Sei sulla pagina 1di 33

Dispense di elaborazione analogica e numerica

del segnale sonoro per la musica elettronica.


Modulazione di ampiezza e ad anello
Tecniche analogiche e numeriche
2007 Lorenzo Seno - Versione .! del ! maggio 200"
#ndice generale
1 Note sul copyright........................................................................1
2 Introduzione ...............................................................................1
3 Definizione ................................................................................1
3.1 Segnali specificamente sonori e segnali di controllo.........................2
3.2 Tremolo e messa di voce..........................................................3
3.3 Inviluppi..............................................................................4
3.4 odulazione di !mpiezza generalizzata........................................"
3.# $o spostamento di fre%uenza &fre%uency shift'................................"
3.( Significati musicali dello spostamento di fre%uenza........................1)
3." *ealizzazione dello spostamento di fre%uenza...............................12
3.+ ,rodotto tra segnale analitico audio e segnale analitico non audio- la o.
dulazione di !mpiezza propriamente detta &!'............................14
3./ 0enerazione di componenti continue..........................................1#
3.1) Segnali reali........................................................................1#
3.11 1no schema generale per la modulazione di ampiezza &!' reale........1+
3.12 2attimenti..........................................................................1/
4 odulazione ad anello &*ing modulation'...........................................21
# Il ri3altamento attorno allo zero e il fold over nella modulazione di ampiezza
e in %uella ad anello....................................................................2#
#.1 *i3altamento attorno allo zero.................................................2(
#.2 4old over...........................................................................2"
( 5liminazione di componenti continue................................................2/
" 1na nota finale..........................................................................2/
+ 2i3liografia...............................................................................31
$ote sul cop%right
Questo testo rilasciato sotto la licenza Creative Commons Attribuzione
Non commerciale Non opere derivate 2.5
http:creativecommons.or!licensesb"#nc#nd2.5itle!alcode.
$% permessa la di&&usione e la riproduzione per uso non commerciale in &or#
ma non modi&icata.
2 #ntroduzione
$a modulazione di ampiezza &! . Amplitude 'odulation' 6 una tecnica di
ela3orazione del segnale che deriva dalle radiotrasmissioni e da alcune tecniche
di misura nel campo della elettronica analogica7 e che a %ueste deve gran parte
della sua terminologia.
In campo strettamente musicale7 l8applicazione di inviluppi . che hanno
come scopo una relativamente lenta modulazione dell8intensit9 del suono . sono
un esempio di modulazione di ampiezza7 cos: come il tremolo e la messa di voce.
Il vi3rato 6 invece un8oscillazione ritmica &pochi ;z' dell8altezza &pitch'7
mentre il &lutter 6 uno s3andamento involontario casuale dell8altezza7 pilotato
da un rumore con uno spettro colorato da un8enfasi centrata attorno a pochi ;z.
Spesso7 se non sempre7 nell8emissione della voce o nella pratica strumenta.
le7 tutte e tre le tecniche %ui citate &tremolo7 vi3rato e messa di voce' sono ap.
plicate assieme7 in diversa proporzione tra loro. In %uesto testo saranno peraltro
trattate separatamente7 come fenomeni puri.
1n caso particolare 6 la cosiddetta modulazione ad anello &o rin! modula#
tion'7 molto utilizzata nei sintetizzatori analogici7 e che non 6 strictu sensu una
modulazione di ampiezza. ,ertanto la terminologia usuale normalmente utilizza.
ta in proposito 6 fuorviante7 come sar9 chiarificato nel capitolo apposito.
& De'inizione
Si ha modulazione di ampiezza %uando un segnale . detto modulante . viene
utilizzato per modificare l8ampiezza di un secondo segnale7 detto modulato &op.
pure7 nel caso delle radiotrasmissioni7 se!nale portante( o pi< spesso al femmini.
le- la portante intendendo la sinusoide portante o onda portante).
s
AM
(t )=s
m
(t )s
p
(t )
1
$8operazione implicita 6 il prodotto7 e
s
m
(t )
pu= essere pensato come un
guadagno varia3ile nel tempo.
Nelle radiotrasmissioni il segnale modulante 6 il segnale audio7 mentre il se.
p.1>31
gnale portante 6 un segnale elettromagnetico sinusoidale puro a radiofre%uenza.
Nel caso delle ?nde edie7 la sua fre%uenza si trova attorno al ega;ertz &hz'.
Il motivo del termine @portanteA . come si vedr9 pi< precisamene nel segui.
to . sta nella circostanza che cos: operando si affida il segnale audio7 che non
potre33e propagarsi da solo a causa delle sua fre%uenza troppo 3assa7 ad un se.
gnale a fre%uenza pi< alta7 in grado di essere efficacemente trasmesso attraver.
so un8antenna. Dun%ue la portante @portaA il segnale audio nelle fre%uenze ra.
dio7 rendendolo irradia3ile attraverso antenne di dimensioni pratica3ili
1
. 1tiliz.
zando portanti a diverse fre%uenze7 6 inoltre possi3ile trasmettere pi< canali
&stazioni radio' nell8etere permettendo ai ricevitori di separarli l8uno dall8altro.
$8operazione che si fa %uando si usa la manopola della sintonia di una radio ! in
onde medie 6 proprio %uella di @sintonizzarsiA sulla specifica &fre%uenza della'
portante della stazione desiderata. Il ricevitore esegue l8operazione inversa7 ov.
vero la demodulazione7 rivelando il segnale audio contenuto7 @celatoA7 nel se.
gnale a radiofre%uenza7 e riconducendolo nella 3anda audio originale.
$8uso della modulazione di ampiezza nella sintesi e nell8ela3orazione musica.
le fa riferimento ad un contesto e ad esigenze completamente diversi. Nel segui.
to non useremo pertanto . salvo ove sia specificamente appropriato . la termino.
logia radioelettrica7 in particolare il termine portante7 che risultere33e del tutto
fuorviante. Saranno invece usati i termini modulante e modulato7 anche se .
come risulter9 chiaro nel seguito . spesso i due ruoli possono essere del tutto in.
tercam3ia3ili. Nelle applicazioni musicali non 6 generalmente utilizzata l8opera.
zione di demodulazione.
$8uso della terminologia pi< corretta di modulante e modulato presenta per=
un piccolo svantaggio di ordine pratico7 gi9 evidente nella 1- le due parole inizia.
no entram3e con la lettera m7 e pertanto se usate nei pedici non permettono di
distinguere i due segnali. ,er %uesto motivo si continua talvolta ad usare la ter.
minologia radiantistica7 per potere utilizzare pedici diversi.
3.1 Segnali specificamente sonori e segnali di controllo
*icordiamo %ui una caratteristica fondamentale7 molto rilevante nel seguito7
che distingue i segnali sonori &o musicali' dai segnali generici7 in particolare dai
segnali di controllo.
I segnali sonori sono segnali a media nulla( ovvero sono privi di componente
continua &o a fre%uenza zero'.
Buesta caratteristica specifica deriva dalla ovvia circostanza che i segnali
1 $a lunghezza di un8antenna 6 legata alla lunghezza d8onda della radiazione elettromagnetica
che si vuole irradiare o captare. 1n valore tipico 6
L=
1
4
\
. Tenendo conto che la velocit9 del.
la luce c &velocit9 di propagazione della radiazione elettromagnetica' 6 pari a
c=310
11 m
sec

e che
\=
c
+
7 una sinusoide a 2) ;z avre33e una lunghezza d8onda
\
20Hz
=1.510
6
Km
7 ovvero pi<
di un milione di Cilometri. ! 2) Dhz sare33e @soloA mille volte pi< piccola7 ovvero pi< di un
migliaio di Cilometri.
p.2>31
continui non sono assolutamente udi3ili7 perchE il nostro sistema uditivo mostra
una sensi3ilit9 rapidamente decrescete con la fre%uenza7 al di sotto dei 2) ;z7
che diviene nulla a ) ;z.
$a caratteristica di non possedere componente continua &di essere %uindi
simmetrici attorno allo zero' non 6 necessariamente condivisa con segnali d8altro
genere. I segnali di controllo audio &ad esempio7 un segnale proveniente da una
manopola di guadagno7 o un inviluppo' hanno invece in genere una componente
continua7 perchE %uesta come vedremo ha conseguenze udi3ili7 pur non essendo
essa stessa direttamente udi3ile.
3.2 Tremolo e messa di voce.
Il tremolo 6 una lenta oscillazione periodica dell8intensit9 del suono emesso.
,er 88lenta88 si intende %ui @a fre%uenze su3audioA7 3en al di sotto cio6 dei 2) ;z
che sono considerati il limite inferiore di udi3ilit9 in fre%uenza. 5sso pu= %uindi
essere interpretato come un guadagno G(t ) &lentamente' oscillante attorno ad
un valor medio7 applicato al segnale-
out (t )=G(t )input (t )
Il segnale G(t ) &un segnale @di controlloA7 non audio' possiede una compo.
nente continua7 un valore medio7 che 6 il valore dell8ampiezza attorno al %uale
%uesta oscilla con lenta periodicit9.
,ossiamo esplicitare %uesta circostanza mettendo in evidenza %uesta compo.
nente continua-
G( t )=G
0
+AG(t )
dove AG(t ) 6 un segnale a media nulla.
G
0
6 tale che G(t ) non cam3ia
mai di segno- possiamo immaginarlo come sempre positivo. Nel caso specifico
del tremolo7 non raggiunge neanche mai il valore zero7 perchE in %uesta circo.
stanza il suono risultere33e interrotto.
4re%uenze tipiche per il tremolo sono da 1 a ( ;z. In modo del tutto analogo
alle trasmissioni radioelettriche !7 una oscillazione altrimenti inaudi3ile viene
resa udi3ile &viene 88portata88 nel campo udi3ile' con una modulazione di ampiez.
za. Noi non la percepiamo come un segnale a sE stante7 ma come variazione del.
l8ampiezza di un segnale udi3ile. Il parallelo 6 in effetti esatto7 e si potre33e
dire che in %uesto caso il segnale audio 6 il segnale portante7 mentre l8oscillazio.
ne su3audio che costituisce il tremolo 6 il segnale modulante. Fontinuando nel.
l8analogia7 si potre33e affermare che nelle trasmissioni radio ! il segnale audio
modulante @viene percepitoA dal radioricevitore come @lentaA &relativamente
alla radiofre%uenza' oscillazione di ampiezza del segnale portante sul %uale il ri.
cevitore 6 sintonizzato. Fompito del ricevitore 6 rivelare %uesta oscillazione di
ampiezza e ritrasformarla nel segnale audio originale. $8operazione di rivelazione
e spostamento nella 3anda originale prende il nome di demodulazione &demodu#
lation'7 dato che 6 l8operazione inversa di una modulazione.
p.3>31
$a messa di voce &particolarmente usata nella musica 3arocca al posto del
vi3rato' 6 una lenta variazione &non periodica' dell8intensit9 del suono emesso7
una se%uenza crescendo.diminuendo7 con una particolare forma7 che si esaurisce
nell8arco di pochi secondi
2
.
Nei sintetizzatori analogici degli anni 8() i dispositivi tipici utilizzati per ese.
guire %uesto tipo di modulazione di ampiezza7 consistente nella lenta variazione
di ampiezza di un segnale musicale7 era effettuato mediante amplificatori con.
trollati in tensione &GF! . *olta!e Controlled Ampli&ier'7 amplificatori dotati di
due in!ressi7 uno per il segnale da amplificare7 ed un secondo per controllare
l8amplificazione7 o guadagno +-
output (t )=G(t )input (t )
1n normale amplificatore esegue la stessa operazione7 ma con + costante &o
varia3ile manualmente mediante una manopola7 come in %ualun%ue impianto ;I.
4I'-
output (t )=Ginput (t )
Nell8operazione che stiamo considerando 6 dun%ue implicita una moltiplica.
zione tra un segnale audio &a media nulla' e un segnale H spesso un segnale di
controllo . che generalmente 6 solo positivo7 e %uindi 6 a media non nulla.
3.3 Inviluppi
Gariazioni lente &rispetto ai tempi del segnale audio' di ampiezza di un se.
gnale musicale sono generalmente indicate con il termine inviluppo &envelope'7
che costituisce un tipico segnale di controllo. !pplicando un inviluppo &usandolo
per moltiplicarlo con un segnale audio in modo analogo ad un *CA'7 6 possi3ile
anche simulare in modo semplificato l8andamento dell8ampiezza di suoni reali7 ad
esempio di tipo percussivo o da plettro &pianoforte7 clavicem3alo7 chitarra7
ecc.'7 partendo da suoni musicali ad ampiezza costante7 ottenuti mediante sin.
tesi o campionamento.
1no schema tradizionalmente utilizzato per gli inviluppi 6 lo !DS* &Attac,(
-eca"( .ustain( /elease'7 usato per approssimare gli andamenti di ampiezza dei
suoni strumentali reali. Buesti sono per= solo vagamente simili ad un profilo
!DS*7 e per di pi< presentano in genere inviluppi diversi per ogni parziale7 come
messo in luce dai lavori di *isset e atheIs del 1/(/ J1K.
2 0iulio Faccini7 0e nuove musiche- @crescere e scemare della voceA8. !nno 1()1.1()2
&http->>it.IiCipedia.org>IiCi>0iulioLFaccini'
p.4>31
4ig. 1 . Inviluppo !DS*
Sia il tremolo7 sia la messa di voce possono essere considerati anch8essi come
inviluppi7 di tipo non.!DS*.
4ig. 2 . Inviluppo per tremolo
4ig. 3 . Inviluppo per messa di voce
Fhiamando Tr (t ) l8inviluppo per il tremolo7 e Mv(t ) %uello per la messa di
voce7 si possono applicare contemporaneamente ad un segnale sommandoli tra
di loro prima di applicarli-
output (t )=(Tr (t )+Mv(t ))input (t )
Si noti che tutti gli inviluppi %ui citati non sono segnali audio7 in %uanto do.
p.#>31
tempo
Attack Decay Sustain Release
tempo
tempo
tati di componente continua. Sono addirittura tutti strettamente positivi. 5ssi
costituiscono dei tipici @segnali di controlloA- specificamente7 in grado di con.
trollare l8ampiezza di un segnale7 ma senza mai invertirne il segno. Buest8ultima
operazione non avre33e infatti effetti udi3ili7 in %uanto il nostro sistema uditivo
non 6 sensi3ile al segno di un segnale sonoroM percepisce cio6 come identici due
segnali che siano solo differenti tra loro per il segno opposto.
p.(>31
3.4 Modulazione di Ampiezza generalizzata.
$8operazione implicita nella modulazione di ampiezza7 come si 6 detto7 6 il
prodotto. Si ha modulazione di ampiezza %uando due segnali vengono moltiplica.
ti l8uno per l8altro.
s
out
(t )=s
M
(t )s
P
(t )
2
$a totale simmetria della 27 che discende dalla commutativit9 del prodotto7
rende evidente la natura eNtra.matematica7 eNtra formale7 della distinzione tra
modulante e modulato7 la %uale 6 piuttosto affidata a considerazione semanti.
che7 riferentesi cio6 al si!ni&icato dei due segnali nel mondo sonoro. ! %uesta
che possiamo chiamare arbitrariet1 &ormale a33iamo gi9 avuto modo di accen.
nare.
Dal punto di vista degli effetti dell8operazione di modulazione &o moltiplica.
zione'7 le cose si presentano diversamente a seconda se si considerino segnali
complessi &analitici7 o in %uadratura' oppure segnali reali.
Nel caso dei segnali complessi sia i segnali di partenza7 sia il segnale risul.
tante sono complessi7 e il prodotto deve intendersi come prodotto complesso
2
.
Nel caso dei segnali reali sia i due segnali di partenza7 sia %uello risultante7 sono
segnali reali e il prodotto deve intendersi nel senso ordinario.
Nel seguito si intender9 sempre che
s
p
(t )
sia un segnale audio7 mentre
s
M
(t )
pu= esserlo o meno. In effetti 6 %uanto accade con gli inviluppi7 come a3.
3iamo visto. ,ertanto l8applicazione di un inviluppo 6 una modulazione di am.
piezza. Buesta distinzione pu= condurre ad un8ulteriore distinzione tra portante
&un segnale audio' e modulante &un segnale che pu= non essere audio' 3asata su
di un criterio semantico. Fome vedremo7 per=7 la circostanza che la modulante
sia o meno priva di componente continua porta a differenze matematiche che ri.
sultano udi3ili.
3.5 Lo spostamento di freuenza !freuenc" s#ift$.
$a modulazione di ampiezza tra segnali complessi produce uno spostamento
di fre%uenza puro &&re3uenc" shi&t'- ogni parziale di ciascuno dei due segnali ge.
nera7 in coppia con ogni parziale dell8altro7 una parziale risultante che ha come
fre%uenza la somma alge3rica delle fre%uenze originarie. Ga precisato che il fe.
nomeno avviene per coppie7 e le parziali generate sono dun%ue in numero pari al
prodotto nel numero di parziali dei due segnali di partenza. !d esempio7 molti.
plicando un segnale A con N parziali per un segnale B con M parziali7 avre.
mo un segnale risultante C=AB dotato di K=NM parziali.
Fonsideriamo %ui segnali generici7 non necessariamente audio7 e %uindi
esprimeremo per entram3i anche la componente continua.
3 Gedi- $orenzo Seno7 /ichiami di al!ebra e matematica( e loro nessi con la musica.
http->>III.mnt.a%.it>linCLmatematicaLsegnale.html
p.">31
5sprimiamo i due segnali su di periodo di tempo finito T come sommatoria
&com3inazione lineare' di fasori elementari armonici della fre%uenza fondamen.
tale
o
1
=2n1/ T
dove
+
1
=1/T
6 la stessa fre%uenza espressa in ;z.
s(t )=

n=0

a
n
e
i(no
1
t +
n
)

n=0
N
a
n
e
i( no
1
t +
n
)
!33iamo troncato la sommatoria ad un numero finito di termini7 tali che
N o
1
risulti una fre%uenza limite dell8udi3ile &o la fre%uenza di Ny%uist in un si.
stema campionato7 oppure %ualun%ue altra fre%uenza che si possa sensatamente
assumere come limite superiore nello specifico contesto'. $8indice 0 esprime
l8eventuale componente continua7 che 6 di fatto una componente a fre%uenza
zero.
,er maggiore generalit97 possiamo anche evitare di esplicitare le relazioni
armoniche tra le componenti spettrali7 lasciando indicata solo una generica fre.
%uenza dipendente da un indice7 in modo da considerare anche altre possi3ilit9
di analisi o sintesi del segnale oltre a %uella di 4ourier 88per armoniche88-
s(t )

n=0
N
a
n
e
i(o
n
t +
n
)
$a 2 diventa dun%ue
4
-
s(t )=

n=0
N
M
a
M
n
e
i( o
M
n
t +
M
n
)

n=0
N
P
a
P
n
e
i( o
P
n
t +
P
n
)
5splicitando le sommatorie-
s
out
(t )=( a
M
0
+a
M
1
e
i( o
M1
t+
M1
)
+...+a
M
N
e
i (o
MN
t+
M N
)
)(a
P
0
+a
M
1
e
i(o
P1
t+
P1
)
+...+a
P
N
e
i(o
PN
t+
PN
)
) 3
Dove
a
M
0
e
a
P
0
sono le componenti continue &termini a fre%uenza zero'.
5seguendo il calcolo7 si vede come si ottenga una sommatoria di termini del
tipo-
T
m ,n
=a
M
m
e
i ( o
M m
t+
M m
)
a
P
n
e
i (o
Pn
t+
Pn
)
$o spettro del segnale totale sar9 %uindi la sovrapposizione &somma' degli
spettri dei termini anzidetti. Studiando %uindi il termine generico
T
m ,n
7 che non
6 nient8altro che una modulazione di ampiezza tra due segnali semplici &sinusoi.
dali7 fasori'7 saremo in grado di ricostruire lo spettro complessivo.
$e regole del prodotto di esponenziali7 particolarmente semplici7 ci fornisco.
no immediatamente una formulazione particolarmente espressiva per il termine
generico7 nel %uale 6 evidente che si tratta di un termine con fre%uenza pari alla
somma al!ebrica delle fre%uenze originali &come detto in apertura del paragra.
4 Si noti che i due segnali possono essere espressi in generale con un diverso numero di parziali.
p.+>31
fo'-
T
m ,n
=a
M
m
a
P
n
e
i( (o
M m
+o
Pn
) t +
M m
+
Pn
)
4
*icordiamo %ui un ulteriore modo di guardare al prodotto fra due numeri
complessi- interpretandoli come fasori7 il prodotto 6 e%uivalente ad una rotazio.
ne7 e il fasore risultante ha come modulo &raggio' il prodotto dei moduli7 e come
angolo la somma degli angoli &o &asi'. 58 proprio %uest8ultima circostanza che ci
permette di interpretare il prodotto come una rotazione.
x
iy
a
M
a
P
a
P
a
P

P
t

t
(

+
P
)t
4ig. 4 . ,rodotto di fasori come rotazione
Il termine generico 6 dun%ue ancora un fasore elementare7 ma con &re3uen#
za pari alla somma delle due &re3uenze.
Modulando uindi un segnale analitico non semplice con un fasore sem%
plice a freuenza
o
M
& otteniamo uno spostamento di freuenza dello spet%
tro del segnale originale pari proprio a
o
M
& il cosiddetto freuenc"%s#ift-
s
out
(t )=a
M
e
i( o
M
t +
M
)

n=0
N
e
i ( o
n
t +
n
)
=a
M

n=0
N
a
n
e
i( (o
n
+o
M
)t +
i
n+
M
)
Gale la pena di sottolineare come %uesto risultato dipenda strettamente dal.
la circostanza che i segnali con %uali si ha a che fare sono segnali analitici &com.
plessi e somme di fasori' e che7 come conseguenza7 a33iamo utilizzato la molti.
plicazione complessa7 che nel caso di esponenziali assume un aspetto particolar.
mente semplice &somma degli esponenti'.
! %uesto ultimo proposito7 6 facile verificare che se il segnale modulante ha
un esponente positivo7 lo spostamento di fre%uenza 6 verso l8alto. Se l8esponente
6 negativo7 lo spostamento sar9 verso il 3asso. Buindi un segnale modulante del
tipo a
M
e
i o
M
t
produce un innalzamento di tutte le fre%uenze del modulato pari a
o
M
7 mentre uno del tipo a
M
e
i o
M
t
produce un a33assamento di fre%uenza pari
sempre a
o
M
. I due termini a
M
e
i o
M
t
e a
M
e
i o
M
t
sono complessi coniugati7 e per.
tanto hanno la stessa parte reale7 e parte immaginaria di segno opposto-
p./>31
a
M
e
i o
M
t
=a
M
(cos(o
M
t )+isin(o
M
t )) M a
M
e
i o
M
t
=a
M
(cos(o
M
t )i sin(o
M
t )) .
3.' Significati musicali dello spostamento di freuenza.
Gale la pena di fare notare che lo spostamento di fre%uenza7 ottenuto con la
modulazione complessa di fre%uenza utilizzando una modulante costituita da un
fasore semplice di una determinata fre%uenza7 non 6 e%uivalente al trasporto
musicale.
Buest8ultimo infatti presuppone che tutte le relazioni intervallari tra le varie
componenti spettrali del suono di partenza restino inalterate. ?ra un intervallo
musicale 6 definito da un rapporto tra &re3uenze7 non da una di&&erenza di &re#
3uenze. 1n intervallo di ottava7 ad esempio7 6 definito da un rapporto pari a
due- la differenza tra due fre%uenze all8ottava dipende dun%ue da dove sia collo.
cata la fre%uenza fondamentale7 che 6 pari proprio &nel caso specifico dell8otta.
va' a %uesta differenza.
,er ottenere dun%ue un trasporto7 ovvero uno spostamento di intonazione
&pitch shi&t7 in inglese' non si deve sommare una specifica fre%uenza a %uelle
delle componenti del segnale7 come a33iamo appena fatto7 ma le si dovre33e in.
vece moltiplicare per un fattore costante7 pari al fattore che definisce l8interval.
lo desiderato. !d esempio7 per innalzare il suono di un8ottava7 si dovre33ero
moltiplicare per due tutte le fre%uenze in gioco.
$8uso del condizionale non 6 casuale perchE il trasporto7 se si parte da un se.
gnale espresso tout court come forma d8onda7 non 6 affatto una operazione cos:
semplice come lo spostamento di fre%uenze. 58 al contrario un pro3lema ancora
parzialmente aperto7 che 6 oggetto di studi7 ricerche e miglioramenti ancora
oggi.
Il trasporto diventa invece immediato %uando si disponga del segnale origi.
nale una analisi in termini additivi- una specificazione cio6 delle fre%uenze e
delle relative ampiezze delle componenti &parziali'. Nella resintesi additiva7 che
si effettua sommando tanti oscillatori sinusoidali7 ognuno con l8opportuna fre.
%uenza e ampiezza7 6 facile operare un trasporto- 3asta moltiplicare le fre%uen.
ze di analisi per il fattore voluto prima di passarle al 3anco di oscillatori.
?ra una 3reve considerazione psicoacustica. Spostando la fre%uenza di un
segnale a spettro armonico7 intonato7 cosa succede dal punto di vista della per.
cezione musicaleO
4acciamo un esempio prendendo il la corista7 che ha una fondamentale a
44) ;z7 e tutto lo spettro delle sue armoniche-
44)7 ++)7 132)7 1"()7 22))7 ...
Se sommiamo adesso 44) ;z7 a33iamo-
++)7 132)7 1"()7 22))7 ...
p.1)>31
?vvero lo stesso spettro @spostatoA8 di un posto verso l8alto. Si tratta di uno
spettro ancora armonico7 ma la cui fondamentale &%uesta volta mancante' 6 an.
cora 44) ;z. !33iamo %uindi ottenuto uno spostamento di fre%uenza ma ad into.
nazione &pitch' costante.
?ra proviamo ad immaginare uno spostamento di 22) ;z. !vremo la se%uen.
za di parziali alle fre%uenze-
(()7 11))7 1#4)7 1/+)7 ...
Fome si vede7 lo spettro 6 ancora e%uispaziato7 ancora con passo 44) ;z7 ma
%uesta volta 67 rispetto alla @presuntaA fondamentale a 44) ;z7 88fuori posto88.
Fon %uesto si intende che la fre%uenza )
#
non 6 e%uispaziata con il pettine.
Fome suona uno spettro del genereO $a %uestione di cosa avvenga percetti.
vamente ad un suono formato da un pettine e%uispaziato ma spostato 6 aperta.
!nzitutto7 dal punto di vista matematico7 un pettine e%uispaziato @fuori po.
stoA non produce un segnale periodico7 mentre i segnali periodici sono tutti e
soli %uelli otteni3ili come somma di segnali a fre%uenze armoniche. Il nostro
pettine @fuori postoA non produrr9 dun%ue un suono periodico7 cio6 intonato.
Non 67 di per sE7 neanche riconduci3ile alla sovrapposizione &somma' di segnali
intonati &accordo'.
Dal punto di vista percettivo7 piccoli spostamenti sem3rano modificare l8in.
tonazione seguendo lo spostamento applicatoM spostamenti pi< grandi danno luo.
go talvolta a sensazioni 88accordali887 come se il suono reale generato interferisse
con %uello virtuale non spostato. ,roviamo ad esempio a calcolare i rapporti tra
le fre%uenze generate e %uelle originali7 e %uindi i relativi intervalli musicali-
Indice di armonica: 1 2 3 4 5 6 ! """
#re$uen%e ori&inali: 44' !!' 132' 16' 22'' 264' 3'!' 352' """
#re$uen%e s(ostate: 66' 11'' 154' 1)!' 242' 2!6' 33'' 34' """
Ra((orto: 1*5 1*25 1*1 1*13 1*1 1*'! 1*' 1*'6 """
Inter+allo in semitoni: *'2 3*!6 2*6 2*'4 1*65 1*3) 1*1) 1*'5 """
Fome si vede7 gli intervalli sono varia3ili7 iniziando da una %uinta appena un
po8 88largaA &"7)2 semitoni'7 passando per una terza maggiore stretta &37+('7 una
terza minore 88stretta88 &27("'7 per scendere gradatamente fino all8unisono &che 6
la tendenza verso destra della ta3ella'7 passando per intervalli piccoli &attorno a
1 semitono' e %uindi dotati di rugosit9. Il suono percepito ha un carattere @ac.
cordaleA e se le parziali elevate hanno ampiezza sufficiente7 diventano percepi.
3ili le dissonanze legate alla rugosit9 che ha un massimo attorno al semitono
&che nel nostro caso si raggiunge alla +
a
armonica'.
1n8analisi percettiva delle varie possi3ilit9 offerte dallo spostamento di fre.
%uenza esula dagli scopi presenti7 tuttavia 6 facile immaginare a %uale comples.
sit9 si va incontro considerando le diverse possi3ilit9 di relazione tra spettro ori.
# $a fre%uenza ) fa parte di ogni spettro armonico7 cio6 e%uispaziato e @nel posto giustoA.
p.11>31
ginale e spostamento di fre%uenza. Il carattere potenzialmente @accordaleA del
suono resta per ogni spostamento che non sia pari ad un multiplo della fonda.
mentale7 i %uali generano un suono della stessa intonazione di %uello originale
&con fondamentale7 2
a
armonica7 ecc. mancanti'. Spostamenti verso il 3asso in.
vece non sono in grado di riprodurre la situazione di un suono con la medesima
fondamentale.
$8ampia possi3ilit9 di sperimentazione 6 lasciata al lettore7 che potr9 cos:
scoprirne le possi3ilit9 musicali.
3.( )ealizzazione dello spostamento di freuenza
Fi si pu= chiedere come si possa realizzare nella pratica lo spostamento di
fre%uenza7 che richiede un segnale analitico in ingresso e un prodotto comples.
so. Da una parte7 se il segnale sul %uale si vuole effettuare lo spostamento 6
concreto7 esso proviene da un microfono o da una registrazione audio7 ed 6 %uin.
di intrinsecamente reale. Dall8altra7 non tutti i sistemi di ela3orazione del segna.
le sono in grado di svolgere direttamente moltiplicazioni complesse7 e di genera.
re direttamente fasori complessi.
58 per= possi3ile7 a partire da un minimo di risorse esistenti7 risolvere il pro.
3lema.
*icordiamo anzitutto che un segnale analitico &complesso' altro non 6 se non
una coppia di segnali reali sfasati tra di loro di /)P &in 3uadratura7 come si dice
nel gergo delle radiotrasmissioni'. Se il segnale sul %uale si desidera effettuare
lo spostamento 6 di sintesi7 6 %uasi sempre possi3ile ottenere una copia del se.
gnale sfasata di /)Pagendo direttamente sull8algoritmo generatore. !d esempio7
se il segnale proviene da una sintesi additiva7 3asta utilizzare un doppio 3anco di
oscillatori7 uno che genera coseni7 e l8altro seni &ovvero7 uno che genera cosinu.
soidi con fase )7 e l8altro con fase ./)P'.
Se il segnale 6 concreto 3isogna invece produrre la copia sfasata7 o diretta.
mente la coppia analitica. Buesto 6 generalmente fatti3ile con la trasformata
di *il+ert7 e ogni sistema per l8ela3orazione numerica del segnale dovre33e pos.
sedere un modulo del genere. Illustrare %ui come lo si possa implementare esula
dagli o3iettivi del capitolo presente7 e si rimanda ai testi specializzati di ela3o.
razione di segnale. 1n metodo alternativo7 utilizza3ile anche nell8elettronica
analogica7 fa uso di due catene di filtri passa.tutto in modo tale da mantenere
uno sfasamento di /)P tra i segnali che transitano nelle due catene. Si rimanda
agli appositi capitoli la trattazione di %uesta tecnica.
$a generazione del fasore puro non 6 un pro3lema7 dato che si riduce ad una
coppia di oscillatori sfasati di /)P tra di loro.
*esta il pro3lema di effettuare la moltiplicazione complessa7 in termini di
una operazione che prevede in ingresso due coppie di segnali reali in %uadratura.
!nche %uesto compito 6 risolu3ile in termini di una catena di operazioni rea.
p.12>31
li. Infatti7 chiamando i due segnali complessi da moltiplicare con A e B 7 e le
rispettive parti reali e immaginarie &la coppia di segnale reali' con
A
r
7
A
i
7
B
r
7
B
i
7 a33iamo-
A=( A
r
+i A
i
) B=( B
r
+i B
i
)
C=AB=( A
r
+i A
i
)( B
r
+i B
i
)
$8espressione a destra altri non 6 se non il prodotto di due 3inomi7 e %uindi-
( A
r
+i A
i
)( B
r
+i B
i
)=A
r
B
r
+A
r
i B
i
+i A
i
B
r
+i A
i
i B
i
*icordando che per definizione ii =1 7 a33iamo-
A
r
B
r
+A
r
i B
i
+i A
i
B
r
+i A
i
i B
i
=( A
r
B
r
A
i
B
i
)+i ( A
r
B
i
+A
i
B
r
)
Dove la prima parentesi racchiude la parte reale del prodotto7 e la seconda
la parte immaginaria.
Il prodotto complesso si riduce %uindi a due operazioni distinte sulle parti
reali e complesse delle coppie di segnali in ingresso7 ognuna delle %uali produce
rispettivamente la parte reale e %uella complessa del segnale prodotto. Da due
coppie7 otteniamo la coppia.prodotto-
C
r
=( A
r
B
r
A
i
B
i
) C
i
=( A
r
B
i
+A
i
B
r
)
4n termini di dia!ramma a &lusso di dati:
5i!. 5 # -ia!ramma per l%esecuzione del prodotto complesso
Si noti che se non 6 necessario procedere ad ulteriori ela3orazioni complesse
dopo lo spostamento di fre%uenza7 6 sufficiente uno solo dei due segnali di C
come segnale reale7 da inviare alle susseguenti ela3orazioni7 o al D!F.
p.13>31
,
A
r
A
i
-
-
.
r
.
i
/
r
/
i
0
-
-
3., -rodotto tra segnale analitico audio e segnale analitico non audio. la
Modulazione di Ampiezza propriamente detta !AM$
Fi si pu= domandare cosa accada se il segnale modulante analitico non sia
audio7 ma ad esempio derivante da un controllo7 e %uindi a33ia una componente
continua-
s
M
(t )=C+e
i ( o
M
t
M
)

Il prodotto con un fasore 6 calcola3ile semplicemente-
s
M
(t )s
P
(t )=(C+e
i (o
M
t
M
)
)(e
i (o
P
t
P
)
)=e
i (o
M
t
M
)
e
i ( o
P
t
P
)
+Ce
i (o
M
t
M
)
5sso 6 dun%ue pari ad uno spostamento di fre%uenza tra le componenti a
fre%uenza non nulla &primo addendo a destra'7 pi6 la portante moltiplicata per
il valore in continua della modulante &che funge cos: da guadagno della portan.
te'. Nel se!nale modulato sar1 dun3ue udibile anche la portante. ?tterremo in
uscita %uello che in gergo 6 chiamato un segnale @a portante non soppressaA. Si
usa invece la dizione @modulazione a portante soppressaA per %uella proveniente
dal prodotto di due segnali audio7 privi cio6 di componente continua7 perchE in
%ueste circostanze la portante &ma nemmeno la modulante' 6 presente in uscita.
!nalizziamo ora nel caso pi< generale il ruolo delle eventuali componenti
continue non solo della modulante7 ma eventualmente anche della portante7
chiamiamole
a
M
e
a
P
. Stiamo trattando il caso generale in cui nessuno dei due
segnali sia un segnale audio.
!nzitutto osserviamo che in generale il termine generico contiene fasori con
fre%uenza pari alla somma alge3rica delle fre%uenze dei segnali originali7 e che .
salvo due eccezioni . le fre%uenze originali stesse non compaiono nella sommato.
ria che fornisce il segnale risultante. In generale7 dun%ue . salvo le due eccezioni
di cui ci occuperemo %ui sotto . i due segnali originali7 modulante e modulato7
non sono presenti nel segnale risultante.
Se si osserva la 37 e si enucleano solo i contri3uti dei termini costanti7 a fre.
%uenza zero7 si ha-
a
M
0
( a
P
1
e
i( o
1
t +
Pn
)
+a
P
1
e
i(o
2
t +
Pn
)
++a
P
N
e
i( o
N
t +
Pn
)
)
+a
P
0
(a
M
1
e
i( o
1
t+
M
n
)
+a
M
1
e
i( o
2
t+
M
n
)
++a
P
N
e
i(o
N
t+
M
n
)
)+a
M
0
a
P
0

Buesti contri3uti sono pari7 in sostanza7 a-
a
M
0
s
P
(t )+a
P
0
s
M
(t )+a
M
0
a
P
0
Le componenti continue agiscono dunue rispettivamente come un gua%
dagno per l/altro segnale& e sono uindi responsa+ili della sua eventuale
presenza nel segnale risultante. Inoltre7 contri3uiscono alla presenza di una
componente continua nell8uscita &%uando siano tutte e due diverse da zero'.
Fome gi9 fatto notare7 c86 una lieve propensione ad utilizzare il termine @modu.
p.14>31
lanteA per indicare7 tra i due segnali7 %uello che non sopravvive nel segnale di
uscita &tra i due7 %uindi7 %uello dotato di componente continua'7 e @modulatoA
per indicare %uello che invece sopravvive &e %uindi privo di componenti conti.
nue7 %uindi a media nulla'.
! %uesto proposito7 si noti che gli inviluppi di 4ig. 17 2 e 4 sono segnali a me.
dia non nulla7 %uindi dotati di una componente continua. ,ertanto7 alla luce di
%uanto detto in %uesto capitolo7 moltiplicandoli per un segnale audio &privo di
componenti continue' otterremo un uscita un segnale nel %uale il segnale audio
&modulato' 6 presente7 mentre il segnale modulante7 l8inviluppo7 non 6 presente.
Non 6 difficile notare come %uesto sia in perfetta sintonia con %uanto ci si aspet.
ta7 e spieghi esattamente le modalit9 funzionali dei meccanismi descritti7 che
hanno come scopo di fare avvertire il segnale modulato7 modificandone la sola
percezione dell8ampiezza ma lasciandone grosso modo inalterata la sua percezio.
ne spettrale.
Buesta circostanza 6 %uella che 6 correntemente definita come odulazione
di !mpiezza in senso stretto &!'7 nella %uale la portante 6 presente in uscita7
mentre la modulazione effettuata con un prodotto tra segnali a media nulla &ad
esempio7 due segnali audio' prende il nome di odulazione di !mpiezza a por.
tante soppressa oppure7 in campo musicale @modulazione a prodottoA.
Su %uesta nomenclatura7 per ragioni storiche che saranno chiarite nel capi.
tolo relativo alla modulazione ad anello &rin! modulation'7 esiste ancora una
certa confusione perchE7 come vedremo meglio nel seguito7 la modulazione a
prodotto 6 speso impropriamente chiamata @modulazione ad anelloA.
3.0 1enerazione di componenti continue.
?sservando il termine generico 47 si vede anche che7 se uno dei due termini
contiene una fre%uenza negativa pari in modulo ad una delle fre%uenze presenti
nell8altro segnale7 la modulazione genera una componente continua &una7 o pi<
di una7 delle fre%uenze viene spostata sullo zero'.
La modulazione di ampiezza 2 uindi in grado di generare una
componente continua anc#e a partire da segnali c#e ne sono pri%
vi.
$8effetto della componente continua 6 %uello di spostare il livello medio dei
segnali7 e %uindi di ridurre la dinamica a disposizione. 5ssa va %uindi rimossa pri.
ma che produca %uesto effetto. Nei sistemi analogici deve %uindi essere rimossa
su3ito a valle del dispositivo &modulatore' nel %uale si 6 generata. Nei sistemi
numerici deve essere rimossa prima della conversione finale in analogico &in al.
tre parole7 prima del D!F'. ,i< oltre si mostreranno i mezzi a disposizione per
eliminarla7 sia nei sistemi analogici sia in %uelli numerici.
3.13 Segnali reali.
$e cose sono un po8 pi< complicate se si utilizzano segnali reali7 e %uindi la
p.1#>31
moltiplicazione deve intendersi nel senso ordinario7 tra numeri reali. Gedremo
come in %uesto caso7 a differenza della moltiplicazione complessa7 si generino
sia &re3uenze somma sia &re3uenze di&&erenza7 e %uindi la modulazione di am.
piezza reale 6 e%uivalente a due modulazioni complesse.
Il teorema di 4ourier si applica anche al caso dei segnali reali7 e tutte le
considerazioni fatte relativamente ai segnali analitici continuano a valere7 con
l8unica differenza &e con tutte le relative conseguenze' che in %uesto caso il ter.
mine generico prende una forma diversa-
T
m ,n
=a
M ,m
cos(o
M , m
t +
M , m
)a
P , n
cos(o
P ,n
t +
P , n
)
Se vogliamo7 esso 6 la sola parte reale del segnale analitico.
?ra il prodotto di due coseni ha una espressione che pu= essere ricavata dai
due seguenti teoremi della trigonometria &formule di prostaferesi'-
cos(a+b)=cos(a) cos(b)sin( a)sin (b)
cos(ab)=cos(a) cos(b)+sin( a)sin (b)
dai %uali 6 facile ricavare &semplicemente sommando mem3ro a mem3ro'-
cos (a+b)+cos( ab)=2cos(a)cos (b) #
Dun%ue-
T
m ,n
=a
M ,m
cos(o
M , m
t +
M , m
) a
P ,n
cos(o
P , n
t +
P, n
)
T
m ,n
=
1
2
a
M , m
a
P , n
cos((o
M , m
+o
P ,n
)t +
M , m
+
P, n
)+cos((o
M ,m
+o
P ,n
)t +
M ,m

P ,n
)
che si pu= esprimere in parole dicendo che il termine generico dello svi%
luppo in serie di 4ourier del segnale risultante dal prodotto di due segnali
contiene i termini somma e differenza delle freuenze !e delle fasi iniziali$
dei segnali originali.
$o stesso risultato si poteva ottenere senza doversi ricordare le formule di
prostaferesi7 ricordando semplicemente la formula di 5ulero-
e
i a
=cos( a)+i sin(a) e
i a
=cos(a)i sin(a)
Inoltre7 ricordando la definizione di complesso coniugato-
A=a+ib

A=aib
6 facile vedere che-
( A)=
A+

A
2
e dun%ue cos(a)=(e
i a
)=
e
i a
+e
i a
2

p.1(>31
e dun%ue ancora-
cos(a)cos(b)=
1
2
(e
i a
+e
i a
)
1
2
(e
i b
+e
i b
)=
1
4
(e
i a
e
i b
+e
i a
e
i b
+e
i a
e
i b
+e
i a
e
i b
)=
1
4
(e
i (a+b)
+e
i( ab)
+e
i(a+b)
+e
i ( a+b)
)
Nell8ultima espressione 6 facile riconoscere che e
i( a+b)
+e
i( a+b)
=2cos(a+b) e
e
i(a+b)
+e
i ( ab)
=2cos(ab) . $cco dun3ue come la presenza delle &re3uenze som#
me e di&&erenza derivi dal !ioco dei se!ni alterni de!li esponenziali.
4ig. ( . Due sinusoidi in ingresso
4ig. " . Spettro del segnale prodotto delle due sinusoidi
Nelle comunicazioni radio !7 come gi9 detto7 la portante 6 una semplice si.
nusoide7 mentre la modulante 6 il segnale audio &dotato di tutto il suo spettro'.
In %uesto caso7 le coppie costituite dai termini somma e differenza prendono la
forma di due bande laterali &side band' centrate attorno alla portante7 una im.
mediatamente sopra la portante &banda destra'7 e una immediatamente sotto
&banda sinistra'. Se alla modulante &il segnale audio' 6 stata aggiunta una com.
ponente continua &per sua natura non presente in un segnale audio'7 nel segnale
risultante modulato la portante risulta essere presente. Si parla in %uesto caso di
modulazione con portante7 e di modulazione a portante soppressa in caso con.
trario. Buesta terminologia 6 utilizzata anche nella modulazione per scopi musi.
cali7 anche se nel diverso contesto perde molto del suo significato.
p.1">31
frequenza
0
a b
frequenza
0
a - b a + b
In campo radiantistico si usa anche trasmettere una sola delle due 3ande: si
tratta della trasmissione a sin!ola banda laterale &..7( .in!le .ide 7and'. $8ope.
razione e%uivale ad un &re3uenc" shi&t7 che in campo radiantistico si pu= ottene.
re in due modi- operando nel campo complesso &come a33iamo potuto vedere'7
oppure7 grazie alla totale separazione di 3anda tra modulante e portante7 gene.
rando un segnale con entram3e le 3ande laterali mediante !7 e poi sopprimen.
do una delle due mediante filtraggio
(
.
(ortante
/anda laterale dx /anda laterale sx
/anda audio
freq
4ig. + . Spettro di un segnale ! con portante non soppressa
Si noti che anche &anzi- ancora di pi<' nella modulazione reale 6 sempre
possi3ile generare componenti continue7 dato che l8operazione di modulazione
produce anche fre%uenze.differenza. Tutte le componenti che siano presenti nei
due segnali con la medesima fre%uenza e con ampiezza non nulla contri3uiscono
ad @accumulare8A una componente continua nel segnale risultante.
3.11 5no sc#ema generale per la modulazione di ampiezza !AM$ reale
f
A
0
-
.1
#1
f
A
0
#2
.2
.1
A1
A2
out(ut
4ig. / . odulazione di ampiezza a due fre%uenze
$a figura mostra uno schema &patch' generale per una modulazione a due
( $a trasmissione SS2 6 stata 3revettata negli 1S! nel 1/1#7 e sperimentata dalla 1.S. Navy du.
rante la prima guerra mondiale. Il dispositivo che realizza il &re3uenc" shi&t mediante prodot.
to complesso &risolto in termini di operazioni reali tra segnali sfasati di /)P' si chiama modu#
latore di 8artle"7 inventato da *alph Ginton $yon ;artley nel 1/2#.
p.1+>31
fre%uenze con @portantiA soppresse o meno7 dove per comodit9 espositiva si
sono supposte entram3e le fasi iniziali a zero. $8algoritmo richiede due somme e
una moltiplicazione.
output (t )=
1
2
A1 A2(cos((o
1
+o
2
)t )+cos((o
1
o
2
)t ))+
C1 A2cos(o
2
t )+C2 A1cos(o
1
t )+C1C2
Fome si vede7 dun%ue7 C1 controlla la presenza di
o
2
in uscita7 e C2
%uella di
o
1
. Buesta patch non 6 per= la pi< indicata per governare la presenza
delle fre%uenze originali nel segnale di uscita. Infatti volendo fare emergere sia
o
1
sia
o
2
6 inevita3ile per %uesta via produrre in uscita il livello in continua
C1C2 . $a seguente patch ha lo stesso effetto7 ma senza la produzione di livelli
in continua. Fome contropartita7 l8algoritmo richiede 3 moltiplicazioni ed una
somma.
f
A
0 -
#1
f
A
#2
.2
.1
A1
A2
out(ut
-
-
4ig. 1) . odulazione di ampiezza a due fre%uenze &variante'
output (t )=
1
2
A1A2(cos((o
1
+o
2
)t )+cos((o
1
o
2
) t ))+C2 cos(o
2
t )+C1 cos (o
1
t )
In entram3e le patch uno &o anche tutti e due' degli oscillatori pu= essere
sostituito con un segnale pi< complesso &ottenuto da sintesi7 o da ela3orazione
di un segnale captato da un microfono o proveniente da un file audio'. $e consi.
derazioni restano le stesse7 ma in caso di segnali a larga 3anda occorrer9 tenere
conto dei fenomeni di ri3altamento attorno allo zero7 e in %uelli a tempo cam.
pionato del &old over &aliasin!'7 come indicato nell8ultimo capitolo.
3.12 6attimenti
Giene detto battimento %uel fenomeno psicoacustico per il %uale due sinu.
soidi di fre%uenze vicine vengono percepite come una sinusoide la cui ampiezza
varia in modo percepi3ile.
p.1/>31
Il fenomeno percettivo si ancora ad una semplice fenomenologia matemati.
ca- possiamo infatti rileggere la &#' nel seguente modo-
cos (a+b)+cos( ab)=2cos(a)cos (b)
A=a+b B=ab
a=
A+B
2
b=
AB
2
cos ( A)+cos( B)=2cos (
A+B
2
)cos(
AB
2
)
(
In pratica7 stiamo rileggendo la modulazione a prodotto in senso inverso.
La somma di due segnali di pari ampiezza a due diverse fre%
uenze pu7 uindi essere sempre interpretata come una modu%
lazione a prodotto. una modulante 8a +assa freuenza9 pari a
met: della differenza delle due freuenze& per una modulata
8ad alta freuenza9 pari a met: della somma !cio2 alla media
delle due$.
Giene spontaneo guardare %uindi al secondo termine della parte destra della
&(' come ad un inviluppo &dato che dei due termini 6 il pi< lento' anche se a me.
dia nulla7 e al primo come un segnale @udi3ileA87 se i due segnali originali sono
entram3i in 3anda audio. Se le due fre%uenze sono molto vicine7 l8inviluppo pu=
essere a fre%uenza molto 3assa7 e in tal caso 6 percepi3ile come una &lenta' va.
riazione periodica dell8ampiezza del modulato. Se la differenza 6 invece in 3anda
audio7 ma lontana da %uella della modulante &se cio6 A e B non sono troppo
lontani tra loro' l8inviluppo non viene pi< percepito come tale7 ma come una
@%ualit9 tim3ricaA8. In particolare7 se la differenza di fre%uenza 6 vicina al semi.
tono viene percepita ru!osit17 il costituente psicoacustico elementare di %uella
che in musica 6 chiamata @dissonanzaA.
!nche se musicisti e professionisti dell8audio riservano spesso il termine
@3attimentoA ai casi in cui %uesto 6 percepi3ile come variazione di intensit9 del
suono7 vale la pena di fare notare come la fenomenologia matematica sia sem.
pre presente indipendentemente dalle fre%uenze in gioco. In altre discipline in.
fatti il termine @3attimentoA 6 usato per indicare il gioco di interferenze tra due
&o pi<' sinusoidi7 indipendentemente dalla sua percepi3ilit9.
Gale la pena di fare %ui notare che periodicit9 dell8inviluppo non significa
periodicit9 del segnale risultante
"
. Buesta7 come noto7 non 6 pari alla differenza
di fre%uenza tra due sinusoidi7 ma 6 determinata dalla riduzione ai minimi ter.
mini del rapporto razionale &%uando lo sia' tra le due fre%uenze. 4re%uenze vici.
ne in rapporti razionali possono dare luogo a periodicit9 molto lunghe7 mentre se
sono in rapporto non razionale il segnale risultante 6 aperiodico. In tutti i casi
" Si veda $orenzo Seno7 Analisi e sintesi additiva e di 5ourier7 dispensa. In particolare il capi.
tolo omonimo A2attimentiA8
p.2)>31
l8inviluppo resta periodico7 con periodo pari alla differenza di fre%uenza.
Buando vi sia per= un inviluppo marcato e periodico7 il segnale risultante fi.
nisce per apparire periodico anche se matematicamente non lo 67 neppure in
modo approssimativo7 segno che in %ualche modo il nostro sistema uditivo tende
a compiere7 in determinate condizioni7 un8analisi simile a %uella enunciata nella
(.
Infine7 vale la pena di osservare che anche la presenza di due &re3uenze di
ampiezza non u!uale pu9 essere ricondotta ad una modulazione a prodotto- 3a.
sta pensare di sottrarre alla maggiore delle due &o sommare alla minore delle
due' un segnale di ampiezza opportuna alla medesima fre%uenza per ottenere
nuovamente due fre%uenze di ampiezza uguale &riconduci3ili alla modulazione a
prodotto' sommate ad un segnale ad una delle due fre%uenze di ampiezza oppor.
tuna.
A
1
cos (o
1
t )+A
2
cos (o
2
t )=A
1
(cos (o
1
t )+cos (o
2
t ))+( A
2
A
1
) cos(o
2
t )=.
2cos ((o
1
+o
2
) t )cos ((o
1
o
2
) t )+( A
2
A
1
) cos(o
2
t )
( Modulazione ad anello )*ing modulation+.
1na patch come %uella di figura / o 1)7 %uando C1 e C2 siano )7 6 indicata
nei testi di musica elettronica come @ring modulationA87 termine che 6 spesso
utilizzato come sinonimo di 88modulazione di ampiezza a portante &o meglio- mo.
dulante e modulato' soppressi88. Sul piano della filologia si tratta di un errore di
nomenclatura e concettuale7 che comporta importanti conseguenze sul piano
percettivo &e musicale'. !nche in considerazione della circostanza che la modu.
lazione ad anello 6 stata utilizzata in importanti composizioni contemporanee
&una per tutte7 'antra di D. StocChausen'7 vale dun%ue la pena di spendere le
parole necessarie ad attri3uire alla terminologia il suo corretto significato7 ri.
conducendola nel suo contesto storico.
Il perchE di %uesta torsione progressiva di significato sar9 chiaro nelle con.
clusioni di %uesto capitolo.
,er non contri3uire tuttavia alla propagazione dell8errore7 in %ueste dispense
non si far9 mai uso dell8espressione @modulazione ad anelloA o @rin! modula#
tionA per riferirsi al prodotto di due segnali a media nulla7 ma si riserver9 %uesto
termine solo per la modulazione ad anello propriamente detta.
Il rin! modulator &modulatore ad anello' risale ai primi sintetizzatori elet.
tronici analogici &il oog7 il 2uchla7 ecc.'7 dove compariva accanto ai GF?
&Golta!e Controlled :scillator7 ?scillatore controllato in tensione'7 GF! &*olta!e
Controlled Ampli&ier7 !mplificatore controllato in tensione'7 GF4 &*olta!e Con#
trolled 5ilter7 4iltro controllato in tensione'. Tutti %uesti dispositivi non sono
stati espressamente inventati per la musica elettronica7 ma sono stati adottati7
prelevandoli da altre applicazioni7 nella misura in cui si mostrassero in grado di
produrre suoni @interessantiA.
p.21>31
Il rin! modulator 6 il cuore di uno strumento di misura straordinario &di na.
tura intrinsecamente analogica e che presumi3ilmente non potr9 mai essere im.
plementato in modo digitale'- il @loc,#in ampli&ierA7 o @ampli&icatore sincronoA7
con il %uale 6 possi3ile misurare segnali che sono molti ordini di grandezza pi<
piccoli del rumore di fondo. In %uesta applicazione il dispositivo @rin! modulat#
orA viene chiamato pi< propriamente s"nchronous demodulator &demodulatore
sincrono' perchE %uesto termine richiama pi< direttamente la funzione che esso
svolge nel loc,#in ampli&ier- demodulare un segnale in modo sincrono al segnale
modulante. Non ci addentriamo nella illustrazione dei meccanismi di funziona.
mento del loc,#in ampli&ier perchE sare33e fuori luogo7 e rimandiamo per %ue.
sto ad usuali testi e manuali di elettronica.
!i tempi dei sintetizzatori oog un modulatore ad anello7 o demodulatore
sincrono7 era implementato come nella figura seguente7 utilizzando un ponte di
diodi e due trasformatori audio con presa centrale.
4ig. 11 . odulatore ad anello a trasformatore
1n dispositivo del genere non esegue il prodotto dei due segnali7 ma inverte
invece il segno del segnale di ingresso seguendo in modo sincrono il segnale mo.
dulante &$4?'. Buest8ultimo deve essere piuttosto ampio7 in modo da polarizzare
correttamente i diodi D17 D27 D3 e D4 che costituiscono un ponte7 e di ampiezza
3en superiore al segnale d8ingresso. Il dispositivo funziona proprio perchE il se.
gnale modulante &in genere un8ampia sinusoide proveniente da un $4?7 0o; 5re#
3uenc" :scillator' @accendeA uno dei due percorsi nel ponte di diodi7 @spegnen.
doA contemporaneamente %uello in senso opposto7 a seconda del suo segno. $a
figura che segue mostra il risultato di una simulazione del modulatore ad anello.
p.22>31
4ig. 12 . Simulazione del circuito di 4ig. 11. In rosso lo $4?7 in 3lu l8uscita
Nella figura 6 presente uno sfasamento di %uasi /)P tra la modulante $4? e
le evidenti 3rusche inversioni di polarit9 dell8uscita7 che in assenza di %uesto sfa.
samento si produrre33ero esattamente agli attraversamenti dello zero &zero
crossin!' della modulante. $o sfasamento 6 dovuto alle caratteristiche del circui.
to in esame7 nel %uale compaiono elementi induttivi &trasformatore'. ! parte
%uesto sfasamento7 la periodica inversione di polarit9 6 sincrona alla modulante
&da cui anche il nome di &de'modulatore sincrono'.
$8operazione sopra descritta pu= essere @interpretataA approssimativamente
come la moltiplicazione del segnale di ingresso per un8onda %uadra di ampiezza
unitaria. Buesta interpretazione ci fornisce anche un modo per @simulareA un
modulatore ad anello7 e per capirne il funzionamento dal punto di vista delle
componenti spettrali. Ga ri3adito per= che %uesta operazione resta pur sempre
una simulazione7 non una esatta implementazione7 perchE il prodotto per un8on.
da %uadra fornisce un segnale proporzionale all8ampiezza di %uest8ultima7 mentre
nel modulatore ad anello l8ampiezza della modulante 6 ininfluente sull8ampiezza
del segnale di uscita &il che non 6 altro che la conseguenza del fatto che il cir.
cuito originale non esegue una moltiplicazione7 ma un cam3iamento di segno'.
Nel modulatore ad anello a trasformatore7 se la modulante non ha ampiezza
sufficiente7 semplicemente il dispositivo non funziona7 mentre nel caso della si.
mulazione con moltiplicazione7 il dispositivo funzionere33e sempre7 per %ualun.
%ue ampiezza del segnale modulante. Nella simulazione 6 pertanto essenziale
che l8onda %uadra a33ia ampiezza unitaria7 o almeno costante.
Da %uanto detto finora7 il segnale proveniente da un modulatore ad anello7
rispetto a %uello proveniente da un semplice prodotto di segnali &a @portante
soppressaA7 senza termini continui'7 6 spettralmente molto pi< ricco. $8onda
%uadra ha infatti uno spettro armonico &privo dei termini pari'7 e con ampiezza
decrescente come 1/ n 7 e ognuna delle sue componenti armoniche entra nel gio.
co delle somme e delle differenze7 producendo un numero virtualmente indefini.
to di componenti in ciascuna 3anda laterale7 una per ogni com3inazione di fre.
%uenza tra %uelle del segnale modulato e %uelle dell8onda %uadra. Il prodotto
p.23>31
per una sinusoide invece genera somme e differenze con un solo termine7 %uello
della fre%uenza della sinusoide7 producendo in ciascuna 3anda laterale tanti ter.
mini %uanti sono contenuti nel segnale modulato.
1n8onda %uadra di ampiezza unitaria7 e di fre%uenza facilmente regola3ile7
si pu= ottenere da un oscillatore sinusoidale.
Nella figura 13 il modulo @ClipperA sta per un modulo di saturazione7 in gra.
do di fornire in uscita il valore dell8ingresso saturato a Q1. 1n altro modo per rea.
lizzare %uesta funzione 6 %uello di utilizzare la funzione segno7 che fornisce in
uscita appunto Q1 a seconda del segno del suo ingresso. In %uest8ultimo caso7
l8ampiezza della sinusoide in ingresso 6 irrilevante7 nel primo lo 6 nella misura in
cui 6 di ampiezza molto superiore ad 1.
f
A
-
#1
f
A
#2
A1
1''''
out(ut
In&resso
1#2
.li((er
4ig. 13 . Simulazione numerica di modulatore ad anello
?ccorre per= fare attenzione alla circostanza che un8onda %uadra non un
se!nale a banda limitata7 e pertanto il modo di procedere indicato genera &old
over7 che pu= risultare pi< o meno significativo a seconda della fre%uenza del
segnale modulante e del modulato. I metodi per ovviare a %uesto inconveniente
&sempre che non se ne voglia fare uso' verranno forniti nel capitolo #.1.
Nel mondo analogico sono oggi disponi3ili dei demodulatori sincroni integrati
molto pi< precisi del modello a trasformatore7 ad esempio lo !D(3) della Analo!
-evice. Buesti dispositivi7 interamente a stato solido7 sono 3asati su principi di.
versi &elementi attivi' e possono funzionare con segnali modulanti anche di am.
piezze ridotte e indipendenti dal segnale di ingresso. $a commutazione di segno
6 inoltre molto pi< netta e ripida e avviene senza sfasamenti. 1n termine alter.
nativo per i moderni modulatori a stato solido 6 anche %uello di 7alanced 'odu#
lator#demodulator &modulatore.demodulatore 3ilanciato'. Buesti sono i disposi.
tivi oggi utilizzati come cuore di un loc,#in ampli&ier.
Non 6 inoltre detto che un dispositivo pi< preciso . mentre lo 6 sicuramente
p.24>31
in applicazioni di misura . costituisca un vantaggio in una applicazione musicale.
Il 3rusco cam3iamenti di segno produce infatti delle ripide transizioni di penden.
za &cuspidi' che generano componenti a fre%uenza molto alta7 e che possono
produrre effetti non graditi dal punto di vista dell8ascolto
+
. Buelle cuspidi sincro.
ne al segnale modulante producono un @ronzioA alla fre%uenza di %uest8ultimo.
Nei modulatori degli anni 8#) e 8() i trasformatori utilizzati erano sicuramente di
origine telefonica7 con una 3anda passante &come in genere un po8 tutta l8elet.
tronica dell8epoca'7 molto ridotta7 3en lontana dai 2) C;z tipici di un trasforma.
tore audio di segnale odierno7 e pro3a3ilmente7 non superiore agli + D;z7 la
@3anda telefonicaA. In %uei circuiti vi era %uindi un implicito passa.3asso che
contri3uiva a smorzare l8effetto delle transizioni ripide. Fon un po8 di pazienza7
inserendo nel circuito simulato le opportune capacit9 parassite e le resistenze di
avvolgimento7 %uesto effetto potre33e essere riprodotto &e %uantificato' me.
diante simulazione. $8esercizio 6 lasciato al lettore.
,assando %uindi all8utilizzazione di componentistica moderna7 6 %uindi ne.
cessario introdurre esplicitamente un passa 3asso sull8uscita per riportare la 3an.
da ai valori simili a %uella che poteva avere nei modulatori @storiciA7 coevi alla
composizione del 3rano che si intende interpretare.
Fi si pu= forse a %uesto punto fornire un8ipotesi di spiegazione per il progres.
sivo slittamento di significato del termine @modulazione ad anelloA. Fon il pro.
gredire della tecnologia il @difetto intrinsecoA del modulatore7 il @ronzioA dovu.
to alle cuspidi7 6 sicuramente emerso progressivamente. Nella computer music
sicuramente il pro3lema 6 stato presente fin dall8inizio7 a causa della natura per.
fettamente matematica dell8inversione di segno7 con in pi< l8aggravante del fold
over. Si 6 dun%ue progressivamente sostituita alla modulante %uadra una sinusoi.
de7 eseguendo il prodotto &%uindi7 una modulazione @a portante soppressaA'. Ne.
gli anni 8") troviamo l8espressione @product#t"pe rin! modulationA &modulazione
ad anello a prodotto' per %uesto modo di procedere
/
. ?ggi 6 pi< semplice utiliz.
zare la terminologia @modulazione a prodottoA.
$a modulazione a prodotto richiede in campo analogico un circuito elettroni.
co analogico che esegua il prodotto tra due segnali7 che prende invece il nome di
Analo! 'ultiplier7 ad esempio lo !D#32 della Analo! -evice. Nei primi anni #)
dispositivi di %uesto genere non erano disponi3ili7 e negli anni ") erano ancora
molto costosi7 e per %uesto non hanno mai fatto parte della dotazione tipica dei
sintetizzatori analogici dell8epoca.
, #l ribaltamento attorno allo zero e il fold over nella modulazio-
ne di ampiezza e in -uella ad anello.
$a modulazione di ampiezza e %uella ad anello7 come si 6 potuto vedere7
producono segnali con 3anda pi< larga di %uelli di partenza. Buesto si pu= dire
praticamente di ogni tecnica di modulazione7 al punto che forse un modo @natu.
+ Si tratta nient8altro che di un epifenomeno della circostanza che l8onda %uadra non ha 3anda
limitata.
/ Nil ,arent7 0%interprete creatore II, commenti all%articolo di *in,o +lobo,ar <estratti) in J#K
p.2#>31
raleA di distinguere la modulazione dalla demodulazione &che spesso sono di fat.
to7 formalmente7 la stessa operazione' potre33e consistere nel definire la modu.
lazione come un allargamento di 3anda7 e la demodulazione come un restringi.
mento della stessa.
5.1 )i+altamento attorno allo zero
Se la +anda si allarga verso il +asso& esiste la possi+ilit: di generare
freuenze negative.
Nel campo complesso il segno della fre%uenza indica il senso di rotazione del
fasore &per convenzione7 fre%uenze positive corrispondono al= senso antiorario7
e %uelle negative al senso orario'. Nel campo dei segnali reali7 che sono solo una
proiezione di un fasore su di un piano7 si perde la possi3ilit9 di distinguere l8ori.
ginario senso di rotazione.
4reuenze positive e negative sono nei segnali reali perci7 indistin%
gui+ili.
R facile convincersene da %uesta semplice relazione trigonometrica7 che ri.
guarda la parte reale di un fasore-
cos(a)=cos(a) cos(a+b)=cos( ab)
Dun%ue-
cos (ot+)=cos(ot ) "
Stante la genericit9 della 7 la " esprime %ualsivoglia segnale di forma si.
nusoidale7 ivi compreso il seno & =n/ 2 '.
;ualunue segnale cosinusoidale di freuenza negativa 2 indistin%
gui+ile da un segnale cosinusoidale avente la stessa freuenza con
segno positivo e con fase iniziale cam+iata di segno.
Si parla pertanto in %uesti casi di ribaltamento attorno allo zero. $a forma
spettrale si @rispecchiaA nello zero7 invertendo la destra con la sinistra nel ripor.
tarsi nel semiasse positivo delle fre%uenze.
p.2(>31
o
0
Spettro originale
Spettro traslato
Spettro ribaltato
4ig. 14 . *i3altamento attorno allo zero.
,ertanto lo spostamento di freuenza nelle zone negative di spettro 8in%
verte9 !rispecc#ia$ lo spettro.
La modulazione a prodotto e uella ad anello possono produrre freuen%
ze negative c#e verre++ero ri+altate nel modo indicato. Se i pettini sono ar%
monici& le freuenze ri+altate si trovano nello stesso posto di altre non ri%
+altate& e le due componenti interferiscono nel modo indicato dalle loro
fasi.
5.2 4old over
$8allargamento della 3anda verso l8alto nei sistemi analogici ha conseguenze
modeste e facilmente rimedia3ili &come suggerito nel caso della modulazione ad
anello7 ad esempio'. Nei sistemi digitali 6 per= presente il fenomeno del &old
over &sconosciuto ai sistemi analogici7 o meglio continui'. Il solo tentativo di ge.
nerare in un sistema numerico un segnale a 3anda non limitata7 come un8onda
%uadra7 genera &old over. !nche nel caso di semplice modulazione di ampiezza
3asta che uno dei due segnali occupi tutta la 3anda audio per generare in uscita7
almeno in linea di principio7 del &old over. $a situazione diventa drammatica
nella rin! modulation7 in cui non solo entram3i i segnali sono a 3anda larga7 ma
uno dei due &la %uadra' 6 addirittura a 3anda non limitata.
1tilizzando la modulazione di ampiezza &ma anche7 come si vedr97 altre tec.
niche di modulazione' nei sistemi numerici occorre %uindi prendere particolari
precauzioni7 %ualora si desideri evitare il &old over &%ualora7 cio67 non lo si desi.
deri utilizzare a fini espressivi'.
$a precauzione principale &che sar9 oggetto di una trattazione separata'
consiste fondamentalmente nell8uso di due dispositivi- il sovracampionamento e
il filtraggio.
Non sempre &anzi- %uasi mai' nei sistemi softIare per la musica sono dispo.
ni3ili moduli di sovracampionamento7 perchE per ragioni di semplicit9 architet.
turale e di risparmio di potenza di calcolo il sistema softIare di calcolo del suo.
no 6 sincronizzato al dispositivo audio di ingresso.uscita &ingressi e uscite a loro
volta sincronizzate tra loro'.
p.2">31
4ortunatamente stanno emergendo nuovi standard di campionamento &dovu.
ti al DGD' a /(Dhz e a 1/2 D;z7 e come conseguenza molti dispositivi di I>? audio
per calcolatori sono oggi in grado di funzionare a %uesti tassi di campionamento.
4re%uenze del genere sono paradossalmente del tutto inutili in fase di riprodu.
zione7 mentre sono indispensa3ili per risolvere i pro3lemi di cui andiamo parlan.
do. Il paradosso consiste nella circostanza che %uesti alti valori si sono affermati
nel campo della riproduzione per motivi 3iecamente commerciali. a almeno
per %uesta volta7 le cose sono andate 3ene e ci offrono l8occasione di rovesciare
un nonsense in una cosa utile e sensata.
Il conto 6 presto fatto- moltiplicando due segnali con 3anda di 2) D;z si ot.
tiene un segnale con 3anda di 4) D;z7 il che genera &old over in un sistema a
44.1)) ;z o a 4+ Dhz7 ma non in uno a /( D;z o superiore. Il segnale cos: genera.
to in un sistema a %ueste fre%uenze di campionamento non presenta dun%ue
&old over7 ma solo un 3anda superiore all8udi3ile7 come avverre33e in un sistema
analogico. Il segnale ottenuto pu= essere inviato in uscita senza ulteriori filtri7
confidando nella natura passa.3asso e dell8elettronica analogica susseguente7 e
dei diffusori7 e infine del nostro orecchio. ?ccorre tenere per= presente che la
presenza di segnale non utile &fuori 3anda audio'7 inviato al D!F7 pu= ridurre
inutilmente la dinamica a disposizione. Se poi si desidera utilizzare il segnale
cos: generato per ulteriori modulazioni7 in tal caso 6 o33ligatorio limitarlo nuo.
vamente in 3anda mediante un filtro passa 3asso prima di utilizzarlo7 per evitare
un ulteriore allargamento della 3anda a causa della modulazione.
Nel caso della modulazione ad anello7 non c86 fre%uenza di campionamento
che possa contenere un8onda %uadra senza &old over. 1na soluzione &anche se
onerosa dal punto di vista del calcolo' pu= essere %uella di generare un8onda
%uadra limitata in 3anda mediante sintesi additiva &non c86 ragione di superare i
2) D;z7 ma riferendosi alle considerazioni gi9 fatte sulle caratteristiche dell8e.
lettronica d8epoca7 anche meno'. Buesta soluzione rende per= difficilmente mo.
dula3ile la fre%uenza della %uadra mantenendo costante il limite superiore della
3anda &cosa che invece avviene del tutto naturalmente con un generatore analo.
gico'.
Se la fre%uenza della modulante non deve essere troppo elevata7 si pu= sce.
gliere la fre%uenza di campionamento alla %uale lavorare &/( o 1/2 Dhz' in fun.
zione del tasso di aliasin! alla fre%uenza di 2) D;z che si ottiene. ?ccorre tene.
re conto infatti che il tasso di aliasin! ad una certa fre%uenza sar9 tanto inferio.
re %uanto pi< alta 6 la fre%uenza di Ny%uist7 %uanto pi< cio6 %uesta 6 lontana
dalla fondamentale della %uadra. ! %uesto punto si pu= filtrare con un passa.
3asso a 2) D;z l8uscita del generatore di onda %uadra &oscillatore sinusoidale pi<
clipper'.
Buanto al filtraggio passa 3asso7 6 3ene non farsi prendere dalla tentazione
di usare i filtri 4I*7 magari simmetrici7 per via della loro @fase lineareA. $a @fase
lineareA non 6 un vantaggio nella ela3orazione del suono per il semplice motivo
che introduce una latenza &ritardo' e per di pi<7 dato che un 4I* simmetrico ese.
gue un filtraggio non.causale7 genera effetti anticipativi. Inoltre7 un filtro 4I*
p.2+>31
consuma pi< potenza di calcolo rispetto ad un e%uivalente II*. I filtri che vanno
usati sono le catene &cascade' di 3i%uad configurati a passa 3asso. Se servono
soppressioni ripide7 si possono prendere in considerazione i filtri di Fhe3yshev7
anche se generalmente poco amati dai musicisti per ragioni mitologiche &come il
@rippleA nel guadagno e la fase ripida'.
$e tematiche del &old over7 oltre a %uelle del filtraggio7 troveranno posto in
appositi capitoli.
! .liminazione di componenti continue
Bualora si generino componenti continue &o a fre%uenze molto 3asse7 su3au.
dio' durante un processo di modulazione e si desideri eliminarle perchE verre3.
3ero introdotte in successive operazioni di modulazione con effetti indesiderati7
6 necessario utilizzare un filtro passa.alto.
Tale filtro 6 necessario7 o almeno fortemente raccomanda3ile7 anche se le
componenti continue o a fre%uenze su3adio sono presenti nel segnale da inviare
all8uscita &D!F'. Non 6 infatti una 3uona pratica confidare nell8eliminazione della
continua da parte dei circuiti elettronici di accoppiamento a valle della conver.
sione7 per gli stessi motivi relativi alle componenti ad alta fre%uenza7 con per=
un8ulteriore aggravante. Se 6 infatti poco pro3a3ile che il livello in continua non
venga arrestato prima di giungere ai diffusori7 6 per= altrettanto vero che se
esso non viene eliminato prima di essere inviato al D!F il suo effetto sar9 %uello
di ridurre &inutilmente' la dinamica a disposizione7 circostanza che pu= essere
trascurata solo se il livello in continua 6 molto piccolo rispetto alla dinamica
stessa &in pratica7 pochi 3it in uscita'. Il caso non 6 simmetrico alla eliminazione
dei fuori 3anda alle alte fre%uenze per due motivi-
I processi @naturaliA sono tutti passa.3asso7 e %uindi i segnali hanno @nor.
malmenteA8 poca ampiezza ad alta fre%uenza.
Il processo di modulazione accentua %uesta caratteristica7 dato che mol.
tiplica due segnali @passa 3assoA. Nel segnale risultante 6 dun%ue pro3a.
3ile che la caduta delle alte fre%uenze sia significativamente pi< ripida ri.
spetto ai segnali originali.
!nche %ui i filtri elettivi per %uesta operazione sono gli II*7 cascate di 3i.
%uad configurate a passa.alto. I filtri 4I* sono rigorosamente vietati perchE per
poter risolvere 3ene le 3asse fre%uenze &stiamo parlando di fre%uenze di taglio
dell8ordine di 2) ;z' dovre33ero essere di lunghezza proi3itiva7 tanto pi< se si la.
vora in sovracampionamento.
7 /na nota 'inale.
Bueste provvisorie conclusioni si limitano a fare notare che7 a differenza di
%uanto avviene nella radiofre%uenza dove si opera con larghezze di 3anda per.
centualmente piccole &4) D;z su 1 ;z'7 e con modulanti e portanti spettral.
p.2/>31
mente molto distanti7 nel campo audio non c86 nessun modo alternativo alla mo.
dulazione complessa per ottenere uno spostamento di fre%uenza puro7 valido per
un segnale %ualsiasi.
Se il segnale modulante e %uello portante sono disgiunti nel dominio della
fre%uenza7 6 in linea di principio possi3ile operare con una modulazione di am.
piezza reale7 per poi sopprimere la 3anda laterale indesiderata mediante filtrag.
gio. Buesto 6 possi3ile perchE le 3ande laterali a loro volte sare33ero disgiunte
nel dominio della fre%uenza.
Se uno dei due segnali 6 un segnale audio7 e lo spostamento di fre%uenza de.
siderato 6 tale da lasciare il segnale risultante anch8esso in 3anda audio7 le due
3ande laterali si trovano ad occupare di fatto la stessa porzione di spettro7 e
%uindi nessun filtro sare33e in grado di separarle.
$a modulazione complessa di segnali analitici fa invece tutto %uesto in modo
semplice e diretto- implicitamente sopprime una delle due 3ande laterali per
sottrazione
1)
.
Buesta 6 solo una delle tante esemplificazioni possi3ili dei motivi per i %ua.
li7 in teoria dei segnali7 si adotta una rappresentazione complessa7 e si ragiona in
termini di segnali analitici. I segnali sonori e musicali non fanno7 a %uesto propo.
sito7 eccezione.
1) Si tratta ovviamente di una sottrazione puramente formale7 rintraccia3ile solo seguendo i cal.
coli relativi alla moltiplicazione complessa nel campo reale- si evidenzia che una delle 3ande
laterali viene soppressa perchE compare nei calcoli due volte con il segno opposto.
p.3)>31
0 1ibliogra'ia
J1K S.F. *isset and . G. attheIs7 Anal"sis o& musical#instrument tones7 ,hys.
ics Today7 vol. 227 no. 27 pp. 23.3)7 1/(/.
J2K iller ,ucCette7 =he =heor" and =echni3ue o& $lectronic 'usic7 pdf Draft.
J3K $orenzo Seno7 Analisi e sintesi additiva e di 5ourier7 dispensa.
J4K $orenzo Seno7 /ichiami di al!ebra e matematica( e loro nessi con la musica(
dispensa.
J#K Testi scelti e commentati da ;enri ,ousseur( 0a musica elettronica( prefa.
zione di $uciano 2erio7 4eltrinelli7 ilano 1/"(.
http->>III.mnt.a%.it
Gersione- 1.( del 1( maggio 2))/
Testi7 formule e figure- ?pen?ffice
0rafici7 calcoli- Scila3
Falcolo sim3olico- aNima
p.31>31

Potrebbero piacerti anche