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la Repubblica 14 GIOVED 23OTTOBRE2014 LE SCELTE DEI PARTITI

SOLOuna vecchia foto in bianco nero, ingiallita dal tempo. Quattro


ragazzi addossati a un muro di Testaccio. Ma sembra la locandina
di un film sugli anni Settanta. Ecco dice Roberto Martini, pun-
tando lindice sul primo da sinistra questo ero io, e son lunico che si
salvato: gli altri sono morti tutti, per eroina. Io invece sono vivo grazie
al Pci, per aver fatto la militanza, ogni giorno venivo in sezione, anche
la domenica venivo, per distribuire lUnit, questo quartiere era pove-
ro e noi labbiamo reso ricco; soprattutto la politica riempiva di senso la
mia vita. Questi anni non sono passati invano. Quando vedevo la ban-
diera rossa mi venivano i brividi, mi vengono anche adesso.
Nel film La Cosa di Nanni Moretti, che raccontava lo spaesamento
delle sezioni comuniste alle prese
con il cambio del nome proposto
dal segretario Achille Occhetto,
nellinverno del 1989, Martini il
pi fiducioso di tutti, il pi ottimi-
sta: Finalmente c una strada
nuova. Compagni, non fermiamo-
ci ai risentimenti. Vediamo la so-
stanza politica: ora potremo final-
mente creare lalternativa in Ita-
lia. Che fine aveva fatto, Marti-
ni? Le aspirazioni di quei giorni
lontani sono andate deluse? Un
giorno di giugno siamo riusciti a
scovarlo. E poi lo abbiamo messo a
confronto con un altro compagno,
nella Casa della sinistra di Testac-
cio, Michele Crocco, che nel film
invece si batteva con sarcasmo
contro il cambio del nome: Io so-
no comunista perch come ideale
ho labolizione della propriet pri-
vata, a me liniziativa privata non
me sta bene manco per il cazzo!.
Ne nato un documentario, La
Bandiera Rossa, che potete ve-
dere sul sito di Repubblica.
Crocco ha i capelli tutti bianchi,
e al furore subentrata la dolcez-
za della maturit. Discutono tra
loro, incuranti della telecamera.
A un certo punto Martini dice:
Non avrei mai pensato che poi
una parte della Dc sarebbe con-
fluita con noi. Non ci sarei mai ar-
rivato. Mi hanno detto: proprio tu
non aderisci al Pd? S, proprio io.
Voglio stare in un partito chiara-
mente di sinistra, non in unac-
cozzaglia di anime. E Crocco, stu-
pefatto: Ma guarda che strano!
Tu che hai tutta questa storia.
Martini tifa per Sel, Crocco guar-
da con simpatia a Renzi. Le posi-
zioni si sono rovesciate. Chi la-
vrebbe mai detto, allora? Crocco
lo incalza: Perch abbiamo il do-
vere di governare subito, con i pro-
blemi che ci sono adesso. Non pi
possibile aspettare. Qual stato
sempre il problema storico della
sinistra, da quando nata? Che
c sempre qualcuno che sta pi a
sinistra di te, che pi puro di te.
Hai ragione, gli dice Martini.
Ma non pare convinto. Vedi, io
sognavo un partito socialista, co-
me in Germania, come in Svezia,
un partito che avesse al suo centro
la lotta per il lavoro. S, ma non
possibile pensare che non si
cambia pi niente, sono anni che
non si cambia, si fa concitato
Crocco. Eh, e che te devo d!. E al-
la fine i due compagni ritrovati si
abbracciano ridendo: Meno ma-
le che questo famoso comunismo
non mai arrivato in Italia.
Poco prima di Francavilla di Si-
cilia ci fermano i carabinieri. Chi
siete? Che fate? Un documen-
tario sui comunisti. Il brigadiere
ci squadra con occhi ironici, incre-
spa le labbra. Allistante ci sotto-
pone allalcoltest.
Partendo da questo, da questo
grande patrimonio, si pone lo-
biettivo di costruire una cosa
una cosa che pi grande, e se
mi consentite lespressione, pi
bella. La Cosa si apre cos, con
questa petizione di Luigi Savoia,
detto Gino. Aveva 39 anni. Ci
aspetta davanti alla sede della
Cgil. Allora, lavete fatta pi gran-
de e pi bella? Scuote la testa,
amaro. No, no. La piccola sala
piena, molti di loro non si vedeva-
no da quei giorni, fioriscono i ri-
cordi, contro Scelba nel 72, la
mattina che trovarono morto Mo-
ro nel 78, ma non un raduno di
reduci, sono venuti anche i pi gio-
vani. Mettiamo a confronto Nino
Silvestri, 90 anni, tutti spesi nelle
lotte a sinistra, con Doriana Anza-
lone, la figlia del segretario della
Cgil, nata proprio alla vigilia della
Svolta. Silvestri era analfabeta,
mangiava solo finocchi bolliti,
mi diedi al Pci con tutta la sua for-
za, ho quattro figli e otto nipoti,
tutti laureati, noi abbiamo porta-
to il benessere in questo paese e
Anzalone, sfiduciata: S, ma per
quelli della mia generazione non
c speranza, non c futuro, que-
sta politica non la riconosciamo, ci
sa dire solo andate allestero,
ma io allestero non ci voglio an-
dare. un confronto drammati-
co. Ci sono quasi 70 anni di diffe-
renza tra i due, ma ora la storia sta
andando allindietro. Il comuni-
smo almeno ci indicava una via,
un modello, il rimpianto di Ore-
ste Siciliano. Voto Tsipras. Sa-
voia era migliorista, la destra del
partito. Ora consegna questo pa-
radosso: Ho la tessera del Pd, ma
alle Europee non lho votato. Ren-
zi non mi rappresenta. stato un
errore mortale puntare tutta sul-
le riforme istituzionali, prima ve-
niva il lavoro, la lotta alla po-
vert.
Poi prende la parola Carmelo
ERO PER LA SVOLTA, MA ORA STO CON SEL
Roberto Martini, militante di Testaccio, comera
nel film La Cosa e com oggi. Allora diceva: Sono
contento per la svolta, ci sar lalternativa. Adesso
racconta: Non ho mai aderito al Pd, sto con Sel.
Io sognavo un partito socialdemocratico
I TESTIMONI
DELL89
Quelli della Bolognina
venticinque anni dopo
Cos abbiamo smesso
di essere comunisti
CONCETTO VECCHIO
Fiducia nel cambio
di nome e difesa della
falce e martello: nelle
sezioni fu un duello
Il paradosso dellex
migliorista che non vota
Renzi: Prima delle
riforme pensi ai poveri
SUREPUBBLICA. IT
Il documentario
di Concetto
Vecchio, La
Bandiera Rossa,
viaggio tra i
militanti della
sinistra 25 anni
dopo la Svolta,
su Repubblica.it
Il racconto
Che fine hanno fatto i militanti del film di Nanni Moretti?
Nellanniversario della Svolta siamo tornati a Francavilla,
Roma, Bologna per interrogarli sul futuro della sinistra
IERI EOGGI
In alto militanti del
Pci: nell89 il partito
aveva ancora 1
milione 450mila di
iscritti. Sotto: oggi i
militanti del Pd
nella storica
sezione della
Bolognina
GIOVANI LEVE
Doriana Anzalone, 25 anni
a Francavilla di Sicilia
Sotto Daniela Vannini
32 anni, consigliere provinciale
del Pd a Bologna
ILPIANTODI OCCHETTO
Le lacrime di
Achille Occhetto
al congresso del
1990 a Bologna:
la fine del Pci
la Repubblica 15 GIOVED 23OTTOBRE2014
PERSAPERNEDIPI
www.repubblica.it
www.partitodemocratico.it
esistenza. Erano mille negli anni
doro. Il segretario, Mario Oliva,
viene dal Pci, ma un renziano
della prima ora. I giovani litigano
sullarticolo 18. una discussione
vera. Guarda che io ho perso due
volte il lavoro sinfervora un ra-
gazzo con la consigliera Daniela
Vannini, che esprime dubbi sul
Jobs Act. Oh, larticolo 18 lha
cambiato anche il Pd quando era
al governo con Monti, di cosa stia-
mo parlando? rincara la dose un
signore con la Lacoste. Maria os-
serva tutto, in silenzio. Nel film di
Moretti diceva: Ho tanta confu-
sione, dolore, tante domande.
S, Occhetto, la sinistra c an-
cora, in queste sezioni, in queste
domande. Torniamo a Roma don-
dolati dal vagone, il cuore di sim-
boli pieno. Prima di andarcene un
militante, Mario Del Balzo, ci
prende in disparte: Venga con
me. A duecento metri, in via Ti-
baldi 17, c la sala dove Occhetto
parl ai partigiani in quella lonta-
na domenica. diventata una sa-
la di parrucchieri, gestita da cine-
si, anche le scritte sono in cinese,
la signora smette di fare i bigodi-
ni, si affaccia. E Del Balzo, con un
lampo di soddisfazione: Come
vede, da questo posto i comunisti
non se ne sono mai andati.
Riolo. un uomo alto e robusto,
ma timidissimo. La voce appena
un sussurro. Era difficile essere
comunisti in questo paese gover-
nato dai democristiani. Fino agli
anni Sessanta cerano quattro ca-
pitalisti che la mattina radunava-
no i lavoratori in piazza, e diceva-
no, tu vai a lavorare in quella con-
trada, tu in quellaltra, noi co-
munisti eravamo sempre gli ulti-
mi a essere chiamati: eravamo co-
me servi, come schiavi. E come
stelle gli devono esplodere i ricor-
di. Di quella Sicilia dove i padroni
la domenica mattina facevano at-
tendere i contadini curvi sotto il
sole della Matrice (il barone de-
ve fare colazione), e solo a sole
ormai alto il barone scendeva e di-
stribuiva la sua magra paga: Cia
pizzu i soddi (Ci perdo i soldi con
voi). Questa era la Sicilia, nel Do-
poguerra. E allimprovviso Car-
melo si azzittisce. Non sa pi an-
dare avanti, come se quella re-
miniscenza lo paralizzasse. Nes-
suno osa incoraggiarlo, n rim-
proverarlo. Che facciamo? Niente
facciamo, dobbiamo solo aspet-
tarlo. E poi, come ridestandosi da
un sogno, Carmelo ritrova il filo,
trova le parole che cercava. E le pa-
role che cercava sono queste: Poi
abbiamo alzato la testa grazie al
Partito comunista.
Segretario, siamo qui per un
viaggio, un viaggio nella sinistra
italiana.
Ah, bene, e per caso lavete
trovata?
Questo stato il primo approc-
cio con Achille Occhetto, un po-
meriggio di settembre nella sua
casa nel centro di Roma. C in
quel gesto che fece alla Bolognina
un gesto complesso, latto di un
attore shakesperiano che gioca la
carta della vita sul proscenio della
Storia un mistero che il tempo
non ha mai diradato. Perch mise
fine a una vicenda collettiva che
durava da quasi 70 anni senza av-
vertire nessuno, con un dire cifra-
to? Aveva annunciato il cambio
del nome del Pci il cambio del
nome di un partito che aveva an-
cora 1 milione e 450mila iscritti
e nessuno lo cap veramente. Lin-
contro con i partigiani avviene al-
le undici del mattino, dura appe-
na cinque minuti. LAnsa fa un
unico lancio alle 15,44. Titolo: Oc-
chetto: bisogna inventare strade
nuove. Allindomani lUnit, di-
retta da Massimo DAlema, che al-
lora vendeva 140mila copie, copi
la notizia dagenzia relegandola a
pagina 8, fotocopiando in coperti-
na perfino il titolo dellAnsa. Ap-
pena in un occhiello, il riferimen-
to ipotetico alla possibilit del
cambio del nome. Solo allindo-
mani, luned, quando Occhetto
riunisce i colonnelli della segrete-
ria, la notizia esplode in tutta la
sua portata. Diego Novelli incon-
tra Pietro Ingrao a Montecitorio:
Scusa, tu sapevi nulla?, e quello
scuote la testa sconcertato; Lucio
Magri chiama Alessandro Natta:
Ma davvero cambiamo nome?
E Natta: Sto pensando ad altro.
Occhetto riempie meticolosa-
mente la pipa. Era il Re Sole della
sinistra. Alla fine aveva tirato fuo-
ri dalle macerie del comunismo in-
ternazionale il Pci, e nellinverno
del 94 pareva avviato alla pi si-
cura delle vittorie. E invece, a
scompigliare le carte, ecco il sas-
solino che sinfila negli ingranag-
gi della sorte: Silvio Berlusconi.
Lalieno giunto da un pianeta lon-
tano. A un certo punto Occhetto
dice: Se Martinazzoli avesse det-
to s allalleanza con noi Progres-
sisti avremmo vinto noi.
A Bologna, nella mitica sezione
della Bolognina, tutti si fanno at-
torno a Maria Della Lama. Ha 79
anni. I ragazzi si affollano dinanzi
al telefonino dove scorrono le im-
magini della Cosa. Quanto eri
bella, Maria, le dicono. Maria si
schermisce, e poi attacca a rac-
contare di quando lei e Bologna
erano pi giovani di adesso. Ho
creduto in Bersani, ma poi mi ha
deluso. Renzi non sar la perfezio-
ne, per ha coraggio. Anchio de-
vo pensare al futuro, sa, ho dei fi-
gli, dei nipoti, non un tempo fa-
cile per nessuno. La sezione ha
284 iscritti, dice Rolando Roc-
chetti, che ci ha passato lintera
NON ABBIAMO COMBATTUTO BERLUSCONI
Oreste Siciliano a Francavilla di Sicilia, diceva:
Noi siamo diversi dai comunisti dellEst.
Oggi dice: Voto Tsipras, Renzi non mi convince. La
sinistra mancata nel contrasto a Berlusconi,
ha voluto scendere al suo livello.
ALLORA TANTO DOLORE. ORA CON MATTEO
Maria Della Lama, sezione Bolognina, ne La Cosa
diceva: Quanta confusione, quanto dolore, quante
domande su com finito il comunismo. Oggi dice:
Ho creduto in Bersani, ma mi ha deluso. Renzi
non sar la perfezione, per ha coraggio
ERO CONTRARIO, ADESSO SOSTENGO RENZI
Michele Crocco, pittore a Testaccio, nell89 criticava
il cambio del nome: Io sono comunista perch ho
come ideale labolizione della propriet privata.
Ora dice: Renzi sta smuovendo una palude,
abbiamo il dovere di governare per cambiare
Oggi la Bolognina, dove
Occhetto fece lo strappo,
ha 284 iscritti. Negli anni
doro arrivavano a mille
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