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IL FIGLIO DEL RECLUSO.

Nel 1936, mio padre finisce in galera per omicidio, allora io avevo
poco pi di due anni, ma la tragedia che io , pur essendo cos
piccolo, mi sono trovato proprio nel momento in cui mio padre
commetteva lomicidio . Non ho un preciso ricordo,e non mi potevo
rendere conto di quanto stava accadendo essendo cos piccino. Pero
quei momenti orribili mi entrarono nella testa, vidi mio padre che
aveva preso a calci questa sventurata, allora io alla vista di quanto
stava accadendo cominciai a piangere a dirotto, e in quellistante mio
padre, mi prese in braccio e mi port al piano di sopra, nella camera
da letto e mi pose accanto a mia madre, tutto si svolse in un breve
lasso di tempo .
La storia che
viene raccontata in prima persona e frutto dello scrittore che funge da
attore recitando i vari ruoli dei personaggi che troveremo nella intera
storia. Subito mia madre mi prese tra le sue braccia stringendomi al
suo petto,io per continuavo a singhiozzare, anche mia madre era
molto scossa perch aveva sentito tutto quello che era appena
successo . C da dire che per me, quei pochi istanti hanno segnato il
triste cammino della mia breve vita. . . . Nella confusione che si era
creato in quei primi momenti e dato la mia tenera et, io non ebbi
tempo di capire che vi era stato un omicidio, ma poi col passare del
tempo , mia madre, con molto tatto cercava di spiegarmi quanto era
accaduto. Dal momento di quella tragedia, la notte mi svegliavo di
soprassalto piangendo, e cosi facendo svegliavo anche una mia
sorellina nata pochi giorni prima dello omicidio e mia madre aveva un
bel da fare con due bambini piccoli. Mia madre sullorlo di un
esaurimento nervoso, non sapendo dove parar per primo, e con un
marito in galera, le cose , le pi semplici diventavano molto gravose.
Era passato poco pi di un anno e unaltra sciagura si avvent contro
la nostra famiglia , la mia sorellina si ammal , la malattia si
aggravava di giorno in giorno, e nel giro di poco tempo avvenne la
morte. Questo evento arriv come una tempesta a ciel sereno che

gett mia madre nella disperazione pi assoluta. E in tanto il mio


incubo notturno mi perseguitava quasi ogni notte. Avevo gi compiuto
tre anni e di tanto in tanto il mio incubo si ricordava di me ed io mi
svegliavo piangendo e mia madre consolatrice , con tanta dolcezza
cercava di riaddormentarmi. Mia madre mi cullava , anche se avevo
abbondantemente superato i tre anni di et. Per mia madre io sono
stato la sua ancora di salvataggio, io ero una speranza e lei
continuava a vivere per me. Noi eravamo contadini, per ci mia madre
si rimbocco le maniche e continu il lavoro dei campi, continuando
quello che mio padre aveva cominciato. Quando mia madre andava a
lavorare nei campi, mi affidava alla mia nonna materna. A casa di mia
nonna cerano anche altri due miei cuginetti, e con loro giocavamo
tutt insieme. Mia nonna ci voleva bene , per con me aveva un
qualcosa in pi, forse voleva colmare quel vuoto della mancanza di
mio padre, credo che la nonna leggeva sul mio volto quella sottile
sofferenza che magari io cercavo di nascondere. In quei momenti che i
miei cuginetti durante i giochi tiravano in ballo i propri genitori, io mi
sentivo come se mi mancava la terra sotto i piedi, tutto ad un tratto
diventavo silenzioso e taciturno pi del solito. Ora mi rendo conto che
in loro non cera malizia per io sentivo il peso di una mancanza che
forse allora non mi sapevo spiegare quale era la ragione di quella mia
ribellione. Ricordo ancora la mia nonna quando ci invitava a rientrare
in casa, io ero sempre lultimo dietro ai miei cuginetti ,che poi mi
canzonavano, e mi dicevano che io ero veloce come una formichina,
ma io di proposito li lasciavo andare avanti, perch avevo sempre
davanti agli occhi quei momenti orribili vissuti durante lomicidio
commesso da mio padre. Spesso ero avvolto da una nebbia che mi
offuscava la mente che non mi permetteva di vedere quello che
succedeva intorno. In certi giorni ero assalito da un torpore e avevo
limpressione di volare ,come se venivo risucchiato in una tromba
daria che mi faceva volare sempre pi in alto, poi mi ritrovavo a terra
con un gran male di testa. La nonna quando mi vedeva in quello stato
si preoccupava e mi chiedeva cosa avessi, ma io mi chiudevo in un
mutismo assoluto ignorando la nonna che cercava daiutarmi come

poteva. La sera , dopo il tramonto, mia mamma

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