in termini complessivi di riprogrammazione industriale. quanto commenta
la Flaei Cisl nel ribadire che
lintero riassetto del comparto della generazione elettrica
va discusso nellambito di
una coordinata strategia di
politica energetica e del lavo-

cure pu essere una straordinaria opportunit per rimettere in moto la fragile


economia delle aree interne e creare nuovi posti di lavoro. Si pu stimare che
per ogni posto di lavoro diretto se ne potrebbe creare almeno un altro nel servizi locali; ecco perch non
possiamo permetterci di
sprecare unoccasione storica.
Ma il fronte contrario alla
centrale, con in prima fila i
sindaci di Rotonda e Viggianello, non abbassa la guardia e promette battaglia.
Sul futuro della centrale
pende ancora la spada di
Damocle dei ricorsi amministrativi. Infatti, nel giorno
stesso in cui al Mise si firmava laccordo sulle compensazioni ambientali, il Consiglio di Stato rinviava a data
da destinarsi la decisione
definitiva sulla centrale, anche perch sulla vicenda interverr il governo, chiamato a mettere la parola fine
alla vicenda. Il segretario
generale della Flaei Cisl Basilicata, Rocco Padula, per fiducioso: Spero che si
arrivi subito ad una soluzione definitiva, anche perch
il grosso dei soggetti in campo si sono gi espressi, e
questo credo che render
pi semplice e agevole il
giudizio dello stesso Consiglio di Stato. Mi auguro che
anche il governo vorr facilitare una risoluzione positiva della vicenda evitando
ulteriori e dannosi contenziosi.
Luigi Cannella

ro. Occorre puntare - sottolinea la categoria - su una riconversione industriale o territoriale di quei siti che realmente non offrono alcun elemento di reale utilizzo. Sar
un disegno integrato di riutilizzo dei siti produttivi o reingegnerizzazione dei territori
che aiuter a trovare le soluzioni pi idonee, capaci di coniugare il mantenimento o
lallargamento dei livelli occupazionali, le qualificazioni
professionali, un uso innovativo degli impianti. Abbiamo,
come Flaei e come Cisl, idee e
proposte concrete, utili che
tutelano realmente i lavoratori e offrono migliori opportunit al territorio.

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